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#contrappesi
silviadeangelis · 1 month
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DIVERSO
Acustiche discordantinel cielo asservitoa effimeri contrappesi del pensiero.Cadono in un sibilo retrònelle vene scaldate da un luccichio metallicoinfranto a corolle ispidedi fiori controluce.Calpestano l’idea originariadivenuta agrodolcenella diversità connessaa menù della mentedestinati a incontrarsiforsein una scena a soggetto unico…@Silvia De Angelis
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deathshallbenomore · 5 months
Note
ti prego facci un post-sfogo sul premierato. avrai la mia infinita gratitudine
ALLORA ECCOCI. ve lo buco davvero questo premierato?
intanto capiamo super brevemente il contesto: si parla di modificare la costituzione (per la procedura, art. 138) intervenendo sulla forma di governo, in particolare modificando gli articoli 92 e 94. la forma di governo è, in soldoni, il modo in cui il potere è suddiviso e organizzato all'interno dello stato; per intenderci, ché forse si fa prima: tra le forme di governo più intramontabili ci sono quella parlamentare (la nostra, quella britannica, nonché di moltissimi paesi europei e non solo), presidenziale (usa, molti paesi dell'america latina), semi-presidenziale (francia) [chiaramente si tratta solo di esempi, ce ne sarebbero molti altri e mi limito a quelli più emblematici, letteralmente "da manuale"]. ma ce ne sono altre varietà. il fil rouge che le collega è che tutti questi concetti esprimono in maniera molto diretta quale sia il "traino" dell'organizzazione del potere: nella fdg parlamentare c'è al centro l'organo rappresentativo. da noi attualmente il parlamento dà o meno la fiducia al governo, mentre nella forma di governo presidenziale il capo dello stato è molto più forte e non dipende dal parlamento, ma questo rapporto di forza apparentemente sbilanciato ritorna in pari con dei dovuti contrappesi, come l'impeachment. inoltre, e questo va detto per un po' di chiarezza in più, ciascuna forma di governo assume caratteristiche differenti: il parlamentarismo italiano, quello inglese, quello spagnolo e quello tedesco presentano delle differenze sostanziali tra di loro, e questo dipende da ragioni di evoluzione storica della forma di governo, dal fatto di essere monarchie/repubbliche, stati unitari/regionali/federali, scelte dei costituenti etc.
il punto è che non importa la forma di governo scelta, ma conta che il potere sia diviso in modo tale da essere esercitato senza pericolo di derive arbitrarie e autoritarie, e che questi limiti consistano in un sistema di pesi e contrappesi che garantiscano che ogni organo "controlli" (non arbitrariamente, ma secondo l’architettura costituzionale) l'altro, in modo da assicurare, globalmente, il corretto funzionamento delle istituzioni nel rispetto della costituzione. PERÒ è anche vero che la regola numero uno della comparazione giuridica ci insegna che, per una serie di fattori oltre il giuridico: sociali, storici, culturali..., i "trapianti giuridici" fatti a sproposito non vanno quasi mai a buon fine. pertanto, nella mia onesta e modesta opinione, il "premierato non fa per noi", perché concentra il potere e la legittimazione nelle mani non (solo) del governo, ma proprio del capo del governo, sminuendo il ruolo di garanzia del presidente della repubblica e, soprattutto, depotenziando il parlamento. da quello che abbiamo detto nel paragrafo precedente, infatti, evinciamo che "premierato" è quella forma di governo dove è il primo ministro/capo del governo/premier/presidente del consiglio (anche se ciascuno di questi termini ha accezioni un po' diverse) a rappresentare il centro nevralgico dell'organizzazione del potere.
torniamo quindi alla proposta di riforma costituzionale
L’articolo 92 della Costituzione è sostituito dal seguente: (...) Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. (...) La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. (...) Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri.”
