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#parole che fanno riflettere
unwinkyselvatico · 1 month
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laatrue · 1 year
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"Alle persone piace ascoltare le canzoni, con le parole che hanno paura di dire."
▪︎?
Per leggere altre riflessioni corri su twitter: @ diario.della.riflessione
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vintagebiker43 · 10 months
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6 luglio 2023, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, durante lo svolgimento della cerimonia di premiazione dello Strega 2023.
Un giurato viene intervistato dalla presentatrice. Di seguito, riporto le testuali parole.
Giurato: “Ho ascoltato le storie che sono… come dire… espresse in questi libri che sono finalisti questa sera. Sono tutte storie che ti prendono, che ti fanno riflettere. Ecco, PROVERÒ a leggerli.”
Presentatrice: “Ah! Non… non li ha letti?”
Lui, visibilmente imbarazzato arranca: “Sì, li ho letti… ma voglio approfondire.”
Lei: “Cioè, oltre la copertina?”
Il Giurato: Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.
La Presentatrice: Geppi Cucciari.
Sipario.
#premiostrega
@Alessandro Alex Imburgia
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amadello · 1 year
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@xyrnys ti rispondo così, perché ho tanto da dire sulla faccenda e le risposte non me lo permettono.
Se troppo lungo, ti lascio subito qui il riassuntino: concordo, e Rosa Chemical merita di meglio del trattamento che sta ricevendo, anche perché c'è tanta ipocrisia. Parlo anche un po' di queerbaiting, queerphobia e consenso.
Versione integrale:
Prima di tutto, concordo. Una qualche mancanza di comunicazione c'è stata sicuro, vista la reazione della Ferragni.
Non so se Fedez non si aspettasse la lingua o meno, ha effettivamente detto lui a Muschio Selvaggio che Rosa avrebbe potuto baciarlo con la lingua.
Magari era una battuta, Rosa l'ha preso seriamente, fraintendimento, ci sta.
Quello che mi sembra più plausibile, è che si fossero messi d'accordo loro senza avvisare Chiara o troppe altre persone, per fare più sorpresa, e che Fedez si sia preso il cazziatone (in quel caso meritato, perché un'esibizione del genere andrebbe discussa con lə propriə partner, sempre).
Quello che mi fa assolutamente ribrezzo, è l'ipocrisia e la malafede che vedo qui su tumblr. Perché se dalla destra estrema che ci governa non mi aspettavo di meglio, dalla gente comune sì.
C'è stato proprio un partito preso iniziale, "Rosa Chemical mi sta antipatico", e ho visto gente piano piano cercare col lanternino ragioni per distruggere questo cristiano (anche se non è cristiano).
"Fa queerbaiting", quando NON ESISTE queerbaiting fatto da persone reali. Il queerbaiting esiste solo nei media, se gli scrittori volontariamente introducono temi che attirino un pubblico LGBTQ+, senza poi portare contenuto effettivamente queer.
Le persone reali non sono obbligate a fare coming out per potere esprimere il proprio essere e la loro arte, e imporre questo standard è dannoso (ci ricordiamo Kit Connor di Heartstopper, sì?).
La cosa ridicola, è che Rosa non è cishet manco per scherzo, e lo dice apertamente:
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Essere "genderless", come si definisce, ricade nella nonbinarietà di genere, e non escludere rapporti con più di un genere (oltre che comunque essere poliamoroso) rientra come minimo nel "questioning", che indovinate un po'? È essere queer!
Non esistono solo le persone gay nella comunità.
Anzi, un sacco di persone etero ne fanno parte, nonostante siano etero, perché sono la T in LGBTQ+!
E l'ostinazione nel chiamarlo "uomo etero" è una riconferma che le persone AMAB non vengano prese sul serio quando dichiaratamente non uomini.
E dopo il queerbaiting, le accuse di molestia.
In uno skit chiaramente programmato.
E questo mi manda in bestia come poche cose, perché non c'è una spiegazione non queerphobic per questo.
Perché il polverone per Rocío Muñoz che bacia Amadeus di fronte a moglie e figlio non lo hanno alzato.
Il polverone per Fiorello che baciò Tiziano Ferro (tanto sposato quanto Fedez), effettivamente e dichiaratamente senza che fosse programmato, non c'è stato.
Ma per Rosa Chemical, ovviamente, sì. Perché Rosa non è una donna, Rosa non è un uomo etero (quello lo è solo quando fa comodo per le accuse di queerbaiting).
Rosa è una persona queer, e sex positive, e kink positive, e innesca la reazione queerfobica per la quale ci vedono come predatorə, e chiamano il nostro esistere apertamente, "ostentazione".
Ci siamo sorbiti 20 anni almeno di Boldi e De Sica che facevano film la cui morale è: "Viva la figa!", ma quella non è ostentazione dell'eterosessualità e della mascolinità tossica, l'ostentazione la vedono solo quando si parla di qualsiasi cosa queer-related.
