Tumgik
#genocidio in corso
marcogiovenale · 4 months
Text
non in nostro nome. lettera aperta al presidente sergio mattarella
Signor Presidente, noi sottoscritti cittadini e cittadine Suoi connazionali, impegnati nel mondo della cultura, dell’insegnamento, dell’associazionismo, ci permettiamo di ricordarLe la situazione in atto in Palestina: circa 30.000 vittime civili a Gaza, senza contare i presumibili 10.000 sotto le macerie. 70.000 feriti che non possono essere adeguatamente curati in ospedali distrutti da…
View On WordPress
2 notes · View notes
coffeeworldsasaki · 3 months
Text
Solo altri 6 prima dei santi francesi
1 note · View note
blogitalianissimo · 5 months
Text
Tumblr media
Chiedo scusa a chi mi segue per il mio commento annuale all'Eurovision, ma quella roba lì tra Irlanda e Italia parteciperà alla competizione nonostante il genocidio in corso a danno dei palestinesi. Ho chiuso un po' troppe volte gli occhi a riguardo, ma stavolta non posso proprio farlo, e non voglio più farlo. Non voglio essere tra le persone che daranno ascolti a questo schifo e contribuire a farlo finire in tendenza, perciò per una volta faccio qualcosa di concreto e mi unisco al boicottaggio.
263 notes · View notes
cinnamoonrolling · 3 months
Text
vogliamo parlare di quello che è successo a DomenicaIn? una cosa disgustosa.
allora intanto parliamo della pochissima professionalità, perché c'erano artisti che hanno aspettato lì ore a vedere siparietti a dir poco imbarazzanti e se ne sono dovuti andare senza essersi esibiti perché "era finito il tempo". tempo che hanno trovato per parlare dieci minuti dei capelli di una, altri per sessua4lizzare un altro e altri ancora per leggere un comunicato raccapricciante.
comunicato che si sono affrettati a scrivere perché due artisti hanno osato dire cose assurde come "basta ammazzare bambini e gente innocente". parole di una gravità assurda, a quanto pare. ma, ehi, l'ambasciatore di isnotreal si è sentito punto sul vivo e minacciato, quando nessun nome è stato fatto e viviamo in un mondo così malato, distorto e marcio dove ci sta più di un genocidio in corso. excusatio non petita accusatio manifesta.
però qui siamo ad un livello di distopismo superiore perché viene considerato come messaggio d'odio "dobbiamo proteggere i bambini". non si nascondono più, non ci provano nemmeno.
e subito a leggere quel comunicato due volte (perché dopo è stato ripetuto come prima cosa al Tg1 delle 20). ci mancherebbe eh, noi sudditi così servili, dobbiamo leccare il culo ai potenti sempre.
però io quelle parole non le condivido. quelle parole non mi rappresentano proprio. a rappresentarmi, la settimana scorsa, è stata quella persona che ha urlato "Palestina libera" durante il discorso di Ghali. a rappresentarmi è stata quell'altra che ha detto "cita Gaza" mentre la Venier leggeva quell'oscenità. a rappresentarmi sono stati quei ragazzi con quei cartelli e la bandiera palestinese, l'ultima sera di festival, sulla Costa Smeralda.
anzi mi stupiscono i giornalisti lì, a DomenicaIn, che mi sono sembrati abbastanza d'accordo con i discorsi sia di Ghali che di Dargent. la Venier un po' meno. palese da come ha cercato di smorzare le parole di Ghali con l'ambigua "eh la pace la vogliamo tutti" (e se non ricordo male anche una frase come "quei bambini ti ricordano te stesso?", nella speranza di sviare il discorso), nel liquidare Dargen con "dobbiamo seguire una scaletta" (che poi non è stata comunque rispettata), e dalle parole che ha rivolto ai giornalisti lì: "non mi mettete in imbarazzo".
perché la Venier ama tutti. un po' meno chi non sta al suo gioco (ed i bambini palestinesi, ma in generale quello con la pelle più scura, temo). ed il suo gioco è sempre stato quello di bacini e abbraccini di qua, ti amo e amore mio di là. sessua4lizzare e oggettificare una persona da una parte e parlare della loro vita intima e sessu4le dall'altra. sono contenta sia crollato il mito di "zia Mara" (o quantomeno, me lo auguro sia caduto) perché non ho mai capito da cosa, come e perché sia nato.
