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#Romolo e Remo
beatrice-harrach · 7 months
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Romolo ed Ersilia – Liber Liber
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gimmigezz · 2 years
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La Lupa de Roma co Romolo e Remo in Ciccinnati, OH ??? Are you kiddin’?!
Set in Eden Park along the banks of Twin Lakes, the bronze statue is the same strangely shaped canis lupis as the original, an artwork that has come to symbolize Rome. It depicts the legend of Romulus and Remus, twin founders of the city, suckling at the she-wolf’s teat.
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tvserie-film · 9 months
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Title: Remo e Romolo Storia di due figli di una lupa (1976)
Vote: 7.5/10
This movie is silly but I laughed a lot because of it. It vaguely recounts the birth of Rome with the addition of a lot of comedy and a lot of dirty jokes.
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ross-nekochan · 6 months
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東京美術館に「ローマ」という展示会が開催されています。美術大好きのイタリア人としてはその機会は欠かせなかったので、先週末に行きました。
Qualche mese fa, quando ancora non ero stata resa schiava, mi ero resa conto che stavo perdendo il mio tempo libero nel weekend a fare poco e niente. E mi sono domandata: ma cosa facevo in Italia? Ah sì, andavo ai musei. Ma ci andavo sapendo cosa c'era dentro, perché conosco almeno una infarinatura della storia e della storia dell'arte europea, che mi appartiene.
Conosco e ho studiato anche quella giapponese che, per carità di Dio, ha i suoi pregi e il suo fascino ma... non credo sia all'altezza della nostra (sorry not sorry).
Quel giorno però mi misi a cercare qualcosa che avrebbe potuto interessarmi e incappai nella mostra perfetta per me: una mostra su ROMA, nel Tokyo Metropolitan Art Museum (più facile in giapponese ma vabbè, lo faccio per voi lettori). La mostra era una collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, dove non sono mai stata.
La settimana scorsa non ho perso tempo, ho comprato il biglietto e ci sono andata.
Che meraviglia: ho di nuovo sentito quell'emozione spirituale e quella pace dei sensi che solo l'arte può dare. Mi era mancata, tantissimo. E nel provarla ho sentito anche l'angoscia di non poterla provare più facilmente come ho fatto fino a quando ero in Italia, dove TUTTO È ARTE.
In Giappone nei musei è proibito fare foto nel 90% dei casi quindi mi è venuta l'idea di fotografare le cartoline delle opere che c'erano dentro. Tra le più importanti: una replica della famosa lupa che allatta Romolo e Remo e la Venere Capitolina.
Avrei voluto fare un check up ravvicinato fotografico alla Venere come feci con quella di Jago a Bologna per ricordare la grazia, la perfezione di quell'opera così antica ma perfettamente sobria in tutti gli aspetti possibili. Ci ho girato in tondo due volte, a passo lento, per osservare tutto: il volto, le mani aggraziate, le cosce, le natiche, il sedere, la schiena...
Ma la sorpresa più bella è stata trovare senza nemmeno saperlo un quadro del Tintoretto e poi anche il mio amato Guido Reni (!!!) con la sua "Lucrezia". Firma immancabile del pittore, lo sguardo verso l'alto che in questo quadro ti scioglie peggio che nel San Sebastiano.
I giapponesi non facevo che guardare le cose e ripetere le solite esclamazioni del cazzo: sugoi, subarashii... "tanto non capirete mai a pieno la grandezza di quello che state vedendo, capre che non siete altro", dicevo nella mia testa. Ed infatti è stato pure scritto a chiare lettere che nell'era Meiji siamo stati proprio noi a far capire qualcosa di arte vera a sti poveri coglioni. In particolare furono Antonio Fontanesi, Vincenzo Ragusa e Giovanni Vincenzo Cappelletti a insegnare la nostra arte in questa povera terra di stupidi (nomi mai sentiti ma su cui dovrò assolutamente farmi una cultura).