Ovviamente, potevano mancare le accuse di razzismo, misoginia e omofobia per il testo di Polka? No, ovvio che no.
Premettendo che comprendo chi non apprezza gli slur neanche nel contesto (sacrosanto), il contesto va sempre tenuto in conto.
Perché Polka non è una canzone "seria", ma allo stesso tempo lo è.
Parodizza la scena trap, e chi certe parole e certi concetti li esprime per effettiva convinzione. Usa un tono goliardico e provocatorio, per farci riflettere su quello che ascoltiamo.
Qualsiasi intervista, qualsiasi interazione con i fan, dimostra che Rosa è una persona assolutamente intelligente, fine, e veramente intento a sdoganare pregiudizi.
Ma si attaccano all'utilizzo della parola con la N in un testo ironico (ma la gente che protestava Ariel nera stava solo "esprimendo un'opinione"), alla parola "puttana" (letteralmente calco dei testi rap/trap americani che sta parodizzando), al "non sono frocio lo amo davvero", quando abbiamo tuttə passato la settimana di Sanremo ad utilizzare qualche variazione della parola o la parola stessa, entusiasticamente, definendoci "fennels".
"È reclamare uno slur, ne abbiamo diritto" - allo stesso modo in cui ne ha diritto Rosa, genderless e poly, che in un'intervista delle Iene ha pure dichiarato che gli slur che usa gli sono stati usati contro, che è uno dei criteri per poterli reclamare. (Vi cercherò poi il link con calma).
Stessa cosa successe per Junior Cally nel 2020, quando la gente ripescò il testo di Strega e decise di applicare tutto l'analfabetismo funzionale possibile nella lettura del testo.
Tutto rimanda alla mia frase iniziale: hanno deciso che Rosa gli è antipatico, e hanno trovato ragioni per distruggerlo in seguito.
E l'unica ragione possibile per questa antipatia "a pelle" è la queerphobia, conscia o no, che scatta quando vedono una persona queer che non rispetta i loro canoni di cosa è "perbene" e "accettabile".
"Sii queer, ma a casa tua", insomma.
Ok, ho finito, e ho lo schifo.
Grazie a chi è arrivatə alla fine del papiro!
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ross-nekochan · 2 years
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Lunedì ho risposto ad un annuncio di lavoro. Era un annuncio per camerieri. Proprio così.
Ma sei scema? Sei laureata e ti metti a fare la cameriera? Sì. Ho sempre detto che non disegno il lavoro manuale. È un po' come la palestra: sei stanco, ma di quella stanchezza che ti fa sentire vivo. In secundis, l'avrei fatto come cosa momentanea, nell'attesa di qualcosa di più "grosso", per darmi un impegno e per racimolare qualche soldo, dato che la paga era anche più di quanto mi aspettassi (poi arriviamo alla fregatura). Era questa l'idea.
Già dal primo giorno, questa nuova realtà mi ha fatto riflettere (un po' troppo). Strano quanto possa accenderti il cervello lavorare fisicamente. Avevo venduto il mio tempo e le mie energie, un'altra volta. Ero delusa da me stessa, ma che ci posso fare se in questo mondo si campa a suon di compravendita? Non avevo più il tempo di leggere un libro, né le forze mentali per farlo. Il secondo giorno sono caduti altri altarini, come accade in quasiasi azienda: nel momento in cui si lavora, si lavora; prima e dopo, via di frecciatine, inciuci e lamentele, quando basterebbe avere le palle di parlare in faccia. Il terzo giorno il mio corpo ha cominciato a chiedere pietà (ovviamente è anche una questione di poca abitudine, but still stare in piedi quasi 10h no stop per tre giorni non è bello per nessuno). Il quarto e ultimo giorno è stato oggi: mi sono svegliata alle 11:30 perché fortunatamente avevo la mattina libera ma con un dolore lancinante alle cosce, non dico da non riuscire a camminare ma comunque molto doloranti (cammino regolarmente 10km al giorno senza dolori). Oggi, sabato sera con un turno dalle 17:00 alle 02:00, perché, come è normale che sia, dopo il servizio, non hai finito di sgobbare: tocca la mazzata finale del lavare e pulire a terra.
Parlare dei social è essenzialmente autoreferenzialità quindi quello che scrivo non arriverà a chi vorrei che arrivasse perché siamo così tanto due mondi distanti che mai leggerà queste parole, ma lo scrivo comunque: la schiavitù non è scomparsa. Nemmeno in Italia, figuriamoci nel mondo. Non dovete essere gentili con chi vi serve al tavolo, di più. Se sono lì a sgobbare chiedetevi in che cazzo di condizioni vivono. Siate umani, più del solito. Dove ho lavorato per questi 4 giorni, come cameriera c'era una madre di famiglia di 44 anni. Una madre che torna a casa alle 2 di notte e che i figli forse li vede 3h al giorno. Un'altra madre di famiglia che per mestiere lava i piatti. Un'altra che aiuta in cucina. Tutto questo per cifre ridicole. Io non lo so chi glielo fa fare. Perché ovviamente si sanno lamentare, ma pochi hanno il coraggio di cambiare. E chi sono io per dire che è mancanza di coraggio e non necessità?
