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#ricostruzioni 3D
storiearcheostorie · 2 months
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Archeologia / Roma, la Porticus Minucia riemerge in via delle Botteghe Oscure: ecco le immagini in 3D della ricostruzione [VIDEO]
Archeologia / Roma, la Porticus Minucia riemerge in via delle Botteghe Oscure: ecco le immagini in 3D della ricostruzione [VIDEO]
Redazione Un’importante scoperta archeologica, un esempio di valorizzazione, una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato: è il ritrovamento di una parte della Porticus Minucia, avvenuto durante i lavori a Palazzo Lares Permarini in Via delle Botteghe Oscure 46, un ulteriore tassello alla conoscenza del grandioso quadriportico costruito in epoca repubblicana, che abbracciava l’area del…
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rendering3d · 1 year
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Ricostruzione di ambienti virtuali
La ricostruzione 3D degli ambienti virtuale è una tecnologia che permette di creare rappresentazioni realistiche e dettagliate di beni culturali, come edifici, siti archeologici e monumenti.
Queste rappresentazioni possono essere utilizzate per la documentazione, la conservazione, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali.
L'uso di tecnologie di realtà virtuale e aumentata permette anche di fruire in modo interattivo delle ricostruzioni 3D.
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Due sale del Museo Civico Modena riaprono con nuovi allestimenti
Da Dürer a Guercino, per rivedere e “toccare” alcuni vertici dell’arte rinascimentale e barocca, anche attraverso un inedito dialogo pittorico, tutto al femminile, tra Lavinia Fontana ed Elisabetta Sirani. E poi nuovi percorsi virtuali, ricostruzioni 3D e avanzati touch screen per maneggiare dipinti e preziose stampe d’epoca, riscoprendo anche le opere dei depositi museali. A tre anni dalla…
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telodogratis · 1 year
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Vita sulla Terra: c’era già 3,48 miliardi di anni fa
Vita sulla Terra: c’era già 3,48 miliardi di anni fa
Read More La conferma che la vita sulla Terra era presente già 3,48 miliardi di anni fa arriva grazie a delle tecniche avanzate di analisi e ricostruzioni 3D di antichissimi fossili rinvenuti a Pilbara, nell’Australia occidentale. Lo studio condotto dal Museo di Storia Naturale di Londra, pubblicato su Geology, ha visto anche la partecipazione dell’Università di Bologna Vita sulla Terra: c’era…
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, il viaggio nel tempo di 3000 anni di storia del Perù
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Milano, il viaggio nel tempo di 3000 anni di storia del Perù. È un lungo e affascinante viaggio, dalle origini all’apoteosi dell’Impero inca, quello che il MUDEC – Museo delle Culture di Milano propone ai visitatori a partire da  sabato 8 ottobre, con il grande progetto espositivo “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù. In mostra 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca”. Una mostra che attraverso un vero e proprio viaggio nel tempo traghetterà il pubblico indietro nei millenni raccontando la storia di una civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota, di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu. La mostra – che rimarrà aperta al pubblico fino al 19 febbraio 2023 – è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da World Heritage Exhibitions (Cityneon Holdings) e 24 ORE Cultura, in collaborazione con il Governo del Perù e il Ministero della Cultura del Perù, l’Associazione Inkatera, e grazie alla collaborazione con il Museo Larco di Lima, da cui provengono gli oltre 170 manufatti in mostra. "Il Museo delle Culture – dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – dedica alla millenaria civiltà peruviana non solo una grande mostra-racconto, preziosa ed emozionante al tempo stesso, ma anche una serie di iniziative che, lungo i prossimi mesi, saranno in grado di approfondire diversi aspetti del Perù antico, recente e contemporaneo, coinvolgendo la comunità peruviana milanese e rispondendo così a un obiettivo proprio del Mudec, quello di conoscere di più e meglio tutte le culture del mondo e creare così connessioni sempre più