All’articolo 94 della Costituzione sono apportate le seguenti modifiche: A) Il terzo comma è sostituito dal seguente: “(...) il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche quest’ultimo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere.”; B) dopo l’ultimo comma è aggiunto il seguente: “In caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio eletto, il Presidente delle Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all'indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia. Qualora il Governo così nominato non ottenga la fiducia e negli altri casi di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio subentrante, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere.”
elezione diretta del presidente del consiglio: non solo costituzionalmente, ma anche simbolicamente, si concentra l'influenza su una sola persona
premio di maggioranza: si spera che in una eventuale nuova legge elettorale venga espressa una soglia minima, una percentuale di voti da raggiungere per ottenere un così significativo premio di maggioranza. altrimenti, se bastasse aver ottenuto anche un solo voto in più rispetto agli avversari, saremmo in odore di incostituzionalità
governabilità-rappresentatività: sono i due princìpi cardine quando si parla di forme di governo e democrazia. un certo livello di governabilità è necessario, ma è indispensabile, a monte, garantire la rappresentatività del sistema (sia intesa come rappresentazione dei partiti politici che ottengono seggi in parlamento, e questo lo si vede nel dibattito sui sistemi elettorali: maggioritario o proporzionale? proporzionale puro o con dei correttivi? ecc., sia come ruolo e centralità del parlamento a legislatura avviata). altrimenti che democrazia è, quasi letteralmente?
ruolo "notarile" del PdR, che si trova semplicemente a ratificare l'avvenuta elezione del PdC. ma questo sbilancia il rapporto tra poteri: oggi il capo dello stato nomina il presidente del consiglio a seguito di consultazioni, poi il PdC e il suo governo debbono ottenere la fiducia del parlamento. qui il rapporto si ribalta perché il presidente del consiglio si trova ad avere una maggiore legittimazione, popolare, rispetto al presidente della repubblica, che quindi deve nominare per forza il presidente del consiglio eletto
l'istituto della fiducia è centrale nel parlamentarismo, ma quasi paradossale in questo premierato: se il Parlamento non dà la fiducia al governo, c'è un cortocircuito: come può un parlamento non approvare la fiducia al governo il cui capo è eletto direttamente dal popolo? considerando anche che in caso di mancata fiducia anche al secondo tentativo, si attiva il meccanismo simul stabunt, simul cadent, e cioè che alla caduta (o mancata fiducia iniziale) del governo corrisponde anche lo scioglimento delle camere e il ritorno a elezioni (oggi non è così, e infatti abbiamo solitamente più governi per legislatura. in occasione di una crisi di governo, le camere vengono sciolte e si torna a votare solo se proprio non si riesce a formare un nuovo esecutivo)
e in generale il parlamento è come "in ostaggio", per certi versi, perché sa che per tutta la durata della legislatura una sfiducia al governo equivale allo scioglimento delle camere, e quindi sarà motivato a prestare sempre fiducia all'esecutivo, che, forte di questo e non necessariamente di particolari meriti politici, tenderà a durare di più, avendo in mano questa carta pronta a ricattare il parlamento
anche qui, attenzione al potere di scioglimento delle camere, che diventa più "funzionale" rispetto alla sua natura di prerogativa del capo dello stato mirata a garantire la costituzione e l'unità nazionale
cercherò di essere breve perché già da quanto ho detto si evincono il mio punto di vista e le mie preoccupazioni (così come quelle di tanti tecnici, quello che dico io non me lo invento di sana pianta, ma è il frutto di riflessioni che partono dal sentire gente più esperta di me). secondo me non è "il premierato" ad essere malvagio (anche se comunque non rientrerebbe mai nella mia top 3 forme di governo). piuttosto, è problematico questo modo di intenderlo, ed è preoccupante l'idea di adottarlo in italia, visti i precedenti storici e vista la tendenza costante alla personalizzazione della politica prima e del potere poi, promossa non solo dalla classe politica stessa, ma anche da una fetta assolutamente non irrilevante della popolazione.
