Tumgik
#Letteratura sovietica
gregor-samsung · 18 days
Text
" Un giorno - era di maggio - che la Città [Kiev] si svegliò risplendente come una perla nel turchese, e il sole rotolò fuori per illuminare il regno dell'etmano, e i cittadini erano già in moto, come le formiche, per i loro affarucci, e gli assonnati commessi dei negozi cominciavano ad alzare fragorosamente le saracinesche, un rombo terribile e sinistro attraversò la Città. Era di timbro inaudito - né di cannone né di tuono, ma così forte, che parecchie finestre si aprirono da sé e tutti i vetri tremarono. Il rombo si ripete, attraversò di nuovo tutta la Città alta, si riversò a ondate nella Città bassa, a Podol, e, attraverso l'azzurro e magnifico Dnepr, si perde nei lontani spazi moscoviti. I cittadini si svegliarono e nelle strade cominciò lo scompiglio. Dilagò in un istante, perché dalla Città alta, Pečersk, arrivò di corsa, urlando e ululando, della gente insanguinata e dilaniata. E il rombo si ripeté una terza volta e così forte che nelle case di Pečersk cominciarono a cadere fragorosamente i vetri e il terreno tremò sotto i piedi. Molti videro allora delle donne correre con la sola camicia indosso, gridando con voci terribili. Ben presto si seppe da dove era venuto quel rombo. Era venuto da Lysaja Gora, fuori della Città, sul Dnepr, dove si trovavano depositi colossali di munizioni e di polvere. A Lysaja Gora era avvenuta un'esplosione. Per cinque giorni la Città visse aspettando terrorizzata da Lysaja Gora l'ondata dei gas asfissianti. Ma le esplosioni cessarono, i gas non si sparsero, la gente insanguinata scomparve, e la Città riacquistò il suo aspetto pacifico in ogni sua parte, ad eccezione del piccolo angolo di Pečersk dove erano crollate alcune case. Inutile dire che il comando tedesco ordinò una severa inchiesta, e inutile dire che la Città non seppe nulla sulle cause dell'esplosione. Correvano voci diverse. - L'esplosione è stata provocata dalle spie francesi. - No, è stata provocata dalle spie bolsceviche. Si finì col dimenticare l'esplosione. "
Michail Bulgakov, La guardia bianca, traduzione di Ettore Lo Gatto, Einaudi, 1967; pp. 59-60.
Nota: la prima pubblicazione incompleta di Belaja gvardija [Белая гвардия] avvenne a puntate sulla rivista letteraria sovietica Rossija nel 1925 e l'opera teatrale ricavata dall'autore sulla base delle prime due parti riscosse subito un enorme successo (si dice che lo stesso Stalin vi assistette almeno una ventina di volte). Nel 1927 l'opera completa fu stampata a Parigi mentre una edizione censurata venne diffusa in Urss solo 1966. Come molte opere sgradite al regime La guardia bianca fu conosciuta nella sua interezza dai cittadini sovietici solo nel 1989.
19 notes · View notes
colonna-durruti · 10 months
Text
Alessandro Gilioli
Certo che la politica è strana, a volte proprio paradossale.
Prendete il reddito di cittadinanza.
I primi a parlarne, una ventina di anni fa, erano quegli sfigati della sinistra radicale, gli unici che iniziavano a occuparsi dei nuovi poveri intermittenti e precari mentre la sinistra storica e il sindacato guardavano solo ai dipendenti e ai pensionati.
Ovviamente in quella fase la proposta veniva esclusa da tutti gli altri come infattibile, adolescenziale, sovietica, insomma non scherziamo - e comunque “non ci sono le coperture” (le coperture non ci sono mai quando si tratta di redistribuire, mentre si trovano in un attimo per le spese militari, bah).
Poi sono arrivati i 5 stelle, che l'hanno fatta propria, quell'idea – e, intendiamoci, hanno fatto benissimo: la sinistra storica continuava a guardare ai dipendenti e ai pensionati.
I 5 stelle poi hanno preso una valanga di voti in uggia alla casta e alla loro seconda legislatura sono andati al governo con la Lega, che per natura è esattamente il contrario del reddito di cittadinanza, uèla faniguttun va' a laura'.
Ma il contratto per andare al governo era chiaro: voi leghisti fate quello che vi pare con gli immigrati, noi 5 stelle ci occupiamo del sociale dove la sinistra per anni se n'è infischiata.
Così, in sostanza, è arrivato il reddito di cittadinanza in cambio del decreto Salvini.
Il Pd era contro. Non solo contro il decreto Salvini: anche contro il reddito di cittadinanza.
Poi la storia è andata avanti, si sa, in qualche modo.
Si è sfaldato il contratto gialloverde causa ubriachezza molesta di Salvini in spiaggia, è arrivato il Conte 2 che sosteneva di non avere mai conosciuto il Conte 1, ma soprattutto è arrivato il Covid. E tutta la letteratura economica basata sui dati di realtà concorda che senza il Reddito di cittadinanza sarebbe stato un disastro sociale colossale per il Paese, forse esiziale.
Quindi poi anche Draghi non lo tocca. Perché ha il M5S in maggioranza, certo, ma anche perché sa benissimo che per sopravvivere il capitalismo ha bisogno di pace sociale e possibilmente di consumatori non del tutto incapienti.
Poi alle elezioni vince la destra più a destra di ogni possibile destra, con dentro la Lega che prima aveva votato per il reddito di cittadinanza ma adesso vuole abolirlo, mentre il Pd che aveva votato contro ne diventa strenuo difensore al fianco dei 5 stelle.
Siccome poi questa raffazzonata destra non è solo stronza ma è anche un po' scema, la notizia dell'azzeramento del Rdc arriva ai percettori attraverso una gelida comunicazione sms, con invito a rivolgersi per sopravvivere i servizi sociali dei loro comuni – i cui sindaci hanno un'immediata sincope.
Ricapitolando.
Una cosa di banale buon senso, di minima solidarietà interclassista e di ovvia utilità sociale nasce super minoritaria e sbeffeggiata, poi diventa verosimile grazie all'onda anticasta che gonfia i grillini alle urne, poi diventa legge per uno scambio sulla pelle dei migranti, quindi salva il Paese dalla catastrofe durante la pandemia, infine viene abolita per puntiglio ideologico e insipienza pragmatica da una coalizione che ha dentro un partito che pure l'aveva fatta diventare legge.
