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#Emilio De Marchi
marcogiovenale · 1 year
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"il cappello del prete", di emilio de marchi: presentazione a roma il 22 aprile
Sabato 22 aprile ore 18:00 Mercato Trieste via Chiana, 109-115 – Roma Presentazione della nuova edizione del libro di Emilio De Marchi Il cappello del prete «il primo ‘giallo’ (o forse ‘noir’) della letteratura italiana» Illustrato da Sandra Antonelli con 26 tavole in b/n fuori testo. Prefazione di Francesco Crisafulli. Progetto editoriale di Fabrizio M.…
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forumelettrico · 2 months
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Le Colonnine A2A Fast situate a Monza MB in Via Emilio de Marchi: una fast pubblica con accanto una quick, solo per il car sharing, in zona prettamente residenziale https://www.forumelettrico.it/forum/colonnina-enerxenia-fast-monza-mb-via-de-marchi-t28234.html #a2a #brianza #monza
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lamilanomagazine · 10 months
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“Vivaio Bicocca”: affidati per 30 all’Università di Milano Bicocca seimila metri quadri di oasi urbana dedicata alla tutela della biodiversità
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“Vivaio Bicocca”: affidati per 30 all’Università di Milano Bicocca seimila metri quadri di oasi urbana dedicata alla tutela della biodiversità. Il Comune di Milano concede per trent’anni all’Università degli Studi di Milano Bicocca i circa seimila metri quadri di verde di sua proprietà fra via Roberto Cozzi e via Emilio De Marchi. Si tratta dell’area del “Vivaio Bicocca”, l’oasi urbana dedicata alla tutela della biodiversità sorta nel Campus universitario nel 2020. Già oggetto di un accordo negli ultimi tre anni fra il Municipio 9 e l’ateneo milanese, i 5.750 metri quadrati con alberature ad alto fusto e interamente cintati vengono affidati dall’Amministrazione all’Università fino al 2053, in funzione di un percorso di transizione ecologica e sostenibile del Campus e del quartiere. I sei lustri, chiesti al Comune dalla stessa università, sono il tempo necessario per l’ecosistema che si dovrà creare nell’area: la durata della concessione, stabilita da una delibera di indirizzo della Giunta, è stata calcolata sui cicli biologici delle piante che vi troveranno posto. “La finalità per cui l’Università Bicocca ha chiesto la concessione – afferma l’assessore al Bilancio e Patrimonio, Emmanuel Conte – è strategica per gli obiettivi di sviluppo sostenibile e transizione ecologica della città, per la salvaguardia di una importante area verde e per rafforzare le relazioni fra il mondo accademico e della ricerca e il territorio. La proprietà del Comune verrà destinata alla realizzazione di attività didattiche, progetti di partecipazione aperti alla cittadinanza, attività di ricerca scientifica in campo ambientale e verrà mantenuta la possibilità di fruizione da parte dei cittadini e delle cittadine”. “Obiettivi del Vivaio Bicocca - sottolinea Giovanna Iannantuoni, rettrice dell'Università di Milano-Bicocca - sono la tutela della biodiversità urbana, con la piantumazione di fiori e di piante a bacca per promuovere insetti impollinatori e volatili, la realizzazione del bio-lago urbano e l’insediamento di nuove specie, la promozione di stili di vita più sostenibili nella cittadinanza e fra gli studenti dell’Ateneo, lo sviluppo di approcci didattici e di ricerca innovativi basati sulla esplorazione della natura”. Il Vivaio Bicocca è stato inserito nel progetto “MUSA - Multilayered Urban Sustainability Action”, finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU. Utilizzata come spazio di stoccaggio di piante da un concessionario del Comune fino al 2019, l’area è stata recuperata e inaugurata nell’ottobre del 2020.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 11 months
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I grandi marchi: Mediaset
