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#pino o pazz
annaingenito · 1 year
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È tutta colpa dell’amore comandà, è chell c mov o munn. Gira tutto intorno all’amore. L’ammor nun s po fermà, nun s po mett rint a na gabbia.
-Pino
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orotrasparente · 1 year
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je so pazz nun nce scassat o’ cazz
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unwinthehart · 3 months
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...persino a Pino 'o pazz stanno dando una crescita emotiva e personale decente
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edicolaelbana · 4 years
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BOBO ALL'ELBA VE LO RACCONTO IO
Di Laura Scappini
Inizierei cosi'... Semplicemente raccontandovi come mai proprio io mi trovo a scrivere qualcosa su questa serata attesissima.
Spesso fortunatamente sulla diabolica macchinetta dei social, tra cibi fumanti, selfy ritoccati con innumerevoli like e polemiche censurabili, inciampi su qualcosa di valido e bello.
É stato incredibile appurare che Bobo Rondelli sarebbe venuto il 9 Novembre nella mia isola per presentare il suo libro, edito da mondadori, "Cos' hai da guardare".
Chi mi conosce sa che ho da sempre amato questo personaggio in tutte, ma proprio tutte le sue sfaccetature: ho pianto e sorriso contemporaneamente la prima volta che lo vidi in una piazzetta di San Vincenzo, ho azzardato un tatuaggio dal contenuto musicale discutibilissimo che lo riguarda, ho scelto di posare un fiore su qualche lapide che non avevo il coraggio di riabbracciare, insomma, quando qualcosa ti tocca dentro, che sia come un soffio, una carezza o un cazzotto, é sempre giusto lasciarsi andare, indagare, esplorare e approfondire cosí come quando ti innamori.
Non amo rompere le scatole, in questi casi mi ritengo piuttosto timorosa, ma Bobo all' Elba non potevo proprio perdermelo, quindi ho scritto a Federico Regini, che pienamente consapevole di questa mia simpatia rondelliana, mi ha conferito l' onore di assistere sotto la veste di " addetta alla stampa" .
Ecco ora mi scappa una risata, perchè non sono mica cosí abile con la penna, soprattutto quando devo farlo a comando, ma in fondo sapevo che su Bobo Rondelli non mi sarebbero mancati certo spunti di scrittura...
Cosí eccomi a raccontarvi la serata.
Sabato 9 Novembre, teatro dei Viglanti- Renato Cioni
Dopo una pizza all' acciuga e un bicchierozzo di vino che non guasta, con passo, ma soprattutto con bocca felpata, mi avvio nella sala del teatro, già occupata da tanti conoscenti accorsi un po da tutte le parti dell' elba, sono le 20.30, ma la sala e' già piena.
Sono felice di vedere che un artista di livello (Rondelli non ama molto chi azzarda tale accezione) non passi indifferente, poiché é stata scelta questa data e non una di quelle estive, per avvicinare il Rondelli all' elbano vero, quello che l' elba se la vive quando invece della gente variopinta e delle bancarelle colorate, sull' asfalto circolano le balle di polvere in pieno stile western.
Mi siedo e Federico mi informa che la mia comoda poltroncina contiene un pacchetto di compiti, tra questi le dirette facebook.
..Ora non so chi di voi ha avuto il coraggio di vederne anche una..., io non ancora, ma sono tremendamente incapace, ho il tremore essenziale che mi perseguita dall' adolescenza e le mie riprese danno sensazioni nauseabonde.
Devo dirvi pero' che ci avevo preso gusto e proprio nei momenti piú salienti sfoderavo il cellulare e mi travestivo dal Pino Capuozzo dei poveri.
Ad un certo punto, quando lo scambio tra il pubblico e Bobo diventa piú sfrontato, lui si sfodera la sua celebre maglietta labronica a righe bianche e blu, sfoggiando un tatuato petto peloso e io ovviamente sfodero lo smarthphone.
- " Non farmi il film, popo' di tegame" -
Ecco!! Lo sapevo, non dovevo indossare i leggins in eco pelle.. O forse si.. Insomma non sono stata felice della cosa, perché pur stando allo scherzo, non è carino fare così..MMMM..vabbe' passarci sopra è un attimo..
Ma lo sfizio di scriverti con tanta stima, caro Rondelli, una bella dedica in pieno stile. Piero Ciampi in risposta al tuo " tegame" me la tolgo qui.
"Ma vaffanculo .. Te, gli intellettuali e i pirati, vaf_ fan_ cu- lo!!! " .