La dimostrazione della loro stupidità è stata il bookshop che con la mostra non c'entrava quasi un cazzo. Infatti un'intera parete era piena di prodotti italiani artigianali e di alta qualità (dalla pasta di Gragnano ai grissini e ai cuneesi) proprio come se fossimo a una sagra Coldiretti. Il resto del bookshop era roba da merchandise come se la mostra fosse stato un concerto: magliette e felpe di tutti i tipi, gomme da cancellare con la forma dei busti, latte di cioccolatini con la Venere stampata, peluche della lupa (che è diventata tipo un mostriciattolo peloso) e per finire un tovagliolo con sempre la lupa mostricciolo e la scritta "dammi il latte" (perché ha appunto allattato Romolo e Remo).
Cosa non farebbero sti stronzi per vendere...
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whitewaterpaper · 1 year
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Dåså, ännu en månad och laptopen är fortfarande på rehab. Samma spartanska lista som förra månaden med andra ord. En intressant lista att botanisera bland, om jag får säga det själv.
Adventurer of Tortuga, the / L'avventuriero della Tortuga (1965) [__]
Alien Factor, the (1978) [👎]
Beyond the Moon (1954) [__]
Den blodiga striden / Lancelot and Guinevere (1963) [__]
Ghost Ship (2002) [👍]
Jakten på dubbelgångare / Futureworld (1976) [👍🔃]
Kriget Bortom Stjärnorna / Battle Beyond the Stars (1980) [👍]
Lost City, the (2022) [👍🔃]
Mitt i plåten! / The Cannonball Run (1981) [👍🔃]
Robin Hoods fiender / Rogues of Sherwood Forest (1950) [__]
Robin Hoods Våghalsar / Son of Robin Hood (1958) [__]
Run Hide Fight (2020) [👍]
Sandokan: Den blodiga hämnden / Sandokan, la tigre di Mompracem [__]
Terminal Man, the (1974) [👍]
The Takeover (2022) [👍]
Throne of Fire, the / Il trono di fuoco (1983) [__]
Vargbröderna Romulus och Remus / Romolo e Remo (1961) [👎]
Så, vad rekomenderas denna månad? Den nederländska thrillern "The Takeover" är defenitivt värd en chans för alla som någonsin uppskattat Sandra Bullocks klassiker "Nätet" och "Speed". Och vill man ha något på ett mer bekant språk? Testa "Run Hide Fight".
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valentina-lauricella · 10 months
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Ferragosto, di Achille Campanile (1953)
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(Giorgio de Chirico, L'enigma di una giornata, 1914)
Nell'aria immobile della città rimasta quasi vuota per il Ferragosto, tuonò il comando: "Tutto quello che è finto, diventi vero! Beninteso, quanto a statuaria". Immediatamente, dalla base del monumento a Cavour si alzò il leone di bronzo, diventò all'improvviso di carne e d'ossa e, dopo essersi stiracchiato e aver fatto uno sbadiglio accompagnato da un quasi impercettibile guaito, con un balzo leggero fu a terra e si voltò ad aspettare che Cavour lo raggiungesse. Cavour intanto, un po' impacciato dalla redingotta, cercava a fatica di venir giù dall'alto basamento, badando dove metteva i piedi e borbottando: "Piano, figliolo, io non sono un leone come te, e poi sto molto più in alto; avrebbero fatto meglio a metter te qua in cima e me laggiù". L'Italia, la formosa matrona in costume succinto, che sedeva sul basamento, l'aiutò a metter piede a terra e dié una spolveratina e una rassettatina alla redingotta dello statista, che nella discesa s'era un po' gualcita; poi la brigatella s'avviò verso il centro, Cavour con gli occhiali, il leone scodinzolante, la matrona solenne. Qualche raro passante già fissava la donna prosperosa, incerto se mettersi dietro. "Piano," diceva Cavour" venite dietro me. Cerchiamo di non perderci. Ormai la mia famiglia siete voi."
