Tumgik
#il giardino dei finzi contini
rhera · 7 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
"In life, in order to understand, to really understand the world, you must die at least once. So it's better to die young, when there's still time left to recover and live again."
The Garden of the Finzi-Continis (Italian: Il giardino dei Finzi Contini) 1970, dir. Vittorio De Sica
211 notes · View notes
lajoiedefrancoise · 29 days
Text
Tumblr media Tumblr media
Il Giardino Dei Finzi Contini (1970)
1 note · View note
kinotitles · 7 months
Text
Tumblr media
1 note · View note
almasysbosphorus · 2 years
Text
“Per qual motivo mi ostinavo a ritornare ogni giorno in un luogo dove, lo sapevo, non avrei potuto raccogliere che umiliazioni e amarezza? Non saprei dirlo esattamente. Forse speravo in un miracolo, in un brusco cambiamento della situazione, o forse, magari, andavo proprio in cerca di umiliazioni e di amarezza... […] Eppure non disarmavo, non mi rassegnavo. Diviso fra l'impulso di rompere, di sparire per sempre, e quello opposto di non rinunciare ad esserci, di non cedere a nessun prezzo, finivo in pratica col non mancare mai. A volte, è vero, era sufficiente uno sguardo di Micòl più freddo del solito, un suo gesto d'insopportazione, una sua smorfia di sarcasmo o di noia, perché credessi con piena sincerità di avere deciso, e troncato. Ma quanto resistevo a stare lontano? Tre, quattro giorni al massimo. Al quinto eccomi di nuovo là, ostentando il viso ilare e disinvolto di chi ritorna da un viaggio abbondantemente proficuo […] però col cuore esulcerato, e con gli occhi che già ricominciavano a cercare in quelli di Micòl una risposta impossibile.”
1 note · View note
lost-on-t-umblr · 1 month
Text
Tumblr media
Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani
26 notes · View notes
malonedecampos · 4 months
Text
Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta. E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempo davanti a sé per tirarsi su e risuscitare…
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini
5 notes · View notes
murmur-of-the-heart · 7 months
Text
Tumblr media
2 notes · View notes
cygneeclectique · 2 years
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
The Garden of the Finzi-Continis (1970)
5 notes · View notes
notafashionpage · 8 months
Text
09/17/2023:
As I catch up with some varied highlights of London Fashion Week/LFW, I am starting off with Paul Costelloe on purpose...one, because his fashions actually look like something I would want to wear; and two, because his prints, lace, and other creations seem to be made for long-term use rather than just one-night-only social media shock value (which is great!).
Also, the fashion show itself was modeled off an Italian film in which the main characters/family supposedly have an afternoon of tennis in the sunshine before WW2 hits them hard...I won't go into too much details here, but my general feeling is that this is meant to feel peaceful and safe. A feeling that, perhaps, is amplified with the use of the floral backgrounds and the vintage Italian music by Louis Prima.
Anyways. Here are a few pieces that stood out to me so far, which, if you can't exactly tell yet, I do have a thing for lace and frills. At least, at the moment:
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
source: click here
0 notes
goldencrownofsorro · 11 months
Text
Tumblr media
#62
1 note · View note
ilquadernodelgiallo · 2 years
Quote
La sua voce era esile e cantilenante, intonatissima; la sua pronuncia ebraica, raddoppiando di frequente le consonanti, e con la zeta, le esse, e le acca molto più toscane che ferraresi, si sentiva filtrata attraverso la duplice distinzione della cultura e del censo. _______________ Così le mele erano i «i pum», i fichi «i figh», le albicocche «il mugnàgh», le pesche «il pèrsagh». Non c'era che il dialetto per parlare di queste cose. Soltanto la parola dialettale le permetteva, nominando alberi e frutta, di piegare le labbra nella smorfia tra intenerita e sprezzante che il cuore le suggeriva. _______________ «Guarda invece là il sandolino, e ammira, ti prego, con quanta onestà, dignità, e coraggio morale, lui ha saputo trarre dalla propria assoluta perdita di funzione tutte le conseguenze che doveva. Anche le cose muoiono, caro mio. E dunque, se anche loro devono morire, tant'è, meglio lasciarle andare. C'è molto più stile, oltre tutto, ti sembra?» _______________ Se quel pomeriggio di pioggia nel quale era terminata d'un tratto la luminosa estate di San Martino del '38 io fossi riuscito per lo meno a dichiararmi - pensavo con amarezza - forse le cose, tra noi, sarebbero andate diversamente da come erano andate. Parlarle, baciarla: era allora, quando tutto ancora poteva succedere - non cessavo di ripetermi - che avrei dovuto farlo! E dimenticavo di chiedermi l'essenziale: se in quel momento supremo, unico, irrevocabile - un momento che, forse, aveva deciso della mia e della sua vita - io fossi stato davvero in grado di tentare un gesto, una parola qualsiasi. Lo sapevo già, allora, per esempio, di essermi innamorato veramente? Ebbene no, non lo sapevo. Non lo sapevo allora, e non l'avrei saputo per altre due settimane abbondanti, quando ormai il brutto tempo, divenuto stabile, aveva disperso senza rimedio la nostra occasionale compagnia.
