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#Franco Riesco
splooosh · 1 year
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Scooby dooby dooo!
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The Batman & Scooby-Doo Mysteries #7 (2023)
Dc
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why-i-love-comics · 4 months
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The Batman & Scooby-Doo Mysteries #1 - "The Show Must Go… Away" (2023)
written by Sholly Fisch art by Dario Brizuela & Franco Riesco
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dailyjsa · 5 months
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Scooby Doo Team-Up #77-78 cover by Dario Brizuela and Franco Riesco
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angelap3 · 2 months
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Non la leggerà nessuno...è troppo lunga
Noi siamo nel nostro corpo e anche fuori. Non c’è nessuno che raccoglie il sudore con cui abbiamo aperto la portiera di una macchina in un pomeriggio estivo, non c’è nessuno che conserva lo sguardo con cui abbiamo guardato un cane in un’alba invernale. La nostra vita non ha un dio che la segue e neppure un dio che la precede. Si svolge in disordine, nel disordine delle altre creature. Da qualche parte c’è un albero che potrebbe rimproverarci di avergli staccato una foglia in un momento di distrazione. Non ricordiamo il nome di un vecchio che davanti a una fontana riempiva una bottiglia d’acqua. Non c’è un deposito per queste scene.
Ora ho il cuore come un pulcino e la punta si solleva, si apre, come se potessi nutrirlo di qualcosa. Posso solo scrivere, caro mio cuore, non posso darti altro a quest’ora. Sono le due di notte, non posso chiamare nessuno. Qui non ho neppure la connessione, non posso connettermi con qualche nottambulo in rete. Domani mattina, se vuoi, possiamo andare in un paese. Facciamo quello che abbiamo fatto sempre. Io guardo e tu se vuoi mi fai paura, mi fai credere che ti stai spaccando, lo hai fatto tante volte. La morte passa per il cuore. O forse sei tu caro mio cuore a passare per la morte e io ti seguo mentre fingo di fare la mia vita, io sto con te, cerco di proteggerti perché sei tu che mi fai camminare, sei tu che ti gonfi nell’amarezza e ti fai timido nella gioia. Ora io potrei dormire, lasciarti solo in questa stanza. Non so cosa fai di notte quando non ci sono, quando mi giro nel letto per finire un sogno. Io e te insieme non abbiamo risolto niente, non ci siamo dati nessuna felicità, l’abbiamo sempre evitata. Io e te quando stiamo con gli altri siamo a disagio, perché parliamo tra di noi e non con loro. Ora tu sei diventato una ripida salita e vorresti che io salissi fino in cima. A volte ti fai lago con un mulinello in mezzo. E mi ricordo di quando stavi appoggiato al centro di una ragnatela. In macchina, quando prendevo un fosso, temevo che potessi cadere, come se nel corpo ci fosse il vuoto, come se avessi solo te caro mio cuore nel mio corpo. Per farti spazio me ne sono uscito pure io dal mio corpo, non so quando è accaduto. E non ho lasciato entrare niente, è un cinema senza sedie il mio corpo, una chiesa senza banchi. Sei di nuovo deluso questa sera, lo so, tu ti fai sempre deludere. La realtà non è il tuo posto, non so se il tuo disagio dipende da come marcia il mondo, penso che sia per altro, e non lo sappiamo né tu né io cosa sia.
