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#simon tassy
broskiladoskii · 3 months
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jackies-ear69 · 9 months
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WHY ARE SO MANY YELLOWJACKETS IN AUSTRALIA RN?? We need the rest of them now
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La Banca Centrale Europea gira il coltello nella piaga
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La partita contro l'inflazione non è ancora terminata, quest'ultima dovrebbe raggiungere il picco nel primo semestre del 2023 prima di attenuarsi. "Siamo impegnati a riportare l'inflazione al 2% entro fine 2024, fine 2025", ha detto il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau. Eurostat: inflazione +10,1% anno su anno in Eurozona, 11,8% in Italia Un’inflazione che resta, in effetti, elevata. Come reso noto da Eurostat il 16 dicembre, l'indice dei prezzi al consumo nell'area euro a novembre, secondo la lettura definitiva, è sceso dello 0,1% a livello mensile ed è cresciuto del 10,1% su base annua (-0,1% mese su mese e +10% anno su anno la stima del consenso). L’indice dei prezzi core, che esclude le componenti dell'energia, degli alimenti e dell'alcol, è rimasto invariato su base mensile ed è cresciuto del 5% a livello annuo. Solo in Italia a novembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e dell'11,8% su base annua, come nel mese precedente, raggiungendo il livello più alto da marzo 1984 come ha segnalato l'Istat confermando la stima preliminare. Con il ritmo di aumento dei tassi e la riduzione del bilancio più o meno fissati, la Bce il 15 dicembre ha rivisto significativamente al rialzo le aspettative di inflazione, che ora sono dell’8,4% per il 2022, del 6,3% per il 2023, del 3,4% per il 2024 e del 2,3% per il 2025. Per la prima volta, inoltre, la Lagarde ha fatto cenno ad “una recessione relativamente breve e poco profonda” fra il quarto trimestre del 2022 e il primo del 2023. Le nuove stime indicano una crescita del Pil del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025.  Il mercato vede ora il tasso terminale oltre il 3% a settembre La Bce, sulla scia di Fed e BoE, ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, così come il mercato si aspettava, portando il costo delle operazioni di rifinanziamento principale al 2,5%, di rifinanziamento marginale al 2,75% e sui depositi presso la banca centrale al 2%. Ma nel suo discorso la presidente, Christine Lagarde, ha ribadito come l’inflazione resti ancora troppo elevata e, secondo le proiezioni, è atteso che si mantenga superiore all’obiettivo per un periodo di tempo prolungato. Motivo questo per il quale sono necessari altri rialzi dei tassi di 50 punti base per un certo periodo di tempo al fine di assicurare un ritorno dell’inflazione nell’intorno dell’obiettivo del 2%. Il consensus di mercato prevede due aumenti di tassi da 50 punti base nei prossimi due meeting e vede ora un tasso terminale oltre il 3% a settembre, in rialzo rispetto al precedente 2,8% stimato prima della riunione Bce. "Alla luce dei toni da falco, della tenuta della domanda fino alla seconda metà del 2022 e del fatto che la Bce prevede una recessione lieve, ora ci aspettiamo aumenti dei tassi di 50 punti base a febbraio e marzo, prima di una lunga pausa che porterà il tasso sui depositi al 3%”, ha stimato Simon Wells, Chief European Economist di Hsbc. “Tuttavia, la nostra visione sulle pressioni dell'inflazione di fondo a medio termine ci porta a non prevedere tagli dei tassi da parte della Bce nel 2023 o nel 2024. Ci aspettiamo anche che il ritmo di 15 miliardi di euro del Quantitative Tightening rimanga per tutto il 2023”.  Con i paesi che devono affrontare ampi deficit a causa della crisi energetica e della recessione, non crediamo che la Bce rischierà di mettere sotto pressione gli spread delle obbligazioni della periferia. “Pensiamo, quindi, che manterrà il ritmo di 15 miliardi di euro nella seconda metà del 2023 e potenzialmente lo aumenterà nel 2024. Anche in questo caso, con la combinazione di rialzi dei tassi e QT più aggressivi, alcuni Paesi potrebbero trovarsi ad affrontare una pressione significativa in termini di costi di finanziamento l'anno prossimo”, ha avvertito Wells. Banche centrali come il Grinch, gelano il rally di fine anno Con gli investitori alla ricerca di rassicurazioni che tutto andasse bene, “le banche centrali hanno, invece, interpretato la figura del Grinch, rovinandone il Natale. Va anche riportato come gli investitori abbiano mostrato forse eccessivo ottimismo sul fatto che le pressioni inflazionistiche siano ormai alle nostre spalle e che le banche centrali debbano cambiare orientamento, da lotta all’inflazione a lotta alla recessione”, ha sottolineato Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Con un’inflazione in Europa a doppia cifra, con solamente la lettura di novembre che ha restituito una flessione (la prima dal giugno 2021) e per lo più, come evidenziato dalla stessa Bce, generata dal calo dei prezzi energetici, risulta difficile pensare che la pressione sui prezzi sia acqua passata”. Per Ipek Ozkardeskaya, senior analyst di Swissquote, Lagarde ha mandato i mercati all'inferno e ha infranto ogni speranza rimasta per un rally azionario di fine anno.  Nuova impennata dei rendimenti dei titoli di Stato Con una lotta all’inflazione ancora lontana dall’essere estirpata i mercati hanno rivisto al rialzo le aspettative future dei tassi. L’Euribor a tre mesi, con scadenza a giugno, torna ad essere scambiato sopra al 3,2% e probabilmente continuerà a salire, spread Btp/Bund a 219 punti base nel giorno delle quattro streghe (il rendimento del Bund decennale tedesco sale al 2,20% e quello del Btp a 10 anni al 4,386% e del 2 anni al 3,17%) e focus sui debiti pubblici, quello dell’Italia in primis, con il rendimento greco, in questo momento, perfino inferiore a quello italiano. “Il piano della banca centrale di tagliare il suo sostegno ai mercati dei titoli sovrani arriva mentre i governi della zona euro sono pronti a emettere più debito il prossimo anno per coprire il costo della protezione delle famiglie e delle imprese dall'impatto dei prezzi elevati dell'energia quest'anno”, ha detto Debach.   S&P Global: se la Bce ha ragione, la curva dei rendimenti in Europa si accentuerà Se la Bce ha ragione, secondo Sylvain Broyer, Chief Economist Emea, S&P Global Ratings, è possibile che i rendimenti a lungo termine aumentino ulteriormente e che la curva dei rendimenti in Europa si accentui. "Se il punto di vista dei mercati è corretto, è meglio che la Bce sia molto cauta nelle sue prossime decisioni sui tassi e sul prelievo di liquidità, per non far ricadere l'economia europea in una recessione più lunga e più profonda di quanto le sue previsioni suggeriscano”, ha avvertito Broyer per il quale il segnale inviato dai mercati con una curva dei rendimenti da piatta a invertita dovrebbe costituire un campanello d'allarme per il Consiglio Direttivo.   Ad aggiungere benzina alle preoccupazioni degli investitori, ha concluso Debach, “le letture americane sulle vendite al dettaglio e sulla produzione manifatturiera di novembre, entrambe scese più del previsto. Letture che fanno aumentare i timori di recessione, soprattutto con una Fed ancora con il piede pigiato sull’acceleratore”.  Read the full article
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italianartsociety · 4 years
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By: Amy Fredrickson 
Artemisia Gentileschi was born on July 8, 1593, in Rome and is one of the most distinguished artists of her generation. She challenged the societal limitations placed on female artists during her time and became a successful history painter in her own right. Her career took her from Rome to Florence, Venice, London, and Naples, where she worked for elite patrons such as the Medici family in Florence and King Philip IV of Spain.
Artemisia was the eldest of Prudenzia Montoni and Orazio Lomi Gentileschi’s (1563–1639) five children as well as their only daughter. She was born into an artistic family. In addition to her father, her grandfather Baccio Lomi (c.1550–1595) and her uncle Aurelio Lomi (1556 – 1622) were well-known Pisan painters.
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Originally a mannerist-style painter, Orazio became a follower of Caravaggio’s practice of working from nature, and he trained Artemisia to paint in this manner. As a child, Artemisia worked in his studio, mixing pigments and making varnishes. She learned the techniques of chiaroscuro, which was characteristic of Caravaggist paintings. In turn, Artemisia was a second-generation champion of Caravaggio’s realism; her first recorded paintings are almost indistinguishable from her father’s, such as Susanna and the Elders (1610). Painted a few years later, Judith and Her Maidservant (c.1614-20) in the Palazzo Pitti sets her apart from Orazio for its  emotive protagonists and deep tenebrism.
Orazio hired painter Agostino Tassi (1578 – 1644) to tutor Artemisia. In the spring of 1611, Tassi raped her, and he refused to fulfill his promise to marry her. Orazio took him to trial because the crime against his daughter was a crime against his family’s honor. Artemisia’s infamous 1612 trial was well-documented and lasted seven months. She was forced to provide a testimony under torture. Found guilty, Tassi was sentenced to banishment from Rome for five months; however, his punishment was not enforced.
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Shortly after, Artemisia married Florentine artist Pietro Antonio di Vincenzo Stiattes (b.1584), and they moved to Florence. Before their arrival, Orazio wrote to the dowager Grand Duchess of Tuscany, Christina of Lorraine,  requesting her help in preventing Agostino Tassi's release from the Corte Savella where he was being jailed. In return, Orazio offered to send her one of Artemisia's paintings, Judith and Her Maidservant (c.1614-20).
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Artemisia established herself as an independent artist in Florence, and she began developing her distinct style. She pushed against the societal norms established for women during her time, such as relegating women painters to the genre of still life or portraiture. Instead, she concentrated on history painting. She established herself within Florentine literary circles, which led to commissions from the Medici family and Michelangelo Buonarotti the Younger. She painted Judith and Holofernes (c. 1612–1621) and the Penitent Mary Magdalene (1620–1625) in the Palazzo Pitti for the Medicis, and for Casa Buonarotti, she painted a ceiling painting called the Allegory of Inclination (1615–1617). Her Florentine paintings illustrate her development beyond her father’s teachings and those of Caravaggio as she introduced a more polished surface, brighter colors, and sophisticated iconography. Perhaps these advances were a product of her association with the poets, painters, and intellectuals she had encountered in Florence. In 1616, Artemisia became the first female member of the Accademia delle Arti del Disegno. 
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Artemisia was business savvy; she ran her own studio and controlled her finances. The move to Rome may have coincided with Grand Duke Cosimo II de’ Medici’s death in 1621. His successor was Ferdinando, his ten-year-old son, who was governed by his mother and grandmother, and ultimately, their tastes leaned toward penitent biblical figures rather than Artemisia’s bloodletting heroines.
