Dalla bolla FB di Ivano Porpora
"Mi piacerebbe avere una piccola sezione dei 20, 25 libri più rappresentativi dei migliori autori in Italia; e credo che interessi anche i miei allievi, e chi mi segue.
Qui sotto la lista dei libri. Parte l'elezione de L'ALTRO LIVELLO. Potete votarne solo dieci. Se ne votate undici, cancello il vostro commento, perché state portando rumore. Il libro può anche non essere quello: ripeto, per me Nove ha raggiunto l'apice con La vita oscena.
Aldo Nove - Milano non è Milano, 2010
Alessandra Carnaroli - La furia, 2023
Alessandra Sarchi - L’amore normale, 2014
Alessandro Baricco - Mr Gwyn, 2011
Alessandro Piperno - Con le peggiori intenzioni, 2005
Alessio Forgione - Napoli mon amour, 2018
Alessio Mosca - Chiromantica Medica, 2022
Alfredo Palomba, Quando le belve arriveranno, 2022
Andrea Bajani - Un bene al mondo, 2016
Andrea Canobbio -
Andrea Donaera - Io sono la bestia, 2019
Andrea Pomella - L'uomo che trema, 2018
Andrea Tarabbia - La calligrafia come arte delle guerra, 2010
Andrej Longo - L'altra madre, 2016
Antonella Cilento, Lisario o il piacere infinito delle donne, 2014
Antonella Lattanzi - Questo giorno che incombe, 2021
Antonio Manzini - 7/72007, 2016
Antonio Moresco - La lucina, 2013
Aurelio Picca - Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, 2020
Benedetta Palmieri - Emersione, 2021
Carola Susani - Eravamo bambini abbastanza, 2012
Claudia Durastanti - La straniera, 2019
Claudia Petrucci - L'esercizio, 2020
Claudio Morandini - Neve, cane, piede, 2015
Claudio Piersanti - Quel maledetto Vronskij, 2021
Daniela Ranieri - Stradario Aggiornato di tutti i miei baci, 2021
Daniele Del Giudice - Orizzonte mobile, 2009
Daniele Mencarelli - Tutto chiede salvezza, 2022
Daniele Petruccioli - La casa delle madri, 2020
Dario Voltolini - Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia, 2006
Davide Orecchio - Storia aperta, 2021
Demetrio Paolin - Conforme alla gloria, 2016
Domenico Starnone - Vita mortale e immortale della bambina di Milano, 2021
Donatella Di Pietrantonio - L’arminuta, 2017
Edgardo Franzosini - Questa vita tuttavia mi pesa molto, 2015
Edoardo Albinati - La scuola cattolica, 2016
Edoardo Zambelli - Storia di due donne e di uno specchio, 2018
Elena Ferrante -
Emanuela Canepa - Insegnami la tempesta, 2020
Emanuela Cocco - Tu che eri ogni ragazza, 2018
Emanuele Tonon - La luce prima, 2011
Emanuele Trevi - Due vite, 2020
Emidio Clementi - L’amante imperfetto, 2017
Emiliano Ereddia - Le mosche, 2021
Eraldo Baldini - L’uomo nero e la bicicletta blu, 2011
Ernesto Aloia - I compagni del fuoco, 2007
Ezio Sinigaglia - Eclissi, 2016
Fabio Bacà - Nova, 2021
Fabio Bartolomei - We are family, 2013
Fabio Geda - Nel mare ci sono i coccodrilli, 2010
Fabio Genovesi - Esche vive, 2011
Fabio Stassi - L'ultimo ballo di Charlot, 2012
Fabrizio Patriarca - Tokyo transit, 2016
Federico Platania - Il Dio che fa la mia vendetta, 2013
Filippo Nicosia - Come un animale, 2010
Filippo Tuena - Ultimo parallelo, 2007
Francesca Genti - Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza, 2018
Francesca Manfredi - L’impero della polvere, 2019
Francesca Marzia Esposito - Corpi di ballo, 2019
Francesca Mattei - Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, 2019
Francesco Dimitri - Pan, 2008
Francesco Maino - Cartongesso, 2014
Francesco Pacifico - Class, 2014
Francesco Pecoraro - La vita in tempo di pace, 2014
Francesco Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie, 2012
Franco Stelzer - Il nostro primo solenne stranissimo Natale senza di lei, 2003
Fulvio Abbate - Roma vista controvento, 2015
Giacomo Sartori - Anatomia della battaglia, 2005
Gian Marco Griffi - Ferrovie del Messico, 2022
Gianluca Morozzi - Blackout, 2004
Gilda Policastro - La parte di Malvasia, 2020
Giordano Meacci - Il cinghiale che uccise Liberty Valance, 2016