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Un mondo di telefilm, cartoni animati, show, quiz, eventi, legato alla figura di Silvio Berlusconi e oggi parte dell’immaginario collettivo degli italiani… La storia di Mediaset comincia nel 1976, quando Berlusconi era un imprenditore del settore edilizio e compro, da Giacomo Properzy, Telemilano, emittente via cavo, che aveva dei debiti anche nei confronti della Edilnord, una società immobiliare del Cavaliere.  Telemilano trasmetteva i suoi programmi da un condominio di Milano 2, il primo grande progetto di Berlusconi, che si trova alle porte di Milano, per la precisione a Segrate, ed era stata fondata due anni prima, quando la Corte Costituzionale aveva permesso la creazione di televisioni private, purché trasmettessero a livello locale, decretando così la fine del monopolio televisivo della tv di Stato. Nel 1977 la proprietà della rete passò a Fininvest, che nel frattempo era diventata una società per azioni, e vennero trasmessi i programmi in Lombardia, e nel 1978 Telemilano divenne Canale 5. Anche se in Italia allora non era consentito trasmettere in diretta sul territorio nazionale, Berlusconi aggirò l’ostacolo con la creazione di un programma pre-registrato su una cassetta vhs che veniva spedita a decine e decine di emittenti sul territorio nazionale in modo da mandarlo in onda in contemporanea con gli stessi spot, senza che potessero così definirsi in diretta, che debuttò con il programma I sogni nel cassetto, gioco a premi televisivo condotto da Mike Bongiorno. Il Cavaliere capì però che per ampliare il mercato degli inserzionisti doveva raggiungere il grande pubblico e prima ottenne i diritti per la Copa de Ora,  organizzata in Uruguay,  alla Rai e poco dopo, sempre dalla tv di Stato, convinse a seguirlo nella nuova avventura nomi come Gigi Sabani, Corrado, ideatore di La corrida e Il pranzo è servito, Loretta Goggi, e la famosa coppia formata da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, con la sitcom di culto Casa Vianello, che sarebbe durata per ben sedici stagioni, dal 1988 al 2007. La scalata dell'imprenditore milanese prosegui nel 1982 con l'acquisto di Italia 1, che promosse la cultura degli anime giapponesi nella penisola,  e nel 1984 con Rete 4, oltre all’arrivo di serie tv leggendarie come Dallas e Dynasty, che raccontavano il mondo dorato, tra scandali ed intrighi, dell’America degli anni Ottanta. Anche se alcuni nomi passati a Mediaset, come Pippo Baudo o Raffaella Carrà, sarebbero poi tornati alla Rai, Berlusconi era pronto anche per lanciare la sua visione del mondo dell’informazione, con a dirigere il primo Tg5 nel gennaio 1992 una personalità stimata come Enrico Mentana e un anno prima erano nati quello di Studio Aperto su Italia 1 e quello su Rete 4, diretto da Emilio Fede. Negli anni Novanta successi come Non è La Rai e Pressing, il contenitore sportivo di Italia 1 condotto da Raimondo Vianello, confermarono il successo crescente della rete, che divenne la grande avversaria della Rai. Il terzo millennio, oltre a trasformare Rete 4  in un contenitore di talk show serali molto seguiti e Italia Uno nella rete dei giovani, ha visto l’affermarsi di Canale 5 come la regina della fiction, oltre ad una serie di grandi eventi calcistici e di quiz amatissimi dal pubblico, come Chi vuol essere Milionario? Read the full article
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kimbalibera13 · 1 year
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Non potendo difendersi dal bene che ricevono, gli uomini cercano di non accorgersene e di dimenticarsene presto, fin che giunge opportuno il momento di vendicarsi con un piccolo trionfo d'ingratitudine.
Emilio De Marchi, Demetrio Pianelli, 1945
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eleesabetta · 5 years
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Tu rimani un fiore naturale, destinato a morire nel giro di una stagione, restando autentico; miglior sorte rispetto ai fiori di carta, miseramente gettati e dimenticati nella polvere.
(E. De Marchi)
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iannozzigiuseppe · 4 years
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IL GIORNO DI NATALE – Luigi Pirandello, Laura Bonelli (con testi di Emilio De Marchi) – Graphe.it Edizioni IL GIORNO DI NATALE Luigi Pirandello, Laura Bonelli Graphe.it edizioni Lo spirito natalizio può assumere le forme più diverse, nel tempo e nello spazio, e rispondere a differenti nomi.
