Tumgik
justgols · 4 years
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Va a finire che ti amo
Sono in camera e continuo da giorni a guardare fotografie. Il Covid ci ha messo a dura prova, ci ha rinchiusi in una scatola, soli, con noi stessi. Il silenzio dentro la mia stanza non si sente più perchè è così forte che fa rumore, un rumore assordante. Se solo potessi dire al mio cervello di smettere di pensare, sarebbe una gran cosa, anche solo per un attimo. E’ così che sto sopravvivendo durante questi giorni, cercando fotografie e passando in rassegna la galleria dei ricordi, quelli che vedo nel telefono e quelli che sono scolpiti nel mio cuore. 
Apro scatole, schiaccio play su video ripresi con la mano tremante, guardo selfie mossi con le nostre facce tagliate a metà e vedo te.
Tu, che sei piombato nella mia vita nel periodo più nero, quando eri ancora un ragazzino e mangiavi coppe di gelato con le fragole.  Tu, che piano piano ti sei fatto strada e sei diventato per me un faro nel mare, un porto sicuro dove mi rifugio quando voglio sfuggire dalla tempesta.  Tu che mi hai vista ballare, ubriacarmi fino a stare male, mi hai vista gettarmi nelle braccia degli altri e mi hai vista piangere, mentre mi porgevi sempre l’ultimo fazzoletto.  Tu che hai preso aerei con me, ti sei addormentato sulla mia spalla e tra le mie braccia in un letto di una stanza a New York. E io ti ricordo mentre di notte ti svegliavi e ti mettevi alla finestra ad osservare quelle luci infinite che sembravano dire: siamo qui e siamo vivi.  Tu che hai visto il lato peggiore di me, ma nonostante tutto, ci sei sempre stato e sei sempre stato dalla mia parte. Anche se ci mandiamo a fanculo, anche se non ce lo diciamo sempre. Ma poi ti guardo negli occhi e vedo che forse il mio lato peggiore non ti fa paura. Tu sei l’anima che io vorrei avere.  Tu che in questi mesi mi manchi tantissimo e sarai impegnato a salvare chissà quante vite mentre io sono qui, inerme, inutile, a scriverti queste parole che forse non riuscirò mai a dirti di persona.  Tu che mi hai portata a vedere le stelle e nessuno mai mi ci aveva portata. E hai messo Shallow. E avrei voluto baciarti ma una voce mi ha detto “E poi come andrà a finire?”
Va a finire che ti amo. 
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justgols · 4 years
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E’ già Marzo.
E’ già marzo e piove. Ho ventisei anni, quest’anno ventisette, e l’ultima volta che sono andata in discoteca sembra ieri e invece erano due mesi fa. Tutti i mesi dovrebbero essere come febbraio, che passa, veloce, anche se ha un giorno in più ma per fortuna cade di sabato. 
E’ già marzo e qui sta piovendo da stamattina senza interruzioni. Ho fatto il mio borsone e sono partita dalla mia vera casa quando era ancora buio, le luci dei paesi di montagna erano ancora tutte spente, ma poi dopo poco tempo, dietro me mi sono trovata un’alba spettacolare. In ufficio la giornata è scivolata via, veloce, ma come sempre ti lascia quella testa pesante che alla sera vorresti solo affogare in una piscina. 
E’ già marzo e questa sera sento dalla mia mansarda le gocce di pioggia che cadono sulla finestra. In cucina ho ancora l’albero di Natale perchè ci sta bene e ne io ne la mia coinquilina abbiamo voglia di smontarlo. Resta lì e non dà fastidio a nessuno. Accendo una candela che sa di vaniglia e mi sdraio sul letto a scrivere queste righe, mentre sulle mani sento ancora il profumo del detersivo per piatti. 
E’ già marzo non sono gocce di pioggia, ma sono lacrime quelle che mi stanno scendendo adesso. Incastrata in una vita che non sento come la mia, incastrata nella realtà, nella routine, nelle scadenze e nei conti che non tornano. Nella solitudine di un paese di duecento anime, in attesa che arrivi il venerdì per poter tornare all’ovile. 
