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#amarcord
cinematicjourney · 2 days
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Amarcord (1973) | dir. Federico Fellini
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katharinehepburngf · 5 months
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Various poster designs for films: DUMBO (1941, dir. Ben Sharpsteen), FOR A FEW DOLLARS MORE (1965, dir. Sergio Leone), MASCULIN FÉMININ (1966, dir. Jean-Luc Godard), 2001: A SPACE ODYSSEY (1968, dir. Stanley Kubrick), LAST TANGO IN PARIS (1972, dir. Bernardo Bertolucci), AMARCORD (1973, dir. Federico Fellini) and THE DISCREET CHARM OF THE BOURGEOISIE (1972, dir. Luis Buñuel).
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“Amarcord” (1973) by Federico Fellini
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mtonino · 7 months
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Amarcord (1973) Federico Fellini
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nusta · 11 months
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Ogni tanto quando vado a trovare i miei faccio qualche foto dal finestrino alla campagna, che in questi anni frequento poco ma che ha fatto da scenario alla mia infanzia e alla mia prima adolescenza e mi è rimasta nel cuore.
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C'è chi ha il mare, chi ha la montagna, io ho i campi verdi e gialli sotto un cielo sproporzionato, la nebbia con gli alberi spogli e sfumati nella foschia delle stagioni fredde, le spighe che si muovono pigre nel vento caldo delle ultime giornate di primavera, l'odore della terra dopo un temporale estivo.
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Capisco che per chi ha il mare o la montagna questo sembri poco, ma non mi importa. Di tante cose sono invidiosa, ma ho amato la mia infanzia e ho adorato la mia adolescenza e questi spazi, questi colori, i loro odori e i loro suoni mi hanno accompagnato per tutto quel periodo e quando mi ritrovo immersa in questo panorama, anche solo dalla macchina in corsa, mi sento a casa.
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t-annhauser · 6 months
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il tè della signora Giovanna
Stavamo bevendo una cosa calda e mi è venuto in mente quando da piccolo andavo a messa con la signora Giovanna ("la sióra Giuàna"), una vicina di casa che abitava anche lei nel cortile, la signora Giovanna era tutta bianca e gialla e tutte le volte che tornavamo a casa come premio mi faceva il tè col limone, anche lui tutto giallo, era un tè zuccherino leggerissimo, una specie di limonata tiepida con un sapore dolcissimo di pasticcino, se non fosse per la gastrite che mi impedisce di assumere succo di limone mi metterei come il piccolo chimico a ricostruire la chimica esatta di quel dolce ricordo che si perde nella notte dei tempi (fai conto che era prima del mondiale dell'82, prima di ristrutturare casa, avrò avuto 7/8 anni, quindi parliamo del 1980 o giù di lì). La sua casa sembrava fatta di marzapane, in casa sua il tempo si era fermato a un'epoca in cui andavano di moda le trine e i merletti, passava le sere a smerlettare davanti alla tv, non c'era un centimetro quadrato di mobilia che fosse stato risparmiato dai suoi centrini. Come mia bisnonna, anche lei copriva la televisione col centrino quando aveva finito di vederla, come se fosse un tavolino, e infatti sopra c'era una piantina. Sì, da piccolo andavo a messa.
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margotfonteyns · 4 months
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Amarcord (1973)
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gianluc30 · 1 year
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lobbycards · 16 days
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Amarcord, US Lobby Card #6. 1973
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La provincia di Amarcord è quella dove tutti siamo riconoscibili, autore in testa, nell'ignoranza che ci confondeva. Una grande ignoranza e una grande confusione. Con questo non voglio minimizzare le cause economiche e sociali del fascismo. Voglio dire che quello che mi interessa è la maniera, psicologica, emotiva, di essere fascisti: una sorta di blocco, di arresto alla fase dell'adolescenza. Tale arresto, tale repressione del naturale sviluppo di un individuo, credo che per forza debba scatenare dei grovigli compensatori. È forse per questo che quando la crescita si risolve in un'evoluzione tradita e delusa, il fascismo, per taluni aspetti, può perfino sembrare un'alternativa alla delusione, una specie di velleitaria e sgangherata riscossa. Fascismo e adolescenza continuano ad essere in una certa misura stagioni storiche permanenti della nostra vita. L'adolescenza, della nostra vita individuale; il fascismo, di quella nazionale: questo restare, insomma, eternamente bambini, scaricare le responsabilità sugli altri, vivere con la confortante sensazione che c'è qualcuno che pensa per te, e, una volta è la mamma, una volta il papà, un'altra volta è il sindaco, o il duce, e poi il vescovo, e la Madonna e la televisione.