un modo orribile per chiudere una settimana di Sanremo, che tra alti e bassi, è comunque riuscita a portare messaggi importanti.(Amadeus si è comunque preso una responsabilità nel mettere in gara due canzoni come Casa Mia e Onda Alta).
ora domenica, Ghali sarà da Fazio a Che Tempo Che Fa. ho letteralmente 0 aspettative perché Fazio è tra i più democristiani che ci siano in circolazione. magari il suo astio nei confronti della Rai permetterà di far parlare Ghali più liberamente, non so (però sono sicura che non ci risparmierà la domanda "eh ma quindi tu...condanni ham4s?", possiamo già metterci il cuore in pace).
mi è piaciuto molto come Ghali nel suo discorso abbia nominato internet come fonte di informazione (se non ricordo male, in relazione alla possibilità di vedere come lui abbia sempre parlato dell'argomento), un bel suggerimento nel dire che se sai cercare, trovi anche quello che non ti vogliono dire. (e l'imbarazzo che ho provato nel vedere una persona intelligente fare un discorso coerente e giusto essere ridotta in "sei proprio sexy" e "io l'ho visto da dietro" da due vecchie viscide, non ve lo so spiegare, anche perché lui era visibilmente a disagio.) e Dargen, citando dati dell'ISTAT parlando dell'immigrazione, ha reso il suo discorso letteralmente inconfutabile. tant'è che sono corsi ai ripari nell'unico modo a loro possibile, ovvero zittendolo.
questo perché la stragrande - per non dire la quasi totalità - delle persone si limitano alle informazioni che vengono passate loro dai media, senza andare a controllarle da sé, magari approfondire e vedere se c'è dell'altro che non dicono perché altrimenti distruggerebbe le loro argomentazioni, la loro credibilità.
e questa è l'Italia, "un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte" come dicono in Boris. ed è vero. domenica scorsa è stata la conferma. siamo questa cosa qui. pizza, pasta, mandolino e grasse risate, senza mai prenderci responsabilità e stare dalla parte giusta della storia. una storia che poi si ricorderà di noi e che non perdonerà.
adesso ho visto che qualche cantante e influencer ha iniziato a parlare. aspettavano che qualche altro ci mettesse la faccia prima di loro e adesso cavalcano l'onda per avere consensi credo (soprattutto per gli influencer, dato che per loro è tutto un trend, anche la vita dei palestinesi se i tempi chiamano). meglio di niente suppongo? almeno se ne parla.
distopico comunque è stato che poche ore dopo il comunicato Rai, durante il Super Bowl tra pubblicità sioniste, c'è stato l'attacco a Rafah. io non penso di riuscire a dire altro, davvero. questa situazione è angosciante e terrificante e siamo tutti complici finché i governi che dovrebbero rappresentarci non ci ascoltano (anzi, ci zittiscono) e non intervengano in qualche modo.
27 notes · View notes
satancabra · 3 months
Text
Capisco la classica battuta che si fa ogni anno di "votare per la canzone che sarà più divertente da mandare all'eurovision" ma ricordo che l'EBU (European Broadcasting Union) hanno dichiarato che Israele parteciperà nonostante il genocidio in corso in Palestina.
Il BDS ha chiamato al boicottaggio dell'Eurovision. Quindi perfavore, soprattutto dopo questa settimana dove alcuni degli artisti in gara si sono esposti (bene o male) per il cessare al fuoco, che venga tenuto in conto.
Link articolo in italiano; post su come boicottare
22 notes · View notes
briscolae · 3 months
Note
ma davvero "stop al genocidio" su raiplay non c'era?
ancora c'è. se non altro perché per come è strutturato raiplay non credo possano essere modificati in corso di trasmissione.
detto questo una volta concluso il rendering (puntata finita e postata nell'archivio), non so quanto la rai sarebbe felice di avere quella clip. e io nella rai non ho fiducia <3
9 notes · View notes
binosaura · 4 months
Text
C'è un genocidio in corso nel Paese di quel bambino che festeggeranno dopodomani e la priorità del nostro Ministro dei Trasporti è rassicurare tuttɜ che Babbo Natale esiste.