E’ già marzo e piove ancora. Allerta rossa.
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justgols · 5 years
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Tu, sapevi un po’ di punk
Era il ventisette aprile dell’anno scorso ed era l’ultima volta in cui avevo preso in mano il computer e scritto di te. Anche se tu, in realtà, dalla mia mente non te ne sei mai andato. Oggi è il sette di aprile e fuori piove, la domenica quando piove ti butta addosso una tale malinconia per cui ti fai tutte le domande del mondo: cosa ci faccio qui? Che ne sarà di me? Sto veramente vivendo la mia vita? Ma è solo una domenica di pioggia, poi tornerà il sole. E menomale che ogni tanto piove, perché l’erba deve crescere, le piante devono fiorire e i fiori sbocciare. E’ primavera, Tom. E’ primavera e tu sei tornato come un pugno nello stomaco, sei tornato e io ti aspettavo come l’albero, secco, attendeva questa domenica di pioggia per poter dare linfa ai suoi fiori, che devono aprirsi e mostrare il loro splendore. “Sono fiero di te”, quattro parole che arrivano dritte, che mi fanno sorridere. Perchè nessuno me lo aveva mai detto, lo sai? E perché sei fiero di me? Sei fiero di me perché ho buttato il tuo numero e perché sto pian piano aprendomi una strada tra le spine? Non lo so se io sono fiera di me, probabilmente sarò fiera di me quando finirò di ricadere nelle stesse trappole, negli stessi errori. E menomale che ora c’è Gazzelle che passa nelle mie playlist. Oggi mi hai scritto, mi hai scritto mentre ero in macchina che cantavo la tua canzone, o meglio, quella che mi fa pensare a te. Tu, sapevi un po’ di punk. Con quella chitarra al collo. Che con i Nirvana non c’entri niente ma sei sempre in fissa. Che quando il locale si è svuotato, un bacio congelato, che non sapeva di Milano ma di long island, quello che avevo bevuto io. Che da tempo, quando vedo qualcuno suonare, guardo sempre il chitarrista di sinistra, ma non sei tu. Mentre quella sera, mi sbagliavo. Ho avuto solo il tempo di raccontarti di me, tu volevi sapere di me. E che sembra tutto così perfetto da fuori. Ma che ne sai tu, di quanto mi sento vuota dentro? Che ne sai tu di quanto mi sento persa, senza di te? Che ogni tanto qualche buco lo riempio con quello che avanzo, ma vorrei riempirlo con te, di te. Quando mi hai detto che lei non è più il pezzo del tuo puzzle, e che tutte le tue certezze sono crollate, allora io, ho pensato che forse, ora, perso lo sei anche tu. Avrei voluto essere vicino a te quando avevi bisogno di me, ma tu, hai preferito non chiamarmi per farmi percorrere la mia strada. E penso anche che per ritrovarsi, prima bisogna perdersi e che le strade non sono tutti rettilinei in pianura, ma sono strade di montagna e piene di buche. E se ti senti perso, allora vieni con me. Vieni con me e ci perderemo insieme, poi chissenefrega dove ci porterà la vita, staremo a vedere. Io sarò sempre qui, non me ne andrò, sarò qui per te quando ti serve un sorriso, quando ti serve qualcuno che ti ascolti o quando semplicemente hai paura del buio. E’ primavera, Tom. E’ primavera e tu, mi sei sbocciato ancora una volta dentro al cuore.
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justgols · 6 years
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VIVA
Ciao T,
questa non te l’aspettavi eh? Sì, sono io e sono ancora viva. Che poi, cosa vuol dire “essere viva”? Se viva vuol dire respirare, sentire la sveglia al mattino e il mal di piedi quando cammini per 20 km in un giorno, allora sì, sono viva. Se essere viva, invece, vuol dire sentirsi felici nel posto esatto in cui si è e sentire tutti i pezzi del puzzle al posto giusto, allora non so se sono completamente viva. Evidentemente il puzzle della mia vita, a causa di tutte le volte in cui l’ho messo dentro e tolto dalla scatola, ha perso qualche pezzo qua e là e chissà se lo ritroverò.
