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#regno d'italia
roehenstart · 2 months
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Don Pietro de' Medici. Anonimo. Museo del Prado.
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dreamconsumer · 3 months
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Emperor Franz Joseph of Austria, by Giuseppe Sogni.
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gregor-samsung · 10 months
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RESPONSABILITÀ E DOVERI
di Antonio Gramsci
“ La convinzione che il regime fascista sia pienamente responsabile dell'assassinio del deputato Giacomo Matteotti, così come è pienamente responsabile di innumerevoli altri delitti non meno atroci e nefandi, è ormai incrollabile in tutti. L'indignazione sollevata da un capo all'altro d'Italia dal nuovo misfatto è rivolta non soltanto contro i masnadieri che hanno rapito in pieno giorno, a Roma, l'on. Matteotti per assassinarlo, non soltanto contro i camorristi che, minacciati dalla parola accusatrice del deputato unitario, ne hanno voluto la soppressione, ma contro tutto un metodo di governo, contro tutto un regime che si regge e si difende con organizzazioni brigantesche, che contrappone alle critiche avversarie le sanguinose imprese della sua mano nera, che adopera sistematicamente il bastone o il pugnale o la benzina per far tacere le voci moleste. Il governo tenta disperatamente di respingere da sé ogni responsabilità ed ogni colpa, il fascismo tenta di provare la propria innocenza condannando gli esecutori materiali del delitto. Tentativi puerili. Bisognava non esaltare la balda Gioventú sportiva che organizzò freddamente e compi l'orrenda strage di Torino; bisognava non esaltare e non sottrarre ad ogni punizione i banditi che da due anni terrorizzano l'Italia; bisognava poter governare senza ricorrere ogni giorno al delitto. Ma nella confessione stessa del governo di non poter rinunciare alle proprie bande armate, di non poter restituire una legge al popolo italiano, di non poter vivere senza far pesare sul popolo la minaccia permanente della violenza e dell'arbitrio, di dover sempre esaltare la virtú del ferro e del piombo, è la prova definitiva della colpa del regime. E la coscienza del popolo è insorta contro tutti i colpevoli. Anche i filofascisti, difensori per professione e per definizione di tutta l'opera del governo, hanno dovuto per un certo tratto seguire la corrente; ma il loro scopo era evidente ed è ormai raggiunto: impedire che il regime fosse travolto dalla stessa ondata di indignazione che ha travolto gli assassini. Invece tutti i partiti d'opposizione si sono immediatamente schierati, alla testa delle loro forze, contro il governo, contro il fascismo. Essi hanno compreso, al pari della grande maggioranza degli italiani, che, per eliminare il delitto dalla scena politica, occorre eliminare le cause del delitto, occorre il disarmo delle guardie bianche, la dispersione delle centrali di brigantaggio: la distruzione, cioè, di tutte le forze che tengono in piedi il fascismo. Questa esatta valutazione della situazione e delle necessità dell'ora imponeva ai partiti d'opposizione dei doveri, dei sacri doveri che non sono stati compiuti. Il tragico episodio ha dimostrato che è necessario proteggere la vita e l'incolumità personale dei cittadini seriamente minacciate dal fascismo. Alla commozione di tutto il popolo non è estranea la sensazione precisa di questa minaccia particolarmente grave per gli operai ed i contadini, minaccia che non scomparirà fino a quando il fascismo non sarà eliminato dal governo. Ebbene, che cosa hanno fatto le Opposizioni per raggiungere qualche risultato concreto? Esse si sono irrigidite in una posizione di attesa, con la speranza forse che lo scandalo dilagante sarebbe bastato da solo a colpire a morte il governo fascista. È certo che questa è un'illusione. Il governo fascista è riuscito fino ad ora a rimanere in piedi soltanto per la forza delle sue squadre armate e saranno le squadre armate che lo difenderanno fino all'estremo. L'attesa passiva è dunque una colpa. Se le Opposizioni borghesi non hanno forze organizzate per scendere in lotta, le Opposizioni proletarie possono contare sull'esasperazione di tutta la classe lavoratrice non piú disposta a sopportare una tirannia feroce. Bisogna saper raggiungere, attraverso lo stato d'animo che s'è venuto in questi giorni formando, l'unità della classe lavoratrice, unità indispensabile al raggiungimento della vittoria. “
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Testo dell’articolo apparso senza firma su «Stato Operaio» del 19 giugno 1924.