Comunque non ho molta fortuna in veste di Fan, ma non sono qui per annoiarvi con questi racconti tragi- comici, o forse sì, perché nel fantastico mondo del Rondelli EMOZIONATORE, passare dalla risata al pianto è un attimo.
Raccontarsi sinceramente, mettersi a nudo nel senso piu' fisico che letterale, di fronte ad un pubblico, non è mestiere facile.
Utilizzare una sedia, una chitarra acustica, e un microfono quasi spento per farlo, non è da tutti.
Oggi non è semplice emozionare, ma se il primo a cedere e abbandonarsi è stato Bobo (un capolavoro è stato il pezzo dedicato alla madre Nara) " il feeling è sicuro" .
Di Bobo colpiscono molte cose, ma forse personalmente di lui condivido l' assoluta mancanza autocelebrativa, nel libro si definisce " il solito cretino", " il più inutile degli inutili", ma colpisce l'altrettanta umana indulgenza verso se stesso e i suoi sbagli, soprattutto nei confronti di chi gli voleva bene.
Bobo non rinnega nulla, si definisce storto, e non conforme alle aspettative del padre rigido.
Capisce e smaschera al pubblico un rapporto genitoriale ricco di contrasti, che empaticamente colpisce chiunque. A parlare non è un artista "incipriato" in pieno stile Bocelli, sul quale improvvisa una parentesi goliardica, ma un vero Emozionatore, così come ama definirsi, che oltre ad emozionare, si emoziona e ad un certo punto, abbandona il palco con il viso lucido, ringrazia il pubblico e chiude lo spettacolo.
Perché amare Bobo?
In lui si fondono riso e pianto, si travestono di strane smorfie e pazze compagnie in pieno stile animalesco le emozioni piu' disparate.
In Bobo Rondelli vita e musica coesistono e in questa totalita' non si puo' che essere veri e sinceri. Chi di noi ai tempi dells menzogna non apprezza un po' di sana schiettezza.
Grazie Bobo per averci ancora semplicemente emozionato raccontandoti.
Comunque tornando a noi .."TEGAME LO DICI ALLA TU' GANZA, CHE TANTO IO NON TE LA DO'!!
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alentini · 5 years
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 band Rock, Pop, Blues   Napoli, Campania Je so' pazz (Pino Daniele) 🎸 . Je so' pazzo, je so' pazzo e vogli'essere chi vogli'io ascite fora d'a casa mia Je so' pazzo, je so' pazzo ho il popolo che mi aspetta e scusate vado di fretta Non mi date sempre ragione io lo so che sono un errore nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone e lo Stato questa volta non mi deve condannare pecchè so' pazzo, je so' pazzo ed oggi voglio parlare. Je so' pazzo, je so' pazzo si se 'ntosta 'a nervatura metto 'a tutti 'nfaccia 'o muro je so' pazzo, je so' pazzo e chi dice che Masaniello poi negro non sia pù bello? e non sono menomato sono pure diplomato e la faccia nera l'ho dipinta per essere notato Masaniello è crisciuto Masaniello è turnato Je so' pazzo, je so' pazzo nun ce scassate 'o cazzo! . . . . . #poetry #writersofinstagram #quotes #poetrycommunity #poem #writing #scrittori #poetsofinstagram #writer #poet #quote #writersofig #poems #word #quoteoftheday #lovequotes #thoughts #poetryisnotdead #quotestagram #poets #writerscommunity #poesie #wordsofwisdom #inspirationalquotes #instapoet #poetsofig #poesia https://www.instagram.com/p/B3msQTAoig6/?igshid=qi7besoviuih
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Strepitoso successo per il recital “Le parole note” di Giancarlo Giannini.
Oltre cinquecento persone ad applaudire lo spettacolo di musica e poesia dell’istrionico attore, accompagnato dal Marco Zurzolo Quartet, per il secondo appuntamento della XX edizione dell’Irnofestival, diretto dal Maestro Tiziano Citro.
Grande partecipazione di pubblico, con il soldout delle grandi occasioni. Sul palco allestito nell’atrio del Duomo di Salerno, uno degli esempi più belli e suggestivi di architettura sacra dell'Italia meridionale, il protagonista della serata Giancarlo Giannini ha espresso appieno le sue qualità artistiche in una serie di brani e poesie da Pablo Neruda, a Garcia Lorca, da Giacomo Leopardi, ad Alda Merini, fino ai più classici come William Shakespeare, Cecco Angiolieri, e Pedro Salinas.