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a--piedi--nudi · 3 years
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Sentiva già che è più facile uccidere un uomo che un pregiudizio
Emilio De Marchi
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opera-ghosts · 3 years
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Antonio Scotti (25 January 1866 – 26 February 1936) was an Italian baritone. He was a principal artist of the New York Metropolitan Opera for more than 33 seasons, but also sang with great success at London's Royal Opera House, Covent Garden, and Milan's La Scala.  He received his early vocal training from Esther Trifari-Paganini and Vincenzo Lombardi. According to most sources, he made his debut at Malta's Theatre Royal in 1889, performing the role of Amonasro in Giuseppe Verdi's Aida. Engagements at various Italian operatic venues ensued and he later gained valuable stage experience singing in Spain, Portugal, Russia and South America (Buenos Aires from 1891 to 1894 and again 1897. Río de Janeiro 1893 and Chile 1898. Also sung in Montevideo) In 1898, he debuted at Italy's most renowned opera house, La Scala, Milan, as Hans Sachs in Die Meistersinger. This now seems a surprising choice of role for Scotti because his subsequent career did not encompass the operas of Richard Wagner. Scotti's American debut took place in the autumn of 1899, when he sang in Chicago. On 27 December 1899 he made his first appearance in New York City at the Metropolitan Opera, undertaking the title role in Mozart's Don Giovanni. He would become an audience favorite at the Met, earning acclaim for his graceful singing of Donizetti's bel canto music as well as for the touch of elegance that he brought to his more forceful Verdi and verismo interpretations. Scotti appeared at Covent Garden in London for the first time in 1899, singing Don Giovanni. He would return to London on many occasions prior to World War I. At the Met in 1901, Scotti became the first artist to sing the role of Scarpia in Giacomo Puccini's Tosca in America. He appeared, too, in the American premieres of Francesco Cilea's Adriana Lecouvreur, Ermanno Wolf-Ferrari's Le donne curiose, Umberto Giordano's Fedora, Franco Leoni's L'Oracolo and Isidore de Lara's Messaline. Scotti also sang a variety of mainstream baritone parts during his time at the Met, including Rigoletto, Malatesta, Belcore, Iago, Falstaff, Marcello, and Sharpless in addition to Don Giovanni and Scarpia. He often performed opposite his close friend Enrico Caruso and appeared with the illustrious tenor when he made his Met debut as the Duke of Mantua in Rigoletto in 1903. Scotti partnered 15 different Toscas over the course of his long career at the house. In 1912, Scotti's arrival in the United States with Pasquale Amato and William Hinshaw for his next Met season received extensive newspaper coverage. He performed at the Royal Opera House, Covent Garden, on a regular basis until 1910, with additional appearances in the 1913–1914 season. During this period, he became not only London's first Scarpia but also its first Sharpless in Puccini's Madama Butterfly (in 1900 and 1905 respectively), which he also introduced to the Met in 1907. In 1917, he was elected an honorary member of Phi Mu Alpha Sinfonia, the American fraternity for male musicians, at the New England Conservatory of Music. Scotti performed in Paris at the Opéra Comique singing Tosca (in 1904 with Emma Eames and Emilio De Marchi, conductor Cleofonte Campanini, and in 1910, with Farrar and Beyle, the young and later-prominent conductor Gino Marinuzzi). In 1910 at Theatre du Châtelet with the Metropolitan ensemble, Scotti sung Falstaff conducted by Arturo Toscanini and at the Opera, in a gala performance, the third act of La bohème with Caruso and Farrar. In 1908, he sang at Salzburg in Don Giovanni, with Lilli Lehmann (Donna Ana), Johanna Gadski (Donna Elvira), Geraldine Farrar (Zerlina), with Karl Muck conducting. He formed his own troupe of singers in 1919, calling it, naturally enough, the Scotti Opera Company. He managed it for several seasons while touring the United States. Scotti celebrated his 25th anniversary with the Met on 1 January 1924 in a gala performance of Tosca. By the 1930s, Scotti's voice had declined considerably but he retained his place on the Met's roster of singers due to his outstanding histrionic ability. His final Met appearance occurred on 20 January 1933, when he sang Chim-Fen in L'Oracolo; he had created the role in 1905. Scotti returned to Italy to spend his retirement. He died in Naples in 1936, aged 70
