Tumgik
#Emarginato
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Siete tutte uguali voi o troppo diverso io?
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Etichette scomode, verità libere
Possiamo esser tutto, possiamo esser niente, puoi dare delle etichette
Le parole ci vincolano, ci definiscono, ma non possono mai contenere
L intricato sentire dell'essere umano
Possiamo esser tutto, nel calore di un abbraccio,
nella dolcezza di un bacio o nel sorriso di un amico.
Possiamo esser niente, nell'ombra del silenzio,
nell'assenza di un gesto, nel vuoto di un momento.
Ma le etichette, ah, le etichette, che ci incollano addosso,
cercando di ridurci a un'unica forma, a un solo sguardo.
Etichette che imprigionano, limitano e confondono,
che sottraggono alla nostra vita il suo vero significato.
Siamo mosaici di esperienze, di emozioni e di pensieri,
sfaccettature iridescenti di un'unica anima.
Siamo più di ciò che ci si aspetta, più di un'identità prefabbricata,
siamo un universo di possibilità in movimento.
E lasciate che le nostre storie si intreccino senza limiti, senza etichette né confini.
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cosevita · 1 year
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Giovanni fatica a trovare le parole per dire la sua su cosa è vita, ma non solo perché l'italiano non è la sua lingua madre. Lui è un ultrasettantenne che non ha avuto un'educazione decente e da molti anni vive sulle strade.. In più, ebbe numerosi figli di cui perse traccia; vedi la sua storia completa - e tante altre - iscrivendoti al canale YouTube:
» https://www.youtube.com/@cos_e_vita?sub_confirmation=1
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catsloverword · 7 months
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E ti insegnano a scuola che quando esci dallo studio devi chiudere la porta e lasciare lì il lavoro, le sue emozioni.
A volte riesco. A volte no. Spesso non voglio farlo!
Ti insegnano questa cosa perché lavori col dolore e non puoi fartene carico e non puoi portarlo a casa.
Un pò sbagliano secondo me.
Non puoi portarti a casa il dolore: giusto!
Ma non puoi lasciare dietro una mandata di chiave quello che hai ricevuto.
Ho visto un sorriso tra le lacrime.
Ho visto un bambino andare via grato di essere stato ascoltato e creduto per una volta almeno.
Ho visto un senso di colpa sparire.
Ho visto un depresso trovare la luce per qualche momento.
Ho visto due genitori sperare.
Ho visto un emarginato capire che non è lui quello sbagliato.
Ho visto un criticato capire che il problema è di chi critica.
Ho visto attimi di speranza!
Ho visto i miei studi, ma anche il mio soffrire, a servizio.
Ho visto che tutto torna, tutto quadra, sempre.
Perché chiudere lì tutto questo?
No, questo invece lo porto a casa!
Grata!
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telefonamitra20anni · 1 month
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Esistenzialismo, alienazione, incongruenza.
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Lo straniero.
Meursault è un uomo apatico e distaccato, un antieroe sociale, incapace di provare emozioni genuinamente profonde o di conformarsi a schemi dogmatici e labili consuetudini sociali. La sua indifferenza nei confronti degli eventi più cruciali della sua vita lo lascia inerme, inetto, conducendolo a compiere scelte del tutto discutibili, culminando nella sua condanna a morte per omicidio.
Marcello cattura in modo straordinario e fervente l'essenza di questo personaggio così complesso e controverso trasmettendo al pubblico la sua apatica freddezza, adornata da un' inquietante calma, anche dinnanzi alla tragedia e all'ingiustizia, contribuisce al dono di un contrasto acceso, sottolineando un tratto di fatua e delicata sensibilità.
Lo straniero è un excursus esplorativo attraverso temi profondi come l'alienazione, l'assurdità distopica della vita e la mancanza di senso nell'esistenza umana e delle sue discutibili convenzioni sociali, nei suoi confini emarginati in regole da perseguire, per porsi il "dovere di essere" perfino quello che non si sente di essere. Mersault, resta ben lontano da tutto questo, scegliendo distintamente di camminare controcorrente, trascinato, emarginato, inetto, a suo modo elucubrante di un concetto ben più semplice, più asciutto, avulso da ogni sovrastruttura esistenziale, del tutto conscio di non essere l'unico a permeare il ruolo di un uomo alienato in una convenzione sociale e morale.