E tu? Ti senti vivo? Hai trovato tutti i pezzi del puzzle? Spero di sì, spero che tu abbia trovato la terraferma che cercavi, l’equilibrio che ti mancava e le certezze che, non vedendole in lei, trovavi, puntualmente, in me. Io le mie certezze le posso ora dare in pasto ai pesci, perché non ne ho più, le ho lasciate tutte per strada, nel silenzio di un ospedale, nella metropolitana piena delle 8 del mattino, le ho abbandonate nel posto finestrino di un volo intercontinentale.
Tutte, tranne una. La certezza che non ci sia stato giorno in cui non abbia pensato a te.
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justgols · 7 years
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Basta dolci.
Come stai, pasticcino?
Quante volte questa frase è entrata nella mia testa come una dolce melodia. Pasticcino. Nessun nome più adatto a me: bassa e rotonda, con gli occhiali e mezza bionda. Pasticcino. Tante, troppe volte, ha fatto capolino tra i miei pensieri e si è piantata lì, nel mio cuore, mentre noi, come due teneri amanti uniti dalla musica non facevamo altro che cercarci e poi scappare, cercarci e poi scappare. Ci siamo cercati per anni e tu sparivi, poi tornavi e ancora sparivi. E io, come un gelato che sta al sole, mi scioglievo ogni volta che incontravo i tuoi occhi. 
Questa sera, per la prima volta, non sono lì con te. Non sono più lì nel posto dove ci siamo scontrati quella sera di dicembre, il mio vestito rosso che si abbinava così bene con la tua chitarra. Questa sera solo io, un libro, una candela accesa e la speranza di poterti fare del male, di poterti far sentire che io no, io non mi piego più per te. Che poi, essere forti è una fatica, specialmente se posso prendere la macchina e raggiungerti in meno di dieci minuti e so che sarai lì ad aspettare che io arrivi. Ma da quella porta non entrerò. Fino a che punto potrà ferire il tuo orgoglio? Fino a che punto potrai sentirti tradito da chi è stato tradito da te? Fino a quando potrai sentire quella stretta allo stomaco che io ho da tempo?
Per me, sere come queste, erano speciali, erano ciò che attendevo per mesi, erano il compleanno, capodanno, la festa e la gioia, erano il vederti, baciarti e stringerti a me, anche se tutto ciò era vietato nella vita normale. Ma le sere come queste contenevano magia e ho sempre creduto nelle fate e nelle bacchette magiche. 
Adesso sono cresciuta: niente più fate, farfalle, chitarre, dolcezze e pasticcini. Fa malissimo. Niente più illusioni che tu possa cambiare idea, perchè quando hai scelto lei hai preso la tua strada. Anche io ho preso la mia, che mi deve portare lontano e questo lontano, da oggi, non incontrerà più il tuo nome. 
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justgols · 7 years
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Il cielo su Torino
Caro G,
mai e mai avrei pensato di scriverti queste parole. Una vita passata insieme, pomeriggi nei campi da calcetto quando io guardavo lui, perchè tu per me eri solo il suo amico, quello al quale io mi aggrappavo per arrivare a lui. Ma in realtà io sono brava a ingannarmi da sola. Tra tutti, io cercavo sempre e solo te. E ci è voluta una notte calda a Torino per rendermi conto che sì, forse l’anima gemella non esiste, ma se c’è qualcosa che ci va vicino, quello sei tu. Stare con te, insieme a te, è la cosa più naturale che ci sia: sono semplicemente me stessa. E mi hai già vista struccata, che piangevo, che festeggiavo, che lavavo piatti, che cadevo dalle scale per poi venirti ad accertare che io stessi bene, mi hai vista ubriaca e guardare altri uomini. E io, beh, io ti ho sempre guardato da lontano, ti osservavo e vedevo ciò che di vero c’era in te. “Vedi? Sei noiosa anche quando prendi l’autobus” hai detto, scherzando. Tu pensi che io sia perfetta, pensi che io avrò due lauree e una carriera, ma ciò non toglie che io sia innamorata di te, che non avrai lauree e una carriera diversa dalla mia, ma poco importa. Non devo farti paura, perchè l’unica paura che ho io è di perdere te. Posso avere tutto quello che vuoi, ma l’amore, quello non guarda il curriculum. L’amore guarda le dimensioni del tuo sorriso quando guidi alle quattro di notte ed io, accanto a te, canto a squarciagola canzoni stonate. Lì non servono avere un master o una lode, lì conta solo quello che sei e quello che hai dentro. Tra tutte le maschere che ho incontrato, tu sei l’unico vero volto. 
