Raise a tent of shelter now, though every thread is torn
Baldacchino of Discord, San Pietro, by Giovan Lorenzo Bernini and Francesco Castelli Borromini (and many others) 1624-1633
📷 by me
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Ieri pomeriggio è venuto papà in negozio, a sorpresa. Così. Non che ci sia nulla di strano, ma un po' mi fa sorridere questa cosa. Io e mio padre non abitiamo vicinissimi, lui abita in centro a Roma, io fuori in un paese. È venuto e abbiamo passato il pomeriggio insieme a chiacchierare mentre lavoravo. L'altro ieri mi ha chiamata per chiedermi un consiglio su alcune delicate dinamiche familiari, questa estate siamo stati molto l'uno di supporto all'altro per queste dinamiche micidiali (non si capisce per quale motivo si dice parenti serpenti e non parenti pezzi di merda). Insomma, nell'ultimo periodo sento che i miei consigli sono per lui importanti e di supporto, sento che ha bisogno di sentire la mia campana e questa cosa mi stupisce piacevolmente ancora un po'.
Negli ultimi anni papà si è smussato. Non voglio dire cambiato perché non sarebbe il vocabolo giusto. Si è calmato? Forse. Si è rasserenato? Eh, dai, forse sì. Sì è rassegnato? In alcuni casi sì. Ma sono tutte accezione positive del termine e io sono una vera sega a parlare quindi meglio di così non riesco a spiegarlo. Penso spesso a quando è cominciata questa sua variazione da "orso" a "orsetto" e non so bene a cosa attribuirla. Un misto di pensione/nonnitudine/vecchiaia e di certo la malattia di nonna. Veder passare una donna da totalmente indipendente, dinamica, con una vita così piena e attiva che se solo ci penso io oggi mi viene il fiatone, ad una nonnina con la testa che fugge e si stacca, che ha bisogno di un aiuto pratico per quasi tutto, nel giro di pochi mesi, è stato devastante. Lacerante. Sono convinta che questo lo abbia molto scosso. Come scuote e percuote me, anche solo a scriverlo, con le lacrime agli occhi. Perché mia nonna è il mastodontico perno di questa grande famiglia chiassosa, stronza e dispersa nel mondo, che nonostante tutto amo. Comunque...
Io e mio padre siamo sempre stati connessi. Culo e Camicia. Quando ci chiamavano così io immaginavo un culetto pallido con dei bottoncini attaccati alla pelle (che ero io) e una camicia azzurro chiara che si abbottonava perfettamente su quei bottoncini (che era papà). Eravamo uguali. Fumantini. Forti. Spigolosi. Tuonavamo. Ma anche molto divertenti e buffi. Poi lui se n'è andato di casa e mi ha lacerato il cuore. "La persona che odio e amo di più al mondo", solo così riuscivo a pensare a lui nella mia mente in quel periodo, in quei merdosissimi anni che la mia mente vuole ricordare solo a sprazzi. In quel periodo ho eruttato come un vulcano violento, contro il mondo, ma soprattutto contro di lui. Poi col tempo, ci siamo ritrovati, ritrovati veramente, dentro, perché fuori non ci siamo mai persi. So che il mio giudizio su di lui in quel periodo ha pesato come un macigno, ma è giusto che sia così. Oggi siamo sempre molto simili, ma siamo entrambi cambiati. Io, come lui, mi sono smussata.
Mi piace questa nuova fase della nostra vita dove oltre a figlia che può essere portata in braccio fuori dai rovi come un cerbiatto delicato, sono anche la figlia che hai bisogno di sentire per un parere, quella che parlando, in un continuo brainstorming incasinato e mal parlato, ti fa riflettere e ti apre finestrelle nella mente che tenevi chiuse senza volerlo.