Giordano Tedoldi - Tabù, 2017
Giorgia Tribuiani - Blu, 2018
Giorgio Falco - La gemella H, 2014
Giorgio Fontana - Il mago di Riga, 2022
Giorgio Vasta - Il tempo materiale, 2008
Giovanni Dozzini - Qui dovevo stare, 2021
Giulio Mozzi - Le ripetizioni, 2021
Giuseppe Genna - Dies irae, 2006
Greta Pavan - Quasi niente sbagliato, 2023
Helena Janeczek - La ragazza con la Leica, 2017
Ilaria Palomba - Vuoto, 2022
Laura Pariani -La valle delle donne lupo, 2011
Laura Pugno - Sirene, 2007
Letizia Muratori - Casa madre, 2008
Licia Giaquinto - La briganta e lo straniero, 2014
Lorenza Pieri - Il giardino dei mostri, 2019
Lorenzo Mercatanti - Il babbo avrebbe voluto dire ti amo ma lo zio ne faceva anche a meno, 2014
Luca Ricci - Gli autunnali, 2018
Luigi Romolo Carrino - Non è di maggio, 2021
Maddalena Fingerle - Lingua Madre, 2021
Marcello Fois - Nel tempo di mezzo, 2012
Marco Balzano - Resto qui, 2015
Marco Drago - Innamorato, 2023
Marco Mancassola - Last love parade, 2005
Marco Missiroli - Atti osceni in luogo privato, 2015
Marco Peano - L'invenzione della madre, 2015
María Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata, 2023
Maria Rosa Cutrufelli - Il giudice delle donne, 2016
Marino Magliani - Peninsulario, 2022
Mario Desiati - Spatriati, 2022
Marta Cai - Enti di ragione, 2019
Massimiliano Santarossa - Pane e Ferro, 2019
Matteo Cavezzali - Nero d'inferno, 2018
Matteo Galiazzo - Cargo, ne 2013
Matteo Melchiorre -Requiem per un albero, 2004
Mauro Covacich - La sposa, 2016
Michele Mari - Leggenda privata, 2017
Michele Orti Manara - Il vizio di smettere, 2018
Michele Vaccari - Un marito, 2018
Niccolò Ammaniti - Io non ho paura, 2001
Nicola Lagioia - La città dei vivi, 2020
Orso Tosco - Aspettando i naufraghi, 2018
Paola Barbato - Zoo, 2019
Paolo Cognetti - Sofia si veste sempre di nero, 2012
Paolo Colagrande - Salvarsi a vanvera, 2022
Paolo Giordano -
Paolo Nori - Vi avverto che vivo per l’ultima volta, 2023
Paolo Zanotti - Bambini bonsai, 2010
Paolo Zardi - Il giorno che diventammo umani, 2013
Piera Ventre - Gli spettri della sera, 2023
Piersandro Pallavicini - Atomico Dandy, 2005
Raul Montanari - Il buio divora la strada, 2002
Remo Rapino - Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, 2019
Romolo Bugaro - Non c'è stata nessuna battaglia, 2019
Rosa Matteucci - Costellazione familiare, 2016
Rosella Postorino - Le assaggiatrici, 2018
Rossana Campo - Dove troverete un altro padre come il mio, 2015
Sacha Naspini - I cariolanti, 2020
Sandro Campani - I passi nel bosco, 2020
Sandro Veronesi - Caos Calmo, 2005
Sara Gamberini - Maestoso è l’abbandono, 2018
Sebastiano Vassalli - Le due chiese, 2010
Sergio Claudio Perroni - Entro a volte nel tuo sonno, 2018
Silvia Ballestra - La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, 2022
Silvia Bottani - Il giorno mangia la notte, 2020
Simona Baldanzi - Figlia di una vestaglia blu, 2006
Simona Baldelli - Vicolo dell'Immaginario, 2018
Simona Vinci - La prima verità, 2016
Tiziano Scarpa - Cose fondamentali, 2010
Tommaso Pincio - Panorama, 2015
Tullio Avoledo -
Ugo Cornia - Quasi amore, 2001
Valentina Durante - Enne, 2020
Valentina Maini - La mischia, 2020
Valeria Corciolani - La regina dei colori, 2023
Valeria Parrella - Lo spazio bianco, 2008
Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto, 2004
Vanni Santoni - Gli interessi in comune, 2008
Veronica Galletta - Nina sull’argine, 2021
Veronica Tomassini - L’altro addio, 2017
Vincenzo Pardini - Il valico dei briganti, 2023
Viola Di Grado - Fame blu, 2022
Vitaliano Trevisan - Works, 2016
Walter Pozzi - Carte scoperte, 2015
Walter Siti - Troppi paradisi, 2006
Wu Ming - 54, 2002"
Poi è partita una lotta nel fango di scrittori che gridano e si tirano i capelli e dicono meglio quello meglio quell' altro e poi io, ci devo essere io. Ed i miei amici x e y..."