Il punto di ritrovo dei monumenti cittadini era stato fissato, naturalmente, in Piazza Duomo. Dove già scorrazzava e ruzzava una moltitudine di lupi e lupacchiotti latranti, cani e strane bestie, che fino a un momento prima servivano a sostenere i pluviali del Duomo. Erano stati i primi ad arrivare, per la buona ragione ch'erano già sul posto. Intanto si staccava dalle mensole, e con uno svolazzio leggero scendeva sul sagrato, una folla di santi, santoni e santerelli, con barba e senza, uomini e donne, grandi e piccoli. Vittorio Emanuele II a cavallo galoppava in lungo e in largo intorno alla piazza con la sciabola sguainata divertendosi a mettere in fuga i lupi e i santerelli, seguito a passo di corsa da una doppia fila di piccoli bersaglieri scesi dal bassorilievo del basamento, e in atto di andare a un attacco alla baionetta. Nella lunga palandrana, veniva in fretta da via Orefici l'abate Parini, mentre, fiancheggiato da quattro valletti, Leonardo da Vinci in accappatoio e cuffia da bagno, traversava la Galleria, tra le scappellate dei tre o quattro perdigiorno presenti. Con un rumore zoppo di zoccoli sul selciato, arrivò al piccolo trotto stracco da via Mazzini il generale Missori sul suo cavalluccio a penzoloni. Intanto da Monforte arrivava San Francesco d'Assisi a braccia aperte. Dall'altissimo piedistallo, sempre a braccia aperte, aveva fatto un vol plané di trenta o quaranta metri. Roba da Santi. Da un'altra parte arrivava l'asso Baracca. S'udì avvicinarsi un coro di voci argentine: dal Monumentale arrivava dietro il Duomo una fila di vetture tranviarie piene zeppe d'Angeli che cantavano, di sconosciuti e di mezzi busti, i quali ultimi pagavano mezzo biglietto. Intanto, alla Stazione Centrale succedeva un parapiglia. Al comando iniziale, s'era visto un brulichio, un formicolio sulla facciata, sui fianchi e sul tetto, come se l'edifizio s'animasse tutto. C'era uno starnazzar d'ali, uno scrollarsi. In men che non si dica, vennero giù con fracasso certi strani e massicci cavalli alati, condotti per la cavezza da uomini nudi, o quasi. Roba da alzar l'idea. Fortuna che non c'erano vigili in giro. Scesero strani grifi e mostri, chimere, sfingi. Aquile come piovessero. Già s'allontanava verso il centro scodinzolando la lupa, seguita da Romolo e Remo. I due frugolini stentavano a tener dietro alla bestia, correndo a piedi nudi sull'asfalto rovente, nudi essi stessi come mamma li aveva fatti, e ridendo e giocando, ruzzando e facendo mille monellerie. In cima a una colonna dell'edifizio ferroviario, il toro che rappresentava Torino, scalpitava e sbuffava inferocito, non osando fare il gran salto. Qua e là per la città avvenivano altri episodi. In piazza Scala spuntarono gli Omenoni, col torcicollo per l'incomoda posizione in cui stavano da circa cent'anni. Nel cortile della Casa di riposo per i vecchi musicisti, Verdi s'alzò dalla poltrona di pietra, come si fosse seduto un momento prima. Non parliamo poi di Beccaria e di Manzoni: naturalissimi. Un certo contingente fu fornito anche dall'Arco del Sempione. Ma erano mezze figure, altorilievi. Il Napoleone nudo di Brera arrivava disinvolto, pavoneggiandosi, seguito da Gabrio Piola, Pietro Verri, Luigi Cagnola, Tommaso Grossi e certi Ottavio Castiglione e Bonaventura Cavalieri; i quali tutti esterrefatti, dicevano all'uomo del destino: "Non si può girare in costume adamitico". "Nel mio vocabolario" ribatté il fatal còrso, senza voltarsi "non esiste la parola impossibile."
