“Se l'ignoranza fosse un vuoto sarebbe facile riempirlo di cose, cultura, civiltà. Ma l'ignoranza caro mio è un pieno. Un muro, e i muri possono essere solo abbattuti o scavalcati.”
“Se fosse sola, forse soccomberebbe; una donna non deve essere sola in una società e in un’epoca come quella in cui viviamo, in cui non si osa risparmiare i deboli ma li si calpesta, e una debole donna che sia caduta viene spinta sotto le ruote, quindi, dato che vedo tanti deboli calpestati, dubito molto della sincerità di quel che viene chiamato progresso e civiltà. Io ritengo davvero che la civiltà, anche nella nostra epoca, sia solo del genere che è basato sulla umanità vera.
-Vincent Van Gogh, tratto dal libro "Lettera a Theo"
Uno studente chiese all'antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così.
Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l'osso guarisca.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.
Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo.
Il 15 novembre 1978 si spegneva a New York Margaret Mead, celebre antropologa
Allora ci sono ancora persone civili in questa società almeno rispettose di chi si trova su una sedia a rotelle, quasi tutti hanno chiesto se servisse un aiuto ed erano persone perfettamente sconosciute e vedendo la difficoltà di trovare un posto a sedere senza dover fare le scale un gruppo ha deciso spontaneamente di alzarsi e lasciare il posto
“Se l'ignoranza fosse un vuoto sarebbe facile riempirlo di cose, di cultura, di civiltà. Ma l'ignoranza, caro mio, è un pieno. E’ un muro, e i muri si possono solo abbattere, oppure scavalcare.”
“ Noi dobbiamo cessare di attendere in ogni occasione l'uomo provvidenziale: ci dobbiamo convincere che quest'uomo provvidenziale è in tutti, e dobbiamo considerare gli altri uomini non già come il mezzo, ma come lo scopo. L'uomo provvidenziale non esiste: e se a un uomo è dato di far più che agli altri, non bisogna nemmeno esagerare ciò che un uomo può. Quei grandi politici o finanzieri che noi invidiamo spesso agli altri, se si potessero trasportare da noi non farebbero se non ciò che i nostri fanno: infatti essi sono grandi perché imperniano movimenti che in realtà esistono. Questa contemplazione buddistica, per cui in ogni partito ci asteniamo da ogni opera attiva di bene e aspettiamo che venga l'uomo forte, l'uomo provvidenziale, è quanto di più dissolvente si possa immaginare, ed è il risultato della nostra concezione eroica della storia.
Le società umane in tanto valgono in quanto valgono non alcuni uomini, ma tutti gli uomini che le compongono. I popoli che prevalgono durevolmente sono quelli di cui la educazione intellettuale e materiale delle masse è più alta e dove la solidarietà è più grande. Dove l'anima collettiva vibra di più, dove più grande è l'unione, ivi la forza è maggiore. Pensate invece quale effetto debba avere sopra menti incolte, in cui fermentano l'odio e la superstizione, l'insegnamento che noi diamo. Noi siamo gli eredi dei meriti e delle colpe dei nostri padri, e noi già scriviamo con le opere nostre la storia dei nostri figliuoli. Facciamo che questa storia sia meno faziosa; insegnamo che il lavoro umano è sacro; che la violenza comunque adoperata è male; infondiamo quel rispetto della libertà umana da cui purtroppo ci allontaniamo; evitiamo anche di ripetere, ciò che non è vero, che il passato è più grande del presente. “
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Brano tratto dal saggio breve Eroi (1898) raccolto in:
Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna (collana Biblioteca Federiciana n° 3), Venosa (PZ), 1987¹; pp. 28-29.
Rispettare le donne non è un ideale politico, appartenente a precise aree politiche, ma segno di Civiltà - cioè di tutti coloro che hanno messo da parte disvalori religiosi, maleducazione cattolica, moralità, pregiudizi, per definirsi Civili e agire in modo Civile.