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#ade incontro
melsts3cc · 15 days
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Ade Hair Dump for kids!
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melsts3hairfinds · 1 year
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Ade Incontro
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stellacadente · 27 days
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saw a daughter and her mum have an open, honest, personal conversation, as my mum was sitting next to me, and it was like so strange. like i genuinely had forgotten parents and children do that
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mccek · 3 months
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto. 
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio. 
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio. 
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio? 
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi? 
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi? 
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate. 
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale. 
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo? 
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna. 
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate? 
Non c’era bimbo/a che stesse solo. 
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme. 
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa. 
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi. 
Permettetemi una domanda? 
Perché voi siete cambiati? 
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me? 
Perché farsi del male da soli? 
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia? 
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo? 
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate. 
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro. 
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai. 
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene. 
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io. 
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli. 
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta. 
Cos’è l’amicizia? 
Puro opportunismo. 
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno. 
Oggi? 
La stessa cosa. 
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro? 
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo? 
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo? 
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi. 
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luluemarlene · 3 months
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Sta sera incontro l'uomo del deserto, chiamato così perché l'ho conosciuto quando era in missione in Afghanistan, bloccato là un anno, a causa del covid
È un soldato infatti , e sì ho un debole per le divise 😅 e non solo perché sono eccitanti ma perché volevo fare il soldato e per una serie di ragioni..
niente, sono un civile.
Comunque, torniamo a noi
Ci siamo scritti per anni e divenuti amanti per qualche mese, poi finita per mio volere
Nessuna mira godereccia mi ha pervasa per questa serata perché siamo rimasti buoni amici, o almeno così me la racconto
Il soldato ha fatto tutto il normale percorso per l'elaborazione del lutto/rottura/separazione :
negazione, rabbia, elaborazione , depressione e accettazione
Da manuale proprio!
Ricordo ogni singolo passaggio e se non fosse che capisco e conosco a memoria sto merdoso travaglio, credo che avrei organizzato una spedizione punitiva con tutti i peggiori ceffi che conosco, per fracassare ogni suo singolo ossicino.
E io qualcuno lo conosco eh!
Mi ha fatto paura in un paio di occasioni e infinita tenerezza in altre, ma ho avuto ragione ad attendere pazientemente : era solo chiacchiere e distintivo e adesso è nella fase in cui dice "... come ero scemo eh, mi redo conto di aver esagerato, ma sai la mente umana..." E attacca con dei soliloqui che ascolta solo lui, appunto, dove cita nomi di pensatori sepolti da anni.
Da Eraclito a Kant fino ad arrivare a Galimberti, che si starà toccando le palle visto che è vivo 😅
Ha una laurea in filosofia che mi fa venire il mal di testa..
Bla bla bla..
Comunque, nonostante tutto io voglio bene all'uomo del deserto, si era innamorato e mi aveva fatto sentire speciale o ricordato come ci si sente quando lo si è per qualcuno
Vabbè, provo a non divagare eh!!
E quindi, tutta sta manfrina?
Perché sta notte, tanto per cambiare non dormivo, e ho pensato, non al soldatino e a come sarà rivederlo dopo 2 anni,
ma a Lui
Lui, chi?
Lui Lui
l'Oreste, dal nome inventato più brutto del mondo, se pur nome mitologico, figlio di Clitennestra e Agamennone ( ma andrò a controllare, potrebbe essere una gran cazzata )
Ok, ok, adesso le divagazioni sono davvero insopportabili
Cazzo c'entra Lui? Eeeh c'entra! perché ho pensato/sognato che sarebbe stato fico scrivergli e chiedergli di vederci nel parcheggio sotto il suo ufficio, dove una delle tante volte gli ho succhiato il cazzo così poeticamente che quando ho alzato la testa dalle sue gambe ero Beatrice e lui Dante ❤️
Lo so, cazzata pure questa , infatti mai succhiato un cazzo poeticamente, anzi, i versi che gli piaceva farmi fare sembravano piu quelli dell'Idraulico Liquido dentro allo scarico intasato
Presente?
Altro che poesia!
Comunque! L'idea era quella di vederlo un po' prima dell'incontro , ma solo per fagli strofinare il cazzo in mezzo alle mie cosce, frugando tra il pelo, senza nemmeno entrare, solo sfregarlo, sul pube, sul clitoride, con il rischio di incendiare tutto e guardargli mettere la bocca a forma di piccola "o", come fa ogni volta che sta godendo ( magari è uno dei falsi ricordi che ho, ma chiessenefrega, è il mio sogno lucido, ci faccio un po' che cazzo mi pare )
Il membro turgido infilato lì al calduccio, con le mutandine leggermente abbassate e poi guardarlo godere ed esplodere sulla stoffa interna, e lasciare una bella macchia biancastra e appiccicaticcia
Madonna, mi bagno come una puttanella
Poi risistemo le mutande e dall'esterno schiaccio bene il tutto sul pelo nero
Piccoli movimento circolari per fare in modo che la sua essenza arrivi alla mia pelle e gli odori si mischino a creare la fragranza che mi accompagnerá tutta la sera.
Lui sarà con me, sentirò le mutandine bagnate, l'umido ad ogni movimento, e penserò
"perché nn mi sono fatta sborrare in culo che così mi colava tutto giù per le cosce ad ogni passo... " e cristodio, adesso vado a prendere vibrox e me lo pianto anche nelle orecchie perché con sti pensieri, all'uomo del deserto, gli tocca buttarmelo e non si può, che poi mi devo sorbire altri 2 anni di colpe e angoscia con Heidegger e compagnia bella!
Dai, vado.. Sarà una giornata faticosa
Cià.
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surfer-osa · 28 days
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Tentata rapina.
Ho visto la scena dal di fuori, come se stessi guardando una puntata di una serie tv.
Sono la protagonista, ogni episodio verte sui miei super poteri legati all’ansia.
Breve elenco dei miei super poteri:
Ingegnera strutturista.
Con uno sguardo laser calcolo la percentuale di rischio crollo di un edificio nel quale mi sto addentrando in caso di catastrofe (in Italia basta un terremotino 3.5) e mi laureo cum laude honoris causa (cioè da morta, sotto le macerie, ad oggi l'unico modo per farmi prendere una laurea).
Anatomo patologa.
In ogni sala d’aspetto che si rispetti mi verranno elencate in maniera minuziosa sintomi e effetti correlati portandomi alla diagnosi. Anche qua c’è tanta morte.
Udito bionico.
Questa ragazzina signora delle valli bresciane è abituata ad uscire da sola a piedi perché non ha mai preso la patente. Ha le tette grosse e attirerà vari cat callers, a volte solo insulti grassofobici urlati per cui, in realtà, non servirà il super udito.
Se invece la pedinerai per tentare di rapinarla, come è successo poco fa, accertati di essere più che discreto e silenzioso come l'opinione pubblica italiana sul genocidio di Gaza. Se mi verrai incontro in direzione opposta, fissandomi senza mai abbassare lo sguardo, avrai già messo in allerta i miei sistemi di allarme. Grazie all’udito, una volta sorpassata ti sentirò cambiare passo per seguirmi. Aumenterò la mia velocità pensando ad un unico mantra zen: "porcoddio" (e probabilmente lo dirò quelle 5/6 volte).
A quel punto, con il cuore a mille, mi girerò verso di te fissandoti mentre cammino all’indietro. Così, per qualche metro, per vedere se cambierai direzione. Lo farai, eccome se lo farai, metterò a disagio anche te, ma poi, una volta tornata a camminare in avanti, tornerai dietro di me. Quindi, con uno stacco di telecamera sul mio viso mi sono vista bloccare in mezzo alla strada, girarmi e dire le seguenti parole con tono fermo: NON MI DEVI CACARE IL CAZZO!
Inutile sottolineare che la colonna sonora di questa serie televisiva riempirà i cuori di tutt* noi emarginat*.
Mentre vanno i titoli di coda, ed io riprendo a camminare verso casa tra una buca e l'altra, canticchio la canzone della mia boyband preferita.
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angelap3 · 17 days
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Non so perdonare. Né dimenticare.
Lettera scritta in risposta ad Alberto Jacoviello, inviato di «la Repubblica» e «L'Unità», che si scusava per averla offesa in passato.
Caro Jacoviello,
....chiedere scusa, come tu hai fatto, quando si ha torto, è sempre nobile. E non molti ne sono capaci, non molti ne hanno il coraggio. Però devo dirti ciò che dirò e, se non lo facessi, mentirei non solo a te ma a me stessa.
....Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch'io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito, offeso. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma dentro di me è come se mi rivolgessi a un'ombra. Esse non esistono più.
.....In questi ultimi due anni, cioè da quando la morte e il dolore si sono abbattuti su di me indurendomi, ho liquidato più persone che in tutta la mia vita. Non v'è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.
Hai perfettamente ragione a chiudere la tua lettera dicendo che chi non sa perdonare condanna sé stesso alla solitudine. Però hai torto a ritenere che tale «condanna» sia per tutti insopportabile. E dimentichi il proverbio che dice: «Meglio soli che male accompagnati». Non sempre la solitudine è una prigione. A volte, per alcuni, è una conquista che difende da ulteriori ferite ed offese. Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.