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fallimentiquotidiani · 3 months
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E fa l' alternativo per scopare. Lo facevano anche ai miei tempi
Ma guarda che adesso scopa solo chi guarda Sanremo, chi non lo guarda è un cazzo di emarginato della società.
Siamo nel 2024, anni in cui se non lo guardi sei out, non siamo più nel 2003, anni in cui se lo guardavi eri un coglione supremo.
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francescosatanassi · 1 year
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È DIFFICILE
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Una cosa difficile che proverò a spiegare: l’idea di sconfiggere la criminalità isolando per sempre un essere umano in una cella, privandolo della dignità che ogni essere vivente dovrebbe avere e dei rapporti sociali alla base della vita stessa, non ha alcun senso. Il carcere dice di voler rieducare a non commettere più il reato per il quale una persona è stata condannata, ma ancora oggi appare come uno strumento quasi esclusivamente punitivo e vendicativo. Quindi chi sbaglia non deve pagare? Forse la domanda è sbagliata. Dovremmo chiederci: chi sbaglia deve subire per tutta la vita una punizione fine a se stessa o va aiutato a fare in modo che lui e altri non commettano più quel reato fino alla scomparsa del reato stesso? La stragrande maggioranza di chi entra in carcere né esce (se esce) distrutto, etichettato come sbagliato, emarginato, isolato, e torna recidivo nello stesso reato o in reati più gravi. Il carcere così com’è strutturato non funziona, non ha la funzione che dice di avere. Ma il mafioso? Il pedofilo? Lo stupratore? Bisogna capire se cerchiamo vendetta o se vogliamo trasformarci in una società migliore. È difficilissimo immaginarlo, io sono il primo a non riuscirci, perché la vendetta è il primo desiderio che ci assale, ma è un desiderio imposto, si accende in noi perché così è più semplice, è un metodo accettato: chi sbaglia, paga. Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito va guardato sotto questa lente: gli anarchici sognano una società senza carcere non perché i delinquenti possano girare indisturbati, ma perché credono in una società dove la criminalità non esiste, che si autogoverna con la solidarietà, dove gli uomini provvedono ai proprio bisogni senza farli propri in modo illecito. La maggior parte di chi finisce in carcere ha commesso reati per necessità, se creiamo una società che soddisfa i bisogni di tutti, senza una gestione del potere che ci divide in sfruttati e sfruttatori, la necessità di agire in modo illecito sparirà, e sparirà anche il reato. Un'utopia, ma la costruzione di un mondo migliore è ancora possibile? Forse solo come illusione, ma può essere utile allargare lo sguardo e continuare a porsi la domanda.
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matto77 · 9 months
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Domani, questo regime bacato crolla e ci ritroveremo nel paradiso capitalista; su quelle gradinate saliranno miliardari, star del cinema, politici abbronzati... E nel recenito degli intellettuali, Jean-Paul Sartre, per esempio. No, è appena morto, beh, ci metteranno un altro. Ma sa qual è la cosa pià buffa? Che la folla sfilerà ugualmente, come niente fosse. Già, perchè non le importa granchè di sapere chi occupa le tribune, l'importante è che qualcuno le occupi. E' questo che dà un senso alla vita del nostro formicaio umano. Sì, invece della statua di Lenin si potrebbe immaingare un playboy in smoking. Un giorno succederà. E di nuovo sfileranno quelle tre categorie: una grande maggioranza di placidi sonnambuli, i cinici e qualche ribelle emarginato..."
Andrei Makine - il libro dei brevi amori eterni
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ilblogdellestorie · 1 year
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È morto a 85 anni l’autore di manga e anime giapponese Leiji Matsumoto, conosciuto in Italia soprattutto per l’anime Capitan Harlock, che andò in onda dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Duemila. Matsumoto iniziò a lavorare come fumettista, specializzandosi presto in trame di fantascienza come quella di Capitan Harlock, ambientato nell’anno 2977 e il cui protagonista è un militare emarginato ribellatosi al governo della Terra e diventato un pirata spaziale alla guida di un’astronave, l’Arcadia. Tra gli altri suoi lavori più famosi c’è anche Galaxy Express 999, che andò in onda anche in Italia ed è ambientata nello stesso universo narrativo di Capitan Harlock. Matsumoto ha anche lavorato a diversi video animati dei Daft Punk, il noto gruppo francese di musica elettronica, compreso quello della canzone One more time.