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ninocom5786 · 3 months
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Vogliamo combattere il razzismo? Bene, che si inizi dai partiti di destra e di centrodestra (Lega e Fratelli d'Italia in primis) dai trattati con la Libia, con l'Arabia Saudita, con i regimi monarchici del Golfo Persico, da Israele, dall'Ucraina, dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito, dagli imprenditori che sfruttano i lavoratori e dalle loro cooperative nere.
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pedrop61 · 1 year
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Il ministero degli Esteri russo ha convocato l'ambasciatore d'Olanda a Mosca Hilles Arno Beschoor Pluha e l'ambasciatore d'Italia Giorgio Starace.
Al diplomatico olandese è stato chiesto di "fermare i tentativi ossessivi delle autorità del Regno di attribuire irragionevolmente la responsabilità dell'incidente del volo MH17 alla Federazione Russa". All'ambasciatore italiano, invece, "è stato espresso sconcerto per la cancellazione nella Repubblica Italiana delle esibizioni di alcuni artisti russi". Il riferimento è alla cancellazione a Bergamo e Brescia di alcuni concerti del pianista russo Denis Matsuev.
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duca-66 · 1 year
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"Combattenti di terra, di mare e dell'aria.
Camicie nere della rivoluzione e delle legioni.
Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno d'Albania.
Ascoltate!"
L'incipit del discorso della Ducetta in occasione della festa dell'aeronautica.
In sottofondo si odono le acclamazioni di tanti balilla festanti.
Nel video si vede anche un fedelissimo gerarca, Sua Eccellenza ministro della Guerra, Guido Crosetto, che accompagna la Ducetta nella visita ai gloriosi squadroni dell'aeronautica.
Fonte Istituto Luce.
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sayitaliano · 1 year
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Italia: Medieval Era (1)
As requested, a bunch of posts (3) about Italy in the Medioevo and during the Impero Romano (I should start with the latter to give you a proper historical timeline but... yeah, let's make things "funnier").
Italy has been through a various amount of sudden situations and events during its history, but this is especially true when it comes to the Medieval Era. The start of this historical period coincide with the end of the Impero Romano d'Occidente (476 d.C. = after Christ, in Italian it's "dopo Cristo"), while its end is determined by the "Discovery of America" by Colombo in 1492. We generally talk about Alto Medioevo (V-XI century, year 1000) and Basso Medioevo (XI-XV century).
In the Alto Medioevo begins the Era of the Romans and Barbarians Kingdoms in the feudatory's area of Italy: first it was Odoacre with the "Eruli" and then Teodorico with the "Ostrogoti". In the Southern part of Italy, it was Arabs trying to invade our Nation. In the years 535 and 553 d.C., the "Guerra Gotica" between the Ostrogoti and the "Bizantini" of Giustiniano (Emperor of the Impero Romano d'Oriente) took place: at the end, Giustiniano had been able to take control of all the old Impero Romano d'Occidente's areas especially after the Assedio di Napoli and the Assedio di Roma which allowed him to reach Milano and destroy it and conquer Ravenna as well. This war caused lot of poverty, destruction and plague epidemic in Italy, whose cities lost population (also cause the population tried to save themselves and hide on the mountains or the countrysides, which allowed them also to upgrade the ruralization process started in the V century).
The Longobardi though, already few years after the end of the Guerra Gotica, could conquer some of the Italian Region (others stayed under the control of the Bizantini for centuries): they made Pavia their capital city and basically reached the whole Northern Italy (except for some parts of Liguria and Veneto, which fell later on). So by the end of the 7th century, Italy had been divided into two Kingdoms. Side note: Costante had been the first Imperatore Bizantino to actually live in Italy, in Siracusa, but cause of the way he destroyed the Churches and raised taxes, he got assassinated while he was taking a bath. ...Does this remind you of someone else?
In the 8th century the Longobardi could conquer some more areas (also cause the Bizantini kept a political line that wasn't very accepted by the population, so there were lot of revolutions in the Bizantini's areas). This situation worried the Pope who started fearing the loss of his Ducato romano, and therefore he called for the new king of the "Franchi", Pipino il Breve, for help: he could retake control of some of the areas fallen in the hands of Longobardi, and this signed the start of the Stato della Chiesa.*
Later on, the Pope called again the Franchi for help: the new king Carlo Magno could conquer Pavia and became the new king of Longobardi and Franchi together. Under the protection of the Pope, Carlo could win more and more areas and became the Imperatore d'Occidente. At the same time, some areas under the control of the Bizantini, gained more indipendence under their own governors.
