Al mare, verso fine settembre
capita che arrivi una folata di vento più fredda.
Il cielo impallidisce un attimo
e poi tutto si riaccende.
Quasi nessuno lo nota.
Bisogna essere malati di mare e di luce
per accorgersene.
Chi vede questo,
sa che la stoffa dell'estate si è bucata irrimediabilmente
e l'autunno sta per arrivare.
Volevo restare a settembre
sulla spiaggia pallida e deserta,
volevo caricarmi di cenere
delle mie volubili gru
e che il vento grave dormisse
come acqua nelle reti fra le chiome;
volevo una notte accendermi
una sigaretta più bianca della luna
e intorno a me – nessuno, solo il mare
con la sua forza grave e latente;
volevo restare a settembre,
presente al trascorrere del tempo,
una mano fra gli alberi e l’altra
nella sabbia canuta – e scivolare
nell’autunno insieme all’estate…
Ma a me sono stati prescritti,
è chiaro, più penosi abbandoni.
Mi è toccato strapparmi a paesaggi
a cuore impreparato
e mi è toccato lasciare l’amore
quando ancora amare vorrei…