Il pittore Hayez, con la papalina in testa e la tavolozza in mano, s'unì alla brigatella e per prima cosa buttò via la tavolozza. "Sono cent'anni che volevo liberarmene!" esclamò. "Mi hanno fatto il monumento con la tavolozza in mano. Credendo di farmi piacere. Come se non avessi abbastanza tenuto in pugno, nella vita, questo strumento di tortura." Per avere notizie circa il grande movimento che si sapeva essersi manifestato contemporaneamente in tutto il mondo, si cercò il monumento di un giornalista. Allora le statue fecero una curiosa scoperta: fra i monumenti non ce n'era nessuno di giornalista. Nessun giornalista era stato mai ritenuto degno d'un monumento. Fu giocoforza ascoltare la radio. Le notizie cominciavano ad arrivare, e venivano diffuse di momento in momento: a Firenze s'erano mossi il Biancone, Ercole e Caco, il Perseo, Proserpina in combutta coi suoi rapitori, Savonarola, il Porcellino. A Bologna, il Nettuno s'era messo alla testa d'una sollevazione. A Roma, i primi a scendere in piazza erano stati Mosè, le sfingi, le tartarughe. Il piedone di via Piè di Marmo s'avanzava da solo come un'immensa sogliola verso il Collegio Romano, per accodarsi al corteo diretto in Piazza Venezia e del quale facevano parte Madama Lucrezia, Pasquino, Marforio, il Tritone, i tritoncelli, le Naiadi e le Sirene di Piazza Esedra, che ebbero un successo strepitoso, Vittorio Emanuele II, grossissimo e dorato, il bersagliere di Porta Pia, il ferroviere, Goethe, Toti, alcuni imperatori romani. Chiudeva il corteo il muletto di Villa Borghese con le salmerie. Gioacchino Belli scese tra il popolino di Trastevere e cominciò a molestare le ragazze con la punta del bastone, rispondendo a tono ai loro insulti. Sull'Appia Antica si videro avviarsi intere famiglie avvolte nei sudari, scese dai monumenti sepolcrali.
A Recanati, il gobbino Leopardi s'avviò tutto fiero: "Sono l'unico monumento del mondo che abbia la gobba" ripeteva.
Un senso di panico si diffuse quando si seppe che dal colle di Arona stava scendendo a passi di gigante il San Carlone alto cento metri. A Venezia, i cavalli di San Marco, Tommaseo, Manin col leone, Paleocapa, tutti con un piccione sulla testa. A Torino, gente a cavallo da tutte le parti, con le spade sguainate. Giungevano dispacci dall'estero. A Parigi, poco. I monumenti in bronzo erano stati portati via durante la guerra. C'erano la Repubblica, De Musset. Nel foyer del Théâtre Français c'era un po' di confusione. Quel seccatore di Voltaire pretendeva assumere il comando. Napoleone in cima alla colonna Vendôme aspettava che lo facessero scendere. A Londra, l'Eros di Piccadilly scese nella piazza eseguendo sulle punte la Danza delle Ore. Nelson in cima alla colonna altissima, impossibilitato a scendere da quell'altezza, strillava: "Tiratemi giù!". A New York, la statua della Libertà s'imbarcò subito per l'Europa, ma a mezza strada ci ripensò e tornò indietro.
Ritornando a Milano, s'incontrava un signore che girava spaesato tenendo in mano l'epigrafe del proprio monumento: "A Agostino Bertani gli Italiani riconoscenti" e mormorando: "Ma chi ero?". La piccola sfinge o chimera di pietra che sta dalla parte interna della stazione di Milano e si vede solo dal treno, fra le locomotive e gli scambi. Come deve soffrire in quell'ambiente! Scese anche lei e andò al raduno. Mancava il Sant'Antonio della fontana di piazza Sant'Angelo.
"O dov'è andato?" si domandavano tutti. Con la sciabola trinciando l'aria, Vittorio Emanuele II galoppò a cercarlo in piazza Sant'Angelo. La statua era lì, nella consueta posizione. Come? Il Santo non era diventato vero? Sì, era diventato vero. Ma, appena diventato vero, invece di andarsene, era rimasto nella stessa identica posizione del monumento, a guardare incantato i pesci rossi nella fontana. E non si muoveva.