Tutte le volte che ti ho visto mi hai raccontato antichi insulti scritti i pensati. E tutte le volte che ti ho visto è stato come ricevere una coltellata nel cuore. Mi ha colto una nausea che solo la mia capacità di controllo è riuscita a nascondere o a vestire con gli abiti dell'indignazione. È probabile che la tua coscienza si senta lavata dal fatto di avermi confessato quegli antichi insulti scritti o pensati. Ma io non credo che confessare un peccato equivalga a cancellare il peccato. Quel concetto cattolico, anzi cristiano, mi ha sempre inorridito. I peccati commessi restano peccati commessi e niente può cancellarli: né Dio, né il diavolo, né gli uomini, né una sfilata di pater e di ave-maria detti per penitenza. Ciò vale per me, per te, per l'umanità intera presente e passata. Ecco perché non riesco a perdonare. Non voglio.
Ciò è spietato? Sono tanto spietata con me stessa che non vedo perché dovrei essere dolce con gli altri. Il massimo ch'io possa consentirmi è rispondere in modo esteso a chi mi ha scritto in modo esteso. Spiegarmi a chi mi ha spiegato. Ed è molto. Tu sei l'unica persona fra le decine che ho liquidato, esiliato nella Siberia dei sentimenti, cui abbia detto no con una lettera e non col silenzio. Di solito oppongo un silenzio di pietra. Quello che seguirà a questa lettera.
E così farò, sempre, in tutte le circostanze della vita, con tutti coloro che tentano di impormi una prepotenza. E non cederò, mai. Mai. E guai a chi si permette o si è permesso o si permetterà di mettere in dubbio la mia onestà professionale e personale: che poi sono, ovvio, la medesima cosa.
Ora mi è più facile dirti addio.
Peccato. Ma addio.
Oriana Fallaci
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ragazza-whintigale · 24 days
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𝓨𝓪𝓷𝓭𝓮𝓻𝓮 𝓟𝓪𝓾𝓵 𝓐𝓽𝓻𝓮𝓲𝓭𝓮𝓼 𝔁 𝓻𝓮𝓪𝓭𝓮𝓻
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𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Dune
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento yandere, Fem reader, relazione tossica, matrimonio forzato (menzionato), tentato omicidio, avvelenamento, aborto, relazioni extra coniugarli, tradimento, utilizzo della voce, manipolazione psicologica, instabilità emotiva, ricatto, tocco non consensuale.
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 3170
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I corridoi a quest’ora della notte erano quasi del tutto vuoti, fatta eccezione per i soldati di guardia e della figura leggiadra della bella donna chiamata (nome) Alithea e in futuro Atreides -se mai il matrimonio fosse andato a buon fine naturalmente-. La bellezza della figura meritava per certo il soprannome che gli era stato affidato quando era ancora una bambina. La principessa degli Alithea. Come unica figlia femmina fino ai suoi 12 anni era stata amata e adorata quasi al pari della contessa che una volta era stata sua madre.
La sua bellezza e purezza non era ancora caduta in disgrazia secondo il pubblico.
La sua bellezza, la sua educazione e il suo carattere mansueto avevano permesso tale nomignolo. Poco si potrebbe immaginare che dietro quella bella facciata si potrebbe nascondere una donna non più diversa.
Una donna fredda e crudele, cresciuta fino a riconoscere la sua unica utilità come scambio tra famiglie. Il nome e l’importanza degli Atreides per una donna fertile ed educata che avrebbe mantenuto alta la discendenza.
Si era quasi stancata di sentire tali voci venire dall’esterno, oramai quasi tutti i servi al servizio del Duca e della sua famiglia avevano familiarità con il caratteraccio della donna.
❝ Mia signora cosa ci fate sveglia a quest’ora? ❞ La donna si fermò barcollante nei suoi passi. ❝ Dovreste essere nelle vostre stanze a riposare. ❞ (nome) ha un aspetto malaticcio nei suoi lineamenti morbidi. Il colore della pelle è sbiadito quel tanto che bastava per farla sembrare tra la vita e la morte. I capelli (colore) scompigliati, sono sciolti dal solito complicato intreccio, permettendo così delle morbide onde ad accompagnare il suo viso. Il piacevole movimento delle ciocche seguiva il suo viso una volta che decise di poter onorare questa persona con le sue attenzioni.
Duncan Idaho era in mezzo al corridoio con aria solenne. La postura eretta e impeccabile è proprio qualcosa che ci si poteva aspettare da casa Atreides e da uno dei suoi fidati.
Lo sguardo dell’uomo affronta con sospetto il corpo gracile ea mala pena sostenuto della sua signora. Non c’è traccia di ostilità verso qualcuno, solo il suo solito io viziato. O almeno è quello degli ultimi 7 anni. Quando d’improvviso la dolcezza della bambina venne sostituita con il gelo caratteristico di casa Alithea.
Duncan non ha mai diffidato di lei. Non che potesse in qualche modo, è una donna talmente fragile e minuta che si poteva dubitare potesse ferire qualsiasi componente della famiglia Atreides. Solo non poteva che notare il cambiamento di carattere durante la sua crescita al fianco all’erede Atreides. Davanti agli occhi ha visto come qualcuno potesse sprofondare nell’oscurità poco a poco.
Lo sguardo affilato della donna cadde sul soldato, fidato agli Atreides e vicino a quello che sarebbe diventato suo marito. ❝ Niente di importante Sir, cerco solo di raggiungere il mio futuro marito nelle sue stanze. Mi ha chiesto di parlare in privato. ❞
Duncan dubitava che Paul potesse essere così dannatamente maleducato da scomodare la sua fidanzata che fino a qualche giorno fa era in letto di morte. Poi nessun -nemmeno Paul- gli aveva parlato di questo incontro e per quanto potesse essere un incontro tra innamorati, di cui dubitava molto, il ragazzo avrebbe comunque avvertito qualcuno della cosa.
In genere lady (nome) non era nemmeno una persona da incontri romantici al chiaro di luna, ne di una avventura in camera da letto. Quindi era ben presumibile stesse architettando qualcosa che avesse a che fare con Paul. Duncan sperava vivamente che questo non li avrebbe messi nei guai.
❝ In tal caso lasciate che vi accompagni.❞ Il suo onore gli impediva di lasciare la sua signora andare in giro per le sale di Castel Caladan alla ricerca del futuro marito, quando nemmeno riusciva a camminare correttamente.
Stava anche tremando a tratti sotto la stola in lama.
Lo sguardo della donna si assottigliò lasciando brillare le pagliuzze argentate annegate nel (colore) delle sue iridi. (Nome) era abbastanza furba da non tentare una discussione per una tale sciocchezza. Per quanto irrispettosa potesse essere, il tutto sarebbe diventato solo più sospettoso. ❝ Se è ciò che desiderate.❞ Duncan camminò fino a sorpassare (nome) e guidarla verso la sua destinazione.
La stanza di Paul non era molto lontana, di conseguenza il viaggio fu breve. La principessa bussò con eleganza alla porta e Paul rispose aprendo la porta. La sorpresa era palese dai suoi occhi verdi, ma si riprese l’attimo dopo aver notato anche Duncan. Salutó l’uomo con un cenno e poi si rivolge alla donna di Alithea ❝ A cosa devo la visita della mia signora? ❞ (Nome) ridusse la sua espressione a puro disgusto e entrò nella stanza lasciandosi alle spalle Duncan e la sua espressione disperata dai capricci e dalle bugie della donna. Paul non fece altro che un’espressione di scuse al compagno fidato chiudendo la porta intimandolo di continuare con i suoi doveri.
❝ Spero ci sia un motivo valido per disturbare il tuo riposo e Duncan. ❞ ❝ Non gli ho chiesto io di disturbarsi. ❞ Lady (nome) ha tralasciato le sue condizioni precarie mentre si fermava nel mezzo della stanza incrociando le braccia al petto. La stola e la vestaglia morbida annientava ogni curva che la donna potesse possedere. Un sospirò lasció le labbra di Paul mentre si avvicinava a lei per avvolgere le braccia intorno alla figura della donna, ❝ La vostra crudeltà non appassisce mai mia signora, nemmeno quando siete malata. E dire che quando eravate piccola possedevate una tale gentilezza. ❞ Il calore della loro pelle che si tocca era qualcosa che (nome) ha detestato, e sapeva che in futuro non gli sarebbe bastato questo da lei.
Si crogiolò segretamente nel tepore del loro abbraccio, forse avrebbe dovuto prendere una stola più pesante ma non è riuscita a trovarla da sola. ❝ Io inizierei a ritermi il colpevole di tale comportamento se fossi in te, Paul.❞ Il suo nome aveva una cadenza sprezzante ma L’Atreides, in qualche modo contorto, sembrò apprezzare. Paul stampa un bacio sul suo collo, incurante dello strato di capelli che si sovrapponeva alla pelle di (nome). Rabbrividì disgustata.
