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#monumenti
ilblogdellestorie · 9 months
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805 anni portati benissimo
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La Città Dei Tre.
Bellinzona, Svizzera » 19.08.2022 » ALGIERS - 73%
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valentina-lauricella · 8 months
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Ferragosto, di Achille Campanile (1953)
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(Giorgio de Chirico, L'enigma di una giornata, 1914)
Nell'aria immobile della città rimasta quasi vuota per il Ferragosto, tuonò il comando: "Tutto quello che è finto, diventi vero! Beninteso, quanto a statuaria". Immediatamente, dalla base del monumento a Cavour si alzò il leone di bronzo, diventò all'improvviso di carne e d'ossa e, dopo essersi stiracchiato e aver fatto uno sbadiglio accompagnato da un quasi impercettibile guaito, con un balzo leggero fu a terra e si voltò ad aspettare che Cavour lo raggiungesse. Cavour intanto, un po' impacciato dalla redingotta, cercava a fatica di venir giù dall'alto basamento, badando dove metteva i piedi e borbottando: "Piano, figliolo, io non sono un leone come te, e poi sto molto più in alto; avrebbero fatto meglio a metter te qua in cima e me laggiù". L'Italia, la formosa matrona in costume succinto, che sedeva sul basamento, l'aiutò a metter piede a terra e dié una spolveratina e una rassettatina alla redingotta dello statista, che nella discesa s'era un po' gualcita; poi la brigatella s'avviò verso il centro, Cavour con gli occhiali, il leone scodinzolante, la matrona solenne. Qualche raro passante già fissava la donna prosperosa, incerto se mettersi dietro. "Piano," diceva Cavour" venite dietro me. Cerchiamo di non perderci. Ormai la mia famiglia siete voi."
Il punto di ritrovo dei monumenti cittadini era stato fissato, naturalmente, in Piazza Duomo. Dove già scorrazzava e ruzzava una moltitudine di lupi e lupacchiotti latranti, cani e strane bestie, che fino a un momento prima servivano a sostenere i pluviali del Duomo. Erano stati i primi ad arrivare, per la buona ragione ch'erano già sul posto. Intanto si staccava dalle mensole, e con uno svolazzio leggero scendeva sul sagrato, una folla di santi, santoni e santerelli, con barba e senza, uomini e donne, grandi e piccoli. Vittorio Emanuele II a cavallo galoppava in lungo e in largo intorno alla piazza con la sciabola sguainata divertendosi a mettere in fuga i lupi e i santerelli, seguito a passo di corsa da una doppia fila di piccoli bersaglieri scesi dal bassorilievo del basamento, e in atto di andare a un attacco alla baionetta. Nella lunga palandrana, veniva in fretta da via Orefici l'abate Parini, mentre, fiancheggiato da quattro valletti, Leonardo da Vinci in accappatoio e cuffia da bagno, traversava la Galleria, tra le scappellate dei tre o quattro perdigiorno presenti. Con un rumore zoppo di zoccoli sul selciato, arrivò al piccolo trotto stracco da via Mazzini il generale Missori sul suo cavalluccio a penzoloni. Intanto da Monforte arrivava San Francesco d'Assisi a braccia aperte. Dall'altissimo piedistallo, sempre a braccia aperte, aveva fatto un vol plané di trenta o quaranta metri. Roba da Santi. Da un'altra parte arrivava l'asso Baracca. S'udì avvicinarsi un coro di voci argentine: dal Monumentale arrivava dietro il Duomo una fila di vetture tranviarie piene zeppe d'Angeli che cantavano, di sconosciuti e di mezzi busti, i quali ultimi pagavano mezzo biglietto. Intanto, alla Stazione Centrale succedeva un parapiglia. Al comando iniziale, s'era visto un brulichio, un formicolio sulla facciata, sui fianchi e sul tetto, come se l'edifizio s'animasse tutto. C'era uno starnazzar d'ali, uno scrollarsi. In men che non si dica, vennero giù con fracasso certi strani e massicci cavalli alati, condotti per la cavezza da uomini nudi, o quasi. Roba da alzar l'idea. Fortuna che non c'erano vigili in giro. Scesero strani grifi e mostri, chimere, sfingi. Aquile come piovessero. Già s'allontanava verso il centro scodinzolando la lupa, seguita da Romolo e Remo. I due frugolini stentavano a tener dietro alla bestia, correndo a piedi nudi sull'asfalto rovente, nudi essi stessi come mamma li aveva fatti, e ridendo e giocando, ruzzando e facendo mille monellerie. In cima a una colonna dell'edifizio ferroviario, il toro che rappresentava Torino, scalpitava e sbuffava inferocito, non osando fare il gran salto. Qua e là per la città avvenivano altri episodi. In piazza Scala spuntarono gli Omenoni, col torcicollo per l'incomoda posizione in cui stavano da circa cent'anni. Nel cortile della Casa di riposo per i vecchi musicisti, Verdi s'alzò dalla poltrona di pietra, come si fosse seduto un momento prima. Non parliamo poi di Beccaria e di Manzoni: naturalissimi. Un certo contingente fu fornito anche dall'Arco del Sempione. Ma erano mezze figure, altorilievi. Il Napoleone nudo di Brera arrivava disinvolto, pavoneggiandosi, seguito da Gabrio Piola, Pietro Verri, Luigi Cagnola, Tommaso Grossi e certi Ottavio Castiglione e Bonaventura Cavalieri; i quali tutti esterrefatti, dicevano all'uomo del destino: "Non si può girare in costume adamitico". "Nel mio vocabolario" ribatté il fatal còrso, senza voltarsi "non esiste la parola impossibile."