Se penso a questa nuova nostra fase la prima immagine che mi viene in mente è il giorno di ferragosto di quest'anno. Dopo il classico pranzo sotto le montagne, con le tante famiglie della nostra gigante famiglia, tante risate e tanto buon cibo abbiamo portato nonna a riposare e io ho cominciato a pensare ai miei zii, a cosa si stanno perdendo vedendola poco o niente, a come sono lontani, come cerchiamo di includerli e ci scanzano, la scanzano. Ho raggiunto papà, su una panca vista ghiacciaio, e ho cominciato a parlarne con lui, piangendo. Non per me, sticazzi di me, ma per nonna. Ho rotto i miei argini. Ho pianto per tanto tempo, vomitando bile su questa situazione che ci fa stare una merda, urlando e singhiozzando, quando senti la pelle bollente dalla rabbia e gli occhi rossi, con mio padre che mi ascoltava, mi parlava, mi consolava, mi stringeva la mano, guardava le montagne e piangeva. Un triste e rassegnato consolarsi a vicenda.
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A volte vorrei sapere se anche tu talvolta senti quel dolore forte ripensando a come ci siamo presi e, a come poi ci siamo persi...
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Sono uno che ha paura di disturbare. Di mettere in difficoltà. Ma ai limiti del patologico eh. Tipo quando vado al bar e vorrei un cappuccino freddo, o un caffè macchiato, e vedo che c'è un sacco di gente e tanta frenesia, coi baristi che corrono e si affannano, chiedo un caffè. Mi succede la stessa cosa quando nel bar dove vado sempre, in cui il cappuccino freddo lo prendo da anni e non serve neanche chiederlo, me lo lascio preparare anche se quella volta vorrei un caffè. Se alla cassa pago una cosa che credevo costasse qualche euro in meno, tendenzialmente lascio andare. Non importa. Mi capitava così anche con le persone, quelle persone che mostravano interesse per me, e io addirittura riuscivo ad aprirmi, a darmi una possibilità, e quelle persone poi se ne andavano. Se ne andavano di punto in bianco con spiegazioni pessime o nulle, e io avrei avuto tutto il diritto di chiedere qualcosa in più. Non l'ho mai fatto. Forse perchè credo che sia difficile per chiunque dire "non mi piaci" oppure "credevo fossi migliore", anche se sei la persona più schietta del mondo. E quindi non ho mai chiesto nulla. Magari avrei potuto chiedere "ho fatto qualcosa di sbagliato?", discuterne, senza poi cambiare nulla eh, ma almeno saperlo. E invece no. Ancora oggi ho una lista di persone per cui non so il perchè si siano allontanate. Le ho lasciate libere da ogni incombenza di dare spiegazioni quantomeno sufficienti, libere di rifarsi una vita da un giorno all'altro, e avranno pure pensato che se non ho chiesto spiegazioni è perchè forse, in fondo, neanche a me fregava poi così tanto. E quindi eccomi qui, una vita a guardarmi sostituito, messo in un angolo come un oggetto che all'inizio ci manda in estasi e poi ci stufa. E quando poi, durante alcune notti, mi veniva l'impulso di mandarlo quel messaggio, di scrivere "Com'è che ci siamo persi io e te?", era già troppo tardi. Io arrivo sempre tardi. Arrivo sempre quando sono ormai un ricordo sbiadito, una voce non riconoscibile al primo ascolto.E invece avrei dovuto farlo.
"Com'è che ci siamo persi io e te?" - "Ho fatto qualcosa di sbagliato?" - "Potrei avere un caffè macchiato per favore?"
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Volevo qua...e volevo là.
Fare questo e anche altro 😈😈😈
Ma quando poi..lasciata la moto, ci siamo persi in quel dedalo di strade senza tempo.. finendo in quella piccola locanda a bere Blangé e a raccontare di noi..
mi sono accorto che quello che volevo... veramente,
eri solo tu.
soggetto smarrito
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Ma tu mi pensi? Io si, continuamente...in qualsiasi momento, qualsiasi cosa io stia facendo tu compari nella mia mente.