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a-differentmind · 25 days
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Al concerto della terra quando si è esibito Pietro Morello ha chiesto a tutti "alzi la mano chi almeno una volta nella vita si è sentito solo,indifeso emarginato,diverso e non capito".
Ho alzato la mano e cosi un sacco di altre persone compresa la ragazza vicino a me...e nulla qualche anno fa questo non sarebbe successo.
Arrivare ad una consapevolezza di se stessi,non vergognarsi di dire/pensare le cose è una delle vittorie più preziose a livello personale.
Bisogna essere sempre contenti di cio che siamo,nonostante la nostra mente cerchi di sabotarci continuamente.
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abr · 10 months
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Tuttosport spiega al giuventino medio come funziona la Giustizia. Attenzione, NON SOLO la Giustizia sportiva - eteogenesi dei fini rispetto agli obiettivi del giornalaio. Speriamo che qualche lezione rimanga a loro insaputa nelle teste dei medioman lettori.
Testuale (rimuovendo "sportiva" e "del calcio" in due soli punti):
"La giustizia non è oggettiva, ma soggettiva e politica. Non c'è indipendenza del potere giudiziario (per quanto venga spesso sbandierata), la storia, compresa quella recentissima, lo dimostra: la giustizia è uno strumento in mano al potere, che può essere magnanimo e severissimo a seconda delle circostanze, dei protagonisti, delle convenienze. Tutto è interpretabile. Non c'è logica, non c'è diritto, in definitiva è sempre una questione di potere".
Aggiungiamo: la "professionalità" dei buromagistrati consiste nel saper PIEGARE l'interpretazione delle leggi e delle sentenze preesistenti (la cd. giurisprudenza) all'obiettivo prefissato. Si può fare SEMPRE, indipendentemente dalla Verità e anche dalla Logica; gli antichi romani lo consideravano normale, ne studiavano le tecniche chiamandole retorica. La lingua non ha ossa, si può piegare come si vuole, diceva un proverbio popolare veneto: ad esempio, si può giustificare che il canone Rai costituisca una tassa di possesso di mezzi audiovisivi o che l'obbligo di vaccino non sia un obbligo.
"Io sono innocente e spero vivamente lo siate anche voi", così provocò Enzo Tortora i suoi giudici. Un magistrato "innocente" cioè privo di obiettivi terzi che diventano interessi suoi, in natura non esiste: é come un medico sinceramente interessato al destino dei pazienti, il Sistema l'avrebbe emarginato a inizio carriera per manifesta inutilità.
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girulicchio · 9 months
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L'ultima spesa
Forse non tutti sanno che Gesù aveva, in effetti, problemi di insicurezza e autostima bassa. Aveva pochi amici perché la storia del messia, piombatagli tra capo e collo già da bimbo, lo ha emarginato più di un po'. Chiunque abbia visto Dogma questo lo sa già. Quello che non sanno è che, all'atto dell'ultima cena, Gesù ha separato amici, discepoli e famiglia, organizzando, nella realtà dei fatti, tre ultime cene. Solo che, nella sua bontà infinita, non sapeva chi invitare e chi escludere. Avete presente quando torni da un viaggio e non sai a chi prendere o meno un souvenir? Ecco, più o meno lo stesso per Gesù.
Gli amichetti delle medie avevano già rifiutato tutti i suoi inviti precedenti, a causa delle malelingue palestinesi. Gli altri falegnami, figli e compagni di suo padre (quello terreno, insomma), avevano paura di ripercussioni in caso di schieramento con l'unto redentore: si vociferava di minacce da un bel po', dopo la storia dei primogeniti. E anche per questo, Gesù aveva molti scrupoli nel fare gli inviti. Poi, non sapeva come sistemare la gente ai tavoli: i farisei, invitati per bontà nonostante l'idiosincrasia reciproca, non potevano sedere accanto ai peccatori, altrimenti avrebbero battibeccato per tutta la serata, rovinando l'atmosfera triste e solenne. Ma cosa avrebbe dovuto fare, il figlio di Dio? Non invitare gli uni o gli altri? E che figura ci avrebbe fatto?