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In 1620, Artemisia and her husband returned to Rome for approximately six years. Judith and her Maidservant (c. 1623-25), now in Detroit, dates to this time, although how many paintings Artemisia produced during her second Roman period is unclear. Little is known about her involvement in Roman artistic circles of this period, yet Simon Vouet’s portrait of Artemisia for the papal secretary Cassiano dal Pozzo provides some insight that she was associated with an elite circle of patrons and possibly the Academy of the Desiosi.
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In 1627, Artemisia traveled to Venice for a few years to possibly attain commissions. During her Venetian sojourn, she participated in literary circles such as the Accademia degli Incogniti. Venetian poetry of this time alludes to her status in these circles. While in Venice, Artemisia began to specialize in monumental biblical and historic women; the subject of these paintings featured the triumphs and tragedies of these heroines.
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In 1629, the Spanish viceroy, the Duke of Alcalá, invited Artemisia to Naples, and a year later, she resided in Naples and ran a successful studio. A remarkable example of this period is her Esther before Ahasuerus (1627-1630), which hints at her Venetian sojourn. The incorporated grandiose movements and ornamental dress emit an operatic air. 
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Her recently discovered paintings, such as Corsica and the Satyr (c. 1630-35) and Christ and the Samaritan Women (c. 1637), reveal that the 1630s marked a high point in her career. What sets these works apart from her earlier paintings are her lyrical subjects and the loose Venetian-inspired brushwork of broad white strokes with colors applied on top. During the 1630s, she began incorporating rich colors, such as ochres, blues, and cinnabar red. Artemisia created dimension and drama through her use of such rich hues.
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Artemisia left Naples in 1638 to assist her ill father in London. Orazio worked for the English court beginning in 1626 and was working on ceiling paintings for the Great Hall in the Queen’s House in Greenwich. By 1640, she returned to Naples, where she remained until her death. It is unknown when she died, but a recently discovered document shows her living in Naples in August 1654. It is plausible that Artemisia died during the 1656 plague that had ravaged Naples and killed half of its inhabitants. 
Images:
Self-Portrait as the Allegory of Painting, c.1630, oil on canvas, 96,5 x 73,7 cm., Royal Collection, Windsor
Susanna and the Elders, 1610, oil on canvas, 170 x 121 cm., Schloss Weissenstein, Pommersfelden
Judith and Her Maidservant, c.1614-20, oil on canvas, 114 x 93.5 cm., Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Florence
Allegory of Inclination, c. 1615, oil on canvas (ceiling), 152 cm × 61 cm., Casa Buonarroti, Florence
The Penitent Mary Magdalen, 1620-25, oil on canvas, 146 x 109 cm., Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Florence
Judith Beheading Holofernes, 1612-21, oil on canvas, 199 x 162 cm., Galleria degli Uffizi, Florence
Judith and her Maidservant, c. 1623–1625, oil on canvas, 184 x 141.6 cm., Detroit Institute of Art.
Esther Before Ahasuerus, c. 1627-1630, oil on canvas, 208.3 cm x 273.7 cm., Metropolitan Museum of Art. 
Corsica and the Satyr, c.1630-35, oil on canvas, 155 x 210 cm., Private Collection. 
Christ and the Samaritan Women, c. 1637, oil on canvas, 267.5 x 206 cm., Private Collection.
References: 
Sheila Barker, 'Artemisia's Money: The Entrepreneurship of a Women Artist in Seventeenth-Century Florence,' Artemisia Gentileschi in a Changing Light, ed. by Sheila Barker (London, 2018), pp 59-88
Breeze Barrington, 25 April 2020, "The Trials And Triumphs Of Artemisia Gentileschi," Apollo Magazine. [online] <https://www.apollo magazine.com/artemisia-gentileschi-london/> 
Ward R. Bissell, Artemisia and the Authority of Art: Critical Reading and Catalogue Raisonné (University Park, 1999)
Ward R. Bissell,‘Artemisia Gentileschi-A New Documented Chronology,’ The Art Bulletin 50, no. 2, (1968), pp. 153–168. 
Patrizia Costa, ‘Artemisia Gentileschi in Venice’, Source: Notes in the History of Art 19, no. 3, (2000), pp. 28-36
Mary D. Garrard,  'Artemisia Gentileschi's 'Corisca and the Satyr,'' The Burlington Magazine 135, no. 1078 (1993), pp. 34-38
Mary D. Garrard, Artemisia Gentileschi: The Image of the Female Hero in Italian Baroque Art (Princeton, 1989)
Jesse Locker, Artemisia Gentileschi: The Language of Painting (New Haven, 2015)
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Charles Laughton.
Filmografía
Películas
- Bluebottles, The Tonic, Daydreams (1928) Dir.: Ivor Montagu
- Piccadilly (1929) Dir.: Ewald Andrea Dupont.
- Wolves (1930).
- Down River (1931) Dir. Peter Godfrey
-El caserón de las sombras (The Old Dark - House, 1932) Dir. James Whale
- Entre la espada y la pared (The Devil and the Deep, 1932) Dir. Marion Gering
- Justicia divina/El asesino de Mr. Medland (Payment Deferred, 1932) Dir. Lothar Mendes
- El signo de la cruz (The Sign of the Cross, 1932) Dir. Cecil B. De Mille
- Si yo tuviera un millón (If I Had a Million, 1932) Dirs. Ernst Lubitsch, Norman Taurog, Stephen Roberts, Norman McLeod, James Cruse, William A. - Seiter y H. Bruce Humberstone
- La isla de las almas perdidas (Island of Lost Souls, 1932) Dir. Erle C. Kenton
- La vida privada de Enrique VIII (The Private Life of Henry VIII, 1933) Dir. Alexander Korda
- White Woman (1933) Dir. Stuart Walker
- The Barretts of Wimpole Street (1934) Dir. Sidney Franklin
- Nobleza obliga (Ruggles of Red Gap, 1935) Dir. Leo McCarey
- Los miserables (Les Misérables, 1935) Dir. Richard Boleslawsky
- Rebelión a bordo (Mutiny on the Bounty, 1935) Dir. Frank Lloyd
- Rembrandt (Rembrandt, 1936) Dir. Alexander Korda
- Yo, Claudio (I, Claudius, 1937) Dir. Joseph von Sternberg.
- Bandera amarilla (Vessel of Wrath, 1938) Dir. Eric Pommer (Laughton es actor y coproductor de esta película).
- Las calles de Londres (St. Martin's Lane, 1938) Dir. Tim Whelan (Laughton es actor y coproductor de esta película).
- La posada de Jamaica (Jamaica Inn, 1939) Dir. Alfred Hitchcock (Laughton es actor y coproductor de esta película).
- Esmeralda, la zíngara (The Hunchback of Notre Dame, 1939) Dir. William Dieterle
- Laughton en la película Ellos sabían lo que querían (1940), con Carole Lombard y Frank Fay.
- They Knew What They Wanted (1940) Dir. Garson Kanin
- Casi un ángel (It Started with Eve, 1941) Dir. Henry Koster
- Se acabó la gasolina (The Tuttles of Tahiti, 1942) Dir. Charles Vidor
- Seis destinos (Tales of Manhattan, 1942) Dir. Julien Duvivier
- Stand by for Action (1943) Dir. Robert Z. Leonard
- Forever and a Day (1943) Dirs. René Clair, Edmund Goulding, Cedric Hardwicke, Frank Lloyd, Victor Saville.
-Esta tierra es mía (This Land Is Mine, 1943) Dir. Jean Renoir
- The Man from Down Under (1943) Dir. Robert Z. Leonard
- The Canterville Ghost (1944) Dir. Jules Dassin
- El sospechoso (The Suspect, 1944) Dir. Robert Siodmak
- El capitán Kidd (Captain Kidd, 1945) Dir. Rowland V. Lee
- Su primera noche (Because of Him, 1946) Dir. Richard Wallace
- Arco de triunfo (Arch of Triumph, 1947) Dir. Lewis Milestone
- El reloj asesino (The Big Clock, 1947) Dir. John Farrow
- El proceso Paradine (The Paradine Case, 1948) Dir. Alfred Hitchcock
- On our Merry way/A Miracle can Happen (1948) Dirs. King Vidor, Leslie Fenton, John Huston, George Stevens.
- The Girl from Manhattan (1948) Alfred E. Green
- Soborno (The Bribe, 1949) Dir. Robert Z. Leonard
- El hombre de la torre Eiffel (The Man on the Eiffel Tower, 1949) Dir. Burgess Meredith (codirectores no acreditados: Charles Laughton y Franchot Tone).
- No estoy sola (The Blue Veil, 1951) Dir. Curtis Bernhardt
- The Strange Door (1951) Dir. Joseph Pevney
- Cuatro páginas de la vida (O. Henry's Full House, 1952) Dir. Henry Koster
- Abbott and Costello Meet Captain Kidd (1952) Dir. Charles Lamont
- Salomé (Salome, 1953) Dir. William Dieterle
- La reina virgen (Young Bess, 1953) Dir. George Sidney
- El déspota (Hobson's Choice, 1954) Dir. David Lean
- La noche del cazador (The Night of the Hunter, 1954) Dir. Charles Laughton (no aparece como actor en la película).
T- estigo de cargo (Witness for the Prosecution, 1957) Dir. Billy Wilder
- Bajo diez banderas (Sotto dieci bandiere, 1960) Dir. Diulio Colletti
Espartaco (Spartacus, 1960) Dir, Stanley Kubrick
- Tempestad sobre Washington (Advise and Consent, 1962) Dir. Otto Preminger.
Documentales
- The Epic That Never Was (1965). Dirigido por Bill Duncalf y presentado por Dirk Bogarde. Documental de la BBC sobre el rodaje de I, Claudius con diversas escenas acabadas. (VHS, DVD).
- Callow's Laughton (1987). Documental de la Yorkshire TV-ITV dirigido por Nick Gray y presentado por Simon Callow sobre Charles Laughton.
- Charles Laughton Directs The Night of the Hunter (2002). Documental dirigido por Robert Gitt a partir de tomas descartadas de la Película.