Ora mi fai male o sono io che ti faccio male. Io so che non sei un muscolo ma una bestia. Chi vede in me una bestia è perché sta vedendo te. Io quando scrivo cerco di farti vedere, mi piace esporti ma non ci riesco. Come si fa a dire quello che sento adesso sulla tua punta, un misto di amaro e debolezza, una crepa e un coltello, tu sei una voragine con me dentro. Ma ogni cuore ha un peso, ogni cuore si strofina a un muro, ogni cuore ha un buio alle sue spalle che nessuno illuminerà mai. I cuori sono come i paesi, non ce ne sono due uguali. Comunque dovremmo farcela ad arrivare fino a domani e può darsi anche che ci sia il sole. Lo so che il sole ti piace e ti fa stare tranquillo. Non saremo felici, stanne certo, ci sarà sempre qualcuno che proverà a incentivare la nostra pena, a sminuire la gioia appena accenna a prendere corpo. Non sono paranoico, credimi, è che forse io e te non stiamo bene insieme, sappiamo solo spiarci, siamo troppo gelosi uno dell’altro. Ora non so più che dirti, che dire. Non ti so dare una soluzione, un luogo, una vita che ci possa esaudire. Posso darti la mia impazienza come tu mi dai la tua. So che fino a quando moriremo sarà sempre così, non avremo pace. E va bene, lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, chi voleva saperlo lo ha saputo...
Franco Arminio (Lettera al mio cuore)
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palmiz · 1 year
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Giusto per ricordare cosa hanno e stanno passando molti nostri anziani in ospedale...
Alla memoria di Franco :
,"Storia che non so se riesco a raccontare bene ma che forse servirà a qualcuno.
Mio suocero, Franco – 87 anni arzilli a parte un po' di perdita di memoria a breve termine – è entrato in ospedale per una cosa da nulla e non lo abbiamo rivisto più.
Domani ce lo riportano sigillato in una bara, per il funerale, dopo un mese e mezzo di follia in cui non abbiamo visto né angeli né madonne né eroi né eccellenza sanitaria né nessuna delle belle cose che si sentono in TV.
Tre o quattro infermieri molto carini e disponibili, come lo sono alcuni esseri umani random, e per il resto solo tanta, tanta brutta distopia.
In ospedale Franco ha preso il covid. E quindi non è uscito dopo due giorni come previsto.
Asintomatico al 100%, gli è stato somministrato uno psicofarmaco così, tanto per gradire, in modo che non rompesse i coglioni al personale sanitario. Pare sia la prassi, somministrare psicofarmaci a chi non ne ha bisogno, senza avvisare, in modo che non rompa i coglioni a quelle persone che le sue tasse stipendiano.
Nessuno però ha mai sentito parlare di effetto paradosso, forse all'università a punti non lo insegnano, eppure Franco comincia a comportarsi in modo strano, aggressivo, delirante. Usiamo quindi la nostra Laurea della Vita - avendo casi in famiglia di persone soggette all'effetto paradosso - e suggeriamo al personale sanitario da noi stipendiato che forse si tratta di quello. Interrotto il trattamento non necessario, Franco torna se stesso, arzillo e gentile come sempre, in attesa di negativizzarsi e tornare a casa.
Ma la notte di Natale, viene trasferito in tutta fretta a centocinquanta chilometri di distanza, senza che si avvisino i familiari, senza le sue cose, senza telefonino, come un pacco regalo che nessuno vuole. Motivazione ufficiale: nessuna. Motivazione ufficiosa: probabilmente il posto che occupava lui, vicino a casa, serviva a qualcun altro e noi non siamo nessuno, non abbiamo parenti politici, medici, camorristi, prelati. Il nostro posto è sul tram a cui ci possiamo attaccare.
Nell'ospedale lontano, Franco viene messo insieme ai malati gravi, attaccati al respiratore. Non ha nessun sintomo, ma il tampone continua a essere positivo.
Nell'ospedale lontano, il personale sanitario non entra nella stanza di Franco se non per lo stretto necessario, nessuno gli parla, NESSUNO acconsente ad aiutarlo a usare il tablet per fare le indispensabili videochiamate alla famiglia, come faceva nell'ospedale vicino. È impossibile sentirlo, vederlo, perdiamo ogni contatto, ci dobbiamo affidare solo alle telefonate con medici che sono puntualmente vaghi.
Franco intanto ricomincia a delirare. Ops, hanno sbagliato, hanno letto la cartella clinica vecchia in cui c'era lo psicofarmaco inutile, e quindi scusate adesso glielo togliamo di nuovo, tanto che vuoi che sia per una persona di 87 anni.
