Tumgik
#ricominciare dal nulla
focacciato · 7 months
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Ho pensato tante volte di lasciare questa terra che non mi ha mai dato nulla e tolto tutto. L'antimeridionalismo parte dal siciliano quando dice che va tutto bene, che la Sicilia è bella, c'è il mare, il sole. Negare i problemi, minimizzarli come se uno stipendio da fame fosse normale. Come se aspettare 2 ore un bus fosse normale. Come se l'unico modo per avere una visita in tempi brevi è avere una conoscenza fosse normale. Ho provato in tutti i modi a restare, fare qualcosa per migliorare questa terra, ma ahimè non ci sono riuscito e quindi eccomi qui, più che un cervello in fuga, un fegato distrutto perché avrei voluto fare di più e avere la possibilità di restare dove sono nato, accanto alla mia famiglia e invece eccomi qui, lontano da tutto e obbligato a ricominciare, per me, per la mia famiglia e per il mio futuro.
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yoursticazzi · 8 months
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Nulla sará perso finché avremo il coraggio di proclamare che abbiamo perso tutto e che bisogna ricominciare dal principio.
J. Cortázar
(Trad. di M.Fernández)
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be-appy-71 · 1 month
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"Vorrei portarti a cena, senza limousine, senza macchina e senza nemmeno quel famoso cavallo bianco.
Vorrei passare a prenderti in bicicletta, tu davanti che t'assapori l'aria e io che respiro quella che passa da te, quell'ossigeno di vita alimentato dal tuo sapore e dal tuo sorriso che accende definitivamente l'estate.
Tu appoggiata a me, ed io sopra le case attorno a noi che riecheggiano questo umore che colora la strada dietro di noi.
Vorrei portarti a cena, solo per stare con te, solo per saziarmi della tua presenza, solo per parlare di quello che inizialmente era un vuoto nel nulla ed ora è divenuto un noi, un soffio di rugiada che spegni i pensieri e accarezza un mondo che rotolava giù dalla scarpata e, rinasce in una valle desolata e oppressa, ma ora pure i girasoli sono rinati e seguono la tua luce.
Vorrei coprirti con un manto di stelle ed il buio attorno per poterle contare tutte, fermandoti al due per poi ricominciare, perché nasce lì il vero significato che hai dato al mio nome.
Vorrei una coperta e la bicicletta lasciata da parte, a puntare quelle stelle, una candela per far risplendere il tuo sorriso e contare le mie nuvole che stanno sbiadendo adesso, di quanto fiato ho sprecato e di quanto ne sto recuperando tutto in una volta.
Vorrei portarti a cena in questo ristorante particolare nato solo per noi, sfamandoci con quel dove sei stata sino adesso e con quel morire sulle tue labbra per iniziare a vivere."♠️🔥
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(Andrea Talignani)
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vefa321 · 1 year
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Sette: il numero magico.
Dai sette peccati capitali alle sette meraviglie del mondo.
Nulla viene tralasciato.
Qualche esempio con il numero sette dalla scienza alla funzione cinematografica.
📌7 colori dell’arcobaleno,
📌7 note musicali,
📌7 giorni della settimana,
📌7 anni (età della ragione),
📌7 chakra (per veicolare l’energia),
📌7 anni (per il rinnovamento delle cellule umane),
📌7 meraviglie del mondo,
📌7 bracci del candelabro sacro ebraico,
📌7 raggi (Alice Bailey),
📌7 peccati capitali,
📌7 sacramenti,
📌7 virtù (teologali),
📌7 invocazioni (nel Padre nostro),
📌7 leghe (gli stivali delle),
📌7 mogli (di Barbablù),
📌i 7 mercenari,
📌i 7 samurai,
📌007 (James Bond),
📌le 7 bocce di cristallo,
📌le 7 vite dello sparviero,
...
Insomma il sette è un filo conduttore, dal quale cominciare e ricominciare.
E ora parliamo delle sette strisce della pastiera.
➡️Per chi crede o chi vuole crederci.
Tra il mito e la leggenda, la storia di una sirena o il connubio simbiotico del mare e Napoli.
Secondo la prima leggenda le strisce della pastiera devono essere 7, disposte in modo tale da creare dei rombi. La storia racconta di una sirena "dormiente", come in letargo, che in primavera emerge dalle acque per salutare il popolo della sua città. Come da tradizione, la sirena canta, allietando tutti i napoletani. Questi ultimi, per ringraziare la creatura mitologica, le portano farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d’arancio, spezie, vaniglia e zucchero. Gli ingredienti, mescolati insieme, formano la pastiera e sono 7, come le strisce che vanno a ricoprire il dolce partenopeo.
La seconda leggenda riguarda invece il mare: pare che una volta, sulle spiagge di Mergellina, le mogli dei pescatori abbiano portato sette ceste con ricotta, frutta candita, grano, farina, burro, uova e fiori d’arancio come offerte per il "Mare", così da "ingraziarsi" l'elemento acquatico e far tornare i propri mariti a terra, sani e salvi. Al mattino, quando le donne tornano in spiaggia per riaccogliere gli uomini si accorgono che i flutti d'acqua avevano mischiato tutti gli ingredienti. In una delle ceste è comparsa però una torta tutta nuova: la pastiera appunto.
❕❗Insomma oggi si è Pastierato... modestamente.