Teatro
Debut teatral (1913). Stonyhurst College, Reino Unido
- The Private Secretary per Charles Hawtrey
Teatro amateur (hasta 1925). Scarborough, Reino Unido
- The Dear Departed por Stanley Houghton
- Trelawney of The Wells por Arthur Wing Pinero
- Hobson's Choice por Harold Brighouse
1926
- The Government Inspector. por Nicolai Gogol. Dir. Theodore Komisarjevsky
- Los puntales de la sociedad por Henrik Ibsen. Dir. Sybil Arundale
- El jardín de los cerezos por Antón Chéjov. Dir. Theodore Komisarjevsky
- Las tres hermanas por Antón Chéjov. Dir. Theodore Komisarjevsky
- Liliom por Ferencz Molnar. Dir. Theodore Komisarjevsky
1927
- The Greater Love por James B. Fagan. Dir. James B. Fagan y Lewis Casson
- Angela por Lady Bell. Dir. Lewis Casson
Vestire gli ignudi por Luigi Pirandello. Dir. Theodore Komisarjevsky
- Medea por Eurípides. Dir. Lewis Casson
- The Happy Husband por Harrison Owen. Dir. Basil Dean
- Paul Y por Dimitri Merejovski. Dir. Theodore Komisarjevsky
- Mr. Prohack por Arnold Bennet y Edward Knoblock. Dir. Theodore Komisarjevsky
1928
- A Man with Red Hair por Benn W. Levy, a partir de la novela de Hugh Walpole. Dir. Theodore Komisarjevsky
- The Making of an Immortal por George Moore. Dir. Robert Atkins
- Riverside Nights por Nigel Playfair y A.P. Herbert. Dir. Nigel Playfair
- Alibi per Michael Morton, a partir de la novela de Agatha Christie. Dir. Gerald duMaurier
- Mr. Pickwick por Cosmo Hamilton y Frank C. Reilly, a partir de la novela de Charles Dickens. Dir. Basil Dean
1929
- Beauty por Jacques Deval (adapt. inglesa: Michael Morton). Dir. Felix Edwardes
- The Silver Tassie por Sean O'Casey. Dir. Raymond Massey
1930
- French Leave por Reginald Berkeley. Dir. Eille Norwood
- On the Spot por Edgar Wallace. Dir. Edgar Wallace
1930
- Payment Deferred por Jeffrey Dell, a partir de la novela de C.S. Forrester. Dir. H.K. Ailiff
1931
-Gira americana (Chicago y Nueva York) de Payment Deferred y Alibi (esta última retítulada The Fatal Alibi y dirigida por Jed Harris).
Old Vic: temporada 1933-34. Londres. Reino Unido. Todas las obras dirigidas por Tyrone Guthrie.
El jardín de los cerezos por Antón Chéjov. Dir. Charles Laughton
1951-52 Estados Unidos y Reino Unido (Gira).
Don Juan in Hell de Man and Superman por George Bernard Shaw. Dir. Charles Laughton.
1953 Estados Unidos (Gira).
John Brown's Body por Stephen Vincent Benet. Dir. y Adaptación: Charles Laughton (no apareció como actor).
1954 Estados Unidos (Gira).
The Caine Mutiny Court Martial por Herman Wouk, a partir de su novela. Dir. Charles Laughton (no apareció como actor).
1956 Nueva York, Estados Unidos.
Major Barbara por George Bernard Shaw. Dir. Charles Laughton
1956 Londres, Reino Unido
The Party por Jane Arden. Dir. Charles Laughton
1959 Stratford-upon-Avon, Reino Unido
El sueño de una noche de verano por William Shakespeare. Dir. Peter Hall
El rey Lear por William Shakespeare. Dir. Glen Byam Shaw.
Créditos: Tomado de Wikipedia
https://es.wikipedia.org/wiki/Charles_Laughton
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#ELCINELATELEYMICKYANDONIE
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booksfriendsnews · 4 years
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paoloxl · 6 years
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Viaggio tre le ragazze i ragazzi che scelgono l’estrema destra, sempre più presenti nelle scuole italiane “Io sono fascista”, dice un ragazzino di tredici anni che va in terza media. “Pure io sono fascista”, dice il suo amico. “Anche io, siamo tutti fascisti”, gli fa eco un altro. È settembre, hanno appena cominciato la scuola, alcuni sono già in prima liceo, altri alle medie. Le giornate in classe sono brevi, il sole permette di girare in maglietta e calzoncini, e piazza Cavour, a Roma, è il luogo dove ci si ritrova appena usciti da scuola, o dopo pranzo, o all’ora dell’aperitivo, o appena finita la cena. Ventenni, diciottenni, sedicenni, tredicenni, appoggiati alle panchine o agli scalini sul retro del palazzo di giustizia detto Palazzaccio, divisi in comitive per età. I più grandi hanno le facce ingrugnite, i caschi in mano con gli adesivi dei gruppi politici o della tifoseria, sbuffano per dire che non parlano con i giornalisti, ogni tanto provano delle mosse di arti marziali. I più piccoli si rincorrono per la piazza, cercano modelli, un gruppo, un’identità in cui sia facile riconoscersi. Piazza Cavour è una specie di palcoscenico: chi viene per lo più sa di essere osservato e che quello che succede qui avrà un’eco anche nazionale. Una ribalta che può essere cercata, o di cui si farebbe volentieri a meno. Per esempio nessuno cita volentieri gli scontri che ci sono stati nell’ottobre 2016, quando un ragazzo di 16 anni è stato accoltellato all’addome e per i quali un anno dopo, nel gennaio 2017, sono state arrestate sette persone, tra cui tre minorenni. Alcuni erano militanti dell’organizzazione di estrema destra Fronte della gioventù e frequentavano la sezione del quartiere Prati. La destra radicale usa la moda e si nasconde sempre meno “Io non sono d’accordo sulle cose estremiste, sono un po’….”, esita uno dei ragazzi incontrati in questi mesi a piazza Cavour. “Fascista”, suggerisce la sua amica. “No, fascista no, sono tipo a scatti”. È una specie di coro, di cui ci siamo segnati alcune frasi ricorrenti: “Te devi rende conto che questa piazza soprattutto è fascista”, “Tra queste persone qui gira molto l’idea fascista”, “È proprio una moda”, “Per me il fascismo è una moda”, “Sì anche per me è una moda”, “Per me è una bella moda”, “Io sono fascista, certo, per moda”. Quello che indossano ce lo conferma, dalle magliette di Blocco studentesco (Bs), il ramo giovanile di CasaPound Italia (Cpi), alle toppe con il tricolore. Molti comprano vestiti Pivert, il marchio d’abbigliamento legato a Cpi. Una delle sue figure chiave è Francesco Polacchi, ex leader di Bs, che nel 2009 guidava gli scontri con gli studenti del movimento dell’Onda, nato nel 2008 per protestare contro i tagli del governo Berlusconi sulla scuola. In una società in cui l’antifascismo non è più un valore riconosciuto come tale, la destra radicale usa la moda e si nasconde sempre meno, anzi cerca sempre più spazi di visibilità, ha bisogno di farsi conoscere, spesso ci riesce. L’avanzata mediatica della destra Dalla nebulosa di movimenti e partiti che si sciolgono e si riformano, emergono soprattutto Forza nuova (Fn) e Cpi. La prima è stata fondata nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, protagonisti negli anni settanta del gruppo neofascista Terza posizione. Accusata di antisemitismo e negazionismo, vuole marciare su Roma come fecero i fascisti, fomenta le violenze contro gli immigrati, è contro l’interruzione volontaria di gravidanza e le unioni civili – uno dei suoi leader, Giuliano Castellino, è stato arrestato per aver ferito due vigili e un poliziotto mentre provava a impedire l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia eritrea. CasaPound nasce nel dicembre 2003 con l’occupazione di un ex palazzo governativo in via Napoleone III a Roma, occupazione riconosciuta in seguito sia dal sindaco di centrosinistra Walter Veltroni, sia da quello di destra Gianni Alemanno. Negli anni, Cpi ha occupato altri edifici, aperto un centinaio di sezioni in Italia ed elaborato la proposta di un mutuo sociale. Ispirato alla politica economica fascista, in particolare al manifesto di Verona, prevede la costruzione di case popolari da vendere a prezzi agevolati e senza tassi d’interesse solo a famiglie italiane. Non vieta le unioni civili tra persone dello stesso sesso né l’aborto, ma è contro l’adozione per le coppie gay e crede che gli stranieri siano una minaccia economica e culturale per l’Italia, tanto da parlare di pericolo di sostituzione della popolazione italiana. Da ottobre 2017 Cpi ha fatto il pieno di attenzione. I dibattiti tra i giornalisti e il segretario e candidato premier Simone Di Stefano nella sede romana di via Napoleone III hanno scatenato le ovvie polemiche, prima e dopo le elezioni di Ostia, dove il partito ha preso il 9 per cento. La cultura è importante, ci ripetono molti capi della nuova destra, anche se poi sbagliano i congiuntivi I dibattiti portano a galla alcune contraddizioni: con chi si dichiara fascista si discute o no? Si rischia di sdoganarli o li si costringe a misurarsi con la democrazia? C’è il rischio di essere usati da chi nasconde legami con la criminalità e la violenza? Sono domande che nascono anche riguardo all’aggressione di Roberto Spada contro il giornalista Daniele Piervincenzi. Dare spazio a fatti del genere, anche se per denunciarli, garantisce una credibilità a chi li compie? Il blitz dei militanti di Forza nuova (Fn) sotto la sede di Repubblica o quello dei quattro skinhead a Como è roba di imbecilli o il sintomo di cosa? La manifestazione antifascista, sempre a Como, intercetta una diffusa indignazione o è una testimonianza minoritaria, visto che a partecipare sono state un migliaio di persone, tra cui pochissimi giovani? È innegabile che le cose si stiano trasformando. Tra chi sostiene che siamo di fronte a un’onda nera e chi ridimensiona questi fatti, c’è da considerare qualche dato, che ci riporta alle ragazze e ai ragazzi. Nelle scuole di Firenze Nel novembre scorso, alla consulta provinciale degli studenti a Firenze ha stravinto la rinata Azione studentesca (As), che si era sciolta ma si è riformata nel settembre 2016, orientata ancora più a destra. Spirito e volontà, sangue e terra, muscoli e sangue, le foibe, sono alcune delle loro parole chiave. Il gruppo protesta spesso contro l’alternanza scuola-lavoro. “Non saremo i vostri schiavi da fast-food”, scrivono in fasciofont sugli striscioni che attacchinano sui muri di Firenze. In 45 scuole della provincia fiorentina As ha ottenuto 18mila voti, 32 seggi su 58 e la presidenza con Mattia Micunco del liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino. Il punto di riferimento di As è Casaggì, centro sociale di destra nato a Firenze nel 2005 contro l’alleanza tra gli ex missini del Movimento sociale italiano (Msi) e Berlusconi, e che oggi si dichiara “di destra identitaria”. “Cerchiamo di tenere insieme chi non si riconosce nei partiti tradizionali”, dice il coordinatore nazionale di As, Anthony La Mantia, 25 anni. Cita il gruppo di Rinnovazione a Rieti, i presidenti delle consulte provinciali di Pistoia e di Perugia, entrambi di As, i militanti a Taranto, a Brescia, a Siracusa, e Gioventù identitaria a Brindisi (anche se loro precisano che non ci sono alleanze in corso con As). “Azione studentesca ha 180 iscritti in quaranta città. Si muovono bene, fanno molto attacchinaggio”, dice La Mantia. L’anno scorso hanno fatto il loro primo campo nazionale a Leonessa, in