Tumgik
#serate tristi
oramicurcu · 3 months
Text
Ieri sera ero a latto e così, di punto in bianco, mi sono messa a piangere lacrime silenziose che mi hanno chiuso la gola.
Mi è bastato un pensiero ed eccole giù a rigarmi le guance.
Ho ancora degli amici?
Quelli che definivo tali, lo erano davvero? Adesso, di certo, non lo sono più. Per colpa mia ma anche loro. Ma prima, lo erano?
Nutrivano forse invidia? O non si fidavano abbastanza? Non condividevano le loro cose, non condividevano l’acquisto di una macchina, figuriamoci sentimenti profondi…
Mentre io mi sono sempre messa a nudo, che scema.
Mi è bastato vedere un paio di foto, per non capire.
Mi è bastato così poco per dire che quest’anno, mentre spengo la torta voglio solo la mia famiglia.
Mi è bastato così poco per maledirmi, per tutte le volte che ho sprecato, per tutti gli abbracci che non ho dato ai miei. Per tutto il tempo che non ho trascorso con loro e quello che non ci passo nemmeno adesso.
Sono stata così poco attenta, a volte fredda. E mi dispiace.
Cosa ce ne facciamo delle belle foto in gruppo, delle serate in fondo tristi?
Erano davvero degli amici?
14 notes · View notes
cinicobastardo · 10 months
Text
ho una playlist di indie italiano tristi fatta da me per le serate come questa
non mi fanno stare meglio ma mi ricordano che non sono triste solo io
3 notes · View notes
tempofermo · 1 year
Text
Tumblr media
serate tristi... chissà cosa farò una volta “fuori di me”. spero niente di che. domani lavoro e sono stanca.
questa è la prima volta che mi ubriaco da “adulto che dovrebbe essere responsabile”, boh.
10 notes · View notes
cornermaker · 1 year
Text
Tumblr media
Come una cometa
"Sai Andrej, che nella mia vita non è mai scoppiato nessun incendio né salvifico né distruttivo? La mia vita non è stata come un mattino, che si anima, lentamente, di colori e di fuochi, che si trasforma poi in giorno, come succede agli altri, e brucia forte, e tutto ribolle e ruota in un chiaro mezzogiorno e poi sempre più piano, sempre più pallido, e tutto, naturalmente e gradualmente, si spegne nella sera. No, la mia vita comincia con lo spegnimento. È strano, ma è così. Dal primo momento in cui ho avuto coscienza di me stesso, sentivo che già mi stavo spegnendo. Ho cominciato a spegnermi sulle carte d'ufficio, in cancelleria; ho continuato a spegnermi dopo, quando leggevo nei libri delle verità delle quali non sapevo cosa fare, nella vita, ho continuato a spegnermi con gli amici, quando ascoltavo giudizi, pettegolezzi, scimmiottature, chiacchiere fredde e cattive, vacuità, guardando all'amicizia sorretta da riunioni senza scopo, senza simpatia; mi sono spento e ho sperperato le mie forze con Mina, alla quale ho dato più della metà delle mie entrate, e mi immaginavo di amarla; mi sono spento nelle tristi e pigre e passeggiate sul Nevskij prospekt, tra pellicce di procione e baveri di castoro, nelle serate, nei ricevimenti, dove mi accoglievano cordialmente, ero un partito passabile; mi sono spento e ho sprecato la mia vita e la mia intelligenza per delle bazzecole, passando dalla città alla dacia, dalla dacia a via Gorochovaja, prendendo la primavera per l'arrivo delle ostriche e delle aragoste, l'autunno e l'inverno per i giorni di ricevimento, l'estate per le passeggiate, la vita per una pigra e tranquilla sonnolenza, come gli altri... Anche l'amor proprio, in cosa l'ho impiegato? Nell'ordinare abiti a un sarto celebre? Per essere ricevuto in una casa celebre? Perché il principe P* mi desse la mano? Eppure l'amor proprio è il sale della vita. E dove è sparito? O io non ho capito questa vita, o lei non serve a niente, e sarebbe stato meglio che io non sapessi niente, non vedessi niente, che nessuno mi facesse vedere niente. Tu apparivi e scomparivi, come una cometa, brillante, rapida, e io dimenticavo tutte queste cose e mi spegnevo."