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fashionbooksmilano · 5 months
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Eric Kessels Complete Amateur
A Pro's Guide to becoming more Amateur
Corraini Edizioni, Mantova 2022, 160 pages, 13,50x20cm, English, ISBN 9791254930137
euro 26,50
email if you want to buy [email protected]
Un tributo al dilettantismo da parte di Erik Kessels, tra i più originali e irriverenti protagonisti del mondo dell’arte, della grafica e della comunicazione: Il perfetto dilettante ci mostra come dimenticare tutto ciò che sappiamo e misurarci con ciò di cui non sappiamo proprio nulla. Costellata di irresistibili capolavori di principianti assoluti (e artisti che dei principianti hanno mantenuto l’approccio libero e sperimentale), questa guida fotografica è un invito ad allenare il muscolo del dilettantismo per sfuggire alla trappola della professionalità. “Fallo come se non sapessi cosa stai facendo”, propone Kessels, suggerendo che buttarsi alla cieca a volte è l’unico modo di vedere le cose con chiarezza, e che le idee migliori spesso vengono quando non si conoscono le regole e non si teme di sbagliare. Ricominciare da zero ci costringe a esplorare strade nuove e imprevedibili, nella vita e nel lavoro: questo libro – che può essere letto come si vuole, anche partendo dalla fine – ci esorta a liberarci dal nostro bagaglio di aspettative, conoscenze e soluzioni sicure (ma banali), per riscoprire finalmente il nostro principiante interiore.
03/01/24
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ipotesi-controversa · 15 days
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oggi è uno di quei giorni in cui fingo di tenere occupato il mio cervello per sfuggire ai ricordi.
mi piacciono i miei ricordi, anche quelli in cui ci sei anche tu; sono gelosa, me ne rendo conto dal modo in cui sorrido quando ne parlo. mi chiedo come si possa diventare sconosciuti da un giorno all'altro e mi viene da piangere perchè mi rendo conto che i miei modi non sono mai stati all'altezza della situazione.
io non mi sento mai all'altezza della situazione-questo è il punto.
sia chiaro, era tutto un totale fallimento, ora lo so.
è difficile sradicare qualcosa che è dentro di te, l'ho capito qualche tempo fa quando fingevo disinteresse e invece ci sono rimasta male, ma non ho detto nulla come al mio solito.
tu comprendevi sempre quando qualcosa non andava, come quel giorno di febbraio in cui mi hai visto piangere, senza nessuna apparente ragione, e nell'unico momento tranquillo, mi hai detto "dai, mettiti qualcosa che ti porto in un posto".
ho riguardato di recente le foto di quella giornata, e poi riletto anche il messaggio che diceva qualcosa del tipo "una giornata iniziata male, può comunque finire bene".
quando sono nostalgica mi rintano nelle cose positive che ci sono state; sono state molte, molto belle, difficili da ripetere.
qualche giorno fa, ho ricevuto una chiamata, un amico mi chiedeva un consiglio e mi è venuta in mente quella volta che mi ho trovato quel bigliettino con quella canzone che mi piaceva tanto e due biglietti per salire in alto, fino al cielo in uno dei miei posti preferitissimi nel mondo- "quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti"
ho chiuso gli occhi un istante e mi è venuto in mente quel monologo di Verdone di quel film che abbiamo visto insieme - "C’è la neve nei miei ricordi, c’è sempre la neve e mi diventa bianco il cervello se non la smetto di ricordare".
c'era tantissima neve e nemmeno un albero, lì a pochi passi dal cielo, ero felice e lo sapevo benissimo e anche tu eri felice.
come sia possibile ricominciare dopo determinate cose, io non lo so.
non lo so ora, non lo sapevo mesi fa e continuerò a non volere una risposta vera a questa domanda perchè vorrebbe dire accettare di andare avanti pur non avendo più nulla di simile a ciò che mi rendeva un piccolo grumo di felicità.
ho parlato con la psicologa, non è venerdì, ma certi pensieri fanno più rumore di altri nonostante io abbia impostato la modalità "non disturbare" sulla tua persona.
oggi, dopo un po' di tempo, sono nostalgica, nostalgica per davvero e forse mi manca la Giulia felice di quel periodo, ma non posso proprio farci nulla.
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filmetto · 8 months
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Heyyy ho visto su letterboxd che hai guardato the story of film a new generation... Come ti è sembrato?? (Anche io l'ho guardato ieri, dopo una rewatch di tutta la serie)
Hey amica!!! ⛲️🍉🌻 io sto facendo il rewatch al contrario, nel senso che volevo vedere prima il nuovo episodio e poi ricominciare la serie. C’è una grande pecca per me che purtroppo non ha nulla di oggettivo, che è la mia abitudine alla voce italiana di Jeremy Irons che parla soavemente di Ozu, mentre la voce narrante di Cousins è una Derry girl cresciuta. Parte del fascino della narrazione quindi per me si perde, ma restano le osservazioni stimolanti che strutturano anche il resto della serie. Credo sia pressoché impossibile dare una visione storicamente completa e lucida del decennio cinematografico che abbiamo appena finito di vivere, sia per la saturazione e l’esplosione di contenuti, sia perché è difficile rendersi conto di quali film faranno la storia quando non sono ancora stati messi alla prova dal tempo. Penso che Cousins ne fosse consapevole, e che abbia scelto di limitarsi a suggerire delle interpretazioni, delle linee guida in base a cui ragionare su quello che il cinema ci dice del periodo storico che attraversiamo. Mi è piaciuta la riflessione sulla cattiveria umana, e che abbia spostato l’attenzione dal cinema alla società usandolo come specchio per ricordare quanto ancora siamo lontani da un mondo giusto.
