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#rumore delle onde
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Tramonti in primavera
📍Sardegna, 25 aprile 2023
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questomiostranomondo · 2 months
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La voglia di passeggiare in riva al mare ascoltando la musica di sottofondo che si mischia con il rumore delle onde del mare
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psiqotic · 13 days
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quanto è bello stare al mare di notte, con il silenzio intorno, con il solo rumore delle onde a cullare e calmare i pensieri
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tettine · 8 months
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Quanto è bello addormentarsi con in sottofondo il rumore delle onde del mare
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sottileincanto · 7 months
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Quando, quasi vent'anni fa, ho vissuto qualche mese a Madrid frequentando una scuola di lingua dove c'erano ragazzi di tutte le nazionalità, una delle mie insegnanti diceva "Gli Italiani quando parlano, cantano" riferendosi alla bellezza della nostra lingua melodiosa. I portoghesi invece, quando parlano, ballano. È una lingua che ha una musicalità in continuo movimento, dolce, espressiva, ricorda il rumore delle onde, della risacca, del vento. Ci sono persone che non l'apprezzano, personalmente l'adoro. Tra l'altro, cosa che non immaginavo, Aguas de março parla dell' autunno.
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mybittersweet · 1 year
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Incontro
Subito è partito un abbraccio lungo. Quello che ho desiderato da tanto tempo. Quell'abbraccio che lui sempre ha voluto darmi.
"Bimba" - ho sentito vicino al mio orecchio - " è bellissimo, finalmente, avere la possibilità di toccarti"
"Posso dire lo stesso"
Sentivo il suo respiro sul mio collo. Poi un bacio leggero. Mi ha guardato e mi ha baciato la fronte. C'era molta tenerezza nel suo sguardo. 
"Andiamo, facciamo un giro. Spero che non sia molto stanco dopo il viaggio "
"Portami tu. Qui sei di casa. E no, non sono stanco. Soprattutto dopo averti vista."
Mi ha sorriso. Mi piace quando lo fa. Mi fa sentire bene e spensierata. 
Le strade del centro storico erano piene di persone che volevano approfittare di quella bella giornata di maggio. Si sentiva il rumore delle onde dietro il muro antico. Nell'aria si sentiva l'odore dell'estate che stava per cominciare. Mi ha seguito tra la gente tenendomi per mano. Ci siamo fermati vicino alla gelateria in una piazzetta. 
"Io cioccolato e pistacchio. E tu che gusti prendi?"
"Menta. Prendo solo questo."
La panchina era calda e il gelato troppo buono. Mi ha guardato attentamente come se stesse decidendo cosa fare o cosa dire. E poi la sua mano è partita verso le mie labbra per pulirle dal gelato che era rimasto. Ha leccato il pollice.
"Sinceramente volevo pulirti le labbra con la mia lingua però ho pensato che sarebbe stato inappropriato con tutta questa gente in giro" 
"Lo farai dopo"
Abbiamo preso la strada verso il b&b che aveva prenotato per questi tre giorni. La camera era molto carina e accogliente. Con le persiane che fanno entrare quel poco di luce che serve per vedere bene l'altra persona. 
"Vieni qui. Fatti baciare."
Ha messo le sue mani sulle mie guance. Mi ha baciato dolcemente ma la mia risposta era più passionale e la sua lingua è entrata nella mia bocca. Mi stringevo a lui e sentivo le sue mani esplorare il mio corpo.
"Voglio vedere la mia bimba godere. Voglio sentirti gemere"
"Voglio godere con te "
Tutto quel tempo di attesa mi aveva fatto crescere la voglia. Volevo le sue mani, la sua bocca e il suo sguardo addosso a me. Volevo, finalmente, fargli sentire come riesce a farmi godere. Mi ha tolto la maglietta continuando a baciarmi il collo. 