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justgols · 7 years
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Verità
Mi nascondo, Tommaso, io mi nascondo. Mi nascondo dalla realtà dei fatti e da tutto quello che non voglio che mi venga detto, mi nascondo dalla verità. Sì, perché nella mia vita la verità mi ha sempre fatto male e con te, la verità, aveva un sapore più dolce. Tu sapevi nascondermela ed era quello che cercavo. Ma la verità prima o poi viene a galla, il mondo va avanti, le carte si scoprono, gli elastici si strappano e le persone crescono, anche se in realtà più di tanto non si cresce mai.
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justgols · 7 years
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32 maledetti giorni
Cinque giorni che ti ho perso, dice la canzone. In realtà i giorni sono stati 32. 32 lunghissimi giorni senza tue notizie. Sparito. Io ti avevo avvisato. Se vuoi tornare torna, ma rimani, non te ne andare, perchè se te ne vai stavolta, potrei rinunciare a te per tutta la vita. E così è stato. Non c’è stato giorno in cui aprivo la tua chat e rimanevo lì, a fissarla, come se in lontananza si potesse fare qualcosa. Io? Scriverti? No! Stavolta sei tu che devi fare la tua mossa, io ne ho fatte già abbastanza. Sei tu che devi nascondere me alla persona con la quale vivi, con la quale ti sposerai e avrai anche dei figli. Mentre io sarò qui, ad elemosinare baci rubati nelle sere di agosto, settembre, marzo e maggio, fuori da un locale di paese, avvinghiati tra i cavi della tua chitarra. 
Rivederti dopo così tanto tempo mi ha fatto uno strano effetto: “Sono vivo!” hai esclamato, con il tuo sorriso. Amo qualsiasi cosa di te, i tuoi capelli che ora sono un po’ più seri, i tuoi occhi verdi con o senza occhiali, i tuoi pantaloni della tuta ma anche la camicia bianca e la cravatta nera. Amo quando mi guardi dritta negli occhi e sorridi, perchè si vede che sei sincero, che ti metti a nudo davanti a me, anche se solo per pochi minuti. E invidio lei, lei che accanto a quel corpo ci si sveglia ogni mattina, che con quel corpo e quell’anima ci fa l’amore ogni sera. Chissà se ogni tanto a me ci pensavi, in quei trentadue lunghissimi giorni. Perchè io sono il tuo angolo dove ti rifugi quando la realtà e la tua vita non ti basta più, quando tutto è pesante, quando hai bisogno di una persona che ti capisca al volo. Il tuo angolo sono io, ma tu per me, sei la mia casa. 
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justgols · 8 years
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La vita che volevo
Qualcuno che amo mi ha scritto “Dai, sono periodi no, arrivano e non ci possiamo fare niente, ma come sono venuti, se ne vanno”. La depressione che mi sale in questi giorni autunnali è qualcosa di inverosimile, le piante che si spogliano, i colori che diventano prima accesi poi così tristi, il buio che arriva presto e il mattino ghiacciato che ti entra nelle ossa. Quello che vedo ora, oltre questa nebbia, è un caos totale. Che cosa farò della mia vita? Che cosa voglio fare da grande? Riuscirò? Sarò felice? Qualcuno mi amerà per quella che sono? Perchè è triste tornare a casa la sera e non avere un ragazzo con il quale condividere le tue giornate, lo è ancora di più se l’uomo più importante della tua vita se n’è volato via e tu rimani qui, immobile, senza sapere cosa fare. Cerchi un appiglio in tante cose: nella musica, nel cibo, nello studio, negli amici.  