E poi c’è sempre quel bel momento in cui arriva a parlare di un film non tanto chiacchierato, ma che è uno dei tuoi film preferiti, quelli che ti fanno amare il cinema in toto, e te ne spiega un pregio, e tu pensi sì! esatto! ha lasciato un segno in te come lo ha lasciato in me! Ed è il sentimento euforico che penso regga l’intera serie. L’ho provato anche in questo episodio e quindi mi ritengo soddisfatta. (Per me il film era Leave no trace. È successo anche a te con uno di quelli di cui ha parlato?)
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susieporta · 2 months
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La missione che avete in questa vita, non la stabilisce il governo.
Se siete nati guaritori, troverete il modo di farlo anche seduti su una panchina.
Se siete nati artisti, o ingegneri, o estetisti o parrucchieri, o per essere madri o per cucinare, nessun governo potrà impedirvelo, l’esistenza troverà comunque il modo di farvi portare avanti il vostro compito.
Io aiutavo le persone anche mentre vendevo le maglietta in negozio.
Nulla che sia destinato a voi può esservi tolto e cosi pure il contrario.
Se qualcosa ad un certo punto non servirà più alla vostra anima, per evolvere, al primo passaggio di saturno, vi verrà portata via.
Più di una volta nella mia vita sono rimasta a zero. Su vari fronti. E ho ricominciato tutto daccapo.
La paura di perdere cose o persone è legata esclusivamente alla mancanza di fede.
La mia fede nell’esistenza, messa molte volte a dura prova, è sempre tornata più forte di prima quando ho osservato quale tassello dovevo sbloccare per fare un balzo in avanti.
Da diversi mesi, non ho più la salute di prima, anzi diciamo non godo di buona salute, ma in fondo sono convinta che debba comprendere qualcosa che ancora mi sfugge, o che non sono disposta ad accettare.
Ognuno di noi ha qualcosa che non vuole assolutamente mollare: io confidavo sempre nella mia enorme energia fisica ad esempio, viaggiavo continuamente, non stavo mai ferma più di una settimana nello stesso luogo. Ora non posso farlo più.
Più siamo attaccati a qualcosa, più questo crea karma, più l’universo tenderà a riportarci ad uno stato di neutralità verso quella cosa.
I nostri maggiori attaccamenti sono visibili nei temi natali.
Non vogliamo assolutamente mollare la presa e allora, la dovremo mollare per forza.
Funziona così per tutti.
Qualcuno ha un’intera vita di malattia
Qualcuno di lutti
Qualcuno non ha mai soldi
Qualcuno viene continuamente truffato o derubato
La chiesa ci dice che nasciamo tutti peccatori, e sbaglia nella forma ma in un certo senso karmicamente è vero: tutti abbiamo degli irrisolti ( è la parola peccato che confonde) che abbiamo creato coi nostri comportamenti, pensieri, desideri, attaccamenti, non detti, non fatti.
Tutte queste cose ci spingeranno a tornare su questo pianeta e ricominciare tutto daccapo, più e più volte finché non ci saremo completamente risvegliati dal sogno.
Occorre lavorare sui principali attaccamenti e imparare a sganciarsi dalla presa da soli, senza aspettare che sia la vita a staccarci con la forza.
Il lavoro che si fa, se è una missione, quindi cambierà forma, ma non sostanza.
Se è solo uno stipendio per sopravvivere, forse ti verrà tolto per farti comprendere che devi sviluppare altri talenti, una fede più forte, espanderti, aprirti all’abbondanza e cosi via.
Per questo farsi ricattare è sempre una pessima idea: bisogna guardare il diavolo negli occhi e far si che sia lui a tremare!
Quindi al prossimo giro in cui vi ricatteranno per qualche motivo, in amore o nel lavoro, ricordatevi queste parole.
E non tremate.
Lasciate la presa.
E continuate il viaggio.
Quando non servirete più, allora lascerete il corpo, ma questo, come al solito, non lo stabilisce il governo che sta in parlamento, ma un altro governo.
Decidete voi a chi obbedire.
_Claudia Crispolti
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saayawolf · 8 months
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Straniero sulla terra è colui che non trova pace, né luogo dove soggiornare, colui che ha sempre gli occhi rivolti al cielo e che si sente prigioniero sul pianeta. Egli ha sempre una forte nostalgia che non sa definire, si commuove se guarda le stelle e non riesce ad identificarsi con niente e nessuno.
Egli si sente legato agli elementi naturali, ama i sassi, la terra, il fuoco, l'acqua, l'aria limpida e cristallina, gli alberi maestosi e il vento, gli oceani e i deserti sconfinati, tutte le forme di vita, anche le più piccole, ma tutto ciò è per lui fonte di continuo stupore, di meraviglia, come potrebbe essere meravigliato e affascinato un turista che visiti luoghi ameni e nuovi. Egli ne è attratto perché sente che il suo corpo è fatto con gli stessi elementi e quindi con loro si riconosce, ma solo in quanto elementi essenziali alla vita su questo pianeta e non come una cosa che rappresenti se stesso, poiché il corpo umano viene sentito come un veicolo stretto e limitante.