❝ In ogni caso non hai risposto alla mia domanda.❞ Si staccò da lei andando a sedere dall’altra parte della stanza. Si versò qualcosa da bere e lo stesso fece per lei. (Nome) sapeva fare di meglio che cedere a tali galanterie. Era considerata una bellezza a tal punto che in molti hanno cercato le sue attenzioni con trucchi meschini.
In realtà Paul sapeva perché era lì e da cosa era dovuto il suo turbamento. C’era una incrinatura nella sua solita corazza, lasciando intravedere spiragli di rabbia e nervosismo. Aveva letto attentamento i suoi movimenti e le sue parole. Come si soffermava su qualcosa troppo allungo, come teneva coperto il ventre con la stola e come si graffiava i polsi.❝ Devi lasciarlo andare. Lui non ha colpa.❞ ❝ mmh? ❞ Prese un sorso di bevanda tenendo gli occhi su di lei. Sapeva di cosa stava parlando, non c’è stato bisogno di avere conferme, eppure lui ha continuato a fingere di non comprendere. Se lady (nome) non lo conoscesse, avrebbe potuto dire che si stava divertendo a vederla così.
Paul la conosceva a sua volta abbastanza da sapere che: niente avrebbe potuto agitare la donna se non la consapevolezza di aver condannato qualcuno per un suo errore. Non era così crudele come tutti l’avevano dipinta, e Paul lo sapeva meglio di chiunque altro. Sapeva che probabilmente le occhiaie nere sotto i suoi occhi erano solo la causa delle notte insonne per il senso di colpa.
Senso di colpa.
Forse nessuno a parte lui sapeva che Lady Alithea era capace di provare simili emozioni. Era davvero brava a mascherare le proprie intenzioni dietro la sua freddezza, non sempre ma quasi, questo Paul glielo avrebbe concesso. Forse se non fosse per le sue abilità di Bene Gesserit nemmeno lui l’avrebbe notato. ❝ Non vedo perché dovrei, (nome), dopo quello che ti ha fatto.❞ ❝ È TUTTA COLPA MIA! LUI NON C’ENTRA-❞ L’urlo lasciò trasparire tutto il risentimento che aveva nei suoi confronti. Era uscito così spontaneo dalle sue labbra che è riuscita a fermarlo solo dopo aver sfogato in parte. Certamente si era fermata ad un certo punto e una parte di colpa andava allo sguardo che l’erede degli Atreides le ha rivolto. La turbava ancora, anche a distanza di anni e nonostante la loro differenza di età. ❝ … e tu hai utilizzato l'occasione a tuo vantaggio.❞
-Nemmeno i rivelatori di veleno erano riusciti a rilevarlo. Era stata attenta. Talmente attenta che quando il sangue iniziò a colare giù dal naso e dalla bocca una confusione generale riempì la stanza. Alcuni soldati si sono precipitati lì, altri hanno chiamato il dottore Yueh e di seguito arrivò anche Hawat. Era una delle poche volte che anche il Duca era presente, forse tutta quella confusione era dovuto anche a questo.
Nessuno era riuscito a scoprire chi fosse stato e meglio come avesse fatto. Ma Paul aveva un idea. Un’idea che si era rivelata più che giusta. Lo aveva visto chiaramente. -
Le braccia della donna scivolarono dritte lungo il corpo mentre stringeva il tessuto della vestaglia tra i suoi pugni. Non era ben chiaro se si fosse pentita di averlo urlato o se avesse solo temuto per lo sguardo di Paul. Ma il resto della frase è comunque stato ridotto ad un sommesso sussurro.
Forse si sentiva colpevole. Lui non l’aveva mai toccata prima senza il suo permesso. Non le aveva mai fatto del male. Eppure lei aveva agito contro di lui. Prima ha cercato di uccidere Paul mentre dormiva con coltello di fortuna, ma fu troppo codarda per portare a termine l’impresa e crollò tra le braccia di Paul. Non aveva detto una parole ne aveva mostrato paura. Poi aveva cercato di avvelenarlo… ma cambiò obiettivo. Forse ha sperato qualcuno contestasse la sua unione con Paul, forse non ritenendola all’altezza di diventare Duchessa e un’Atreides. Ma non accade. A Paul bastó immagazzinare le informazioni , analizzarle e valutare come risolvere al meglio la situazione. Il suo attentato al giovane Duca non fu mai scoperto, e il suo auto avvelenato fu solo deviato alla soluzione più semplice. Il ragazzo così vicino a Lady (nome) da averla avvelenata per gelosia.
Questo le fece pentire in primo luogo di averlo scelto e portato con sé su Caladan, di essersi compromessa con lui e di essere stata costretta ad abortire per conservare l’onore di entrambi. ❝ Forse avresti dovuto pensarci prima a coinvolgere qualcuno di esterno.❞ È stato stupido ma lo sapeva già. Non lo amava nemmeno come meritava.
Ed è abbastanza palese che Paul stesse giocando con questi sensi di colpa.
Non le avrebbe offerto uno scambio, lui non ne aveva bisogno per farle fare tutto quello che voleva. Non c’era modo che avessero parlato di scambiare la vita del ragazzo con qualcosa che andasse a vantaggio di Paul e Lady (nome) lo sapeva abbastanza bene.
❝In ogni caso ora non dovrai più temere di coprire quella gravidanza indesiderata e io non dovrò tenere un bastardo.❞ Un erede bastardo. Era qualcosa di ironico adesso, agli occhi del giovane Paul. Non gli ricordo minimamente sua madre, che diede al Duca Leto l’erede che tanto desiderava.
La donna era colma di rancore, colpe e imbarazzo, per questo non proferì altra parola. Non cercó di salvarsi o giustificare i fatti evidenti, lui era l’unico oltre a lei a saperlo e poteva dedurre fosse solo grazie alle sue predizioni. Nemmeno il povero Elias era a conoscenza dell’avere messo incinta la futura sposa di Paul. Forse era meglio così.
❝ Dovresti essere grata. ❞ La voce di Paul perse l’affetto e il rimprovero. Divenne solo fredda come se avesse perso la possibilità di provare sentimenti. Si avvicinò alla forma della sua signora prendendo a coppa il suo viso dai tratti morbidi tra le mani. La principessa si sentiva disgustata. ❝ Per cosa? ❞ ❝ Per non averti condannata con lui. ❞
In un lampo di rabbia (nome) spinse le mani sul petto del ragazzo, allontanandosi quel che bastava.
In primo luogo pensava glielo avrebbe concesso, nel suo stato attuale, lui era più forte di lei. Perciò la distanza era quella che lui gli aveva concesso a prescindere. ❝ Avrei preferito morire a causa del mio stesso veleno che rimanere qui con te. ❞ La principessa strinse i denti ad ogni crudele dichiarazione mentre si dirige verso la porta con l’unico intento di andarsene.
❝ Non uscire dalla stanza. ❞ (nome) si fermò nei suoi passi, con la mano sulla maniglia e un piede pronto a dare il primo passo per uscire. Sapeva che Paul era in grado di usare la voce, aveva sentito parlare della cosa molte volte da sua madre mentre si esercitavano. A riguardo c’era un tacito accordo. Lui non avrebbe dovuto usarlo su di lei.
Per quanto non fossero mai stati messi termini e condizioni lui lo aveva fatto solo una volta, esclusa questa. Forse è stata quella volta a convincerlo ad non utilizzarlo. Lei aveva dato letteralmente di matto, urlando e cercando di attaccarlo direttamente.
Nessuno ha saputo dare una risposta a tale comportamento e la situazione tacque in pochi giorni, lasciando un’alone di mistero sulla vicenda.
Lo sguardo della donna era intriso di rabbia e sanguinaria voglia di fargli del male. Paul la guardava a sua volta con una sorta di sfida nei suoi occhi. Sarebbe stata sopraffatta dalla voce o sarebbe stata rinchiusa per aver attentato alla vita di Paul?
Era quasi sicura che nella seconda avrebbe sofferto più lui che lei, per questo quando mosse i suoi primi passi verso il fidanzato lui socchiuse le labbra. Pronto a richiamare qualsiasi ordine l’avrebbe riportata al suo posto. Ma lei si fermò ancora prima di poter fare unaltro passo.
Lo sguardo di Paul era ancora su di lei. I suoi capelli ondulati ricadenti sulle sue spalle cadenti. La sua vestaglia argentata e la stola che era caduta dalle spalle e ora si reggeva solo alle braccia della ragazza. Una visione dannata e patetica proprio come era la sua signora quando nessuno poteva vederla a parte lui. L’orgoglio e la vanità erano scomparsi a favore della dolce disperazione e dai sensi di colpa. Ma in fondo l’Atreides non avrebbe potuto desiderare altro che essere l’unico spettatore di tale vista.
Nessuno avrebbe potuto ammirare la luce fioca e semplice di una donna, che aveva imparato a mantenere le apparenze di freddezza e nobiltà, sfaldarsi davanti a qualcosa che la stava mandando in frantumi poco a poco.
Paul era quella cosa ed entrambi lo sapevano.