Dopo un breve miglioramento, lo scombussolamento di Franco però continua. Riusciamo a fargli una telefonata (UNA in dieci giorni) e lo sentiamo molto strano. Manda affanculo tutti, lui che è tipo maestro Shifu nella vita, smette di mangiare anche quando davanti gli viene messo lo sciù al cioccolato, che per lui è droga.
Visto che nessuno se ne frega di questo suo comportamento e nessuno sembra turbato dal fatto che non mangi e beva da due giorni ("eh non sappiamo che fare, sapete, che dite, lo leghiamo?"), usiamo la nostra Laurea della Rete e facciamo ricerche. Sul sito della fondazione Veronesi leggiamo che la dose di cortisone per gli asintomatici secondo il protocollo Covid è di massimo 6mg. All'ospedale vicino gliene davano 4mg. Chiediamo a quelli dell'ospedale lontano, risposta: 20mg. Come mai? Il medico: ah boh così. Nessuno ha mai sentito parlare dei possibili effetti negativi del cortisone ma noi sì: abbiamo casi in famiglia. Sotto nostro suggerimento, diminuiscono la dose di cortisone e noi valutiamo di farci assumere a tempo pieno, a sto punto.
Franco migliora un po' ma non mangia più e dice che è stato abbandonato. Nessuno del personale sanitario stipendiato dalle nostre tasse acconsente a una videochiamata. Li preghiamo in ginocchio, se ne sbattono altamente le palle, in gergo tecnico. Una dottoressa dice al figlio di Franco al telefono: deve accettare che suo padre ha fatto la sua vita. Gli americani le avrebbero risposto: come no, bitch.
Ultimo atto. Ore 11 di sabato 9 gennaio. Decidiamo di andarci a riprendere Franco perché è nostro. Positivo o non positivo, è passato un mese e mezzo, è ora che torni a casa, avrà la carica virale di un lillipuziano e comunque sticazzissimi. Dottoressa del primo turno: oh si, ottima idea, si può organizzare, adesso chiamo, adesso vedo, vostro padre sta benino, in ripresa. Ore 15:00 dello stesso giorno, di persona all'ospedale lontano, dopo un'ora di macchina. Dottore del secondo turno: se spostate vostro padre, muore per strada. È in condizioni gravi.
Gravi in che senso? Stava bene tre ore fa. È covid? No non è covid, è un'infezione virale, no, batterica, no, sistemica, no, non lo sappiamo dobbiamo vedere adesso andate via che sono due ore che siamo appresso a voi. Oh, scusa se ti abbiamo disturbato, persona a cui le nostre tasse pagano lo stipendio.
Non resta che attendere, ci dicono. Attendiamo. Alle 23:30 ci chiamano: Franco non ce l'ha fatta. Torna a casa in una bara sigillata, nel pigiama in cui è uscito un mese e mezzo fa.
Non ce l'ha fatta, caro dottore, in che senso?
A sopravvivere al sistema anticovid, che isola gli anziani sapendo di condannarli a morte? A sopravvivere a un trasferimento non necessario che noi familiari non abbiamo autorizzato? A sopravvivere a un bombardamento di farmaci inutili, di indifferenza umana, di medici e infermieri incapaci? A sopravvivere a un virus asintomatico preso in ospedale?
Cioè, di cosa è morto, esattamente, Franco Lombardi?
Diranno, beh, di vecchiaia. Certo, se spingi un anziano giù per le scale e muore, puoi sempre dire che non ha retto l'urto a causa dell'età. E chi lo nega. Il problema della spinta, e delle scale, a chi vuoi che interessi?
Siamo molto addolorati, incazzati, amareggiati e basiti per questa storia che probabilmente ci accomuna a tante persone. Soprattutto ci pentiamo per quella sera di Natale, quando Franco è stato portato via senza motivo e senza consenso - io avevo detto, chiamiamo i carabinieri. Eeeeh ma dai, i dottori ne sanno più di te, che fai, non ti affidi al nostro meraviglioso sistema sanitario con gli occhi chiusi e il cuore impavido?