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amiralmawlirp · 2 years
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*Amir riceve una chiamata da Osman Coulibaly mentre era in pausa per un po' dal lavoro Jabot Cosmetics prima di ricominciare e ascoltò quello che disse che deve inviare qualcuno a Romolo e Remo per fare ritornare in vita Abdulaziz Bin Attash, fratello maggiore di Walid e Hassan, lui acconsentì di farlo perché anche lui come Ibrahim conosce personalmente i due gemelli e inviò uno dei suoi uomini specializzati in questo.
Una volta fatto questo, Romolo e Remo accolsero il messaggio e lo diedero al dio della morte Ade che accosentisce la richiesta, fece ritornare in vita Abdulaziz e diede a quest'ultimo l'ambrosia per l'intero corpo tranne per il tallone destro ma questo lo sapranno soltanto lui,Amir,Osman e Ibrahim che è un accordo stipulato da loro a patto che rimangono rispettosi verso di lui dopotutto Ade non fa differenza di riportare in vita qualcuno se è buono o un criminale, questo perché anche Ade stesso è una figura molto negativa che lo rende impopolare perché è il Dio della morte, dell'oro e litiga spesso con suo fratello minore Zeus ma è generoso abbastanza per consentire a volte le richieste dei mortali ma su Amir e Ibrahim ha poco da preoccuparsi perché entrambi lo rispettano e mantengono i patti ma allo stesso tempo Ade è un Dio scontroso e anche molto feroce verso i nemici che non esiterà a punirli per sempre come era successo a Sisifo e Tantalo condannati per l'eternità all'inferno.
Abdulaziz viene riportato in vita come mortale solo per il tallone destro e viene portato a Genoa city dove viene informato sugli attuali eventi così si tiene informato ma lui tuttavia desidera che i suoi fratelli minori vengono rilasciati sapendo bene che sono stati gravemente danneggiati fisicamente per diversi anni*
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*Ibrahim prende il telefono chiamando suo fratello Suleyman per avvisarlo che deve chiedere ai gemelli Romolo e Remo e Ade di riportare in vita il fratello minore di Walid,Hassan Bin Attash prima che Walid potrebbe decidere di fare esplodere la sua casa per vendetta e perché non ha fatto quello che gli aveva chiesto.
Suleyman ascolta suo fratello Ibrahim e dice che lo chiederà a Romolo,Remo e Ade quando riuscirà ad avere tempo.
La discussione si conclude e Ibrahim nel frattempo entra in paranoia avendo paura che Walid potrebbe fare esplodere la sua casa senza che  lui sospetta ed è preoccupato per sua moglie Zainab al-Khalidi quindi ritorna da lei*
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diana-lama-blog · 2 years
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I want to talk about Mars, a God i work with, He has an Interesting story and I love Him.
A little about :Mars best boy <3
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Mars and Venus, Fresco from Pompeii
According to mythology, Mars is the God of War, the Roman version of Ares, but before the era of syncretism, what was His role?
Surprise, Surprise, He was a God of agriculture that protect the field armed, one of his celebration was at the end of March along with other Gods of agriculture.
His sacrifice was the last of the holiday, and the name was suovetaurilia, there was sacrificed three animals : a pig, a calf and a lamb and was a sacrifice made for ask protection at him.
The Ovidio's version of the myth about His birth is personally my favorite, it narrate that Iuno was jealous that Jupiter had birth Minerva alone, so She asked Flora the goddess of Gardens for help, She tell Her about a flower that she had, that was able to make Her pregnant without a man.
Mars was the result of that flower touched the belly of the Queen of the pantheon, that made her pregnant.
He was the Father of Romans, because he was the dad of the two Founders of the city of Roma, Romolo e Remo, I found the myth of the foundation of the city very funny and similar to the Christian myth of Cain and Abel.
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Romolo and Remo, Grand Place of Bruxelles
Mars fell in love with a girl named Rea Silvia a Vestale Descendant of Enea, who give birth to this two children , but do to his work and the fact that she didn't respect the castite vote, she was killed and their children were abandoned.
A female wolf ( that is an animal sacred at Mars along with peaks) feed the child, Until a shepherd named Faustolo decided to adopt the infants.
When they grow up after they saved the Reign of their grandpa, he given the permission for them to Build a new city.