"Hai un seno bellissimo. Voglio tuffarmici dentro"
"Fallo"
Con un gesto ho accompagnato la sua testa verso il seno ancora con il reggiseno. Lo ha afferrato con le mani toccando i miei capezzoli duri. Stuzzicarli. Ho chiuso gli occhi. Sentivo soltanto come mi apre il reggiseno e lo toglie. Come lecca e poi succhia il mio capezzolo. Prima uno e poi l'altro. Fino a farmi male. Mi ha baciato di nuovo. Ho messo la mano sopra i suoi pantaloni.
"Come sei duro"
"Mi ecciti da morire"
Ci siamo spogliati rimanendo solo con le mutande.
"Voglio che ti stendi sul letto "
Obbediente, sono andata verso il letto e mi sono sdraiata sulla schiena. Si è avvicinato. Mi ha guardato. E si è sdraiato vicino a me. Le sue mani esploravano il mio corpo caldo e eccitato. Le labbra baciavano ogni parte che potevano raggiungere sentendo giù. Ogni tanto tornava su per baciarmi le labbra. Accarezzavo la sua testa.
"Voglio sentire come sei bagnata "
Ha spostato le mie mutandine e ha messo le sue dita tra le labbra bagnate. Non ho potuto trattenere un gemito. Era bello sentire le sue dita mentre mi guardava.
"Che brava bimba"
Con queste parole mi ha tolto le mutande e  allargato le mie gambe mettendosi in mezzo. Mi sono alzata un po' per guardarlo. Guardavo come mi baciava e leccava il mio interno coscia avvicinandosi alla fica. Le dita stuzzicavano il mio clitoride. Sentivo la lingua calda sulle labbra che affondava. La bocca che succhiava il clitoride. Voleva sentirmi gemere sempre di più e ha messo due dita dentro. Piano. Dentro e fuori. Con la lingua sul clitoride e l'altra mano che mi stringeva il seno. Mi faceva impazzire. Avevo tanta voglia.
"Ti voglio dentro di me"
"Prima la mia bimba deve venire e poi potrà avere il resto."
Ha continuato a leccarmi aumentando la velocità con le dita e la lingua. Dandomi qualche schiaffo sul clitoride fradicio. Non riuscivo più a resistere. Ho spinto la sua testa su di me, subito prima che il mio corpo cominciasse a tremare. Ho stretto le lenzuola con le mani. Questa volta potevo dire il suo nome ad alta voce mentre stavo venendo.
"Sei bellissima quando vieni. Bel visino soddisfatto "
"Mi hai fatto impazzire "
Mi ha baciato e ho sentito il mio sapore dalle sue labbra.
"Mettilo dentro. Ti prego."
Mi sentivo ancora tremare dopo questo orgasmo intenso.
"Lo vuoi dentro? Dimmelo bimba. Voglio sentire."
" Voglio il tuo cazzo dentro. Voglio che mi fai gridare."
Ha tolto le mutande e appoggiato la punta sul clitoride. Lo ha bagnato e spinto dentro. Una sensazione stupenda. Un gemito ancora, forte. Mi ha stretto la testa tra le mani mentre spingeva tutto dentro. Piano. Il suo respiro si è fatto pesante e i miei gemiti aumentavano. L'ho baciato. 
Il suo cazzo mi faceva impazzire. Ho sorriso, mordendomi le labbra.
"È bello vederti sorridere. Come in quel video. Però adesso sorridi a me. Sei mia."
"Si..."
Sempre più veloce, più forte. Il mio seno si muoveva e lui lo afferrava con la mano, mordendomi la spalla. Mi guardava, guardava come godevo. Come ogni movimento mi faceva gemere sempre più forte.
"Girati. Mettiti sulle ginocchia."
Ho fatto come mi ha detto e la prima cosa che ho sentito è stato un schiaffo forte sul mio culo che mi ha fatto un gridare. Poi un altro. Mi ha preso per i fianchi per farmi avvicinare a lui. Un bacio su ogni natica. Ha strofinato il suo cazzo sulle mie labbra bagnate prima di metterlo dentro. Ha preso le mie mani e le ha bloccate dietro la schiena. La mia faccia schiacciata sul cuscino. Altri schiaffi e subito dopo un movimento veloce che mi ha fatto gridare. Usava le mie mani come una leva per sbattermi ancora più forte. Poi si è fermato. Ha baciato la mia schiena.