E lui alla fine ha tolto il post.
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FESTIVAL LETTERARIO di VENTOTENE
Scrittrici e scrittori al confino
22-25 giugno 2021 11^ EDIZIONE
Si è svolto dal 22 al 25 giugno l’undicesima edizione del Festival Letterario di Ventotene Gita al faro (il cui titolo trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf), diretto da Loredana Lipperini, ideato e organizzato da Francesca Mancini, Laura Pesino e Vania Ribeca, promosso dall’ Associazione per Santo Stefano in Ventotene Onlus, in collaborazione con la Libreria Ultima Spiaggia, con il patrocinio del Comune di Ventotene. Partner del festival Intesa Sanpaolo.
6 gli ospiti di questa edizione: Edoardo Albinati (Rizzoli), Gianrico Carofiglio (Einaudi), Francesca d’Aloja (Baldini+Castoldi), Vincenzo Latronico (Giunti), Chiara Tagliaferri (Mondadori), William Wall (Nutrimenti)
Durante la loro permanenza le scrittrici e gli scrittori hanno avuto la possibilità di scoprire l’isola ed in particolar modo il carcere borbonico di Santo Stefano, con Salvatore Sciamo di Colella e 24 giugno 2022, Ventotene, Gita al Faro Lo storico Anthony Santilli durante la visita organizzata per far scoprire agli scrittori e alle scrittrici la storia dell’isola di Ventotene
Lo storico Anthony Santilli foto di Paola Libralato
l'apertura della serata e la chiusura del festival una magica serata nel giardino del comune di Ventotene con il furore del faro la direttrice della manifestazione Loredana Lipperini accompagnata dal pianista compositore Matteo Rossi invita sul palco scenico la commissaria straordinaria di recupero dell’ex Carcere borbonico di Santo Stefano di Ventotene Silvia Costa.
“C’è, arrivando, in un’isola, qualunque siano i motivi che sull’isola ci portano, una sensazione di separatezza. A volte la separazione è voluta e liberatoria, altre, come la storia di Ventotene insegna, è dolorosa e forzata. In dieci anni di Gita al Faro, non è mai avvenuto. Gita al faro non è un festival come gli altri. Quando, dieci anni fa, Lidia Ravera ebbe l'idea di chiamare a raccolta otto scrittori a Ventotene, si capì subito che Gita al faro non avrebbe proposto semplicemente presentazioni di libri e conversazioni con i villeggianti. A Gita al Faro c'è soprattutto l'idea del dono. Un dono che l'isola fa a chi scrive, restituendogli la solitudine e la bellezza di sette giorni in cui si è chiamati soltanto a osservare, respirare, e restituire. Un dono che gli scrittori fanno all'isola, nel racconto finale che viene letto con il faro alle spalle. Un dono che viene dalla lunga storia di Ventotene da dove nasce molta parte della storia dell’Italia e dell’Europa: e che riceviamo e proviamo a rilanciare, perché noi di Gita al Faro continuiamo a pensare che la letteratura abbia un ruolo non secondario, non trascurabile, non marginale come troppo spesso si ripete, non solo nell’osservazione e restituzione della realtà, ma nella costruzione di una realtà migliore.” Loredana Lipperini, direttrice artistica
Un focus particolare è dedicato al settecentesco carcere borbonico di Santo Stefano, per la cui salvaguardia l’Associazione per Santo Stefano in Ventotene Onlus, promotrice del festival, è impegnata da anni. Per la sua rilevanza storica e architettonica, il Governo
italiano ha avviato un importante progetto di recupero e valorizzazione del complesso carcerario coordinato dalla Commissaria straordinaria Silvia Costa, che parteciperà alla serata conclusiva del festival.