Mi sei entrato sottopelle, nelle ossa, nelle vene, ti sento nel cuore, ti sento nell'anima....
Non ho mai capito perché ti amo tanto, nessun motivo in particolare, semplicemente perché sei tu, per come mi sento io quando sto con te...perché siamo noi.
Una volta, tanto tempo fa, mi dicesti che volevi venire a trovarmi, che avremmo fatto l'amore....e io pensai "eccone un altro che vuole farsi una scopata".... Nessuna promessa....e poi ci siamo persi...tu nella tua vita e io nella mia....
E poi è passato tanto tempo e sei tornato a cercarmi....e poi sei venuto a trovarmi e non abbiamo fatto una scopata... abbiamo fatto l'amore, l'amore più intenso della mia vita....
Non avrei mai scommesso su di noi e invece siamo ancora "qua"....distanti ma insieme...siamo ancora noi....
E tu sei sempre così tranquillo e io sempre così agitata, con una paura fottuta di perderti, non di restare sola, di restare senza te, un po' come le fragole...si son buone ma se aggiungi la panna sono davvero deliziose....ecco tu sei la mia panna...e io non ho nessuna intenzione di tornare a mangiare solo fragole...
Ma tu mi pensi? Io si, continuamente...
N.A.
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Dilemmi coniugali
Scrivo un messaggio alla moglie di un amico.
Per chiedere notizie del consorte.
Io e lui abbiamo frequentato il liceo insieme.
Poi ci siamo persi di vista.
Ci ho pensato un po', prima di farlo.
Perché mi espongo al rischio di fare una gaffe bella croccante.
Presumo siano tuttora sposati.
Ma non ne ho la certezza.
Potrebbero essersi mandati a fare in quel posto, per quanto ne so.
Lo scoprirò quando la moglie mi risponderà.
Se mi risponderà.
E se sarà ancora sua moglie.
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Stanno in fondo, nell'ultimo banco, vicini vicini. Iniziano già alla prima ora e vanno avanti con costanza per tutta la mattina. Intanto sono alti. E larghi. In prima la partenza era già buona, me li sono persi di vista un attimo con i vari lockdown, poi in terza di colpo il loro organismo ha deciso di ingranare tutte le altre dodici marce. Adesso sono due pezzi di armadio che opportunamente schierati tra i pali della porta non lascerebbero passare nemmeno una pallina da golf. O forse no, perché son distratti. Non li ho mai visti prendere un appunto della mia materia. Nonostante provenienza, lingua d'origine e pure caratteri totalmente diversi, questi due sono amici che più amici non si può. Sarà il fatto stesso di respirare l'aria pura che si respira sopra il metro e novanta, o l'essere accomunati nella vita dallo sguardo reverenziale dei primini che si fanno carta da parati al loro incedere, chissà.
Da quest'anno, poi, hanno anche inziato a condividere la passione per lo studio. Non delle mie materie, questo mai. Lo studio di un piano alimentare calibrato sulle loro esigenze sportive. Che Macho Man e Mister Muscolo non siano soltanto ragazzoni creciutelli, ma che sotto a quelle magliette a maniche corte fieramente esibite con -3 gradi ci sia del lavoro di palestra, è evidente. Palese. Anche il fatto di aver abbandonato gli outfit da maranza e di venire a scuola con la tuta come Danny Zuko quando prova tutti gli sport per cercare di far colpo su Sandy. So che sono attenti a rispettare il loro severo ma costante regime dietetico, perché lo rispettano nelle mie ore. Arrivo al mattino e trovo Macho Man alle prese con i fiocchi d'avena, la frutta secca e gli spicchi di mandarino. Ho lezione alla terza ora e vedo Mister Muscolo estrarre uno yogurt greco e una banana. Faccio assistenza tra la quarta e la quinta ora e vedo comparire un tupperware con l'insalata di riso venere, avocado e gamberetti che impestano l'aria per un sacco di tempo.
