Tumgik
#non ci potete fregare!!!!!
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tiaspettoaltrove · 3 months
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A me interessa davvero solo di me, e dei miei cari.
Tutta questa eccitazione italiana per i reali inglesi, io, non l’ho mai capita. Nasce un bambino, e i notiziari si riempiono di notizie in merito: il “toto-nome”, e robe del genere. Muore qualcuno, e si celebrano i funerali addirittura sulla prima rete televisiva del paese. E adesso, leggo che una ha un tumore, e anche in questo caso diviene una notizia nazionale. Non capisco davvero, sono sincero. Perché questa enorme (e immotivata, a parer mio) considerazione di queste persone? Non la concepisco nemmeno nei riguardi di personalità politiche del nostro paese, figurarsi se parliamo dell’estero. Eppure, così vanno le cose. Io mi interesso di un evento positivo o negativo quando riguarda la mia famiglia, i miei amici, al limite qualche mio conoscente. Ma onestamente parlando, del tumore (vero o presunto) di una persona distante migliaia di chilometri, e che non conosco, cosa me ne dovrebbe importare? Non facciamo sempre gli ipocriti, suvvia. Questo discorso si applica anche ad altre circostanze, ovviamente. È un concetto generale. In ogni ambiente c’è sempre quella persona che si eleva sopra gli altri, e che spesso non ha neanche un reale legame con noi. E si può fingere davvero per tutta la vita che ci importi, sempre, di tutto? Pensiamo alla nostra vita, che viene prima di tutto. E a quella delle persone di cui ci circondiamo, che sono una nostra estensione. Ma il resto, lasciamolo a chi non ha niente da dire. Lasciamolo a chi ha necessità vitale di fare pettegolezzi, chiacchiere, sotterfugi. A chi, morbosamente, sta incollato davanti alla tv o a Instagram per le ultime immagini, le ultime novità. Il bello, peraltro, sapete qual è? Che l’intelligenza artificiale ha oramai raggiunto livelli così alti, tali per cui è sempre più difficile stabilire con certezza cosa sia vero e cosa no. E su questo non potete smentirmi. E allora immaginate una tecnologia così potente, nelle mani di chi ha risorse illimitate. Quanto può essere facile che qualcosa vada storto (per noi)? Il dubbio deve accompagnarvi sempre. Non dovete farvi fregare dall’idolatria di una qualche bella statuina vista da qualche parte. L’obiettivo nella vita non è diventare una principessa o una regina, ma portare felicità a se stessi e ai propri cari. Non pensiate che la vostra vita valga meno, solo perché non siete “nessuno”, perché non siete famose. Non è affatto così. Non c’è niente di male nel vivere una vita normalissima. E se lo si vuole, qualcosa di elettrizzante lo si trova lo stesso. È la stessa serenità ad esserlo, di fatto. Smettetela di guardare a chi (nel mondo) è “in alto” come se fosse superiore, perché così non è. Solo Dio è degno. Solo Lui merita sempre la nostra riconoscenza, il nostro rispetto, la nostra devozione. Tutto il resto, passa. Tutto il resto, non ha importanza. Vi ricordate quando Conte vi diceva di stare a casa, e voi ci stavate? Addirittura fremevate per vedere le sue dirette Facebook in tv. Avete già dimenticato tutto? Tirate fuori l’amore, per voi stesse.
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vintagebiker43 · 1 year
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Il periodo natalizio è su di noi, è quel periodo dell’anno Brandy e zabaione, c’è un sacco di allegria Ci sono luci sugli alberi e ci sono ghirlande da appendere Ci sono dispetti e confusione e canzoni da cantare, ci sono le campane e c’è l’agrifoglio, i bambini sono entusiasti Il vero amore trova un bacio sotto il vischio fresco Alcune famiglie sono incasinate mentre altre stanno bene Se pensi che la tua sia pazza, beh dovresti vedere la mia
Le mie sorelle sono delle svitate, vorrei non averne affatto I loro mariti sono dei perdenti e così anche i loro figli Mio nipote è un orribile idiota saccente Una volta mi ha regalato una bella scatola piena di merda
Gli piace colpire i cantori con palle di neve ghiacciate Mi piacerebbe portarlo fuori e fargli sentire ben altro che una canzone di natale Con una famiglia così, devo confessarlo Starei decisamente meglio solo, sconvolto e depresso
Il periodo natalizio è su di noi, è quel periodo dell’anno Brandy e zabaione, c’è un sacco di allegria Ci sono luci sugli alberi e ci sono ghirlande da appendere Ci sono dispetti e confusione e canzoni da cantare Dalle mie parti, lo chiamano Natale
A mia madre piace cucinare, conosce i nostri punti deboli e ci pungola Mio fratello ha appena portato a casa un’altra ragazzona Gli occhi che roteano, sussurra “amore, vieni” dalla cucina Tornerei a casa più spesso se solo smettessero di lamentarsi
Papà d’altra parte è un vecchio stronzo egoista Beve whisky da solo con il mio miserabile cane Che non riporta mai indietro la roba perché non gliene può fregar di meno Ha lordato il mio orsacchiotto e mi ha lasciato il casino
Il periodo natalizio è su di noi, è quel periodo dell’anno Brandy e zabaione, c’è un sacco di allegria Ci sono luci sugli alberi e ci sono ghirlande da appendere Ci sono dispetti e confusione e canzoni da cantare Dalle mie parti, lo chiamano Natale
La tavola è pronta, facciamo un brindisi In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo Sono contento che questo giorno arrivi solo una volta l’anno Potete tenervi le vostre opinioni, i vostri regali, il vostro buon anno Lo chiamano Natale da dove vengo io Lo chiamano Natale da dove vengo io
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der-papero · 3 years
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Andiamo a rubare col Papero - Lesson 1 - La spesa dal ferramenta
Oh, proprio avete deciso di intraprendere questa attività, allora. E io che vi facevo delle brave e belle persone! E vabbè, una promessa è una promessa.
Per avviare la nostra attività criminale, ovviamente servono dei ferri del mestiere, come ci mostra Tony Stark dal ferramenta:
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Insomma, piede di porco, tenaglie, lama diamantata, lima e smalto per le unghie (non siamo animali).
Così come nei furti reali, serve ovviamente lavorare in silenzio e con strumenti leggeri. Come mostrava il video di Totò della puntata Pilot, portarsi una sega circolare a corrente industriale da 50kg di ingombro non è proprio il massimo.
Oltre agli attrezzi, serve un complice, che in questo caso va sotto il nome di sistema operativo. Se pensavate ad uno in carne ed ossa, beh, scordatevelo, il primo modo per farsi fregare è proprio fare hacking in coppia. Io non mi metterei a dire in giro al bar che vi divertite la sera ad entrare nei PC altrui, non sapete mai con chi avete a che fare, meglio farsi i cazzi propri e restare muti, come prevede il manuale del perfetto criminale. Mai fidarsi di nessuno.
Non serve un PC potente, va bene anche una roba di 3 / 4 generazioni fa. Se usare un fisso o un portatile, dipende da cosa volete attaccare. Un portatile è più indicato, perché vi consente anche di andare in giro a ciulare reti WiFi, cosa che col fisso, ovviamente, limita di molto il range. L'importante è però la durata della batteria, se avete un dinosauro degli anni 2000 ma con una batteria che dura 5 minuti, beh, non stiamo manco a parlarne.
Per la scelta del complice ideale (sistema operativo), quella la vediamo alla fine, per ora prendiamone uno a caso, perché a me preme, in questa sessione, mostrarvi un qualcosa di molto più interessante, un qualcosa che interessa tutti, addetti ai lavori e non, ovvero la fiducia che potete riporre negli strumenti che utilizzate.