chi sostiene una revisione costituzionale che vada in questa direzione, oltre ad apprezzare il boost di governabilità che ne deriverebbe, afferma anche che verrebbe dato molto più spazio alla sovranità popolare, per via della selezione diretta del capo del governo, ma io, personalmente, concordo con chi invece fa notare che, okay la scelta del presidente del consiglio, ma votare oggi e 1) non poter contare su una solida rappresentanza politica (il parlamento) per i successivi cinque anni, poiché quest'ultimo, per i meccanismi che abbiamo visto, sarebbe a) popolato da una maggioranza potenzialmente "gonfiata" (il problema è quanto) da un premio di maggioranza, e soprattutto b) sotto il ricatto dello scioglimento anticipato qualora mai osasse sfiduciare il governo, 2) trovarsi in un sistema in cui anche le altre garanzie, come quella rappresentata dal capo dello stato, sono messe a margine della scena politica, 3) avere a che fare con un esecutivo così potente, che quindi potrebbe promuovere chissà che politiche con molta più facilità (e già da anni, comunque, assistiamo a una iper-centralità dell'esecutivo, a danno del parlamento, che alle volte si esautora da sé lasciando l'iniziativa al governo) - ecco concordo con chi dice che tutto questo e molto altro non sono esattamente il massimo per una democrazia costituzionale che si rispetti
varie ed eventuali: l'attuale disegno di legge cost. promosso dal governo propone altresì 1) l'abrogazione della parte dell'articolo 59 relativa ai senatori a vita, impedendo di nominarne altri: rimarrebbero, a vita, quelli che ci sono già, ma poi la carica cesserebbe di esistere. salvo gli ex presidenti della repubblica che diventano di diritto senatori a vita, ma questo ha anche una funzione - indirettamente - di garanzia della "messa a riposo", se vogliamo, di chi ha già ricoperto la più alta carica dello stato; 2) la modifica dell'art. 88, in modo tale che non sia più possibile sciogliere una sola delle camere
precisazione grande come una casa: il discorso è molto molto ampio e non solo si potrebbe dire molto di più sul tema specifico, ma tutto quello che ho detto vale per i regimi democratici e vincolati da una costituzione efficace ed effettiva. le forme di governo esistono dappertutto, ma nei regimi NON democratici non è contemplato alcun sistema di pesi e contrappesi tra poteri e organi, così come viene negata la supremazia della costituzione (quindi la necessità che quest'ultima stabilisca precisi vincoli all'esercizio del potere). ad esempio l'attuale costituzione tunisina del 2022 delinea un iper-(semi, perchè un primo ministro c'è, ma 'nzomma)-presidenzialismo privo di garanzie costituzionali: un parlamento molto molto limitato, un governo assoggettato al presidente, una corte costituzionale (non ancora operativa) con pochissimi poteri e i cui membri, comunque, verrebbero scelti pescando dalle sfere più alte della magistratura - ma lì il presidente ci ha già piazzato altra gente scelta da lui, quindi di che garanzia costituzionale si tratterebbe?, e niente impeachment. quindi insomma, è già complicato quando si parla di democrazie costituzionali "solide" e basta, figuriamoci quando si esce dal seminato e si affrontano ordinamenti assai diversi ([…] nota metodologia che però non faccio perchè mi addormenterei da sola)
spero di essere stata utilmente esaustiva <3
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alessiozanardo · 1 month
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La primavera dei popoli
La rivoluzione quindi: considerate le attenuanti generiche e l’incensurabilità dei desideri, altro che martellate. Altre aspettative. Non c’è cosa più importanted’invecchiare bene, senza tarliincuranti della cornice e continuiritocchi che minino alla radicesaggezze, contrappesi e sproporzioni,per una poesia. Ma anche soloinvecchiare e basta, senzaimbullonarsi alla natura di zinco col legno,…
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ombrafurtiva · 7 months
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Il doppio standard delle cosidette democrazie occidentali che tanto fieramente si oppongono ai regimi oligarchici, teocratici e “comunisti” d’oriente si prefigura plasticamente nella vita civica di queste stesse cosidette democrazie. In italia una legge elettorale dai profili incostituzionali per stessa ammissione della Corte produce storture elettive in cui non viene scelta alcuna maggioranza se non la stessa commistione di partiti, partitini e transfughi della marea da solstizio che compongono un’offerta elettorale arappresentativa; ed in cui il vero partito a vincere è quello dell’astensione elettorale; roba che Bobbio e Brencht stan ancora rivoltandosi nella tomba. Come una linea tracciata pedissequamente dai suoi stessi carnefici, il doppio standard occidentale prosegue poi, sempre nel paesucolo italico dalla rinomata storia, con lo stesso Capo dello Stato, in-eletto ma inquilino del Quirinale per virtù di incompetenza parlamentare altrui, che esprime e promuove una netta posizione bellicista in favore di una parte di un conflitto che ha generato centinaia di migliaia di morti e in aperto conflitto con l’articolo 11 della Costituzione -nonché in conflitto col dovere di onorare la natura stessa della carta fondante del vivere civico di una nazione intera.