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circusfans-italia · 4 years
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PAGINE DI CIRCO: "Gente del Circo"
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  Oggi vorrei presentarvi un volume decisamente interessante, ottimo punto di riferimento per ulteriori approfondimenti, con numerosi spunti e citazioni bibliografiche, sia per quanto riguarda la storia del circo, sia romanzi e poesie a tema e ambientazione circense in senso lato, comprendendo anche il mondo delle fiere, dei saltimbanchi, dei side show… "Gente del circo - Bestiari e altra umanità", pubblicato da Armando Editore, Roma, nel 1986 (ma tuttora reperibile in commercio, nuovo o usato) a cura dell'antropologo Vincenzo Padiglione e impreziosito dalle tavole e illustrazioni del pittore Beppe Madaudo, il tutto inserito nell'elegante progetto grafico e impaginazione di Alfredo Celaia. Nell'introduzione il curatore descrive e analizza la storia ed evoluzione del circo e delle sue arti, indicando numerose fonti bibliografiche. Segue una ricca antologia di ben ventitré tra brani e poesie tratti da opere di altrettanti scrittori, romanzieri, poeti.
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Eccone l'indice: - Vincenzo Padiglione, "Simboliche del circo" (introduzione storica) - Johann Wolfang Goethe, "Una compagnia di funamboli, acrobati e saltimbanchi" (tratto da "Wilhelm Meister, La vocazione teatrale") - Victor Hugo, "Gwynplaine. L'uomo che ride" (tratto dal romanzo omonimo "L'uomo che ride") - A Colocci, "Lo zingaro, l'orso e il generale" (tratto da "Gli zingari, storia di un popolo errante") - Charles Dickens, "Artisti girovaghi" (tratto da "La bottega dell'antiquario") - Eugene Sue, "L'uomo-pesce ed altre incredibili attrazioni" (tratto da "Le miserie dei trovatelli") - Edmund de Goncourt, "Il Circo di Tommaso Bescapè" (tratto da "I fratelli Zenganno") - Ernst Theodor Wilhelm Hoffmann, "Il domatore di pulci" (tratto da "Maestro Pulce") - Mark Twain, "Trucchi da circo" (tratto da "Le avventure di Huckleberry Finn") - Charles Baudelaire, "Il vecchio saltimbanco" (tratto da "Poemetti in prosa") - Ranier Maria Rilke, "Angelo" (tratto da "Elegie duinesi") - Franz Kafka, "In galleria" (tratto da "La metamorfosi e altri racconti") - Jack London, "Il cane Michael, la scimmietta Sara e il leopardo" (tratto da "Michael, cane da circo") - Ramon Gomez de la Serna, "Leoni acquatici e sirene" (tratto da "Circo") - Edmondo De Amicis, "Il piccolo pagliaccio" (tratto da "Cuore") - Collodi, "Ciuchino Pinocchio - La stella della danza" (tratto da "Le avventure di Pinocchio") - Ettore Petrolini, "Il Padiglione delle meraviglie a piazza Pepe" (tratto da "Modestia a parte!!!") - Cesare Pascarella, "Li pajacci" (tratto da "Sonetti") - Ercole Luigi Morselli, "La donna ragno" (racconto tratto da "Noi e il mondo", 10 ottobre 1918) - Raffaele Carrieri, "Circo" - Riccardo Marchi, "Miss Paolina ed io" (tratto da "Circo equestre") - Emilio Cecchi, "Una coppia di trapezisti" (tratto da "I trapezisti") - Salvator Gotta, "Zaira, ragazza del circo" (tratto dal romanzo omonimo) - Walter de la Mare, "Midget - La principessa delle fate" (tratto da "Memorie di una donna in miniatura") Francesco "Kirkos" Farné
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marcogiovenale · 2 years
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"il cappello del prete", di emilio de marchi (ikonalíber): presentazione a l'aquila, domani 14 settembre
“il cappello del prete”, di emilio de marchi (ikonalíber): presentazione a l’aquila, domani 14 settembre
http://www.ikona.net/emilio-de-marchi-il-cappello-del-prete/ Mercoledì 14 settembre, alle ore 18:30.   Libreria Polarville, Palazzo Micheletti, via Castello 47, L’Aquila presentazione del libro IL CAPPELLO DEL PRETE di Emilio De Marchi illustrato da Sandra Antonelli   “il primo giallo – o forse noir – della letteratura italiana”   Conduce l’incontro Valeria Valeri, con Sandra Antonelli e Fabrizio…
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mayolfederico · 4 years
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trentuno luglio
Jean Dubuffet, Table chargée d’objets, 1951
  Per Adolf Eichmann
Corre libero il vento per le nostre pianure, Eterno pulsa il mare vivo alle nostre spiagge. L’uomo feconda la terra, la terra gli dà fiori e frutti: Vive in travaglio e in gioia, spera e teme, procrea dolci figli.