Io sono abituata a gente che cerca di mangiarmi di soppiatto davanti e di lato. Conosco il crepitio dei pacchetti di patatine, riconosco al volo l'odore del panino al tonno e percepisco il sentore di cotoletta sprigionarsi da certi involucri d'argento abbandonati sul termosifone. Ma qui siamo alla follia. Complice due ore di potenziamento, sono rimasta immersa tra gli stessi tardoadolescenti per quattro ore consecutive e ho visto, cadenzati, apparire un uovo sodo, una mela, un tramezzino con le fette di tacchino magro, un quadretto di cioccolato fondente, sei gherigli di noci, otto quadretti di tofu. Non fanno dieta loro. Mettono su massa. E ogni tanto a me parte lo sclero della professoressa, spesso causato dalla fame atavica che mi prende alle 13 dopo aver consumato tutte le mie energie a spiegare la Restaurazione, senza peraltro aver bruciato una sola caloria, perché ho scoperto che l'unica parte del corpo che la scuola mette sotto sforzo, oltre al cervello ma neanche sempre, è il fegato, che nel mio caso è grosso come un'anguria.
"Voi due, là in fondo, la finite?!" urlo facendo levare in volo uno stormo di operai che stavano lavorando in cortile. "Ma prof..." inizia Macho Man facendo finta di non masticare. Inutile, ha la bocca sporca di briciole. "Io faccio finta di non vedere fino a un certo punto, capisco gli orari, i pullman, capisco che mangiate quando potete, quando saltate l'intervallo! Ma quello lì che cos'è?" chiedo mentre vedo scomparire una vaschetta nello zaino.
"Bresaola, prof. Devo mettere su massa!" risponde Mister Muscolo che sta spazzolando le briciole di gallette di riso.
"Ragazzi, ma voi la massa la dovete mettere nel cervello! Ma come pensate di arrivare all'esame?" e inizio a giocarmi la perfida carta del terrorismo psicologico.
"Prof, ma ci sono tutti gli orari da seguire, il dietologo ha detto di essere rigorosi!" prova a difendersi l'indifendibile bicipite ambulante.
"Io è una vita che vi dico di essere rigorosi! Di farvi un piano di studio, di non arrivare sempre all'ultimo, di fare i compiti un po' per volta! Com'è che a lui date retta e a me no? Cos'ha lui più di me?" piagnucolo come nelle peggiori soap.
"Ma prof, lui ci ha spiegato che bisogna avere rigore e disciplina perché il nostro corpo è un tempio!" mi spiega ispirato Macho Man, e nel parlare scuote i riccioloni neri che immagino si leghi quando si allena.
"Ah, ma certo, il cervello lasciamolo stare, tanto il vostro corpo è un tempio! E quando arriva il giorno dell'esame nel tempio cosa ci fate?!"
"Eh, prof. Preghiamo".
Io me le vado a cercare.
@Portami il diario.
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🔥E ora vorrei scriverti.
Così, per sapere come stai.
Vorrei tornare lì dove ci siamo persi e scoprirti nuovamente, anche da zero, se è il caso.
Vorrei ritrovare quella complicità
che forse non si è mai persa del tutto.
E poi vorrei accarezzarti i pensieri, giocare con i tuoi capelli, contare i battiti, i sospiri, cancellare ogni traccia della nostra assenza, del nostro addio,
e tornare a essere noi, semplicemente questo... ♠️
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{ollerongis
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sono un ragazzo di 17 anni, soffro di depressione e bipolarismo per via ereditaria da mia madre. Nonostante ciò mia madre non lo accetta, credo che si senta "in colpa" di questa mia condizione. Solo nell'ultimo anno oltre la depressione e il bipolarismo mi hanno diagnosticato vari disturbi dell'apprendimento, che spiegano il perché vada male a scuola. Cerco di fare finta di nulla con gli amici, sono sempre quello gentile e sorridente, che è sempre disponibile e che è sempre pronto a far tirare fuori un sorriso, mentre dentro vorrei solo urlare tutte le mie emozioni. Quando i miei amici mi chiedono "Come stai?" mi viene un colpo al cuore, non posso dirgli che pochi giorni prima ho avuto pensieri suicidi, per l'ennesima volta. Quindi rispondo "bene" restando nella consapevolezza che questo mentire però non mi aiuterà mai.