I primi passi di lui furono intercettati dalla donna che indietreggiò per mantenere la distanza iniziale. Un sospiro tra l'esasperato e il divertito ha lasciato Paul mentre parlava nuovamente. ❝ Devi smetterla con queste scenate. Non ti serviranno a molto soprattutto se sono l’unico ad assistere.❞ I loro occhi erano fissi l’uno sull’altro. Niente sarebbe cambiato nel comportamento della donna, lo sapeva. Eppure i suoi occhi erano ancora attenti a qualsiasi cosa lui volesse fare di lei. Avrebbe mantenuto le parole eppure lei non era ancora disposta ad avvicinarsi. ❝ Spiegami come posso farmi ascoltare, senza per forza darti un ordine. ❞ Quel potere non era un semplice ordine! Se fosse stato solo un ordine lei avrebbe ignorato il tutto e poi sarebbe andata avanti per quello che credeva meglio. Ma in quei momenti il suo corpo smetteva di essere una sua proprietà e faceva ciò che quel coro di voci le diceva di fare. Cacciata e privata della sua stessa volontà. È così che si poteva descrivere.
❝ Non puoi. semplice, no? Basta solo che mi lasci stare, e che lo scagioni da quelle accuse, e per un po’ continuerò questa recita, per un po’.❞ Per un po’… Non significava per sempre. Non si sarebbe calmata e questo sarebbe solo qualcosa di temporaneo. Era come una pietra che colpiva il vuoto. Non faceva alcun rumore. Nessuno dei due aveva un discorso collegato con quello dell’altro eppure continuavano a parlare sulla medesima linea. Lei era lì per un motivo e poi avrebbe voluto andarsene il più lontano possibile. Anche il fondo del mare di Caladan le sembrava più accogliente e invitante di quella stanza soffusa di luce. Mentre lui desiderava cercare di convincerla a rimanere, nella sua stanza e nella sua vita. Non che lei avesse quella gran scelta in questione ma lui desiderava ancora che lei lo volesse almeno un po’.
Fece un altro passo e poi un’altro e un'altro ancora, verso di lei, in silenzio. Ma lei si allontanava ancora, ancora e ancora. I passi erano traballanti e non si poteva escludere l’eventualità che potesse cadere. ❝ Sai davvero essere crudele mia signora… soprattutto con me. ❞ A Paul sembrava piacere evidenziare come le sue parole taglienti perdessero L’affilatezza in sua presenza, intrecciando le proprie parole con terribile sarcasmo. Lei inciampò su qualcosa e cadde seduta sul letto del ragazzo. Non poteva sapere cosa, ma ha immaginato fosse colpa di Paul. Era sempre colpa sua anche quando non lo era, ai suoi occhi.
Non sapeva esattamente come fosse finita lì, ad un'estremo della stanza, opposto a dove era. Quanti passi senza guardarsi attorno aveva fatto? Quando si era persa troppo in profondità negli occhi di Paul e dell'odio che provava per lui.
❝ Ti odio. ❞ Lui rise alla conferma delle sue parole. Questo era odio. Un odio patetico che gli si addice magnificamente. ❝ Lo so. ❞ Si avvicinò al suo volto, lasciando poco spazio tra loro, tanto che ogni respiro sfiorava le pelle del loro volto. Gli (colore) della donna erano spalancati in cerca di una soluzione, di un indizio o di qualche bagliore, negli occhi del futuro marito. Una qualsiasi scintilla ma niente. Lui era impassibile e illeggibile come lo era sempre stato, e questo l’ha terrorizzata. Come nei loro primi incontri, come nel loro primo incontro. ❝ Cosa vuoi in cambio? ❞ Dopo un lungo silenzio lady (nome) si decise a parlare. Di solito durante i loro scambi di parole non si parlava mai di scambi o mediazioni. Nessuno dei due avrebbe ceduto qualcosa per averne un altra. Specialmente (nome).
❝ Rimani. ❞ Era decisamente generica come risposta e la ragazza si trovava spazientita da tanta indulgenza. Se fosse stata solo una notte potrebbe anche essere un buon affare. Se fosse trasferire le sue stanze in quelle di Paul per il suo ultimo periodo qui a Caladan prima di tornare a casa per organizzare i preparativi per il matrimonio, era eccessivo ma ancora glielo poteva concedere. Aveva chiesto un prezzo molto alto in fondo, per quanto lei stessa non volesse ammetterlo. Ma se intende per tutta la sua vita era troppo. Lei per quando crudele e fredda potesse essere aveva sempre mantenuto la parola data e per questo raramente faceva promesse soprattutto quando non voleva o non poteva mantenerle.
❝ Tutto ma non questo. ❞
❝ Prendere o lasciare, (nome). ❞
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myberrylove · 4 months
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Ash si appoggiò pesantemente sulla spalla di Misty.
Ti preeeego!
La ragazza fece una smorfia poco contenta, guardando l’amico Ash con quell’espressione disperata, tipica di un bambino capriccioso.
Ash, avevamo fatto un patto…- disse lei per l’ennesima volta, cercando di nascondere l’imbarazzo di avere il suo viso così vicino. Anche dopo anni, quel ragazzo non smetteva di farla sentire come una bambina alla sua prima cotta.
Ok, ok… ma perché proprio uno spettacolo di Rudy?- brontolò lui, comodamente appoggiato sulla spalla di lei, quasi a cercare rifugio in quella stretta intima, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Perché sua sorella ci ha regalato i biglietti.
Ma lo sai che è così noooioso!
Solo perché non ti piace ballare, non vuol dire che il ballo sia noioso.
D’accordo, allora è Rudy a essere noooioso! E borioso!- la guardò con un’espressione tanto tragica da essere buffa- Dai, anche tu alzi gli occhi al cielo quando inizia a parlare di sé.
Misty cercò di rimanere seria, ma pensando alle parole di Ash non poté evitare di farsi sfuggire un sorriso complice.
Hai ragione, a volte Rudy è così… pieno di sé…
Visto?- disse trionfante Ash guardando l’amica che con difficoltà cercava di non ridere.
… Ma ho promesso a sua sorella che ci saremo andati.
Ash fece uno sbuffo indispettito e si staccò dalla spalla di Misty.
Va bene, ma non sorprenderti se dormirò durante tutto lo spettacolo- incrociò le braccia dietro la testa.
Non sarebbe una novità- commentò lei e salì per prima le scale per entrare nel teatro. Ash le fu subito dietro.
I due ragazzi si avvicinarono ai loro posti riservati, quando una ragazzina li notò e andò incontro a loro.
Misty! Sei venuta!- disse la ragazzina raggiante, per poi notare anche il ragazzo dai capelli nero corvino dietro di lei- … E Ash- aggiunse con un tono meno entusiasta.
Te l’avevo promesso- disse gentilmente Misty con un sorriso.
Ti ringrazio, mio fratello sarà felice di sapere che sei… siete qui- si corresse all’ultimo- Godetevi lo spettacolo- li salutò e andò a sedersi da un’altra parte.
Sempre felice di vedermi, eh?- commentò sarcastico Ash, mentre entrambi si sedevano nelle poltroncine vicino al palco.
Ancora con questa storia?- disse Misty stancamente, ignorando che la ragazzina stava guardando da lontano il ragazzo con uno sguardo poco amichevole- Non ha niente contro di te, non hai visto che era contenta di vederti?
Oh sì… era contenta di vedere te… - precisò lui- Immagino di aver rovinato i suoi piani…- borbottò con un susurro che Misty non sentì, perché in quel momento le luci si spensero e il tendone si aprì, facendo entrare gli artisti con un sottofondo di musica.
Misty osservò i ballerini muoversi con grazia sul palco, ma non poté evitare di notare che il ragazzo accanto a lei ridacchiava di nascosto. Lei gli diede una gomitata per farlo smettere. Erano così vicini al palco che avrebbero potuto vederlo.
Ash, ti sentiranno- sussurrò lei indispettita.
Ehi, non è colpa mia se è vestito in quel modo ridicolo- si giustificò lui con voce bassa.
Misty si limitò a sospirare, anche se non poteva dare torto a Ash… Rudy sembrava davvero buffo con quella calzamaglia. Ma non poteva certo ammetterlo davanti a Ash… era stata lei a insistere che ogni tanto dovevano provare dei passatempi più culturali.
Notò però che Ash la stava guardando con un’espressione gongolante.
… cosa?
Stai ridendo.
No, non è vero- si difese lei, cercando nuovamente di sembrare seria. Era dura cercare di essere la persona più matura nel gruppo- Ora fa silenzio.
Come vuoi…- lui si limitò ad alzare le spalle, sussurrando mentre si sistemava nella poltroncina- Quasi invidio Pikachu che è rimasto con Brock.
Misty evitò di commentare per concentrarsi sul balletto. Nel giro di qualche minuto però, avvertì un delicato peso sulla sua spalla. Girò la testa lentamente, e il suo sguardo si scontrò con la dolcezza di Ash che aveva posato la testa sulla sua spalla, cedendo al sonno.
Per un istante sentì un brivido leggero, una sensazione di intimità familiare, che cercò ovviamente di scacciare velocemente.
Ecco, lo sapeva… Ash e il teatro erano due cose incompatibili.