Mi ha fatto male rendermi conto della mia situazione di privilegio. Non sono povera, non ho bisogno di soldi per vivere. Già questo mi mette in una condizione di superiorità a chissà quanta altra gente. Mi sono quasi commossa al pensiero di quelle madri.
Posso capire i datori di lavoro, ma non li posso giustificare quando si trovano di fronte a queste realtà, come fanno a non adeguare il compenso alla fatica messa dagli altri. D'altro canto non riesco nemmeno a capire la scelta di vita, dato che il passo da datore a imprenditore non lo si vuole compiere e per questo si finisce per vivere per lavorare. Ok bravo guadagni 1000€ al giorno ma poi lasciate vostro figlio dalla nonna per 3/4 di giornata. Quand'è che godrete di questi guadagni se sgobbate pure voi per dirigere la baracca? Questa è vita, per voi?
Stasera ho finito il turno alle 2:00, adesso sono le 5 del mattino e non voglio sapere domani quali saranno i dolori alle gambe che avrò, dopo che ho camminato altri km sui dolori che già avevo e che non ho sentito più a causa dell'adrenalina che devi necessariamente avere per essere scattante in tutto quello che fai. Lo considero un lavoro usurante eppure nessuno lo penserebbe mai, ma sì, usura. Non penso sia un lavoro da fare oltre alle 3/4 volte alla settimana e non ci voglio pensare a quelle madri di famiglia (o anche ai ragazzi più piccoli o miei coetanei) che lo fanno 6 o 7 volte alla settimana, per anni. Che macchine da guerra - letteralmente: macchine. Perchè o fai così o perisci: questo è lo schiavismo figlio diretto del capitalismo contemporaneo.
In questi 4 giorni ho lavorato (per non dire sgobbato) 26h e ho guadagnato 140€ ovvero 5€/h. Pensateci tutte le volte che venite serviti da qualcuno, al bar, al ristorante o in pizzeria.
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empaticamentesblog · 1 year
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Scrittura Riparativa: una scelta sana quando si è circondati da persone prive di empatia e con una bassissima capacità di ascolto.
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Continuano a rimproverarmi che non mi sfogo mai, che non chiedo mai aiuto a nessuno, che ogni cosa l'affronto sempre da sola e che a sentir me va sempre tutto bene. E quando mi sento dire queste cose, mi viene da ridere.
A parole sono tutti altruisti e pronti ad aiutare, ma purtroppo nei fatti hanno una bassissima capacità di ascolto, per non parlare della carenza o addirittura assenza di empatia. Sono talmente concentrati su se stessi che spesso ti propongono situazioni senza minimamente pensare che per te sarebbero solo situazioni spiacevoli o comunque problematiche. Poi li fai riflettere e ti senti dire: "hai ragione, non ci avevo pensato".
Ecco perché da piccola mi sfogavo scrivendo, scrivevo solo con la matita affinché poi potessi cancellare e proteggere le mie emozioni.
Poi a 20 anni ho iniziato a creare blog: il mio piccolo mondo nel quale mi sentivo libera di sfogarmi.
Oggi ci fanno anche i corsi a pagamento per un qualcosa che io facevo in maniera spontanea sin da piccola e si chiama: "Scrittura Riparativa".
Preferisco scrivere per sfogarmi, piuttosto che mettere a nudo ciò che ho dentro dandolo in pasto agli squali. Spesso, ma non sempre, sono squali inconsapevoli di esserlo.
Sfogarsi con certe persone equivale solo a farsi compatire senza aver risolto nulla, o peggio ancora: a passare come quella negativa ecc.
Peccato che se fossi stata realmente negativa, sarei morta tanti anni fa... Ma si sa, la gente basta che parla con superficialità per dire che comunica e scambia opinioni.
Com'era? Ah sì: "e vabbè, si fa tanto per parlare".
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katnisshawkeye · 9 months
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Il Mare Senza Stelle
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Scheda informativa
Titolo originale: The Starless Sea Autore: Erin Morgenstern Editore: Fazi Editore Prima edizione: luglio 2020 Pagine: 615 Prezzo: € 18,50
Trama
Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino — un'ape, una chiave, una spada — lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un'antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri: ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C'è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un'impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.
Recensione
[...] I libri sono più belli quando vengono letti, invece che spiegati. [...]
Il Mare Senza Stelle è il secondo romanzo di Erin Morgenstern, ed è un libro che parla di libri e di vite di personaggi di libri che in realtà sono persone in carne e ossa (o, al contrario, di persone in carne e ossa che, in realtà, sono personaggi di libri).