In pratica, tutti gli strumenti devono servire ad un solo scopo, ed un solo. Se il vostro complice, mentre state tagliando un vetro di una finestra, si mette a telefonare ad alta voce alla mamma, facendo abbaiare anche i cani del vicino, dicendo che non tornerà a cena in tempo perché impegnato con voi in un furto, voi fate un solo salto e gli tirate, a ragion veduta, un bel fendente alla base del capocollo, lasciandolo a terra mezzo vivo e mezzo morto (cit.). In pratica, un complice non adatto alla situazione vi mette nella stessa condizione del Prof. Sperelli, che potete ammirare all'opera nel seguente video, in una operazione che non sarà molto diversa da quella che faremo nei prossimi giorni:
Per farvi un esempio di strumento sbagliato, guardiamo cosa succede quando il nostro complice è "pronto ad aiutarci". Per introdurre questo esempio, prima vi scrivo giusto una piccola nozione su cosa sia un indirizzo IP. Spiegarlo nel dettaglio vi annoierebbe, quindi vi basta semplicemente ricordare
ATTENZIONE ESPERTI!! DEFINIZIONE ERRATA E IPERSEMPLIFICATA!!1!11!121!!
che è un numero univoco che viene assegnato ad ogni dispositivo connesso ad Internet, un po' come il vostro numero di cellulare, è solo vostro, e appartiene solo a quel cellulare. Facebook ne ha uno, Google ne ha uno, e il vostro PC, quando è connesso, ne ha uno, e ogni PC (connesso) del mondo ne ha uno.
Data questa definizione, vi aspettate banalmente due cose:
se non sto facendo nulla, il mio IP non è connesso a nessun altro IP (fiducia nel complice)
se il complice mi passa uno strumento per connettermi ad un IP, io mi aspetto di essere connesso solo con quell'IP (fiducia nello strumento)
Chiaro, no? Ecco, se fate la scelta sbagliata, la (1) e/o la (2) non sono quasi mai vere. Non sono più vere nemmeno con i cellulari moderni, erano vere ai tempi del Nokia 3310.
Ecco perché non potete prendere una cosa qualsiasi dal ferramenta, vanno scelti gli strumenti giusti e il complice giusto, altrimenti, mentre voi vi dedicate a scassinare la casa di turno, il vostro complice e/o i vostri strumenti fanno anche altro, e questo è male. Magari non fanno potenzialmente nulla di compromettente, ma in una attività di questo tipo dobbiamo essere coscienti di tutto quello che avviene, e lasciare quante meno impronte digitali possibili.
Questa è una prima definizione di “essere anonimi in rete”, la approfondiremo in un’altra lezione, quando spiegherò se strumenti come le VPN o Tor possono aiutare la causa, se servono davvero a proteggersi o rendersi anonimi (la risposta immediata è NO).
E anche con un complice apparentemente affidabile, gli strumenti possono essere errati.
Io ho scelto questo sistema operativo ieri, è nuovo di pacca, non ho installato nulla. Vediamo se rispetta la regola (1). Non ho programmi in esecuzione, non ho nessun aggeggio particolare, mi aspetto che il mio complice sia muto. Lo verifico:
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Effettivamente è così, la lista è vuota, il nostro PC non è connesso a nulla.
Proviamo ad aprire Firefox, per chi non lo conoscesse è un browser come Chrome, Internet Explorer, Safari o Edge, senza visitare alcun sito, pagina bianca.
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Quindi io uso uno strumento, ma non mi collego a nulla, mi aspetto di essere ancora sconnesso dal mondo.
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E invece no, porca puttana aggiungerei.
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Quello che vedete nella colonna Local Address è il mio IP, quello che vedete nella colonna Foreign Address è l’altro IP al quale mi connetto. A mia insaputa, Firefox si è connesso a 6 indirizzi diversi. Chi cazzo sono non lo so, e manco ho voglia di saperlo.
Come potete vedere, vi basta aprire un browser, pensate di fare A, e lui fa A più tutta una serie di attività che non avete richiesto. Magari, in una vita normale, questo non è un problema, ma non va bene per il nostro scopo.
Gli strumenti li vedremo poi nel dettaglio più in là, il pippone essenzialmente puntava a farvi capire come, con le tecnologie attuali, molto del traffico che fate è a "vostra insaputa", potremmo definirlo Traffico Scajola. Tenetelo sempre bene a mente: la strastrastragrande maggioranza dei software che usate ogni giorno per connettervi dove vi pare fa moooolte più connessioni di quelle da voi richieste, verso sistemi dei quali non siete nemmeno a conoscenza, e vengono inviati dati di cui non sapete assolutamente NULLA, e dei quali nessuno vi ha preventivamente informato. Ancora una volta, avvisati.
Cosa quindi porteremo alla cassa del nostro negozio: un PC, meglio se un laptop, con un sistema operativo “pulito”. Personalmente io uso Slackware e Kali, ma potete usare quello che ve pare, anche Windows o Mac (che vi sconsiglio, ma nemmeno vieto come se fossero il demonio), purché riusciate a controllare e sapere sempre il “rumore” che fate ogni volta che iniziate una attività di hacking. Sistemi Windows o Mac non vi permetteranno però di fare hacking WiFi, a meno di non voler spendere per soluzioni che manco sto qui a proporvi.
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Buonasera BICS!
Vorrei approfittare di un vostro momento per lasciarmi andare a un mezzo sfogo. Premetto dicendo che nei miei 26 anni di vita della musica non me ne è mai importato molto. Naturalmente avevo delle canzoni che mi piacevano e cantanti che apprezzavo. Ma a mala pena ne conoscevo i nomi e ancora meno mi capitava di ascoltare più di una volta la stessa canzone. Non sono mai stata fan di qualcuno e i concerti non mi interessavano minimamente. Un pochino invidiavo chi invece ne apprezzava veramente l' "essenza", ma per il resto andavo avanti. Poi ho scoperto i BTS. Potete immaginare che mondo si è aperto per me! Per la prima volta ho effettivamente provato cosa si prova ad apprezzare una band, ad ascoltare le loro canzoni costantemente e a desiderare di poter andare a un concerto per cantare a squarciagola! E poi gli album, i poster! Ero e sono entusiasta! Finalmente sono entrata un pochino anche io nel mondo della musica, senza contare i meravigliosi messaggi che i BTS trasmettono. Non mi aspettavo invece il muro di pregiudizi e ignoranza con cui mi sono scontrata. Ancora non riesco a cancellare dalla mia mente la faccia di alcuni amici quando ho detto loro della mia nuova "passione" (e non vi dico i commenti). Per fortuna sono a un punto della vita dove non me ne può fregare di meno dei pensieri altrui, ma era un grandissimo dispiacere non poter condividere finalmente con qualcuno l'amore della musica che finalmente mi aveva trovato! Per fortuna l'ARMY è un universo molto grande, e anche se si è un po' lontani so che non è desolato! Grazie per il vostro lavoro! 💜💜 Speriamo di incontrarci in un concerto qui in Italia!