Avrebbe volentieri svegliato Ash con una forte gomitata, ma un mormorio assonnato simile al suo nome uscì dalle sue labbra mentre si sistemava meglio sulla spalla di lei. La mano di lui sfiorò le dita di Misty, quasi intrecciandosi in un legame invisibile.
Un leggero rossore colorò le guance di Misty, ma non era dovuto alle luci del palco.
Ash, beatamente immerso nel sonno, era così vicino a lei che, nonostante la leggera frustrazione, Misty si lasciò andare a un sospiro rassegnato.
Un piccolo sorriso affiorò sulle labbra di Misty e decise di accomodarsi anch’essa vicino ad Ash.
Solo per quella volta avrebbe lasciato correre. In fondo, erano poche le occasioni di stare così vicini senza che sembrasse imbarazzante per entrambi… senza che i sentimenti incasinassero la loro complicata amicizia.
E in quel buio avvolgente del teatro, i loro cuori battevano all'unisono, forgiando un legame che andava oltre le parole.
°*°*°*°*°*°
Ok, dovevo scrivere due righe per accompagnare il disegno, ma io noooo... devo sempre esagerare 🙄
E per chi se lo chiedesse... ho fatto prima il disegno e poi mi sono fatta ispirare per scrivere, non viceversa 😅 Mi viene più difficile disegnare in base alla storia.
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firewalker · 5 months
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L'ultimo appuntamento
Non lo faccio mai, ma questa cosa dell'ultimo appuntamento in cui Giulia Cecchettin è stata uccisa mi ha colpito e voglio commentare, anzi voglio raccontare.
Anni fa stavo con una ragazza a distanza, la storia è durata poco, qualche mese, ma io ero presissimo. Lei invece no, tanto che mi ha mollato per uno che gli ho presentato io. Il fatto che mi avesse mollato s'era capito anche al telefono, ma io presi la macchina e volli fare un viaggio di 6 ore per vederla ancora. Era quello che potremmo dire "l'ultimo appuntamento".
Ora, io non sono un maniaco omicida, e avevo almeno una vaga idea di come rispettare una persona dell'altro sesso, quindi lei non ha rischiato più di tanto con me, ma... se la cosa fosse successa oggi, quasi 20 anni dopo? L'avrebbe voluto quell'incontro? E se non l'avesse voluto, io come mi sarei comportato?
Sono stato male per lei per mesi, senza quell'incontro sarebbe andata meglio o peggio? Al giorno d'oggi lei si sarebbe sentita minacciata dal mio chiedere di vederla ancora? E questo, poi, come mi avrebbe fatto sentire?
Non lo so, non riesco a immaginare di picchiare una ragazza solo perché mi molla. La questione del possesso non mi è mai passata per la mente, il massimo che posso possedere di una persona è la sua compagnia se e quando me la vuole concedere. Non sono mai stato troppo geloso, quindi non riesco a comprendere nemmeno lontanamente questi comportamenti, e la paura dell'ultimo appuntamento è una straziante novità.
Volendo rispondere a quelle domande sopra, forse non vederla mi avrebbe anche fatto bene, conoscendomi. Forse mi sarei risollevato prima. Quel weekend da lei (in hotel da solo) io lo ricordo tutt'ora con simpatia, quindi sono stato bene anche se ero lì per essere mollato. E forse questo mi ha portato a soffrire di più.
D'altro canto, però, ribadisco: è stato un bel weekend e sono contento di averlo avuto.
Dire che Giulia ha sbagliato ad andare all'ultimo appuntamento è un errore, perché avrebbe potuto essere un incontro piacevole, per quanto triste. E il fatto che le ragazze debbano avere paura di queste cose mette in risalto quanto la società maschilista e patriarcale sia tutto sommato accettata e sopportata (quando non supportata). Non è lui a doversi vergognare di aver fatto un gesto terribile, è lei che non doveva accettare l'appuntamento.
Addirittura un servizio di bodyguard si offre di fare da scorta per gli ultimi appuntamenti! Sul serio siamo così incapaci di crescere giovani che non hanno voglia di ammazzare donne e che non le reputano una loro proprietà esclusiva?
Poi venitemi a dire che Michela Murgia non aveva ragione.
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catsloverword · 2 months
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Il mio 🌏 Psy
È vero, non lo dico spesso, ma non l'ho mai nascosto: ho un percorso formativo nel mondo della Psicologia. Ma qui, non sono in veste professionale. Qui sono io, così come sono, così come appaio. E sì, a volte, scindere aspetto privato e professionale non mi riesce, perché l'uno fa parte dell'altro e spesso si fondono insieme. Allora credo che questa sia una fortuna, per chi incontro e chi mi incontra. In questi termini, non è difficile ritrovarsi in quel che si legge, in fondo, se seguiamo dei blog è proprio per questo. Perché "dico" questo, oggi? Perché chi mi ha scritto stamattina mi ha chiesto di non rispondere, allora metto qui, per tutti, così che non resti solo per pochi.
Qualsiasi sia la reazione che smuove ciò che leggiamo, ecco, quello è il senso per il quale è scritto. Ad ognuno arriva in modo diverso, ma se arriva è proprio lì che doveva arrivare. Ed ora lavorateci voi, su perché sia arrivato e perché proprio in quel modo. Perché il lavoro su noi stessi, non lo può fare nessuno per noi e questo a prescindere dal mio 🌏 Psy.
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shashashina · 10 months
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I don't hate you
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Questa storia parla di Tom Kaulitz, membro della band Tokio Hotel, li ho conosciuti recentemente, come molti della mia età credo, lo trovo davvero carino e divertente e dato che avevo un'idea per una storia l'ho messa in pratica. In questa storia Tom ha circa 20/21 anni, è ambientata nel 2010/11. Spero davvero che la mia storia vi piaccia, vi ricordo che l'inglese non è la mia lingua madre e che sto usando il traduttore, se ci sono errori fatemelo sapere così posso migliorare la storia.
Attenzione:
In questa storia ci sono piccole dosi di accenni a: alcol, sesso, bullismo e violenza, se non vi piace il genere non leggete e non criticate.
Riepilogo:
Tu e Tom non siete mai andati d'accordo, vi siete conosciuti da piccoli ed è stato odio a prima vista, tante cose sono cambiate nel tempo, tante, tranne il tuo odio per lui, o forse è cambiato anche questo?
Conteggio parole: 3.735
Io e i gemelli Kaulitz ci conosciamo da molti anni, da quando io e Bill abbiamo partecipato al programma Star Search nel 2003 e io mi sono classificato terzo. Ho sempre provato affetto per Bill, di Tom si potrebbe dire il contrario, con lui ho sempre avuto un rapporto di odio reciproco, non siamo mai andati d'accordo e abbiamo iniziato a litigare dal primo incontro, con Bill ci provava per risolvere le cose in modo pacifico. Sono passati anni dalla prima volta che ho conosciuto le gemelle e molte cose sono cambiate, tranne i continui battibecchi tra me e Tom, sono la cantante di un gruppo composto da me e altre tre ragazze, siamo i Blue Sky, abbiamo abbiamo fatto diverse tournée in tutta Europa e abbiamo collaborato con altri gruppi musicali. Adesso io e il mio gruppo siamo nel backstage del palco e tra meno di 10 minuti ci esibiremo, c'è così tanta gente e non avrei mai pensato che saremmo riusciti ad avere così tanto successo, mi batte forte il cuore, sono emozionato e spaventato all'idea Allo stesso tempo, non credo che mi abituerò mai all'idea di poter cantare le mie canzoni davanti ad un pubblico così vasto e di essere in tournée in giro per il mondo. Entriamo in scena, corriamo sul palco e il pubblico è estasiato, inizio a cantare e come sempre quando sono sul palco con i miei amici e i membri del gruppo entriamo in un mondo tutto nostro, dove l'unica cosa che conta è dare il massimo, trasmettere la nostra passione e la nostra determinazione. Sono trascorse circa due ore dall'inizio del concerto e siamo davvero stanchi ma felici di essere riusciti a dare il massimo anche oggi. Siamo all'ultima canzone e presto potremo tornare in albergo a rilassarci, potrò riprendere il film che non sono riuscito a finire ieri sera, Lyra la mia batterista ha deciso che invece di fare guardo "Le pagine della nostra vita" saremmo dovuti andare ad una festa, e lei mi ha praticamente obbligato a farlo... C'era tantissima gente alla festa e alla fine ci siamo divertiti tutti e 4 , Lyra ed Emma erano piuttosto ubriache, mentre Katie e io ci prendevamo cura di entrambe impedendo loro di fare cose stupide. Siamo arrivati ​​a casa verso le 3:00 del mattino e visto che oggi ci siamo svegliati verso le 08:00 del mattino, abbiamo tutti 5 ore di sonno, a quanto pare però diamo il massimo quando dormiamo poco, sta diventando quasi un rito per andare ad una festa la sera prima di un concerto. Il concerto è ormai finito e stiamo salutando i fan, stanno urlando i nostri nomi e dicono che ci amano, che rendiamo migliore la loro vita e questo fa piacere a tutti, andiamo nei camerini per rinfrescarci "Certo che è stato fantastico oggi, non credi?" Emma dice emozionata "Sì lo era, ma lo dici ad ogni concerto" Katie risponde con un'aria molto stanca "Certo che lo dico ad ogni concerto, ogni concerto che abbiamo fatto è stato fantastico, adoro lavorare con voi ragazze" Dice Emma avvolgendoci in un abbraccio. Entriamo nei camerini e prima di tutto vado a sciacquarmi la faccia, asciugandomi il sudore e il trucco, poi torno all'altro "Ehi ragazze, che ne dite di mangiare pizza stasera?" Suggerisco "Pizza? Ci sto". Lyra alza la mano ed Emma e Katie