A few years after, Carlo Magno, after a battle against the Bizantini, could obtain to become the Imperatore (not of Romani though: this became possible only after the year 1024), with the famous "Trattato di Aquisgrana". With the loss of power by the Longobardi and the start of the Kingdom of the Franchi by Carlo Magno and his sons and nephews, we could say the Regnum Italiae (The Regno d'Italia = the Sacro Romano Impero) was born.
At this point, many wanted to be crowned King of Italy, despite it became a natural right for the Romani/Franchi Orientali (kings of Germany): they all used to be crowned in Pavia or rarely Milano.
Years after, Italy, being part of the Impero Carolingio, became the target of many invasions from Unni, Saraceni and other external populations that only wanted to loot around. With time, the aristocracy tried to find ways to be able to vote for the king as well: this made the actual kings in need to become closer to the aristocracy and gain their political and military favours.
*During the whole Alto Medioevo the Stato della Chiesa with its "potere temporale" (through which the Pope could basically control some areas of the Center of Italy) was the only mean that allowed the Latin culture to survive. Christianity helped the Romans and the Germans to connect and integrate their rules together and give birth to the European culture and also to many Universities. Medieval monks were able to protect and store many different pagan and arabic texts (medicine, math and philosophy) which were of huge help for our culture.
(wikipedia)
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abr · 10 months
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"Le nostre teorie sullo Stato non comportano la tirannia d'una capitale sulle province, né la creazione d'una casta burocratica che soggioghi tutte le membra e le frazioni del Regno all'impero d'un centro artificiale contro cui lotterebbero sempre le tradizioni e le abitudini dell'Italia, non meno che la sua conformazione geografica". Camillo Benso conte di Cavour, 15 gennaio 1861 poco prima che, il primo marzo, il Parlamento proclamasse il Regno d'Italia da lui unito.
Purtroppo Cavour morì di lì a poco, il 6 giugno e tutto questo rimase tristemente sulla carta. Il Regno si francesizzò iper centralizzandosi, per poi cadere nell'ultra centralismo fascista e riemergere nel più soffocante e gretto centralismo burosauro cattosocialista.
Promemoria per gli anti minimo sindacale delle autonomie differenziate - dopo 162 anni ! Qua l'è ancora un falso accapigliarsi alternato tra statalisti, destri o sinistri miopi ignoranti uguali sono.
Guarda caso coincidenti con l'altro bersaglio delle intuizioni di Cavour: la kasta dei burosauri centralisti. Due facce della stessa medaglia.
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cromodinamica · 4 months
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Giò Stajano nacque l'11 dicembre 1931 in un paesino del Salento, Sannicola, nell'allora Regno d'Italia, dal conte Riccardo Stajano Briganti di Panico e da Fanny Starace, unica figlia di Achille Starace. Alla nascita il suo genere sessuale era quello maschile.
Come raccontato proprio da Giò Stajano, una volta il nonno Achille diede in braccio a Benito Mussolini proprio l'infante Giò, che in quell'occasione fece pipì addosso al Duce.
Nel 1959 pubblicò Roma capovolta, un testo autobiografico, che racconta le sue folli scorribande nell'alta società romana e contemporaneamente descrive la realtà omosessuale nell'Italia dell'epoca. Il testo, esplicitamente gay, fu sequestrato dalle autorità con l'accusa di propagandare idee contrarie alla "pubblica morale" e "dannose per il costume". Cosa che contribuì ovviamente a focalizzare l'attenzione della stampa scandalistica su Giò Stajano, che all'epoca ottenne la consacrazione come l'"omosessuale più famoso d'Italia".
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Spoiler cast: dopo giorni di attesa, Muhammad al-Husseini di cui si era parlato in precedenza è finalmente entrato in scena che è un anticolonialista e antisionista ma al momento nella trama non ha ancora piani rivoluzionari ed è costretto a vivere sotto il regime colonialista di Felix Foster.
Come già detto in precedenza, Muhammad al-Husseini è leggermente ispirato alla figura storica di Izz-ad Din al Qassam che a sua volta era un anticolonialista in Libia contro il regno d'Italia e la trama è leggermente ispirata ad alcuni fatti storici ma ci sono ancora molte differenze.
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jacopocioni · 10 months
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I Guelfi e i Ghibellini.