Lo straniero è un solitario, spesso un introverso che vorrebbe scappare sulle montagne più alte o sprofondare negli abissi marini. Ha sempre un certo fascino sugli altri ed è fortemente amato o odiato, non suscita mai indifferenza e se pur vive spesso con le persone, egli preferisce la solitudine. É indipendente, sa bastarsi e può fare a meno di tutto e di tutti. Sa amare profondamente ogni cosa, un filo d'erba come un altro essere umano, ma può rinunciare a qualunque affetto e può ritirarsi dentro di sé senza perdere l'amore per il Tutto.
Lo Straniero vive nella terra di nessuno, non ha patria, né razza, né catene e non è neppure un cittadino del mondo perché egli si sente perso ovunque vada. Per lui non esistono differenze negli uomini o nei paesi, perché ogni paese lo affascina e lo respinge, perché ogni uomo è simile pur essendo troppo diverso da lui.
Egli appartiene alla razza umana solo perché ne riveste l'abito, ma non riesce ad identificarsi con nulla e nessuno. Trascorre la sua vita tentando di scappare dal mondo, cercando altri spazi sconfinati e continua a porsi l'interrogativo: "Qual è il mio posto?", e percorrendo ogni strada non lo troverà mai.
Lo Straniero ha un carattere eclettico, si interessa di tutto, è affascinato dalla scienza e dalla tecnologia, ma non approfondisce mai nulla, impara ciò che gli serve esclusivamente per la momentanea necessità e poi passa ad altro, ha un'ottima manualità che preferisce usare solo a scopi pratici per la sopravvivenza quotidiana. Egli ha una elevatissima adattabilità e una enorme capacità di trasformazione e riutilizzazione di materiali di ogni tipo.
Lo Straniero è senza tempo, egli vive costantemente il presente e non sa programmarsi il futuro, dimentica velocemente il passato e trasforma tutto in dati da elaborare al fine di imparare velocemente ciò che gli serve.
Lo Straniero non appartiene a nessuno e non desidera che nulla e nessuno gli appartenga. Egli è vagabondo sulla terra, alcuni di loro senza pur mai rassegnarsi, cercano di trovare un adattamento, altri non ci riusciranno mai e rimangono vagabondi anche di fatto, oppure sconfinano nell'alienazione, altri scoprono e accettano il compito per il quale sono venuti.
Lo Straniero ha un intuito sviluppatissimo che lo guida, ha doti telepatiche, comunica con l'universo e riceve indicazioni, egli sa di non poter decidere della sua vita, ma non tutti lo scoprono a tempo e seguono la strada indicata o trovano le indicazioni. Per lo Straniero possono trascorrere anche molti anni prima di comprendere il suo percorso, per questo, ogni tanto, altri stranieri gli indicano la strada.
Allo Straniero è concesso di incontrarne altri, ma sta solo a lui riconoscerli e farsi riconoscere, non gli è concesso però la comprensione degli umani con i quali può vivere, ma non integrarsi. Allo Straniero non sono concesse certezze e sicurezze e se egli le crea, queste gli vengono distrutte, tolte e deve ricominciare a vagabondare. Egli va dove è atteso con una valigia in mano e vive di elemosine dall'universo.
Non ha amici e parenti, ma è l'amico più affettuoso e leale, il figlio più amabile, il genitore più comprensivo ed è disposto a lasciare tutto e tutti per rispondere alla chiamata, perché egli non appartiene a nessuno ed è di tutti.
Lo Straniero è un ribelle, anticonvenzionale e difensore della giustizia assoluta, non ha regole e religione e non conosce aggregamenti e partiti, lavora da solo pur trascinando anche le masse, spesso sconfina nell'utopia e viene sacrificato dagli stessi che ha difeso o per i quali ha lavorato.
Lo Straniero non comprende la sua realtà, è destinato a soffrire a lungo, la nostalgia di casa lo attanaglia per lungo tempo, non trova mai una sistemazione definitiva ed è vittima dei suoi mutamenti. Si sente diverso dagli altri e non comprende il perché; cerca costantemente delle risposte che non trova e viene attratto da tutto ciò che appare fuori dalla norma. Rifiuta schemi precostituiti, imposizioni, Maestri di ogni tipo, scuole e dottrine unilaterali, pur tuttavia continua la sua estenuante ricerca della sua verità.
Per il mondo, spesso lo Straniero è un disadattato, un anormale, da emarginare o da emulare. Lo Straniero è un riformista, ma anticipa sempre troppo i tempi e non vive mai in contemporanea con i suoi simili. Ha grandi idee, spesso innovative o rivoluzionarie, ma manca totalmente di quel senso pratico prettamente umano che in genere consente poi, di attuare facendosi spazio forzatamente. Egli vive nel mondo delle idee che spesso regala ad altri.
Esteticamente lo Straniero è spesso piacevole, attraente, ma fisicamente è quasi sempre limitato, come se facesse molta fatica ad adattarsi al corpo umano; più probabilmente egli non lo accetta mai completamente così, da essere egli stesso con il tempo, a creargli dei limiti.
La sua vita umana è in genere molto complessa, piena di ogni tipo di esperienze, spesso anche contraddittorie; infatti può rivestire i ruoli più strani, può fare l'umile facchino e poco dopo il mega direttore; si amalgama bene con qualsiasi ceto sociale, ma non rimane mai troppo a lungo nelle situazioni. Se lavora per ottenere qualcosa, che sia un oggetto, che sia un'idea, un progetto o altro, appena l'ha ottenuta perde di interesse e passa subito ad altro. L'unica cosa che non perde mai è la costante volontà di comprendere, di ricercare la propria strada, di tentare di tornare a casa.