9 notes · View notes
fridagentileschi · 1 year
Text
Tumblr media
La sostituzione etnica è l'islamizzazione del mondo. Da Gerusalemme a Roma sono sempre gli stessi. Chiedetevi perché nessuno parla delle colonizzazioni islamiche. Nessun paese islamico era islamico. Milioni e milioni di vittime e civiltà spazzate via o ridotte ai minimi termini. Il più grande genocidio dell'umanità tutt'oggi in corso mascherato da immigrazione e pretese assurde di appartenenza a storie e culture di altri. Questo è l'islam.
22 notes · View notes
quartafuga · 7 months
Text
A me il genocidio in corso a Gaza con il silenzio assordante delle istituzioni europee e nazionali mi sta distruggendo. Intanto poi Giorgia Meloni vuole comprare i nostri uteri così facciamo almeno due figli a testa e rendiamo contento il papà Stato Italiano. Ma dimmi, Giorgia cara, tu metteresti mai al mondo una persona in un mondo del genere? Perché io no.
15 notes · View notes
colonna-durruti · 1 year
Text
Cronache ribelli, perfetti come sempre
Visto il governo in carica il giorno del ricordo se possibile verrà oggi celebrato, se possibile, con ancora maggior retorica nazionalista e minore aderenza ai fatti.
Nel tentativo ormai riuscito di piegare a squallidi interessi di partito la ricostruzione dei tragici eventi che coinvolsero il confine orientale prima, dopo e durante la Seconda guerra mondiale, non c’è più spazio per un confronto serio che parta dai numeri e dai fatti.
Questo sciatto revisionismo di stato prima di tutto è una violenza nei confronti delle cosiddette "vittime delle foibe”. Cioè di quella parte di innocenti che nell’ambito delle due ondate - a ridosso dell’armistizio del ‘43 e alla fine della guerra - furono infoibate nel corso di episodi di giustizia sommaria e rese dei conti. Come già stabilito in sede di ricerca da ogni storico di ogni orientamento politico, il fenomeno riguardò un numero di persone comprese tra le 3.000 alle 8.000; tra questi si annoveravano soldati, funzionari del regime, collaborazionisti e civili innocenti. Non si trattò di pulizia etnica, né tanto meno di genocidio ma, al limite, del tentativo delle nuove autorità jugoslave di rimuovere, anche con la violenza o con l’esodo, quei membri della burocrazia, dell’amministrazione e dell’intellighenzia imposta dall’Italia nelle terre di confine.
Lo stato italiano, nel suo tanto coerente quanto imbarazzante percorso di continuità, fino alla fine dell’ex Jugoslavia si è ben guardato dall’ “aprire” il cassetto del confine orientale. Dentro ci avrebbe trovato l’1,5 milioni di morti causati dall’occupazione nazifascista, le decine e decine di campi di concentramento costruiti dall’Italia, gli abominevoli crimini di guerra e soprattutto i criminali mai consegnati e completamente riabilitati dopo il conflitto.
Di questi se ne contano 729 solo tra gli ufficiali superiori, perlopiù di dichiarata fede fascista e in ogni caso monarchica, che l’Italia repubblicana ha difeso strenuamente. Come si poteva chiedere conto alla Jugoslavia, paese vincitore, di perseguire le violenze praticate verso gli italiani innocenti quando ci si rifiutava di consegnare assassini conclamati in sede internazionale?
Nella logica del “baratto delle colpe” non abbiamo chiesto conto nemmeno alla Germania dei crimini compiuti nella penisola, al fine di non concedere ai tribunali jugoslavi, sovietici ma anche etiopi, francesi, greci e albanesi i nostri criminali.
Insomma le vittime innocenti del confine orientale sono state rimosse come quelle di Marzabotto e di Sant’Anna per proteggere i fascisti, i cui eredi usano la retorica “delle foibe” per nascondere ancora oggi le responsabilità di chi ha condotto l’umanità nel più sanguinario conflitto di sempre.
Non possiamo quindi che inorridire dinanzi all’uso strumentale che si fa dei morti e al tentativo di rinfocolare l’odio tra i popoli che soggiace a certa becera retorica.
Per noi i carnefici, chi ha cercato di fermarli e le vittime del conflitto restano tali indipendentemente dai confini.
