#8M #2019 Cuatro años atrás… y hoy también siempre de pie, siempre celebrando a todas nosotras, #mujeres #visionarias #guerreras #incansables Hoy nuevamente reflexionando sobre #derechos #igualdaddegénero y todo el camino recorrido y el que falta por recorrer. #internationalwomanday #womanpower #diadelamujer https://www.instagram.com/p/CpiCc_xu97q/?igshid=NGJjMDIxMWI=
Le sue poesie sono vere e proprie narrazioni, immagini, in versi, spesso così taglienti da far male.
I personaggi sono coloro che non avrebbero mai voce, popolari, a volte fino al grottesco. Soli. Insoliti. Di una solitudine che si esprime in monologhi chiusi, di un’umanità spesso sghemba.
Frammenti di vite, ritratti in versi, spesso visionari, a volte struggenti.
Una su tutti, la mia preferita: in un dialetto che è il mio - il Romagnolo - (ma non è il mio, per una questione di suono, perchè ogni zona, in Romagna, ha pronunce e accenti diversi, oltre a differenti varianti della stessa parola) e che comprendo ma non saprei replicare con le stesse sonorità ma con le mie, [dialetto cesenate].
LA MAESTRA DI SANT'ERMETE
La mèstra ad Sant’Ermèid
dal vólti, e’ dopmezdè,
la s céud tla cambra e la zènd
una Giubek. La n fómma.
Stuglèda sòura e’ lèt
la guèrda ch’la s cunsómma.
U i pis l’udòur.
Dal vólti u i vén da pianz.
Traduzione:
La maestra di Sant’Ermete
delle volte, il pomeriggio,
si chiude in camera e accende
una Giubek. Non fuma.
Sdraiata sul letto
la guarda consumarsi.
Le piace l’odore.
Delle volte le viene da piangere.
(Raffaello Baldini, in La Nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, p. 14)
Quante volte ho immaginato quella sigaretta
Una sigaretta, come la solitudine, come la vita che consuma... che si consuma.
Amo questo tipo di poesia asciutta.
Che dice, che sa raccontare, che ti regala una storia a partire da una immagine.
A volte, con una sequenza di immagini che hanno la grazia dell’essenziale.
@simonjclebon @simonlbdd @duranduranofficial's song: Black Moonlight. Without knowing it, last year is the present, just as Duran Duran's album: Future Past says. I'm a visionary, as I have learned in my work as a promoter, and I did not upload the photograph before because it did not combine any song, and it did not make sense, such as sweet and salty, for this reason I don't like to mix. Plus, I love black lace, it makes me look so beautiful. I love it! Happy Thursday! Kisses, Nat 💕🌹 #SimonJCLeBon #SimonLeBon #DuranDuran #BlacKMoonlight #FuturePast #Future #Visionary #Black #Lace #Beautiful #HappyThursday
// La canción de Duran Duran: Black Moonlight. Sin haberlo sabido, el año pasado es el presente, tal cual como lo dice el disco de Duran Duran: Future Past. Yo soy toda visionaria, como he aprendido en mi trabajo de promotora, y no la subí antes la fotografía porque no combinaba ninguna canción, y no tenía sentido, como por ejemplo, lo dulce y lo salado, por tal motivo no me gusta mezclar. Además, yo adoro el encaje negro, me hace ver tan bella. ¡Me encanta! ¡Feliz Jueves! Besos, Nat 💕🌹 #Futuro #Visionaria #Encaje #Negro #Bella #FelizJueves
UNA VUELTA COMPLETA
Una reconfortante ilusión de sentido.
Premio Especial del Jurado · Visionaria 2022
Por la «contemplación de la evolución de la tecnología a través de la deshumanización». «Es decir, la evolución involucionada. Con un original planteamiento de planos y contraposiciones en el que el sujeto va operando paulatinamente hacia objeto, describe un atisbo irresoluble del futuro de la humanidad en donde tecnología y organismo serán uno», subraya el jurado de esta 12ª edición.
En la gran escritura mítica de toda la humanidad, de todos los tiempos, hay escritores, hay poetas que son ellos mismos parte de esa escritura. Su escritura, su poesía, corresponden menos a una persona, a un nombre prestigioso, que a una particular manera de nombrar "su" verdad, que es una de las innumerables verdades del mundo y del universo. Y no se trata de ver y de escribir esa verdad sino de "ser" ella misma en vida, pensamiento y acción. Se trata de vivir poéticamente esa verdad también innumerable e irrepetible en su unicidad. No todos pueden ver la verdad pero todos deberían ser esa verdad -decía Kafka con ese tono de tranquila desesperación que era su manera de serlo-: raros son los ojos que ven por primera vez el rayo de luz donde estuvo siempre sin que nadie lo viera antes. Es en esta dimensión visionaria donde el poeta que nombra tiene su verdadero nombre. El nombre secreto que cada uno trae al nacer, que sólo a través de su destino se revela y por el cual es reconocido y recordado a través de los tiempos.
- Augusto Roa Bastos, fragmento de la presentación del poemario de René Char "Furor y misterio". Colección Visor de Poesía, 2002.
Simone Weil nasceva oggi, 3 febbraio, centoquindici anni fa. Simone la visionaria, il genio poetico, la digiunante, la mai stata baciata. Nata ebrea ma poi divenuta cristiana senza sacramenti, senza battesimo, senza gerarchia. Simone che "la Croce da sola mi basta".