Certo che la politica è strana, a volte proprio paradossale.
9 notes · View notes
carmenvicinanza · 10 months
Text
Ágota Kristóf
Tumblr media
Ágota Kristóf, scrittrice e drammaturga ungherese passata alla storia della letteratura mondiale col suo capolavoro La trilogia della città di K. che ha ricevuto numerosi premi letterari ed è stato tradotto in oltre trenta lingue.
I suoi romanzi, dalla scrittura asciutta e incisiva, la prosa austera e la narrazione senza fronzoli, esplorano, in maniera cruda e provocatoria, temi universali come la violenza, la guerra, l’infanzia e la natura umana. I personaggi dei suoi racconti sono spesso segnati dalla condizione esistenziale dell’erranza, di chi è costrettə ad abbandonare la propria terra per cercare rifugio in un paese straniero
Nata il 30 ottobre 1935 a Csikvánd, un piccolo villaggio in Ungheria, a quattordici anni scriveva le sue prime poesie mentre studiava in un collegio di sole ragazze.
Nel 1956, dopo l’intervento dell’Armata Rossa per soffocare la rivolta popolare contro l’invasione sovietica, è fuggita con il marito e la figlia in Svizzera stabilendosi a Neuchâtel, dove ha vissuto fino alla morte, avvenuta il 27 luglio 2011.
Quando è scappata aveva poco più di vent’anni e una bambina di undici mesi avvolta alla schiena. Ha dovuto imparare a ricostruirsi una nuova vita, una nuova lingua, che ha adoperato per scrivere sentendosi sempre analfabeta perché non la padroneggiava abbastanza. Ha lavorato come operaia in una fabbrica, poi è stata insegnante e traduttrice, ha divorziato e avuto altri due figli. 
La sua fuga è stato un trauma da cui non si è mai ripresa, allontanata dagli affetti in un mondo totalmente diverso da quello a cui apparteneva. La condizione inesorabile della persona migrante che deve adattarsi a una realtà da cui si sente estranea.
Ha raggiunto il successo internazionale nel 1987, con la pubblicazione de Le grand cahier che, insieme a La preuve e Le troisième mensonge è confluito in quel grande capolavoro che è stato la Trilogie (Trilogia della città di K.). I tre libri ripercorrono il tema del distacco, la separazione di due gemelli, Klaus e Lucas, e il ritrovamento dopo la guerra.
La sua scrittura è scarna, crudele, reale. Un pugno nello stomaco di chi la legge. Quello che racconta non ha bisogno di fronzoli o abbellimenti, è il ritratto di una realtà dura che molto coincide con la sua biografia. Ha rappresentato le tragedie della guerra con una disperazione fredda e sorda, come se scrivesse attraverso gli occhi di un bambino che non giudica mai niente, che si limita a registrare quello che accade con spietata ingenuità.
Vari i romanzi e le opere teatrali che ha scritto consumando, con parole dure, la lotta per integrarsi in una nuova cultura, la continua guerra di chi ha perso la propria terra e non potrà mai più tornare indietro.
3 notes · View notes
Text
Tumblr media
Alberto Asor Rosa, ‘Majakovskij e la “letteratura sovietica”’, in Le armi della critica. Scritti e saggi degli anni ruggenti (1960–1970)
6 notes · View notes
schizografia · 2 years
Text
Manca Rossana Rossanda.
Ucraina, genesi di un conflitto
di Rossana Rossanda, 29 giugno 2014
Stampa e Tv disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo che, dopo avere strappato la penisola di Crimea, se la vorrebbe mangiare tutta. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. E l’Europa sembra avere dimenticato storia, geografia e politica.
L’Europa non è certo nata in chiave antiamericana ma, date le dimensioni e il numero degli abitanti, almeno come grande mercato autonomo e con una moneta forse concorrenziale; e per alcuni anni questo è stata. Ma da qualche tempo ha sottolineato in modo sbalorditivo un ruolo che una volta si sarebbe detto “atlantico”. Non più sotto il vessillo anticomunista, il comunismo essendo scomparso da un pezzo, ma antirusso.
Qualche anno fa, Immanuel Wallerstein mi diceva che, spento ogni scontro ideologico, le nuove guerre sarebbero state commerciali. E quale altro senso dare al conflitto in corso a Kiev? Esso sembra avere per oggetto l’identità nazionale dell’Ucraina. Eccezion fatta per il manifesto, tutta la stampa e le tv disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo; il quale le ha già strappato la penisola di Crimea e se la vorrebbe mangiare tutta. Manca poco che la Russia non sia definita un nuovo terzo Reich. In occasione del settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, il presidente francese Hollande è stato accusato di aver invitato alle celebrazioni anche Putin – come se la battaglia di Stalingrado non avesse permesso agli Stati Uniti il medesimo sbarco, distraendo dal Nord Europa il grosso della Wehrmacht – nello stesso tempo invitando niente meno che dei reparti tedeschi a partecipare alla rievocazione del primo paracadutaggio alleato sul villaggio di Sainte-Mère-l’Eglise.
Da qualche giorno poi sappiamo che gli Stati Uniti, neppure il presidente Obama, ma il suo ex rivale Mc Cain – hanno ammonito la Bulgaria, la Serbia e gli altri paesi coinvolti in un progetto di gasdotto per trasportare il gas russo in Europa (con un tracciato che evitava l’Ucraina, perché cattiva pagatrice) a chiudere i cantieri in corso, preferendo un nuovo tragitto attraverso l’Ucraina a quello diretto per l’Europa occidentale. Stupore e modeste proteste di Bruxelles, convinta che si tratti di una minaccia simbolica. Che tuttavia va inserita nel quadro di un cambiamento delle esportazioni Usa, ormai indirizzate al commercio del gas di scisto, per altro non ancora avviato.