… E tu sei giunto, nostro prezioso nemico, Tu creatura deserta, uomo cerchiato di morte. Che saprai…
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pangeanews · 5 years
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Sia lode (almeno nel giorno del suo compleanno) a Emilio De Marchi, il nostro Alexandre Dumas, pioniere del “giallo”. Storia, tutta italiana, di risse e di coltelli
Il 31 luglio 1851 nasceva a Milano di Emilio De Marchi. Il 16 luglio 1893 moriva il lecchese Antonio Ghislanzoni. Due autori tra i più importanti del XIX secolo italofono. Due autori tra i più satirici della scena letteraria italiana. La collana “Brianze” edita da Bellavite di Missaglia, provincia di Lecco, e ora rinata in virtù di una sinergia con l’editore La Vita Felice di Milano, negli ultimi anni ne ha riscoperto due intriganti novelle che meritano rilettura per il semplice fatto di esser quanto mai attuali, ripubblicate in due volumetti a cura di Paolo Pirola.
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De Marchi, orfano di padre, madre che combatté nelle inssurrezionaliste Cinque Giornate di Milano, città di cui lo scrittore sarà poi consigliere comunale, fu uno dei maggiori autori italofoni di fine Ottocento di romanzi d’appendice o feuilletons, spesso con tinte da giallo, che venivano pubblicati a puntate sui giornali e sulle riviste, e dunque una sorta di Charles Dickens, Victor Hugo, Eugene Sue, Alexandre Dumas, Honoré de Balzac o Emile Zola lombardo, seppur di minor prestigio internazionale e di certo non paragonabile a Manzoni o Fogazzaro.
*
Quel maledetto coltello… è una breve novella intorno a un delitto di oltre un secolo fa che ebbe luogo in un paesino brianzolo di cui dà conto il sottotitolo logistico Il delitto di Osnago scelto dal curatore, che per la presentazione ha voluto il prezzemolo della curia italiana, monsignor Gianfranco Ravasi, che è nato a Osnago, e che molto dice tanto di sé quanto di De Marchi – spirituale (ma di che spirito?) forse e tuttavia mai confessionale – patriottico (ma di quali padri?) ma se non altro non nazionalista – “antinazionalistico”, e anzi “arditamente antinazionalistico”, scrive il prelato, l’uno e l’altro bardi della vulgata laicista e “filantropica”.