Eri professoressa di liceo ma sei voluta andare a lavorare in fabbrica, nonostante la tua salute già compromessa, per sentire fin dentro la carne la condizione operaia, e poi sei andata a fare la rivoluzione in Spagna, e infine ti sei lasciata morire, sul quel letto a Londra, rifiutando il cibo, per mettere in atto, davvero e non solo a parole, il nucleo centrale del tuo pensiero, ovvero l'idea di decreazione.
Dio per farci esistere s'è ritratto, cercare Dio è asportarsi dal mondo. Creare quel vuoto che lui, lei, ləi ha voluto affinché il nostro essere avesse lo spazio per apparire. Cercare Dio è disfare la creazione, farci a pezzi ovvero farci mangiare. Un'idea né propriamente cristiana né propriamente ebraica. Un'idea sovrannaturale, radicale e piena di grazia, che ci turba e commuove, come ogni cosa in te.
Simone, che non ha mai conosciuto l'amore dei corpi ma i cui scritti vibrano d'un trasporto erotico teso e perfetto, Simone, che amavi la Grecia, il suo pensiero e i suoi miti, ma che amavi soprattutto le civiltà sconfitte, quelle cancellate dalla faccia della terra, tutte le comunità e le culture annientate dalla Bestia sociale, dall'Impero, dal regno della forza.
Simone non convertita ma sempre sulla soglia, luogo di possibilità più che di adesione o appartenenza, il luogo di chi non viene ammesso. Simone, che ci hai insegnato a pensare senza dimenticare la vita, e le sue contraddizioni, dolorose e liberatorie, dal cui attrito, qui e là, sa prodursi la scintilla del senso. Simone, esteta feroce e senza misura, sacerdotessa alla ricerca del tempio perduto, autentica figlia di Urano e Nettuno, tutta né cuore né testa, ma spirito, Simone tutta spirito, facoltà che diffida da ogni identificazione ovvero catena.
Ai genitori poco prima di morire affidasti alcune parole, saluto ed eredità, lascito di tutta una vocazione: “Non siate ingrati verso le cose belle. Godete di esse, sentendo che durante ogni secondo in cui godete di loro, io sono con voi. Dovunque c’è una cosa bella, ditevi che ci sono anch’io“.
Davanti ai morti, davanti alle cataste di oggetti e attrezzature ormai inservibili..
Davanti ai cumuli di fango.
Davanti al pianto disperato di chi in 36 ore s'e visto portare via la casa, oppure è rimasto isolato in frazioni sperdute della collina e della montagna cesenate, frazioni ormai irraggiungibili perchè le strade si sono sbriciolate e sono scivolate a valle per decine di metri.
Davanti a tutto questo, vorrei condurre l'intera redazione di quei pseudo-giornali che sono Libero e il Giornale di Feltri.
Dovremmo proprio organizzargliela una bella gita scolastica di apprendimento e approfondimento!
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Ve li ricordate i loro interventi in Tv?
Da anni e anni, di continuo, a ridicolizzare Greta Tumberg.
A chiamarla "povera demente in cerca di pubblicità..."
Ve li ricordate i loro sguardi sardonici, la loro becera ironia su "GRETA LA VISIONARIA" , GRETA "la mentalmente instabile", GRETA "che lotta contro i mulini a vento?"
Io ricordo ogni sequenza, ogni parola, ogni loro sorrisetto da primi della classe, da saputelli, da bulletti di quartiere.
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E ve lo ricordate quando arrivarono a coniare il neologismo "GRETINI" per denigrare e sbeffeggiare gli studenti, i giovani ed i meno giovani che hanno voluto partecipare alle manifestazioni del venerdi?
I venerdi del "Fridays for future"?
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Bene, io vorrei condurre tutti quanti loro: i vari Senaldi, i Feltri, i Porro, i Belpietro, i Sallusti, davanti ai risultati devastanti di questa colossale catastrofe climatica , e alle singole officine sventrate, alle cantine piene di melma, alle persone costrette ad abbandonare le loro case inagibili o a dormire nelle palestre delle scuole Medie.
Vorrei averli qui davanti.
Vorrei che rispiegassero una volta ancora ai congiunti delle 13 vittime di questo disastro (cosi esplicitamente provocato dai cambiamenti climatici in corso), quanto fosse troppo pessimista e catastrofista quella ragazzina visionaria!
Quella che ha girato tutto il mondo per portare il proprio grido di allarme davanti a tutti i Governi del pianeta.
Per dire che non c'è più un attimo da perdere se vogliamo salvare il nostro amato pianeta.
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Allora, a tutti questi Soloni da scrivania, a questi leoni da redazione, capaci sono di sentenziare l'infermità mentale di Greta Tumberg, vorrei fare una sola domanda:
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Chi aveva visto più lontano, ben oltre il proprio naso?
Chi era davvero il visionario?
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Cari Senaldi, Belpietro, Porro, Feltri, Sallusti, se è vero che praticate l'onorata professione di giornalisti, fatevele due domande e mettete in moto la vostra materia grigia, prima di giudicare su problematiche che non conoscete minimamente, solo per il gusto di distruggere una attivista, che si batte per salvare ciò che resta del nostro pianeta, la nostra unica CASA .
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Post scriptum:
E se avete tempo, venite qui in Romagna a darci una mano, piuttosto!
Vi aspettiamo.
Un badile, una pala, ve li regaliamo noi!
Perchè noi romagnoli, siamo pure generosi e un lavoro ve lo troviamo volentieri e alla svelta.
C'è ancora davvero tanto da fare [ mesi e mesi ] per mettere in sicurezza le strade, i ponti e gli argini.
In fondo, Voi che siete degli specialisti del fango, dovreste trovarvi a casa, in questa melma.