provincia di Rieti. “Il volantinaggio alle sette di mattina, anche con zero gradi, trasmette un senso di sacrificio. E poi ci tengo alla preparazione culturale”, aggiunge. La cultura è importante, ci ripetono molti capi e gregari della nuova destra, anche se poi sbagliano i congiuntivi. Il canone va dallo scrittore nazionalista giapponese Yukio Mishima a figure di cui la destra si è appropriata come nel caso del militante nordirlandese cattolico Bobby Sands. Inoltre, recupera l’enfasi sull’autodeterminazione dei popoli (rivista oggi in salsa sovranista), e si appoggia ad alcune nuove case editrici. Una è Passaggio al bosco, che ha aperto a Firenze nel 2017. Ripubblica testi classici per la destra come quelli di Ernst Junger o Giano Accame, e libri di nuovi ideologi come Marco Scatarzi (fondatore di Casaggì), o testi in cui si loda l’onnipresente neonazista Leon Degrelle e si citano in chiave antimodernista pensatori come il matematico e filosofo cattolico Olivier Rey o l’intelluettuale Byung-Chul Han, autore di saggi critici sul mondo digitale. Tutto nasce con Terza posizione Le ragazze e i ragazzi appartenenti a questa destra identitaria non si vergognano del fascismo, rimosso o ridimensionato tra gli anni novanta e i duemila dopo la svolta di Gianfranco Fini a Fiuggi verso un partito meno nostalgico del fascismo. Guardano piuttosto a gruppi neofascisti come Terza posizione, fondata nel 1977 da liceali e universitari, tra cui i futuri protagonisti di Forza nuova e di CasaPound, ovvero Massimo Morsello, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi. Nel libro La fiamma e la celtica, Nicola Rao racconta che molti come loro, dopo l’uccisione nel 1979 del militante di 17 anni Alberto Giaquinto, durante il primo anniversario di Acca Larentia, lasciano l’Italia. Negli anni successivi, la repressione dello stato, i processi per le stragi e la latitanza cancellano i movimenti e i gruppi di estrema destra che non si sciolgono da soli o non si autodistruggono. Il corteo di CasaPound per il quarantesimo anniversario di Acca Larentia a Roma, il 7 gennaio 2018. (Christian Mantuano, OneShot/Luzphoto) Per i neofascisti, gli anni tra il 1979 e il 2006 sono una parentesi. Morsello, Fiore e Adinolfi li passano all’estero, ma tornano tra il 1999 e il 2000 (Morsello è morto nel 2001). È a loro che le ragazze e i ragazzi più giovani fanno riferimento, più che a Gianfranco Fini, che non sanno neanche chi sia. Laterale rispetto all’organizzazione, Adinolfi è letto e considerato il padre nobile di CasaPound. Uno dei suoi testi più citati è il breve scrittodiffuso nel 2008. Si intitola Sorpasso neuronico e liquida tutte le scelte della destra parlamentare ed extraparlamentare degli ultimi trent’anni: In tutti quegli anni nessuna proposta politica ha fatto presa, non ci sono stati consensi di massa, ma è successo che uomini e clan si sono contesi parte del voto passivo, quello refrattario al cambiamento, quello nostalgico non del ventennio ma di una gioventù trascorsa al bar di fronte alla sezione. Adinolfi, come altri neofascisti, si ritaglia un suo fascismo, e sceglie quello tra il 1919 e il 1922, e quello tra 1943 e il 1945. Quella che propone è una nuova generazione politica ispirata all’arditismo, al futurismo, allo squadrismo. E scrive: “Abbiamo davanti praterie da riconquistare di fronte a una società atomizzata”. Il linguaggio sembra in certi casi quello caricaturale di Fascisti su Marte, ma questo non diminuisce il fascino esercitato sui più giovani. È un codice cameratesco, capace di conquistare i ragazzi che non hanno anticorpi contro questo tipo di retorica. Scrive ancora Adinolfi: Quando il senso di appartenenza a qualcosa di potenzialmente edificante diventa rituale da pitecantropi, […], quando le braccia tese perdono l’energia futur/ardita per diventare sgradevoli e aritmiche gesticolazioni di emarginati, quando le camicie nere si sporcano di ragù, allora s’inverte la tendenza positiva dell’ancoraggio storico/simbolico […]. La mentalità futur/ardita è opposta: interventista, fa le cose e non le predica. Risponde al motto mussoliniano ‘il fascismo è la chiesa di tutte le eresie’. […] Bisogna distruggere tutto quello che c’è di estrema destra e recuperare tutto quello che c’è di fascista. Basta parlare con Rolando Mancini, coordinatore nazionale di Blocco studentesco, neolaureato in giurisprudenza e praticante in uno studio di avvocati della capitale, per capire quanto abbiano presa le parole di Adinolfi. Lo facciamo all’indomani delle elezioni studentesche dell’autunno 2017, in cui la loro lista – così dichiarano nei loro comunicati stampa – ha ottenuto 56mila preferenze nelle scuole di tutta Italia; la presidenza delle consulte a Fermo, Ascoli e Viterbo; la maggioranza in scuole del centro di Roma come il linguistico Caetani e il tecnico Bernini; e l’85 per cento al tecnico Faraday di Ostia. Sulle elezioni scolastiche non esistono dati ufficiali, soprattutto per quanto riguarda le consulte provinciali – organi poco rappresentativi, votati da pochi studenti – ma i risultati sono usati lo stesso dai movimenti neofascisti per fare propaganda. Mancini è cauto nel parlarci. Lo incontriamo nella sede di CasaPound in via Napoleone III, a Roma. E anche qui sentiamo risuonare i toni e le parole di Gabriele Adinolfi. Il palazzo all’interno è spoglio, c’è un’aria catecumenale, alle pareti le immagini delle donne legate al fascismo e segni di quello che Umberto Eco identificava come ur-fascismo. Ci sediamo su poltrone sfondate. La trincerocrazia di Blocco studentesco Quello che scrive Adinolfi in Sorpasso neuronico sul proselitismo è: Allora è tutto da rifare, […] ma fondandolo su di una gerarchia reale, sulla comunicazione e sull’organicità e rispondendo ad un S.O.S. acronimo, in questo caso di Strategia, Organizzazione e Stile. Quello che dice Mancini è: Abbiamo rilanciato l’arditismo, bisogna essere sempre attenti allo stile, fare panico mediatico. Ti faccio un esempio. Ci sono centri sociali che dicono ‘legalizziamo la marijuana’, noi diciamo ‘legalizziamo il duello’. Lo facciamo come provocazione, ma ci piacerebbe che venisse ripristinato il duello vero in un mondo di duelli finti come quelli su Facebook. Non ci interessano neanche più le battaglie che contraddistinguevano il nostro movimento negli anni novanta, quelle contro la droga e l’aborto, per esempio. Le abbiamo superate. L’aborto non è una bella cosa, però è una scelta della donna. Sulla droga siamo contrari, perché non è che puoi scegliere l’arditismo e poi farti la cannetta che ti addormenta. Però non ci facciamo battaglie politiche. Ci piace più fare, che non far fare. E il fascismo? Sempre Mancini: “Il fascismo è un grande padre severo, a cui dobbiamo rendere conto del nostro operato. Come facciamo con i ragazzi di Acca Larentia. Abbiamo un rapporto sacrale con i morti, ci accusano di essere tanatofili, ma quando commemoriamo i tre militanti del Fronte della gioventù uccisi il 7 gennaio 1978, noi pensiamo veramente che i morti marciano con noi”. Gli chiediamo di raccontarci cosa spinge un ragazzo ad avvicinarsi a Blocco studentesco e lui spiega che “c’è la fascinazione per un simbolo, la bandiera, che agisce su un piano emozionale. Noi trasformiamo questa fascinazione in una coscienza politica. Da ragazzino non avevo letto La dottrina del fascismo di Costamagna, ero attratto dai simboli della destra, dall’impatto visivo di quel mondo”. Una volta che un ragazzo sceglie Bs che succede? “Ogni sezione ha il suo responsabile, c’è la trincerocrazia, il posto e il ruolo te li guadagni con il tempo, con l’esperienza”, dice. “Molti non rimangono, perché la militanza è tosta, ci sono due riunioni a settimana, poi c’è il volantinaggio la mattina presto davanti alle scuole, le affissioni”, aggiunge, “e poi ci sono i turni a CasaPound, che è sempre aperta. Questo può causare problemi a casa. I genitori non sono contenti che i figli fanno volantinaggio per CasaPound. Ma le criticità io credo che ti forgiano. Capita che dei ragazzi litighino con le famiglie e restino a dormire qua”. Uno dei miti fondanti per la destra va cercato nei ragazzi che combatterono nella prima guerra mondiale La violenza? “La nostra violenza è sempre di difesa. Reagiamo quando siamo provocati”, dice. Gli ricordiamo, a proposito di provocazioni, l’irruzione di CasaPound nella sede del quarto municipio a Roma per chiedere la chiusura del centro dove la Croce rossa ospita dei migranti, e lui dice che gli scontri con i militanti di sinistra ci sono stati perché “noi non ci facciamo passare addosso”. Gli chiediamo del ragazzo di 18 anni picchiatoperché indossava una maglietta del CinemaAmerica e perché ritenuto comunista. “Non ne so molto”, risponde. “Però posso dire che pure io, quando al liceo indossavo una maglietta degli Zetazeroalfa, magari mi beccavo con l’antifascista e ci davamo due schiaffi. Io credo che la scazzottata può succedere ogni tanto. Per me è una cosa sana, vuol dire che hai vissuto”. Mentre Mancini parla, l’interno di via Napoleone III ci sembra sempre di più un sacrario. Le luci fioche, le foto che somigliano a quelle delle lapidi. Lui stesso insiste più volte sul rapporto con la morte. Ma perché un ragazzo dovrebbe essere affascinato da questo tema? Elia Rosati, ricercatore di storia all’università di Milano che da anni studia le destre radicali, ricorda che uno dei miti fondanti per la destra italiana va cercato nei ragazzi che combatterono o morirono nella prima guerra mondiale, tra arditismo e dannunzianesimo, e che diventarono la prima generazione ad aderire al fascismo nel 1919. Nel libro Comunità immaginate, Benedict Anderson mostra la relazione tra il nazionalismo e il sentirsi parte della comunità dei propri morti. Per capirlo ancora meglio, e per capire la destra oggi in Italia, bisogna guardare da vicino a quello che è successo il 7 gennaio 2018, durante la marcia organizzata per il quarantennale dell’agguato davanti alla sezione romana di Acca Larentia in cui furono uccisi i giovani attivisti di Fronte della gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta – un terzo ragazzo, Stefano Recchioni, fu ucciso negli scontri con le forze dell’ordine, scoppiati per protesta poche ore dopo. Un corteo funebre Il corteo parte da piazza Asti, percorre via Tuscolana, ed è lungo quasi un chilometro. I militanti si dispongono in fila per sette, per fare più scena. CasaPound organizza, fa il servizio d’ordine, detta i tempi e vieta le foto. Per tre ore nessuno rilascia interviste. Ma prima dell’inizio, Adriano Scianca – giornalista e scrittore, classe 1980 – accetta di parlare, unendo la dimensione politica (ed elettorale) a quella del sacro. “Puntiamo al 3 per cento”, dice. E poi aggiunge: “I caduti sono il nostro pilastro