Nel corso della manifestazione sarà presentata l’antologia L’isola delle storie, che raccoglie gli oltre 60 racconti composti dagli autori ospitati nelle prime dieci edizioni del festival:
Barbara Alberti, Stefania Auci, Marco Baliani, Stefano Bartezzaghi, Daria Bignardi, Caterina Bonvicini, Laura Bosio, Gianfranco Calligarich, Giovanni Cocco, Mauro Covacich, Maurizio De Giovanni, Viola Di Grado, Marcello Fois, Ernesto Franco, Fabio Geda, Siegmund Ginzberg, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Antonella Lattanzi, Loredana Lipperini, Marco Lodoli, Giusi Marchetta, Michele Mari, Michela Marzano, Cristina Morales, Letizia Muratori, Michela Murgia, Matteo Nucci, Francesco Pacifico, Laura Pariani, Marco Peano, Francesco Pecoraro, Sandra Petrignani, Carmen Pellegrino, Romana Petri, Tommaso Pincio, Gilda Policastro, Rosella Postorino, Laura Pugno, Veronica Raimo, Elisabetta Rasy, Elisa Ruotolo, Evelina Santangelo, Igiaba Scego, Stefano Sgambati, Tiziano Scarpa, Walter Siti, Paola Soriga, Elena Stancanelli, Fabio Stassi, Carola Susani, Andrea Tarabbia, Nadia Terranova, Emanuele Trevi, Nadeesha Uyangoda, Mariolina Venezia, Sandro Veronesi, Fabio Viola, Simona Vinci, Wu Ming 1, Zerocalcare.
UFFICIO STAMPA
L’Associazione per Santo Stefano in Ventotene Onlus ha il fine di promuovere ogni utile iniziativa diretta al recupero e alla valorizzazione dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano, nella convinzione che un luogo simbolo della memoria collettiva italiana e del processo di formazione dell’identità nazionale debba essere sottratto al degrado seguito alla sua chiusura nel 1965, restituendolo al patrimonio storico-artistico italiano e destinandolo a sede di iniziative che ne consentano l’uso ed il godimento sia ai visitatori che a studiosi, ricercatori, artisti e studenti. A tale scopo l’Associazione si propone di svolgere un’azione di stimolo e proposta nei confronti delle istituzioni competenti e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica, collaborando con istituzioni italiane ed europee, enti pubblici e privati, università e centri di ricerca, fondazioni ed associazioni interessate ad operare per la salvaguardia dell’isola di Santo Stefano, dichiarata Monumento nazionale dal Presidente della Repubblica nel 2008. L’Associazione promuove inoltre attività culturali ed artistiche finalizzate alla valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale delle isole di Ventotene e Santo Stefano. Sito web https://www.associazionesantostefanoventotene.it
L’articolo di @elenarodicarotaru-blog @likarotarublogger
Instagram elenarodicarotarufficial_79
Facebook/Twitter Elena Rodica Rotaru
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“Anche se lo scrittore scrive la verità, la si considera una finzione. Questa circostanza renderà del tutto incredibili parecchie delle mie esperienze”. Friedrich Dürrenmatt in America
Certo, c’erano le opere a catalogo Adelphi, roba come La morte della Pizia, Il giudice e il suo boia e poi Giustizia, presa in traduzione di peso da Marcos y Marcos. Oltre a questi brividi da giallista arrivato dopo tutti i gialli, avevi le sue opere teatrali, monumentali & ingombranti, nascoste in un angolo della biblioteca di facoltà che andava bene per le cotte estive; finale comico e fatale, queste opere teatrali divennero un regalo di nozze. C’era, in definitiva, il mito di Friedrich Dürrenmatt, espresso da Sordi nel film ricavato da La panne. Se dopo tutto questo rimane spazio per lo stupore, tra le pagine scollate di un Garzanti anni Sessanta come Greco cerca Greca, vuol dire che Dürrenmatt ha ancora molto da dirci.