Però mi consolo a sapere che non sono unico, che quello che sto passando altre persone ne sono già passate e che mi possono aiutare.
Una di queste persone sei tu.
Non è semplice andare avanti con i pensieri, soprattutto quando cerchi di evitarli e credi che così tutto possa migliorare. La mente parla, si crea lo stress, e arrivano pensieri molto brutti. A volte, è più facile dormire che affrontare queste cose, e poi la solita sensazione ritorna appena ti svegli, non è vero? Non sono un dottore, non sono nessuno e non sarò qui a darti una citazione o una frase che ti dia coraggio; sarebbe molto superficiale per queste situazioni. Quel che ti posso dire è di diventare selettivo, taglia fuori chiunque generi energia negativa, perché non puoi iniziare la tua "guarigione" nello stesso posto dove è iniziata la "malattia", capisci? Tu sei così come sei ora, non puoi cambiare il tuo "io". Se non ti senti accettato, sei semplicemente nel posto sbagliato, è come andare con gli euro in un altro paese: ovviamente non verranno accettati.
La seconda cosa che posso consigliarti è di parlare senza paura. Proprio per questo, prima devi essere selettivo. Non puoi farlo con chiunque, perché molte persone ascoltano senza capire niente, o semplicemente non vogliono capire. Questa sensazione ti distruggerebbe ancora di più perché ti sentiresti ancora peggio. Quindi, scegli chi avere attorno e non tenere amicizie per formalità, cosa che ancora oggi non capisco perché esista. Parla, tira fuori quel che hai dentro. Noi siamo cresciuti con l'idea che parlare molto probabilmente non aiuta, ma è la cosa più sbagliata. Noi, come esseri umani, dobbiamo comunicare. È nel nostro sangue, la mente stessa comunica attraverso il linguaggio del corpo quando non si apre bocca; è nel nostro essere. Quindi, parla, esprimi quel che senti a modo tuo, e già questo sarà il tuo primo passo verso la strada che vuoi fare.
Abbi un obiettivo nella vita, pensa a cosa vuoi fare. Non ti sto chiedendo cosa vuoi fare tra cinque anni; ti chiedo solo di scegliere cosa essere nella vita e cerca di fare piccoli passi verso questa meta. Altrimenti, siamo persi e camminiamo tra i pensieri che si sono generati nella nostra confusione, perché è proprio così che si crea lo stress. Sono decisioni nella vita che dobbiamo prendere, ma non vogliamo farlo. Inoltre, vorrei che tu capissi che il cervello è come un muscolo e ha l'abilità "memoria muscolare". Ogni cosa che fai in ripetizione viene appresa e ripetuta anche senza volerlo a volte. Proprio per questo ci viene detto che i pensieri positivi sono importanti e bisogna evitare quelli negativi, perché altrimenti pensi negativamente anche senza volerlo, e presumo che stia accadendo proprio questo ora. Devi fare attività che generano dopamina, che può aiutarti molto.
Ovviamente, questi sono solo consigli, e se davvero ci tieni a stare bene, sono sicuro che seguirai qualcosa. Non finire come quelli che possono cambiare la loro vita ma sono impegnati a piangersi addosso.
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Tomaso Montanari in Eretici
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Ti svegli che hai già sonno. Vai a letto che non hai sonno.
Dormi male.
Quel dolore alla schiena. Dovresti fumare meno, lo sai già questo.
E poi quegli shot e le birre prima di rientrare a casa.
Inevitabile poi l'ultima sigaretta prima di coricarti, con il cellulare in mano, evitando di continuare a pensare alla giornata, scorrendo sullo schermo quello che, della giornata ci siamo persi. Quell'insistenza poi nel cercare di svegliarti presto, per poter sfruttare al meglio la giornata. E ti svegli di merda comunque.