seguono l'esempio. Bene allora pizza sia, ci avviamo verso la macchina che ci ha accompagnato al concerto e ritorniamo in albergo, le prime a lavarsi sono Lyra e Katie, poi tocca a me. Guado sotto l'acqua calda, la sensazione è paradisiaca, l'acqua lava via non solo lo sporco ma anche i pensieri e lo stress, adoro stare in tournée, ma è faticoso e stressante. Inizio a canticchiare qualche canzone a caso, esco dalla doccia e mi metto il pigiama, mi asciugo i capelli, esco dal bagno e mi dirigo velocemente verso il mio letto e il mio computer per finire il film, vedo Emma che mi guarda con un sorrisetto la faccia "Da quanto tempo ti piace cantare le canzoni dei Tokio Hotel?" "Scusate? Di cosa state parlando?" Emma si avvicina a me e mi mostra il suo cellulare, a quanto pare mi ha filmato mentre canticchiavo sotto la doccia, solo che non mi ero accorto che fosse andata in bagno e non mi ero nemmeno accorto che stavo canticchiando le canzoni dei Tokio Hotel, non lo so. non so perché ma mi sento in imbarazzo, Emma invece ride forte vedendo come sto diventando rossa "Dimmi, chi dei Tokio Hotel ti piace di più?" chiede Emma, ​​Katie risponde per me "Dai, sappiamo tutti che le piace Tom, litigano sempre ma l'attrazione tra loro si vede da lontano" sbatto "Che dici Katie? Lo sai che lo odio , piuttosto puoi spiegarmi Emma perché diavolo entri in bagno mentre io sono sotto la doccia?" "Perché eri adorabile mentre canticchiavi distrattamente e volevo prenderti un po' in giro" risponde Emma e poi mi lancia un cuscino in faccia e tira fuori la lingua, a volte è così infantile, sia lei che Katie che non fanno altro che prendermi in giro sul mio atteggiamento nei confronti di Tom Kaulitz, ma a volte sembrano dimenticare che l'odio è reciproco e che molte volte è Tom a iniziare una rissa. È davvero insopportabile, l'unica cosa che abbiamo in comune è l'affetto sconfinato per Bill, tante volte ci siamo ritrovati a difenderlo insieme dai bulli che se la prendevano con lui. Ricordo ancora quella volta in cui, a 13 anni, degli idioti iniziarono a prendersela con Bill e Tom e io comprammo pistole ad acqua e le riempimmo di vernice indelebile e spruzzammo su di loro insieme ai loro bei vestiti firmati, poi ci fu un piccolo litigio, ma Tom e io avemmo la meglio meglio così. Mi accorgo solo adesso che Katie e Lyra stanno parlando al telefono con la pizzeria e stanno ordinando delle pizze, meno male che la serata sembra finire come speravo, ovvero in totale relax. Arriva la pizza e ceniamo, tra risate e coca cola, finiamo tutti per andare a dormire presto. Sono sul palco e canto, ma non la mia canzone, una dei Tokio Hotel, ma sono solo io, io e il pubblico, poi sento il pubblico urlare di felicità, i membri della band dei Tokio Hotel entrano sul palco e Tom si avvicina a me, mi abbraccia da dietro e inizia a cantare, non so cosa pensare , cosa diavolo c'è che non va in lui? C'è un vortice di pensieri nella mia testa, ma il più forte di tutti è che voglio ancora stare tra le sue braccia e voglio ancora godermi il suo calore. All'improvviso un suono fortissimo, la sveglia, era tutto un sogno, molto vivido, ho ancora la sensazione del suo corpo attaccato al mio, impresso sulla sua pelle. Mi costringo ad alzarmi dal letto e inizio la giornata. Passa circa un mese dal concerto e dal sogno, dopo quel sogno ne ho fatti altri simili ma ancora non ho capito il perché, Tom non mi piace, non lo sopporto, ma non mi dispiace l'idea di essere tra le sue braccia. Non lo vedo da mesi ormai, loro stanno facendo il loro tour e noi siamo nel nostro, ogni tanto parlo con Bill al telefono e ci aggiorniamo sulle notizie. Stasera c'è una festa a casa di una mia amica e le altre ragazze si stanno già preparando per andare, ma io sono indecisa, alla festa c'è il mio ex e non ci siamo lasciati bene, 8 mesi fa ho scoperto di tradirmi con una ragazza della mia città, e l'ho lasciato subito, stiamo insieme da 1 anno e mezzo, ho sofferto, ma non quanto pensavo... "Dai T/N...hai venire questa volta, sarà divertente, ci saranno un sacco di persone, non solo il tuo stronzo ex, forse puoi trovarti un ragazzo per stasera" "Lyra, davvero non voglio scopare uno sconosciuto stasera , comunque sai che non sono una troia" rispondo un po' seccata, non capisco perché da mesi mi fanno partecipare a feste su feste e vogliono darmi dei ragazzi con cui passare la notte, magari pensano che mi senta solo, in fondo solo che lì sono l'unico del gruppo a non avere una relazione in questo momento, ma non mi interessa molto, alla fine sto bene anche da solo. Ma decido che andare alla festa non è una cattiva idea, alla fine sarà una festa come tante. Mi preparo e mi pettino, indosso il mio vestito preferito, mi trucco e sono pronta, mi unisco agli altri e partiamo per la festa. Siamo arrivati ​​e siamo in piena serata, mi allontano dai miei amici per fare un giro e cercare il ragazzo che ha organizzato la festa per salutarlo, i miei amici vanno senza troppo indugio al tavolo delle bevande e nel frattempo saluta gli altri. Faccio il giro della casa enorme e saluto alcuni amici, un ragazzo mi scontra e quasi mi butta a terra, subito mi prende per la vita per non farmi cadere, ma quando entrambi capiamo con chi abbiamo a che fare, cade io a terra "Ehi imbecille, potevi evitare di buttarmi a terra" "Scusa idiota è che sono rimasto scioccato dalla tua faccia orribile e ho avuto una reazione immediata" "Io orribile? Ma ti capita di usare lo specchio ogni tanto?" "Ho almeno una dozzina di ragazze in questa casa che mi seguono, tu chi hai?" "Ehi Tom, lascia in pace T/N se non lo fai voglio aiutarla a rimettersi in piedi..." Bill appare dal nulla e per fortuna, come al solito, cerca di mediare tra me e Tom ed evitare che scoppi una guerra. Bill mi tende la mano e mi aiuta ad alzarmi, poi Spingo Tom ma non sembra aver funzionato visto che lui non si muove di un centimetro e anzi sorride.Mi accorgo solo adesso che ho davanti a me i due fratelli Kaulitz, che non vedo da mesi e che Non pensavo che ti avrei visto stasera, sorrido emozionata a Bill che apre le braccia e mi invita ad abbracciarlo, cosa che faccio subito. "Bill cavolo, mi sei mancato così tanto ma perché sei qui? Non mi avevi detto che saresti andata a questa festa, non sapevo nemmeno che fossi in città..." un mese, ci stiamo solo prendendo una pausa dal tour, mi sei mancato molto anche per la cronaca" Bill mi stringe ancora più forte prima di lasciarsi andare e sorridermi, con la coda dell'occhio vedo Tom che si allontana e va da una ragazza, sempre lo stesso Tom, non cambia mai. "Dai, hai già salutato gli altri? Gustav e Georg, dove sono?" Chiedo ancora emozionato: "Georg e Gustav erano occupati e non volevano venire alla festa, anch'io ho già salutato l'altro Blue Sky. Vuoi andare a prendere qualcosa da bere?" Bill propone e io accetto volentieri. Prendiamo qualche birra e andiamo in piscina, ci sediamo a un tavolo accanto e iniziamo a parlare del più e del meno. Poi vedo Tom ballare con una ragazza e baciarla e il mio cuore fa un balzo, affonda un po', non capisco perché, Tom è solo Tom, mi viene in mente il litigio precedente in cui diceva che aveva molte ragazze che gli correvano dietro lui dietro, è vero ha sempre avuto tante ragazze pronte a saltargli addosso e prima lo trovavo davvero ridicolo, adesso è solo fastidioso, mi irrita. Mi viene un'idea "Ehi Bill, vado a ballare, vieni con me, dai, ho bisogno di distrarmi" "Distrarti da cosa?" Non rispondo alla domanda ma lo trascino con me a ballare, inizio a muovermi e lascio che la musica porti via la mia mente e il mio corpo. Ho ballato con Bill per circa un quarto d'ora, scherzando insieme come al solito. "S/N, vado in bagno a fumare, vieni con me?" "Bill, lo sai che non posso venire in bagno con te e sai anche che non fumo, resto qui a ballare" "Ok, ci vediamo dopo" dice Bill allontanandosi da me. Sento le mani che mi afferrano la vita, Mi giro e trovo un ragazzo molto simpatico che ha tutta l'intenzione di ballare con me, ecco, anch'io ho intenzione di ballare con qualcuno. Mi giro completamente e mi ritrovo davanti al ragazzo, gli sorrido "Sai che sei bellissimo? Ti ho guardato tutta la sera e mi sembri davvero simpatico e carino" "Mi hai osservato tutta la sera, sai che è un po' inquietante?" Dico scherzando un po' "Beh, non è colpa mia se sei irresistibile" Lui si avvicina ancora di più, mi giro ancora una volta e ricomincio a ballare, le sue mani sui miei fianchi, mi tocca il corpo, non in modo fastidioso, è quasi timido nel farlo. Continuiamo a ballare, parlare, ridere e scherzare per un po' "Vuoi che ti prenda qualcosa da bere? Ho proprio bisogno di bere qualcosa" Lui chiede "Sì ok, per me va bene una birra, grazie" Si gira e lei va a prendere una birra, i miei amici che fino ad ora credevo mancassero quasi mi corrono incontro "Chi è quel bel ragazzo con cui hai ballato fino ad ora?" chiede Emma "si chiama Gabriel ed è davvero bello, ma non solo, è gentile ed educato" "Allora stasera non verrai a casa con noi, vero?" Adesso è Lyra a parlare, con un tono più malizioso del solito "Non lo so, per ora stiamo solo ballando" rispondo senza troppo impegno, passa accanto a noi il ragazzo che ha organizzato la festa "Ehi ciao ragazze, come state?" tu? Speravo che venissi, ti stai divertendo?" "Ciao Henry, stiamo benissimo, grazie per l'invito, ci stiamo divertendo molto. Comunque ti ho cercato ma non sono riuscito