Ci siamo affidati, abbiamo sbagliato. Non commettete lo stesso errore. Controllate tutto e riportatevi a casa gli asintomatici a qualunque costo. Franco ci mancherà tantissimo e non meritava una fine così, nessuno la merita."
Manuela Salvi
Brutta, brutta distopia.
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susieporta · 7 months
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Decalogo del 4 ottobre
1.
Ci sono gli uomini del silenzio e quelli del ronzio. I secondi non sanno scrivere.
2.
Nel cuore della notte un sogno ti svela la tua vita ma il problema è che poi il sogno svanisce, resti da solo con la tua vita.
3.
Hai ragione. Sei sul nervo giusto del mondo. Si vede da chi ti ignora, da chi ti avversa.
4.
Incontrare gli esseri umani a tarda età non è come incontrarli da giovani. È disperante e commovente.
5.
Odio la gengiva infiammata, la schiena dolente, l'occhio che punge. Odio affrontare il patimento della vita con un guasto nel corpo.
6.
Il riscaldamento climatico è tutto in questo svegliarmi sudato alle 4 del mattino in un albergo Veneto a
Ottobre.
7.
Quelli che non sentono la morte non sentono la vita.
Quando parlano hanno una radicale inconsistenza.
Poche cose mi sono chiare come questa.
8.
Ieri ho aiutato in treno a spostare una valigia. Il beneficiario del mio gesto non mi ha detto grazie.
Siamo nell'alta marea dell'ingratitudine.
9.
Stendersi pancia a terra sull'erba, guardare il cinema delle formiche, dei grilli.
10.
Ho le paure di mia madre e i malumori di mio padre.
Sono tanti anni che provo a mettere in me qualcosa di mio ma non ci riesco.
Franco Arminio
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dccomicsnews · 8 months
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“Scooby Beyond" Writer: Ivan Cohen Artist: Dario Brizuela Color Artist: Franco Riesco Letterer: Saida Temofonte Review by Lauren Fiske It's time for the season 2 finale! I'm sad that the series is taking a break or ending, because, while not every issue has been fun, this one definitely was interesting. The Batman & Scooby-Doo Mysteries #2.12 delivers a fitting end to this set of tales, with a mix of quirky comic storylines and some fun art and references. It's the end of this round of Scooby-Doo and Batman's team-up, so make sure to read previous reviews! Schway As the title would suggest, we got to see Mystery Inc. in the universe of Batman Beyond, which turned out to be very "Schway" indeed. I didn't know much about this Batman universe other than the fact that it was a show when I was a kid. Basically, a new Batman takes over the mantle after Bruce Wayne retires, and somehow the Mystery Gang travels through time to that part of the timeline. Of course, this is nothing that hasn't been done before, but it was really fun to see a version of the Mystery Machine that could fly! While it's becoming more frequent to see more modern or altered versions of Mystery Inc., the meddling kids' designs and clothes, even in the future stayed the same. This obviously made them stand out more, but that worked in the more neutrally colored world of the future as well as when teaming up with Batman (in almost all black) to fight the Royal Flush Gang (all fashioned after spade face cards from a standard deck). This also allowed the onomatopoeias to stand out even more, so kudos as ever to Franco Riesco and Saida Temofonte! The future was very cool, especially getting to see how things changed into "Neo Gotham". Barbara Gordon as police commissioner and Bruce Wayne getting to hang up the cowl seem like good outcomes to me. [gallery columns="6" size="large" ids="184590,184591,184592,184593,184594,184589"] Goodbye? As the last issue of this season (or the series), everything gets tied up in a neat little bow. We get to see more of what the future looks like for a retired Bruce Wayne, a fresh Batman in Terry McGinnis, and a mature Barbara Gordon. Even the villains remain consistent and keep coming back in new forms (the Jokerz, for example). Everything makes sense and there's not much story to add to The Batman & Scooby-Doo Mysteries. That might just be what the creators want us to think