«Nessuno più di Saleh, però, riesce a contenere tutta questa immane tragedia. Lui, cresciuto a Gaza, imparando a giocare a calcio nello stadio Yarmouk, oggi è in Qatar per la Coppa d’Asia mentre la sua famiglia lotta per la sopravvivenza. «Pochi giorni fa hanno bombardato la casa di mio zio e i miei cugini sono rimasti feriti», ha detto dopo la partita con Hong Kong. Ieri sul suo braccio c’era scritto 110, come i giorni che Gaza aveva passato sotto le bombe. Il giorno in cui la Palestina giocherà il suo ottavo di finale, i giorni saranno diventati almeno 115.»
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Per tutti quelli che appoggiano Israele nel suo genocidio contro i palestinesi. Magari cambiate idea.
Il calcio è tifo, unione, gioia, divertimento, interesse e fedeltà. L'odio, il razzismo, i cori umilianti e l'analfabetismo di certa gentaglia non ha nulla a che fare con il calcio e la passione sportiva. Quello che è successo ieri a Mike Maignan è gravissimo, oltre che vergognoso e inumano, l'ennesima dimostrazione di come l'ignoranza deve restare fuori dagli stadi, anzi, fuori da ogni luogo perché per essa non deve mai esserci spazio.
Two Iran fans protesting against the conditions faced by women across the country were accosted by Qatari security, who then appeared to confiscate a flag with “woman, life, freedom” written on it.
The incident occurred before the Group B clash with Wales, though later images showed the woman, with make-up depicting bloody tears rolling down her face, still holding a white football shirt with Mahsa Amini on the back and the man alongside her wearing a black top with the same “woman, life freedom” message.