buonasera a te! innanzitutto ti ringraziamo per aver pensato al nostro box delle ask come “safe place” per venire a sfogarti, ci fa piacere! e grazie per seguirci 💜🥺
io personalmente che ti sto rispondendo ho 26 anni come te, e diverse di noi dello staff si aggirano intorno a quell’età, quindi penso di poter rispondere a nome di tutte noi. ovviamente, come te, crediamo in ciò che questi ragazzi trasmettono: fanno tanto bene al cuore, sia tramite la loro musica piena di messaggi meravigliosi che anche solo con il loro semplicemente ‘essere’, non potremmo essere più fiere.  però ahimè, come dici tu c’è sempre gente con tantissimo tempo libero che pensa sia divertente e alternativo giudicare passioni, gusti e hobby degli altri. però fai benissimo a non fregartene e ad andare avanti, siamo dell’idea che persone noiose del genere non meritino nemmeno l’essere presi in considerazione :’)  gli army e i bangtan appunto costituiscono una grande famiglia, finché abbiamo l’un l’altro e stiamo in serenità tra di noi, i commenti negativi degli altri non possono che passarci oltre 😉
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Benvenuti in #QUARANTENA, la situazione attuale che fa Pena! Scusate se ho procrastinato così a lungo per partorire una sorta di post al riguardo, ma mi sono fatta fregare dalla noia. Spero che possiate capirmi e perdonarmi.  Dunque! Siete stati catapultati nell’isolamento forzato senza via d’uscita? Chiuso il lavoro, chiusa la scuola/università, chiusa la vostra attività supplementare di fiducia? Bene, ricorda che SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA e pur sentendoci soli, non siamo soli. Andiamo ad affrontare gli stati d’animo più comuni di questi arresti domiciliari: 
GLI AGITATI ovvero coloro che, prima della quarantena, riempivano le proprie giornate con tantissime attività magari pure belle stancanti, colmandosi di cose da fare magari proprio per non dare spazio alla propria testa per impanicarsi e reagire male. Per molti, caricarsi di cose da fare è un modo per sopprimere l’ansia, per stancarsi abbastanza da non lasciare spazio all’ansia attanagliante. Sfogare così la propria energia mentale e fisica, porta facilmente ad uno stato di agitazione e frenesia nel momento in cui ci si ritrova confinati senza attività da svolgere. Soprattutto per coloro che non hanno modo di svolgere del lavoro/studio da casa. Coloro che non hanno cani da portar fuori che inevitabilmente costituiscono una routine e scandiscono i momenti di una giornata. Coloro che non hanno nulla a cui aggrapparsi ora sono in difficoltà, si ritrovano ad avere a che fare con una testa che schizza di qua e di là in piena frenesia senza avere modo di sfogarsi in attività pratiche come d’abitudine. Che si fa? Niente panico, ci si adatta. Si cerca sfogo in tutto ciò che c’è di produttivo in una casa. Dal rinvaso stagionale delle piante, al feng shui o come si vuol chiamare il cambio di disposizione delle componenti del proprio ambiente, agli impasti culinari, alle arti (disegni, strumenti, qualsiasi cosa che richieda energia) agli esercizi fisici.  Può darsi che nonostante l’iperattività della testa, ci si ritrovi vuoti e persi a fissare il muro incapaci di essere produttivi. La noia, la mancanza di uno scopo, ci sta tutto. A quel punto si va a fare riferimento ad un’altra categoria, 
IL LETARGO ovvero la reclusione che trasforma in ghiri e fa venire voglia di dormire più del necessario, o meglio, di restare a letto più del necessario e di conseguenza avere sonno a tutte le ore. La noia che porta altra noia, la sensazione di non avere uno scopo e di conseguente inutilità, la perdita di qualsiasi disciplina. Uno stato molto simile a quello depressivo, tanto che per coloro che hanno sofferto o soffrono di depressione diventa molto facile ricascarci, diventa una specie di depressione autoindotta. Allora che si fa? Innanzi tutto è importante stabilire le priorità: MANGIARE E BERE. Dormire la notte, non il giorno, e non facendo orari improponibili andando a sballare il proprio equilibrio perchè ‘’tanto domani posso svegliarmi quando mi pare’’. Cercate di mantenere una routine di orari umani, se vi sfugge l’ora, puntate delle sveglie o dei promemoria tipo ‘‘devi pranzare’‘. Stabilite le basi, cercate di forzarvi a A) uscire dal letto e tirare su le coperte così che non vi venga voglia di tornarci subito dopo essere stati in bagno e poi restarci altre sei ore a poltrire B) usate il divano, usate la scrivania, usate la cucina o qualsiasi posto che vi costringa a stare anche solo un pochino meno sdraiati: in questo modo riuscirete a dormire più facilmente la sera.  Se volete cazzeggiare o darvi a qualcosa di un pochino più produttivo a quel punto è arbitrario, però cercate di non diventare delle amebe. 
Listina di attività per tenersi impegnati o almeno auto illudersi di esserlo?  -Cura delle piante -Lettura  -Film e Serie TV (sia arretrati, che quelli che avete sempre avuto voglia di rivedere ma vi sembrava così di rubare il tempo alle novità, sia cose nuove a cui appassionarsi, VA BENE TUTTO, NON SENTITEVI GIUDICATI)  -Esercizio fisico, e se non siete il tipo di persone che hanno l’autodisciplina che serve a portare avanti gli esercizi da soli in casa - come me hehe - allora limitatevi allo stretching. Anche solo 20 min mentre cuoce la pasta o mentre aspettate che venga calda l’acqua in doccia.  -Lavatevi e prendetevi cura di voi. Scrub, maschere, esperimenti di ogni genere su cosa funziona per voi e il vostro corpo. Tanto non deve vedervi nessuno.  -Disegno/Musica/Apprendimento di nuove lingue o materie o qualsiasi ambito di cui avreste sempre voluto interessarvi e mai potuto. -Pianificate. Fate una tabella delle ore del giorno e del loro svolgimento, quale giorno dedicare alle maschere facciali, quale alla cucina e qualsiasi altra cosa. Diluite le vostre attività nell’arco di una settimana e gestitele come se doveste fare un piano lavorativo o un orario scolastico.  -Approfittate per telefonare a tutti quei parenti che non sentite mai perchè vi attaccano bottone 40 minuti o qualsiasi cosa, chiamate chi vi pare e se vi manca tanto la socialità fate videochiamate con gli amici e giochi di gruppo (ci sono un sacco di app adatte, vedi HouseParty, vedi Cards Against Friends e simili). -Prendetevi del tempo per fare ordine nei vostri dispositivi, dalle cartelle del computer ai contatti vecchi ed inutili sul telefono, cancellare le email inutili, repulisti dei media, ordine nei propri social e quant’altro. Liberate spazio. Approfittatene per cercare profili di cose che vi interessano, dalla skincare alle foche, tutto quello che può farvi sentire attivi ed ispirati.  -Tenere pulita la propria stanza e, in caso, la propria casa, dalle ordinarie pulizie al grande repulisti degli armadi. Buttare tutti i vestiti vecchi e smessi, o metterli da parte per darli via. Pulizia della cantina/soffitta alle brutte.  -Cucina: che sappiate o no cucinare, è l’occasione buona per fare un po’ di esperimenti, tanto nessuno può giudicarvi. Anzi, un giudizio positivo va a chi si è messo in gioco. 
Familiari presenti ed invadenti: condizione comune. Se non vi sentite a vostro agio nel fare attività individuali di qualsiasi tipo, sfruttate le ore della sera quando gli altri vanno a dormire oppure si spiaggiano alla televisione. Esempio: voglio meditare ma ho paura di avere interruzioni e fastidi vari? mi prendo del tempo la sera dopo cena, sarà meno probabile che mia madre entri in camera mia a propormi di darle una mano a fare questo o quello. Voglio parlare al telefono con qualcuno senza che si senta tutta la conversazione? approfitto dei momenti in cui la televisione è accesa e chi la sta guardando è meno facilitato ad ascoltare passivamente la mia telefonata. Purtroppo la quarantena mette in risalto le dinamiche e i problemi che si hanno con le persone con cui si convive, la cosa più utile è capire i loro meccanismi di funzionamento, capire i nostri, e cercare di farli cozzare il meno possibile. D’altra parte, come ci troviamo in difficoltà noi, ci si trovano pure i nostri genitori. 
Quarantena solitaria: Condizione forse meno comune, ma altrettanto valida. Non per tutti è facile trovarsi in casa soli, significa gestirsi in un modo diverso e magari inusuale. D’altra parte, può essere un incentivo proprio per imparare la gestione della vita adulta da soli, e per prendere consapevolezza dei propri limiti e punti di forza. Non dimentichiamo che la quarantena finirà e per quanto possa non piacere l’essere costretti a vivere da soli in questo momento, è una condizione lunga ma pur sempre temporanea e nella vita è un enorme punto di forza quello di riuscire ad adattarsi. Cercate di renderla un’esperienza utile ai voi stessi del futuro e resistete, la compagnia tornerà! 