though. As I've hinted, it hasn't been confirmed whether the series is going to come back. However, the first season ran from late 2021 into 2022. The second started near the end of 2022 and is just wrapping up now. A few months down the line, we might get to see a third season. Whether or not that happens though, Bruce Wayne put it best as he watched over the next generation of young sleuths: ...as long as there are crimes to solve, there will always be "The Batman & Scooby-Doo! Mysteries." The final words of the issue? NEVER THE END. Perhaps we'll get to see more from newer or alternate versions of Mystery Inc. and Batman. The creators might choose to stick with what they know, or maybe this really is it. No matter what, it's been a great ride. Conclusion The Batman & Scooby-Doo Mysteries #2.12 works fantastically well as both a standalone issue and the possible finale of a fun series. We've seen the Mystery Gang and The Dark Knight(s) face off against the most notorious foes from Gotham to the least-known villains from back in Crystal Cove (or Coolsville, depending on your persuasion). Our favorite crime solvers have figured out all kinds of mysteries using a vast variety of technology, wits, and even teammates from the past. I've had my complaints, for sure, but if this really is the end I'm going to be pretty sad to see it go, even with the issues that weren't my favorites. I have personally struggled to get into comic books over the years because you usually have to do so much research to understand what people are referencing and a lot of issues don't have self-contained stories. The Batman & Scooby-Doo Mysteries has defied this expectation of mine. Occasionally I have to look up some information about the less well-known Batman tidbits, but everything in this series has been digestible, colorful, and fun. I hope we get a season 3. I know I've mostly talked about that prospect in this review, but it's mostly because I don't want this to be over yet (and I don't want to spoil much of this issue, you've just gotta read it!). I've been writing about Scooby-Doo (and Batman, of course) for over 2 years now. I'm going to miss seeing such a fantastic crossover and everything that goes with that. I'm grateful to always have something to write about, but getting to write about a childhood favorite has meant so much to me. Here's hoping for even more chances to do so. Images Courtesy of DC Entertainment (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push();
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gregor-samsung · 9 months
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“ La nostra Talbot scrostata scivolava lungo l’Autostrada del Sole prigioniera del caldo di Ferragosto. Sei ore dopo – invece delle tre impiegate dalle auto normali – eravamo a Pinarella di Cervia, in una pensioncina sull'Adriatico. Ci trovavamo lì per incontrare degli amici, probabilmente la sola altra rwandese sposata con un italiano in tutto il paese. «Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare!», cantava papà come Pippo Franco nel film Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande. Con la scusa che non avevamo l’autoradio, papà si ostinò a cantarla per tutto il tragitto. Quella fu la nostra prima vacanza in famiglia. Contro la volontà dei miei, ero andata a letto la sera prima col mio bikini americano: rosso, bianco e blu. Dieci anni e quello era il primo costume da bagno che avessi mai posseduto. Incapace di dormire, cominciai a posare come Naomi Campbell davanti allo specchio. Eccitata quasi al punto di esplodere, gridai canzoni di Jovanotti e Cristina D’Avena come per annunciare a tutta la costa orientale il nostro arrivo imminente. Distesa sul letto, le gambe allungate sul muro, tamburellavo i piedi a ritmo di musica, la stanza dei miei dall'altra parte di quello stesso muro. Mio padre mi aveva avvertito non una, non due, ma ben tre volte. La sua voce più grossa a ogni minaccia. Lo sculaccione che seguì fu raffinato da un crescendo di schiaffi. «Il metodo Pestalozzi», lo chiamava lui. Ma neppure le guance gonfie e i lacrimoni riuscirono a incrinare la mia gioia.