Allora ne ho approfittato ed successo che ci siamo trovate: tre amiche, tre vite completamente diverse, un diario segreto da aprire e mille ricordi da spolverare. Marta, Luna e Ale, questi erano i nomi che ci davamo da piccole, tre ragazze con tanti sogni rinchiusi in pagine e pagine di dichiarazioni, ansie, paure e speranze. Cosa darei per poter tornare indietro e rivivere quei momenti in cui tutto quello che speravamo era che arrivasse il sabato pomeriggio per poterci trovare e spiare i ragazzi carini dal terrazzo di Luna. Ci immaginavamo tante cose, vedevamo noi a vent’anni come persone con tutte le risposte alle domande e invece no, le domande con il passare del tempo sono aumentate. Ma noi siamo ancora qui, io ho la stessa sfortuna, sogno più forte di prima, ho una laurea e un cane, Ale e Luna sono felicemente fidanzate, una studia e l’altra lavora, ma nonostante tutto siamo rimaste un magnifico trio. Quando hai tredici anni, poi, vedi la vita come un’autostrada e pensi che tutto potrebbe essere più bello. E invece no, la vita è sempre e solo in salita. Però puoi scegliere con chi affrontarla, questa salita e il viaggio allora può cambiare. 
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justgols · 8 years
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Pasticcino.
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justgols · 8 years
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Potessi bastare io
Potremmo essere in giro a passeggiare in una città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto. La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila senza che rompano le righe. Se lo facessi io sarei penoso. Questo è il punto: faccio pensieri e desidero cose nuove. Non importa cosa so. Per la prima volta, non importa. Non so da dove vengono o come si chiamino e non potrei spiegarle a nessuno eccetto te, con un po’ di tempo, con un po’ di pause, con quei silenzi che non saprei riempire, all’inizio. Ma potrei imparare. Sono un pessimo romantico, lo ammetto. E’ per questo che non sono riuscito a farti innamorare. Lo so che è così. Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l’aria spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine. Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una possibilità, capisci? Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo. Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me. E’ l’idea che almeno una volta succeda, no? Hai presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno. Come un sibilo fluttuante e sinuoso. A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo. Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro. Verresti?
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justgols · 8 years
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Maggio e i tuoi occhi.
Mi è sempre piaciuto il mese di maggio. Le rose, le giornate che si allungano, l’aria che si fa più calda e il cielo che quando è azzurro, ti fa sentire parte dell’immensità. E io mi ci perdo in quel cielo, mentre mi corico in un prato e sento l’erba che mi accarezza i capelli. Respiro. Trattengo dentro tutta l’aria che posso e continuo a guardare su, in alto, dove credo che qualcuno ci sia. In questi giorni duri, pieni di riassunti, esami da fare, cose da sottolineare e poi ricordare, sono lontana dalla città e mi manchi già. Sì, perchè in quell’azzurro, io ci vedo i tuoi occhi. Li ho notati in un buio giorno di ottobre in quelle aule bianche, spoglie, tristi, dell’università. Schivo, solitario e tenebroso ti aggiravi tra i banchi come se fossi in cerca di qualcosa o di qualcuno che nella tua vita mancava. E così, giorno dopo giorno, ho cercato di osservarti per capire cosa avevi dentro. E ci ho visto il mare. Il mare che esce dai tuoi occhi è anche dentro di te, quel mare calmo della sera di inizio settembre, quando tutti se ne tornano in città e invece tu sei ancora lì, ad aspettare che venga buio, con la sappia che si appiccica alle scarpe e il rumore delle onde che ti culla. E io, piccola indifesa, in quel mare mi ci sono tuffata, con l’idea che prima o poi arriverò alla meta, anche se devo combattere contro le onde alte, gli squali e l’acqua salata che mi va negli occhi e mi fa rallentare. Perché quando succede qualcosa non è mai il momento giusto? Perché possiamo essere perfetti ma nel momento sbagliato? Come quel caffè che non abbiamo bevuto o quella sera che non è mai passata. E mi arrabbio con me stessa per tutti gli errori che ho fatto e per non averti detto nulla prima, perché sì, ho scoperto il tuo mare poco tempo fa, quando dopo mesi e mesi mi hai sorriso. Sorridi poco, ma quando lo fai, ti impegni tantissimo.  Ma io non ti cancello più. Dai miei occhi, dal mio cuore e dalla mia vita. 