Da dove viene questo misterioso ed affascinante essere che sconfina nella follia degli eroi e dei martiri? L'universo è la sua casa e il suo viaggio non ha fine, poiché fino a quando esisteranno esseri deboli e sofferenti egli verrà inviato a soccorrerli. Egli è messaggero di una voce di pace e di risveglio e il suo unico bagaglio è l’amore.
Monolitum -The Portal
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volumesilenzioso · 2 years
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⚠️TW⚠️
(disturbi alimentari, depressione…)
mi vergogno di queste foto, ma le considero importanti, scrivere tutto quello che troverete sotto senza mettere le foto, secondo me, non avrebbe avuto senso
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credevo di dover perdere altro peso per essere felice…
sono sincera, guardandomi allo specchio mi rendo conto di aver ripreso peso, si capisce anche dal fatto che dopo un anno e mezzo sono uscita dall’amenorrea, eppure non sono felice neanche adesso, perché la verità è che mi sono sentita costretta a ricominciare a mangiare, ma continuo a odiare il mio corpo, in tutto e per tutto. non mi voglio bene, neanche un po’. non vado fiera dei kg che ho ripreso, non mi piaccio di più. sicuramente ho più energie, riesco a fare più cose, ho ripreso a studiare, a uscire ecc, ho addirittura conosciuto un sacco di persone nuove, apparentemente sono più aperta, sembro quasi socievole, a volte sembro estroversa. la verità è che non è cambiato nulla interiormente, ho ancora la stessa voglia di dimagrire che avevo un anno fa, ho ancora l’obiettivo di scomparire lentamente, torturandomi, morendo di fame. quando non mangiavo ero ancora più aggressiva e irritabile, rispondevo male a prescindere da tutto, non riuscivo a muovermi, ero costretta a farmi asciugare i capelli da qualcuno perché non riuscivo a tenere il fono per più di due minuti senza che iniziasse a pesarmi, come se mi si stesse staccando il braccio. ero impotente, ma nello stesso tempo mi sentivo potente, perché convinta di avere il controllo totale sul mio corpo e sulla fame. adesso so che il controllo era proprio ciò che non avevo, eppure mi manca stare così, mi manca perché ormai mi ero abituata a quella condizione, mi manca perché rischiavo di morire da un momento all’altro ed era proprio quello il mio obiettivo, ora questo obiettivo mi sembra estremamente lontano perché ho ripreso quel maledetto peso, perché fisicamente sono in salute, perché ho di nuovo il ciclo e il mio corpo funziona, non rischio più il collasso, non rischio più di addormentarmi e non svegliarmi più, non rischio più di svenire ad ogni passo che faccio, il mio corpo sta bene. ma la mia mente è rimasta lì, è un casino totale, mi dice di tornare indietro ogni giorno e ignorarla diventa sempre più difficile. però so, nel profondo, che sto facendo la cosa giusta, so che me lo devo, so che un giorno mi ringrazierò per tutti gli sforzi che sto facendo, so che continuando così, forse, riuscirò a stare meglio, non dico che sarò felice, ma starò bene. ricordo la sera in cui provai a togliermi la vita come fosse ieri, ricordo gli sguardi della mia famiglia, spenti quanto il mio, abbiamo tenuto la cosa estremamente privata, solo parte della mia famiglia l’ha saputo, e altre persone al di fuori della famiglia che mi sono state vicine. oggi lo sto scrivendo qui perché su questo social mi sento libera, sento di poter parlare di tutto, lo uso anche un po’ per sfogarmi. ma quello che voglio dire, raccontando tutto ciò, è che forse c’è un motivo se sono ancora qui (che ancora oggi non mi è chiaro), forse devo iniziare a vivere per me e per le persone che mi circondano, perché ho visto come mi guardavano quella sera, per mesi non mi hanno lasciata sola neanche un secondo per paura che potessi riprovarci, so di aver ferito loro, non tanto me stessa. so cosa significa stare male, voler mettere fine a tutto, diventare egoisti in un certo senso, so cosa significa tutto questo e so quanto sia difficile farsi aiutare, parlarne, far entrare qualcuno nel proprio mondo. ma fatelo, fate la cosa che vi sembra sbagliata, andate verso quella via d’uscita che vi sembra irraggiungibile. fatelo prima per gli altri, piano piano inizierete a farlo anche per voi stessi. ad oggi non sto bene, per niente, sono mentalmente distrutta, eppure qualcosa è migliorato. ho ripreso quei kg, i miei occhi sono ancora spenti, ma non tanto quanto lo sono nelle foto qui sopra, ogni tanto si accendono, brillano. ogni tanto mi capita di sentirmi bene, cosa che prima non succedeva. per questo mi impegno così tanto nell’andare contro la mia testa, perché forse ne vale la pena, perché forse un giorno i miei occhi brilleranno di più.
vorrei solo dire a chiunque si sia trovato o si trovi nella mia stessa situazione, chi per un motivo, chi per un altro, che non dobbiamo arrenderci. che un sorriso vero dopo mille sorrisi falsi è comunque valido e non va sottovalutato, che la vita è una (una merda, direte) e in parte abbiamo il potere e il dovere di modellarla a nostro piacimento. non otterremo tutto quello che vogliamo, non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi e non realizzeremo tutti i nostri sogni, ma possiamo provarci, e possiamo andare fieri dei risultati che otteniamo perché ogni risultato, per quanto piccolo sia, ha un suo valore, ma questo valore bisogna riconoscerglielo.
vi prego, andate avanti, non mollate mai. io spero di continuare su questa strada, spero di averne le forze, e spero che voi possiate fare lo stesso.