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Sappiamo che Dante apparteneva alla fazione dei Guelfi ma perché e qual è l'origine di questi due gruppi? L'origine dei nomi risale al 1125, dopo la morte di Enrico V si ebbero  lotte per la successione tra bavaresi e sassoni dei Welfen (Guelfi) e gli Hohenstaufen svevi del castello di Waiblingen (Ghibellini) proprio sotto il castello per la prima volta tra le  grida di guerra si udirono urlati i nomi delle fazioni in lotta; Federico I uscì vittorioso dalla contesa. Eletto imperatore cercò di consolidare il suo regno in Italia che si divise fra coloro che erano a favore dell'imperatore (Ghibellini) chi contro ed a favore del papa (Guelfi). Nel VI canto del paradiso Dante ci dice che i Guelfi hanno come simbolo i gigli d'oro di Francia, i Ghibellini l'Aquila imperiale germanica e che entrambi si nascondono dietro a questi  simboli solo per scopi politici, ed aggiunge, difficile capire che opera nel giusto. Forse sarà questa una delle motivazioni che indurrà Dante, nel momento che ne acquisisce il mandato, ad esiliare 15 componenti di entrambe le fazioni inimicandosi così i nemici ma soprattutto gli amici.
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Sappiamo che fu Clemente IV nel 1265 a donare il suo stemma (aquila rossa su fondo bianco con un serpente verde tra gli artigli) a una delegazione di Guelfi fiorentini che poi aggiunsero un giglio rosso fiorentino (ma altre fonti dicono un iris). Il capo dell'Aquila era girato verso sinistra a dispetto di quello imperiale disposto a destra, l'aquila del papa era rossa invece di nera, un modo per imporsi e togliere autorità allo stemma imperiale Il serpente, simbolo del male, veniva artigliato, punito e reso innocuo dell'aquila papale.
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I Ghibellini invece avevano come simbolo Ercole che rompe le fauci di un leone, la forza e il coraggio di Ercole contrapposta al leone che rappresenta il male, Ercole poi lascerà il posto alla figura di Sansone e il leone diverrà simbolo della repubblica fiorentina e rappresenterà la caduta della città per mano Ghibellina. Il leone ora rappresenta la superbia di Firenze, Dante infatti lo menziona nell'Inferno facendo riferimento appunto alla sua superbia, ferocia e forza incontrollata. In entrambe le simbologie araldiche si cerca la rappresentazione del giusto, di essere dalla parte del giusto. Il dualismo dei Guelfi e dei Ghibellini non si concentrerà solo a Firenze ma in tutta l'Italia del centro nord, dove intere città si schiereranno da una o l'altra parte, (lunga sarebbe la lista). Questo avviene perché, come sappiamo, l'Italia non era una nazione unita ma composta di tanti piccoli stati e ognuno di loro aveva interesse per il proprio tornaconto a schierarsi o con il papa o con l'imperatore e all'occorrenza anche a cambiare bandiera a seconda della convenienza. Questo comportamento durerà per il tutto il Medioevo e poi il Rinascimento, fino alle guerre d'Italia e anche oltre fino all'unità di Italia. Nella sua Divina Commedia Dante utilizzerà numerosi personaggi sia dell'una che dell'altra parte relegandoli a sua discrezione nei luoghi deputati da Dio. La successiva scissione tra Guelfi bianchi e neri avrà luogo nel maggio del 1300 con un sanguinoso scontro fra le due parti e Dante si schiererà con la fazione Bianca.....
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Riccardo Massaro Read the full article
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roehenstart · 14 days
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Portrait of Charles II, Duke of Parma (1799-1883). By Luigi Norfini.
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dreamconsumer · 2 months
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Louise, Crown Princess of Saxony (1870-1947) and her brother Archduke Leopold Ferdinand, Prince of Tuscany (1868–1935). They were the two eldest children of Ferdinand IV, Grand Duke of Tuscany (1835 – 1908) with his second wife Princess Alice of Parma (1849-1935).