Cronache Ribelli
25 notes · View notes
Text
4 notes · View notes
lamilanomagazine · 3 months
Text
Spintoni e manganellate al corteo pro-Ghali davanti alla sede Rai di Napoli: 12 feriti tra manifestanti e poliziotti
Tumblr media
Spintoni e manganellate al corteo pro-Ghali davanti alla sede Rai di Napoli: 12 feriti tra manifestanti e poliziotti. Cinque poliziotti e sette manifestanti sono rimasti feriti nel corso dei disordini avvenuti davanti alla sede Rai di Napoli, dove è stata indetta una manifestazione di protesta dopo le polemiche per le frasi sul “genocidio” pronunciate da Ghali a Sanremo e il conseguente comunicato dell'azienda a favore di Israele. Una sindacalista rimasta ferita ha detto che si è trattato di una reazione «violenta, spropositata e inattesa». «Siamo stati colpiti con i manganelli solo per aver tentato di affiggere uno striscione», ha aggiunto. L'iniziativa era stata organizzata per protestare contro il documento dell'Ad di viale Mazzini, Roberto Sergio, letto da Mara Venier durante Domenica In, dopo la dura presa di posizione dell'ambasciatore israeliano per lo «stop al genocidio» chiesto dal cantante Ghali sul palco dell’Ariston. Doveva trattarsi di un'iniziativa pacifica, ma poi è scoppiato il caos. Dalla Questura di Napoli viene precisato che “la pressione esercitata dai manifestanti sui poliziotti ha schiacciato i reparti inquadrati verso la recinzione della sede Rai e ciò ha determinato una reazione di alleggerimento che ha chiaramente impedito l'interlocuzione con i manifestanti circa le loro reali intenzioni”. L’iniziativa ha visto l'adesione di Potere al Popolo, del sindacato Si Cobas, dei centri sociali Iskra ed Ex Opg, del centro culturale palestinese Handala e della Rete Napoli per la Palestina. Presente alla manifestazione anche l'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ora portavoce di Unione Popolare. Sull'accaduto sono intervenute anche le opposizioni: i deputati del Pd Emiliano Fossi e Piero De Luca hanno chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi «chiarimenti sulla dinamica dei fatti», mentre gli esponenti del M5S in Commissione di Vigilanza Rai hanno parlato di «risposta delle forze dell'ordine ai manifestanti del tutto sproporzionata».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
2 notes · View notes
blogitalianissimo · 5 months
Note
Taylor Swift persona dell'anno di Time con un genocidio in corso, ma quando era la Russia a bombardare gli ospedali la copertina era leggermente diversa.
Non per criticare la scelta fatta quell'anno, giustissimo dedicare lo spazio all'Ucraina, ma l'ipocrisia dimostrata fa veramente schifo. :/
No ti giuro che non è ipocrisia, si basano sulle priorità degli americani, e per loro (ma anche per tutto l'Occidente) Taylor Swift conta molto di più di un genocidio in corso 😃
47 notes · View notes
crossroad1960 · 3 months
Text
Avesse esposto il cartello “a Gaza genocidio” l’avrebbero applaudito, questa è la differenza tra l’intolleranza faziosa dei sostenitori dei terroristi islamici e la tolleranza democratica di chi al contrario pensa che i palestinesi dovrebbero liberarsi dei loro carcerieri sanguinari e fanatici.