ampie e profonde tra le comunità". "Machu-Picchu e gli Imperi d’oro del Perù" a Milano è l’esclusiva tappa italiana di un tour internazionale. Il progetto, a cura di Ulla Holmquist direttrice del Museo LARCO di Lima e dell’archeologa Carole Fraresso, attraversa la storia artistica e la biodiversità andina in tutta la sua dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu. La mostra racconta una storia nella Storia, uno storytelling che si dipana tra video immersivi, ricostruzioni 3D degli ambienti e delle biodiversità e soprattutto manufatti - opere in terracotta, ma anche oro, argento e tessuti, che prima di essere reperti archeologici furono monili e capi d’abbigliamento indossati da uomini e donne che vissero in un mondo ormai scomparso di leggi e costumi, di conoscenze e riti, di simboli e tradizioni, di miti e leggende. Il percorso conduce il pubblico all’interno della culla di una delle più grandi civiltà antiche dell’Emisfero Meridionale. Il Perù dell’età antica, eguagliato solo dall‘Antico Egitto - con cui rivaleggia in longevità - e da Roma per il livello tecnico raggiunto, ha accolto nel suo alveo società potenti e sofisticate, che prosperarono per cinquemila anni su un territorio geografico decisamente vario: dalle fertili coste bagnate dalle acque dell’Oceano Pacifico, attraverso il deserto roccioso, fino al gelido altipiano, per poi tuffarsi nell’area tropicale del Bacino del Rio delle Amazzoni. Adagiata su una cresta montuosa, avvolta dalla foresta nebulosa e al di sopra della foresta pluviale, la città di Machu Picchu è il simbolo, che tuttora sopravvive, del grande Impero degli Inca, la cui fine improvvisa e violenta avvenne con la Conquista spagnola del 1572. Il percorso della mostra parte proprio da Machu Picchu, la cittadella di pietra patrimonio culturale e naturale UNESCO, costruita nel 1450 all’apice dell’Impero Inca. Invisibile dal basso, Machu Picchu è una fortezza nascosta nella foresta nebulosa, protetta da due montagne sacre gemelle che affondano alla base nella foresta pluviale amazzonica. Centro religioso, osservatorio astronomico e luogo di ingegnosità e produzione agricola, Machu Picchu è un complesso formato da più di 200 strutture in pietra - templi, palazzi, “plazas” (spazi aperti), abitazioni. Protetta dall’invasione spagnola, Machu Picchu venne inglobata dalla foresta pluviale, fino a quando lo storico di Yale Hiram Bingham la rivelò al mondo nel 1911. In un ambiente che ricostruisce la foresta pluviale amazzonica, la mostra prosegue e aiuta a interpretare gli oggetti che incontreremo nell’esposizione. Pur non avendo una lingua scritta, uomini e donne delle società andine rendevano testimonianza delle storie delle collettività cui appartenevano attraverso immagini simboliche visibili sulle pareti dei templi o attraverso sculture di pietra, incisioni lignee, recipienti di ceramica, tessuti e oggetti d’oro e d’argento di incomparabile fattura. Gli oggetti sono raggruppati secondo il loro significato simbolico, ed erano questi i ‘libri’ nei quali venivano documentate le credenze, i rituali, la visione del mondo, le strutture di potere e la vita delle comunità. Il viaggio dell’eroe mitologico della cultura moche Ai Apaec è al centro di una parte della mostra. Capo di una comunità rurale, Ai Apaec è raccontato attraverso una vera e propria ‘storia illustrata’, con immagini proiettate lungo le pareti, che racconta al pubblico non solo la storia di Ai Apaec, ma attraverso le sue gesta eroiche anche i miti e il mondo simbolico che rappresenta il substrato su cui è stato costruito nei secoli l’universo culturale dell’antico Perù, e di cui è fortemente intriso ancora oggi l’immaginario religioso, simbolico e misterico del Perù contemporaneo. Vengono raccontati con il linguaggio delle immagini anche i tre mondi che coesistono simultaneamente nella cosmologia andina: Il Mondo di Sopra; il Mondo del Qui e Ora, o Mondo di Mezzo, il luogo dove le persone vivono e lavorano nelle comunità accanto agli animali, alle piante, ai fiumi e alle montagne, e infine il Mondo Basso, il mondo dell’oceano, il mondo sotterraneo, la terra che sta sotto i nostri piedi, su cui cade la pioggia e dove maturano i semi e la terra degli antenati, ovvero il luogo dove vanno le persone quando muoiono. La mostra "Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù" rappresenta il momento culmine di un progetto culturale di più ampio respiro fino a marzo 2023 intende raccontare il Perù a 360° e che prende forma attraverso il palinsesto "L’anno del Perù", inaugurato a giugno 2022. Un palinsesto di eventi e attività di approfondimento che attraverso conferenze, lecture serali con aperitivo, workshop e laboratori, tavole rotonde, visite guidate, performance artistiche e convegni, sarà in grado di raccontare non solo il Perù ‘archeologico’ e mitico, quello delle civiltà millenarie - tra cui la raffinata civiltà moche - che culminarono con il grande Impero Inca, ma anche il Perù contemporaneo, quello delle comunità peruviane milanesi.  ... Read the full article
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Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù
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Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù
Il MUDEC accompagna il visitatore nel meraviglioso racconto di una civiltà plurimillenaria Milano. 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca, il MUDEC accompagna il visitatore nel meraviglioso racconto di una civiltà plurimillenaria attraverso la grande mostra: “Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù.” L’affascinante civiltà andina dalle origini agli Inca, un viaggio meraviglioso a partire da sabato 8 ottobre e sino al 19 febbraio prossimo, un grande progetto che attraverso manufatti plurimillenari, video, ricostruzioni immersive 3D e un allestimento per immagini rende l’idea di un vero e proprio viaggio nel tempo, traghetterà il pubblico indietro nei millenni raccontando la storia di un civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota e di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu. Ma la storia del Perù inizia da molto, molto più lontano. Il progetto, a cura di Ulla Holmquist direttrice del Museo LARCO di Lima e dell’archeologa Carole Fraresso, attraversa la storia artistica e la biodiversità andina in tutta la sua ampia dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu.
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La mostra presenta una selezione di più di 170 manufatti di sorprendente bellezza: opere in terracotta dalla grande espressività e perfezione tecnica, ma anche ori, argenti e tessuti. Una parte del percorso è dedicata all’avventuroso viaggio al fianco del mitico eroe della Cultura moche Ai Apaec attraverso il quale il pubblico scoprirà i misteri della cosmologia andina, muovendosi trasversalmente attraverso i tre piani dell’universo: il sopra, il qui e il sotto. È la narrazione di una storia nella storia, uno storytelling che si dipana tra video immersivi, ricostruzioni 3D degli ambienti e delle biodiversità e soprattutto manufatti, che prima di essere reperti archeologici furono monili, tessuti e capi d’abbigliamento indossati da uomini e donne che vissero pienamente nel loro mondo e nella loro società, fatta di leggi e costumi, di conoscenze e riti, di simboli e tradizioni, di miti e leggende. La mostra racconta al pubblico questo mondo scomparso, eppure ancora così contemporaneo, all’interno della culla di una delle più grandi civiltà antiche dell’Emisfero Meridionale. Il Perù dell’età antica, eguagliato solo dall‘Antico Egitto, con cui rivaleggia in longevità, e da Roma per il livello tecnico raggiunto, ha accolto nel suo alveo società potenti e sofisticate, che prosperarono per cinquemila anni su un territorio geografico decisamente vario. Il Perù e la sua storia si estendono dalle fertili coste bagnate dalle acque dell’Oceano Pacifico, attraverso il deserto roccioso, fino al gelido altipiano andino, per poi tuffarsi nell’area tropicale del Bacino del Rio delle Amazzoni. Adagiata su una cresta montuosa, avvolta dalla foresta nebulosa e al di sopra della foresta pluviale, la città di Machu Picchu è il simbolo, che tuttora sopravvive, del grande Impero degli Inca, la cui fine improvvisa e violenta avvenne con la Conquista spagnola del 1572. Il percorso della mostra parte proprio da Machu Picchu, raccontando la fine della storia dei grandi regni andini, e inizia con un video immersivo che introduce il lussureggiante paesaggio andino, dove le riprese aeree individuano Machu Picchu, la cittadella di pietra patrimonio culturale e naturale UNESCO, costruita nel 1450 all’apice dell’Impero Inca, e con essa i suoi dintorni straordinari.