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gregor-samsung · 9 months
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“ Il maestro Casadio mi guarda attraverso il vapore che si alza dai cappelletti in brodo, mi strizza l’occhio e mi dice: ma lo sai che i vecchi qua avevano l’abitudine di metterci il vino, nei cappelletti? Lo versavano dal bicchiere; qualcuno lo fa ancora, ma pochi. Si scotta, fa una smorfia; non c’è niente da fare: in Romagna c’è un’estetica del brodo, o un’etica, che impone di mandarlo giú bollente. Forse, dice quando ritrova la parola, è perché adesso il vino è buono, mica il vinaccio dei contadini che si beveva una volta. Ride e intanto gli viene in mente una cosa: lo so io che cosa ha fatto Gaetano Bresci prima di ammazzare il re Umberto, a Monza, il giorno che ha ammazzato il re, cioè il 29 luglio del 1900? No che non lo so. Si è mangiato cinque gelati! rivela il maestro, felice della mia sorpresa. Gaetano Bresci si è mangiato cinque gelati, uno dopo l’altro. Andava a vedere se arrivava la carrozza del re, e visto che non arrivava tornava alla gelateria a prendersene un altro. Cinque volte. Era uno che si trattava bene, commento io. No, tutto il contrario: era una persona sobria, uno che non apriva mai bocca. Ma erano gli ultimi gelati della sua vita e lui lo sapeva, ecco perché. Sapeva che la cosa piú probabile, dopo l’attentato, era che lo linciassero lí per strada, e se no che lo ammazzassero poco dopo, come hanno fatto in carcere, puntualmente, perché siccome non c’era piú la pena di morte l’hanno mandato all'ergastolo vicino a Ventotene; ma era una finta, neanche l’ergastolo bastava, non hanno neanche aspettato un anno per farlo fuori, per empirgli la bocca di zolle, come scrive Pascoli, quella mezzasega… Che poi hanno detto che si è impiccato; ma no, non Pascoli: Bresci! Ma come faceva? Impiccarsi con un asciugamano che non doveva avere, dopo aver ordinato una cena che ha pagato ma non ha consumato… Ma il gelato, ho chiesto io, era sempre lo stesso, o ogni volta ha ordinato gusti diversi? Questo il maestro non lo sapeva, in compenso voleva chiedermi un’altra cosa: lo sapevo io che Bresci era venuto a Monza apposta dagli Stati Uniti per ammazzare il re? Con un biglietto scontato, perché soldi ne aveva pochi, era un operaio… Però c’era l’Esposizione Universale di Parigi, quell'anno, e le compagnie di navigazione praticavano prezzi speciali. È stato un regicidio con lo sconto, del tutto degno, a pensarci, della statura men che modesta della vittima… No che non lo sapevo. “
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; pp. 95-97.
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C'era una volta Pescara
Pescara (Piscara) il nome della città deriva dall'abbondanza nel fiume di pesce particolarmente buono (peschiera), prima prendeva il nome dal fiume Alterno (ostia aterni e aternum).
Il fiume Pescara nella storia fece molte volte da confine per i regni che si sono succeduti ed era navigabile.
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Quando la città venne distrutta rimase solo la fortezza (piazzaforte) costruita dai bizantini che cercavano di riconquistare la penisola via costa.
Sono state trovate le mura bizantine da un lato crollate per via di un maremoto probabilmente a seguito di un terribile terremoto, mentre le mura bizantine ritrovate all'interno della caserma sono ancora in piedi.
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L'imperatore Carlo V creò una serie di fortezze tra le quali la fortezza di Pescara proprio adiacente al porto di Pescara (la cosiddetta "serratura del regno")
Dal bastione San Vittorio, detto anche bastione bandiera, Re Vittorio Emanuele II si affacciò andando incontro a Garibaldi.
Re Vittorio Emanuele II affermò riferendosi a Pescara "Oh che bel sito se si abbattono le mura della fortezza Pescara diventerà una grande città commerciale" e così è stato.
Qui c'erano delle prigioni terribili "il sepolcro dei vivi" era chiamati il carcere (bagno penale) borbonico.
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La caserma di cavalleria comprensiva di una chiesetta (quella della Madonna del Carmine) era una zona molto estesa tanto da raggiungere la necropoli di Rampigna situata fuori città.
Per realizzare la ferrovia venne utilizzato il muro della fortezza.
Venne costruito sotto il regime fascista il ponte Littorio sotto il quale si teneva il mercato galleggiante delle arance.
Ennio Flaiano tra le altre cose fu grande sceneggiatore in particolare de "La dolce vita".
Inventò anch'egli come D'Annunzio alcuni termini ad esempio il termine paparazzo utilizzando il vero nome del fotografo di moda de "La dolce vita" inoltre non è un caso che le paparazze in dialetto pescarese siano le cozze che ricordano appunto il vecchio obiettivo della macchina fotografica.
Lungo l'attuale via delle Caserme al lato opposto delle caserme c'era la fanteria e le osterie.
Clemente De Caesaris salvò la fortezza di Pescara dalle truppe borboniche corrompendole con il suo oro.