*
De Marchi, filantropista e pedagogico, fu infatti l’autore non solo del celebre Giacomo l’idealista, e di molti altri romanzi a sfondo sociale, ma anche de L’età preziosa, sottotitolo Precetti ed esempi offerti ai giovanotti, e il racconto brianzolo è il terzo di una serie di fascicoletti, La Buona Parola, sottotitolo Letture per il popolo, che lo scrittore diresse negli ultimissimi anni del XIX secolo con lo scopo di educare dall’alto i giovani lavoratori, visto che, come per Gramsci e per i suoi discepoli contemporanei il popolo è sempre pessimo, quindi da educare, emancipare, redimere, far progredire verso le “magnifiche sorti e progressive” di Leopardi…
*
La vicenda è brevemente narrata nelle primissime pagine. Un ragazzo di Osnago, tutto studio e lavoro, muratore e studente di disegno e suonatore di fisarmonica, strumento con cui si mette in tasca qualche soldo extra alle feste di paese “dove gli altri buttavano i quattrini in giuochi e bagordi” viene ammazzato in una rissa tra osnaghesi e usmatesi dovuta forse a piccole beghe campanilistiche, politiche o d’altro tipo, in quel di Lecco, dove si trovava con gli amici coscritti per la visita militare. Perché progresso e laicismo significarono esercito di leva.
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La vera causa del morto è però secondo l’autore il matrimonio tra coltello e vino, una vergogna che a suo avviso affligge il tipo certo non esattamente ideale che chiama “l’Italiano”. “Dove arriva l’Italiano arriva il suo coltello, spaventa gli altri popoli, che ci chiamano nazione del coltello… L’Arabo che adora Maometto, impallidisce di paura, quando si vede venire incontro minaccioso un Italiano. L’Arabo ha orrore del sangue e considera chi lo sparge poco meno che figlio del diavolo: e ha ragione”. De Marchi provocatore, sovversivo, raccontaballe, o forse giusto confuso da mescolare i lombardi a tipi etnici ben diversi più vicini agli arabi e far degli islamici figure angeliche? I corsi e ricorsi della storia narrata da confusi o forse con enormi code di paglia.
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“L’Arabo” – da sempre sobrio come voleva Maometto, e senza coltello, certo, ma con in mano una bella scimitarra, e pronto alle invasioni e allo sterminio – sono stati infatti contati circa duecentosettanta milioni di morti sotto la spada islamica, molto avvezza a colonizzare e schiavizzare altri popoli – e “l’Italiano” armato di quel coltello che è per De Marchi l’“amuleto” dei poveracci, specie nel Mezzogiorno, “dove la religione si confonde colla superstizione e perfino col delitto, [e] il coltello si mescola alla corona del rosario e al sacro scapolare”.
*
Ma il ragionamento di De Marchi non vale solo per il sud della penisola ma anche per Lecco, e per “altre provincie settentrionali più fredde di clima e di sentimento, dove si fa ballare il coltello per mezzo litro di vino, […] per una fetta di polenta”.
Il problema, per De Marchi, è che gli abitanti della penisola unita dalle armi dei sabaudi sono “più feroci, perché […] più vicini alle bestie che non agli uomini” di quanto non lo siano gli arabi, la povera gente come i signori con i “coltelli lunghi”.
*
Il bravo ragazzo muore e la madre ne diventa mezza matta, prima rinchiusa in ospizio e poi in giro per il paese a chiedere l’elemosina, sempre ad aspettare il figlio che non fa ritorno da Lecco.
L’assassino, invece, si fa dieci anni di prigione e, rimbambito dal vino, viene infine trovato in un fosso, in una gelida notte d’inverno, “non si sa se morto di fame, o di freddo, o di malinconia”.
*
La colpa, per De Marchi, era del coltello, non del fatto di usarlo solo per difendersi e non per offendere. Lo stesso varrebbe per la pistola e il fucile. Sia mai che l’amico Edmondo De Amicis non possa concludere il suo Sangue romagnolo come si deve. E vale a dire col buono morto ammazzato.
Ma se De Marchi e De Amicis si prendevano molto sul serio con le loro idee di progresso, Antonio Ghislanzoni, che fu narratore e pure librettista per Giuseppe Verdi, autore dei testi della celeberrima Aida e della revisione di altre due opere, è invece un fulgido esempio di satira che tutto coglie e fustiga non senza colpi di genio.