a trovarti da nessuna parte, dov'eri?" dico cercando di capire perché non l'ho trovato anche se l'ho cercato ovunque "ero con Michelle, è lei che lo fa, se capite cosa intendo, comunque adesso vi lascio con qualche ospite per intrattenere" Henry risponde e se ne va velocemente, sembrava proprio qualcuno che avesse appena finito di fare sesso. I miei amici mi prendono per il braccio e mi indicano una direzione, mi giro e vedo Gabriel che sta tornando con la birra "Bene, andiamo, divertiti e usa le protezioni" Katie mi dà un bacio e scompaiono tutti e tre così come erano apparsi cioè molto rapidamente. "Erano tuoi amici?" Gabriel guarda nella direzione dove sono scomparsi i miei amici e sorride "Sì, scusa è che a volte sembrano delle ragazzine" mi porge la birra e ne bevo un sorso. Sento una voce familiare e quasi soffoco per la sorpresa "S/N ciao, come stai?" Il mio ex si avvicina e mi abbraccia come se non mi avesse mai spezzato il cuore, mi ritraggo scioccata e lo guardo stupita, è accompagnato dalla ragazza con cui mi ha tradito, le parole non escono dalla mia bocca, eppure io sapeva che era qui da qualche parte, solo che fino ad ora non avevo fatto i conti con il fatto che prima o poi lo avrei rivisto... Un braccio mi cinge le spalle "Ciao stronzo, è un dolore enorme vederti, per me e per chiunque altro" , hai mai pensato di cambiare non so città? O meglio ancora continente?" Tom ha un sorriso stampato in faccia che fa quasi paura, si vede che è molto irritato, è venuto in mio soccorso, gli sono grato, non so come reagire in situazioni come questa. "Ehi Tom, non sapevo che avessi avuto una relazione con T/N, hai preso i miei avanzi?" Adesso è il mio ex che ha un sorriso stampato in faccia, uno di quei sorrisi soddisfatti, ammetto che le sue parole mi hanno ferito, mi ha chiamato avanzo, qualcosa di scartato. Tom è sempre stato un ragazzo molto impulsivo e crescendo non è cambiato, dà un pugno in faccia alla mia ex "Non osare mai più definire T/N così, è chiaro? E non avvicinarti più a lei" "Tom sembra quasi dare un altro pugno al mio ex, lo fermo in tempo, gli afferro la mano e lo trascino via scusandosi con Gabriel e gli altri accanto a noi, in tanti aiutano il povero sfortunato che ha avuto la sfortuna di innervosire Tom . Lo porto fuori "Ehi, non avevo bisogno di dargli un pugno" dico, anche se in realtà sono grato di averlo fatto "Senti, è uno stronzo e non può permettersi di chiamarti come vuole, aveva bisogno di un lezione" "Ok, sì, grazie, grazie per avermi difeso" Siamo faccia a faccia, mi sono tornati in mente quei sogni che avevo tutti, all'improvviso mi sento in imbarazzo a stargli così vicino e faccio qualche passo indietro, il problema è che proprio dietro ho una piscina e ci cado dentro, l'acqua dolce mi sveglia completamente ed esco dall'acqua per prendere aria, sento Tom ridere forte è addirittura piegato in due dalle risate, mentre io sono ancora abbastanza frastornato da tutto quello che è successo finora "Ehi imbecille, vuoi aiutarmi o no?" dico avvicinandomi al bordo "Sei un tale idiota, come hai fatto a non accorgerti che la piscina era dietro di te?" Lui mi offre la mano e mi aiuta ad uscire dall'acqua, ora mi ritrovo davanti a lui bagnato fradicio, il mio vestito lascia intravedere la biancheria intima e mi si è attaccata alla pelle diventando tesa, Tom se ne accorge, smette di ridere e lei mi lancia uno sguardo attento dalla testa ai piedi "Non pensavo che stare accanto a me ti rendesse così nervoso da cadere in una piscina..." Ha un sorriso beffardo sulle labbra e si avvicina pericolosamente, questa volta Resto fermo, non voglio dargliela vinta. E poi "Etcì, etcì" starnutisco un paio di volte e mi viene freddo, Tom si toglie la felpa e me la porge, per fortuna ha una maglietta sotto, sarebbe stato strano "Ecco, sennò ti ammali , Ed è meglio che ti togli quei vestiti bagnati" Afferro la felpa e la osservo per qualche secondo, poi lo appoggio su un tavolo accanto a loro e mi giro per togliermi il vestito bagnato, sento gli occhi di Tom sul mio corpo "Ti piace quello che vedi?" chiedo con tono sarcastico "se ti giri potrei vedere di più" "Oh no, proprio non ci penso, stasera hai già visto tante ragazze prostrarsi ai tuoi piedi e io non sarò sicuramente tra queste" " Prendo la sua felpa e me la metto, è così grande che copre esattamente quanto il mio vestito "Grazie per la felpa Tom" Mi giro e lo trovo a pochi passi da me, ha un aspetto che non avevo mai visto visto prima "Sei geloso?" Tom chiede all'improvviso "Geloso di te? E perché dovrei" "Non lo so, ma lo sono, ogni volta che ti vedo parlare con un altro ragazzo mi dà fastidio, quel ragazzo con cui ti strusciavi prima, beh, volevo prenderlo a pugni anche lui" Era geloso? Veramente? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Io non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia eppure non sembra o mi sbaglio?" "Io...non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è bello che tu non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e io bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, ci metto dentro tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che negli anni si era accumulata tra noi esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si aggrovigliano, le sue mani scendono e lui mi tocca il sedere, mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. Ci stacchiamo dal bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere dentro di me un sorriso sincero. "Sei bellissima, sii mia" non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere sua "Va bene, ma se sono tua, sarai mia, questo include anche il fatto che ora sei vietato alle ragazze" "Se ho te, cosa mi importa degli altri?" "Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. stasera hai già visto tante ragazze prostrarsi ai tuoi piedi e io di certo non sarò tra queste" Prendo la sua felpa e me la indosso, è così grande che copre esattamente quanto il mio vestito "Grazie per la felpa Tom" Mi giro e lo trovo a pochi passi da me, ha uno sguardo mai visto prima "Sei geloso?" chiede Tom all'improvviso "Geloso, di te? E perché dovrei" "Non lo so, ma lo sono, ogni volta che ti vedo parlare con un altro ragazzo mi dà fastidio, quel ragazzo con cui ti strusciavi prima, beh, volevo dargli un pugno anch'io" Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. stasera hai già visto tante ragazze prostrarsi ai tuoi piedi e io di certo non sarò tra queste" Prendo la sua felpa e me la indosso, è così grande che copre esattamente quanto il mio vestito "Grazie per la felpa Tom" Mi giro e lo trovo a pochi passi da me, ha uno sguardo mai visto prima "Sei geloso?" chiede Tom all'improvviso "Geloso, di te? E perché dovrei" "Non lo so, ma lo sono, ogni volta che ti vedo parlare con un altro ragazzo mi dà fastidio, quel ragazzo con cui ti strusciavi prima, beh, volevo dargli un pugno anch'io" Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. Volevo dargli un pugno anch'io." Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. Volevo dargli un pugno anch'io." Era geloso? Davvero? Lui? Di me? Che diritto aveva di essere geloso di me se praticamente scopava ogni ragazza che glielo permetteva? "Come puoi essere geloso di me se praticamente mi odi? E poi perché sei geloso di me se ti scopi tutte le ragazze che ti vengono incontro?" chiedo con tono sorpreso "Non ti odio e non l'ho mai fatto, vero? Sei tu che dici che mi odia e tuttavia non sembra o mi sbaglio?" "Io...io non ti odio" "E poi per la cronaca sto solo con gli altri perché non posso averti, comunque è un bene che non mi odi, almeno posso fare questo" Dice l'ultima parola e mi bacio, sono una sorpresa momentanea, ma ricambio subito, mi inserisco tutti i sentimenti che ho tenuto nascosti negli anni, tutta la tensione che si era accumulata tra noi nel corso degli anni esplode in questo bacio, le sue mani avvolgono le mie, la mia vita, le mie si aggrovigliano tra i suoi capelli, io gemo nel bacio e lui ne approfitta per infilare la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue ballano insieme e si intrecciano, le sue mani scendono e mi tocca il sedere, io mi avvicino a lui godendomi la sensazione dei nostri corpi vicini, è meglio dei miei sogni. il bacio per riprendere fiato, ci guardiamo negli occhi e sento crescere in me un sorriso sincero."Sei bellissima, sii mia" Non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere suo "Va bene, ma se io sono tuo, anche tu sarai mio, compreso anche che adesso per le ragazze non ci sono limiti" "Se ho te, cosa mi importa degli altri? ""Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. ci guardiamo negli occhi e sento crescere dentro di me un sorriso sincero. "Sei bellissima, sii mia" non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere sua "Va bene, ma se sono tua, sarai mia, questo include anche il fatto che ora sei vietato alle ragazze" "Se ho te, cosa mi importa degli altri?" "Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo. ci guardiamo negli occhi e sento crescere dentro di me un sorriso sincero. "Sei bellissima, sii mia" non pensavo che Tom mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere, ma sono felice, voglio essere sua "Va bene, ma se sono tua, sarai mia, questo include anche il fatto che ora sei vietato alle ragazze" "Se ho te, cosa mi importa degli altri?" "Ok, allora sarò tuo" Lo avvicino a me e questa volta sono io a baciarlo.