La donna, l’amore, la passione, il tradimento, la morte, la vita… Il contrastato caleidoscopio dei sentimenti è stato il filo conduttore dell’esibizione. Un viaggio nell’universo femminile che rompe i confini geografici e temporali. E così, dal ‘200 di Cecco Angiolieri, irriverente cantore della lirica “S’i fossi foco”, lo spettatore ha viaggiato fino ad arrivare alla rotonda e piena sensualità sudamericana di Neruda, passando per il linguaggio amoroso di Salinas e i battiti del cuore di Leopardi che decanta la sua Silvia. 
L’interpretazione appassionata e vibrante di Giannini ben si è intrecciate con l’esecuzione dei brani proposti dal Marco Zurzolo Quartet e le gag esilaranti orchestrate con il musicista, in perfetto equilibrio tra musica e parole. Ottimo livello musicale con brani come “Quizas, quizas, quizas”, o i singolari pezzi, sempre in chiave jazz, della tradizione napoletana, che hanno incantato la platea. Non poteva mancare un omaggio a Pino Daniele, con “Je so’ pazz’” che Zurzolo ben conosceva e con il quale ha collaborato.
Grande pathos per l’elogio funebre di Marco Antonio tratto dal “Giulio Cesare” di Shakespeare e il dubbio esistenziale esposto per l’”Amleto”. I due brani, la cui interpretazione è stata straordinaria, hanno riscosso lunghi applausi da parte pubblico.
Il prossimo appuntamento con la grande musica dell’Irnofestival è per domenica 2 settembre, alle ore 21, nell’atrio del Duomo di Salerno, splendido coprotagonista della kermesse.
A esibirsi sul palco sarà il Quartetto d’archi del Teatro alla Scala:
Primo violino, Francesco Manara
Secondo violino, Daniele Pascoletti
Viola, Simonide Braconi
Violoncello, Massimo Polidori.
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Dedicato a Pino Daniele
T vec si guard o mar, si nu ricord ca riman p semp! (pcchè si Napl!) T pens si guard o ciel, si nu ricord ca riman p semp! E mo Pinù nun ce staj chiù, te sent rind e test re canzon rind e vers ca faciv tu guard stu mar quant è blu, pe Napl e po Sud in Italia e 'nda tutt o munn a me 'me piac o blues è raccuntat over, che r'er a terra mì, na tazzulell e stu 'ccafè e pass a pucundrì ca sigarett a copp e quann chiov è na magì, anem e cor e ca chitarr e fatt sti poesij ij so pazz, nun me scassat o cazz, mo s'arrevot o rion e tutt abbascj o palazz salutm a Totò a Massimo e pur a Eduardo, t pens in da sti not si m sent quant quant Napl è na carta sporc, Napl è mill culur e ce lasciat in da sti vic nir ca paur e si ogni scarrafon è bell a mamma soja sicur, allor a vocj e sti criatur rest stu futur. T vec si guard o mar, si nu ricord ca riman p semp! (pcchè si Napl!) T pens si guard o ciel, si nu ricord ca riman p semp! Vir comm s cagn over, Gesù Gesù nun te n'accuorg chiù (Guagliò!) T vec si guard o mar, si nu ricord ca riman p semp! (pcchè si Napl!) Io dubbi più non ho, frà che Dio ti benedica, che male c'è se adesso sta canzone è la mia amica un deserto di parole non calpesto i fiori, vuless ess' allèr cu spiniell qua fuori chi ten o mar cammin a vvocc salat ussai, ca simm nir a mità, Yes I Know My Way, ij sto vicin a te, ma tu rest cu me e guardo dai balconi a Napoli si è muort o re stanott è sunat o telefn e a notizia gira, ij stev nda l'alberg scetat senza rummì me lasciat 'mmocc l'amar e chi nun pò fuì, sacc ca si fier e me, mo m'agg fa sntì o nomm tuoj rimarrà impress in da sti vic, in da sti cap, in da sti disc na canzon amic grazie per i consigli, mi danno coraggio, voglio dire solo zio Pino mo fai buon viaggio. T vec si guard o mar, si nu ricord ca riman p semp! (pcchè si Napl!) T pens si guard o ciel, si nu ricord ca riman p semp! Vir comm s cagn over, Gesù Gesù nun te n'accuorg chiù (Guagliò!) T vec si guard o mar, si nu ricord ca riman p semp! (pcchè si Napl!)   Porterò con me i preziosi consigli che m'hai dato, terrò custodito con cura quel regalo che m'hai fatto, così le parole delle tue canzoni saranno trasmesse da generazione in generazione ancora di più. Terrò vivo il tuo ricordo nella mia musica, per sempre, promesso. Ora riposa in pace zio Pino, by: Quel disgraziato mascalzone, come mi chiamavi tu
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