L’Europa teme dalla Russia rappresaglie per avere applaudito all’abbattimento del presidente ucraino filorusso Yanukovic da parte delle forze (piazza Maidan) che sono ora al governo a Kiev. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. Il principato di Kiev è stato la prima forma del futuro impero russo, annesso da Caterina II alla Russia verso la metà del XVIII secolo, stabilendo in Crimea la sua più forte base navale. La sua cultura, il suo sviluppo e i suoi personaggi, da Gogol a Berdiaev, sono stati fra i protagonisti della letteratura russa del XIX secolo. L’intera letteratura russa resta segnata dalla guerra fra Russia, Inghilterra e Francia, che hanno cercato di mettervi le zampe sopra: si pensi soltanto a Tolstoi e alla topografia delle relative capitali ricche di viali e arterie che la commemorano (Sebastopoli). Ma il paese, che all’origine era stato percorso, come l’Italia, da una moltitudine di etnie, dagli Sciti in poi, ha stentato a unificarsi come nazione, distinguendosi per lotte efferate e non solo ideali fra diversi nazionalismi, spesso di destra. Il culmine è stato nella prima e seconda guerra mondiale: nella prima sotto la presidenza di Petliura, nazionalista di destra, quando l’Ucraina è stata l’ultimo rifugio dei generali “bianchi” Denikin e Wrangel, con lo scontro fra lui e la repubblica sovietica di Karkov. Solo con la vittoria definitiva dell’Urss si è consolidata la Repubblica sovietica nata a Karkov, destinata a diventare negli anni trenta il centro dell’industrializzazione. Industrializzazione sviluppatasi esclusivamente all’est (il bacino del Donbass, capoluogo Karkov), mentre l’ovest del paese restava per lo più agricolo (capoluogo Kiev, come di tutta la repubblica); e questo rimane alla base del contenzioso fra le due parti del paese. Nella seconda guerra mondiale, poi, l’occupazione tedesca ha incontrato il favore di una parte del panorama politico ucraino, un’eredità evidentemente ancora viva nei recenti fatti di piazza Maidan: il partito esplicitamente nazista circola ancora e non è l’ultima delle ragioni per cui il paese resta diviso fra la zona orientale e quella occidentale. Nel secondo dopoguerra, Kruscev dette all’Ucraina piena autonomia amministrativa, Crimea compresa, senza alcuna conseguenza politicamente rilevante perché restava un processo interno all’Unione Sovietica.
È soltanto dal 1991 e dal crollo dell’Urss che, anche su pressione polacca e lituana, il governo dell’Ucraina guarda all’Europa (e alla Nato) e incrementa lo scontro con la sua parte orientale. Sembra impossibile che in occidente non si sia considerato che l’Unione Sovietica non era solo una formula giuridica: scioglierla d’imperio e dall’alto, come è avvenuto nel 1991, significava creare una serie di situazioni critiche sia nelle culture che nei rapporti economici che attraversavano tutto quel vasto territorio. Da allora, Kiev non ha nascosto di puntare a un’unificazione etnica e linguistica anche forzosa delle due aree, fino a interdire l’uso della lingua russa agli abitanti dell’est cui era abituale.
L’Europa e la Nato non hanno mancato di appoggiare le politiche di Kiev, e poi l’insurrezione contro il presidente Yanukovic assai corrotto, costretto a tagliare la corda in Russia. Ma la zona orientale non lo rimpiange certo: non tollera il governo di Kiev e la sua complicità con la Nato, ma non perché abbia nostalgia di questo personaggio. Si è rivoltata contro la politica passata e recente di Kiev che ha tentato perfino di impedire l’uso della lingua russa, usata dalla maggioranza della popolazione all’est. L’Europa e la Nato, appoggiate da Polonia e Lituania, affermano che non si tratta di un vero e spontaneo sbocco nazionalista, ma di una ingerenza diretta della Russia, e così dicono stampa e televisione italiana. Non c’è dubbio che la Russia abbia voluto il ritorno della Crimea nel suo grembo, ma la proposta dell’est di andare a una federazione con l’ovest, garantendo l’autonomia di tutte e due le parti, è stata bocciata da Kiev e dal governo degli insorti. La decisione di votare in un referendum all’est contro Kiev è stata presa non da Putin, messo in imbarazzo, ma dalla popolazione dell’est che ha votato in questo senso al 98%. Non si tratta di un processo regolare (non accetteremmo che l’Alto Adige votasse una delle prossime domeniche la sua appartenenza all’Austria, senza alcun precedente negoziato diplomatico), ma non è stato neppure una manovra russa come l’Europa tutta ha sostenuto.
È sorprendente che perfino il poco che resta delle sinistre europee abbia sposato questa tesi e che in Italia le riserve di Alexis Tsipras sulle politiche di Bruxelles non abbiano alcuna eco. C’è perfino chi evoca in modo irresponsabile azioni armate contro Mosca. La deriva dei conflitti, anche militari, e non solo in Ucraina, rischia di segnare sempre di più un’Europa che ha dimenticato storia, geografia e politica.