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Ventidue. Il quarto di secolo si avvicina sempre di più e ancora non sei laureato, non hai un lavoro stabile e non sei nemmeno sposato. Non sei neanche più sicuro di voler continuare con la specialistica, visto che non hai idea di quale campo ti interessi di più — quei simpaticoni dei tuoi amici suggeriscono Geriatria, la mamma ti vedrebbe bene come ortopedico — e stai seriamente prendendo in considerazione di ricominciare tutto da capo e iscriverti a Veterinaria.
Niccolò sdrammatizza, ricordandoti che eri tu quello che diceva che bisogna vivere la vita minuto per minuto e che se nel prossimo minuto vuoi diventare il dottore delle giraffe più famoso al mondo a lui sta più che bene.
“Il tuo lavoro non definisce chi sei come persona. Certo, visto che ti toccherà farlo fino a quando sarai ottantenne anche nel corpo, oltre che nello spirito, sarebbe meglio non lo detestassi… Ma per pagare le bollette puoi anche diventare, che so', autista dell'ATAC.” Rincara la dose, di tanto in tanto.
Perfino tuo padre ti dice che hai solo ventidue anni e hai tutto il tempo di reinventarti quante volte vuoi.
Che poi, te ne danno già ventidue dal primo gennaio — nonostante tu insistessi che no, erano ancora ventUNO — quindi…
22; Nicco sostiene sia un numero importante, lo scrive dappertutto in questi giorni e non sai se sia per prenderti per il culo — preferisci altre maniere, in tal caso, molto più piacevoli — e forse ora che hai aperto il biglietto di auguri con sopra un gigantesco 22 capisci pure perché.
“Il 22 è uno dei numeri più potenti ed è un segnale di qualcosa di potente nella tua vita in grado di trasformare i sogni nobili in realtà. È connesso alla sicurezza delle proprie azioni, è un numero pragmatico, ambizioso e indisciplinato.
Infatti viene associato alla gioventù e ai tumulti emozionali che si provano da ragazzi. Se stai vivendo una particolare relazione di coppia il numero 22 è un invito a osare, a chiedere e sperimentare con il tuo partner”
Che sia un modo piuttosto contorto di Niccolò per chiederti di provare qualcosa di nuovo? Potrebbe darsi.
Bè, non avresti nulla in contrario. Si vive una volta sola e ogni anno ti avvicina inesorabilmente alla vecchiaia, no?
Meglio godersi la vita finché si può.
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aliceisinchains · 1 year
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Prima esperienza in PS con un paziente molto grave (alla quale sono dedicata) per una consulenza psichiatrica: la causa era agito aggressivo, inagganciabile a livello comunicativo, totalmente bloccato nelle sue ripetizioni. Risparmio l'attesa e gli sguardi di infermieri e medici che conoscono benissimo questa meraviglia e non vogliono averci nulla a che fare. Dopo aver fatto notare al primo medico che lo visita, che il mio paziente(lo chiamerò Ortensio) ora è tranquillo perché poco fa è stato sedato come un cavallo da auto medica, a seguito due uomini robusti dell'ambulanza e me e due mie colleghe che non riuscivamo a tenerlo; aspettiamo la consulenza con una psichiatra che definirei acutissima nel suo lavoro. Tratta Ortensio come se avesse due anni (un uomo di 50 anni che avrà un lieve ritardo ma è più intelligente della maggior parte di voi su sto social), gli chiede come sta e gli dice di fare il bravo altrimenti lo ricovererà(manco te ci credi teso). Consulenza finita Ortensio sta bene, è tranquillo. Forse dal mio sguardo capisce che la considero un'incompetente perché decide di modificare leggermente la terapia. Insomma il sedaggio dell'auto medica sta finendo(siamo lì da ore), faccio notare che sta tornando aggressivo: sarà forse il caso di ricoverarlo? No, lo sedano di nuovo e ci chiamano un' ambulanza. Torniamo in struttura e Ortensio ritorna aggressivox2, decide di ricominciare da dove c'eravamo lasciati prima della chiamata del 118 nel primo pomeriggio. Allora io sto 118 lo richiamo pure un po' incazzata e lo faccio arrivare. Ma il 118 non bastava per cui chiamò l'auto medica. Arrivò anche l'infermiera della struttura. Il reperibile della sera. I carabinieri. Babbo Natale in ritardo. Insomma ritornerà in PS ma lo ricovereranno? Tadadadaan no... È dovuto tornare una terza volta la stessa sera per avviare un ricovero. Tutto questo serve a me come sfogo non a smerdare la sanità che lo fa già da sola dai.