“Se l’Ucraina cadesse, assisteremmo ad una deriva di aggressioni ad altri paesi ai confini con la Russia e questo condurrebbe ad un conflitto generale devastante” Sergio Mattarella.
Dal Presidente si discende poi nei gironi di altre cariche dello stato e poi ancora nei suoi parlamentari di cosiddetta democrazia indiretta, il cui eloquio esprime poi solidarietà verbale ad un regime come quello nazi-sionista israeliano che da anni trucida il popolo palestinese in aperta violazione di numerosi trattati di pace e sui diritti umani -proprio all’indomani di un feroce attacco del suddetto regime.
“Stamattina Israele è sotto attacco. Un’operazione terroristica di Hamas con morti e feriti nel sud del Paese. Un atto che va condannato con fermezza. Solidarietà a Israele.” Enzo Amendola, PD
Nel meraviglioso mondo del doppio standard della cosiddetta democrazia occidentale italica poi il formidabile comparto di 'liberali' dove il garantismo va bene solo se applicato agli italiani: ti spiega pure che 18 mesi di trattenimento amministrativo via questore, fuori dalla naturale giurisdizione senza garanzia difensiva alcuna, non sono da Stato di Polizia. Nel contesto di un paese soggetto a normalissime e storiche migrazioni, la reazione serve come utile sintomo nella diagnosi dello stato di salute della sua, ormai uso la parafrasi, “cosiddetta democrazia”. Cosi come è sintomatico di uno stato di polizia, lo scontro violento della propaggine governativa del parlamento contro il sistema di pesi e contrappesi per garantire la convivenza civile in una democrazia: in questo caso l’esempio del rovinoso atto di terrorismo legalizzato verso la giudice Apolostolico: schedata e rea di aver partecipato ad una manifestazione, per altro promossa in seguito da una delle ultime parvenze di lucidità di un Capo dello Stato, che come descritto poc’anzi, ormai istituzionalmente catatonico.
Potrei ulteriormente dilungarmi, affrontare gli aspetti del lavoro, dei diritti,del walfare, della violenza di genere, dell’energia e ambiente della nostra ormai fu carta costituzionale sotto i neo fascisti meloniani e para mafiosi berlusconiani; potrei dilungarmi e affrontare aspetti riguardanti anche altri stati europei, non necessariamente in umani ma esempi virtuosi di convivenza civica evoluta; ci si potrebbero scrivere libri, ma la chiosa può essere una sola: il medioevo non è mai stato fattualmente e storicamente ‘dark ages’, l’attualità è l’oscurantismo e in epoca di declino della civiltà è dovere di ciascuno leggere il più possibile e informarsi secondo i propri strumenti di comprensione: quali che essi siano; sono l’informazione e la lettura parti importantissima della manifestazione del proprio io civico, oltre ad altri metodi di disobbedienza; non siate indifferenti, parteggiate, siate partigiani, sempre.