5 notes · View notes
Text
Premio di letteratura sportiva 'Sandro Ciotti' ad Armando Fico
Il libro ‘Vera Caslavska.     Campionessa dissidente’ di Armando Fico, edito da Battaglia Edizioni, ha vinto la terza edizione del Premio Sandro Ciotti di letteratura sportiva, organizzato dal Panathlon Club Milano. Un ritratto intenso e commovente della leggendaria ginnasta cecoslovacca, simbolo di resistenza e coraggio contro l’oppressione sovietica. “Grazie a una narrazione che…
View On WordPress
0 notes
cinquecolonnemagazine · 8 months
Text
900: un secolo di trasformazioni, conflitti e progresso
Il 900 è stato un secolo di profonde trasformazioni, contraddizioni e cambiamenti senza precedenti in tutti gli aspetti della vita umana. Conosciuto anche come "il secolo breve" per la sua durata relativamente breve ma densa di eventi epocali, questo periodo ha ridefinito la politica, la cultura, la tecnologia e la società in modi che continuano a influenzare il mondo contemporaneo. 900: il secolo delle guerre mondiali e di conflitti globali Il XX secolo è stato contrassegnato da due delle guerre più devastanti della storia umana: la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) ha segnato l'inizio del secolo con una devastazione su scala globale, portando alla caduta degli imperi e a profonde trasformazioni politiche in Europa e in tutto il mondo. La Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) ha causato perdite umane e distruzioni ancora più grandi, culminando nell'uso delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Questi conflitti hanno avuto un impatto duraturo sulle relazioni internazionali e sulla coscienza globale. Il secolo scorso ha visto anche l'ascesa e il crollo di uno dei più grandi imperi del mondo, l'Unione Sovietica. La Rivoluzione Russa del 1917 ha portato al potere i bolscevichi, che hanno instaurato un regime comunista guidato da figure come Lenin e Stalin. L'Unione Sovietica ha giocato un ruolo cruciale nella sconfitta dell'Asse durante la Seconda Guerra Mondiale, ma è rimasta un regime totalitario e repressivo. Alla fine, nel 1991, l'Unione Sovietica è collassata, portando a profonde trasformazioni politiche ed economiche nell'Europa orientale e in Russia. Dal movimento per i diritti civili alla rivoluzione digitale Negli Stati Uniti, il XX secolo è stato testimone di cambiamenti significativi nel campo dei diritti civili. Il movimento per i diritti civili ha lottato contro la segregazione razziale e per l'uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini americani. Figure come Martin Luther King Jr. hanno svolto un ruolo centrale nel promuovere il cambiamento attraverso la non violenza e la protesta pacifica. La lotta per i diritti civili ha portato ad importanti conquiste legislative, come il Civil Rights Act del 1964, che ha vietato la discriminazione razziale. Il 900 è stato anche un secolo di rapida innovazione tecnologica. Dall'invenzione dell'aereo ai progressi nella medicina, dalla diffusione della televisione alla rivoluzione digitale, il secolo ha visto cambiamenti straordinari nella vita quotidiana delle persone. L'avvento del computer e dell'Internet ha aperto nuove possibilità di comunicazione, lavoro e intrattenimento, trasformando radicalmente la società e l'economia. Arte, cultura e scienza Il secolo scorso ha assistito a un'ampia gamma di movimenti culturali e artistici che hanno sfidato le convenzioni dell'epoca. Il cubismo e il surrealismo hanno rivoluzionato l'arte visiva, mentre il movimento del cinema d'autore ha portato al riconoscimento del cinema come forma d'arte. La musica ha visto l'emergere del rock 'n' roll, dell'hip-hop e di molti altri generi musicali innovativi. La letteratura ha prodotto opere influenti come "Ulisse" di James Joyce e "Cent'anni di solitudine" di Gabriel García Márquez. Nel campo scientifico e medico, non sono mancate scoperte rivoluzionarie. L'identificazione del DNA da parte di James Watson e Francis Crick nel 1953 ha aperto la strada alla genetica molecolare e alla biotecnologia. Nel 1969, l'umanità ha raggiunto la Luna, segnando un passo epocale nell'esplorazione spaziale. Nel settore medico, l'uso di antibiotici e la scoperta dei vaccini hanno contribuito a combattere le malattie infettive. In copertina foto di WikiImages da Pixabay Read the full article
0 notes
personal-reporter · 8 months
Text
Pablo Neruda, un Nobel dal Cile
Tumblr media
Il poeta che raccontò il Sudamerica del Novecento… Pablo Neruda, pseudonimo di Neftali Ricardo Reyes Basoalto,  nacque il 12 luglio 1904 a Parral (Cile), una cittadina non lontana dalla capitale Santiago. Il padre di Pablo, rimasto vedovo,  nel 1906 si trasferì a Temuco, dove si risposò con Trinidad Candia. Ben presto Neruda cominciò a mostrare un forte interesse per la letteratura, grazie  all'incoraggiamento della poetessa Gabriela Mistral, futuro Premio Nobel, che fu la sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore fu l'articolo Entusiasmo y perseverancia, pubblicato sul giornale locale La Manana, ma fu nel 1920 che per le sue pubblicazioni iniziò ad utilizzare lo pseudonimo di Pablo Neruda, che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale. Neruda nel 1923, a 19 anni, diede alle stampe il suo primo libro Crepuscolario e l'anno successivo ebbe un notevole successo con Venti poesie d'amore e una canzone disperata. A partire dal 1925 diresse la rivista Caballo de bastos, intraprese la carriera diplomatica a partire dal 1927 e fu nominato prima console a Rangoon, poi a Colombo, sull’isola di Ceylon. Nel 1930  Neruda sposò una olandese a Batavia e nel 1933 divenne console a Buenos Aires, dove conobbe Federico Garcia Lorca, poi a Madrid strinse amicizia con Rafael Alberti. Allo scoppio della Guerra Civile nel 1936 il poeta parteggiò per la Repubblica e fu  destituito dall'incarico consolare e si trasferì a Parigi, con il ruolo di console per l'emigrazione dei profughi cileni repubblicani. Nel 1940 Neruda fu nominato console per il Messico, dove incontrò Matilde Urrutia, per la quale scrisse I versi del capitano, fu eletto senatore nel 1945 e s’ iscrisse al partito comunista. Il poeta nel 1949,  dopo un periodo di clandestinità, per sottrarsi al governo anticomunista di Gabriel González Videla  fuggì dal Cile e viaggia tra l’Unione Sovietica, la Polonia e  l’Ungheria. Tra il 1951 e il 1952 Neruda visse in Italia, a Capri, e tra il 1955 e il 1960 viaggiò in Europa, Asia, America Latina. Pablo Neruda ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1971, il 23 settembre 1973 morì a Santiago. Read the full article
0 notes
scienza-magia · 10 months
Text
Primo esperimento al Mondo di un ordigno nucleare
Tumblr media
"Morte, distruttore di mondi". Il Trinity Test e la prima bomba atomica. Gadget, la prima bomba atomica della storia, segna la svolta della Seconda Guerra Mondiale. Una creazione della quale lo stesso padre, Robert Oppenheimer, era spaventato. Il 16 luglio 1945 esplose la prima bomba atomica. Il Trinity Test, così chiamato, fu il risultato di tre anni di ricerche e sperimentazioni portate avanti dal governo americano: il Progetto Manhattan. La corsa all'arma nucleare Lanciato dagli Stati Uniti nel 1942, si trattò di un progetto militare segreto la cui pianificazione era iniziata a partire dal 1939, quando all'allora presidente Franklin Delano Roosevelt era giunta voce delle ricerche messe in atto dalla Germania nazista: a Berlino, infatti, quello stesso anno erano riusciti a dividere per la prima volta un atomo, dando così il via alla ricerca sulle armi nucleari. Il punto di svolta avvenne con l'attacco da parte dei giapponesi al porto militare americano Pearl Harbor il 7 dicembre 1941: fu questo l'evento a spingere gli Stati Uniti a entrare in guerra come alleati della Gran Bretagna e dell'Unione Sovietica.