[...] sono tutte diverse. Però hanno degli elementi simili. Tutte le storie li hanno, a prescindere dalla forma che assumono. Prima c'era qualcosa, poi qualcosa è cambiato. Dopo tutto, il cambiamento è l'essenza di una storia. [...]
È un libro che parla di storie e di destini, i quali possono variare a seconda che il personaggio decida di diventarne il protagonista o meno. Dell'impossibile che è possibile, proprio perché “I'm possible”.
[...] Un corso specializzato in Lettura, ecco che cosa ci vuole. Niente compiti scritti, niente esami, nessuna analisi, soltato lettura. [...] È strano, non è vero? Amare un libro. Quando le parole sulle pagine diventano così preziose che ti sembrano parte della tua stessa storia perché lo sono. È bello avere qualcuno che finalmente ha letto le storie che io conosco così intimamente. [...]
Ed è un libro che parla di lettori, che non possono fare a meno di amare i libri, di immaginarsi nella storia, di voler essere parte della storia, facendoti inoltre riflettere su cosa faresti e su cosa provano anche gli altri. Perché leggere, e parlare di ciò che si è letto, è condividere non solo emozioni, ma anche storie. Ma l'Amore ne Il Mare Senza Stelle non si limita a essere quello per i libri. E, da questo punto di vista, è molto contemporaneo e aperto, dal momento che inserisce, naturale come dev'essere, non solo l'amore tra un uomo e una donna, ma anche quello tra due uomini e due donne. La narrazione è scorrevole e diretta, facendo entrare il lettore nella storia anche se la sua storia non è tra quelle raccontate.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Il Circo della Notte, Fazi Editore, 2021
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libriepiante · 9 months
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Weird things customers say in Bookshops di Jen Campbell è un libro bizzarro.
Il manoscritto racchiude un centinaio di pagine dove i protagonisti sono proprio i clienti di un Bookshop in Edinburgh.
E come dice il titolo, le domande di questi clienti sono davvero strane.
L'autrice del libro, nonché proprietaria di questa libreria, ha avuto la geniale idea di trascrivere queste bizzarre conversazioni e racchiuderle in un divertente libro che oltre a tenerti compagnia riesce davvero a strapparti un sorriso.
Weird things customers say in Bookshops mi ha ricordato molto il libro Il Parla e Dice.
Che cos'è Il Parla e Dice? Una raccolta di aforismi di persone qualunque che racchiudono pensieri e dialoghi che portano il lettore non solo ad un vero e proprio svago e divertimento ma soprattutto lo fanno riflettere.
È un esperimento sociale che valorizza le parole e crea uno spazio immaginativo unico nel suo genere.
Weird things customers say in Bookshops mi ha riportato proprio all'esperienza del Parla e Dice. Trovo che questo tipo di letture sono necessarie per uscire fuori da momenti di stress che non ti permettono di concentrarti a pieno su romanzi più complessi. Questa tipologia di libri ti aiutano a tenere un ritmo più rallentato e a rimanere ancorati alla passione del dolce leggere senza dover spendere troppe energie. Io amo definirli «libri rigenerativi».
Lo consiglio soprattutto perché essendo un libro scritto in inglese aiuta molto a familiarizzare con la lingua anche pur essendo alle prime armi. I dialoghi sono semplici, intuitivi e alla portata di chiunque.
E voi? Conoscete libri simili?
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ma-come-mai · 2 years
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"Le parole del sociologo Marco Revelli pubblicate in una intervista de Il Fatto Quotidiano fanno riflettere.
Siamo scivolati dentro la guerra senza che il Parlamento ne fosse investito, tutti appesi al rampino di quel voto sulla mozione sull’Ucraina. È una sospensione clamorosa della democrazia. Poi, certo, possiamo dire che non è una novità, ma Draghi ha governato con una sospensione della democrazia parlamentare. Tanto più è ampia la maggioranza, tanto più è forte la verticalizzazione delle decisioni. Siamo a un mutamento epocale, potenzialmente sconvolgente, che avviene senza consenso popolare. Sulle armi, per esempio, è palese la contrapposizione tra quello che pensa l’elettorato e quello che fa il ceto politico.
Viviamo in un paese dove il capo di Confindustria, Carlo Bonomi, definisce “un ricatto” l’ipotesi di una legge sul salario minimo.
Viviamo in un mondo al contrario, dove tutto è sottosopra. I ricattatori definiscono “ricatto” una rivendicazione sociale sacrosanta.
L’Italia è questa roba qua:
una società civile caduta, inerte, silente, con un sistema dell’informazione autoreferenziale, asservito, appiattito e monopolizzato da una logica di affari".
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gcorvetti · 8 months
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Il futuro?
“Un'orchestra sinfonica oggi costa meno di un calciatore, quale eredità ci aspettiamo di lasciare ai nostri figli? La cultura non esiste per fare profitto, ma per educare. Se questo non cambia, nelle generazioni future prevarranno persone superficiali e molto pericolose”.