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kon-igi · 16 days
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Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
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vintagebiker43 · 7 days
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Tumblr media
Questa mattina è accaduta una cosa meravigliosa, una delle più belle in assoluto da quando esiste il nostro blog: vi chiediamo di leggere questo post, anche per capire lo straordinario significato di questa foto.
Ousmane Diop è un giocatore della Dinamo Sassari, un ragazzo di 23 anni con una storia complicata alle spalle. Ha lasciato la famiglia in Senegal a 13 anni facendo una promessa a mamma e papà: "Tornerò quando diventerò un giocatore di basket e avrò i soldi per comprarvi una vera casa".
A 13 anni, in Italia, ha dormito per la prima volta in un letto da solo: prima lo condivideva con due fratelli.
Tra Udine, Torino e Sassari, è esploso il suo talento che gli ha permesso di diventare un grande giocatore di Serie A.
L'anno scorso, dopo non aver visto la sua famiglia dai 13 ai 22 anni, è tornato in Senegal e ad accoglierlo c'erano i genitori in lacrime davanti alla porta di quella nuova casa comprata dal loro bambino, nel frattempo diventato uomo.
Questa mattina, all'Istituto Comprensivo San Donato, la scuola e il rione più multietnico e problematico di Sassari, le maestre hanno proiettato in classe il video che abbiamo realizzato due mesi fa nel quale Ousmane racconta la sua storia: il video è questo https://youtu.be/TWrFqCzKsUM
Nella saletta-cinema della scuola c'erano un centinaio di bambini dai 6 ai 13 anni.
L'obiettivo era quello di dare un messaggio di speranza a dei bambini che vivono in condizioni non facili.
Alla fine della proiezione alcuni di loro si sono commossi, altri erano impazziti per la presenza di Ousmane "il gigante".
Il bambino al centro della foto è un bambino di 6 anni di origini nigeriane, che è rimasto particolarmente colpito dalla storia di Ousmane.
Ousmane, vedendolo piangere, è corso ad abbracciarlo.
Anche lui, alla fine, si è commosso.
L'abbraccio che vedete in questa foto testimonia la straordinaria grandezza dello sport.
Lo sport abbatte confini, è inclusivo, facilita i legami, è amicizia, è speranza, permette ad adulti e bambini di parlare la stessa lingua, di capirsi, di abbracciarsi, di condividere gioie ed ostacoli.
Ringraziamo LBA che ci ha dato la possibilità di realizzare questo video che ha colpito molte persone. Ringraziamo la Dinamo che ha dato una grande mano affinché si realizzasse questo incontro, e la Biblioteca Popolare dello Sport - Sassari che per prima ha avuto l'idea di portare il nostro video in una scuola.
Se qualcuno ci ponesse oggi la domanda "Ma perchè 12 anni fa avete creato un blog di basket?", risponderemmo mostrando questa foto.
@la giornata tipo su FB
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ninoelesirene · 23 days
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Se ti tocca la sorte di affacciarti molto giovane (e tuo malgrado) sull’abisso nascosto in qualcuno che ami, puoi imparare con il tempo a prevedere l’arrivo dell’oscurità, a sentirne la pressione sulle tempie, senza lasciare che ti paralizzi.
La fragilità di chi amiamo oggi è uno specchio che fa emergere anche le nostre debolezze, e in quel riflesso è custodito il segreto che, con un po’ di fortuna, un giorno potrà insegnarci ad amare meglio chi verrà domani, noi stessi compresi.
L’amore maturo va incontro alle tenebre, non cambia strada se la via si dissesta, non storna lo sguardo se la cornice si sfalda, non si allontana quando il sentimento diventa sghembo. Chi ama compiutamente sorride all’apollineo, ma ancor di più al dionisiaco; chi ama bene accoglie la fatica e delle stanze buie altrui (e proprie) si fa inestinguibile luce.
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aurozmp · 3 months
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stasera proverò ad usare tumblr come quando ero ragazzina, come quando nessuno mi conosceva e il sentirmi giudicata era l’ultimo dei miei pensieri. è da un po’ che sento il bisogno di sfogarmi qui sopra ma sono costantemente frenata da una sorta di paura apparentemente senza senso. mi sono ripromessa più e più volte di non cedere alla tentazione e di non commettere azioni che potessero ferire la mia salute, fino all’altra sera. un paio di giorni prima dell’accaduto la vocina nella mia testa, che tanto mi ha tenuta compagnia per molti anni, si è fatta sentire rumorosamente, impavida come non mai. ho cercato di frenarla, di non ascoltarla e fare finta di niente. ci ho provato, ma è bastato essere un minimo su di giri che ho ceduto all’impulso. io continuo a dire che non so perché l’abbia fatto, che non ho ragioni per aver commesso una cosa simile ma la verità è che aspettavo questo momento da tempo. l’ho assaporato, ho tolto tutto ciò che in mia convinzione mi deforma e continuato finché di me non è rimasto solo ossigeno nei polmoni. inutile dire che io ora sto facendo finta di niente, sto vivendo le mie giornate come se nulla fosse successo, come se io stessi comunque bene. ho paura che questa sia la classica “goccia che fa traboccare il vaso” perché è così che funziona. parlarne è difficile, ammettere agli altri, a voce alta, tutto questo è vergognoso, umiliate. mi sento umiliata da me stessa e questo odio smisurato verso le mie azioni mi costringono a pensare che oramai farlo una, due, tre, cento volte non cambi la situazione. sono delusa del mio comportamento, sono delusa perché ora come ora posso dire con certezza che queste sono scelte prese e ben pensate. che una parte di me sapeva che in quella determinata situazione e circostanza sarebbe stato semplice, che sarebbe andato tutto secondo i piani che la mia parte malata idealizzava da tempo. io non voglio rimproverarmi troppo, ho timore nel farlo. vorrei solo capirmi meglio e cercare di consolarmi ma è così difficile. appena incontro un problema lo scanso, ci passo sopra, lo evito. non riesco ad affrontare niente senza la paura di crollare e questa cosa prima o poi mi si ritorcerà contro. mi sento sola in questa situazione, mi sento non capita da chi mi sta intorno, da chi fa finta di niente nonostante sapesse determinate cose. mi sento presa in giro. mi tengo impegnata il più tempo possibile, mi riempio di cose da fare per non concentrarmi su quanto io, anche se in modo più lento e meno continuativo, mi stia rovinando. la sera a letto, quando sono da sola, non riesco a evitare tutto questo e ogni notte sono terrorizzata da ciò che la mattina seguente dovrò affrontare, per ciò che la mia mente ha pensato nel mentre sono circondata da buio e silenzio, e che la parte razionale quando mi alzo dal letto il giorno dopo deve affrontare.
e niente, tutto qui, per ora
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