Tumblr media
Fonte: Los Alamos National Laboratory Vedendo l'intensificarsi della guerra e avendo presente gli impegni tedeschi nello sviluppo di armi nucleari, ma soprattutto il loro vantaggio rispetto agli Alleati, il governo americano decise così di dare il via al Progetto Manhattan. Sotto assoluta segretezza, tanto che non vennero neanche coinvolti fisici del calibro di Albert Einstein per paura che potessero lavorare per la controparte - Einstein era un rifugiato ebreo, ma pur sempre di origini tedesche - il progetto doveva da un lato portare informazioni sullo stato di avanzamento delle ricerche del nemico, come sviluppare un'arma che potesse essere utilizzato come vantaggio tattico e militare per vincere la guerra. Per quest'ultimo venne creata un equipe di alcuni dei fisici migliori dei tempi, fra cui Enrico Fermi, Leo Szilard e Julius Robert Oppenheimer. L'ordigno che poteva dar fuoco alla Terra Le ricerche per creare la prima arma atomica durarono tre anni. A capo vi furono il generale Leslie Groves, dal lato del coordinamento gestionale-amministrativo e Oppenheimer come direttore scientifico. I fisici coinvolti erano consapevoli solo fino a un certo punto della forza che una reazione a catena di fissione nucleare poteva generare, non essendo mai stata raggiunta prima. Non poche erano quindi le paure legate alla creazione di un'arma atomica. Secondo una testimonianza di Fermi, lo stesso Oppenheimer all'inizio del Progetto Manhattan era spaventato della possibilità che un ordigno nucleare potesse dare fuoco all'atmosfera, segnando così la fine dell'umanità. Ma la ricerca dimostrò che un evento del genere sarebbe stato "altamente improbabile". Nonostante questo il rispetto per una tale arma rimase costante, soprattutto per i fisici coinvolti, alcuni dei quali, dopo aver visto la detonazione durante il Trinity Test, chiesero di non utilizzare una tale arma. La prima detonazione di una bomba atomica Il 16 luglio 1945 la prima bomba nucleare, denominata The Gadget - congegno, aggeggio - è stata fatta detonare nel deserto della Jornada del Muerto in New Mexico, nella base di Los Alamos. The Gadget era una bomba a plutonio, contenuta in una struttura sferica che pesava 48 chilogrammi, fatta esplodere durante l'operazione. Inizialmente l'ordigno doveva essere fatto esplodere all'interno di un contenitore, soprannominato Jumbo, che doveva servire come protezione in caso la reazione non fosse andata a buon fine. Alla fine delle ricerche la fiducia nel funzionamento corretto della bomba era però tale che si decise di detonarla sganciandola da una torre alta 30 metri, senza alcune protezioni attorno. L'operazione fu denominata, come scritto, Trinity Test, perché l'area del deserto fu battezzata "Trinity" dallo stesso Oppenheimer. Il fisico teorico aveva una passione per la letteratura e la filosofia e la parola "trinity", ovvero trinità, si riferiva a un poema dell'americano John Donne, in cui parlava della possibilità di redimersi agli occhi di Dio attraverso un atto abbastanza potente. La bomba atomica era vista, secondo alcuni, come la possibilità di porre fine per sempre alle guerre e di redimere quindi l'umanità. Alle 5:29:45 esplose la prima bomba atomica della storia. Con una potenza di 19 tonnellate di tritolo, la bomba "illuminò la notte come il giorno", lasciando un cratere largo 80 metri e profondo 1,4. L'impatto venne percepito fino a 160 chilometri di distanza, con i ricercatori che avevano cercato riparo a 8 chilometri dal punto di detonazione. La nuvola, tipicamente a forma di fungo, si raggiunse i 12 chilometri di altezza. L'unico fisico che osservò l'esplosione a occhio nudo fu Ralph Carlisle Smith, che descrisse come la luce emanata "era bianca, poi gialla, poi rossa fino a diventare un bellissimo colore viola". Il successo del test dette il via libera all'uso operativo della bomba atomica, infatti, neanche un mese dopo, due ordigni nucleari vennero utilizzati per attaccare le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, rispettivamente il 6 e il 9 agosto, segnando la fine della Seconda guerra mondiale. Il Trinity Test segna un punto di non ritorno: per guerra, ma anche per l'attualità. La storia da lì in poi è stata fondamentalmente plasmata dall'esistenza dell'arma nucleare. Oppenheimer dichiarò che, mentre osservava la detonazione di Gadget, gli passò per la testa un passaggio di una scrittura indù: "Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi". La prima bomba atomica: le immagini del Trinity Test Il 16 luglio 1945 è stata sganciata Gadget, la prima bomba nucleare della storia. Figlia dei risultati del Progetto Manhattan e del suo direttore scientifico, Robert Oppenheimer, le immagini del Trinity Test hanno fatto la storia. Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 11 months
Text
Bologna: “San Francesco Estate” tra musica e teatro in Piazza
Tumblr media
Bologna: “San Francesco Estate” tra musica e teatro in Piazza. San Francesco Estate musica e teatro in piazza torna per il terzo fine settimana ad animare la splendida cornice di Piazza San Francesco con un ricco calendario di spettacoli a cura di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con il Settore Cultura e Creatività del Comune di Bologna. Ad aprire il weekend venerdì 7 luglio alle 21.00 è lo scrittore e noto conduttore radiofonico di “Tutta la città ne parla” su Rai Radio3, Pietro Del Soldà, che debutta in prima nazionale a Bologna con Apologia dell'avventura. La libertà fuori di sé, con la regia di Manfredi Rutelli. Un delicato e profondo racconto che invita a riscoprire la spinta all’avventura come esperienza decisiva per conoscere sé stessi. La narrazione è ispirata all’ultimo libro di Del Soldà, La vita fuori di sé (Marsilio, 2022) ed è arricchita dalle coinvolgenti musiche composte dagli Interiors, ed eseguite dal vivo da Valerio Corzani e la violinista Erica Scherl. Da Erodoto a Sartre, da Montaigne a Alexander von Humboldt alla viaggiatrice Isabelle Eberhardt, lo spettacolo intreccia pagine di storia, riflessioni filosofiche, teatro e poesia con le vicende di personaggi storici o immaginari che hanno avuto il coraggio di lanciarsi verso l’ignoto, mossi dal desiderio di scoperta. Un viaggio oltre le