Una volta arrivati, papà si trasformò. Come una creatura marina, sbocciò a contatto dell'acqua salata, le alghe e il sole. Ad anni luce di distanza dalle ciminiere, l’asfalto e i camion di casa. Chiudeva gli occhi, cadeva all'indietro e si lasciava trasportare via dalle onde. Non lo vidi mai così libero. E nonostante tutto, rifiutai di entrare in mare. Solo pochi minuti dopo che eravamo arrivati in spiaggia, un bagnante aveva estratto dall'acqua un ratto grosso quanto un cane e io ne fui traumatizzata. Ci vollero cinque giorni prima che mi azzardassi a mettere piede sul bagnasciuga. Era gelato e costellato di sassolini. Papà mi afferrò le mani e mi spinse dentro. «E se ci trovo un ratto?». «Non succederà, stai tranquilla», mi promise. «Ma io ho paura dell'acqua, è nera e non riesco a vedere niente!». «Abbi un po’ di fede, bambina mia». Quando l’acqua gli arrivò alla gola, prese un bel respiro e mi trascinò di sotto. Non si vedeva nulla, però riuscii a distinguere una medusa e i piedi sguazzanti di decine di natanti, giovani e anziani. Quando riaffiorammo in superficie, avevamo già oltrepassato le boe. E più ci spingevamo oltre, più la visibilità aumentava. Cozze, granchi, triglie. E spugne, gigli di mare, praterie di Posidonia. Un banco di sardine ci passò accanto, solleticandoci le caviglie. Papà mi tenne per mano, nuotando sempre più giù, fin dove l’ossigeno poté portarci. «Tornate indietro! Siete fuori di testa?». Il bagnino agitò furiosamente le braccia dalla torre di controllo. «Oltrepassare le boe prevede una multa salatissima». «Per una volta non sono io quello arrabbiato», disse papà ridendo, mentre nuotavamo verso la spiaggia. «Per una volta sai che vuol dire essere al posto mio». Mi lanciò uno sguardo pieno d’amore. Ma si trasformò presto in una tristezza ancora più profonda. Per lui, le due cose, erano diventate inseparabili. “
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020.
[ Libro elettronico ]
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The Batman & Scooby-Doo Mysteries #7 (2023)
Gotham got talent
Dc
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Scooby-Doo and Ace the Bat-Hound in The Batman & Scooby-Doo Mysterys #7 - “Dog-gone!” by Sholly Fisch, Dario Brizuela, Franco Riesco, and Wes Abbott
[Image ID: Panel 1: Scooby Doo and Ace (out of costume) are speaking. Scooby asks, <You live in Gotham City, and your name's Ace? Thats a funny coincidence. Did you know batman's dog Bat-hound, is named Ace, too?>. Ace responds, <Uh, it’s. not that strange. “Ace” is, um, a pretty common name.>
Panel 2: Scooby is escaping but looking over his shoulder at Ace the Bat-hound, in costume. Scooby asks “Say... Where’s ace?>. Ace responds, <Uh, You mean that, uh, Other dog? I, uh, already got him to safety.> Scooby responds <Oh, okay.>. Ace’s thought narration reads, <Whew, my secret identity is safe again. Bigger nuisance than fleas.>]
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dispatchdcu · 4 months
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The Batman & Scooby-Doo! Mysteries #1 Review
The Batman & Scooby-Doo Mysteries #1 Review #batman #scoobydoo #mysteryinc #DCEU #dccomics #comics #comicbooks #news #dcu #dcuuniverse #art #info #NCBD #comicbooknews #previews #reviews #amazon
Writer: Sholly Fisch Art:  Dario Brizuela Colors:  Franco Riesco Letters: Saida Temofonte Publisher:  DC Comics Price: $2.99 Release Date: January 2nd, 2024 Enter Nightwing!  In  The Batman & Scooby-Doo! Mysteries #1, the Scooby Gang just wants to spend a fun evening at the circus, but wouldn’t you know it, ghosts enter the picture, nearly killing a trapeze artist.   Who better to assist on the…
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why-i-love-comics · 1 year
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The Batman & Scooby-Doo Mysteries #2 - "Rash Decisions" (2022)
written by Ivan Cohen art by Dario Brizuela & Franco Riesco
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dailyjsa · 3 months
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Scooby Doo Team-Up #95-96
Writer: Sholly Fisch
Artist: Dario Brizuela
Inker: Dario Brizuela
Colors: Franco Riesco
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ballata · 5 months
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Una serie di canzoni scritte per gli ebrei da un cantautorato italiano e straniero di sinistra..non ne riesco a trovare una, che sia una per i palestinesi di Hamas...chi glielo dice adesso ai loro fun fluido-gender-68ini- lgtb-green- arcobaleno-kefiah addict ?