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini
0 notes
segretecose · 8 months
Note
Chi è il tuo scrittore italiano preferito? Sto imparando Italiano e ho già letto l'amica geniale e se questo è un uomo, e cerco altri libri
leggo pochissimi libri italiani che è una cosa orribile terribile indicibile ti guardo un attimo cosa ho nella libreria in camera
natalia ginzburg lessico famigliare
giorgio bassani il giardino dei finzi-contini
paolo cognetti le otto montagne
antonio tabucchi sostiene pereira
dacia maraini bagheria
37 notes · View notes
cinquecolonnemagazine · 8 months
Text
Romanzi italiani del 900: racconti di un secolo di cambiamenti
I romanzi italiani del 900 hanno saputo catturare le sfumature della società, la politica, la cultura e le emozioni di un Paese che ha vissuto due guerre mondiali, profonde trasformazioni sociali e una rapida modernizzazione. Per questo motivo la letteratura italiana nel Novecento è un affascinante mosaico di stili, voci e storie che riflettono il tumultuoso periodo storico attraversato dall'Italia durante quel secolo. I primi anni del 900: il Futurismo Gli inizi del Novecento italiano hanno visto emergere il movimento futurista, che ha cercato di abbracciare il cambiamento e l'innovazione nella letteratura, nell'arte e nella società. Un esempio notevole di romanzi futuristi è "Zang Tumb Tumb" di Filippo Tommaso Marinetti, un'opera che sperimenta con la forma e il suono delle parole per esprimere l'entusiasmo per la modernità e la tecnologia. Questo movimento ha contribuito a gettare le basi per il modernismo letterario in Italia. I romanzi italiani del 900 e la Seconda Guerra Mondiale La Seconda Guerra Mondiale è stata un'incredibile fonte di ispirazione per gli scrittori italiani dell'epoca. - "Il giardino dei Finzi-Contini" (1962) di Giorgio Bassani narra la triste pagina della persecuzione degli ebrei. - "La casa in collina (1948) di Cesare Pavese analizza la guerra in quanto impegno storico e civile. - "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947) è uno dei più bei romanzi sulla Resistenza. - "La ciociara" (1957) di Alberto Moravia rappresenta un'altra tragica pagina del conflitto: lo sbarco degli alleati Il dopoguerra, con tutte le difficoltà della ripresa economica, ha ispirato, invece, la nascita di una vera e propria corrente letteraria che ha coinvolto la letteratura e il cinema: il neorealismo. I romanzi neorealisti più emblematici sono: - "Ragazzi di vita" (1955) di Pier Paolo Pasolini; - "Una questione privata" (1963) di Beppe Fenoglio; - "Se questo è un uomo" (1947) di Primo Levi; - "La romana" (1947) di Alberto Moravia. I romanzi postmoderni Gli anni '60 hanno portato una nuova onda di romanzi italiani che riflettevano i cambiamenti sociali e culturali in corso. "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958, ha catturato l'atmosfera di una società aristocratica in declino. Altro autore esemplare di questo periodo fu Leonardo Sciascia che con i suoi romanzi accese un faro sulla Sicilia e sul fenomeno della mafia. Ricordiamo "Il giorno della civetta", "A ciascuno il suo", "Il caso Majorana". Negli anni '70 e '80, l'Italia ha assistito a una rinascita letteraria con l'emergere di autori postmoderni come Umberto Eco, che ha scritto "Il nome della rosa" (1980), un romanzo che mescola storia, mistero e teologia. I romanzi che in una certa misura hanno segnato gli anni Novanta del Novecento sono "Castelli di rabbia" (1991), "Oceano mare" (1993), "Seta" (1996) di Alessandro Baricco. In copertina foto di Priscilla Du Preez 🇨🇦 su Unsplash Read the full article
3 notes · View notes
agrpress-blog · 6 months
Text
