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#disgrazia
ragazzoarcano · 2 months
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“La timidezza, fonte inesauribile di disgrazie nella vita pratica, è la causa diretta, anzi unica, di ogni ricchezza interiore.”
— Emil Cioran
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odisseysworld · 3 months
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- Ma come fai a perdere la testa così facilmente per una persona? proprio non sai stare da solo.
- Non mi innamoro di loro, mi innamoro di me, della creatura senza inibizioni in cui mi trasformo, ovattato da attenzioni e da affetti fuggenti che nella loro brevità intensificano le sensazioni a cui mi appellerò nei momenti di infelicità facendo mia questa intollerabile disgrazia
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Mi chiedo perché debba capitare sempre a me..
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somehow---here · 1 year
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Jorge Amado, da "Teresa Batista stanca di guerra"
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lunamarish · 2 years
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Quando una disgrazia è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
Arthur Schopenhauer
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lastronzasulpisello · 2 years
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L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, anche di non essere felice.
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...  Quel giorno rubammo la libertà al lavoro, per fuggire assieme esuli in una gita irriverente. Un giorno definitivo, maledetto.
La costiera amalfitana era incantevole, più del solito, forse rifletteva la serenità dei nostri sguardi rimandandoci un’immagine di intatta magia. Fuori della stagione balneare il mare è recalcitrante a ospitarti in casa, in pantofole e vestaglia aveva lo sguardo assonnato bonariamente irritato per averlo destato dal suo letargo autunnale, ma noi con discrezione ci eravamo avvicinati alla riva fasciandoci i piedi di schiuma bianca, e respirando con forza il tepore del sole per riscaldarci. Eravamo soli sulla spiaggia. Camminammo a lungo senza troppe parole; era bello esserci, partecipare alla mirabolante avventura della natura che moltiplicava i suoi tentacoli per avvilupparti ed effondere il suo alito resinoso. Eravamo parte del cosmo, mentre anche il cinismo quotidiano che avrebbe evidenziato la retorica contenuta da certe affermazioni, era messo da parte, sigillato in una bottiglia alla deriva, dimenticato a casa assieme all’orologio. Quando ci allontanammo dalla spiaggia erano le prime ore del pomeriggio. Andar via non fu semplice, per l’insistenza della sabbia che ci esortava a rimanere insinuandosi tra le calze e le scarpe, pregandoci di non lasciarla sola per un intero inverno. Una giornata indimenticabile disse Vic, che continuava a scavare con le sue parole dei solchi indelebili in un ricordo che sarebbe diventato l’ultimo che avrei avuto di lei. I suoi capelli nerissimi assorbivano la luce del sole, cedendola nei suoi occhi scuri, nel suo sorriso impreciso. Ho rivisto infinite volte negli ultimi dieci mesi queste scene, mi ripassavano davanti agli occhi come un film senza sonoro. Ho rivisto Vic e me parlare, sorridere, scherzare, senza che un solo suono desse calore ai miei ricordi.
In auto, sulla strada del ritorno, le curve rocciose della costiera erano assai poco frequentate nelle prime ore pomeridiane. Forse la velocità era eccessiva, forse soltanto la concentrazione sulla guida non sufficiente. Vic spinse la nuca all’indietro sul poggiatesta del sedile inarcandosi in un sorriso beato. Mi piaceva vederla sorridere, leggerle sul volto una gioia di vivere che tanto raramente riuscivo a provare anch’io, e che per lei al contrario era quasi uno stato abituale, una dimensione quotidiana. Il sorriso che cerco ancora quando ripenso a lei, un sorriso con cui coprire l’innaturale espressione di terrore che impresse sull’ultimo istante della sua vita e che mi turba ogni volta che sogno il suo viso. Ero rivolto verso di lei, e sorridevo, lei dileggiava le mie piccole fissazioni, e io le accentuavo per darle modo di prendersi gioco di me. Poi dentro i suoi occhi vidi suicidarsi repentinamente l’allegria e nascere lo sgomento. Si accorse per prima dell’autobus, sbucato da dietro una curva, che ci veniva contro. La nostra automobile viaggiava al centro della carreggiata. Forse fu solo un’impressione, ma quando guardai attraverso il parabrezza il pachiderma meccanico che ci fronteggiava fui certo della prossima collisione e tentai di evitare lo scontro frontale con una frenata istintiva quanto letale. L’auto sbandò prima a sinistra, sfiorando il muretto che delimitava lo strapiombo, quindi ritornò, ormai senza controllo, verso la parete rocciosa sul lato destro della strada. Lungo i fianchi della lingua d’asfalto che s’insinua nelle sue viscere, la montagna è imbavagliata da una rete metallica per impedire che possa espellere