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Invisibile dal basso, Machu Picchu è una fortezza nascosta nella foresta nebulosa, protetta da due montagne sacre gemelle che affondano alla base nella foresta pluviale amazzonica. Centro religioso, osservatorio astronomico e luogo di ingegnosità e produzione agricola, Machu Picchu è un complesso formato da più di 200 strutture in pietra – templi, palazzi, “plazas” (spazi aperti), abitazioni. Protetta dall’invasione spagnola, Machu Picchu venne inglobata dalla foresta pluviale, fino a quando lo storico di Yale Hiram Bingham la rivelò al mondo nel 1911. È il racconto di un Perù ‘archeologico’ e mitico, quello delle civiltà millenarie – tra cui la raffinata civiltà moche – che culminarono con il grande Impero Inca, ma anche di un Perù contemporaneo, quello delle comunità peruviane milanesi.
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Un palinsesto di eventi e attività di approfondimento senza precedenti per la città di Milano, che accompagna il pubblico negli spazi del museo in un caleidoscopico viaggio culturale attraverso conferenze, lecture serali con aperitivo, workshop e laboratori, tavole rotonde, visite guidate, performance artistiche e convegni. a cura di Valerio Gardoni FONTE: Read the full article
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ifattinews · 2 years
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"Roma Imperiale – Virtual reality bus": in tour a cavallo dei millenni
Come riportato sul sito di Roma Capitale: prima e dopo la cura (dei millenni), con Virtual reality bus il confronto è immediato. Un autobus elettrico in giro tra i monumenti e i resti della Roma Imperiale, al cui interno si avvicendano continuamente la visione reale dell’oggi e le corrispondenti ricostruzioni virtuali in 3D, realizzate da specialisti italiani di effetti visivi con la supervisione…
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asterargureo · 2 years
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Avete presente le ricostruzioni in 3d di Superquark degli anni 90? Bene hanno usato quei programmi degli anni 90 per le grafiche
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corallorosso · 3 years
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L’inchiesta di Navalny sul presunto palazzo di Putin La Fondazione per la lotta alla corruzione (FBK, dall’acronimo russo), l’organizzazione guidata da Alexei Navalny, ha pubblicato online una lunga inchiesta in cui accusa il presidente russo Vladimir Putin di essersi fatto costruire un enorme e lussuoso palazzo sulla costa del mar Nero. L’inchiesta definisce la costruzione come «il palazzo più costoso del mondo», stima che sia costato 1,1 miliardi di euro e sostiene che sia stato finanziato almeno in parte con fondi illeciti, dicendo che si tratterebbe del «più grande atto di corruzione del mondo»: il portavoce di Putin ha smentito. L’inchiesta sul palazzo di Putin è stata completata prima dell’arresto di Navalny e si compone di due parti: un ampio articolo, in russo, e un video lungo quasi due ore, una specie di documentario in cui l’oppositore russo fa da presentatore. (...) https://www.youtube.com/watch?v=ipAnwilMncI&feature=emb_logo La parte più rilevante e corposa riguarda però il gigantesco palazzo sul mar Nero. Del palazzo si sapeva già molto. Si trova a Gelendzhik, una cittadina balneare circa 200 chilometri a nord di Sochi, e della sua esistenza si è parlato per la prima volta nel 2010, quando Sergei Kolesnikov, un imprenditore vicino al governo, inviò una lettera aperta all’allora presidente Dmitri Medvedev, uno stretto alleato di Putin, denunciando la costruzione di un gigantesco palazzo sul mar Nero con fondi illeciti. Kolesnikov fuggì dalla Russia poco dopo. Nel 2011, Wikileaks pubblicò foto dell’esterno e