Ricardo Muti
Questa frase del maestro Muti è solo un esempio di lucidità su cui si dovrebbe riflettere, ma la società in cui viviamo, non solo in Italia, è sull'orlo del fallimento a livello umano perché si tende a valorizzare il superfluo e l'inutile. Ancora non siamo alla deriva totale, ma non manca molto, la frase che spesso scrivo come commento a comportamenti da primitivi è "Stiamo scivolando su un piano inclinato verso Idiocrazy", avete presente quel film geniale dove una coppia uomo/donna vengono ibernati per un esperimento militare di un anno ma si risvegliano dopo 500 anni, perché l'ufficiale in capo all'esperimento si fa coinvolgere in un giro di prostituzione e viene arrestato e l'esperimento chiuso ma loro vengono dimenticati? Il film è apparentemente demenziale a tratti molto divertente ma quello che traspare in realtà è che la società sta involvendo sempre di più, questo è reale non un film di fantasia se pur geniale. Ci sono vari aspetti che riconducono alla pellicola, come prima cosa l'impoverimento del linguaggio nelle nuove generazioni, per fare un esempio negli stati uniti (se vedi i tweet dei ragazzi americani ti rendi conto) si usano una infinità di acronimi, loro sono abituati a ridurre tutto per risparmiare tempo, ma facendo così si perde a lungo andare la proprietà delle parole; questa pratica oramai è di uso comune anche in Europa tra i giovani, anche in Italia. Premetto che non è tutto così e che ci sono giovani con la testa sulle spalle che fanno buon uso del linguaggio, ne conosco parecchi. La superficialità di cui parla Muti è segno della mancanza di interesse verso qualcuno o qualcosa, che è spesso figlia della competizione perché nello sminuire il prossimo per passare per più bravi si usano le scorciatoie del cervello, anche perché così sottovaluti il tuo avversario pratica già di per se sbagliata perché si può ritorcere contro di te quando si evidenzia il fatto che le tue sono solo parole e non fatti. La pericolosità invece l'abbiamo vista sullo stupro di gruppo a Palermo, quei bravi ragazzi non hanno empatia e per loro era un gioco, ho letto che uno diceva nella loro chat privata che cose del genere le aveva viste solo sui pornazzi, non demonizzo internet ma purtroppo quando si ha una tecnologia così potente e la si usa male può causare distorsioni mentali, appunto come quella. Ci si interroga sugli errori e si inizia a puntare il dito contro le famiglie, ma siamo sicuri che i loro genitori siano colpevoli quanto loro? Cioè non sappiamo neanche che tipo di situazione sti trogloditi hanno in casa, ma subito i giornali tutti a prendersela con mamma e papà che magari si fanno un mazzo così per dare a sti idioti un futuro migliore, di sicuro c'è altro oltre al nucleo familiare, ma non voglio scendere in particolari visto che la vicenda è abbastanza pesante, dico solo che in una nazione dove non si hanno punizioni esemplari per chi viola le leggi, non solo in questo caso, è ovvio che chiunque si prende la briga di delinquere sapendo che non gli accadrà nulla, il berlusca starà ridendo pensando di aver fatto un buon lavoro. Questo discorso è lungo e intricato, la società si è trasformata in qualcosa di completamente lontano da quello che era negli anni 80 e 90, secondo me regredendo, per via di comportamenti sempre meno umani, la competizione è l'inizio di una guerra, la disgregazione di quel tessuto sociale che ci univa attraverso la separazione sempre più piccole categorie ci ha allontanati e sappiamo che per i potenti più siamo divisi meglio è perché l'unione fa la forza, chiedetelo a Maria Antonietta. E ci sarebbe molto ma molto altro da scrivere, ma ho altro da fare e mi fermo.
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diariomamace · 1 year
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sto leggendo, a piccolissime dosi e molto frammentato, "le mani della madre" di recalcati. cercando di andare oltre il fastidio fisico che talvolta mi provoca il personaggio (ormai da salotto televisivo) ci sono spunti interessanti che mi fanno riflettere..
mi piaceva condividere con voi alcuni (brevissimi) stralci, con l'unico intento di accendere un lumino, chissà talvolta nel buio possa far comodo. il taglio è fortemente psicanalitico e PER NULLA politico, purtroppo. premettendolo e sapendolo, da forse meno fastidio....
"sul volto della madre"
(...) Solo attraverso il volto dell'Altro posso incontrare il mio volto, solo grazie alla presenza dell'Altro posso costruire la mia vita. (...) La teoria Lacaniana dello stadio dello specchio illustra bene come l'Io i costituisca solo riconoscendo la propria immagine che lo specchio gli offre nella forma di un Altro. Per potersi riconoscere come soggetto differenziato, deve vedersi riflesso in un'immagine di sè che solo l'Altro può restituirgli. (...) C'è stato un tempo in cui per ciascuno di noi il volto del mondo ha coinciso con il volto di una madre; c'è stato un tempo in cui il mondo aveva l'aspetto del volto di una madre.