Poi, riguardo i familiari, i parenti di Giuseppe e di Maria non si potevano proprio sopportare. Mai a pensare di tenerli allo stesso tavolo: accadeva più spesso di quanto si possa immaginare che qualcuno lanciasse una pietra - non figuratamente, attenzione - e da lì si scatenasse una rissa, da raccontare ogni domenica come una giusta battaglia, che ognuna delle due parti sosteneva di aver vinto. Nessuno aveva mai accettato davvero questa storia del figlio della Vergine e ognuno aveva la propria opinione screditante nei confronti di Gesù e di uno dei due genitori. E sui dodici-tredici apostoli, non mi dilungo: la storia è ben nota, ci hanno già fatto dei quadri, anche. Tuttavia, quello che nessuno dice, è che si seppe in fretta che Gesù non sapeva dire di no. E allora, ecco che tutti ad imbucarsi alle ultime cene di Gesù: chi si professava un lontano parente, chi un presunto amico delle elementari, chi un nuovo adepto. Insomma, tutti volevano mangiare e bere a sbafo e a scrocco. Gesù si ritrovò praticamente dissanguato - certo, non è elegante dirlo così, ma tant'è... - e ogni giorno, fino al giorno prima delle cene, andava a ratificare i nuovi invitati alle sale e ad allungare la lista della spesa. Adesso potete capire perché ha accettato di buon grado la crocifissione: diciamocelo, è stata anche una bella liberazione. (Nessun Gesù è stato maltrattato durante la stesura di questa storia. Prima, ahimè, lo è stato eccome. Bastoni e pietre possono ferire, le parole anche, ma una volta che si è morti né questi, né quelli hanno alcun effetto)
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“Non si deve mai stare al centro. È molto meglio stare di lato perché si vedono meglio le cose. Io sono da sempre un'outsider, credo sia una condizione di privilegio.”
YOKO ONO
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ballata · 5 months
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Deriva Totalitaria in Irlanda: In fase di approvazione il “Criminal Justice Bill”. L’Ombra dello Psicocrimine Orwelliano si Avvicina.
In un’inquietante deriva verso il totalitarismo, il governo irlandese ha varato una legge che minaccia di soffocare la libertà di espressione e di silenziare ogni forma di critica nei confronti dell’immigrazione. Dopo l’orrore dell’accoltellamento da parte di un immigrato, il governo si appresta a varare una legge che punisce chiunque esprima opinioni ritenute “offensive” nei confronti degli immigrati.
“Trema il tiranno / I nostri fuochi da campo si spengono lentamente” –
questi sono i versi dell’inno nazionale irlandese, e in qualche modo risuonano in modo interessante con gli eventi di attacchi. Compresi i rifugiati e migranti che inondano il paese in questo periodo, rispetto ai quali l’irlandese medio si sente emarginato, mentre lo straniero appena arrivato può trovare alloggio nel mezzo dell’acuta crisi abitativa prima dei suoi figli o dei 13mila senzatetto irlandesi. E vediamo anche l’indignazione che ha attraversato il Paese, non solo perché appena una settimana fa due adulti e tre bambini sono stati accoltellati da un immigrato di origine algerina ma la brace ardeva ormai da tempo nell’animo del popolo irlandese, tanto che sei giorni su sette scendevano in piazza a protestare.
#irishpatriots #irlanda🇮🇪 #orwell #migrantes #muslim #sharia #robertonicolettiballatibonaffini #derivatotalitaria #jihad #becarful
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lavitafattapuntino · 11 months
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Siamo arrivati in un epoca in cui la comunicazione è passata in secondo piano...
Chi comunica è visto come un emarginato... Chi prova a capire viene abbandonato....
Mentre chi non usa il cervello viene visto come un eroe.
Non fate scappare chi cerca di starvi vicino, sono più unici che rari coloro che vi amano.
Lavitafattapuntino
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libriaco · 2 years
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I musei italiani
I musei italiani - si dice - sono in sfacelo: il personale è assai scarso, spesso non preparato professionalmente, le dotazioni finanziarie sono tali da non permettere a volte neppure la normale manutenzione. Per la maggior parte i musei italiani non sono musei nel senso moderno della parola, sono contenitori (non sempre del tutto sicuri) il cui materiale è affidato a personale per lo più maltrattato dalle amministrazioni, comunque sempre messo nell'impossibilità di lavorare correttamente per mancanza di strutture, emarginato e incapace di incidere sia pure minimamente sulle scelte di politica culturale.
L. Binni, G. Pinna, Museo [1980], Milano, Garzanti, 1989
Quarant’anni fa, eh! Adesso, invece...
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