Che poi gli altri come fanno?
Ma a loro fa male la schiena?
Di certo che non fanno tutte le lavastoviglie che faccio io.
Che poi non è nemmeno una questione fisica.
Gli acciacchi ce li abbiamo tutti.
Il problema è che non vedo un'uscita. Uno stipendio a casa lo si porta sempre, ma è quel non riuscire a mettere un piede davanti all'altro e darsi una direzione.
Chi sarò da qui a 1 anno? 10 anni? 20 anni? Un figlio si potrà fare? Come faccio con il lavoro?
Nemmeno li faccio questi pensieri in maniera logica. Mica mi metto a letto e comincio a pensare al futuro. Ormai manco ci penso. Se ci penso è peggio.
Penso agli ordini, alla linea da preparare per il venerdìe sabato (ma sono l'unico che il giovedì fa spazio nei frigoriferi??).
E puntualmente andiamo in merda se non mi fermo quella mezz'ora in più ad avvantaggiare qualcosa.Però si incazzano se fai 5 minuti di ritardo! E quando resti ogni giorno 15 minuti in più? Io il contratto glielo farei a tutti, ma hai idea di quanto mi costa?
RIDI.
Devi sempre avere il sorriso stampato in faccia. Menomale! Una costrizione piacevole. Se non fosse per questo lavoro, la mia passione, mica sarebbe sempre facile andare avanti.
O forse si?
Non lo so.
Che ore sono?
Che dice la sveglia?
...ma perché l'ho guardato!
Adesso ho l'ansia che ho poche ore di sonno e che l'ansia stessa potrebbe farmi passare il sonno. Che vita di merda.
Che lavoro di merda.
Adoro il mio lavoro.
BURNOUT.
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MARCO MENGONI | DUE VITE
Siamo i soli svegli in tutto l'Universo
We're the only ones awake in the whole Universe
E non conosco ancora bene il tuo deserto
And I still don't know too well your desert
Forse è in un posto del mio cuore
Maybe it's in a place inside my heart
Dove il sole è sempre spento
Where the sun is always turned off
Dove a volte ti perdo
Where sometimes I lose you
Ma se voglio ti prendo
But if I want to I take you
Siamo fermi in un tempo così
We're stuck/still in a time like this
Che solleva le strade
That lifts roads
Con il cielo ad un passo da qui
With the sky one step away from here
Siamo i mostri e le fate
We're the monsters and the fairies
Dovrei telefonarti
I should call you
Dirti le cose che sento
Tell you the things that I feel
Ma ho finito le scuse
But I ran out of excuses
E non ho più difese
And I have no more defenses
Siamo un libro sul pavimento
We're a book on the floor
In una casa vuota
In an empty house
Che sembra la nostra
That looks like our own
Il caffè col limone
Coffee with lemon
Contro l’hangover
Against (=to fight) the hangover
Sembri una foto mossa
You look like a blurry picture
E ci siamo fottuti ancora una notte
And we stealed one more night (/f*cked again one night?)
Fuori un locale
Out (of) a club
E meno male
And luckily
Se questa è l’ultima
If this is the last
Canzone e poi la luna esploderà
Song and then the moon will explode
Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai
I will be there to tell you that you're wrong and you know it
Qui non arriva la musica
Music doesn't get here
E tu non dormi
And you don't sleep
E dove sarai
And where may you be
Dove vai
Where are you going
Quando la vita poi esagera
When life then exaggerates
Tutte le corse gli schiaffi gli sbagli che fai
All the runs the slaps the mistakes that you do
Quando qualcosa ti agita
When something agitates you
Tanto lo so che tu non dormi dormi dormi dormi dormi mai
Anyway I know that you never sleep sleep sleep sleep sleep
Che giri fanno due vite
What (kind of) turns/paths take on two lives
Siamo i soli svegli in tutto l’Universo
We're the only ones awake in the whole Universe
A gridare un po’ di rabbia sopra un tetto
Yelling some anger from above a roof
Che nessuno si sente così
That nobody feels like this
Che nessuno li guarda più i film
That nobody ever watches movies anymore
I fiori nella tua camera
The flowers in your (bed)room
La mia maglia metallica
My metallic shirt
Siamo un libro sul pavimento
We're a book on the floor
In una casa vuota
In an empty house
Che sembra la nostra
That looks like our own
Persi tra le persone
Lost among people
Quante parole
How many words
Senza mai una risposta
Without an answer (ever)
E ci siamo fottuti ancora una notte
And we stealed one more night (/f*cked again one night?)
