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#Prima Guerra Mondiale
gregor-samsung · 6 months
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“ Carismatico, coraggioso, indomito, Lussu è un figlio della Sardegna più profonda. Nato ad Armungia nel 1890, laureato in Giurisprudenza a Cagliari, amatissimo comandante della brigata Sassari (nella prima guerra mondiale ha ricevuto ben quattro medaglie dopo quattro anni di trincea per azioni sull’altipiano del Carso e della Bainsizza), ex deputato del Partito sardo d’azione, ha pagato cara, fin lì, la sua militanza, ma ha anche ottenuto una gran bella vittoria su un regime che sembra inattaccabile. Capelli e occhi neri, slanciato, elegante, occhiali dalla montatura di metallo, baffi e pizzetto, sguardo ironico e tagliente, in quel periodo si fa chiamare ‘Mister Mill’ e vive in clandestinità. Agli occhi dei giovani dell’epoca, lo dice Joyce stessa, è un personaggio leggendario, per le gesta in Sardegna e per la sua avventurosa fuga da Lipari. I fatti della Sardegna sono questi: la sera del primo novembre 1926, centinaia di fascisti hanno assediato la casa dell’avvocato Lussu. Non è un’azione isolata, è solo una delle rappresaglie che bande di fascisti organizzano in tutta Italia – devastando case, sedi di giornali, picchiando e assaltando – non appena si è diffusa la notizia dell’attentato fallito a Mussolini, avvenuto il giorno prima a Bologna per mano del sedicenne Anteo Zamboni. Lussu, che è un antifascista, ha partecipato alla secessione dell’Aventino dopo l’assassinio di Matteotti, è antimonarchico, ha lavorato a un progetto federalista-rivoluzionario per unire azionisti, repubblicani e socialisti, è nel mirino dei fascisti della sua città: l’ordine è di saccheggiarne la casa e linciarlo sul posto. L’organizzazione dell’assalto, nella sede del fascio, è durata tutta la giornata per cui c’è stato tempo e modo, per Lussu, di ricevere informazioni da voci amiche e preparare una reazione. Gli amici gli consigliano di scappare ma lui decide di restare in casa, situata nella piazza più centrale di Cagliari, lasciandola ben illuminata, «per dare un esempio di incitamento alla resistenza».
Scende in strada per vedere che succede, sente gli squilli di tromba che chiamano a raccolta i fascisti mentre la piazza si fa deserta. Risale, manda via la domestica. La città continua a serrarsi, i negozi abbassano le saracinesche, i cinema si svuotano. Al ristorante vicino casa dove va a pranzare, il cameriere – che è stato un suo soldato durante la guerra e ora è diventato fascista ma nutre ancora grande rispetto del capitano – lo scongiura di partire subito. La sentenza contro Lussu è stata emessa e lo sa tutta Cagliari. Persino gli inquilini del suo palazzo, tra cui un magistrato di Corte d’appello, si chiudono e tacciono terrorizzati. «Incominciai a preparare la difesa. Un fucile da caccia, due pistole da guerra, munizioni sufficienti. Due mazze ferrate dell’esercito austriaco, trofei di guerra, pendevano al muro». Due giovani amici e compagni si presentano per aiutarlo ma lui li congeda senza discutere. Spegne la luce e si avvicina alla finestra. Assiste alla devastazione della sede della tipografia del giornale «Il Corriere» all’angolo, poi a quella dello studio dell’avvocato Angius. Quindi risuona il grido «Abbasso Lussu! A morte!». È sorpreso di riconoscere tra gli assalitori persone che conosce bene, di cui è stato amico o compagno di scuola. La colonna si divide in tre parti e l’attacco arriva da tre punti: una squadra sfonda il portone e sale dalle scale, una cerca di entrare da un cortile sul retro, l’ultima si arrampica dai balconi. «Confesso che, nella mia vita, mi sono trovato in circostanze migliori. I clamori della piazza erano demoniaci. La massa incitava gli assalitori dalle finestre con tonalità di uragano». Lussu lancia un primo avviso, grida «Sono armato!» da dietro le persiane. Poi, mira e spara al primo che arriva sul balcone. Un giovane fascista, Battista Porrà, colpito a morte piomba giù, sul selciato della piazza. Gli altri scompaiono in un lampo. Nonostante lo svolgimento dei fatti dimostri la legittima difesa (e infatti verrà assolto) e nonostante l’immunità parlamentare, Lussu viene portato in carcere. Ci vorrà un anno prima di arrivare a sentenza ma l’ordine di scarcerazione immediata è seguito da un ordine di domicilio coatto. Lussu è condannato alla pena di cinque anni di confino per misure di ordine pubblico e definito «avversario incorreggibile del regime». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 31-33.