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gregor-samsung · 11 months
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“ Ai giardini eravamo tra donne, sedute tranquille sulle panchine, o a ciondolare svagate tra i vialetti in pieno pomeriggio. Perdere tempo, aspettare che il bambino cresca. Mi chiedevano l’età del mio, lo paragonavano ai loro, i denti, i primi passi, il vasino. Più avanti, quando ormai il Picio camminava e giocava con gli altri bambini, li sorvegliavamo, facilmente astiose, ci coalizzavamo contro i cani schifosi che fanno i bisogni lì vicino, contro i grandi di dodici anni che scorrazzano in bici tra i vialetti, dovrebbe essere vietato. Nient’alto, o quasi, nei nostri discorsi. Ricordavo ancora quelli fra amiche, non così lontani, neanche tre anni prima, pieni di storie d’amore eccitanti, tanto diversi da quelle scialbe considerazioni sui figli. Ma c’era poi tanta differenza tra «stasera esco con Tizio, che vestito mi metto?» e «ora andiamo, su, in fretta, che tra poco torna papà», frase che pronunciavo anch’io? Ciascuna di noi era isolata dal noto alone della donna sposata, nelle conversazioni si ripiegava sui bambini, un territorio sicuro, perché nessuna aveva il coraggio di lasciarsi andare, raccontare, come se l’ombra dei mariti fosse sempre presente. Tutt’attorno, il paesaggio era sublime, il lago, le montagne grigio-azzurre. A giugno l’orchestra del casinò ha iniziato a suonare all’aperto per i turisti, le note di un blues o di un paso doble giungevano fino al nostro recinto della sabbia. La vita, la bellezza del mondo. Tutto era fuori, non dentro di me. Non c’era più nulla da scoprire. Tornare a casa, preparare la cena, lavare i piatti, due ore di studio incerto, dormire, ricominciare. Magari fare l’amore, ma anche quella era diventata una vicenda domestica, senza aspettative né novità. Per rincasare passavo dalle strade del centro, perché i marciapiedi erano più larghi. Nei bar entravano ragazze sole, uomini. Io mi infilavo nell’unico posto della città in cui non sarei stata fuori luogo con un bambino piccolo, uno spazio tutto al femminile, dalla cassiera alle clienti, con carrelli in cui si poteva trasportare contemporaneamente cena e figlio senza stancarsi. Il supermercato, la ricompensa delle mie uscite. “
Annie Ernaux, La donna gelata, traduzione di Lorenzo Flabbi, Roma, L'Orma editore (collana Kreuzville Aleph), 2021¹; pp. 164-165.
[1ª Edizione originale: La Femme gelée, Paris, Éditions Gallimard, 1981]
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ilguardianodelfaro · 2 years
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Mi basterebbe un giorno non avere
la sensazione di ricominciare,
ma quella di riprendere dal punto
dove ho lasciato prima di dormire,
invece i sogni fondono ogni cosa
col loro magma e all’alba non ho nulla.
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stronger31 · 1 year
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E ogni volta, irrimediabilmente, anche dopo mesi senza pensarci, mi ritorni in mente. Sei sempre li, in un angolino chiuso della mia mente, separato dagli altri pensieri, dalle altre preoccupazioni; ma qualche volta così dal nulla risali in superficie e non posso fare altro che ricominciare a pensarti.
-stronger31
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licaliquor · 2 years
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Dazai Osamu x Mafia Fem Reader
the first meeting
characters x reader (serie)
enemies to lovers
Tumblr media
Era una delle tante notti dove la giovane ragazza apprendista non aveva tempo per riposare doveva stare di guardia al capannone di legno nel bosco,il capo le aveva ordinato con i suoi soliti modi,ovvero quasi minacciandola,di mettersi sotto copertura e nascondersi al suo interno, per poi attaccare solo chi vi entrasse badando a non rompere nulla del laboratorio al piano superiore.
Le ore passavano tranquille e ormai il chiaro di luna dominava il paesaggio circostante. Y/n stava già presentando i primi sintomi del sonno ma se fosse successo qualcosa mentre dormiva probabilmente sarebbe morta in seguito perciò non ne valeva la pena distrarsi. Per evitare di diventare schiava del sonno e dei suoi sbadigli iniziò dei costanti giri di ronda nell’ombra. Saltava e si nascondeva da una parete all’altra finché con agilità non toccava il soffitto per poi ricominciare il giro dall’inizio. Si affaticava un po’ ma almeno rimaneva vigile. Andò avanti così per almeno una decina di volte quando d’un tratto si fermò, totalmente paralizzata da dei rumori in lontananza che le avevano fatto drizzare le orecchie e quasi inarcare la schiena come un gatto spaventato. Subito si nascose dietro delle casse di legno in un angolo remoto,preparando un assalto alle spalle di chiunque si stesse per introdurre nell’edificio. Purtroppo però il nemico si rivelò più in gamba,ed appena entrati distrussero proprio il suo nascondiglio con fare soddisfatto.
“Chuuya abbiamo compagnia”Disse rivolgendosi al ragazzo dai capelli rossi il compagno che l'aveva trovata. Non appena ella vide chi aveva di fronte capì che le probabilità di successo erano estremamente scarse. Il suo avversario era il solito ragazzo con le bende, lo aveva osservato varie volte in altri combattimenti, la sua abilità consisteva nell’ annullare le abilità altrui e come se non bastasse anche il suo compagno era forte per quanto aveva potuto constatare tempo fa. Scaricò loro un’ondata di vento con la sua abilità come diversivo e iniziò a saltare fra le pareti per non essere toccata dal giovane cosparso di bende,altrimenti sarebbe andato tutto in fumo,compresa la sua vita.