frontiere chiuse che, attraverso i mondi diversi raccontati da Pietro Del Soldà, si aprono e ci liberano dal conformismo, dal narcisismo, dalla trappola delle aspettative e della tirannia delle abitudini. Sabato 8 luglio alle ore 21.00 ospite della serata è lo scrittore Paolo Nori con Tutto tranne che il liscio, testo scritto per Rai Radio3 nel 2009, che ora porta in scena in una lettura accompagnata da l’Usignolo - il Concerto a fiato diretto da Mirco Ghirardini e composto da Valentino Spaggiari (bombardino), Fabio Codeluppi (tromba), Marco Catelli (genis), Dimer Maccaferri (corno francese), Gianluigi Gialla Paganelli (bassotuba), Mirco Ghirardini (clarinetti) e Francesco Gualerzi (clarinetto e sassofono). «Tutto tranne che il liscio – afferma Nori – parla del liscio e di Scialpi, e di Toto Cutugno, e di Unione Sovietica, e di un periodo che l'Italia - dispiace dirlo - faceva schifo, e di bottoni, e dei nostri genitori, e della loro musica, e di un meccanico che dice che la macchina, se si ferma, la cosa da fare è svitare le targhe e lasciarla lì». In forma di discorso, il testo è diventato parte del libro La meravigliosa utilità del filo a piombo, uscito nel 2011 per Marcos y Marcos. Il fine settimana in Piazza San Francesco si chiude domenica 9 luglio alle 21.30 con il terzo appuntamento di Bo-Noir, la rassegna dedicata a letteratura e cronaca nera, con gli script della scrittrice Grazia Verasani, la moderazione del giornalista Stefano Tura e la regia di Riccardo Marchesini. Cogne, il primo delitto mediatico è una serata sul caso che ha visto coinvolta Anna Maria Franzoni, accusata dell’omicidio del figlio Samuele. Si parte da questa nota vicenda per analizzare il più ampio e complesso fenomeno degli infanticidi in Italia: cosa si cela dietro alla cosiddetta “maternity blues”? A intervenire ci saranno Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense; Luciano Garofano comandante del R.I.S. di Parma dal 1995 fino al 2009, biologo e generale in congedo Arma Carabinieri e Grazia Verasani. Il weekend successivo si apre venerdì 14 luglio con Margherita Hack, stella tra le stelle. La vita rigorosa e spettinata di una scienziata galattica, un reading musicale del giornalista e divulgatore scientifico Federico Taddia; sabato 15 è la volta del duo As Madalenas con un inedito live tratto dal nuovo progetto discografico; e infine domenica 16 è in programma la quarta e ultima serata a cura di Bo-Noir, Elisa è sempre stata lì. L’omicidio Claps, dedicata al caso di Elisa Claps.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
1 note · View note
spazioliberoblog · 1 year
Text
Intervista a Letizia Leonardi sulla biografia Yeghisge Charents – Vita inquieta di un poeta
a cura di PAOLA ANGELONI ♦ Ci sono vite che sono destinate a incontrarsi, sebbene in tempi e circostanze diverse. Parliamo della giornalista e scrittrice civitavecchiese Letizia Leonardi e di uno dei più grandi esponenti della letteratura dell’Armenia sovietica Yeghishe Charents. Uno scrittore finora poco conosciuto in Italia e che è stato recentemente protagonista nella sala Odeion del Museo…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
gregor-samsung · 2 years
Text
“ Il treno militare sorpassò Čordon a cavallo. Il cavallo era già stanco. Ma egli contava di farcela, se solo il treno si fosse fermato, la stazione di smistamento non era lontana. E la paura, la preoccupazione che il treno potesse all'improvviso non fermarsi, lo fecero pensare a Dio: "Dio grande, se sei sulla terra, fai fermare il treno! Ti prego, fai fermare, fai fermare il treno!" Il treno era già alla fermata di smistamento, quando Čordon si mise alla pari con i vagoni di coda. E il figlio corse lungo la fila dei vagoni, incontro al padre. Vedendolo, Čordon scese con un balzo da cavallo. In silenzio si gettarono l'uno nelle braccia dell'altro e si arrestarono, dimenticando tutto ciò che esiste al mondo. — Padre, perdonami, parto volontario — disse Sultan. — Lo so, figlio. — Ho offeso le sorelle, padre. Che perdonino questa offesa, se possono. — Ti hanno perdonato. Tu non le hai offese, non dimenticarle, scrivi loro, capito? E non dimenticare tua madre. — Va bene, padre. Nella stazione suonò un campanello, bisognava separarsi. Per l'ultima volta il padre guardò in viso il figlio e vide in esso per un momento i propri tratti, se stesso, ancora giovane, ancora all'alba della giovinezza; lo strinse forte al petto. E in quel momento con tutto il suo essere voleva trasmettere al figlio l'amore paterno. Baciandolo, Čordon disse: — Sii uomo, figlio mio! Dovunque tu sia, sii uomo! Rimani sempre un uomo! I vagoni si mossero. — Čordonov, si parte! — gli gridò il comandante. E quando portarono via Sultan a tutta velocità, Čordon lasciò cadere le braccia, poi si voltò e, stringendo la criniera sudata e accaldata del cavallo, scoppiò in pianto. Pianse, abbracciando il collo del cavallo, e così fortemente fremeva che sotto la gravità del suo dolore gli zoccoli del cavallo si muovevano lentamente. I ferrovieri passavano accanto in silenzio. Essi sapevano perché la gente piangeva in quei giorni. E solo i ragazzi della stazione, all'improvviso calmi, si fermavano con curiosità e con compassione infantile guardavano questa persona grande, vecchia, che piangeva. “
---------
Brano tratto dal racconto Incontro con il figlio, testo raccolto in:
Cingiz Ajtmatov, Occhio di cammello - racconti dalla leggendaria Kirghizia, traduzione di Anna Maria Bosnjak, BESA editrice (collana Cosmografie n° 23), Nardò (LE), 2006; pp. 88-89.
4 notes · View notes
kneedeepincynade · 2 years
Text
Another machine translated post,as always the collective is on telegram
Also here mine and collettivo opinion on Vladimir putin speach: YES YES YES YES NO NO NO NO NO,seriously,started strong but crash-landed
⚠️ XI JINPING, LO SPIRITO DI YAN'AN E LA MISSIONE ORIGINARIA DEL PARTITO COMUNISTA CINESE ⚠️
🇨🇳 Oggi, 27 ottobre, Xi Jinping - Segretario Generale del Partito Comunista Cinese - ha visitato, insieme ai nuovi membri del Comitato Permanente, una vecchia base rivoluzionaria nella Provincia dello Shaanxi, sottolineando l'importanza della promozione del Grande Spirito (伟大的精神) fondante del Partito Comunista, nonché lo Spirito di Yan'an.