Federico Fellini sul suo Amarcord (1973)
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cinemajunkie70 · 1 year
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The happiest of birthdays in the afterlife to Federico Fellini!
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“Amarcord” (1973) by Federico Fellini
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disease · 5 months
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AMARCORD // SPLEEN [NEXT WAVE ACID PUNX, 2021]
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yorgunherakles · 4 months
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yazgı filmin sonunda değil bir anında gizlidir.
#zeki demirkubuz
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t-annhauser · 1 year
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Scorci mogliesi
(nostalgie del luogo dove sono cresciuto)
A Moglia di Sermide, fissata all'altezza dei piedi nel muro vicino all'entrata, c'era una staffa di ferro che serviva a grattare le suole degli stivali, ricordo dei tempi in cui le strade non erano asfaltate e tornando dai campi si portava in casa la terra grassa e motosa, oppure tornando da una battuta di caccia al fagiano (o alla lepre). Questo prima che la casa fosse ristrutturata secondo i canoni della modernità e il portone di legno fosse sostituito da un più razionale serramento in alluminio. La terra dei campi, dalle nostre parti, aveva consistenza d'argilla, cedeva sotto le suole come sabbia mobile, e non si poteva sostare troppo a lungo in un punto senza sprofondare fino alle caviglie. Seccata, cambiava colore dal nero al grigio, brizzolava, e penetrava nei solchi delle suole indurendo come cemento, sgretolandosi poi a poco a poco e rilasciando a tradimento una specie di farina sulle mattonelle scure, da farci impazzire le donne che dovevano prendere la scopa. Una soluzione sarebbe stata di togliersi gli stivali prima di entrare in casa, ma certe cose l'uomo di quei tempi ancora non le concepiva, sarebbe stato un gesto poco virile (un uomo, che si toglie le scarpe, e magari si mette anche le pattine...). L'arrivo della modernità decretò la fine di questo uso campagnolo e al posto della staffa il geometra vide bene di far correre lungo tutto il perimetro della casa uno zoccolo di marmo screziato, lontano parente del bugnato di palazzo Medici, Firenze, a solo scopo decorativo. Lungo la casa correva anche un marciapiede, cemento finissimo su cui lasciai a più riprese larghe porzioni di ginocchia che si sgrattavano per il lungo come tocchi di parmigiano, facendo fiorire sulle rotule dei grandi ovali rossi sui quali nonna agiva prontamente con l'alcool denaturato. Da bambino inciampavo spesso e volentieri, senza motivo, come se uno spiritello fosse sempre lì a farmi lo sgambetto, e così col tempo imparai ad andare al trotto come un lipizzano, moderando l'entusiasmo della corsa a briglia sciolta. La cementificazione era ritenuta un segno del progresso, se non altro teneva pulito, sporcava piuttosto la terra e tutte le cose che ci crescevano dentro; quando pioveva, poi, era un disastro, e dalla terra riemergeva l'antica vocazione di palude (Moglia di Sermide, la "Moia", cioè bagnata). Calavano certe fumane, certi nebbioni, da non vederci le punte dei nasi, ricordo una notte rischiarata da un lampione che diffondeva la sua luce lattiginosa da qualche punto ipotetico nello spazio, tutt'attorno un indistinto chiarore, come una vista appannata, tentando di localizzare il nonno a voce, come i pipistrelli nella notte. Nonno aveva montato degli speciali fendinebbia sull'Alfasud, poi passati all'Alfa 33 (quadrifoglio oro, molto elegante), dei fendinebbia gialli che se non altro illuminavano la nebbia di un colore diverso, più allegro. L'umidità era un gran problema, saliva su per i muri, si insinuava in camera da letto dove i preti riscaldavano le lenzuola (il prete inteso come scaldino elettrico, anticamente a brace), altrimenti sempre fredde e umidicce. E gli orinali messi sotto ai letti per la notte e un film di Jerry Lewis alla televisione.
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margotfonteyns · 4 months
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Amarcord (1973)
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