Fatto questo breve (brevissimo, ridete con me) riassunto delle condiziioni generali, direi che se volete fare due chiacchiere o approfondire altri argomenti e altre frontiere del disagio, potete scrivere tranquillamente. Tanto siam tutti qui! 
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corallorosso · 4 years
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Tre commercialisti vicini alla Lega ai domiciliari. Erano anche revisori dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. La vicenda è quella della compravendita di un immobile al doppio del prezzo. Giochi strani, un prestanome scappato in Brasile ed altri “simpatici” dettagli. Ora io voglio dire solo una cosa. Siamo all’ennesimo scandalo della Lega, l’ennesimo. Iniziarono con la vicenda Enimont a pochissimi anni dalla fondazione della Lega stessa, poi son passati da rimborsi, diamanti in Tanzania, i 49 milioni. Per non parlare dei micro-scandali locali (e basta guardare le ultime vicende in Lombardia). Eppure in Toscana, nelle Marche e in tutte le altre regioni la Lega ha la faccia tosta di autoproclamarsi “forza del cambiamento”, come forza politica del rinnovamento. E qualcuno, incredibilmente, ci crede. Allora una domanda: ma come fate? Davvero. Potete essere di centro-destra, di destra, ci mancherebbe altro. Ma come fate a credere che la Lega sia un partito del cambiamento? Su quale pianeta? Marte? Perché sul pianeta Terra la Lega è questa. E lo è da anni, non da ieri. E Salvini può fare tutti i selfie del mondo, ma la sostanza non cambia. La sostanza di un partito che si ritrova puntualmente invischiato in questa roba. Non fatevi allora fregare. Questa gente vuol governare casa vostra, e il cambiamento che propone lo vedete non nei selfie di Salvini, ma in altre vicende. Leonardo Cecchi
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soloillusioni · 4 years
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Lunedì Acido
** lunedì di quarantena. Ho perso i conti dei lunedì in quarantena.
Oggi sono arrabbiata. Il nervoso che ti fa stringere i denti e venire mal di testa.
Oggi sono riuscita fare quasi tutte le cose che volevo ma...
Ma non trovo giusto quello che leggo.
Io avevo fatto la scelta di rimanere estranea alla vicenda covid, essendo a conoscenza di tante tematiche trattate e capendo(e in grado di fare ) appieno le statistiche ma non quelle che leggete ai telegiornali che quelli sono numeri per fregar la gente (primo insegnamento del corso di Statistica ), ho proprio deciso che mi sarei auto-documentata. Divieto assoluto di inviarmi meme che non fossero al fine della mega sbronza che mi aspetta a fine quarantena.
Beh, leggo cattiverie su qualsiasi social da qualsiasi tipo di persone per quanto riguarda fascia di età e istruzione. Non sono qui a fare il dio inquisitore, che giudica ed è meglio di tutti.
Io voglio far presente che leggo solo cattiverie. Questa società non mi piace più.
Il punto è che ad oggi qualcuno potrebbe aver conquistato la libertà di vedere parenti e fidanzati e leggo cose assurde tipo “Non giudicatemi, non è sesso. non potete capire... è amore”.
Sto cazzo dico io. Io vedo scelte che discriminano, mi sembra di essere in Orwell “la legge è uguale per tutti ma qualcuno è più uguale degli altri”. ecco si capisco che sei un’esimia testa di cazzo, perché ora che tu hai ottenuto qualcosa degli altri chi se ne frega. e questa è la riprova di cosa la società spinge a credere: sei perfetto se hai una famiglia della Mulino Bianco e sei in procinto di creare una famiglia della Mulino Bianco. allora tu puoi uscire, gli altri so stronzi. 
e allora io senza ragazzo e senza parenti sto in casa e mi dispero. Mi dispero perché ho uno stato assente per l’università: qualcuno non universitario se ne è reso conto? e i maturandi poverini.. e i bambini poverini.. e i bar chiudono.. e le estetiste poverine.. e le parrucchiere poverine. Io capisco perché anche mio papà è imprenditore e le difficoltà ci sono sopratutto se bisogna pensare ai dipendenti se non si è mostri.. e allora lui lavora per due, fa il capo, il commercialista e la segretaria, si perché lei povero cuoricino è a casa in smartworking dal 24 febbraio. ragazzi, lei sarebbe sola in ufficio, non entrerebbe nessuno. e cosi mio papà fa le cose, lei manda due mail, si accumulano i plichi da sistemare ma lei non vuole lavorare, d’altronde mi spiace dirlo ma l’ho inquadrata preferisce starsene comoda a casa. che poi si puoi farlo una volta, ma da noi c’è ancora un ufficio (vista la mansione) non predisposto (e difficilmente lo sarà) allo smart working. ma anche qui umanità e comprensione zero.
ma torniamo a noi, universitari. Niente. mi arriva una email dal rettore ogni sera. ma non si sa degli universitari, da noi si parla di esami più difficili “perché potete copiare” e così se già sputo sangue, ora muoio. La buona volontà non basta per andare avanti e sono preoccupata, perché io stavo per finire i cinque anni. Non voglio finire fuori corso, non perché sono una secchiona ma perché non voglio pagare le tasse da fuori corso (quelle arrivano sempre tranquilli). non voglio esami piu difficili solo perché mi sono ritrovata in emergenza sanitaria. e il peso psicologico di chiedermi continuamente “sei a casa,  stai studiando abbastanza? non dovresti studiare di più?”. vedo gli altri andare avanti e io rimanere sempre ogni cazzo di merdosissima volta incastrata in una società egoista.
se sei arrivato a leggere fin qui scusa lo sfogo, di solito non sono così arrabbiata col mondo. 
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big-lio · 4 years
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(Via Alda Merini - Il mio passato)
"Spesso ripeto sottovoce che si deve vivere di ricordi solo quando mi sono rimasti pochi giorni. [...]"
Un concetto che credo di essermi ripetuta tante volte, soprattutto su consiglio di chi mi dice sempre di lasciarmi il passato alle spalle e vivere il presente guardando al futuro. Una bellissima idea, che comunque non riuscirò mai a fare mia. Io sono il risultato del mio passato e non credo di potere avere un futuro abbandonando quello che sono. Il mio futuro è ormai inevitabilmente limitato, gli anni sono stati già vissuti, sarebbe forse tempo per i bilanci, ma quelli credo sia meglio li eviti. E allora preferisco i ricordi, a cui si legano gli inevitabili rimpianti. E onestamente mi sta bene anche la malinconia che li accompagna, quello che non accetto è il senso di delusione che spesso mi prende, per quello che volevo fare e non ho fatto, per le cose che avrei dovuto affrontare in modo differente, per gli infiniti errori. Ma è proprio questa la parte che rifiuto: in fondo siamo esseri umani, siamo fallibili, ci proviamo e cerchiamo di farlo sinceramente, con impegno. Io credo di non avere mai voluto fregare la vita, essere qualcosa di diverso, farmi credere migliore: ho cercato di essere quello che ero e in cui credevo. Errori compresi... Ma allora perché sentirsi delusi? Perché tendo a perdonare agli altri quello che a me stessa invece non perdono? Non penso al tempo che mi resta, non me ne curo e ignoro anche la vecchiaia. Ho paura, infinita paura della perdita di autonomia, del potere essere un peso, ma fino a che questo potrà essere evitato per cosa devo sentirmi angosciata e così insoddisfatta? Grande Alda Merini, lei la risposta la aveva e potete ascoltarla nella bellissima interpretazione dell'amico Gianni Caputo (cui vanno i miei ringraziamenti per tutto quello che mi dona con le sue letture). E voi, voi cosa pensate dei ricordi? Come li vivete?