"Guardami"
Mi sono girata verso di lui. Un colpo forte. Poi un altro. E un altro ancora.
"Sei troppo bella per stare in silenzio "
"Allora fammi gridare!"
Ha ricominciato con il movimento veloce. Dentro e fuori. Il contatto visivo mi eccitava sempre di più. Sculacciate, il suo modo di chiamarmi "bimba", il suo cazzo dentro di me. Avevo voglia di tutto questo. Di lui e di noi insieme in questa stanza.
" Ti dispiace se vengo dentro?"
"Non mi dispiace "
"Allora te la riempio "
Vedevo che non riusciva più a resistere. I suoi gemiti più forti e il cazzo che pulsava dentro di me. Lo ha tirato fuori e istintivamente mi sono girata per pulirlo e succhiarlo un po'. Mi ha tirato su e ci siamo baciati.
"Adesso mettiti come prima"
Mi sono rimessa nella stessa posizione e ho sentito la sua lingua a leccarmi da dietro. Succhiare i nostri umori mischiati. E farmi venire di nuovo.
Dopo si è messo vicino a me.
"È bellissimo vederti venire"
"È bellissimo venire per te"
"È stata una decisione giusta venire a trovarti!"
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Il vento soffia leggero
Tra le onde del mare agitato
In contrasto di un cielo limpido
Privo di nuvole
Ascolto il rumore della natura
Dal fruscio delle ali del gabbiano
Alle pinne dei pesci
Che si muovono liberi senza catene
Quelle catene che ci tengono
Aggrappati ad un passato lontano
In cui siamo rimasti incastrati
Non riuscendo ad andare avanti
Cerchiamo chi ci liberi
Per correre verso un'uscita
Che significa futuro
Cit.@pensieri-liberi-nella-mente
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la-novellista · 1 month
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Gentilissimo,
come già preannunciato oggi si esce.
Forza si vesta e non mi faccia attendere molto. Curioso di sapere dove andremo? Al mare!
Suvvia non storga la bocca, lo so anche io che da me il mare non c'è e quindi? Lei si vesta e poi andiamo, al mare! Bene, smetta di fissarmi e salga in macchina, adesso le faccio fare le rampe che ci porteranno al Piazzale, quale Piazzale? Ma Piazzale Michelangelo mon dieu!
Su abbassi il finestrino e si goda l'aria e lo spettacolo della natura...eccoci, lo riconosce vero lui? Come lui chi, ma il David,l'uomo più bello d'Italia se permette lo abbiamo solo noi,ma le devo dire tutto io?
Dov'è il mare? Su non abbia fretta, mi dia la mano venga,intanto guardi davanti a sé non è meravigliosa la chiesa di San Miniato? Saliamo questi gradini, non si preoccupi non ci stiamo imboscando,la sto portando a sentire. Chiuda gli occhi la conduco io intanto ascolti... sente che bel silenzio? Li apra adesso, guardi! Lo vede il mare? Dove siamo?Al Parco della Rimembranza. Lo so che vede la Cupola del Brunelleschi, ma guardi,guardi quanto cielo blu. Il cielo non è forse il mare sottosopra? Sediamoci adesso e godiamoci il rumore delle onde.
Stiamo qui,in silenzio, dove il tempo non esiste e forse nemmeno noi in questa mia follia che adesso è anche un pò sua.
Noi che siamo oltre,oltretutto, oltretutti.
Oltremare.
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io-sono-la-tua-favola · 10 months
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Le donne veneziane non hanno paura.
Sono scresciute tra calli e campielli.
Passano sotto portici bassi e bui
Non hanno timore di nulla.