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justgols · 8 years
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Hopeless wanderer
“Hold me fast cause I’m a hopeless wanderer” dicono i Mumford nella canzone che stavo ascoltando poco fa. Passa spesso nella mia playlist in questi giorni. Forse perchè è così che mi sento: una girovaga senza speranza. 
Un’ora fa stavo studiando, poi ho preso le cuffie e mi sono diretta verso il fiume. Mi piacciono queste prime giornate di primavera senza una nuvola in cielo, azzurro, completamente azzurro sopra la mia testa. Ma uscire nel bel mezzo del pomeriggio è troppo facile per me, così ho aspettato il tramonto e proprio durante il crepuscolo, sono andata nel mio posto preferito. Attorno a me solo il rumore dell’acqua, fresca e limpida come la neve quando si scioglie. Sempre cuffie alla mano, mi sono seduta sul mio sasso e mi sono messa a pensare.
A cosa? Direte voi. 
Ci sono dei momenti in cui ti sdrai e guardi in alto e vedi solo qualcosa di infinito e ti perdi in tutti i tuoi pensieri così tanto che in realtà è come se non stessi pensando a nulla. Senti l’aria che ti attraversa le ossa e ti vengono in mente le persone che ami, chi ti ha fatto del male, i tuoi progetti, chi non c’è più. 
Pensavo agli occhi di Ed e a quell’azzurro mare che non vedo da una settimana e che mi manca già, perchè sì, lui è il nuovo e io ho paura di distruggere anche il poco che c’è. E’ che devo imparare a tirare il freno quando comincio ad incastrarmi con un altro pezzo di puzzle. 
Pensavo a T e a tutto quello che mi ha fatto passare, alle sue battute e alle sue parole sempre pronte. Ai suoi messaggi appena prima di dormire, quando dà la buonanotte a me e poi fa l’amore con la sua fidanzata.
Pensavo che sono un disastro io, in amore. Una girovaga senza speranza. Mi attacco di qua e di là, ma sono sola. Posso mandare un messaggio e so che qualcuno mi risponderà, ma se fosse quel qualcuno a scrivere? Cercherebbe me? E così mi sono messa a guardare l’acqua che scorre veloce. Vorrei essere così, limpida, pulita, leggera. E invece sono solo un groviglio di ricordi, emozioni, messaggi e baci andati a male. Vorrei solo potermi sentire amata per una volta nella vita.
Nonostante tutto, però, sono riuscita a sentirmi viva. E mi sento viva tutt’ora. E se fosse il caos che ci fa sentire vivi? 
Come andrà non lo so, non posso sapere se Ed mi riaccoglierà in classe a braccia aperte, se non mi vorrà più vedere o se alla fine tutti questi pensieri non avranno portato a niente.
Io sono pronta a tutto.
Tenetemi forte.
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justgols · 8 years
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Il peso della chitarra
Ogni strumento musicale ha un peso, ma la chitarra ne ha di più, specialmente se è rossa e specialmente se è la tua. Aspettavo da un anno questo momento, poterti rivedere negli occhi e poterti toccare con mano, mi sembrava un sogno. Eri lì, davanti a me, una figura così perfetta che nemmeno a disegnarla sarebbe uscita così bella. I tuoi capelli color nocciola, la barba incolta che mi ha lasciata di stucco, ma che poi sottolineava ancora di più il tuo fantastico sorriso. Perfetto. E in due secondi ho capito come, anni fa, avevo fatto ad innamorarmi di te. Sì, perchè ogni tanto me lo dimentico. Mi dimentico dei tuoi occhi verdi così verdi che potremmo giocare a pallone per tutto il giorno su quel prato, mi dimentico delle tue frasi storte ma che arrivano dritte al punto, ma non mi dimentico mai di te. E’ possibile amare una persona così tanto da lasciarla andare via? Sì. E questo è l’amore più grande che ci possa essere. Tu hai scelto lei, non hai scelto me. Però mi hai scritto che mi ami, me lo hai scritto un pomeriggio d’inverno mentre preparavi il camino nel vostro nido d’amore. E io, come sempre, l’ho buttata sul ridere sapendo che il mio cuore in quel momento stava volando. E allora perchè tutto questo? Dici che si possono amare due persone in contemporanea? Non ho niente da offrirti, solo un cuore grande, ma forse lo sai già. E quando inizio a dimenticarti, tu torni. Come sempre. A scolvolgermi la vita.