metapolitico”. Bomberino e scarpe New Balance, i partecipanti sono tutti bianchi e quasi tutti maschi, si salutano stringendosi l’avambraccio, i vecchi danno ordini ai più giovani. Gianluca Iannone, presidente di Cpi è il regista, e governa la scena. Simone Di Stefano è il segretario, si muove con un fare più defilato. Mauro Antonini, candidato alla regione Lazio alle elezioni del 4 marzo, spiega che il loro atteggiamento rispecchia “la divisione dei ruoli che c’è all’interno del movimento. Di Stefano parla a chi non è di CasaPound, va in tv, è la nostra faccia all’esterno. Iannone parla ai militanti, alle sezioni. È il capo tribù”. Una manifestazione organizzata da CasaPound per chiedere la chiusura del centro di accoglienza in via del Frantoio a Roma, il 30 giugno 2017. (Matteo Minnella, OneShot/Luzphoto) E infatti è Iannone che indica dove fermarsi, in che ordine schierarsi. Fino all’arrivo alla sezione di via Acca Larentia, dove tutti i partecipanti sono inquadrati per gridare “presente” e ricordare così Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni. La scena si ripete tre volte. Braccia tese, saluti romani, poi il gruppo si scioglie. Una scena lugubre. Ai lati della folla, i vecchi camerati brontolano. Mario Merlino (1944) neofascista storico, storce il naso per come CasaPound ha colonizzato il corteo: “Doveva essere una commemorazione, hanno fatto una sfilata elettorale”. Maurizio Lupini, un sopravvissuto all’agguato del 1978, si lamenta per essere stato escluso dal rito. È la prima volta che un solo gruppo neofascista riesce a fare proprio il corteo. Una giornata come questa mostra che CasaPound e Blocco studentesco somigliano più a delle sette religiose che a dei partiti politici: la formazione è un’iniziazione, il cameratismo un legame sacro. Il giornalista e scrittore Marco D’Eramo ci dice: “Nell’adolescenza scopriamo il sesso e la morte, l’età più metafisica della vita umana, anche quando si esprime a randellate. Il paragone con le sette religiose non è peregrino”. L’indottrinamento dei militanti E come nelle sette, ci sono dei princìpi da rispettare. Per molti militanti neofascisti questi princìpi sono quelli del decalogo della decima Mas. Jacopo, un ragazzo di 21 anni che ha militato in Blocco studentesco, dice: “Ogni volta che parli, che fai un comizio, che fai un’azione, lo tieni presente”. I precetti recitano: “Sta zitto, sii serio e modesto, non sollecitare ricompense, sii disciplinato, sii rispettoso, devi avere il coraggio dei forti non quello dei disperati, sii dignitoso, sii fedele, non usare droghe, dà valore alla vita”. Se somigliano a regole di vita, è perché lo sono, e servono a cementificare l’unione tra il partito e i ragazzi. A tal punto che “quando vivi CasaPound per 24 ore al giorno e poi la lasci, più che essere bollato come traditore, ti senti tu di essere un traditore, di aver lasciato un ideale”, dice Jacopo. Anche Forza nuova punta molto sull’indottrinamento dei giovani. In un’informativa del novembre 2017 del Raggruppamento operativo speciale dell’arma si legge: Si evidenzia come l’attenzione del gruppo si concentri sull’attività di indottrinamento dei giovani sin dall’età adolescenziale, al fine di meglio coinvolgerli in una devota condivisione di intenti dettati dal movimento e ai quali ispirare la propria militanza e la propria vita (…) Tale capacità di trasportare i minori in un contesto caratterizzato da dettami rigidi e intriso di odio e razzismo evidenzia la portata reale della pericolosità di un gruppo che riesce così a radicarsi negli aderenti sia da un punto di vista ideologico che comportamentale. Le conseguenze di tutto questo, le racconta Federica Angeli su Repubblica: A me la cosa che interessa di più so’ i ragazzini, i ragazzini, dice uno dei leader della sede storica romana di Forza nuova. Giovani reclute da crescere nell’odio e che sfuggono all’educazione di madri e padri, cambiano umore, si fidano ciecamente dei dettami dei leader del movimento. Ci sono i genitori di alcuni ragazzini che frequentano la sezione del partito che chiamano disperati i responsabili del movimento: ‘Noi non esistiamo più’, dice il padre di un 17enne in una conversazione intercettata dai carabinieri nel 2014, ‘esistono solo il partito e i capoccioni del partito, noi genitori non contiamo un cazzo’. Tra i libri assegnati per la formazione ci sono Il Capo di Cuib dello scrittore nazionalista romeno Corneliu Zelea Codreanu, che cominciò a fare politica proprio fondando un movimento studentesco, oppure Militia di Leon Degrelle. Due testi che sono una sorta di manuali di formazione spirituale-militare, scritti con uno stile marziale che può sembrare quasi parodico. Valerio Renzi, che ha studiato l’avanzata delle destre a Roma e l’antropologia della politica giovanile, conferma l’immagine della setta: “Alcune organizzazioni come Forza nuova e CasaPound somigliano più a una setta che un partito, compresa l’iniziazione, l’inclusione o l’esclusione. La struttura elitaria crea una voglia di essere inclusi, e per farlo il movimento ti organizza tutti gli aspetti della vita”. Elia Rosati parla di “santa teppa”, e ricorda che nel romanzo di formazione Nessun doloredi Domenico Di Tullio – militante e avvocato di CasaPound – si racconta proprio la storia di amicizia tra due diciottenni di Blocco studentesco, che fanno di tutto, finendo anche in carcere, per non tradire il partito. “Il fascismo del terzo millennio è vissuto come un’esperienza prerazionale, uno stile di vita capace di cogliere la ragione interiore delle persone e soddisfare il loro bisogno di identità”, scrive la docente di antropologia Maddalena Gretel Cammelli in Fascism as a style of life. “Violenza e morte sono rivendicate, eseguite e messe in atto come strumenti concreti per collegare il fascismo contemporaneo con le sue manifestazioni storiche”. Contro il femminismo Anche il ruolo delle donne all’interno del neofascismo giovanile è studiato. Dentro Lotta studentesca le donne non hanno il diritto di salutare con l’avambraccio, perché il saluto romano appartiene ai legionari, uomini e combattenti. Le donne devono curarli. Per Ls e Fn, inoltre, devono stare a casa. A dicembre, i volantini usati da alcuni militanti di Forza nuova a Carpi per una raccolta firme, dicevano: “Firmate per il reddito alle madri, in modo tale che ogni donna, scegliendo di fare la casalinga, percepisca 500 euro al mese”. Sulla pagina di Fn si precisa che il reddito alle madri sarebbe stanziato solo per quelle che accettano “di rimanere a casa invece che andare a lavorare”, e solo se sono italiane. Le giovani di Ls non possono uscire per andare ad attacchinare, perché è pericoloso per le donne, “considerate inferiori rispetto agli uomini e inutili in caso di problemi o scontri con altri gruppi”, dice un militante di Ls. Le militanti di Ls vengono educate al rifiuto del femminismo. Le femministe sono paragonate a “cagne (…) che chiedono di abortire o di diventare uomini”, si legge su Ordine Futuro, rivista legata a Forza nuova. Il 18 novembre a Trieste alcuni militanti organizzano una manifestazione contro lo ius soli in contemporanea con quella contro la violenza sulle donne del movimento Non una di meno. Un corteo di Casapound a Roma, il 21 maggio 2016. (Christian Mantuano, OneShot/Luzphoto) Due giorni prima, il vicesegretario nazionale di Forza nuova Giuseppe Provenzale ha scritto su Facebook un post sull’interruzione volontaria della gravidanza: “Il diritto all’omicidio/aborto non è mai ammissibile in linea di principio da chiunque affermi di essere un difensore della Patria”. La nume tutelare del “femminismo” di Fn è Evita Perón. L’associazione Evita Peron è “un’associazione di donne che si rivolge alle donne”, si legge sul loro sito, “oggi troppo spesso private della loro identità a causa dei guasti devastanti prodotti dal ‘femminismo’, perché tornino a rivendicare il loro diritto ad essere madri del futuro della nostra società”. Scrive Provenzale: Nasciamo per creare famiglie, non per vivere nella strada. Le militanti dovevano agire a fianco dei loro camerati ma affrontare le problematiche dello specifico femminile evitando assolutamente di correre il rischio di ‘mascolinizzarsi’. In politica la donna deve essere al fianco dell’uomo, ma senza mai permettergli di immischiarsi nei suoi affari. L’estate scorsa a Catania, Forza nuova ha organizzato la prima colonia estiva Evita Peron: le educatrici insegnavano ai bambini il cromatismo ariano e spiegavano il significato dei tre colori nella bandiera nazista. Ogni bambino poteva dipingere la “bandiera della tradizione” sulla tela, come un’attività ludica. Dentro Blocco studentesco il clima è un po’ diverso: la presenza delle ragazze è sempre minoritaria, i ruoli sono formalmente uguali. “Prima la politica era considerata un argomento riservato agli uomini, mentre ora non è così”, dice Clara, una militante romana. Le ragazze in sezione si occupano “della segreteria, perché siamo più predisposte, del doposcuola o della raccolta alimentare, ma tutte queste attività sono svolte anche dai ragazzi”, aggiunge. Non sono contrarie all’interruzione volontaria della gravidanza, ma Clara ritiene che “il femminismo abbia come prerequisito la sottomissione all’uomo da parte della ‘femmina’ che non vuole prendersi gli oneri e gli onori di essere donna”. Il nuovo fascismo un’ideologia ce l’ha Più di un commentatore ha usato parole come populismo, qualunquismo e antipolitica per incasellare la nuova destra, ma così si rischia di avere approccio semplicistico e riduttivo. Nel 2010 il gruppo I cani cantava: “I pariolini di 18 anni/ animati da un generico quanto autentico fascismo”. All’epoca i neofascisti avevano provato a fare un tentativo di mimetismo e qualunquismo a opera di Blocco studentesco e Casapound. Dice Mancini: Io faccio parte di Bs dalla sua nascita, nel 2006. I giovani erano lontani dalla politica, ma contro la riforma della scuola di Mariastella Gelmini si organizzarono molte manifestazioni, creammo un coordinamento trasversale con i collettivi di sinistra. Poi tutto cambiò quando intervennero gli universitari della Sapienza, che non tollerarono l’accordo. Gli scontri con gli studenti di sinistra a piazza Navona a Roma nell’ottobre 2008 fanno parte dell’automitizzazione di Bs, che si presentò con slogan tipo “Né rossi né neri, ma liberi pensieri”. Il 2008 è un anno cruciale. Gabriele Adinolfi in Sorpasso neuronico intravede la nascita della forza politica legata a Beppe Grillo, ma gli dà dieci anni di vita. Il ricercatore in scienze politiche all’università di Pisa Lorenzo Zamponi sostiene che l’Onda fosse il primo movimento trasversale, postpolitico, e che anche da quella esperienza sia nato il Movimento 5 stelle. Ma Claudio Riccio, al tempo uno dei leader