Fonte LioSite
Liosite su Facebook
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radheidiloveme · 5 years
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Ummm...apriamola
[Sarcasticamente pensiamoci]
Arrivo tardi, come al solito.
La foto di destra l’avrete oramai vista tutti. Già la chiamano la foto del secolo.
È la prima foto mai scattata di un buco nero.
Più o meno.
Più o meno perché non è davvero una foto, ma un’elaborazione grafica di dati radio. E più o meno perché il buco nero è letteralmente il cerchietto nero al centro della ciambella, e quindi non si vede davvero. Ma non si vede non per nostri limiti tecnologici, è che non si può vedere: un buco nero è infatti una regione dello spazio (spaziotempo, a fare i pignoli) in cui l’attrazione gravitazionale di una massa risucchia tutto, luce compresa. Nulla sfugge né può sfuggire (Hawking passamela questa, per il momento). Con “nulla” intendiamo anche la luce che ci fa vedere le cose, trasportando informazioni come un postino spaziale.
Il buco nero che (non) vedete è quello di una galassia chiamata Messier 87, o M87, o Virgo A, o ancora NGC 4486. Questo perché a noi astrocosi piace un sacco complicarci una vita già piena di disagi e solitudine dando tanti nomi diversi e complicati alla stessa cosa, manco fossimo un Cracco in Galleria Duomo a Milano.
- Cameriere, mi scusi... cos’è di preciso questo “Trionfo ghiacciato di nettare olmeco e centrifuga di latte in fantasia di cialda dolce e pioggia di nocciolo” da 15 euro?
- Un cornetto Algida.
La galassia M87 è una cosiddetta galassia ellittica supergigante. È una delle galassie più massicce del nostro circondario, che chiamiamo Universo locale. Si trova nell’ammasso della Vergine, a 53 milioni e mezzo di anni luce da noi. Vuol dire che il postino luce, che pedala comunque a 300 mila chilometri al secondo ed è imbattibile in velocità, ci mette 53 milioni e mezzo di anni a consegnare la busta.
[A Poste Italiane piace questo elemento]
Al centro di questa galassia c’è un buco nero supermassiccio, M87*: 6 miliardi e mezzo di volte la massa del Sole; 2 milioni di miliardi di volte la massa della Terra; 140 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di Perri. E poi continuate a dire che sono io, quello in sovrappeso.
A dirla tutta lo smilzo non è proprio al centro della galassia, è un po’ decentrato. Non sappiamo di preciso il perché. Abbiamo un paio di idee, ma non è carino star qui a discutere delle asimmetrie di galassie che hanno già problemi di linea.
La ciambella luminosa che vedete nell’immagine non è una ciambella e non fa parte del buco nero. O meglio, non ancora. È materia – principalmente gas e polveri – in caduta verso di esso. Materia che ha una temperatura di miliardi di gradi e che ruota a formare un disco, detto di accrescimento. Grazie al potere aspirante dell’enorme Rumba che c’è al centro, su quel disco finiscono ogni giorno nuovi gas e polveri. 90 masse terrestri di nuovi gas e polveri.
La parte più brillante del disco è quella in cui il materiale in rotazione è diretto verso noi osservatori. Ci viene incontro, insomma. Il fenomeno si chiama effetto doppler relativistico, e non è troppo diverso dall’effetto doppler per cui quando arriva un’ambulanza non capiamo da dove viene e, nel dubbio, liberiamo la strada gettandoci in un fossato con l’auto.
Ad un certo punto, però, la materia si avvicina troppo al buco nero, superando il cosiddetto Orizzonte degli Eventi. Il Punto di Non Ritorno. La soglia della cioccolateria, passata la quale vi sarà impossibile tornare indietro. E superata la quale nemmeno il postino luce può ripartire, rimanendo a morire male con tutte le sue buste.
[Ogni riferimento agli uffici postali calabresi da cui ho spedito cartoline mai giunte durante l’infanzia è puramente casuale]
Immaginate una cascata: potete nuotare quanto volete nelle rapide in cima ma, se arrivate al punto del salto nel vuoto, oramai avete poco da dimenarvi.
Da lì comincia il buco nero. Che, si diceva, è nero su nero, quindi non lo vediamo. La cosa molto bella, però, è che se ci fate caso non è perfettamente circolare: è ovale. La forma non è dovuta ad un effetto ottico dovuto al nostro punto di vista, ma ci dice che con ogni probabilità quel buco nero ruota su se stesso come una trottola bella veloce.
Insomma, se ci pensate non è male, come foto che non è una foto.
E che per giunta è arrivata inattesa, perché ci si aspettava l’immagine di un altro buco nero: Sagittarius A*, quello al centro della nostra Galassia, la Via Lattea. Decisamente più vicino, a soli 26 mila anni luce. M87* è circa duemila volte più lontano. Però è anche circa duemila volte più massivo, per cui “a occhio” hanno le stesse – minuscole – dimensioni nel cielo. Inoltre, osservandolo da lontano, non si ha un sacco di materia della nostra galassia a dare noia durante l’osservazione. Insomma, era il buco nero di scorta, ma è risultato essere il più fotogenico. Per una bella immagine di Sagittarius A*, invece, sapremo aspettare.
C’è però gente che passa volentieri settimane a discutere dell’immagine di un fuorigioco ma che in queste ore sbuffa annoiata, chiedendosi cosa mai ce ne possa fregare dell’immagine dell’Occhio di Sauron, o di una Alpenliebe infuocata.
Una prima risposta la fornisce l’immagine di sinistra. È la simulazione che avevamo dell’oggetto in questione, a partire dalle equazioni della fisica che conosciamo. Fra le altre quelle di Einstein della Relatività Generale, vecchie di oltre un secolo. Quelle che, tra le altre cose, ci consentono di avere i satelliti del GPS che usiamo ogni giorno. Ed il risultato è impressionante, per il vecchino coi baffi a cui negli ultimi anni stiamo regalando sempre più soddisfazioni con le osservazioni a favore della sua teoria.
Non sono però sicuro che la risposta possa convincervi tutti, sbuffatori seriali, quindi vi racconterò brevemente di come è stata raccolta l’immagine.
10 centri di ricerca in giro per il mondo, sincronizzati con orologi atomici ultraprecisi, sono stati raccolti in una rete chiamata Event Horizon Telescope, a formare un unico telescopio virtuale del diametro pari a quello terrestre (poco meno di 13 mila chilometri). 120 ore di osservazione in due anni hanno prodotto 10 mila terabyte di dati, che sono stati dati in pasto ai più potenti supercomputer esistenti, affinché li analizzassero. Centinaia di ricercatori di 40 Paesi hanno lavorato con un unico – pacifico – obiettivo: spostare l’asticella della conoscenza un po’ più in alto. Per giungere ad osservare l’inosservabile. Per renderci conto che non siamo solo bravi (o almeno non sempre) a farci le guerre sventolando bandiere che hanno un senso solo nella nostra testa. Per capire quanto piccoli e sperduti siamo nel cosmo. E quanto siamo fortunati, sulla nostra oasi blu di cui sembra importarci poco o nulla.
E se lo stimolo per questa consapevolezza arriva da una foto che foto non è, di un soggetto che non si può vedere, ricevendo la comunicazione da un postino che percorre 500 miliardi di miliardi di chilometri in 53 milioni e mezzo di anni, allora ben vengano le Alpenliebe infuocate. Perché il tempo per tornare a parlare di conflitti, porti e confini, purtroppo, lo ritroveremo sempre troppo velocemente.
Nel frattempo, Maria, con emozione e meraviglia, io apro la busta.
Luca Perri
#blackhole #buconero #m87 #eventhorizontelescope #eht #Einstein #relatività #orizzontedeglieventi #astrofisica #spazio #scienza
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natyanindiasia-blog · 5 years
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L'Aura non c'è? 