Marco Settimini
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abatelunare · 5 years
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Leggo pochissimi scrittori gialli. Perché li trovo generalmente noiosi. Nel senso che scrivono i romanzi sempre allo stesso modo. Simenon, che per me è un grandissimo, trovo dia il meglio al di fuori di Maigret. Forse perché non segue schemi e si sente più libero. Di Camilleri ho letto due soli romanzi. E a me sembra francamente sopravvalutato. Paradossalmente, preferisco la serie televisiva. Anche per la bravura degli interpreti. Preferisco i gialli scritti da autori che non sono giallisti. Che ne so: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, Il cappello del prete di Emilio De Marchi, Spasimo di Federico De Roberto. Non essendo specializzati in quel genere, tendono a darne un'interpretazione del tutto personale. Che suscita la mia curiosità. A differenza degli altri.
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nemzetikonyvtar · 5 years
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Transsylvania nostra : épített örökség
ÚJDONSÁGOK A MEK-BEN (2019. január 28.  és 2019. február 4.  között)
2019. 2. 1. Ráduly János: Dedikációk könyve http://mek.oszk.hu/19000/19042
2019. 2. 1. Málnási Ferenc: Az alapítók nagy lelke és példája lebeg előttünk http://mek.oszk.hu/19000/19045
2019. 2. 1. Beke Sándor - Fülöp Lajos - Ráduly János: A virág álma http://mek.oszk.hu/19000/19043
2019. 2. 1. A megbékélés ösvényein http://mek.oszk.hu/19000/19055
2019. 2. 1. Dickens, Charles: Nickleby Miklós és családjának élete és viszontagságai http://mek.oszk.hu/19000/19044
2019. 1. 31. Nagy Ignác: Torzképek http://mek.oszk.hu/19000/19040
2019. 1. 31. Máriás József: A szellem égtájain http://mek.oszk.hu/19000/19038
2019. 1. 31. Havas Antal: Afrikai képek http://mek.oszk.hu/19000/19041
2019. 1. 31. Jámborné Kness Mária: Recherches sur les Nummulites dans le bassin de Dorog http://mek.oszk.hu/19000/19039
2019. 1. 31. Biró Zsuzsanna Hanna: Bölcsészdiploma és társadalom http://mek.oszk.hu/19000/19037
2019. 1. 30. Vidra Szabó Ferenc: Határmezsgyék vándorai (Árnyéklovag)   http://mek.oszk.hu/19000/19035
2019. 1. 30. Jósika Júlia: Éva http://mek.oszk.hu/19000/19033
2019. 1. 30. Beke Sándor: Mikor pihen a század http://mek.oszk.hu/19000/19036
2019. 1. 30. Fóti József Lajos: A Toldi monda és két idegen eredetü epizódja http://mek.oszk.hu/19000/19034
2019. 1. 30. Lemorzsolódás és perzisztencia a felsőoktatásban http://mek.oszk.hu/19000/19032
2019. 1. 29. Sand, George: A tücsök http://mek.oszk.hu/19000/19030
2019. 1. 29. Piroska Katalin: Az aradi magyar színjátszás 130 éve, 1818-1948 (1. köt. 1818-1905)   http://mek.oszk.hu/19000/19028
2019. 1. 29. Sand, George: Jenny hugom http://mek.oszk.hu/19000/19031
2019. 1. 29. Ritoók Emma: Pan megváltása http://mek.oszk.hu/19000/19029
2019. 1. 29. Marchi, Emilio de: Pianelli Demetrio http://mek.oszk.hu/19000/19027
2019. 1. 28. Wohl Janka: Wohl Janka költeményei http://mek.oszk.hu/19000/19025
2019. 1. 28. Kiss Árpád: Számvitel a 4. ipari forradalom viharában http://mek.oszk.hu/19000/19023
2019. 1. 28. Coloma, Luis: Csekélységek http://mek.oszk.hu/19000/19026
2019. 1. 28. Horgas Béla: A ködevő http://mek.oszk.hu/19000/19024
2019. 1. 28. Debreczeny György: Elodázható elégiák http://mek.oszk.hu/19000/19022
ÚJDONSÁGOK AZ EPA-BAN (2019. január 28.  és 2019. február 4.  között)
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2019. 2. 1. Színház Füzetszám: 1988. 21. 12. december
2019. 2. 1. Vendég : szállodások, kávésok, vendéglősök, segédek, bormérők szaklapja Füzetszám: 1929. 9. 23-24. december 3.