They asked the Gods where the city would be built and who would be the founder, they both wined, but they argued and Remo died killed by his brother.
My experience with Him.
Mars is an extremely good Guy caring about the pratictioner devoted to him, He is always ready to warn the pratictioner about a disaster, false friendships, or other negative things that can effect their life.
He has a big protective energy.
I personally associate him with :
Popular revolution and the punk subculture
Italy and modern Italian politics
Social Centers
Things He is conventionally associated with :
War
Agriculture
Thunder ( most in His archaic form)
The young people and their education
Masculinity
His favorite offering and things I offered to him:
Weapons ( for example I offered to him a bullet and a knife)
I think He like alcool with a preference for red wine.
I made for Him war water and I offered to him
I offered a lighter with a cute punk cat on it, and I use it for light only His Incenses or His candles
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lamilanomagazine · 4 days
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Roma, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini: la lettera di benvenuto del sindaco Gualtieri
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Roma, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini: la lettera di benvenuto del sindaco Gualtieri Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha inviato una lettera di benvenuto a tutti i bambini e le bambine che parteciperanno alla "Giornata Mondiale dei Bambini" programmata per sabato 25 allo Stadio Olimpico e per domenica 26 maggio in piazza San Pietro. Si tratta del primo grande evento di avvicinamento al Giubileo che Roma si sta preparando ad accogliere. Il primo cittadino ha voluto esprimere il proprio sostegno all'incontro voluto da Papa Francesco, "che ringrazio per la Sua sensibilità e vicinanza alla città, convinto come sono che ciascuno potrà portare a Roma un germoglio di speranza dal Paese da cui proviene, assieme al proprio sorriso, ai propri desideri e pensieri sul futuro". Dopo aver ricordato quanto il simbolo della Lupa che allatta i due piccoli Romolo e Remo rappresenti per Roma il "sincero gesto d'amore" alla base della sua storia, il Sindaco ha ricordato che "prendersi cura amorevolmente dell'infanzia è un dovere di tutti e una vocazione di questa nostra città, della quale troppo spesso noi adulti ci dimentichiamo". Sono per tutti necessari quello "sguardo limpido sul mondo" e quella "giusta richiesta di fratellanza e cura del creato" che accompagnano i bambini, la cui voce abbiamo il dovere di far sentire forte e in tutto il mondo. La lettera verrà pubblicata sul sito ufficiale www.giornatamondialedeibambini.org, dove sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 month
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Romolo e Remo, fondatori di Roma
I gemelli che diedero inizio a una storia durata secoli, nel cuore del Lazio antico… Secondo le Storie di Tito Livio fu Ascanio, figlio dell’eroe troiano Enea, a sua volta discendente di Venere e del mortale Anchise, e della figlia del re Latino, la giovane Lavinia, che fondò la città d’Alba Longa, sulla riva destra del Tevere. Continue reading Romolo e Remo, fondatori di Roma
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fuckthevar · 6 months
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Caino con Abele, Romolo con Remo, Giuda con Gesù e #Conte con la Juve: in quell'estate del 2014 iniziava a consumarsi uno dei peggiori tradimenti della storia e, per quanto mi riguarda, non esiste crepaccio, grotta o pianeta dove possa nascondersi quel parrucchino maleodorante
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stilouniverse · 6 months
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Giovanni Nucci "Roma. I miti e gli eroi", presentazione
Per giovani lettori dagli otto anni Roma è un tessuto di storie, e questo libro ce le racconta tutte: la fuga di Enea dalle rovine Troiane, Venere e Marte, il cuore spezzato della regina Didone, il coraggio di Rea Silvia e la spietatezza di Amulio, Vertumno, Flora e il dio Fauno, Romolo e Remo e il destino deciso dal volo degli avvoltoi. Un intreccio senza tempo che ci racconta chi eravamo e chi…
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jackofalllopes · 10 months
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Buonasera, giullare. Stai bene? Sento che forse sono tornato in un brutto momento. Forse un'altra lezione di storia aiuterà a calmare le acque. Ti ho raccontato la storia di Romolo e Remo, sì? Bene, un altro mito sulla fondazione di Roma è più o meno questo:
Un uomo di nome Enea fuggì dalla città in fiamme di Troia, sfuggendo all'esercito greco che saccheggiava la sua casa. Semidio, figlio di un re troiano e della dea Venere, navigò nel Mediterraneo con il padre e alcuni compagni fino a raggiungere l'Italia. Lì incontrò un re di nome Latino, con il quale stabilì un'alleanza. Enea poi sposò sua figlia, Lavinia. Questo unì i due gruppi, chiamandosi i Latini. La dea Giunone, scontenta della fortuna dei Troiani (poiché Troia aveva suscitato la sua ira: Parigi non l'ha scelta come la dea più bella, i discendenti di Enea distruggeranno la sua città preferita Cartagine e Giove ha sostituito sua figlia Ebe con il principe troiano Ganimede come suo coppiere), suscitò l'ira nel cuore di un sovrano vicino, Turno. Se Enea non fosse arrivato, Lavinia lo avrebbe probabilmente sposato. Con l'ingerenza di Giunone, raduna il suo popolo e inizia una guerra.