[Oblomov, Ivan A. Goncharov, Feltrinelli, trad. Paolo Nori, p. 224]
0 notes
valdis-d · 1 year
Text
Esami, per l’ordine e per la mente
3 Dicembre 2022
Questa cosa è definitivamente diventata una specie di diario. Ho modificato tutti i post e aggiunto le date, come si fa con i veri diari di bordo da marinaretti. Mi rendo conto che mi trovo a scrivere solo nei momenti tristi, e non capita mai qui di vedere qualche momento felice. Ma questo perché non ho un momento decisamente più felice della norma da tanto tempo. Da qualche anno ormai, non ho un momento di emozione e batticuore. Provo a ritornare con la mente indietro, ma non c’è niente di ciò. Certo, ci sono stati attimi e giornate più serene, momenti allegri. Ma lo spettro nero della palla nera è sempre aleggiato. Come se stessi camminando in una piazza, su un lungo mare, e la situazione è calma, come direbbe S. i vibes sono buoni (che modo stupido di dire) e c’è anche allegria. Eppur, dietro un lampione o un albero, seminascosto come per farsi vedere da nessun’altro che da me, che mi fissa con sguardo vacuo, c’è questo me, adolescente o più giovane comunque, non magro ma consumato, non solo spento ma addirittura grigio e scuro in volto, che mi guarda e sembra mimarmi con il labiale “io sono comunque qui, dopo tornerai da me”. Dovrei disegnare questa metafora, quest’immagine. E non c’è stato momento, o serata allegra in cui io non sia tornato a casa e non abbia ripensato a tutto, che non sia ritornato nel fango. Come se queste occasioni fossero gli attimi in cui raggiungo la superficie per respirare, ma ho un sasso legato al piede, che impone la maggior parte del mio tempo sott’acqua. E fossero quelle le occasioni diverse, e la tristezza la normalità, e non il contrario. 
Oggi ho affrontato l’esame di stato. Pensavo fosse molto, molto più semplice. Siamo stati bocciati in metà. Io so che dovrei scusarmi, che ho fatto troppe cose insieme, che forse non avrei dovuto. Ma gli altri ce l’hanno fatta, perché io no? Gli altri, gli altri.. Io passo la mia vita a mettermi in confronto con gli altri, in una competizione in cui metto la mia depressione a gareggiare con i filtri di instagram. E’ razionalmente impossibile vincere, o nemmeno pareggiare. Questo esame rappresenta l’ennesima delusione. Io funziono così: incapace di riconoscere eventuali notevoli meriti, insensibile di fronte a eventuali possibili fallimenti. Ingigantisco, io vedo solo difetti e sconfitte. E sempre tutto è sotto esame, tutti sono sotto test. Niente è rilassante, e tutto deve essere perfetto. E nel mio intimo, anche inconsciamente, mi odio profondamente. 
Un po’ invidio mia sorella. Lei ha tante amiche con cui parla, tutti i giorni, dei suoi problemi. Anche intimi. Non so, e non ho memoria che lo sia, non so se sia sempre fortunata con le amicizie. Ma almeno lei ha la forza di aprirsi con qualcuno, di aprire la corazza. La mia corazza non si apre. Dico corazza ma in realtà è una camicia di forza, che mi impedisce di vivere serenamente. Serenità, anche quella na robba che continuo a lamentarmi di non avere. Non scopro il fianco comunque, non mi fido, ma vuol dire anche che non ho con chi stringere un legame. Io non ho nessuno. Io ho solo la terapia, in cui parlare dei miei problemi. Ho un amico che si fa sentire quando c’è da raccogliere i kiwi, ma che per dare confidenza non si è più mostrato. Un’amica che ho sempre paura di disturbare. Altri che vanno, altri che vengono e poi se ne vanno. Chi ridicolmente non trova un paio d’ore in cinque mesi per trovarsi, ma poi ti manda messaggi prestampati, scontatissimi, perché è evidente che ha paura che ti arrabbi. Ma lasciami andare no? 
Le serate così sono deleterie. Mi sdraio sul letto, chiudo gli occhi e l’oscurità mi prende. Mi alzo, cammino avanti e indietro, e penso. Penso tantissimo, il cervello non si riposa mai. Io penso troppo, perché non penso nemmeno cose belle. 
0 notes
meteoorsobianco · 2 years
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Negli inverni passati c'è tanto da raccontare.
Spesso il passato fa paura,la gente non vuole ricordare ma è il passato a tenerci vivi a darci la scintilla per il futuro oppure una scusa per tornare dove di è stati bene.