(...) i disturbi della relazione primaria con la madre coincidono sempre, non casualmente, con la possibilità per il bambino di abitare creativamente l'apertura del mondo. (...) quando una madre guarda il suo bambino vi deposita inconsciamente gran parte della sua storia di figlia. "
"lalingua"
"La nascita della vita è sempre nascita del mondo, cioè nascita della lingua. IN ogni nascita rinasce sempre, nuovamente, la lingua. Questa lingua non è certo quella racchiusa nel codice anonimo del linguaggio, ma una lingua, che Lacan nomina lalangue, fatta di carne, affetti, emozioni, lallazioni, segni, suoni, gesti, bisbigli, corpo, una sorta di sciame che non risponde ancora alle leggi del linguaggio, ma che ne costituisce la materia prima sulla quale quelle leggi si applicheranno. Si tratta di una lingua del corpo, irriducibile ai suoi elementi grammaticali. Si tratta di un primo deposito stratificato di segni generatosi dalla relazione tra la madre e il bambino."
e a proposito di ciò, come si può non accogliere notizie come questa come una bestemmia tremenda... https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/17/i-neonati-parlano-piu-lingue-attraverso-il-pianto-arriva-la-app-che-traduce-il-bambinese-e-aiuta-i-genitori-a-comprendere-i-bisogni-dei-bebe/7031887/
"sul desiderio"
"Con il riferimento al "desiderio della madre" -centralissimo in tutto l'insegnamento di Lacan- non si tratta tanto di negare l'importanza della dimensione costante e affidabile della presenza della madre, quanto piuttosto di mostrare che, per essere una madre davvero "sufficientemente buona", è indispensabile che il desiderio della donna che è diventata madre non si risolva mai del tutto in quello della madre. Ecco il punto chiave: la differenza, la discontinuità della donna dalla madre.
(...) Come madre può continuare ad offrire l'ossigeno necessario alla vita (...) solo se può esistere come donna.
(...) Quando la madre cede alla collera ed all'irrequietezza è, molto spesso, perchè la donna rigetta il suo sacrificio avanzando richieste irriducibili a quelle della maternità. L'irrequietezza della madre può essere il segno dell'esorbitanza della donna rispetto alla madre.
(...) La cultura patriarcale ha inseguito per secoli questo miraggio: la riduzione della donna a madre era finalizzata a cancellare l'eccesso ingovernabile della femminilità."
.....che boccata d'aria mi hanno regalato queste ultime righe..come una licenza a guardare la mia irrequietezza coe qualcosa di non-sbagliato, di non-dannoso per i miei figli... e il tono assieme ad alcune parole chiave si sono portate dietro con estrema chiarezza l'insegnamento di clarissa pinkola estes in donne che corrono coi lupi. la lupa irrequieta che ulula alla sua libertà.
"sulla cura"
"Nell'epoca in cui domina a tutti i livelli della nostra vita individuale e collettiva un'accelerazione del tempo che sembra far venire meno ogni "interesse particolareggiato" la lezione della maternità evidenzia, al contrario, la centralità del tratto singolare e, per questo, mai ideale del sogetto. L'amore materno, se è amore per il nome, non è mai amore di una rappresentazione ideale del figlio, ma è piuttosto amore per la sua irregolarità, è amore per la sua stortura. Un noto detto napoletano lo ricorda efficacemente: "Ogni scarrafone è bello a mamma sua"."
hahaha con questa nota ilare chiudo, allegandovi una prova video del nostro esegeta della maternità ;)
youtube
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vintagebiker43 · 2 years
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Parole secche quelle del filosofo Umberto Galimberti, che suscitano discussioni e fanno riflettere:
"L’insegnante deve insegnare. Per farlo serve una capacità empatica e comunicativa, la fascinazione. Se non apri il cuore, non apri nemmeno la testa delle persone. Gli insegnanti dovrebbero essere sottoposti a un test di personalità che valuti queste cose. Se uno non sa affascinare è meglio che cambi lavoro [...]
Educare vuol dire condurre qualcuno all’evoluzione, dall’impulso all’emozione, dall’emozione al sentimento. Un ragazzo che ha sentimento non brucia un migrante che dorme su una panchina, non picchia un disabile. Se queste cose accadono è perché la scuola non ha educato. Per educare bisogna avere a che fare con la soggettività degli studenti, che oggi è messa fuori gioco. Se è vero che al posto dei temi si fa la comprensione del testo scritto, si è spostata la valutazione dalla soggettività alla prestazione. A questo punto è chiaro che anche la scuola è serva del modello tecnico. I ragazzi non contano più come soggetti ma solo nelle loro prestazioni [...]
È più facile correggere una comprensione del testo scritta che un tema. La realtà è che siamo passati da una scuola umanistica a un’educazione anglosassone, perdendo un’infinità di valori della prima. La scuola anglosassone è empirismo, pragmatismo, valutazione oggettiva [...]