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toscanoirriverente · 3 months
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italianiinguerra · 2 years
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5 giugno 1920, Medaglia d'Oro alla bandiera di guerra dell'Arma del Genio
5 giugno 1920, Medaglia d’Oro alla bandiera di guerra dell’Arma del Genio
Tenace, infaticabile, e modesta, scavando la dura trincea, o gittando per ogni ponte una superba sfida al nemico, riannodando sotto l’uragano del ferro e del fuoco i tenui fili onde passa l’intelligenza regolatrice della battaglia, lanciandosi all’assalto in epica gara coi Fanti, prodigò sacrifici ed eroismi per la grandezza della Patria (Campagna di Guerra 1915 – 1918) Con questa splendida…
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unita2org · 2 months
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CHI HA FINANZIATO I FASCISTI E I NAZISTI
di Redazione “Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto”. Dr. Nicholas Murray Butler (Elizabeth, New Jersey 1862 -New York 1947) – Presidente dell’Università di…
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queerographies · 3 months
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[Memorie di un ufficiale di fanteria][Siegfried L. Sassoon]
Clicca qui per acquistare il libro Titolo: Memorie di un ufficiale di fanteriaScritto da: Siegfried L. SassoonTitolo originale: Memoirs of an Infantry OfficerTradotto da: Enrico M. MassucciEdito da: TextusAnno: 2024Pagine: 368ISBN: 9788899299576 Prima traduzione in italiano di un’opera di Sassoon. L’autore racconta la sua movimentata vicenda militare, costellata di azioni temerarie che gli…
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tonisemitoni · 3 months
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte nona
Le carte del Mago per leggere il destino si chiamavano Navalde ed erano assai differenti dai tarocchi, ancestrali e lontani echi del misterioso Libro di Thot: esse non avevano Semi, Onori, Trionfi e Matto ma rappresentavano le persone, gli animali, gli oggetti, le situazioni, gli stati d’animo più ricorrenti nell’esistenza umana; come i tarocchi avevano doppio significato, quello evidente…
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padrepiopietr · 8 months
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Aneddoti “militari”…
Padre Pio da Pietrelcina passò anche per Napoli. E non lo fece in vesti religiose, bensì da soldato, durante la prima guerra mondiale. Continue reading Untitled
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andre83us · 10 months
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«Intransigente nella fede e universale nell’amore»: Don Giovanni Minzoni, prete da riscoprire
Una sera di fine agosto del 1923 ad Argenta i fascisti uccidono barbaramente il parroco don Giovanni Minzoni. Ritratto di un uomo che ha scelto di dedicare la propria vita a Cristo e, quindi, sempre capace di chinarsi davanti al dolore delle persone. In ogni “trincea” in cui ha vissuto di Andrea Musacci Può capitare che alcune vicende decisive nell’esistenza di una persona portino i suoi…
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Nell'ultima puntata del podcast, parliamo di Niente di nuovo sul fronte occidentale (Edward Berger, 2022).
Ci trovate su Spotify, Apple podcast e Google podcast 🎙️
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dalkortv · 1 year
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stefanomorandini · 1 year
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La linea Cadorna a Campolongo al Torre
La linea Cadorna a Campolongo al Torre
Nelle campagne tra Campolongo (ora Tapogliano-Campolongo) e il torrente Torre videro crescere una poderosa linea di trincee in cemento armato, con postazione per fuciliera e mitragliatrici: la linea “Cadorna”, che doveva servire, continuando lungo tutta la riva destra del Torre, a bloccare un eventuale sfondamento austriaco del fronte carsico durante la Grande Guerra. Molte di tali trincee…
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gregor-samsung · 5 months