Il silenzio ed il buio sono amici.
Ci sono abituate.
Le donne veneziane hanno occhi di gatto...vedono attraverso l oscurità.
Camminano sicure senza girarsi...nessuno può seguirle o far loro del male.
Non turisti la sera, Venezia riposa e ne ha diritto.
Bacari chiudono le serrande.
Gondolieri legano e coprono le loro imbarcazioni.
Solo lo sciacquio delle onde sulle pietre dei canali.
Le donne di Venezia sanno camminare senza far rumore e si muovono leggere in una realtà che solo loro conoscono...
📖🌹
C.A.
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gcorvetti · 2 months
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Gita.
Oggi siamo andati ad Aci Castello ed Aci Trezza, poi mia sorella col compagno e la figlia hanno portato mia figlia e il fidanzato a Taormina, con il catorcio di mia madre sarebbe stato difficile. C'era il sole e l'aria era salmastra, il rumore delle onde è ipnotico. Arrivati al botteghino del castello il bigliettaio ha esposto la storia del castello e alcune leggende legate al periodo in cui era prigione, del tizio che è restato chiuso in un pozzo per 13 anni e che chiese al Re con una poesia di supplica di essere liberato, il Re lo fece sentendo nella poesia una forte dose di tristezza, anche perché un francese non penso avrebbe mai capito un siciliano. La storia di per se può essere inventata, ma il tizio la condisce col fatto che si può desiderare qualcosa e si può mandare il desiderio al pozzo lui ascolterà, beh si l'ho fatto, cosa ho desiderato non è un mistero per chi segue i miei deliri. Poi abbiamo pranzato su un posto e ci siamo salutati. Sono tornato verso la città e ho aspettato che Spock rispondesse, ma tardava e dovevo cagare, quindi sono tornato a casa, Spock era a casa di sua madre a sistemare con la sorella e onestamente non mi andava, quindi ho preso il bus e sono sceso a prendere un caffè in piazza duomo, ho preso anche un canestrino alle fragole di bosco, na goduria. Poi lemme lemme sono andato un pò in giro e in fine a riprendere il bus. Ieri siamo usciti che i pargoli avevano appuntamento con dei loro amici che sono qua in vacanza, noi ci siamo incontrati col dottore, mio cugino, e la combriccola, serata tranquilla e anche divertente, certo niente di eccitante ma pur sempre una buona cosa, che ne ho di bisogno. Programma di domani escursione sull'Etna, la Signora è dura e sarà molto faticoso, penso anche freddo, ma ci riusciremo. Per il resto ho sempre il magone dipende dal contesto lo sento o meno, ma è qua con me, maledetto. Ieri mattina che mi sono incazzato con mia madre ha funzionato, quando siamo rientrati aveva la tv spenta e anche se si è svegliata non l'ha accesa, spero ha capito, ma per rafforzare la tesi le ho detto che il dottore, sempre mio cugino, mi ha detto di dirle che è dannosissima soprattutto per la sua età, con la sottolineatura che non le da l'alternanza giorno/notte, speriamo che si levi questa malsana abitudine, anche un pò per me che vorrei dormire, che se non riesco sono irritabile peggio del colon.
Per questo post invece di musica vi lascio delle foto della giornata. Castello da lontano, castello da vicino, polifemo nella scena mitologica dell'incazzatura contro 'Nessuno', isola Lachea.
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ah-buh · 6 months
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Vorrei soltanto sedermi sulla spiaggia, guardare il mare e sentire il rumore delle sue onde
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caoticoflusso · 11 months
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oh ma quanto ci starebbe bene una passeggiata sotto al chiaro di luna, il rumore delle onde vicino a noi che si scagliano contro il mare e della musica per due?