Era un forte repubblicano ma per salvare la situazione chiamò i Sabaudi come reali d'Italia, però successivamente dopo aver visto come i prigionieri venivano torturati li rinnega a Torino pubblicamente in Parlamento.
Pavimento originale del '500 solo nell'attuale via Luigi D'Amico
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In Piazza del mercato (piazza Garibaldi) si facevano le prove delle bande, questa fu la vera prima Piazza Salotto per via dell'acustica che ricorda quella di un salotto.
Un pasticcere si inventa qui il "ritrovo del parrozzo"
Pescara viene distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
In piazza mercato si trova il cosiddetto "Monumento ai caduti" di Pietro Cascella che in realtà è il "monumento della distruzione e alla ricostruzione".
La Cattedrale di San Cetteo presenta un soffitto in legno, i pilastri sono di pietra così come i capitelli e vetrate colorate. Viene realizzata così a seguito di un patto con Gabriele D'Annunzio che voleva far seppellire la madre nella chiesa in un mausoleo. Ma invece di denaro dona un quadro del '600 del Guercino enorme e prezioso a Don Brandano, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate. Ora questo quadro è posto accanto al mausoleo della madre di D'Annunzio, mentre la chiesa è stata finanziata interamente dai pescaresi.
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La Chiesa Santa Maria di Gerusalemme era a forma circolare con 2 campanili. Forse era il riadattamento di un tempio preesistente comunque i resti ritrovati sono medievali e di stile circestense.
È questa la chiesa che venne aperta rimuovendo l'abside e che divenne Porta Nuova alla quale comunque rimaneva un solo campanile, ora invece nessuno.
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Teatro Vincentino Michetti al cui fianco costruisce casa sua in stile liberty con decori di arance.
Attorno a lui molti architetti pescaresi studiando questo stile (liberty) fanno di Pescara e di Castellammare quelle che furono le due città liberty famose in tutto il mondo.
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La parte più antica della città è dov'era Porta Sala e il convento di Sant'Agostino.
Nonostante la vicinanza con questo luogo di culto quella era via dei bordelli e non solo nel nome.
Sotto le mura della fortezza ci sono ancora dei sotterranei da esplorare.
Sotto lo strato di erba c'è un mosaico romanico
Il Ponte della ferrovia fu l'ambientazione nell'immaginazione del poeta D'Annunzio nella sua opera "Terra Vergine" al passo in cui descrive il tramonto visto dal ponte.
In mezzo alla strada sono state posizionate delle pietre del ponte romano.
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circusfans-italia · 2 years
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FAMIGLIA TOGNI AL CIRCO ROLANDO ORFEI
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FAMIGLIA TOGNI AL CIRCO ROLANDO ORFEI Archiviato l'estate, i circhi italiani si stanno rinforzando in vista della prossima stagione invernale, quella che culmina nelle festività natalizie e dove il pubblico torna a riempire i tendoni. E così, mentre si stanno decidendo le piazze natalizie, si rinforzano nel frattempo i programmi presentati.
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E' il caso del circo Rolando Orfei, il circo delle famiglie di Piergiovanni e Fiorentino Coda Prim. Il direttore Athos Adami ci ha dato una gustosa anteprima. In questi giorni stanno arrivando al circo i numeri della famiglia di Elvio Togni, i 4 numeri presentati in pista dalle giovani leve, degni eredi della tradizione equestre di famiglia.
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Faranno quindi parte dello spettacolo del circo Rolando Orfei il giocoliere a cavallo di Alessandro Togni, la ballerina a cavallo e l'antipodismo di Erika Togni oltre al bel pax de deux presentato in coppia dai due fratelli. Un acquisto che andrà ad arricchire lo spettacolo rendendolo ancora più interessante.
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Il nuovo show entrerà a pieno regime subito dopo la conclusione dell' International Circus Festival of Italy, il Festival Internazionale del Circo d'Italia che si terrà dal 13 al 17 ottobre 2022 e a cui prenderanno parte i numeri i giovani discendenti di Cesare Togni.  Ricordiamo che negli ultimi anni i numeri di Erika ed Alessandro hanno fatto parte dello spettacolo del circo Americano prima e de Il Regno del Cavallo poi. Dopo avere conclusa la permanenza a Pesaro, il circo Rolando Orfei si trasferirà ora a Bastia Umbra dove rimarrà dal 30 settembre al 09 ottobre 2022.
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