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“ Stanno appoggiati al reticolato. Di quando in quando uno barcolla via, e subito un altro si mette al suo posto. I più tacciono, qualcuno mendica un mozzicone di sigaretta. Io vedo le loro figure brune, le barbe ondeggianti al vento. Nulla so di loro, se non che sono prigionieri di guerra, e ciò appunto mi turba. La loro vita è senza nome e senza colpa. Se sapessi qualcosa di loro, come si chiamano, come vivono, che cosa aspettano, che cosa lì affligge, il mio turbamento avrebbe un senso e potrebbe diventar compassione. Ma così non sento dietro il loro volto se non il dolore della creatura, la tremenda tristezza della vita e la crudeltà degli uomini. Un ordine ha trasformato queste figure silenziose in nemici nostri; un altro ordine potrebbe trasformarli in amici. Intorno a un tavolo un foglio scritto viene firmato da pochi individui che nessuno di noi conosce, e per anni diventa nostro scopo supremo ciò che in ogni altro caso provocherebbe il disprezzo di tutto il mondo e la pena più grave. Chi può più distinguere e giudicare, quando vede questi poveri esseri silenziosi coi loro volti di fanciulli e con le loro barbe d'apostoli! Ogni sottufficiale per la sua recluta, ogni professore per i suoi alunni è un nemico peggiore che costoro non siano per noi. Eppure noi torneremmo a sparare contro di loro ed essi contro di noi, se fossero liberi... Qui mi fermo spaventato: non debbo andare avanti. Questi pensieri conducono all'abisso. Non è ancora tempo per approfondirli; tuttavia non li voglio lasciar dileguare, li voglio serbare, chiudere in me, per quando la guerra sarà finita. Mi batte il cuore: è questo dunque lo scopo, il grande, l'unico scopo, al quale ho pensato in trincea, quello che io cercavo come sola possibilità di vita, dopo questa rovina di ogni umanità: è questo il cómpito per la nostra vita di domani, degno veramente di questi anni d'orrore? Mi tolgo di tasca le sigarette, rompo ciascuna in due parti e le do ai russi. Si inchinano e le accendono. Ecco che sui loro visi brillano qua e là punti rossi, e mi consolano; sembrano piccole finestrelle chiare su facciate di oscure capanne, che rivelano, dentro, rifugi di pace... I giorni passano. In una mattinata nebbiosa si fa il funerale di un russo: quasi ogni giorno ne muore qualcuno. Sono di guardia mentre lo seppelliscono. I prigionieri cantano un corale a più voci: neppure sembrano voci, sembra un organo che risuoni da lungi sulla radura. Il funerale è presto finito. A sera i russi stanno di nuovo al reticolato, e il vento viene a loro dai boschi di betulle. “
Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori (collana Oscar n° 30), 1965; pp. 158-160.
 NOTA: Il testo apparve dapprima sui numeri di Novembre e Dicembre del 1928 del giornale berlinese Vossische Zeitung, quindi in volume dal titolo Im Westen nichts Neues il 29 gennaio 1929 per l'editore Propyläen Verlag ottenendo un immediato successo internazionale.
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italianiinguerra · 5 months
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10 dicembre 1917, i MAS affondata la corazzata austroungarica Wien
Impostata nel 1893 e varata nel 1895 nei cantieri dello Stabilimento Tecnico Triestino di San Rocco, la Wien era una delle tre navi da battaglia tipo pre-dreadnought della classe Monarch in servizio con la k.u.k. Kriegsmarine, la marina militare dell’Impero Austroungarico. Le altre due unità con un dislocamento di poco meno di 6 mila tonnellate ed armate con 4 cannoni Škoda da 24o mm, 6 pezzi da…
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affascinailtuocuore · 2 years
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Ilaria Tuti-COME VENTO CUCITO ALLA TERRA–Immagini, colori, suoni, sentimenti  e fatti: quando  le donne ricuciono  ciò che la guerra lacera.
Ilaria Tuti-COME VENTO CUCITO ALLA TERRA–Immagini, colori, suoni, sentimenti  e fatti: quando  le donne ricuciono  ciò che la guerra lacera.
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queerographies · 7 months
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[Rigenerazione][Pat Barker]
Rigenerazione di Pat Barker è il monumentale romanzo capolavoro sulla generazione spazzata via dalla Prima guerra mondiale. Vincitore del Man Booker Prize nel 1995.
Il monumentale romanzo capolavoro sulla generazione spazzata via dalla Prima guerra mondiale. Vincitore del Man Booker Prize nel 1995. Edimburgo, 1917. Al Craiglockhart War Hospital lo psichiatra William H. R. Rivers cura i soldati traumatizzati dalla guerra perché siano in grado di tornare al fronte. Tra i suoi pazienti ci sono i poeti Siegfried Sassoon, Wilfred Owen e Billy Prior, che ha perso…
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tonisemitoni · 3 months
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte settima
Una fotografia minuscola, da sempre passata inosservata e ritrovata come se fosse qualcosa di nuovo non molto tempo fa in fondo alla scatola di latta contente i biscotti Plasmon che mi davano dopo essere stato svezzato, ora contenente vecchie immagini e ritratti, ha rivelato un episodio della vita del babbo ignoto per certo anche alla mamma. E penso con mestizia che quanto conosco di mio padre…
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