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gianninoruzza · 7 months
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La giustizia secondo i punti di vista…l’opinione di Rita Faletti Rita Faletti – Ottobre 6, 2023 – 11:55 commenti: 7 visualizzazioni: 537 © Riproduzione riservata Il sistema dei pesi e contrappesi è stato pensato per evitare il rischio concreto che uno dei poteri dello stato prevalga sugli altri, compromettendo il funzionamento democratico del paese. I poteri esecutivo legislativo e…
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crossroad1960 · 8 months
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ilsimplicissimusblog · 8 months
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Ridotti all'impotenza
Lo scasso della democrazia occidentale operata da un neoliberismo  senza contrappesi, ci mette di fronte a un enorme problema: la scomparsa della separazione dei poteri e la loro concentrazione in mano di burattini che rappresentano la medesima parte sia che appartengano alla squadra di governo oppure al Parlamento o alla magistratura o ai quadri intermedi. In questo modo mentre le malefatte del…
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scontomio · 8 months
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Riforme, Bombardieri: "L'obiettivo e' la stabilita' dei governi"
“Attenzione ai pesi e contrappesi della Costituzione”source
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motoappassionati · 1 year
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lamilanomagazine · 1 year
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Domenico Asmone "Milano e i suoi colori"
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La Fondazione Luciana Matalon di Foro Buonaparte 67 a Milano, in collaborazione con Colonna Arte Contemporanea di Appiano Gentile (CO), inaugura il nuovo anno con la mostra dell’artista toscano Domenico Asmone dal titolo “Milano e i suoi colori” in programma dal 18 al 28 gennaio 2023. Eclettico nello stile e nel linguaggio, Domenico Asmone ha iniziato a dipingere negli anni Ottanta partendo da un figurativo ragionato e oggettivo, dalle forme delineate e leggibili, per poi avvicinarsi all’informale per un’arte più istintuale e soggettiva caratterizzata dal colore e dalla luce, i due elementi che maggiormente definiscono le sue opere. Con la nuova mostra dedicata Milano, oltre 30 opere tra dipinti ad olio e lavori in ceramica smaltata, Domenico Asmone torna a una pittura figurativa basata su un sottile gioco di bilanciamenti e contrappesi e sull’uso intenso del colore. Il risultato è sempre una produzione fortemente materica, ricca e densa, dove tuttavia il soggetto dell’opera è in perfetto equilibrio con il senso dello spazio e la capacità dell’artista di amalgamare i colori; un doppio dettaglio di grande importanza, perché proprio nella capacità di accostare i colori chiari con quelli scuri, gli spazi pieni con quelli vuoti, la luce con il buio, il soggetto del quadro prende vita. Orari di apertura, da martedì a sabato: 10-13; 14-19 Inaugurazione mostra, mercoledì 18 gennaio 2023 ore 18... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sinapsi-blog · 2 years
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Rischiare, rischiararsi
piuttosto che morire arsi.
In testa la guerra dei mondi contrapposti
la cui soluzione è la pace dei contrappesi.
Tracci linee di mezzeria che, sai,
prima o dopo si tratteggiato prevenendo una svolta.
Disinvolta, percorro le mura dei miei pensieri,
inerme difronte alle tele di questi misteri.
Cammino, senza perdermi: pensare di poter rimediare
è l'unica via che mi sa consolare.