Oggi, per merito delle neuroscienze, sappiamo che coloro che credono di vedere l'Aura delle persone (un alone di luce energetica che può essere anche di vari colori) in realtà, hanno un "difetto di percezione visiva" notoriamente chiamato SINESTESIA.
Vedasi il libro: “Cosa sappiamo della mente” del neuroscienziato indiano Vilayanur  S. Ramachandran, ed. Mondadori oppure facciasi (ma si può dire facciasi? è ormai fuori uso, ma sapete che se non faccio un po’ il bambino mi annoio a scrivere!) una sana ricerca in Google.
Ma come? E l'aureola che circonda la testa dei Santi? Naturalmente è simbolica, ma vallo a spiegare a chi, ormai, si è fissato leggendo troppo senza nessun senso critico. Ma come? E la macchina che fotografa l'Aura? Quella che sforna la tua immagine stampata con tutti i colori intorno alla tua faccia e al tuo corpo? Ohhh certo!
Chiesi ad uno psicologo che ne possedeva una e faceva fotografie ad una modica cifra di 50.000 delle vecchie lire: "Per cortesia mi puoi scattare cinque foto una dopo l'altra?" Naturalmente non a pagamento visto che si trattava di verificare l'attendibilità della macchina, dal momento che mi aveva chiesto di fare una valutazione dei colori in relazione all’interpretazione simbolica dello yoga.
Ebbene, nel giro di nemmeno trenta secondi risultò che avevo, intorno al mio volto fotografato, ben cinque diverse combinazioni di colori, tutte contrastanti tra loro, come se avessi, a parere dell'esito conseguito, cinque caratteri completamente differenti l'uno dall'altro.
Chiesi quindi di nuovo allo psicologo: "Scusami, ma questo come si spiega?" Tentò un'improbabile risposta arrampicandosi sugli specchi: "Beh, sai, a seconda dello stato d'animo i colori possono variare..." Potete immaginare il mio sgomento; sono certo che anche voi gli avreste posto la mia stessa successiva domanda: "Ah dottò! Ma ti pare che in meno di trenta secondi io abbia potuto cambiare stato d'animo per ben cinque volte? Suvvia! Non ritieni piuttosto che le combinazioni dei colori siano pre-impostate e che, quindi, escano a casaccio di volta in volta?"
Più avanti, in via del tutto confidenziale, lo psicologo mi disse di aver pagato quel macchinario ben undici milioni di lire e che ormai aveva la necessità di rifarsi della perdita economica subita per essersi lasciato fregare dal fornitore e che, in fondo, con sole 50.000 lire, dava soddisfazione a tante persone che avevano bisogno di credere in qualcosa e che in ogni caso, comunque, se non lo avesse fatto lui, questo bizzarro reportage fotografico, sia nelle fiere come nel proprio studio, l'avrebbero comunque fatto altri, magari facendosi pagare di più.
Machiavellico benefattore! Beh, caro dottore, vada avanti lei che a me scappa da ridere (ci sarebbe da piangere) e si cerchi un altro per l'interpretazione dei colori poiché a me, di abbindolare la povera gente, con la scusa di doversi rifare per essere stato a propria volta abbindolato o, più ancora, per dare un contentino a chi ha bisogno di una nuova fede, non garba affatto. Non farebbe prima, coscienziosamente, ad ammettere di essere stato un pollo (in fondo sarebbe bastata la verifica da me richiesta quando si presentò il fornitore del macchinario) e magari conservare nel suo salotto la "speciale macchina fotografica" con un bel biglietto incorniciato con la scritta: "La prossima volta, prima di buttar via soldi, fermati a pensare!"?
Macché! Aveva già preso impegno con il SANA di Bologna (famosa fiera del naturale e dell'olistico) dove sarebbe stato in ottima compagnia con altre ingegnose invenzioni costosissime e altrettanto fasulle.
Meglio prender nota anche oggi: “Le fiere sono fatte per vendere prodotti e le verifiche sono nate per accertarsi che i prodotti siano validi. Ho sviluppato un buon senso critico? Sono in grado di fare domande appropriate e chiedere spiegazioni e dimostrazioni sulla validità del prodotto? Oppure accetto tutto senza pormi alcun quesito, solo perché il prodotto soddisfa il mio piacere e le mie illusioni? Preferisco una bugia piacevole piuttosto che una verità scomoda? Ho il coraggio di affrontare l’interlocutore e di far valere i miei diritti di acquirente, o sono disposto a comprare a scatola chiusa, senza quel sano scetticismo che potrebbe salvarmi da enormi fregature?”
Soffermarsi a pensare, a volte, può essere faticoso ma certamente con un atteggiamento critico e riflessivo ci si risparmia il rancore contro se stessi che, puntualmente ci attende al varco, quando sopraggiunge la comprensione di essere stati tanto ingenuamente raggirati.
Prendi nota: “Il signor rammarico non ti potrà restituire i soldi perduti. Bene che vada ti impedirà di spenderne altri, ma perché non impedirselo già da ora, acquistando, del tutto gratuitamente, un pacchetto di consapevolezza?”
Tratto dal Corso: “Consapevolizzare i Ciarlatani”.
Un bacioneeeeee!!!!! <3 <3 <3
natyan
https://www.studiogayatri.com
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ideeperscrittori · 6 years
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NEL CUORE DELLA NOTTE VOGLIO DIRVI UNA COSA, INCOERENTI DI TUTTO IL MONDO: AVETE VINTO. Vi siete contraddetti? Avete detto A e fatto B? Le vicende più recenti dimostrano che non importa. Potete dire una cosa e contraddirvi un milione di volte. Potete tuonare invettive sulla vostra futura divisa. Potete indossare il vestito del diavolo prima di rintanarvi in un'acquasantiera. Potete annunciare l'uscita di un disco hardcore punk prima di diventare catechisti. Potete persino presentarvi come la grande novità antagonista del nuovo millennio prima di allearvi con la Lega. Tutto vi è concesso, a patto che siate in grado di suscitare un'emozione. Vi giustificheranno per ogni cosa detta e mai fatta. Le persone che vi hanno dato ascolto ripenseranno a quell'emozione, a quella speranza, a quella voglia di rivalsa che avete generato in loro. Si aggrapperanno a quel sentimento e non rinunceranno a voi tanto facilmente. Avete vinto, incoerenti. A nessuno importerà nulla dell'elenco sterminato delle vostre contraddizioni. Sarete comunque più attraenti di quelli che ora cercano di riportarvi a quella cosa di cattivo gusto, a quella cosa così noiosa e crudelmente statica che è la realtà. La verità è che le moltitudini vogliono farsi fregare da voi, cari incoerenti. Avete vinto, ma fino a quando? Finché durerà quell'emozione che avete saputo impersonare così bene. Solo quell'emozione è importante. Non saranno i fallimenti a svelare l'inconsistenza dei vostri slogan. Chi ha creduto in voi non si farà convincere dalla razionalità, dal metodo scientifico o da qualche altra diavoleria figlia dell'Illuminismo. La vostra fine coinciderà con l'affievolirsi dell'emozione che avete suscitato. Quando quell'emozione sparirà ci sarà un brusco risveglio, e sarà impossibile trovare riparo dall'assalto della realtà. A quel punto sarete sconfitti. Vi rinnegheranno e forse diranno persino di non aver mai creduto in voi, ammaliati da un'altra emozione, da un'altra chimera che seguiranno ciecamente raccontandosi mille bugie.
— L’Ideota —
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Sono un po di sere che esco con i miei amici, sono migliorata avendo il mio ex come amico all'interno del gruppo ora riusciamo a parlare normalmente e senza imbarazzo è un grande passo avanti ahaha.
Ho degli amici fantastici sto bene con loro rido scherzo e non sento più il peso che provavo quando c'era quel imbarazzo, per me sono come una seconda famiglia.