🌟 Xi Jinping, Wang Huning, Zhao Leji, Ding Xuexiang, Li Qiang, Cai Qi e Li Xi hanno poi visitato il luogo in cui si tenne il 7° Congresso del Partito Comunista Cinese, l'ex Residenza del Presidente Mao Zedong durante il periodo rivoluzionario, e una mostra sulla storia dei 13 anni in cui il Comitato Centrale del CPC ha avuto sede a Yan'an.
📄 Al 7° Congresso il Partito Comunista elaborò la linea della mobilitazione delle forze popolari per sconfiggere gli aggressori giapponesi, liberare la Nazione ed edificare una Nuova Cina.
💬 "Dopo aver sconfitto l'aggressione dei militaristi giapponesi e aver condotto la Guerra Popolare di Liberazione contro l'imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo burocratico, il nostro Partito, il nostro Popolo, ha ottenuto una grande vittoria: la Rivoluzione, l'Indipendenza Nazionale e la Liberazione." - Xi Jinping.
🤔 Che cosa si intende invece per "Spirito di Yan'an"?
🇨🇳 Alla fine della Lunga Marcia (1934 - 1935), ciò che restava del Partito Comunista Cinese e dell'Esercito Popolare di Liberazione raggiunse la zona di Yan'an, che divenne il Centro della Rivoluzione dalla fine del 1935 fino all'inizio del 1947.
🚩Analizzando l'esperienza della Lotta, il Partito Comunista Cinese - con Mao Zedong come nucleo centrale - attuò una revisione dell'operato, abbandonando l'influenza sovietica nell'organizzazione delle strategia per la Rivoluzione, sostituendola con una specifica interpretazione basata sulle condizioni materiali della Cina, che si rivelò vittoriosa.
📄 Per chi fosse interessato alle strategie attuate per la vittoria della Rivoluzione, può leggere qui: I, II, III. (Su telegram)
⭐️ Fu proprio a Yan'an che si formò il Grande Spirito per la Vittoria della Rivoluzione.
📚 Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, l'1 ottobre del 1949, lo Spirito di Yan'an fu promosso in vari campi, quali la letteratura, la politica e le questioni militari.
🖼 Nel 1961, Ha Qiongwen (哈琼文) - artista Cinese che lavorava nel Dipartimento Culturale dell'Esercito Popolare di Liberazione - pubblicò un manifesto il cui titolo era "延安作风万岁", ovvero "Lunga vita allo Spirito di Yan'an"
🖼 Nel 1962, Wang Jiao (王角) - artista Cinese - pubblicò un manifesto il cui titolo era "学习延安作风发扬革命传统", ovvero "Studiare lo Spirito di Yan'an, per sviluppare una Tradizione Rivoluzionaria"
🖼 Nel 1975, Huang Naiyuan (黄乃源), Fang Etai (方鄂泰) e Wang Laixin (王来信) pubblicarono un lavoro congiunto, intitolato "亲切的教导", ovvero "Gentile Insegnamento", che rappresentava il Presidente Mao Zedong durante una lezione di teoria politica proprio a Yan'an.
🇨🇳|⭐️ Dopo aver visitato la Base Rivoluzionaria, Xi Jinping ha affermato:
💬 "Da questo giorno in avanti, il Compito Centrale del Partito Comunista Cinese sarà quello di guidare il Popolo Cinese di ogni gruppo etnico in un grande sforzo per realizzare l'Obiettivo del Secondo Centenario di trasformare la Cina in una grande nazione socialista modernizzata sotto ogni aspetto. Solo impiantando le radici nel ricco suolo storico e culturale del paese e della nazione, la verità del Marxismo potrà continuare a fiorire" 🌺
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan
⚠️ XI JINPING, THE SPIRIT OF YAN'AN AND THE ORIGINAL MISSION OF THE CHINESE COMMUNIST PARTY ⚠️
🇨🇳 Today, October 27, Xi Jinping - General Secretary of the Communist Party of China - visited, together with the new members of the Standing Committee, an old revolutionary base in Shaanxi Province, underlining the importance of promoting the Great Spirit (伟大 的 精神) founder of the Communist Party, as well as the Spirit of Yan'an.
🌟 Xi Jinping, Wang Huning, Zhao Leji, Ding Xuexiang, Li Qiang, Cai Qi and Li Xi then visited the 7th Congress of the Chinese Communist Party, the former residence of Chairman Mao Zedong during the period. revolutionary, and an exhibition on the history of the 13 years that the CPC Central Committee has been based in Yan'an.
📄 At the 7th Congress the Communist Party drew up the line of mobilizing popular forces to defeat the Japanese aggressors, liberate the Nation and build a New China.
💬 "After defeating the aggression of the Japanese militarists and waging the People's War of Liberation against imperialism, feudalism and bureaucratic capitalism, our Party, our People, achieved a great victory: the Revolution, the National Independence and Liberation. " - Xi Jinping.
🤔 What is meant by "Spirit of Yan'an" instead?
🇨🇳 At the end of the Long March (1934 - 1935), what was left of the Chinese Communist Party and the People's Liberation Army reached the Yan'an area, which became the Center of the Revolution from the end of 1935 until the beginning of 1947.
🚩 Analyzing the experience of the Struggle, the Chinese Communist Party - with Mao Zedong as its core - carried out a review of the work, abandoning the Soviet influence in the organization of the strategy for the Revolution, replacing it with a specific interpretation based on material conditions of China, which proved victorious.
📄 For those interested in the strategies implemented for the victory of the Revolution, you can read here: I, II, III. (On telegram)
⭐️ It was precisely in Yan'an that the Great Spirit was formed for the Victory of the Revolution.
📚 After the founding of the People's Republic of China on October 1, 1949, the Spirit of Yan'an was promoted in various fields, such as literature, politics and military affairs.
