Mentre mi rigiro nervosamente in questo letto dal vuoto schiacciante, un pensiero insinuatosi nella mia mente, comincia ad imperversare in una serie di premonizioni angoscianti.
A volte penso che nonostante ci capiamo su tante cose, per altri aspetti è come se provenissimo da mondi diversi ed ho come un'ansia costante di rimanere indietro, di essere lasciata indietro.
È tutta la vita che convivo con la sindrome dell'impostore ed anche se ho lavorato tanto sull'accettazione e sulla propositività, di fatto quella atavica paura dell'abbandono, pur essendosi affievolita, sbriglia ancora i suoi pensieri intrusivi.
Aspetto sempre con ansia e felicità il giorno del mio compleanno, per poi ritrovarmi il giorno dopo triste e delusa
Vedo il giorno del mio compleanno come una giornata super speciale, insomma cazzo: sono venuta al mondo!
E quindi mi aspetto che in quel giorno gli altri mi trattino come una persona speciale, da festeggiare. Per un giorno all'anno, non mi sembra di avere chissà che aspettative altissime... insomma, me lo aspetto dalle persone che dicono di volermi bene e quindi dovrebbero essere felici che io sia nata, cosicché adesso possa essere parte della loro vita, no?
Vorrei che ciò accadesse solo il giorno del mio compleanno, non sempre, non lo pretenderei mai, sarebbe molto egocentrica come cosa, io sono una persona che sta in disparte...
Ma per quel giorno, vorrei vedere la felicità nelle persone a me care, la voglia di festeggiare il fatto che sono al mondo, che sono qua su questa terra con loro
Quella stessa voglia di festeggiare che ho io quando si tratta del loro giorno...
Una delle sensazioni più brutte è quando non sai che ti prende, sei giù di morale, ma non sai il perché, forse un vero e proprio motivo non c'è o forse è perché hai troppi pensieri per la testa, anche più grandi di te, che si sovrappongono tra loro e tu ti senti perso.
Non voglio un amore a metà, lacerato, spaccato in due. Ho lottato e sofferto così tanto che mi merito qualcosa di complesso, intenso, indistruttibile.
Frida Kahlo
se cresci senza nessuno che ti dica mai che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio. dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada. non è importante se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature.
ci sono giorni in cui ti senti di non appartenere davvero a questo mondo, di non appartenere a niente e a nessuno, tantomeno a te stessa.
ci sono giorni che passano come fantasmi nella tua vita e altri che ti trapassano le membra gettandoti a terra, spoglia e inerme.
ci sono giorni che vorrei non aver sprecato e giorni che, pur vissuto, necessitavano di essere sprecati.
ci sono giorni in cui, più che vivere, ho deciso di sopravvivere; ma va bene così.
va bene così perché, alle volte, il tedio della vita incombe così severamente sul nostro petto che, per un giorno, possiamo permetterci di provare solo a respirare e scacciarlo via.
“Cadere, ricadere e cadere ancora, per rialzarsi, con qualche cicatrice in più, ma più forte di prima.
Anche se ci sono giorni o momenti, fatti di solo buio, ricorda che lotti per la luce, la vita, per te.
Mollare la presa e perdere le speranze viene semplice, quando pensi “ormai”, “non ne esco più”, ma proprio lì, in quel momento, guardandoti dentro, dovresti dirti “no, io voglio vivere”.”
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