dell’Onda, avverte: “Blocco studentesco ha sempre rappresentato i fascisti o poco più. Nel 2008-2009 fecero un un’operazione di mimetismo che non gli riuscì come spesso non gli riesce, attraverso slogan qualunquistici”. Quel fascismo, oggi, è meno generico. Nel 2012 il Secolo d’Italia, il giornale con cui Flavia Perina aveva cercato di emancipare la destra dall’eredità neofascista, ha smesso di uscire in edicola. Alla fine del 2017 ci va invece il giornale della nuova destra. Si chiama Il Primato Nazionale e il suo direttore, Adriano Scianca, è l’instancabile divulgatore di alcuni concetti chiave per la nuova destra: dalla fine della destra e della sinistra teorizzata da Alain de Benoist in Populismo all’idea che il multiculturalismo possa portare al suicidio di una nazione come sostiene Éric Zemmour, passando per la minaccia della “grande sostituzione” sostenuta da Renaud Camus. Riecheggiando quest’ultimo concetto, Scianca scrive in L’identità sacra: Il popolo da eliminare è innanzitutto quello europeo, la cui stessa esistenza […] rappresenta il grande scandalo, il peccato storico da redimere. L’Europa […] agita ancora i sonni di chi aspetta da millenni di “chiudere” l’avventura storica dell’uomo, vedendo i suoi tentativi costantemente frustrati. Ed è da questa frustrazione che nasce il progetto più criminale mai concepito: il cambiamento di popolo. Mischiato a complottismi tipo il piano Kalergi – che sostiene l’esistenza di un progetto ideato per sostituire la popolazione europea attraverso l’immigrazione africana e asiatica – il timore per la “grande sostituzione” è un’idea che fa presa sui ragazzi. Camus – pensatore di riferimento sia di Matteo Salvini sia di Marine Le Pen, oltre che dei movimenti neofascisti dell’Europa dell’est – è convinto che occorra resistere all’invasione dei popoli non europei. Ed è proprio su questa difesa che i neofascisti italiani, divisi su temi come l’aborto, ritrovano l’unità. Sulla difesa identitaria, ma anche sull’antifascismo. Valerio Renzi si è fatto la stessa idea: “Un antifascismo svuotato di senso offre un bersaglio facile per l’antagonismo di maniera delle destre radicali”, dice. “I neofascisti riescono a presentarsi come un’alternativa, riusando simboli, nomi e miti del neonazismo: pensa a come viene citato Degrelle, un collaborazionista che ha scritto un pamphlet intitolato Adolf Hitler per 1000 anni!”. Contro l’antifascimo e con l’integralismo cattolico Un militante di Ls ci spiega che hanno abbandonato molte delle vertenze nelle scuole per intraprendere una campagna “contro la cultura antifascista” perché facendo così sanno di ricevere più luce e più consensi. Oltretutto, è una battaglia sostenuta dai dirigenti del partito. Per il segretario nazionale Roberto Fiore l’antifascismo è uno strumento con cui le élite di sinistra “occupano lo stato”. Per Mirco Ottaviani, responsabile del partito in Emilia-Romagna, “è ora di decretare la fine di questa repubblica antifascista e del clima d’odio che l’ha accompagnata sin dalla sua fondazione”. Intanto, i militanti hanno fatto presìdi contro le iniziative dell’Associazione nazionale dei partigiani (Anpi). Oltre alla lotta contro l’antifascismo, a caratterizzare Forza nuova e Lotta studentesca è l’aderenza all’integralismo cattolico. I loro militanti, diversamente da quelli di CasaPound, non sono affascinati dal neopaganesimo di Julius Evola e dalle sue pacchianerie misticheggianti. Per loro la messa è un momento di aggregazione, anche se papa Francesco è visto come una specie di avversario politico. Una comunità di riferimento celebra il rito ad Albano Laziale: è quella dei lefebvriani di San Pio X. In molti citano la figura di don Ennio Innocenti. Nato nel 1932, è oggi cappellano della Sacra fraternitas aurigarum urbis a Roma. Sui rapporti con il neofascismo, risponde: “Ho sempre avuto amicizie con alcuni neofascisti, mi sembravano tra i pochi a combattere contro la deriva iperliberista e illuminista di questa società. Quelli di Fn sono tra questi. Il problema è che sono ignoranti. Roberto Fiore voleva fare una scuola, ma poi non hanno fatto nulla. Non hanno abbastanza radici storiche e culturali per motivare le loro convinzioni”. Le ragioni della crescita nelle scuole Saranno pure ignoranti e confusi, come sostiene Innocenti, ma sanno essere efficaci e convincenti, e in molti casi allarmanti per la capacità di fare proselitismo. A Ostia “sono così presenti in tante di quelle scuole che in pratica le controllano”. Una ragazza del liceo Anco Marzio racconta che fa di tutto per dare un senso all’antifascismo, ma il contesto in cui deve farlo è questo: Il problema è tutto il decimo municipio di Roma, non solo Ostia. Nei licei la presenza delle liste neofasciste è ridotta, ma nei tecnici hanno una forte influenza. Approfittano del menefreghismo che c’è in quelle scuole per la politica. Hanno cominciato dando una mano a fare le occupazioni. L’anno scorso, per esempio, al Faraday l’occupazione l’hanno fatta ex studenti, militanti di Blocco studentesco. In certe scuole, il logo di Bs è ovunque, l’essere studente si confonde con l’essere militante di destra. Si piazzano davanti alle scuole a danno i loro volantini, reclutano, e gli studenti non si ribellano: Bs non viene neanche percepita come il ramo giovanile di un partito come CasaPound. Questo perché si prendono i ragazzini di quindici anni, li mettono a fare la raccolta di generi alimentari fuori dai supermercati, gli fanno fare assistenza alle famiglie, non sembra politica all’inizio. E poi picchiano. Intimidazioni: una testata a uno, uno sputo a un altro. L’antifascismo, in contesti del genere, è una battaglia di resistenza. E anche se il numero dei neofascisti non è aumentato, la loro presenza si nota perché il processo di desertificazione a sinistra è stato ed è drammatico. Francesca Picci dell’Unione degli studentimostra un appello che hanno scritto per “promuovere dentro le scuole e dentro le consulte iniziative e assemblee informative sul significato e sull’importanza che oggi ha l’antifascismo”. Non è un’eccezione, nell’ultimo anno le iniziative antifasciste si sono moltiplicate. Ma il vero tema sollevato da chi fa politica a sinistra è un altro. Fare politica alle superiori diventa difficile per le riforme che sempre di più tendono a reprimere l’espressione politica degli studenti: dal voto in condotta al numero di assenze da non superare (anche se si fanno per scioperare), pena la bocciatura. Gli stessi rappresentanti degli studenti molto spesso sono impauriti dalle minacce dei dirigenti, dai docenti. Una ragazza dei collettivi di sinistra a Milano, che preferisce rimanere anonima, dice: “Molti, piuttosto che essere bocciati o rimandati, smettono di fare politica. Le scuole sono sì ancora il laboratorio per il paese. Ma è chiaro che se le occupazioni sono criminalizzate, se le mobilitazioni contro l’alternanza scuola-lavoro incidono sul voto finale, la partecipazione diventa complicata”. Francesca Coin, docente di sociologia all’università Ca’ Foscari di Venezia, aggiunge: “Le assemblee e la partecipazione politica distraggono dall’efficienza e a volte sono considerate addirittura nocive. Non è difficile capire perché l’immaginario politico delle nuove generazioni tenda a destra, quando sin da piccoli hanno ricevuto, anzitutto tagli, ammonimenti e prescrizioni”. Una manifestazione di CasaPound per chiedere la chiusura del centro di accoglienza in via del Frantoio a Roma, il 30 giugno 2017. (Matteo Minnella, OneShot/Luzphoto)
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simonalkenmayer · 6 years
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Happy Thanksgiving, Simon! My husband and I made pecan tassies instead of a pie this holiday, because each one is like having our favorite bite of pie every time. This is the first batch in the little tin; the recipe turns out about 60.
@thischick25
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jeremystrele · 4 years
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A Dream Weekend Away At The Retreat, Pumphouse Point
A Dream Weekend Away At The Retreat, Pumphouse Point
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Chelsea Hall
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The Retreat at Pumphouse Point – stunning views over Lake St Clair! Photo – Adam Gibson.
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The secluded architectural hideaway has been designed by JAWS Architects. Photo – Adam Gibson.
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Stunning architectural details in the bushland. Photo – Adam Gibson.
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The larder is stocked-full with Tassie fare! Photo – Adam Gibson.
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Pumphouse Point reflected in the exterior of The Retreat. Photo – Adam Gibson.
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The heavenly outdoor bath! Photo – Adam Gibson.
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A spectacular aerial shot of Lake St Clair, Australia’s deepest lake. Pumphouse Point Photo – Adam Gibson.
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Timber exterior details. Photo – Jason Futrill.
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Photo – Adam Gibson.
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Photo – Adam Gibson.
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The dining room. Photo – Adam Gibson.
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Looking out toward the lake. Photo – Adam Gibson.
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The original 1940s Pumphouse is a striking 5-story industrial relic perched over the lake. Photo – courtesy of Pumphouse Point.
I’ve been lucky enough to visit Tasmania a few times now, and always find making the trip over Bass Strait instantly relaxing and rejuvenating. So, after a cancelled trip south earlier this year, I was quick to jump when the opportunity arose to visit Tassie for a kid-free weekend away at Pumphouse Point.
Nestled within central Tasmania over Lake St Clair, Australia’s deepest lake, Pumphouse Point rests inside Tasmania’s Wilderness World Heritage Area. The two-and-a-half-hour drive from Hobart Airport provides a sampling of all Tasmania has to offer, taking you past historic towns, wineries, distilleries, and cherry farms, winding alongside the picturesque River Derwent, through grasslands and over spectacular mountainous highlands.
We stopped at the scenic town of New Norfolk on the way, to visit the incredible antiques wonderland, The Drill Hall Emporium, and sister store, Flywheel, a beautiful stationery outlet and working letterpress studio. A quick trip to MONA was another highlight, and never fails to enchant.