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justgols · 8 years
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justgols · 8 years
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Tutte bugie
 Sono un’ammasso di speranza in un mare di indecisione. Sembra facile, vedere tutto da fuori.
 Una ragazza determinata, che insegue i suoi sogni e non si lascia tener testa da nessuno. 
Non mi serve nessuno per stare bene, meglio così. No, lui non mi piace. Per carità, non ho tempo di pensare all’amore, posso fare anche sola. Ho tutta la vita per innamorarmi. Non è quello giusto. Ma cosa mi butto a fare? Tanto soffrirei. Università, lavoro. Ho tanti amici, non ho bisogno di un un fidanzato. Poi devo presentarlo a mia madre, a mio fratello, ai miei nonni, poi inizieranno a prendermi in giro e inizierò a diventare rossa e a non andare più bene agli esami. 
TUTTE BUGIE
La verità, è che le mie bugie ormai si sono radicate in me e nn ne vengo più fuori. La verità è che quando vedo coppie mano nella mano, io penso a te. Penso a quanto sarei felice ad avere uno come te accanto, uno che mi scrive il buongiorno e mi manda la buonanotte, non dobbiamo fare grandi cose, solo il fatto di essere vicino a te, mi fa sentire viva. E questo mio rifiutare l’amore mi ha resa sempre più dura fuori, ma fragile dentro. La mia corazza è diventata sempre più potente che, anche se urlo a squarciagola, non mi sente nessuno. Io ho bisogno di amore, anche se lo nego. Ho bisogno di qualcuno da abbracciare e qualcuno con cui mischiarmi nelle notti mentre fuori piove.
Ti prego vienimi a salvare.
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justgols · 9 years
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Lost in the weekend.
Ieri sera, caro Cesare, sei stato meraviglioso. Ci avevi promesso un concerto fatto di tanto amore e questo amore ci è arrivato in pieno. E pensare che io ti conobbi anni e anni fa grazie a una cassetta fucsia e verde con una rana sopra, avevi i capelli rossi e io ero alle elementari, ma mi piacevano i BackstreetBoys e il mio idolo era Leonardo di Caprio. Ora di anni ne ho ventidue e la vita me ne ha combinate tante, troppe. Ho capito che una delle poche valvole di sfogo che possono essere sempre efficaci, è di certo la musica. Non so quale sensazione si provi a stare su un palco, ad avere così tanta responsabilità, ma posso sapere di certo cosa si prova a stare lì sotto. Perché quello che ci arriva non è solo musica, non sono solo note, parole, luci e gocce di sudore, ma è amore.  Ieri, dopo tutto quello che è successo a Parigi, hai deciso di salire su quel palco e buttare fuori tutto il buono ce c’è in te per tirare fuori tutto il buono che c’è in noi. Ed eravamo lì, pronti a saltare, ballare e cantare a squarciagola storie d’amore, storie di amori finiti, marmellate da trovare e Grey Goose da bere.
Ieri sera ho riscoperto la magia di migliaia di cuori che battono all’unisono e migliaia di mani che si uniscono in un caloroso applauso per ricordare chi non c’è più. 
Ieri sera ho riscoperto cosa vuol dire ricominciare da capo, tagliando col passato e cercando una strada nuova. 
Ieri sera, Cesare, ho scoperto che sei sempre più figo e che sei come il vino, più tempo passa, più buono sei. (Lo so che non è molto poetica ma ci voleva)
Ieri sera ho scontrato una magia. 
Ieri sera mi sono convinta che, con la musica e con tutto l’amore che abbiamo, possiamo davvero credere che domani sarà un giorno migliore.
GRAZIE.
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