Ma quando penso di stare un po tranquilla ecco che mi faccio mille pensieri come ho già detto sono un paio di sere dove esco con i miei amici e ce un mio amico che continua a farmi qualche domanda scientifica e matematica(sanno che sono negata in materia) e io non riesco a rispondere all'inizio ci ridevo sopra e non ci davo peso ma quando mi ha visto una sera disegnare mi ha cominciato a chiedere "disegno questo occhio di naruto vediamo se lo fai giusto?" (naruto pultroppo mi manca come anime devo iniziarlo a vedere appena ho un po di tempo) come potete immaginare ho provato a copiarlo da internet ma non è venuto un granché e il mio amico invece di far finta di niente mi ha cominciato a prendere in giro o criticare che non sono capace di fare anche questo disegno semplice. Sembra come che voglia distruggere la mia convinzione la mia autostima,perche il mio problema è che quando sono insicura (cioé sempre) maschero questa insicurezza ridendo o mostrandomi sicura di me come se non me ne può fregare di meno dei commenti della gente, quindi pensano che sia forte e non me la prendo per commentini... Ma non sanno che io sono molto molto fragile mi basta un commento per andare in frantumi... Infatti mi sono bastate queste due sere per distruggere la mia sicurezza nello studio,mi sono sentita stupida che sto facendo un università per nulla perché tanto più studio più non memorizzo e che sono sempre un passo in dietro alle altre persone
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preludioefuga-blog · 6 years
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Il Dio del deserto – Wilbur Smith
Introduzione: la quarta di copertina è molto più eccitante del libro.
Ero curiosa di leggere questo libro perché anni fa ho apprezzato il primo romanzo della saga, Il Dio del fiume, un racconto leggero, romantico e avventuroso sull’antico Egitto, che a me affascina da sempre. Purtroppo, le mie speranze si sono infrante nel giro di cinquanta pagine: finire questo libro è stato una faticaccia.
Il punto di vista della storia è quello di Taita, uno schiavo ma non proprio a cui più di una volta avrei dato volentieri un paio di schiaffi. Taita è bravissimo in tutto, non deve neanche provarci, diventa un pro automaticamente (#conosco il kung fu#). Te lo dice lui, ma non se ne vanta, anzi, non è colpa sua se è così perfetto. Ha scritto trattati sulla guerra, sul tiro con l’arco, sulle lingue che è possibile imparare in due settimane, sui giochi da tavola, sul cagare. Non importa quanto tu pensi di essere bravo in qualcosa, Taita lo fa meglio di te e si assicura di fartelo capire.
Un personaggio del genere non è appetibile, per niente. Non me ne importava niente di quest’uomo, del suo pene mancante (a cui pensa ben troppo spesso) o delle sue principesse (su cui tornerò tra poco), della attaglia per cui si sta preparando o degli intrighi politici che deve tessere. Non me ne importava niente, perché questi eventi venivano raccontati da una bocca pedante come la sua. Quando non te ne può fregare di meno di quello che sta succedendo, potete immaginare quanto sia difficile leggere un libro di 424 pagine.
Le principesse reali sono delle piccole ragazzine viziate. Volevo strozzarle per tutto il libro e quando le hanno finalmente mandate via per farle sposare col re Minosse ero felice, perché così non le avrei più viste. Sono dei personaggi insipidi e inutili la cui unica abilità è manipolare Taita per ottenere tutto quello che vogliono. Ogni volta che apparivano sulla pagina è per correre verso Taita a chiedergli regali, per lamentarsi di qualcosa o per autocompatirsi.
Tutti gli altri personaggi secondari sono offuscati attraverso gli occhi di Taita e siccome lui non si preoccupa mai di conoscere qualcuno di loro (Zaras, Hui o Toran) restano delle mere figurine di carta, che bloccano la visuale del protagonista dalle principesse o da qualunque cosa Taita sta veramente guardando. I personaggi secondari avrebbero del potenziale, ma rimangono alla periferia della storia di Taita. Loxias sembra ok, una ragazza greca istruita e intelligente che è finita a fare da tutrice alle principesse. Ha qualche momento di ribellione ma la sua vera personalità non emerge a causa dell’ego di Taita.
L’ambientazione ha del potenziale per essere fenomenale e ne ho intravisto degli scorci attraverso le introspezioni oppressive del protagonista.
Se volete leggere un romanzo storico sull’Egitto, provate Sinuhe l’Egiziano di Mika Waltari. Wilbur Smith? Non ci incontreremo mai più.
Voto: 2/10
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andreainthailandia · 7 years
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Primo impatto con la Thailandia -il vademecum a modo mio: dalle SIM  telefoniche al cambio degli Euro in Baht
Ebbene sì, dalle SIM telefoniche al cambio degli Euro in Baht
Questo post nasce in realtà come promemoria schematico per una coppia di amici in arrivo in Thailandia e che mi hanno chiesto una mano per organizzare il loro viaggio. La premessa doverosa sta già nel titolo: A MODO MIO! Lo dico sempre e lo ripeto di nuovo qui: non ho verità assolute e l’unica cosa certa è che qui trovate le mie esperienze e le mie sensazioni personali che potrebbero essere completamente diverse dalle vostre. Ben vengano nei commenti alla fine del post i vostri pensieri e i vostri pareri.
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Tornando ai miei amici in arrivo… il fato (o meglio il periodo in cui hanno deciso di venire) ci impedirà di vederci e così ho deciso di buttare giù questo vademecum (che deriva dal latino "vade mecum" ovvero "vieni con me", in senso figurativo “ti-vi do una mano”) per farmi perdonare il fatto di non poterli andare a prendere in aeroporto, di non potergli spiegare a voce semplici cose che alla fine dei conti tornano utili più delle guide turistiche. E già che ci sono lo condivido con tutti…
  Comprate immediatamente la scheda telefonica e lasciate che gli addetti della compagnia telefonica impostino il vostro telefonino soprattutto per il traffico internet. In aeroporto (Suvarnabhumi ) subito dopo i controlli doganali c’è un comodissimo stand della compagnia telefonica AIS che offre sempre ottime tariffe the chi viaggia (tanto quello che serve è ricevere chiamate dall’Italia senza pagare e internet – cliccando qui la pagina con le ultime offerte AIS per i viaggiatori con validità 8 o 15 giorni. Vi servirà solo presentare il passaporto e fanno tutto loro!
Cambiare gli Euro I prelievi dal Bancomat prevedono sempre una commissione bancaria doppia, per la transazione e per il cambio. Approfittate dei cambi che trovate un po’ ovunque a Bangkok. Oltre a quelli delle banche (che offrono tassi piuttosto standard) considero da sempre il Super Rich come quello che ha il cambio più vantaggioso; ce ne sono diverse filiali (ne aprono e chiudono in continuazione – ad oggi una trentina a Bangkok e 4 fuori dalla capitale - per cui consultate il loro sito per trovare quella più vicina); per chi arriva dall’Italia in orari di apertura forse i più comodi sono le 2 filiali vicine alle stazioni dell’Airport Rail Link.
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Come muoversi in città Treni, autobus, metropolitana, traghetti, motoscafi, taxi, tuk tuk e mototaxi: chi più ne ha più ne metta. Muoversi a Bangkok è semplicissimo: quando potete usate lo Skytrain-BTS così evitate il traffico (ma rischiate una congestione per via dell’aria condizionata a palla). Alternativa che amo è il fiume con i battelli del Chao Phraya Express bandiera arancione (solo 15 baht a tratta). I taxi-meter sono ottimi per andare nelle zone dove non arriva lo Skytrain (o l’MRT –Metropolitana che io però uso poco): la regola fondamentale è non salire se non mettono il tassametro – per quanto siate bravi a contrattare il prezzo pagherete sempre più di quanto non costi lo stesso tragitto con il tassametro! All’argomento “TAXI” ho dedicato un post:  A proposito dei taxi: 5 consigli per non farsi fregare. Il tuk tuk? Un mezzo di trasporto a dir poco SUPERLATIVO, in tutti i sensi: coloratissimi, folkloristici, rumorosissimi, puzzolentissimi spesso spericolatissimi. Se proprio non potete farne a meno: contrattate la tariffa PRIMA di salire e fatelo per tragitti nelle ore non troppo calde della giornata – restare bloccati nel traffico con lo smog e il caldo non è una bellissima esperienza. Fatevi scrivere in tailandese il nome dell’hotel e l’indirizzo di dove soggiornate, risparmierete un sacco di tempo in spiegazioni inutili.