Il pittore Hayez, con la papalina in testa e la tavolozza in mano, s'unì alla brigatella e per prima cosa buttò via la tavolozza. "Sono cent'anni che volevo liberarmene!" esclamò. "Mi hanno fatto il monumento con la tavolozza in mano. Credendo di farmi piacere. Come se non avessi abbastanza tenuto in pugno, nella vita, questo strumento di tortura." Per avere notizie circa il grande movimento che si sapeva essersi manifestato contemporaneamente in tutto il mondo, si cercò il monumento di un giornalista. Allora le statue fecero una curiosa scoperta: fra i monumenti non ce n'era nessuno di giornalista. Nessun giornalista era stato mai ritenuto degno d'un monumento. Fu giocoforza ascoltare la radio. Le notizie cominciavano ad arrivare, e venivano diffuse di momento in momento: a Firenze s'erano mossi il Biancone, Ercole e Caco, il Perseo, Proserpina in combutta coi suoi rapitori, Savonarola, il Porcellino. A Bologna, il Nettuno s'era messo alla testa d'una sollevazione. A Roma, i primi a scendere in piazza erano stati Mosè, le sfingi, le tartarughe. Il piedone di via Piè di Marmo s'avanzava da solo come un'immensa sogliola verso il Collegio Romano, per accodarsi al corteo diretto in Piazza Venezia e del quale facevano parte Madama Lucrezia, Pasquino, Marforio, il Tritone, i tritoncelli, le Naiadi e le Sirene di Piazza Esedra, che ebbero un successo strepitoso, Vittorio Emanuele II, grossissimo e dorato, il bersagliere di Porta Pia, il ferroviere, Goethe, Toti, alcuni imperatori romani. Chiudeva il corteo il muletto di Villa Borghese con le salmerie. Gioacchino Belli scese tra il popolino di Trastevere e cominciò a molestare le ragazze con la punta del bastone, rispondendo a tono ai loro insulti. Sull'Appia Antica si videro avviarsi intere famiglie avvolte nei sudari, scese dai monumenti sepolcrali.
A Recanati, il gobbino Leopardi s'avviò tutto fiero: "Sono l'unico monumento del mondo che abbia la gobba" ripeteva.
Un senso di panico si diffuse quando si seppe che dal colle di Arona stava scendendo a passi di gigante il San Carlone alto cento metri. A Venezia, i cavalli di San Marco, Tommaseo, Manin col leone, Paleocapa, tutti con un piccione sulla testa. A Torino, gente a cavallo da tutte le parti, con le spade sguainate. Giungevano dispacci dall'estero. A Parigi, poco. I monumenti in bronzo erano stati portati via durante la guerra. C'erano la Repubblica, De Musset. Nel foyer del Théâtre Français c'era un po' di confusione. Quel seccatore di Voltaire pretendeva assumere il comando. Napoleone in cima alla colonna Vendôme aspettava che lo facessero scendere. A Londra, l'Eros di Piccadilly scese nella piazza eseguendo sulle punte la Danza delle Ore. Nelson in cima alla colonna altissima, impossibilitato a scendere da quell'altezza, strillava: "Tiratemi giù!". A New York, la statua della Libertà s'imbarcò subito per l'Europa, ma a mezza strada ci ripensò e tornò indietro.
Ritornando a Milano, s'incontrava un signore che girava spaesato tenendo in mano l'epigrafe del proprio monumento: "A Agostino Bertani gli Italiani riconoscenti" e mormorando: "Ma chi ero?". La piccola sfinge o chimera di pietra che sta dalla parte interna della stazione di Milano e si vede solo dal treno, fra le locomotive e gli scambi. Come deve soffrire in quell'ambiente! Scese anche lei e andò al raduno. Mancava il Sant'Antonio della fontana di piazza Sant'Angelo.
"O dov'è andato?" si domandavano tutti. Con la sciabola trinciando l'aria, Vittorio Emanuele II galoppò a cercarlo in piazza Sant'Angelo. La statua era lì, nella consueta posizione. Come? Il Santo non era diventato vero? Sì, era diventato vero. Ma, appena diventato vero, invece di andarsene, era rimasto nella stessa identica posizione del monumento, a guardare incantato i pesci rossi nella fontana. E non si muoveva.