Se uno non sa affascinare, comunicare, non può fare il maestro, il professore. Lo dice Platone: si impara per imitazione. Io aggiungerei anche per plagio. Preferisco un docente che plagia i ragazzi che uno che li demotiva. Direi loro che il ruolo va abolito.
Se uno non funziona lo sanno tutti ma non si può far nulla, perché è di ruolo. Che cos’è questa parola? Nessuno è di ruolo nella vita. Se un docente non è all’altezza va messo fuori gioco. Perché se si licenziano operai là dove si producono oggetti non lo si fa dove si formano le persone?"
U. Galimberti, da una intervista del 2019
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parole di una lettera. - ..ma quale lettera? non serve più a niente ma quante volte lo vorrei sai cosa succede a una persona che guarda troppo avanti? che poi non sa come tornare a guardare indietro perché sa bene che non esiste la strada opposta avendo capito di aver trovato quella giusta, senza troppi dissesti tu ora stai solo studiando ma ne sei proprio sicuro? secondo me ci provi ancora a fare quello che vuole giocare con le altre senza saper giocare perché poi il telefono nasconde storie o viene dato all’amico che risolve i casini che combini ma non è così ogni cosa che tocchi credi che tutto ciò che fai si diffonde a macchia d’olio forse perché non trovi le persone giuste per te che aprono le porte una sola volta trovi gente stupida nel senso che ti apre le porte per un ‘per sempre’ vorrei chiederti tante cose, vorrei chiederti se una come me ti manca ma non come fidanzata vorrei chiederti cosa pensi di tutti quei tuoi compagni che hanno una persona con cui poter essere se stessi ma ho paura talmente paura da reprimere ogni cosa che scrivo ogni mio pensiero che non ti porta a riflettere ma ad avere paura ma tu non ci pensi mai alle coincidenze? una volta mi hai detto son felice se conosci qualcuno che ti rende felice con quella paura negli occhi di chi scappa ed è vero alla fine mica è una colpa la colpa è mia perché potrei davvero credere di farmi bastare qualcuno con cui galleggiare ma la verità è che vorrei davvero nuotare e le persone con cui nuotare sono così poche e allora uno pensa alla sua vita così piena però non tutte le persone che incontri richiedono tempo alcune si accontentano di alzare la cornetta soltanto per sentirti respirare e non per forza di sapere la tua giornata semplicemente esserci e avere voglia di non parlare così tanto quante spiegazioni devo dare alla gente? che noia ma la verità è che stare da soli ti permette di non giustificarti e serve davvero? gli unici legami che vedo durare sono proprio quelli in cui ci si accetta e basta e sono i più veri comunque da quando ti conosco abbiamo un’altra cosa in comune il fatto che quando ho voglia di scrivere robe e dirtele le mie amiche prendono il telefono mi dicono di smetterla perché tu sicuramente sei scocciato e hanno ragione perché certi rapporti sono mossi dai pregiudizi
pregiudizi e basta come quando io ti scrivo cose perché so che sai leggerle ma sai di cosa? boh, ti disturbo? pensi che sia innamorata di te? pregiudizi del cazzo e allora non voglio dare un’idea diversa dalle tante che non riesco a smentire così spesso quindi tengo tutto per me ma faccio fatica perché per quanto fragile ed insicura sono un vulcano assurdo ma le mie energie si sono spente ed è meglio così voglio essere un vulcano per chi lo vuole però faccio molta più fatica di quanto non si veda a trattenere quello che ho da dare soltanto perché verrebbe sgualcito e se un briciolo di te ho capito ti starai chiedendo perché vado sempre a capo delle frasi ma i grandi scrittori non si fanno troppi problemi lo fanno e basta e tu ora stai ridendo perché ho ragione e se non stai ridendo allora ho capito meno di quanto credessi su di te credi davvero a tutte le mie puttanate? perché se è così ho una retorica che fa paura ma quanta realtà c’è in quella retorica? scherzo, è retorica vera ma che serve più a te che a me perché continuo ad essere buona e a credere che qualcosa che ti smuova ci sia persino se parte dalla scopata più bella della tua vita che io non avrei mai potuto darti ma che forse può servire tu ci credi? secondo te le persone possono davvero scopare e arrivare alla parte più intima di sé stesse per poi scoprirsi dopo? ed io che ho sempre fatto tutto al contrario ci vuole proprio fegato a starmi dietro pensando che il sesso serve ma amore e amicizia fanno sempre metà dell’opera è davvero un difetto pensare il contrario di tutto? mettersi in discussione? ma se ci pensi è questo che mi porta alle persone tutte le volte ho preso un telefono nuovo sai? molto deludente un po’ come ogni mia aspettativa così insaziabile quindi mi accontento e cerco di adeguarlo a quel sogno di telefono top che avevo nel cassetto per farti stare tranquillo e sereno sappi che ho conosciuto un tipo quando sono scesa a casa quindi non avere paura delle mie parole non nascondono nessun tipo di intenzione velata niente di niente sono semplici e arrivano insomma questo tipo sai quelle persone che non ti dicono niente? però le mie amiche mi hanno spinta tutta la sera ed io ho provato a buttarmi senza pentirmene perché non avevo nessun tipo di stimolo che noia poi però mi dicono vuoi credere ancora di trovarlo nel tuo mondo uno normale? ed in effetti hanno proprio ragione chi cucina i tuoi bastoncini findus stasera?