*
All’inizio mi parve ostico: moda da giuristi, da lettori dell’ultimo Sciascia. Poi pian piano ci si adatta a quel modo cervellotico di scansare le ipocrisie, a quel giro di frasi irto di abbellimenti consequenziali, come un Tacito obeso e ubriaco che non risparmia nulla.
*
In effetti, il dubbio viene leggendo i racconti di Dürrenmatt giovane, petardi di due pagine senza un fine, senza l’estro della parabola in dodicesimo. Guardate ad esempio l’attacco del racconto Notizie sullo stato dell’informazione nella civiltà della pietra: “Mi è ancora viva nella memoria quella buia notte di Capodanno dell’anno un milione avanti Cristo quando ebbe inizio il cenozoico. I miei presentimenti trovavano conferma. Vedevo già passare i primi mammut giganti, miserabili nani in confronto dei sauri, incapaci di mettere davvero a repentaglio l’umanità e di renderla in tal modo più forte. L’invenzione della posta non mi disorientò. L’invenzione dello scudo di pietra mi diede ragione, le speranze che avevamo riposto nella clava e nelle sassaiole si dissolsero, la guerra era ridiventata teoricamente possibile e ben presto fu rimessa in pratica. E la causa della guerra fu l’invenzione dello Stato, che avvenne nel medio terziario. La guerra non fu tuttavia la sola conseguenza di quella fatale e infelice invenzione, ad essa va ricondotta anche l’estinzione dei giornali. I quali giornali potevano vivere solo in quanto istituzioni internazionali al servizio di tutta l’umanità; lo Stato li degradò a fogli locali, per i cui minimi compiti risultarono troppo pesanti. Un giornale dopo l’altro cessò le pubblicazioni, e l’ultimo giornale dell’età della pietra, l’Organo per la creta e l’argilla, aveva già cessato d’esistere ai tempi del pliocene”. Kafka avrebbe gongolato davanti a questa roba giovanile di Dürrenmatt più che davanti al bordello milanese nominato Eden.
*
Il nostro ha avuto il fegato di scrivere anche lui sul minotauro nel Novecento. Sarò banale: tiriamo Dürrenmatt fuori dal suo labirinto. Insomma, tocca andare agli inediti in italiano. Ecco alcune riflessioni dal suo Sentenze dall’America del 1970. (Andrea Bianchi)
***
Friedrich Dürrenmatt, Sentenze dall’America
Dal mio punto di vista le Pantere Nere commettono un errore applicando la tattica della lotta di classe alla lotta tra razze. Certo un popolo può essere soggiogato costantemente dal terrore dell’incombente comunismo, ma nessun genere di terrore può trasformare un bianco in un nero: la radicalità delle Pantere Nere sta radicalizzando i bianchi. Si diffonde la sensazione che non vi sia soluzione possibile da entrambi i lati, ed entrambi i contendenti sono armati.
*
Introversi e pazienti, i discendenti dei Maya sembrano in attesa di un nuovo significato. E l’archeologia rivela l’assurdità della storia. L’archeologia ricostruisce quel che la storia ha distrutto. Mentre in Yucatan le cattedrali coloniali spagnole si ergono come rovine distrutte per fantasmi, gli scienziati stanno scavando le antiche città maya tra le giungle dove si dà la caccia al giaguaro e alla pantera. Un’impresa colossale. Ma una volta che la si sia compiuta e che le città siano state portate alla luce, gli archeologi dovranno ripartire da capo ricostruendo le cattedrali spagnole.
*
Assurdi i tentativi dei cattocomunisti sul genere del mio compatriota Konrad Farner in Teologia del comunismo. Con quella sua fede incrollabile nella grande speranza che l’uomo possa con lo sguardo interiore arrivare a diventare quel che deve essere. Il mio incorreggibile pessimismo mi dice che l’uomo, se non intende perire, solo per urgente necessità diventerà quel che dovrebbe essere.