🖼 In 1961, Ha Qiongwen (哈琼 文) - a Chinese artist who worked in the Cultural Department of the People's Liberation Army - published a poster whose title was "延安 作风 万岁", or "Long live the Spirit of Yan'an"
🖼 In 1962, Wang Jiao (王 角) - Chinese artist - published a manifesto whose title was "学习 延安 作风 发扬 革命 传统", or "Studying the Spirit of Yan'an, to develop a Revolutionary Tradition"
🖼 In 1975, Huang Naiyuan (黄乃源), Fang Etai (方 鄂 泰) and Wang Laixin (王 来信) published a joint work, entitled "亲切 的 教导", or "Gentle Teaching", which represented Chairman Mao Zedong during a political theory right in Yan'an.
🇨🇳 | ⭐️ After visiting the Revolutionary Base, Xi Jinping said:
💬 "From this day forward, the Central Task of the Chinese Communist Party will be to lead the Chinese people of every ethnic group in a great effort to realize the Second Centennial Goal of transforming China into a great socialist nation modernized under every aspect. Only by planting its roots in the rich historical and cultural soil of the country and the nation can the truth of Marxism continue to flourish "🌺
🌸 Subscribe👉 @collectivoshaoshan
0 notes
londranotizie24 · 2 years
Text
La commedia all’italiana: presentato all’Iic il libro di Masolino d’Amico
Tumblr media
La commedia all’italiana: presentato all’Iic il libro di Masolino d’Amico Di Simone Platania Il libro La commedia all’Italiana viene presentato all’Iic di Londra il 6 ottobre. Prevista una talk con l’autore Masolino d’Amico ed Enrico Franceschini. La commedia all’italiana, una talk con Masolino d’Amico Continuano le presentazioni, talk e discussioni di libri italiani presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra. Infatti il 6 ottobre sono attesi Masolino d’Amico, scrittore, traduttore, critico teatrale, sceneggiatore, e il suo libro La commedia all’italiana (ed. La nave di Teseo). L’evento vede Masolino d’Amico e Enrico Franceschini in una talk sull’opera e il cinema italiano attraverso i suoi sette capitoli. Vengono percorsi i decenni del dopoguerra e il cinema escapista e d’evasione italiano, attraverso l’analisi e il commento di mostri sacri come Sordi, Totò, Gassman, Tognazzi e molti altri. La talk prosegue con i registi italiani che dirigevano tali mostri sacri, come Scola, Monicelli, Risi e altri. Ma non solo storie e aneddoti su queste icone del cinema italiano e la relativa arte derivante da esso: trovano spazio anche storie e persone, incontrate dall'autore e spesso trascurate dalla critica, che hanno contribuito a rendere grande l’arte cinematografica del dopoguerra. Infine, anche le riviste degli anni quaranta e cinquanta, i film-parodia, la saga sicula di Franchi e Ingrassia trovano spazio nella talk, arrivando a discutere ed analizzare anche il cinema anni settanta. L’autore de La commedia all’italiana e Enrico Franceschini La talk, ospitata presso l’Iic di Londra il 6 ottobre alle ore 18:30, vede ospiti l’autore Masolino d’Amico e Enrico Franceschini. Masolino d'Amico è scrittore, traduttore, critico teatrale, sceneggiatore e ha insegnato Letteratura inglese all'Università Roma Tre. È autore di diversi saggi, tra cui Scena e parola in Shakespeare, Dieci secoli di teatro inglese (970-1980). È curatore di libri di Wilde, Forster, Swift, e ha tradotto Byron, Richardson, Stevenson, Carroll, Lawrence, Woolf, Hemingway, nonché opere teatrali di Shakespeare, O'Neill, Miller, Williams, Ayckbourn. Nel cinema, ha tradotto e adattato film inglesi e americani e ha lavorato come sceneggiatore con Zeffirelli e Monicelli. Enrico Franceschini è il corrispondente da Londra del quotidiano italiano La Repubblica, per il quale ha lavorato in precedenza a New York, Washington, Mosca e Gerusalemme. Per la sua copertura della Russia post-sovietica ha vinto il Premio Europa per il giornalismo nel 1994. È autore di una dozzina di libri di narrativa e saggistica. L'evento è prenotabile qui. ... @ItalyinLDN Continua a leggere su Read the full article
0 notes
Tumblr media
...un classico del '900 e della letteratura russa che ricostruisce con rara sapienza la storia della Russia dalla rivoluzione del 1905 alla guerra civile, una storia d'amore immortale, una saggia riflessione sull'uomo e sulla libertà, una critica pienamente condivisibile ad ogni forma di autoritarismo...Vietato dalla censura sovietica, Il dottor Zivago, uscì per la prima volta proprio in Italia nel 1957, ottenendo immediatamente un successo mondiale talmente grande, che l'anno dopo al suo autore fu conferito il premio Nobel per la letteratura. Grande romanzo sulle generose illusioni e le gravi delusioni che possono legarsi a una rivoluzione e alle sue promesse di palingenesi, il libro è ben altro dal pamphlet anticomunista che credettero di scorgervi i censori: il suo alimento è una desolata, dolorosa filosofia della storia, che si sofferma sui bordi oscuri, sul tributo sempre altissimo di vittime che ogni forma di "progresso" trascina fatalmente con sé. Jurij Zivago, medico e poeta, tenta disperatamente di conservare la propria identità, il proprio giudizio, la propria capacità di amare nel turbine di eventi e di tragedie scatenato dalla Rivoluzione d'ottobre; cerca in ogni modo di spremere un po' di vita da ogni situazione, anche la più avversa, con cui gli capiti di confrontarsi; prova fiducioso ad abbandonarsi all'amore per Lara, a costruirsi una bolla di felicità in un mondo sordo e cieco. Ma infine dovrà arrendersi alla forza delle cose: Lara sparirà dalla sua esistenza, e lui tornerà dopo mille peripezie in una Mosca che non saprà più riconoscere, per morirvi povero e solo, grazie a un caritatevole attacco di cuore. Di Zivago non resteranno che le sue poesie, conservate dai suoi pochi amici, a testimonianza del valore di svelamento attribuito da Pasternak alla letteratura: gramo svelamento all'individuo di un esiguo senso di sé e del proprio destino, invano dissimulato dalla meraviglia delle favole che si continuano, malinconicamente, ad inventare...Bellissimo...#ravenna #booklovers #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #consiglidilettura #librerieaperte #narrativarussa #borispasternak (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CjFABR9oxfJ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
nebbiaovunque · 2 years
Text
Tumblr media
S. Dovlatov, Compromesso
137 notes · View notes