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therefore-farewell · 2 years
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Qualcuno ti odia.
Lo fa con le parole, con i fatti, con il suo tentativo perpetuo di distruggerti.
Se qualcuno ti odia è bene che prima di rispondere tu ti sieda un momento a riflettere.
L’odio è un’emozione potente tanto quanto l’amore.
Le emozioni potenti si trasformano spesso in azioni: mentre le azioni dell’amore edificano e fanno splendere, le azioni dell’odio sono distruttive.
Possono essere parole o fatti e non importa se lasciano il segno dentro o fuori… fanno davvero molto male.
Ora, io so bene quanto certe azioni guidate dall’odio possono essere dolorose per te.
Ma fermati un momento prima di rispondere all’odio.
Fermati e osserva.
Quando qualcuno agisce guidato dall’odio non sta semplicemente informandoti che tu non gli piaci.
Quando qualcuno ti offende, per esempio scrivendo un commento sui social o ti attacca o cerca di svalutarti di fronte ad altre persone… il problema non è che tu non gli piaci.
Se qualcosa non ci piace, semplicemente la ignoriamo, non le prestiamo attenzione.
Invece tu, tesoro, sei al centro dell’attenzione di chi ti sta odiando.
Sei al centro dell’attenzione perché, senza intenzione, con la tua vita, le tue scelte e la tua profonda essenza ogni giorno ricordi a quella persona tutto quello che non ha fatto, tutto quello che non ha il coraggio di essere e di agire, tutto quello che crede di non poter ottenere.
Non è un problema quello che fai, il problema è che tu esisti e che sei percepito come migliore.
Per questo vieni scaraventato con violenza a terra dall’odiatore seriale: perchè lui/lei ha bisogno di tirare giù gli altri per sentirsi migliore almeno un po’.
Sotto l’odio quasi sempre si nasconde l’invidia.
Lo so, tutto questo è davvero spaventoso.
E spesso il primo istinto di fronte all’odio è quello di difendersi rispondendo, cercando di dimostrare che “non è vero”.
Ma io ti chiedo di non rispondere donando la tua attenzione.
La tua attenzione è il bene più prezioso che hai.
Se oggi presti la tua attenzione a chi ti odia e alle sua azioni, tu finirai per perdere la tua luce, oscurata dalla paura e dal rancore che finirai per provare.
L’unica risposta possibile all’odio è continuare a prestare attenzione a te, ai tuoi sogni e tutta la tua vastissima vita.
Se vuoi proteggerti smetti di pensare a coloro che ti odiano e il loro fuoco si estinguerà.
La tua attenzione è il banchetto dell’odio.
Fai morire di fame l’odio.
E dai da mangiare alla tua luce.
Da oggi.
Sempre.
— Manuela Toto
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Ho voluto mettere questa foto per fare riflettere, per fare capire, per sensibilizzare. Ha lottato con tutta se stessa propio come ha fatto la Donna che amavo e come fanno tante altre persone in questa assurda tragica situazione. Ciascuno di noi ha caratteristiche che lo rendono unico e, in virtù di questo, diverso dagli altri. Anche nel dimostrare il nostro affetto c’è chi è più aperto, chi più introverso e questa diversità nei modi può generare incomprensioni.
Il cuore non ha regole e per questo possiamo solo limitarci a seguire una buona norma: non dimentichiamoci di dire e far sentire il nostro “Ti voglio bene”. Una carezza, un abbraccio, ma anche quelle tre parole che, dette con sincerità, cambiano la giornata. Non abbiate paura di dirle: a una mamma, a un papà, un amico. Tutti abbiamo bisogno di quelle tre potentissime parole: Ti voglio bene. Nella vita tutto può cambiare improvvisamente.... non date nulla per scontato.
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sviluppimentali · 2 years
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Fa un certo effetto incontrare una persona dopo parecchi anni,soprattutto qualcuno con cui hai condiviso un pezzo della tua prima adolescenza,primi “amori”(15-16 anni tipo) e rendersi conto che ti conosce ancora così bene. Le parole e le frasi che assimila ti colpiscono dritto dentro e ti fanno pensare che un po’ forse qualcosa le hai lasciato, ma specialmente sei stato compreso. Bisognerebbe farne un po’ più spesso una virtù, un tesoro. Preservare questi istanti che ci fanno riflettere così profondamente.
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