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b0ringasfuck · 4 years
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Una cosa che mi è pesata molto è stato fare il cambio degli armadi
Michelle Hunziker
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crossroad1960 · 11 months
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ilsimplicissimusblog · 8 months
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Ridotti all'impotenza
Lo scasso della democrazia occidentale operata da un neoliberismo  senza contrappesi, ci mette di fronte a un enorme problema: la scomparsa della separazione dei poteri e la loro concentrazione in mano di burattini che rappresentano la medesima parte sia che appartengano alla squadra di governo oppure al Parlamento o alla magistratura o ai quadri intermedi. In questo modo mentre le malefatte del…
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corallorosso · 3 years
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Arriva la pistola spara-lazo, l’ultima trovata dei professionisti della paura Tempo fa incontro in portineria una distinta gentildonna avanti negli anni, che abita nello stesso decoroso palazzo dove ho lo studio. Ci troviamo nel quartiere genovese di Castelletto, la tranquilla collina con vista mare e in mezzo al verde, tradizionale residenza della vecchia borghesia cittadina. “Buongiorno signora, esce per compere?”. “Ma lei è matto, non li legge i giornali?” “?” “Non lo sa che si aggirano qui intorno bande di extracomunitari pronti ad aggredire le persone anziane per picchiarle selvaggiamente?”. Provo a spiegarle che Castelletto non è il Bronx, che di questi branchi minacciosi non c’è traccia, che non si dà il caso di nostri conoscenti vittime di tali aggressioni. Niente da fare: lo hanno detto i giornali. Che poi sono gli strumenti terroristici e disinformativi maneggiati dai vari Belpietro, Feltri, Senaldi, Sallusti. Professionisti precettati a fomentare un clima di paura funzionale alle strategie elettoralistiche di incredibile cinismo della Destra nostrana, impegnata a diffondere panico. Ossia, incentivare pulsioni forcaiole tramite la propagazione di una psicosi da indistinta minaccia incombente; lasciando comunque capire che sono in pericolo non solo le proprietà ma anche la stessa incolumità delle persone. A cui conviene barricarsi in casa – specie i più anziani – attendendo che i combattenti della libertà – i veri patrioti, i Salvini, le Meloni e perfino il sempre più rappezzato Berlusconi – tornino a ripristinare la Legge e l’Ordine come ai loro bei tempi. Quando la canaglia – vera o presunta che fosse – veniva tenuta adeguatamente a bada. Il tempo felice in cui i ceti pericolosi erano rimessi sistematicamente in riga. Sono ormai decenni che opera questa colonizzazione del pensiero e i risultati dell’operazione possono ritenersi raggiunti: ormai quella italiana è una società incattivita e paranoica, sempre alla ricerca di un capro espiatorio per il proprio malessere. Convinta di vivere in un ambiente ostile secondo ricostruzioni della realtà in larga misura mediate da modelli propagandistici elaborati dai think tank nordamericani più reazionari. Che con la tecnica del “gutta cavat lapidem”, la ripetizione ossessiva del messaggio, sono riusciti a stravolgere radicalmente il significato del termine “sicurezza”. (...) E anche questo rientra nel vasto fenomeno dell’americanizzazione colonizzativa dell’italico pensiero; promossa da propaganda, fumetti e immaginari hollywoodiani. Per restare alle cronache delle mie parti, la notizia già riferita dal Fatto Quotidiano che “il giovane padano al basilico” Giorgio Viale – attuale assessore leghista alla sicurezza nella giunta comunale del sindaco Marco Bucci – sta promuovendo la sperimentazione della “bolawrap”, la pistola spara-lazo di cui dotare i vigili genovesi per i loro inseguimenti dei ladri nelle strade cittadine. Ipotesi squisitamente cinematografica per almeno due ragioni, una ironica e l’altra grottesca. Nel primo caso l’adozione di un’arma impropria già presente nella dotazione da supereroe di Batman, seppure con la lieve modifica dei contrappesi a pipistrello invece delle bolas, poi rilanciata alla grande da Zoe Saldana nella parte di Gamora del film I Guardiani della Galassia. Mentre permane imbarazzante e risibile la descrizione della situazione assolutamente improbabile in cui tale strumento dovrebbe entrare in funzione.(...) Francamente vivo da settantaquattro anni a Genova ma non riesco a ricordare una gag siffatta. Pura invenzione scenica. Che tuttavia sta attecchendo pericolosamente tra gli abbienti e gli impauriti che costituiscono il blocco sociale di riferimento per l’inarrestabile presa egemonica della restaurazione. Anche perché non si segnalano contromosse in itinere. Magari una risata collettiva, per seppellire definitivamente nel ridicolo i professionisti nostrani della paura. Pierfranco Pellizzetti
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