“Chuuya chiudi le entrate,ho capito che vuole fare,lei sa come agiamo.” Spiegò velocemente al ragazzo, che contrariato obbedì lo stesso agli ordini del compagno dai lunghi ciuffi bruni, dando così iniziò ad un infinito inseguimento,dove ella era sempre in qualche modo più veloce di loro due. Anni di allenamento e sopravvivenza nella mafia le avevano conferito una rapidità ed elasticità unica,qualsiasi cosa facessero era sempre un passo avanti,la sua mobilità fisica quasi superava la sua abilità nello sfruttare l’aria circostante. Eppure quella notte,come ormai da qualche mese,dipendeva tutto da lei,un passo falso e sarebbe stata la sua fine. La sua vita era costantemente appesa ad un filo da quando per continuare a vivere dovette unirsi all’organizzazione,ma la scelta era tra la mafia e la strada. Era certa che di lì a poco avrebbero smesso di inseguirla e a quel punto li avrebbe stesi con un’altra scarica di vento dandogli il colpo finale,invece durante la continua fuga dal ragazzo,il suo compagno preceduto da un enorme boato, in una mossa aveva distrutto tutto il laboratorio sotto i suoi occhi.
Di fronte a quei frammenti sentì una stretta allo stomaco e quasi non respirava più al pensiero delle conseguenze di questo su di lei,fermandosi spontaneamente per un istante ancora a mezz’aria incredula del gesto del ragazzo. Le sembrava non ci fossero più motivi per vivere ora, l’unica scelta che le apparve saggia per uscire da quella situazione era accettare la sua morte l’indomani e togliersi l'ingombro d'una vita simile. “Presa” Concluse così il combattimento il ragazzo,approfittando di quell’attimo di sconforto e distrazione per toccarle di sfuggita la fronte e annullare il suo potere,interrompendo la sua agonia. Con esso però erano terminate anche le energie della giovane che dopo aver corso,saltato ed essersi arrampicata ovunque per così tanto,era esausta e se fin ora aveva solo resistito a quella sensazione adesso a quel tocco fatale perse i sensi come finalmente ad aver trovato la pace eterna, svenendo tra le braccia bendate del ragazzo che la sorreggeva mentre la testa e gli arti le pendevano pesantemente lungo il corpo.
“Lasciala qui e andiamocene tanto non c’era nulla nel laboratorio di quello che cercavamo,è stato un buco nell’acqua.” Lo incitò Chuuya con fare stufo e privo d’empatia.
“No…diamole una chance avremo tempo dopo di farla fuori se necessario,ma potrebbe esserci utile..” Il ragazzo non rispose nemmeno alle sue parole e seguì il compagno verso l’ufficio dell’ agenzia. Arrivati lì silenziosamente poggiarono il suo corpo sul divano aspettando pazientemente il suo risveglio.
“Cos-?” Si svegliò con agitazione la ragazza dopo due ore dall’accaduto,scoprendo ai primi movimenti vari punti e lividi doloranti,ma si forzò a resistere,rimise indosso la fascia nera che le copriva il viso fino al naso per poi di soppiatto cercare di uscire di lì.
Non sapeva cosa fare,non sapeva dove fosse e che ore fossero,era smarrita e quasi nel panico,doveva uscire subito da quella situazione anche se una volta fuori non avrebbe comunque avuto un posto dove andare. “Sei sveglia.” Una voce familiare la colse di sorpresa alle sue spalle con fare pungente nel mezzo dei suoi ragionamenti, era ancora quel ragazzo con le bende. Ella si voltò istintivamente mettendosi sulla difensiva.
“Atsushi saluta la nuova arrivata.”Disse coinvolgendo il ragazzo di fianco a lui con i capelli bianchi a reagire, ma egli rimase stupito quanto lei guardandola,non capiva perché fosse lì e sinceramente non lo sapeva nemmeno lei,eppure il problema si risolse quando dopo qualche secondo li lasciò, sfuggendo anche lui alle grinfie del ragazzo.
Tuttavia senza perdere ulteriore tempo,in pochi attimi la giovane fuggitiva ritornò proprio alla sua fuga, voltandosi freneticamente per aprire la porta e scappare come progettato prima su due piedi, ma egli si appoggiò con la schiena sopra la superficie legnosa impedendogli l’uscita.
“Te ne vai di già?”le chiese prendendola chiaramente in giro. La ragazza si fermò e si limitò a lanciargli una delle sue solite occhiatacce,non voleva avere niente a che fare con lui.
“Sei ferita,per un po’ resterai con noi.” Le disse con fare disinvolto senza nemmeno guardarla. “Non se ne parla,fammi uscire.” Le rispose quasi ringhiando dai nervi.
“Non ho mai detto che avessi scelta.”Replicò ancora con serietà in volto e con un movimento improvviso la mise con le spalle alla porta bloccandole l’uscita con un braccio poggiato sempre su quest’ultima.
“Avrei potuto lasciarti lì a marcire finché non si fossero accorti del tuo fallimento per poi spararti perché presto saresti stata dichiarata inutile o di intralcio.” Le disse con sguardo tagliente senza mai distogliere la vista dai suoi occhi.
“Bene,avresti dovuto lasciarmi lì.” A quella risposta la squadrò un attimo senza riuscire a trattenere un sorriso. “La pensiamo allo stesso modo sulla morte,lo terrò a mente.” Replicò divertito.
“Che vuoi da me?”Domandò stufa di quella situazione. Il ragazzo iniziò con due dita a sfilarle lentamente la fascia che teneva sul volto. La ragazza sussultò a quel contatto improvviso, ora si sentiva troppo esposta,vulnerabile,non doveva abbassare la guardia.
“Devi unirti a noi. Non hai scelta lo sai che ora ti daranno la caccia per ucciderti…e tu ci fai comodo,sei veloce.” Le spiegò brevemente il giovane.
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