A me piace tornare anche nei ricordi duri non per soffrire, no ma per vedere quanto ho imparato nel dolore.
Perché questa premessa?
Perché nei miei ricordi l'inverno ha il sapore della domenica mattina quando non si andava a scuola e si poteva stare a letto un po' di più.
Allora fuori faceva davvero freddo, la foschia dell'inverno non si alzava mai prima di mezzogiorno anche per lei era domenica.
E c'erano il profumo delle torte in forno,la stufa di ghisa in cucina e le foglie abbandonate intorno ai marciapiedi.
Si usciva a fare la passeggiata,la domenica mattina , con il mio papà a volte e fino a che e stato possibile con mio nonno.
La mamma cucinava, puliva e faceva le.cose che durante la settimana non si potevano fare.
I miei fratelli,reduci dalle serate con gli amici dormivano fino a tardi fino a che mamma non spalancava le finestre e tirava via le coperte.
Io a volte osservavo tutti loro dal mio angolo di mondo.
Tanto ero la più piccola,perciò invisibile.
E l'inverno allora comandava la.vita delle persone.
C'erano i cappotti e i guanti per uscire perché faceva davvero freddo.
Il profumo dell'aria fuori era secco e tagliava come una lama affilata, tornavi a casa dopo nemmeno un ora ed eri congelati persino sui capelli.
Il ricordo torna indietro appena vedo un libro già letto, oppure sento un profumo che conosco bene.
Quelle giornate non sono sempre state allegre e felici ma hanno il profumo dell'inverno .
Quello vero, quello che manca da tanto .
Per questo ringrazio il passato la memoria e i ricordi che ci obbligano a tornare indietro.
Mi aspetto di vivere ancora quelle giornate, tralasciando ovviamente i momenti tristi .
Parlo proprio di atmosfere e profumi, di freddo e foschie .
Parlo del passato come parte che mi auguro di ritrovare nel prossimo futuro.
La memoria è una cosa preziosa, se non ci ricordassimo chi siamo stati, dove lo siamo stati e come non potremmo apprezzare ciò che abbiamo.
Buongiorno dal freddo ❄️
Snowwinterlovers ©
0 notes
a-differentmind · 2 years
Text
Un giorno mi ricorderò di queste serate tristi e mi prenderò la mia rivincita,e non ci sarò per nessuno,lo prometto.
1 note · View note
ohana-senzapensieri · 4 years
Text
Tumblr media Tumblr media
Giorni dove non mi alzo neanche
Giorni dove non parlo neanche
•mood•
86 notes · View notes
troppi-sguardi · 4 years
Text
Sta sera mi manchi più del solito,
Sta sera la tua assenza è assordante,
Sta sera fa tutto un po’ più male.
24 notes · View notes
Text
Vivere con la costante paura di essere abbandonata, di stancare, di non essere abbastanza.
138 notes · View notes
tristezzemascherate · 5 years
Text
Ti guardavo attenta ad ogni tuo minimo movimento, non avrei voluto salutarti, non avrei voluto andar via dopo due baci sulle guance e un «buon viaggio» distratto. Non avrei mai voluto salutarti, così mi son fatta forza ho guardato per l'ultima volta i tuoi occhi e l'angolo della bocca che si inarca quando sorridi e me ne sono andata. Io e i ricordi di te.
Tristezzemascherate
75 notes · View notes
thoughtsintrip · 4 years
Text
Non ho nemmeno voglia di guardarmi una serie Tv o un film. Dovrei preoccuparmi?
2 notes · View notes
itramontidelcuore · 6 years
Text
E come una stupida immagino ancora come sarebbe vedere di nuovo la tua macchina sotto casa mia.
Tornare un giorno e trovarti li sotto, così inaspettatamente come non mai. Vederti qui, come tanto tempo fa.
Qui che aspetti me, senza dire niente, le parole non servirebbero neanche per un momento, basterebbe un abbraccio.
Invece poi mi ricordo che è impossibile, che è ancora tutto così triste.
44 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media
Nemmeno credevo esistessero cose del genere 😍
9 notes · View notes
cutsofflower · 6 years
Text
mi manca mancare a qualcuno.
4 notes · View notes
sognatricedistelle · 3 years
Text
Questa è la serata dei rimpianti, ricordi, tristezze e rapporti chiusi.
11 notes · View notes