Upon arrival, it’s clear that Pumphouse Point is truly something special. The original 1940s Pumphouse is a striking 5-story industrial relic perched over the lake, while the original Hydro substation, the Shorehouse, is situated on the lake’s edge. After decades of inactivity, the site was redeveloped into boutique accommodation by Simon Currant AM (whose other projects include Peppermint Bay Hotel in Woodridge and Hobart restaurant Franklin, and before that Cradle Mountain Lodge and Strahan Village), with Cumulus Studio overseeing design of the Pumphouse and Shorehouse conversions.
We stayed at their newest offering, The Retreat, a secluded architectural hideaway designed by JAWS Architects. This timber-clad, luxury self-contained cabin is nestled in bushland on the edge of the lake. Tear yourself away from the views across to the Pumphouse, and inside you’re met with a showcase of furniture and interior details handcrafted by local Tasmanian artisans. The one-off timber furniture pieces in Tasmanian Oak are by Simon Ancher, there are hand-made ceramic bathroom basins by Lindsey Wherrett, and Tasmanian-made soft furnishings from The Spotted Quoll Studio.
The Pumphouse Point is surrounded by many walking tracks, but with an expansive larder brimming with the best local produce, wines and Tasmanian craft beers, ciders, spirits and cocktails, I have to admit it was hard to leave the room! It was tough to decide between a fire-side perch in my all-time favourite designer armchair, the Jardan Wilfred, (not Tasmanian made, but crafted from Tasmanian Oak and 100% Australian wool!) or the outdoor bathtub, taking in views across the lake.
One compelling reason to venture out was the delicious farmhouse fare dinners in the Shorehouse dining room. Meals are served at shared tables and we enjoyed exchanging stories with the other guests, and hearing about the day’s adventures exploring the local trails and sites. The farm-to-table feast is served in conjunction with Coal River Farm, and brings the best of Tasmanian food to this striking setting, enjoyed while overlooking wallabies grazing and the sun setting over Lake St Clair. A truly unforgettable experience!
Pumphouse Point is a historic industrial site, restored to offer boutique accommodation inside Tasmania’s Wilderness World Heritage Area. To find our more about Pumphouse Point, visit www.pumphousepoint.com.au.
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ARTE RENACENTISTA
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El renacimiento en Europa no fue un sitio prometedor precisamente para las artistas emergentes. De las mujeres se esperaba que se casasen y tuviesen hijos, y aquellas que trabajaban no eran bienvenidas a las profesiones dominadas por hombres. De hecho, las mujeres no podían recibir información en las artes.
Pero algunas consiguieron emerger. Gracias a las enseñanzas privadas, generalmente dadas por los padres que las estaban guiando dentro del negocio, eran suficientemente talentosas como para ganar comisiones por sus propios medios, algunas mujeres consiguieron hacer sus vidas como artistas.
A continuación pasamos a conocer algunas artistas que despuntaron en su tiempo.
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Levina Teerlinc
Pintora flamenca (ca.1510-1576) que trabajó como pintora en la corte inglesa de Enrique VIII, Eduardo VI, María I y Elizabeth I. Fue la miniaturista más importante en la corte inglesa entre Hans Holbein el Joven y Nicholas Hilliard. Su padre, Simon Bening era un famoso iluminador de libros y pintor en miniatura de la escuela de Gante-Brujas y probablemente la formó como pintora de manuscritos. Pudo haber trabajado en el taller de su padre antes de su matrimonio.
Poco se sabe acerca de su carrera o entrenamiento tempranos, pero en 1545 fue invitada a la corte de Enrique VIII, que había sido el patrón de Hans Holbein y Lucas Horenbout (quienes habían fallecido recientemente), y fue nombrada “dolorosa” real. Después de la muerte de Henry, ella continuó en este papel bajo la reina Mary I y la reina Elizabeth I.
Limitó su producción a las miniaturas de retratos, que son recuerdos personales que tienden a dispersarse ampliamente y no se muestran formalmente como lo son las pinturas de tamaño completo. Como resultado, ella es menos conocida que sus predecesoras y es más difícil atribuir sus obras con autoridad. De hecho, a pesar del hecho de que se sabe que ella pintó a muchos miembros de la corte, solo hay un puñado de obras que se le atribuyen y ninguna que definitivamente se sabe que está en sus manos.
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Caterina van Hemessen
Pintora flamenca 1527-1587. Fue miembro del Gremio de San Lucas e incluso se convirtió en maestra de tres estudiantes varones. El patrón principal de Caterina fue María de Austria (Regente de los Países Bajos). Cuando María renunció a su puesto en 1556 y regresó a España, Caterina y su esposo fueron invitados a unirse a ella. María les dio fondos, permitiéndoles vivir el resto de sus vidas cómodamente.
Caterina van Hemessen era la hija del pintor manierista Jan Sanders van Hemessen. Fue entrenada por éste e incluso colaboró con él en algunas de sus pinturas.
 Trabajó en retratos, pintando hombres y mujeres adinerados, generalmente sobre un fondo oscuro. y si bien creó al menos dos pinturas religiosas, fue principalmente una retratista. Ocho pequeños retratos y dos cuadros religiosos, con fechas entre 1548 y 1552, que llevan su firma, han sobrevivido. Retrató a hombres y mujeres ostensiblemente ricos posados ​​a menudo contra un fondo oscuro. Las delicadas figuras que pintó tienen un encanto elegante y están provistas de elegantes trajes y accesorios. 
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Sofonisba Anguissola
Pintora italiana, 1532-1625. Sofonisba Anguissola fue la mayor de siete hijos en una familia aristocrática. En 1554 viajó a Roma y conoció a Miguel Ángel, quien reconoció su talento. Miguel Ángel incluso le envió algunos de sus propios dibujos para que ella los copiara y le enviara para que los critique.
Su padre se aseguró de que Sofonisba y sus hermanas fueran educadas en bellas artes. Sofonisba fue aprendiz de Bernardino Gatti. A la edad de 14 años su padre la envió, junto con su hermana Elena, a estudiar con Bernardino Campi, pintor también nacido en Cremona, un respetado autor de retratos y escenas religiosas de la escuela de Lombardía. Cuando Campi se mudó a otra ciudad, Sofonisba continuó sus estudios con el pintor Bernardino Gatti (conocido como «El Sojaro»).
Un total de 50 obras han sido atribuidas con seguridad a Sofonisba. Sus cuadros pueden ser vistos en las galerías en Bérgamo, Budapest, Madrid (Museo del Prado), Milán (Pinacoteca de Brera), Nápoles, Siena y Florencia (Galería Uffizi). Su obra ha tenido enorme influencia en las generaciones de artistas posteriores. Su retrato de la reina Isabel de Valois con una piel de marta cibelina fue el retrato más copiado en España. Entre estos copistas se incluyen muchos de los mejores artistas del momento, como Pedro Pablo Rubens. 
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Pintora italiana, 1552-1614. Lavinia Fontana era hija del pintor de la Escuela de Bolonia, Prospero Fontana, quien formó a Lavinia en pintura. El estilo de Fontana fue, efectivamente, muy cercano al manierismo tardío que practicaba su padre. Ya desde muy joven se hizo un nombre como pintora de pequeñas obras de gabinete, principalmente retratos.
La mayoría de las mujeres que en esta época se dedicaron a la pintura, aprendieron con sus padres. Y muchas se casaron con otro pintor del mismo taller. También es el caso de Fontana que se casó en 1577, con 25 años, con Gian Paolo Zappi. También era pintor del taller de Prospero Fontana y miembro de una familia noble.​ Tuvo once hijos con él. Siguió pintando durante su matrimonio para ayudar a la familia mientras su esposo se encargaba de la casa y asistía a su mujer como ayudante
Lavinia pintada en muchos géneros diferentes. Trabajó tanto con retratos como con escenas religiosas y mitológicas, que incluían desnudos masculinos y femeninos. Se ha documentado que ha pintado más de 100 obras, aunque solo 32 son conocidas hoy en día.
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Fede Galizia
Pintora italiana, 1578-1630. Fede Gallizia, mejor conocida como Galizia, nació en Milán en 1578. Su padre, Nunzio Galizia, quien se mudó a Milán desde Trento fue un pintor de miniaturas. De él aprendió Fede a pintar, y se dice que a la edad de doce años era suficientemente considerada artista como para ser mencionada por Giovanni Paolo Lomazzo, pintor y teórico del arte amigo de su padre, de la siguiente forma: «Esta joven se ha dedicado a imitar a nuestros más extraordinarios artistas».
Como hija de Nunzio Galizia, pintor de retratos, Fede Galizia fue un artista consumada a la edad de doce años. Enseñada por su padre, Fede tenía un gran ojo para los detalles y su habilidad para pintar ropa y joyas la convirtió en una retratista muy popular.
Además de los retratos, también le encargaron pinturas religiosas y seculares, y pintó varias representaciones de Judith y Holofernes. Fede. También estaba interesada en los bodegones, por lo que quizás sea más conocida. Fue pionera en el género para mujeres y su estilo ha influido en la evolución de la pintura de bodegones.
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Artemisia Gentileschi
Pintora italiana, 1593-1652. Artemesia Gentileschi, la hija de Orazio Gentileschi, fue una de las artistas mujeres más reconocidas en el Renacimiento. Después de su muerte, la mayoría de las obras de Artemesia se atribuyeron a su padre y otros artistas hasta hace poco. Desde la reaparición de su obra y su historia, ha habido muchos estudios feministas de sus pinturas.
Fue entrenada por su padre, pero fue rechazada de las academias por su género. Luego continuó sus estudios bajo Agostino Tassi. Tassi violó a Artemesia y su padre posteriormente presentó cargos, lo que llevó a un juicio de siete meses durante el cual se le exigió que prestara testimonio bajo tortura. Tassi fue declarado culpable y Artemisia fue reivindicada, y se casó con el artista Pierantonio Stiattesi poco después.
Se dice que el trauma del acoso sexual y el asalto que ella experimentó aparece en sus obras. Estas incluyen varias descripciones de las violentas historias de Judith y Holofernes y Jael y Sisera, así como versiones de Susanna y los ancianos en las que Susanna exhibe terror genuino.
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Judith Leyster
Pintora de la Edad de Oro holandesa. Pintó obras de género, retratos y naturalezas muertas. Toda su obra se atribuyó a Frans Hals o a su marido, Jan Miense Molenaer, hasta 1893, cuando Hofstede de Groot le atribuyó siete pinturas, seis de las cuales están firmadas con su monograma distintivo “JL”. La mala atribución de sus obras a Molenaer puede haber sido porque después de su muerte muchas de sus pinturas fueron inventariadas como “la esposa de Molenaer”, no como Judith Leyster.
Existen especulaciones sobre el hecho de que Leyster siguió una carrera en la pintura como resultado de la bancarrota de su padre y la necesidad de traer fondos para la familia. Ella pudo haber aprendido a pintar con Frans Pietersz de Grebber, que dirigía un taller respetado en Haarlem en la década de 1620. Durante este tiempo, su familia se mudó a la provincia de Utrecht, y ella pudo haber estado en contacto con algunos de los Carvaggisti de Utrecht.