dell’interno del palazzo, fatte probabilmente dai lavoratori che lo stavano costruendo. Ci sono inoltre molte immagini satellitari, e non serve usare strumenti specialistici: il palazzo è perfino su Google Maps, identificato come «Putins residence». (...) Nel farlo, Navalny si sofferma molto sull’imponenza e sul lusso eccezionali del palazzo, che si estende su 17 mila metri quadrati, all’interno di un terreno di 68 ettari e comprende un eliporto, un campo da hockey sotterraneo, una chiesa, vigneti, un allevamento di ostriche, un ponte lungo ottanta metri che conduce a una casa da tè grande 2.500 metri quadrati. C’è anche un tunnel che attraversa la scogliera per consentire un accesso diretto al mare. Il palazzo è a tre piani e vi si trovano piscine, saune, un cinema, un locale con un palo per la lap dance, una cantina per i vini e un casinò. La stanza da letto principale misura 260 metri quadrati. (...) L’inchiesta, sia video sia scritta, è stata illustrata con dettagliate ricostruzioni 3D del palazzo e delle sue stanze, e si sofferma molto nella descrizione del lusso degli arredi, arrivando a identificare uno per uno gli elementi del mobilio presenti nelle foto e nel resto della documentazione: per esempio, i divani costano tra i 16 e i 22 mila euro l’uno, e all’interno della residenza ce ne sarebbero 47. Sono individuati anche uno scopino per il water da 700 euro e un porta carta igienica da 1.038 euro, entrambi importati dall’Italia. Secondo Navalny e i suoi, la costruzione del palazzo sarebbe stata finanziata da aziende vicine a Putin, comprese compagnie di stato come Rosneft, l’azienda petrolifera russa, e sarebbero stati usati fondi illeciti, in parte frutto di atti di corruzione, come finanziamenti dati a progetti inesistenti. Peskov, il portavoce di Putin, ha detto che le accuse contenute nel video sono false. Il Post
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lorupino-blog · 5 years
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💗FILOSOFIA💗
Un viaggio è incompiuto se ci si ferma a mezza strada o prima del punto stabilito; la vita non è incompiuta, se è virtuosa. Dovunque la concludi, se la concludi bene, è completa." Lucio Anneo Seneca - Lettere a Lucilio ~Immagine dal web - Colosseo  (Anfiteatro Flavio)~
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tifatait · 3 years
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Turismo a Benevento? Nel futuro tour con app, ricostruzioni in 3d e realtà aumentata | NTR24.TV | www.ntr24.tv
Turismo a Benevento? Nel futuro tour con app, ricostruzioni in 3d e realtà aumentata | NTR24.TV | www.ntr24.tv
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storiearcheostorie · 5 months
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MOSTRE / Archeologia, ecco l'antica Arsinoe in 3D: alla riscoperta di una città perduta dell'Egitto greco-romano
#MOSTRE / #Archeologia, ecco l'antica Arsinoe in 3D: alla riscoperta di una città perduta dell'Egitto greco-romano
Una città perduta e uno scavo archeologico dimenticato riemergono grazie alla tecnologia in una suggestiva mostra al Museo di Antropologia ed Etnologia. Giovedì 14 dicembre si apre a Palazzo Nonfinito di Firenze (ore 17 – Via del Proconsolo, 12 – piano terra, aula 1) “Arsinoe 3D. Riscoperta di una città perduta dell’Egitto greco-romano”, mostra che recupera con reperti originali e ricostruzioni…
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chez-mimich · 6 years
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DOVE NON POTÉ ATTILA, POTÉ ALBERTO ANGELA