Enea riesce ad allearsi con altri due popoli, gli Arcadi ei Toscani. Dopo una feroce battaglia, c'è un breve armistizio, ma la pace non dura. Turno, istigato dalla divina sorella Giuturna (a sua volta istigata da Giunone), rompe la tregua. Mentre la guerra infuria, Enea sfida Turno a singolar tenzone e, mentre la forza di Turno viene meno, Enea sferra un colpo devastante. Turno implora per la sua vita, che Enea quasi gli concede; tuttavia, vede che Turno indossa la cintura del suo amico Pallade come trofeo e lo uccide in un impeto di rabbia. Così finisce l'Eneide, il poema epico che racconta la storia di Enea. Da lì, molti credono che i suoi discendenti abbiano governato le terre, portando infine alla creazione di Roma.
Certo, bisogna prendere questo racconto con una particolare dose di scetticismo: è stato scritto da Virgilio, un poeta romano, in un momento di grande fermento e cambiamento politico e sociale. La Repubblica Romana era appena caduta e, di conseguenza, molti romani avevano perso la fiducia nella "grandezza di Roma". Tuttavia, sotto il nuovo imperatore Augusto Cesare, iniziò un'era di prosperità e pace. Potresti conoscere questa volta come Pax Romana o Pax Augusta, un'età dell'oro di circa 200 anni di relativa pace ed espansione dell'Impero. L'Enide ha contribuito a legittimare il governo di Giulio Cesare (e quindi il suo figlio adottivo Augusto), dandogli un collegamento con i grandi eroi della Grecia facendo del figlio di Enea un antenato di Giulio Cesare. Enea funge anche da inserto o parallelo ad Augusto, un uomo dedito al suo paese e alle persone piuttosto che al guadagno personale. Sebbene sia una leggenda affascinante, è saggio ricordare che probabilmente doveva essere una sorta di propaganda e potrebbe avere poche basi storiche autentiche. Alcuni credono addirittura che sia stato commissionato da Augusto, che l'autore Virgilio conosceva, si dice che abbia letto alcuni capitoli del poema all'imperatore e alla sua famiglia. Tuttavia, ciò non toglie il suo valore come storia, soprattutto considerando la sua visione della cultura e delle credenze al momento in cui è stata scritta. Ti incoraggio a fare ricerche su questo e trarre le tue conclusioni, ovviamente, ma sono sempre disposto a condividere ciò che so. Pax tibi, giullare -🇮🇹
Good evening, Jester. Are you well? I sense I have maybe returned at a bad time. Perhaps another history lesson will help calm things down. I've told you the story of Romulus and Remus, yes? Well, another myth about Rome's founding goes something like this:
A man named Aeneas fled from the burning city of Troy, escaping the Greek army as it pillaged his home. A demigod, son of a trojan royal and the goddess Venus, he sailed the Mediterranean with his father and some companions until he reached Italy. There he met a king named Latinus, with whom he established an alliance. Aeneas then married his daughter, Lavinia. This joined the two groups, calling themselves the Latini. The goddess Juno, displeased with the Trojans' good fortune (for Troy had evoked her wrath: Paris did not choose her as the fairest goddess, Aeneas' descendants will destroy her favorite city Carthage, and Jupiter replaced her daughter Hebe with the trojan prince Ganymede as his cupbearer), stirred up anger in the heart of a nearby ruler, Turnus. Had Aeneas not arrived, Lavinia would have likely married him. With Juno's meddling, he rallies his people, and a war begins to brew.