2019. 2. 1. Magyarországi kávéházi alkalmazottak szaklapja Füzetszám: 1912. 7. 8. június 15.
2019. 1. 31. Nemzetközi statisztikai figyelő : A KSH Könyvtár elektronikus referáló lapja Füzetszám: 2018. 4. 3.
2019. 1. 31. Transsylvania nostra : built heritage : patrimoniu construit : épített örökség Füzetszám: 2018. 12. 2. (46.)
2019. 1. 31. Történelmi szemle : az MTA Történettudományi Intézetének folyóirata Füzetszám: 2018. 60. 3.
2019. 1. 31. Minorities research : a collection of studies by Hungarian authors Füzetszám: 2017.  19.
2019. 1. 31. Irodalmi jelen Füzetszám: 2004. 4. 38. december
2019. 1. 31. Kisebbségkutatás : szemle a hazai és külföldi irodalomból Füzetszám: 2018. 27. 4.
2019. 1. 31. Könyvtár - információ - társadalom : heti hírlevél információs és könyvtári szakemberek számára Füzetszám: 2019.  5. jan. 30.
2019. 1. 31. Mézeskalács Füzetszám: 2018. 66. 12. december
2019. 1. 30. Magyarországi borbély- és fodrászsegédek szaklapja : a Budapesti Borbély- és Fodrászsegédek Szakegyletének hivatalos közlönye Füzetszám: 1914. 10. 7. július 1.
2019. 1. 30. Jelenkor : irodalmi és művészeti folyóirat Füzetszám: 2018. 61. 12. december
2019. 1. 30. Szolgatárs : baptista lelkészi szakfolyóirat Füzetszám: 2017.  3.
2019. 1. 30. Geologica Hungarica. Series palaeontologica Füzetszám: 2018.  60.
2019. 1. 30. Hajdúsági tükör : kulturális és közéleti magazin Füzetszám: 2018. 11. 4. december 20.
2019. 1. 30. Hazánk s a külföld : szépirodalmi, ismeretterjesztő és társaséleti képes heti közlöny Füzetszám: 1872. 8. 52. december 26.
2019. 1. 29. Irodalomtörténeti közlemények Füzetszám: 2018. 122. 6.
2019. 1. 29. Cirkuszi akrobatika : alapkutatási és szakmódszertani periodika Füzetszám: 2018. 11. 2. nyár
2019. 1. 29. Városkép : Pestszentlőrinc-Pestszentimre közéleti lapja Füzetszám: 2019. 28. 1. január 22.
2019. 1. 29. OSZK hírlevél Füzetszám: 2019.   január 28.
2019. 1. 29. Geodézia és kartográfia Füzetszám: 2018. 50. 6.
2019. 1. 29. Sarasotai magyar hírmondó : a Kossuth Klub Hírei Füzetszám: 2019. 25. 2. február
2019. 1. 28. Enigma : művészetelméleti folyóirat Füzetszám: 2018. 25. 96.
2019. 1. 28. Új művészet Füzetszám: 2018.  11. december
2019. 1. 28. Túllépés : az AQUILA katolikus közösség negyedévi folyóirata Füzetszám: 2019. 6. 1. február
2019. 1. 28. Magyarház : a nagykaposi Magyar Közösségi Ház kiadványa Füzetszám: 2018. 6. 4. december 5.
2019. 1. 28. Kárpáti lapok : a turistaság, a honismeret és a természetvédelem terjesztésére Füzetszám: 2019. 14. 1.
2019. 1. 28. Nyomtass Te is! : hírek, amelyek eddig nem juthattak el mindenkihez Füzetszám: 2019. 3. 79. január 22.
2019. 1. 28. Kispest : a kispestiek hivatalos lapja Füzetszám: 2019. 25. 1. január
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eleesabetta · 5 years
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Si dette al bere, tracannando come se cercasse di affogare un ultimo rimorso. Fu poi trovato in un fossato in una rigida notte d'inverno. Non si sa se sia morto di fame o di freddo, o di malinconia.
(E. De Marchi)
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