2 notes · View notes
curiositasmundi · 6 months
Text
[...] Come giornaliste, giornalisti, video e fotoreporter siamo sconvolti dal massacro dei nostri colleghi, delle nostre colleghe e delle loro famiglie da parte dell'esercito israeliano. Siamo al fianco dei nostri colleghi e delle nostre colleghe di Gaza. Senza di loro, molti degli orrori sul campo rimarrebbero invisibili. Ci uniamo alle nostre colleghe e ai nostri colleghi statunitensi e francesi nel sollecitare la fine delle violenze contro i e le professioniste dell’informazione a Gaza e in Cisgiordania, e per invitare i responsabili delle redazioni italiane ad avere un occhio di riguardo per le ripetute atrocità di Israele contro i palestinesi. Le nostre redazioni, senza il lavoro di chi ora è sul campo, non sarebbero in grado di informare il pubblico italiano rispetto a ciò che sta accadendo nella Striscia. Eppure, la narrazione quasi totalitaria della nostra stampa sembra essere poco oggettiva nel riportare le notizie. Molteplici redazioni italiane e occidentali stanno continuando a disumanizzare la popolazione palestinese e questa retorica giustifica la pulizia etnica in corso. Negli anni sono state diverse le accuse di doppio standard. Tra le più eclatanti il caso della BBC, analizzato dalla Syracuse University nel 2011 e lo studio di come, negli ultimi 50 anni, la stampa statunitense ha coperto le notizie relative alla questione palestinese con una predilezione per il punto di vista israeliano. Nel 2021 più di 500 giornalisti hanno firmato una lettera aperta in cui esprimevano preoccupazione per la narrazione dei fatti di Sheikh Jarrah. Nelle stesse settimane, diversi accademici italiani hanno inviato una lettera aperta alla Rai in merito alla copertura delle stesse notizie. Le nostre redazioni hanno in troppi casi annullato le prospettive palestinesi e arabe, definendole spesso inaffidabili e invocando troppo spesso un linguaggio genocida che rafforza gli stereotipi razzisti. Sulla carta stampata e nei programmi di informazione, la voce palestinese è troppo spesso silenziata. Non è stato dato abbastanza spazio a giornalisti e giornaliste arabofone esperti ed esperte sul tema, che sarebbero in grado di dare anche il punto di vista dei Paesi della regione. La copertura giornalistica ha posizionato il deprecabile attacco del 7 ottobre come il punto di partenza del conflitto senza offrire il necessario contesto storico - che Gaza è una prigione de facto di rifugiati dalla Palestina storica, che l'occupazione di Israele dei territori della Cisgiordania è illegale secondo il diritto internazionale, che i palestinesi sono bombardati e attaccati regolarmente dal governo israeliano, che i palestinesi vivono in un sistema coloniale che usa l’apartheid e che in Cisgiordania continuano i pogrom dei coloni israeliani contro la popolazione indigena palestinese. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno dichiarato di essere "convinti che il popolo palestinese sia a grave rischio di genocidio", eppure diversi organi di informazione non solo esitano a citare gli esperti, ma hanno iniziato una campagna denigratoria contro esperti indipendenti delle Nazioni Unite, come Francesca Albanese, Relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. Il nostro compito, però, è fare informazione, fare domande scomode e riportare i fatti. L’omissione delle informazioni e il linguaggio che incita alla violenza, come la richiesta della bomba atomica su Gaza, sono comportamenti che rischiano di diventare complicità di genocidio, ai sensi dell’art. II.c della Convenzione di Ginevra del 1948 sul genocidio. [...]
Via - Lettera aperta: Condanna della strage di giornalisti a Gaza e richiesta di una corretta copertura mediatica della pulizia etnica e del rischio genocidio in corso.
9 notes · View notes
abr · 1 year
Text
Da anni e in particolare dall’aggressione russa dell’Ucraina Erdogan ha deciso una sorta di soluzione finale, come già quella che prese forma di genocidio degli armeni, stavolta nei confronti dei curdi, islamici o cristiani che siano, all’interno dei confini ma – nell’indifferenza dei Paesi Nato – anche nei territori curdi di Iraq e Siria. Bombardamenti indiscriminati. In corso anche quando Draghi con mezzo governo correva ad Ankara a baciare le mani al “dittatore necessario” (SuperMario dixit).
Esiste un’altra ipotesi (sull'ultimo attentato). Tra qualche mese si terranno in Turchia le elezioni legislative e presidenziali. Gli attentati rafforzano sempre chi ha in mano le redini della repressione. Spaventa il fatto che da tempo siano in corso esercitazioni comuni di reparti speciali turchi e iraniani. Con la Cina che osserva con benevolenza questo strano abbraccio. Si chiama Terza guerra mondiale.
via https://www.ilsussidiario.net/news/attentato-a-istanbul-non-solo-la-pista-curda-ce-ne-unaltra-ancora-piu-inquietante/2439815/
Quel matto deplorevole assoluto di Renato Farina vede quel che gli altri non vogliono o non riescono a vedere (si vede solo quello che il cervello capisce) e a volte ci azzecca.
7 notes · View notes