residui di se stessa sui veicoli in transito; la nostra auto si scagliò su quella rete infrangendosi sulle solide gengive del monte. Pochi istanti prima dell’impatto, ricordo la mia sensazione di sollievo per aver evitato fortunosamente di precipitare nel dirupo alla nostra sinistra; se anche l’urto sarà violento, almeno non precipiteremo nel vuoto, forse ce la caveremo con poco. Nei tre secondi, anche meno, che trascorsero dal momento in cui sfiorammo il muretto alla sinistra della strada, a quando ci schiantammo nella roccia a destra, ebbi il tempo anche di controllare che Vic avesse indossato la cintura di sicurezza, e valutare maggiori le possibilità di salvarci. Lei gridò qualcosa; fu l’ultima parola che disse da viva, ma io non la ascoltai. Poi lo schianto, un fragore di vetri rotti e lamiere piegate, il contraccolpo causato dalla nostra stessa forza franata su una immobilità millenaria, infine un silenzio oleoso e denso che tappa le orecchie e i sensi con le sue mani vischiose. I soccorritori trovarono me riverso sul volante, privo di conoscenza, con una ferita lieve al capo ed entrambe le gambe spezzate. Vic era morta sul colpo; l’automobile aveva colpito la montagna prima con la parte anteriore e poi con la fiancata destra: uno spuntone di roccia era penetrato nell’auto attraverso il finestrino e le aveva fracassato il volto raggiungendole il cervello, quasi inchiodandola al poggiatesta del sedile. L’immagine del suo viso dissoltosi sotto la pressione della pietra è rimasta fissa nella metà oscura del mio cervello, anche se non ho coscienza di quel momento terribile. Mi risvegliai in ospedale sicuro di trovarla accanto a me, magari ferita, ma sopravvissuta come me. Quando lessi sul silenzio dell’infermiera la verità, affiorò l’immagine della roccia che distruggeva la sua faccia. Una raffigurazione che trovai disegnata sulle macchie di materia celebrale secca sul sedile anteriore dell’auto, il giorno che disbrigai le pratiche burocratiche necessarie alla distruzione di quel groviglio informe, agonizzante in un garage del soccorso stradale.  ....         
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miss-manga · 8 months
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Questo amore è un amore interrotto
non è finito
e non finirà.
Cit_
(Perdonami amore, sono una codarda)
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deathshallbenomore · 1 year
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“ho visto il tuo supervisor, ha speso belle parole per te”
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buscandoelparaiso · 1 year
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odisseysworld · 3 months
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Qualcuno potrebbe domandarsi quale gioia provenga dall'omologazione. Quel qualcuno è beato, perché non conosce la solitudine di chi, riconoscendosi diverso brama di credersi ordinario. La diversità è senz'altro un'invidiabile ricchezza per il mondo, tuttavia non lo è per chi la indossa, al contrario lo condanna all'oggetività di scrutare la realtà con distacco
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themhac · 2 years
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no ma che scena è scusate
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Fortuna sotto Ipnosi: Trasformare la Sfortuna in Successo
Sconfiggere la Sfortuna: Come l’Ipnosi Vera Cambia il Destino Liberarsi dalla Sfortuna con l’Ipnosi Vera e Professionale La sfortuna può manifestarsi in varie forme nella vita di una persona, influenzando le loro esperienze e il loro benessere. Tuttavia, l’ipnosi vera e professionale offre un approccio innovativo per affrontare e superare la sfortuna, consentendo agli individui di trasformare…
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queerographies · 1 year
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[In disgrazia del cielo e della terra][Daniele Coluzzi][Francesco Gnerre]
Dai sodomiti della Divina Commedia ai ragazzi di vita di Pasolini, si ripercorre la storia di un amore vietato, condannato a essere «in disgrazia del cielo e della terra», come Michelangelo diceva di sé.
Le lettere d’amore di Leopardi, le novelle giocose di Boccaccio; e ancora, il carteggio privato di Machiavelli, il romanzo nascosto di Saba, i sonetti lussuriosi del Rinascimento. La letteratura italiana ha raccontato, nei secoli, l’amore tra uomini: molti sono gli autori che si sono espressi sul tema e molti quelli che hanno osato parlare di sé e della propria natura, nonostante gli anatemi e le…
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chiusadentrose · 1 year
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forse ho il culo basso io lo vorrei più alto ma di allenarmi non ho voglia e quindi me lo tengo ????
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sauolasa · 2 years
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Mamaia, la perla della riviera rumena è caduta in disgrazia
Mamaia, la perla della riviera rumena è caduta in disgrazia
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