Evitate chi si prodiga nell’aiutarvi! Per la serie la truffa si nasconde spesso dietro il più affabile dei sorrisi e la persona dall’aspetto più innocente che si possa immaginare. Non date ascolto a chi vi dice che quel monumento è chiuso, o che non potete andare vestiti in quel modo. Verificate sempre di persona! Troverete tuk tuk disposti a portarvi ovunque per 20 baht. Alla fine vi ritroverete dove dicono loro a fare quello che dicono loro.
Inno nazionale e monarchia Alle 8 del mattino e alle 6 del pomeriggio in molti luoghi pubblici vedrete la gente fermarsi  - fate altrettanto. In Thailandia la monarchia è molto sentita e il rispetto deve venire prima di tutto. L’ho detto e scritto un miliardo di volte e lo ripeto di nuovo: Mai esprimere opinioni negative nei confronti del Re o della Famiglia Reale - la lesa maestà qui in Thailandia è un crimine punibile in base all’Articolo 112 del Codice Penale. Per di più siamo in un paese con regime militare.
Le scarpe prima di entrare in un tempio o di varcare la soglia di casa di un tailandese ricordatevi di togliervi le scarpe. Un’abitudine che amo e che vi consentirà di entrare in rapporto più stretto e intimo con il posto in cui ci si trova.
Cibo e bevande La cucina tailandese è piccante, inutile negarlo. Si mangia però molto bene spendendo cifre ben più basse che in Italia (a meno che non andiate in un hotel a 5 stelle a prendervi l’aperitivo al tramonto o in un ristorante di lusso). Se non volete il piccante provate a convincerli dicendo “Mai Phet – Mai Sai Prik - ใม่เผ็ด ไม่ใส่พริก” (non piccante, non mettete peperoncino). Mangiate dove vedete altra gente, soprattutto gente del posto. Lasciatevi consigliare dal cameriere. I rischi di toffinfezione alimentare (diarrea e vomito per capirci) ci sono, ma non così alti come in altri paesi. Anche il ghiaccio è tendenzialmente sicuro.
La mancia Non è obbligatoria ma è un gesto che soprattutto camerieri e massaggiatori apprezzeranno senza dubbio. Quanto lasciare? Dipende da quanto pagate e dal servizio che ricevete… per un massaggio tailandese di 1 ora ben fatto 100 Baht sono più che sufficienti ma risulterebbero pochi se il massaggio lo fate in una Spa superlussuosa. 100 Baht al ristorante dati direttamente al cameriere che si è preso cura di voi saranno la prova che avete apprezzato cibo e servizio! Molte persone che lavorano in ristoranti o centri di massaggio lavorano proprio per la mancia avendo uno stipendio base molto basso (se non assente). La regola del 10% o 20% non sempre vale: se un massaggio di 2 ore lo pagate 400 baht e lasciate 40 baht non farete certo felice nessuno (se non il vostro portafoglio). Controllate anche al ristorante se il conto comprende o meno il servizio.
Da non perdere per nessun motivo! Indipendentemente da quanto tempo vi fermiate ci sono cose che non dovete perdervi. Non sono tantissime e sì, sono turistiche, mettetevi il cuore in pace! Se lo sono un motivo ci sarà. Ricordatevi che in molti di questi posti (religiosi e non) vige un codice d’abbigliamento per essere ammessi. - Grand Palace e Wat Phra Kew; - Wat Pho; - Wat Arun; - Wat Saket e Chinatown; - Jim Thompson’s House; - Erawan Shrine; - Panorama al tramonto da uno “skybar”; - Una passeggiata in uno dei quartieri “trasgressivi” (che sia Patpong o Nana Plaza o Soi Cowboy poco cambia…); - Un massaggio in una spa seria – ce ne sono molte in tutta la Thailandia Se spulciate il mio diario online trovate informazioni per ciascuno di questi.
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Il vademecum potrebbe proseguire per cui... se avete domande specifiche non vi resta che farmele!
Se poi volete proprio comprare la guida che ho scritto insieme a Cabiria - Trip or Treat potete cliccare sulla foto o su questo link: ViaggiAutori , Guida della Thailandia. Controindicazioni: il ricavato viene devoluto in beneficienza!.
Turisti: il lato spiacevole di ogni località turistica. Giovanni Soriano
Ringrazio Massimiliano e Raffaella e i loro amici per avermi dato lo spunto a scrivere questo post! Spero vi torni utile e, soprattutto, che la Thailandia non vi deluda!
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thetasteofthesoul · 7 years
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Piccole precisazioni...
…sul sesso anale. Lo so, voi direte, ma nel 2017 ce n’è ancora bisogno? Eh ragazzi, io temo di si. Allora. Prima di tutto, il sesso anale si chiede. Si domanda, e per favore pure. Si vede e ci accerta veramente bene se l’altra persona è d’accordo. Non lo si tenta a l’improvviso, quasi cercando di fregare, perché no, non è carino e non è simpatico. Non è sexy, non è galante, è solo da mascalzoni con la testa troppo piena di sperma. Soprattutto, non si cerca di farlo mentre l’altra persona dorme perché sono le due di notte e voi vi siete svegliati con in testa un solo pensiero. Il sesso anale, è intimo. Molto più intimo di quello classico, diciamo. Si basa tantissimo sulla fiducia, e sul rapporto che ognuno ha col proprio corpo. E indovinate??!! Non tutti i corpi funzionano allo stesso modo, soprattutto il corpo femminile. E l’ano non è come la vagina. Se provate a passare dalla vagina a l’ano nel giro di mezzo secondo, mi spiegate cosa sperate di ottenere?? Già la vagina non è elastica, ma l’ano????!! Ma ragazzi, o state guardando davvero troppi porno, oppure quando siete lì che ve la tentate (inutilmente) facendo versi quasi al limite dell’imbarazzo perché manco vi rendete conto che tra le mani avete una persona, una donna, e non una bambola gonfiabile, dimostrate solo che primo non avete capito un cazzo di come naturalmente funziona il corpo umano, e secondo di come funziona la psiche di una donna. Perché va bene, non è che per forza ogni volta dovete fare i preliminari di 20 minuti, e anche se un po’ fa malino, va bene lo stesso, con la vagina si può fare. Ma per il sesso anale, non funziona così. Il sesso anale VA GUADAGNATO, in tutti sensi. Vi ci dovete dedicare, ok? E non guardateci come se boh, non funzioniamo bene, perché in realtà gli unici che stanno facendo tutto sbagliato, siete voi, che cazzo. In secondo luogo, non potete passare da un buco a l’altro senza un minimo di igiene, perché le infezioni a noi donne fanno male, male davvero, perciò abbiate almeno la gentilezza di pulirvi e fare le cose per bene, perché il sesso è innanzitutto una questione di RISPETTO. Se no, il sesso anale ve lo potete tranquillamente scordare, e se non fate le cose per bene la vostra compagna/scopamica/persona sconosciuta ha il sacrosanto diritto di non darvelo mai più, e anche forse di mandarvi a quel paese. Quindi, per favore, non dico di trattarci con i guanti di velluto, ma almeno prendere atto che non siamo fatte di silicone, sarebbe già un bel punto di partenza.
Saluti. 
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