*
Di giorno mia moglie nuota in piscina e io scrivo sotto una palma alta quindici piedi. Le noci di cocco sopra di me arrivano a pesare cinque chili. La sera andiamo al bar. Presunti nativi dei Caraibi suonano presunta musica caraibica. Neri ben piazzati con orologi dorati si appoggiano al bancone del bar con finta casualità per ore, immobili, con la pazienza delle pecore, tenendo davanti una cocacola al whisky che non toccano mai in attesa di esser abbordati da anziane donne degli Stati Uniti. La maggior parte delle quali sono strafatte. Il tipetto incaricato di questi affari è un gentiluomo dignitoso, alto, slanciato, coi capelli bianchi, la faccia da profondo intellettuale: di giorno, quando lo si incontra in piscina, indossa un abito prémaman, lo stesso tipo indossato dalle donne in gravidanza. A quel punto io e mia moglie ci siamo sentiti toccati nel profondo della nostra curiosità criminologica e abbiamo cambiato nel corso del viaggio la prenotazione dell’hotel successivo, a San Juan in Portorico. Volevamo vedere se anche in quell’altro Sheraton c’era la stessa situazione di Kingston. E dire che quell’anziano ebreo a Merida ce li aveva sconsigliati…
*
Dal momento che la professione di scrittore consiste nell’inventare storie, le celebri cinque difficoltà nello scrivere la verità di cui diceva Brecht sono sormontate dalla difficoltà di farsi credere dalla gente. Anche se lo scrittore scrive la verità, la si considera una finzione. Questa circostanza renderà del tutto incredibili parecchie delle mie esperienze americane.
*
Stessa situazione all’hotel di san Juan. Stavo concludendo Il pensionato e mia moglie si accorge che le hanno rubato orologio, denaro e chiave della cassaforte. Io nella storia avevo appena fatto dire dal commissario al ladruncolo che una sola cosa contraddistingue il vero professionista dal dilettante – semplicità e rapidità di esecuzione. E come scrittore esperto nel genere criminale avevo capito la dinamica del furto in una ventina di minuti. Ma la cassaforte era stata ormai ripulita. Il manager dello Sheraton che parlava tedesco risolse la situazione con aplomb: la dichiarò impossibile.
*
Quando dissi al manager che lui ci considerava al pari dei criminali e noi di conseguenza lo vedevamo come un truffatore, si mise a ridere. Arrivarono alla fine i poliziotti e risero anche loro.
*
Pochi giorni dopo il manager dell’hotel si suicidò e in giro si diceva che non era riuscito a gestire le rivendicazioni sindacali per gli stipendi ai suoi dipendenti. Smisi di scrivere: non tanto per paura quanto per la tremenda sensazione che è veramente difficile non dire la verità.
*
E giacché i soldi che ci furono rubati erano quelli della Temple University che dovevano bastare per il ritorno a Philadelphia, posso dire in buona coscienza che non solo mi sono guadagnato il dottorato honoris causa, ma che ho pagato per averlo.
*
Gli Stati Uniti sono una formazione instabile. Non la si può paragonare alla piramide dei maya o dei sovietici. È come un paesaggio reso convulso da eruzioni e coperto da torrenti di lava. Vicino al cratere principale, esplodono coni vulcanici facendo aprire crateri secondari. Tutto scivola sopra tutto e dentro tutto.
*
Negli Stati Uniti, lo stato ha attratto la società verso la guerra in Vietnam e la società ha attratto lo stato nel caos.
*
Evidenza clinica per l’URSS: arteriosclerosi. Per gli USA: tumore.
*
Certo è una prognosi all’umor nero. Comunque in entrambi gli imperi vi sono raggi di luce. In URSS la gente è stata istruita e magari un giorno spezzeranno le loro catene dogmatiche. La tendenza all’autocritica è netta anche negli USA: intellettuali in allarme, giovani che incominciano a usare la testa, omicidi politici che hanno scosso la nazione – tutto sfortunatamente così in superficie.
Friedrich Dürrenmatt
*traduzione di Andrea Bianchi
**In copertina: Friedrich Dürrenmatt in piscina, 1979
L'articolo “Anche se lo scrittore scrive la verità, la si considera una finzione. Questa circostanza renderà del tutto incredibili parecchie delle mie esperienze”. Friedrich Dürrenmatt in America proviene da Pangea.
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