Il 13 novembre 2023 segna il 49º anniversario della scomparsa di Vittorio De Sica, il geniale attore e regista che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema italiano. A 73 anni, nell'ospedale di Neuilly-sur-Seine vicino a Parigi, De Sica ha concluso la sua straordinaria carriera. Il regista aveva appena portato alla luce la sua ultima opera, "Il Viaggio," interpretato da Sophia Loren e Richard Burton, tratto da una novella di Luigi Pirandello. Nel medesimo anno, il collega Ettore Scola gli ha dedicato il film "C’eravamo Tanto Amati," un omaggio toccante a un grande del cinema. Dopo 35 anni dalla sua morte, Annarosa Morri e Mario Canale gli hanno reso omaggio con il documentario "Vittorio D.," presentato alla 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Mentre per il 40° anniversario, nel 2014 l'Archivio Riccardi gli ha dedicato una mostra fotografica con decine di immagini inedite e un volume ad opera del giornalista Vittorio Esposito corredato dalle fotografie dal grande Carlo Riccardi, edito da Armando Editore. LA PAGINA DEDICATA A VITTORIO DE SICA SUL SITO ARCHIVIO RICCARDI La sua tomba si trova nel cimitero monumentale del Verano a Roma, un luogo di riposo eterno per uno dei cineasti più influenti del panorama cinematografico mondiale. Vittorio De Sica è stato uno dei padri del neorealismo, un maestro della commedia all’italiana e un attore di teatro apprezzato. I suoi film, tra cui "Sciuscià," "Ladri di Biciclette," "Ieri, Oggi, Domani" e "Il Giardino dei Finzi Contini," hanno guadagnato prestigiosi premi, tra cui l'Oscar al miglior film in lingua straniera. La sua destinazione prediletta era Ischia, dove ritrovava ispirazione al "Regina Isabella" di Lacco Ameno. Qui, tra il verde e il mare, intratteneva conversazioni e partite a carte con Angelo Rizzoli, il tipografo milanese diventato magnate della stampa e del cinema. Il suo contributo ha trasformato l'isola di pescatori in una meta ambita per turisti di alto rango. De Sica aveva iniziato la sua carriera ai microfoni dell’EIAR, poi nel teatro di Italia Almirante, e infine dietro le macchine da presa del cinema muto, diretto da Mario Almirante. Quando il sonoro ha fatto la sua comparsa, è diventato l'attore preferito di Mario Comencini, protagonista di numerosi film, tra cui "Gli Uomini, che Mascalzoni..." con la celebre canzone "Parlami d’Amore Mariù." La sua fama si è consolidata quando ha fatto il passo dietro la macchina da presa, diventando uno dei due registi italiani ad aver vinto ben quattro premi Oscar per il miglior film straniero, insieme a Federico Fellini. Il 13 novembre 1974, nella clinica francese, si è spento poco dopo aver visto l’anteprima nazionale di "C’eravamo Tanto Amati" di Ettore Scola, dove appare per pochi minuti come attore. La memoria di Vittorio De Sica è sopravvissuta nel tempo, attraverso le sue opere iconiche e il documentario che ne ha raccontato la vita e l'eredità. Ancora oggi, le note di "Signorinella" e "Parlami d'Amore Mariù" continuano a riecheggiare, portando con sé il ricordo di quell'uomo affascinante dai tratti signorili che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema italiano.
0 notes
radimartino-film · 7 months
Text
RÄ DI MARTINO
Rä di Martino (Rome, 1975) studied at Chelsea College of Art and Slade School of Art in London, she has lived in New York, from 2005 to 2010, and she now lives and works in Rome. Her work has been shown in many institutions like Tate Modern (London); MoMA PS1 (NY); Palazzo Grassi (Venice); GAM and Fondazione Sandretto (Turin); MACRO and MAXXI (Rome); Museion (Bolzano); MCA (Chicago); Magasin (Grenoble); PAC and HangarBicocca (Milan). She has participated to a large number of film festivals like Locarno Film Festival; VIPER Basel; Transmediale.04; New York Underground Film Festival; Kasseler Dokfest; Torino Film Festival and Venice Film Festival, where she won, in 2014, the SIAE Award and Gillo Pontecorvo Award and a Nastro d’Argento with the medium length documentary The Show MAS Go On (2014). Her first feature film Controfigura (2017) was premiered at Venice Film Festival. In 2018 she has developed the project AFTERALL with the MIBAC Italian Council Award. She won the first edition of the Lio Capital Art Prize (Milan, 2020) with L'eccezione (2019), commissioned by Museo Novecento (Florence). In 2021 she filmed a documentary for ARTE, Il giardino che non c'è (inspired by Il giardino dei Finzi-Contini) and a documentary film about the history of Teatro di Pontedera (Fuori dai teatri). In 2022 opens her solo exhibition at Forte Belvedere in Florence and a solo show in collaboration with the Carmelo Bene archive. 