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Vasto📍
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lineagiallaroma · 6 months
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L TEMPIETTO DI BRAMANTE IN SAN PIETRO IN MONTORIO
Considerato tra i simboli più eminenti dell'arte rinascimentale, il tempietto del #Bramante , ubicato in San Pietro in Montorio, venne commissionato dalla regina Isabella di Spagna come ex voto. La data di progettazione dell'opera oscilla tra il 1502 ed il 1510. Sicuramente essa ebbe molto successo tanto da essere lodata, nel tempo, da grandi architetti come Palladio e Serlio oltre che dal Vasari. Il tempietto doveva ricordare e celebrare il martirio di Pietro il quale, secondo alcune tradizioni di origine medievale, non si sarebbe svolto sul Monte Vaticano ma sul Mons Aurum (Montorio, toponimo tardo antico/medievale che indica il Gianicolo e, di conseguenza, la chiesa dedicata appunto a Pietro).
La costruzione sovrasta una cripta circolare, probabilmente resto di un edificio preesistente, il cui centro indica il luogo dove sarebbe stata piantata la croce del martirio.All'epoca di Bramante la cripta era probabilmente ritenuta parte del Tropeion Petri, un piccolo monumento con cui la tradizione indicava il luogo del martirio di San Pietro.
Il tempietto avrebbe dovuto rappresentare il fulcro di un cortile circolare poi non realizzato (l'attuale è di forma quadrangolare), così da evidenziare la perfetta simmetria dell'impianto.
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victorianrob · 9 months
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Panorami
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Mare panorama
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alfierirossana · 2 years
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Toscana Pisa - Lucca  Maggio 2022 
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bigarella · 26 days
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Perduti l'affresco del Battaglini e la tela dell'altare maggiore
Rimini: Tempio Malatestiano. Fonte: Wikipedia Nel 1946, l’Associazione Nazionale per il Restauro dei Monumenti danneggiati dalla Guerra richiese ai soprintendenti di tutta Italia di inviare fotografie, plastici e resoconti in grado di raccontare le distruzioni afflitte al patrimonio italiano. Questo materiale sarebbe confluito in una mostra che si sarebbe tenuta a fine maggio presso il…
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adrianomaini · 26 days
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Perduti l'affresco del Battaglini e la tela dell'altare maggiore
Rimini: Tempio Malatestiano. Fonte: Wikipedia Nel 1946, l’Associazione Nazionale per il Restauro dei Monumenti danneggiati dalla Guerra richiese ai soprintendenti di tutta Italia di inviare fotografie, plastici e resoconti in grado di raccontare le distruzioni afflitte al patrimonio italiano. Questo materiale sarebbe confluito in una mostra che si sarebbe tenuta a fine maggio presso il…
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bagnabraghe · 26 days
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Perduti l'affresco del Battaglini e la tela dell'altare maggiore
Rimini: Tempio Malatestiano. Fonte: Wikipedia Nel 1946, l’Associazione Nazionale per il Restauro dei Monumenti danneggiati dalla Guerra richiese ai soprintendenti di tutta Italia di inviare fotografie, plastici e resoconti in grado di raccontare le distruzioni afflitte al patrimonio italiano. Questo materiale sarebbe confluito in una mostra che si sarebbe tenuta a fine maggio presso il…
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collasgarba · 26 days
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Perduti l'affresco del Battaglini e la tela dell'altare maggiore
Rimini: Tempio Malatestiano. Fonte: Wikipedia Nel 1946, l’Associazione Nazionale per il Restauro dei Monumenti danneggiati dalla Guerra richiese ai soprintendenti di tutta Italia di inviare fotografie, plastici e resoconti in grado di raccontare le distruzioni afflitte al patrimonio italiano. Questo materiale sarebbe confluito in una mostra che si sarebbe tenuta a fine maggio presso il…
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Tante Piccole Storie.
Modica, Ragusa, Italia » 30 Dicembre 2022 » CAKE - FRANK SINATRA
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Terminati i lavori strutturali del "Percorso di visita della Torre Civica" Sono terminati i lavori strutturali del “Percorso di visita della Torre Civica affaccio panoramico sulle terre del Perugino-Por Fesr 2014-2020” a Citt...
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Lego zone
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italianiaberlino · 5 months
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La Porta di Brandeburgo: simbolo di Berlino e della Germania
La Porta di Brandeburgo, situata nel cuore di Berlino, è uno dei simboli più emblematici della Germania e rappresenta una testimonianza tangibile della storia travagliata e della rinascita della città. Essa si trova sul lato occidentale del Pariser Platz, nel quartiere di Mitte, e si affaccia sulla Straße des 17. Juni ad ovest e sulla Unter den Linden ad est. La porta è alta 26 metri e larga 65…
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romarestyle · 5 months
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I Magnifici Monumenti di Roma: Un Viaggio attraverso la Storia e la Bellezza
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Roma, la “Città Eterna,” è un tesoro di monumenti che raccontano secoli di storia, arte e cultura. In questo articolo, esploreremo alcuni dei luoghi più iconici che rendono Roma unica nel suo genere. Il Colosseo: Icona senza tempo, il Colosseo è un anfiteatro imponente che racconta dei gladiatori e degli spettacoli dell’antica Roma. Le sue rovine sono un’eloquente testimonianza dell’ingegneria…
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