Va bene è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo dovrà pur fare. I programmi di Alberto Angela sono delle “patacche”. Bisogna pure che qualcuno abbia il coraggio di dirlo. Io davanti alla tv, armato delle migliori intenzioni, mi ci metto sempre. Cerco di sgombrare la mente da ogni pregiudizio, mi concentro a pensare che questa volta sarà diverso, che non devo essere troppo intransigente. E poi? Niente da fare non ci riesco. Io non riesco ad ascoltare questo “bravo presentatore” che per illustrare “Gli effetti del buon governo” di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena, deve costruirci sopra un cartone animato; pur se mosso dalle migliori intenzioni divulgative, è davvero incomprensibile perché debba trasformare un affresco del Trecento in un videogioco, per far comprendere a spettatori, che evidentemente si presumono ottusi, il senso dell’affresco. Ma non basta; per ricordare il poeta Cecco Angiolieri è necessario far camminare per le strade di Siena un figurante vestito da Mago Zurlì perché altrimenti il pubblico televisivo si annoia, sentendo “solamente” i sonetti del poeta. Passando al “Cenacolo” vinciano la questione non cambia: saette elettroniche percorrono le direttrici dei personaggi, lampi luminosi illuminano gli apostoli, insomma più che davanti ad uno degli affreschi più importanti dell’intera storia dell’arte, sembra di essere davanti alla “Play Station”. Evidentemente nella testa degli autori del programma passa la convinzione che al grande pubblico, i capolavori dell’arte italiana in sé dicano poco o niente e per renderli almeno un po’ piacevoli, occorre aggiungere qualche volgarissimo belletto elettronico, altrimenti sono una delusione. Già la fotografia e le riprese cinematografiche alterano enormente la percezione dell’opera, la svuotano completamente della sua “aura”, ma, se questi mezzi usati con parsimonia possono essere un necessario strumento per la documentazione, gli effetti grafici e spettacolari, sono volgarissimi trucchi fatti solo per attirare la distratta attenzione di quelli a cui dell’arte non importa e non importerà mai un fico secco. No, la strada della divulgazione non è questa, questa è la strada del kitsch più pecoreccio.
Un tempo nei “documentari” sulle opere d’arte si usavano le riprese “in truka” un marchingegno che consiteva nel far scorrere la macchina da presa su binari e che le permetteva di avvicinarsi ai particolari più nascosti e di muoversi dolcemente sulla superficie dipinta in modo da cogliere ogni gesto, ogni espressione, ogni azione. Lo “zoom” nel suo movimento forniva poi la visione d’insieme del dipinto o della scultura. Una maestria cinematografica che oggi potrebbe essere supportata da mezzi tecnologici idonei come droni e micro telecamere, per poter studiare particolari sconosciuti o rivelare ingegni ideativi delle opere. Ricordiamo sempre però che, soprattutto dal Quattrocento in avanti, dopo l’invenzione della prospettiva, gli artisti ideavano le opere e al contempo ne progettavano spesso il punto di vista privilegiato: è il caso di citare la volta della Sistina le cui figure sono state tutte violentemente “scorciate” da Michelangelo proprio per darne una visione perfetta solo dalla navata della Cappella o Bernini che scolpisce il “Ratto di Proserpina” prevedendo la possibilità di girare intorno alle figure. Nei programmi di Alberto Angela e in tante altre ricostruzioni, siamo invece di fronte al tentativo di farci “sembrare stupefacente l’arte” con i mezzi dell’elettronica, che è lo stesso processo che porta gli americani a ricostruire una Venezia o una piramide egizia a Las Vegas. Un affresco di Ambrogio Lorenzetti non diventa tanto più bello, quanti più effetti speciali ci mettiamo sopra, così come i quadri di Gustav Klimt non sono nati per camminarci dentro con un visore 3D sugli occhi. Lorenzetti e Klimt vanno bene così, la bellezza delle loro opere è esaustiva in sé stessa. Se al grande pubblico l’arte non interessa, pazienza, lasciatela nei suoi silenzi, nelle sue oscurità, l’arte è già un effetto speciale, non ha bisogno di altro.