Fuori un locale
Out (of) a club
E meno male
And luckily
Se questa è l’ultima
If this is the last
Canzone e poi la luna esploderà
Song and then the moon will explode
Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai
I will be there to tell you that you're wrong and you know it
Qui non arriva la musica
Music doesn't get here
E tu non dormi
And you don't sleep
E dove sarai
And where may you be
Dove vai
Where are you going
Quando la vita poi esagera
When life then exaggerates
Tutte le corse gli schiaffi gli sbagli che fai
All the runs the slaps the mistakes that you do
Quando qualcosa ti agita
When something agitates you
Tanto lo so che tu non dormi
Anyway I know that you don't sleep
Spegni la luce anche se non ti va
You turn off the light even if you don't feel like
Restiamo al buio avvolti
We stay in the dark embraced
Solo dal suono della voce
Only by the sound of the voice
Al di là della follia che balla in tutte le cose
Beyond the craziness that dances in all the things
Due vite guarda che disordine
Two lives look what a mess
Se questa è l’ultima
If this is the last
Canzone e poi la luna esploderà
Song and then the moon will explode
Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai
I will be there to tell you that you're wrong and you know it
Qui non arriva la musica
Music doesn't get here
Tanto lo so che tu non dormi dormi dormi dormi dormi mai
Anyway I know that you never sleep sleep sleep sleep sleep
Che giri fanno due vite
What (kind of) turns/paths take on two lives
Due vite
Two lives
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Per una volta pensavo di aver trovato la mia persona. Credevo fossi tu il mio porto sicuro.
La mia mente sfiorava la tua.
E per un pò siamo stati proprio bene insieme.
Riuscivamo a capirci, non è poco, lo sai?
E poi più niente,
ma l'amore non passa in un giorno.
A un certo punto, mi sono vista nei tuoi occhi.
Non ero più io. Tu mi stavi dicendo addio,
io mi stavo spegnendo. L'amore a volte consuma.
Soprattutto quello sbagliato, quello che non ti fa crescere, ma ti fa solo soffrire, quello che non porta da nessuna parte, ma che per certe cose ti attrae perché sembra vita, ma la vita è altro,
la vita è altrove. E così ci siamo persi.
O meglio, te ne sei andato e mi hai lasciato andare.
Per un pò ti ho cercato, sprecando il mio tempo, il io mio fiato. Perché non aveva più senso.
Forse non ne ha mai avuto.
Certe persone sembrano meravigliose perché ti ostini a vederle così. Ma sono altro.
Chi ci ferisce. Chi ci illude.
Chi non ci tratta come vorremmo. Sono altro.
E noi siamo solo ingenui perché continuiamo a crederci anche se fa male, anche se spezza, anche se sbriciola, anche se lacera, anche se annienta.
#Ollerongis "Quanto ci siamo voluti bene"
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Quante volte ci siamo persi, cercati e ritrovati, per poi riperderci ancora e ritrovarsi.
Quante volte per poi capire che non si perde mai chi si vuole davvero bene.
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🎵ci siamo persi in un bicchiere d'acqua e poi ci siamo ritrovati in mare🎵
- la banalità del mare🌊
-Pinguini tattici nucleari🐧
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