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cywo-61 · 11 months
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Siamo figli del mare, col primo respiro che sa di salsedine e negli occhi mille sfumature di blu. Con il rumore delle onde che è il nostro battito del cuore e sulla pelle il riflesso del sole e il canto delle stelle. Siamo stati cullati dal canto delle sirene, con i piedi nella sabbia ma con la mente tra i sogni. Il nostro sguardo che non si sazia mai nell'ammirare tutte le albe e tramonti e il nostro cuore a ringraziare Dio del dono che ci ha fatto.
cywo
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Non potevo sentire la tua voce
ed ho ascoltato il rumore delle onde,
non potevo sentire il tuo profumo
ed ho respirato l'aroma delle resine,
non potevo accarezzarti
ed ho sfiorato l'acqua con le dita,
non potevo vedere la gioia nei tuoi occhi
ed ho guardato il cielo.
🎶 Ludovico Einaudi - Le onde. (audio on)
Gargnano
❤️
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anocturnalanimal · 9 months
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- C’è solo una cosa che vorrei da te, - dice la signora Saeki. Alza la testa e mi guarda negli occhi. - Che mi ricordassi. Se tu ti ricordassi di me, non mi importerebbe nulla anche se tutti gli altri mi dimenticassero.
Fra noi due cala il silenzio, un silenzio profondo. Una domanda cresce dentro di me. Diventa così grande da bloccarmi la gola e impedirmi di respirare. Ma mi sforzo e riesco ad inghiottirla. Al posto di quella domanda, ne faccio un’altra:
- Sono così importanti i ricordi?
- Dipende - risponde lei. Poi chiude leggermente gli occhi - A volte possono diventare la cosa più importante.
- Eppure lei stessa ha voluto bruciare i suoi.
- I miei ricordi erano diventati inutili. - La signora Saeki mette le mani sul tavolo, il dorso in alto.
- Ascolta, Tamura. Ho un favore da chiederti. Porta quel quadro con te.
- Vuol dire quel quadro raffigurante una spiaggia che era sulla parete della mia stanza in biblioteca?
La signora Saeki annuisce.
- Sì, Kafka sulla spiaggia. Voglio che porti quel quadro con te. Nel posto dove andrai, ovunque sia.
- Ma a chi appartiene?
- È mio. Me l’ha regalato lui, prima di partire per andare a studiare a Tokio. Da allora l’ho sempre portato con me ovunque. In tutti i miei spostamenti, lo attaccavo alla parete delle mia stanza. Solo quando ho cominciato a lavorare alla Biblioteca Komura, l’ho rimesso in quella cameretta, nella sua collocazione originaria. Ho lasciato nel cassetto della mia scrivania una lettera al signor Oshima in cui gli comunicavo la mia volontà che andasse a te. Inoltre, quel quadro apparteneva a te sin dall’inizio.
- A me?
Annuisce.
- Sì, perché tu eri lì. E io accanto a te e ti guardavo. Tanto tempo fa, sulla spiaggia. Soffiava il vento, c’erano alcune barche, ed era sempre estate.
Chiudo gli occhi. Sono sulla spiaggia, d’estate, steso su una sdraio. Riesco a sentire la tela ruvida sulla pelle, a riempirmi il petto del profumo del mare. Il sole è così forte da abbagliare anche attraverso le palpebre abbassate. Sento il rumore delle onde che si avvicina e si allontana, come fosse un pendolo azionato dal tempo. Seduta accanto a me c’è una ragazza dal vestito azzurro pallido a mezze maniche che mi guarda. Ha un cappello di paglia con un nastro bianco, capelli lisci. Fa correre la sabbia tra le dita. Dita lunghe e forti, da pianista. Le braccia, dalla pelle levigata come porcellana, brillano ai raggi del sole. Un sorriso naturale le solleva gli angoli delle labbra. Io la amo. Lei mi ama.
Me ne ricordo.
Haruki Murakami, da Kafka sulla spiaggia - Traduzione di Giorgio Amitrano
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amavit · 1 year
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Una passeggiata al mare con il rumore delle onde in sottofondo, una birra, un gelato, qualcuno con cui condividere racconti di giorni passati: tutto ciò di cui ho bisogno
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