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onlysicily1 · 4 years
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ORTIGIA
Territorio
Ortigia è l'isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa.
Si trova nella costa orientale della Sicilia.
La sua conformazione geologica è composta da una roccia con fratture naturali che si presta a far filtrare l'acqua, infatti l'isola è collegata "idrologicamente" alla terraferma siracusana.
Dalla Porta Marina fino al castello Maniace, vi è un susseguirsi di sorgenti e fonti naturali che fuoriescono al di sotto o in corrispondenza del livello del mare.
Un altro aspetto morfologico molto interessante dell'isola, sono i suoi ipogei: cioè una costruzione sotterranea realizzata interamente dall'uomo. Il più importante è quello di Piazza Duomo.
La Vegetazione è composta dalle piante tipiche del mediterraneo, quindi palme, ficus e la presenza della pianta di papiro.
Storia
L'Isola è abitata fin dall'età del bronzo, testimoniato dalle capanne circolari del XIV secolo a.C. riferibili alla cultura Thapsos.
Il successivo arrivo dei greci spinse la popolazione sicula a ritirarsi nell'entroterra. Ma molti siculi rimasero in Ortigia. Ci furono vari contrasti per il comando della città tra Gamoroi e Killichiroi, che vide però vincitori i gamoroi, con Gelone di Gela che divenne il primo tiranno di Siracusa.
Ortigia inoltre fu l'ultimo quartiere a cadere in mano ai romani.
Molti decenni dopo, in epoca medievale, fu di grande importanza il castello di Maniace, chiamato così da Federico II in memoria dello storico generale conquistatore della città in tempo arabo.
Successivamente fu conquistata dagli spagnoli, e ancora dopo dai Borbone che la indicarono al Regno di Napoli.
Cultura - cosa vedere?
Museo Bellomo
Affascinante museo il quale conserva reperti dell'epoca medievale di Siracusa.
L'Archimedeion
Dedicato alle invenzioni del matematico siracusano, Archimede, contiene oltre alle ricostruzioni delle sue opere anche un cinema 3D per intrattenere i turisti.
Museo del mara
Dedicato alla storia marinara della città, in esso troviamo tra le varie esposizioni delle ricostruzioni in legno della carpenteria navale.
Museo Aretuso dei Pupi
Mostra l'antica arte siciliana dell'Opera dei Pupi, dichiarata anche Patrimonio dell'Unesco.
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fashionluxuryinfo · 5 years
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DBG Management & Consulting è lieta di invitarvi all’inaugurazione dell’Atelier “Memoria Viva” 1939 – 1945 Cassino Esposizione interattiva che si avvale di tecnologie innovative, tra personaggi virtuali che prendono vita e ricostruzioni di foto in 3D, per ricordare il passato e guardare al futuro in modo più consapevole Martedì 10 settembre 2019, ore 18:30, Museo Historiale, Cassino
https://www.fashionluxury.info/it/
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asterargureo · 2 years
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YouTube ormai mi propone solo documentari sui naufragi,ricostruzioni di naufragi,navi affondate ricostruite in 3d,clip di Titanic, oggetti recuperati dal Titanic,la Concordia,naufragi nei Grandi Laghi americani,navi gemelle del Titanic che ovviamente sono affondate pure loro,nave Carpathia che indovina indovinello, sì è affondata, l'Andrea Doria.
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