Tumblr media
0 notes
giancarlonicoli · 1 year
Text
18 mag 2023 16:45
“IL DIAVOLO DAL VISO D’ANGELO” – SE NE VA A SALISBURGO HELMUT BERGER, STORICO COMPAGNO DI VITA LUCHINO VISCONTI. AVEVA 78 ANNI - CONSIDERATO L’UOMO PIÙ BELLO DEL MONDO, AVEVA LAVORATO NE “IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI” E IN “LUDWIG” - LA LORO RELAZIONE FU TENUTA NASCOSTA ALL’INIZIO, CONSIDERATO CHE LA MORALE NEGLI ANNI '60 CONSIDERAVA L'OMOSESSUALITÀ UN TABÙ – LA DEPRESSIONE, LA MORTE RISCHIATA PER ECCESSO DI STUPEFACENTI E IL VIDEO SCANDALO CON MADONNA… - VIDEO -
Da corriere.it
HELMUT BERGER 22
È morto a Salisburgo l’attore Helmut Berger, storico compagno di vita di Luchino Visconti. Era stato definito «l’uomo più bello del mondo». Tra i suoi film, «Il giardino dei Finzi Contini» e «Ludwig».
È MORTO HELMUT BERGER
Da fanpage.it
Bello e angelico nel ruolo di Alberto Finzi-Contini ma anche in quello di Martin von Essenbeck ne La caduta degli dei. È morto a Salisburgo l'attore Helmut Berger, storico compagno di vita di Luchino Visconti. Definito "l'uomo più bello del mondo" e "il diavolo dal viso d'angelo", nacque a Bad Ischl il 29 maggio 1944 e si trasferì in Italia a 18 in cerca di fortuna come fotomodello e, al contempo, studiando all'Università di Perugia.
La relazione con Luchino Visconti
È il 1964 quando, nel corso delle riprese del film Vaghe stelle dell'Orsa, incontra Luchino Visconti. Da quel momento, la svolta privata e professionale. La loro relazione durò fino alla morte del regista, ovvero fino al 1976. La relazione fu tenuta nascosta da principio, considerato che la morale negli anni '60 considerava ancora l'omosessualità come uno stigma e un tabù. Luchino Visconti non aveva mai nascosto il suo orientamento bisessuale. Era Helmut Berger che non voleva si sapesse della loro storia, da quanto raccontano le cronache di quegli anni.
La carriera
Helmut Berger fu diretto da Luchino Visconti nel 1967 per "La strega" nell'episodio "La strega bruciata viva. Il successo arrivò due anni più tardi: La caduta degli dei. Per quel film, l'attore riceve la nomination al Golden Globe come miglior attore giovane. Nel 1970 è Alberto Finzi-Contini nel film di Vittorio De Sica Il giardino dei Finzi Contini. Nel 1975 è il protagonista dell'apprezzatissimo Salon Kitty di Tinto Brass.
La depressione
Dopo la morte di Luchino Visconti, nel 1976, Helmut Berger entra in un periodo di forte depressione che lo costrinse a una sosta molto lunga. Nel 1977 rischia di morire per eccesso di stupefacenti. Nel 1980 riesce a farsi scritturare per lo sceneggiato televisivo Fantômas dall'amico Claude Chabrol. Negli anni successivi, il declino fisico lo tenne lontano dalle produzioni importanti fino a rinascere nel ruolo di Egidio nello sceneggiato tv de I Promessi Sposi. Nel 1990 Francis Ford Coppola lo scritturò per Il Padrino III, affidandogli il ruolo di Frederick Keinszig, un ricco e potente banchiere svizzero. Nel 1992 un video scandalo con Madonna lo riportò in auge.
1 note · View note