Francesco De Gregori – Numeri da scaricare
Franco Battiato – Il Carmelo di Echt.
Il diario di Anna Frank – I Camaleonti
Francesco Guccini - Auschwitz
Giorni senza memoria – Radiodervish
De Andrè - Khorakhané
Baustelle – Il Finale
Lou Reed – Good Evening Mr Waldheim
Joy Division – No Lost Love
Bob Dylan – With God On Our Side
Slayer - Angel of Death
Dance me to the end of love – Leonard Cohen
Gam Gam - Elie Botbol ( la più toccante cercate il significato)
In foto lo shōfār strumento a fiato fatto di corno di ariete . Era usato fin dai più antichi tempi della storia d'Israele per suonare l'allarme, lanciare le truppe all'assalto, terrorizzare il nemico e convocare le assemblee...oggi dedicato per "suonare" Hamas
#shofar #israel #singasong #cantautorato #warsong #israele🇮🇱 #army #music #vibes #mood #strumentimusicali #idf #sayeret
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A un certo punto, verso i quarant'anni, ho cominciato a scrivere prose con la stessa insistenza con cui nei venti anni precedenti avevo scritto versi. Avevo il problema del mio corpo e ho pensato di curarmi scrivendo. Dai versi alla prosa è come cambiare medicina, passare dalle siringhe allo sciroppo. In ogni caso si rimane nella mistica di una parola intesa come farmaco. Non mi sono guarito, ho semplicemente continuato a scrivere. E a vivere secondo le linee guida dettate dalla mia nevrosi. Piano piano il mio corpo si è trasformato in un muro messo tra me e gli altri. Nel mio corpo non ci sono io e non ci sono gli altri. Il mio corpo è un appartamento sfitto occupato abusivamente dalla morte. Abusivamente s'intende prima del tempo, perché è chiaro che alla morte a un certo punto spetta occupare ogni cosa, ogni corpo.
Adesso per alcuni sono una creatura unica e meravigliosa, per altri sono un egoista inaffidabile. Adesso io non riesco a dare più credito né alle ammirazioni né alle ingiurie. Posso solo continuare a scrivere, fuori e dentro il mondo, su un confine in cui la sofferenza mi sostiene e mi strazia. Vado avanti verso l'imbuto, vado avanti e prego e tremo davanti alla paura come una santa davanti al Signore. Sono un mistico della morte, è come se me ne occupassi al posto dei tanti che disertano l'ossario della verità in favore delle schiume della finzione.
Io ormai non posso più tornare indietro. Il subbuglio della mia vita mi raggiunge in riva al mare, durante un orgasmo, durante una cena tra amici. Ormai nel mio corpo la parola è una specie di ormone aggiunto, un ormone che altera ogni mio secondo, lo blocca o lo porta via con furia e io non posso attraversare con fiducia nessuna giornata. La parola in quanto farmaco è anche veleno e siccome il mondo è tutto cosparso di parole, significa che il mondo è tutto cosparso di veleno. La prosa, la buona prosa dovrebbe funzionare come un’aspirapolvere, togliere di mezzo le parole per riscoprire la casa, la foglia, la bocca. È come se ormai si dovesse scrivere per cancellare la plastica delle parole che ha plastificato il mondo e far uscire la carta stropicciata, la piega, lo spacco. La farmacia della prosa invita a tentare una vita enorme in ogni momento, a tentare di scoprire il dio che ci accompagna mentre ci mettiamo le calze o ci laviamo la faccia. La farmacia della prosa è nel corpo di ognuno, è il sacro stipato sotto lo sterno e ci ricorda che ci sono tanti universi, ma solo qui è primavera.
Franco Arminio
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