Aeneas is able to ally with two other peoples, the Arcadians and the Tuscans. After a fierce battle, there is a brief armistice, but the peace does not last. Turnus, egged on by his divine sister Juturna (who in turn was egged on by Juno), breaks the truce. As the war rages on, Aeneas challenges Turnus to single combat- and as Turnus' strength fails him, Aeneas lands a devastating blow. Turnus begs for his life, which Aeneas nearly grants him; however, he sees that Turnus is wearing his friend Pallas' belt as a trophy, and kills him in a fit of rage. Thus ends the Aenid, the epic poem which recounts Aeneas' tale. From there, many believe that his descendants ruled the lands, eventually leading to the creation of Rome.
Of course, one must take this tale with a particular dose of skepticism- it was written by Virgil, a roman poet, in a time of great political and social turmoil and change. The Roman Republic had just fallen, and many romans had lost faith in the "greatness of Rome" as a result. However, under the new emperor Augustus Caesar, an era of prosperity and peace was beginning. You might know this time as Pax Romana or Pax Augusta- a roughly 200 years long golden age of relative peace and expansion of the Empire. The Aenid helped legitimize the rule of Julius Caesar (and therefore his adopted son Augustus), giving it a link to the great heroes of Greece by making Aeneas' son an ancestor of Julius Caesar. Aeneas also acts as an insert or parallel to Augustus, a man dedicated to his country and it's people rather than personal gain. While a fascinating legend, it's wise to remember that it was likely meant to be propaganda of sorts, and may have little genuine historical basis. Some even believe it was commissioned by Augustus, whom the author Virgil knew- it is said he read some chapters of the poem to the emperor and his family. Still, that does not remove it's value as a story, especially considering it's insight to the culture and beliefs at the time it was written. I encourage you to research this and make your own conclusions of course, but I'm always willing to share what I know. Pax tibi, Jester -🇮🇹
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*Ibrahim riceve una chiamata da Walid Bin Attash che è ancora in Arabia Saudita nel centro riabilitativo saudita Mohammed Bin Naif counseling and care center che gli chiede che vuole suo fratello minore Hassan ritornare in vita quando possibile perché lo sanno entrambi che era morto d'infarto all'improvviso altrimenti farà esplodere la sua casa se rifiuta di farlo, Ibrahim intimorito dalle minacce di Walid perché lo conosce personalmente che è un tipo violento gli risponde che lo chiederà ai gemelli Romolo e Remo di farlo quando sarà possibile, Walid rimane soddisfatto e la chiamata si conclude.
Ibrahim per quest'oggi incontra la leadership di Naqshbandi Order of Men che ha chiesto se ha qualcuno di abbastanza forte per la futura leadership del partito Ba'ath arabo Iracheno ma Ibrahim dice che non ha nessuno di quella categoria e suggerisce di entrare in contatto con suo cugino Malik al-Badri che oltre assomigliare fisicamente al defunto Uday Hussein specifica anche che Malik è un ex soldato, è un sopravvissuto delle torture ed è in grado di estrarre informazioni dai nemici quando messi sotto tortura a sangue.
La leadership Naqshbandi Order of Men accetta la proposta perché infatti stavano cercando individui di questo genere anche perché lo stesso presidente islamista sciita Hussein Mounes non è molto diverso da loro quando si tratta di torture, Ibrahim dà la locazione di suo cugino Malik al-Badri e alla fine la discussione si conclude*
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Pietro da Cortona
ritrovamento di romolo e remo
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