Se especializó en escenas de género de retratos, comunmente, de una a tres figuras, que generalmente exudan buen ánimo y se muestran sobre un fondo liso. Muchos son niños, hombres con bebida, etc. Leyster fue particularmente innovadora en sus escenas de género domésticas. Estas son escenas tranquilas de mujeres en el hogar, a menudo con velas o lámparas, especialmente desde el punto de vista de una mujer. 
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Plautilla Nelli
Sor Plautilla Nelli (1524–1588) fue una autora autodidacta, que era monja, y la primera pintora renacentista de Florencia, Italia. Pulisena Margherita Nelli nació en una familia adinerada en Florencia, Italia. Su padre, Piero di Luca Nelli, fue un exitoso comerciante de telas y sus antepasados ​​se originaron en la zona del valle toscano de Mugello, al igual que la dinastía Medici. 
Las predicaciones de Savonarola promovieron la pintura devocional y el dibujo de mujeres religiosas para evitar la pereza, por lo que el convento al que Nelli pertenecía se convirtió en un centro para monjas-artistas. Su hermana, también monja, Costanza, (Suor Petronilla) escribió una vida de Savonarola.
Aunque autodidacta, copió las obras del pintor manierista Agnolo Bronzino y del pintor renacentista Andrea del Sarto. Su principal fuente de inspiración fue la copia de obras de Fra Bartolomeo, que reflejaba el estilo de clasicismo impuesto por las teorías artísticas de Savonarola. Fray Bartolomeo dejó sus dibujos a su alumno, Fray Paolino, quien a su vez los dejó en posesión de “una monja que pinta” en el convento de Santa Caterina da Siena.
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Properzia de Rossi
Properzia de Rossi nació en 1490, en Bolonia, Italia. Fue una de las pocas escultoras que se destacó  tanto que Giorgio Vasari la incluyó en su famoso libro “Las Vidas de los Mejores Arquitectos, Pintores y Escultores Italianos”, de 1550. Properzia fue la única mujer escultora de su tiempo.
Era hija de un notario Girolamo Rossi. Sus padres supieron apreciar a una edad temprana el talento de su hija. La joven tuvo la oportunidad de aprender dibujo con grabador Marcoantonio Raimondi, donde se formó con pequeños bajorrelieves. Su pertenencia a una familia boloñesa medianamente poderosa le permitió dedicarse a las artes y acudir a la Universidad. 
Su primer contacto con la escultura fue cuando realizó figuras en miniatura con los huesos de melocotones o albaricoques, tallándolos de forma esmerada y delicada, con gran detallismo. Estas piezas estaban consideradas como un objeto de lujo y eran muy solicitadas por la alta sociedad boloñesa. Esta forma de escultura va a hacerla muy popular, de modo que su fama comienza a ascender, comenzando a partir de 1520 a recibir encargos públicos.
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Diana Scultori
Diana Scultori (b.1535 dC) fue una grabadora italiana de Mantua, Italia. Es una de las primeras grabadoras conocidas. Después de su matrimonio en 1575 con el arquitecto aspirante Francesco da Volterra, la pareja se mudó a Roma. Aquí, el enfoque de su trabajo fue reinterpretar obras de artistas vinculados a su esposo y los talleres papales.
Fue una de los cuatro hijos del escultor y grabador Giovanni Battista Ghisi. Diana aprendió el arte del grabado de su padre y del artista Giulio Romano.
La mayoría de las impresiones se hicieron para promover y apoyar su carrera como arquitecto. Fue considerada una mujer de negocios muy interesada, y una de las pocas mujeres artistas a quienes Vasari mencionó en la edición de 1568 de sus Vidas. Trabajó dentro de las restricciones que encontraron los artistas de su época, mujeres o no. Utilizó el trabajo de otros artistas como base para sus grabados, pero la mayoría de los dibujos de sus grabados procedían de su esposo, un miembro de la familia, incluido su padre, o un artista.
Imagen 1: La Nascita di Venere, Sandro Botticelli, pintura sobre lienzo, 1485 – 1486
Imagen 2: Autorretrato, Levina Teerlinc, pintura sobre lienzo, 1560-1565
Imagen 3: Autorretrato, Caterina van Hemessen, pintura sobre lienzo, 1548
Imagen 4: Autorretrato, Sofonisba Anguissola , óleo sobre lienzo, 1554
Imagen 5: Autorretrato, Lavinia Fontana , pintura sobre lienzo, 1580
Imagen 6: Judit con la cabeza de Holofernes, autorretrato, Fede Gallizia , óleo sobre tela, 1610
Imagen 7: Autorretrato como Santa Catherina, Artemesia Gentileschi , óleo sobre lienzo, 1616
Imagen 8: Autorretrato, Judith Leyster , pintura al aceite, 1633
Imagen 9: Virgen dolida, Sor Plautilla Nelli , óleo, no datado.
Imagen 10: José y la esposa de Potifar, Properzia de Rossi, bajorrelieve sobre mármol 
Imagen 11: Diana Scultori, grabado.
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italianartsociety · 5 years
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By Anne Leader and Jennifer D. Webb
Carlo Ceresa was long believed to have died on 10 February 1670 in Bergamo although, based on his final testament dated to January 30, we know that he died on January 29. The document notes that he left everything in his workshop to his sons who had likely been working alongside him since the early 1650s.
Many of his religious painting are still located in the north Italian churches--like the parish churches of San Gallo and Sant'Antonio Abate near Bergamo--for which they were executed. Ceresa is, however, best known as a portrait painter; he worked extensively for the Vertova family and other north Italian elites. 
Trained in the Late Mannerist style, Ceresa’s style evolved over his career. His biographer, Francesco Maria Tassi, noted the influence that Daniele Crespi’s forms had on Ceresa’s turn to naturalistic forms and use of spiritual light.
Ceresa’s depiction of San Vicenzo depicts the martyr dressed in contemporary clothing and kneeling with upturned eyes. Angels, carrying some of his attributes, frame the central figure and look out at the viewer. At the bottom of the panel and separated from the rest of the composition by a break in the clouds is a view of a section of Bergamo including the San Giacomo gate and the basilica of Santa Maria Maggiore. 
References: Francesco Frangi. “Ceresa, Carlo.” Grove Art Online. Oxford Art Online. Oxford University Press; Davide Bonfatti Ed. Carlo Ceresa (1609-1679). Milan: Silvana Editoriale, 2010.
Image credits: Wikimedia Commons
San Vicenzo, (1645-50). Oil on panel. Chapel of San Vicenzo, Duomo, Bergamo.
A Man with a Child. Oil on canvas. Auckland Art Gallery
Portrait of Camilla Spinola, ca. 1633. Oil on canvas. Musée des Beaux-Arts de Strasbourg
Portrait of Bernardo Gritti, 1646. Oil on canvas, Rijksmuseum, Amsterdam
Portrait of a Friar, 1650-53. Oil on canvas, Accademia Carrara, Bergamo
Further reading: Frangi, Francesco, Giovanni Valagu Simone Fachinetti, Carlo Ceresa (1609-1679): Un pittore del Seicento Lombardo tra Realta e Devozione. Milan: Silvana Editoriale, 2012); Neilson, Nancy Ward. Daniele Crespi. Soncino: Del Soncino, 1996.
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wayward-roonaaa · 6 years
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Housing crisis rears its head as <b>sleeping</b> giant in state election
The city's rate of 0.4 per cent is four times tighter than Sydney's or Melbourne's, managing director Simon Pressley said. “Vacancy rates now could be down to 0.3 or even 0.2 per cent,” Mr Pressley said. “Tassie is the most improved economy in all of Australia and has been that way for a good couple of ... from Google Alert - sleeping health http://ift.tt/2qkzN5C
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booksfriendsnews · 4 years
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[e-BOOKS GRATUITOS – 29.05.2020] Vários livros e séries incríveis de diversos gêneros (fantasia, horror, ficção científica, policial, suspense, mistério; jovens e adolescentes; ficção: clássica, história e contemporânea; romances e erótico) estão disponíveis gratuitamente na Amazon.
 
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latinabiz · 3 years
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La Prima Divisione della Sud Pontino Pallavolo Formia ha perso 3 a 0 con il PianetaVolley Aprilia
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Pianeta Volley Aprilia - foto di Pietro Zangrillo Pianeta Volley Aprilia - foto di Pietro Zangrillo Fine gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Time out - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo L'arbitro Annibale Rollo - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Time out - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Gara - foto di Pietro Zangrillo Ingresso in campo - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Sorteggio - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo Riconoscimento Pianerta Volley - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo L'arbitro Annibale Rollo di Sabaudia -foto di Pietro Zangrillo Riconoscimento Sud Pontino - foto di Pietro Zangrillo Sud Pontino Pallavolo Formia - foto di Pietro Zangrillo Riscaldamento - foto di Pietro Zangrillo PalaGobetti di Fondi - foto di Pietro ZaangrilloSud Pontino - Pianeta Volly Sud Pontino Pallavolo Formia: Acquaviva (Capitano) 3, Crolla 22, Corsaro (Libero) , Ferrone, Franzini 8, Ciccolella 7, Zungri (Libero), Terragno 10, Scipione 1, Dika 5, Careddu. Allenatore: Antonio Bove Pianeta Volley Aprilia: Lampitelli (Capitano) 18, Rezza 14, Segantini (Libero), Puddu 3, Pucci 13 Cara 5, Calandra 8, Fiorillo, Bari 2, Ciuffreda (Libero) 2, Tassi 10. Allenatore: --------------------- Arbitro: Annibale Rollo di Sabaudia Parziali: 21 – 25, 19 – 25, 16 – 25 La Sud Pontino Pallavolo ha affrontato con piglio e spregiudicatezza giovanile la prima della classe, ossia la Pianeta Volley Aprilia, che continua la sua corsa verso il primato di questo girone provinciale della Coppa Lazio. Una formazione che esprime delle buone individualità e anche qualche giovane intertessante, ma i ragazzi azzurri allenati da coach Bove non si sono lasciati spaventare dalla forza dell'avversario, e per almeno due set hanno tenuto testa ai più quotati giocatori apriliani. Certo, la continuità e l'esperienza non fanno partte. Almeno pèer il momento, del DNA pallavolistico di questi ragazzi, ma bisogna segnalare la sempre più convincente prestatzione di uno che della continuità, in questo campionato covid, ha fatto la sua bandiera. Si tratta del bravissimo Simone Crolla che, anche in questo match, ha cantato e portato la croce per se e per i suoi compagni. Adesso per completare il girone gli azzurri della Sud Pontino dovranno affrontare mercoledì 2 giugno il Latina Scalo in trasferta, mentre il Pianeta Volley Aprilia dovrà affrontare in casa la Nuova Golfo Gaeta Read the full article
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sciencespies · 4 years
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'New' Footage of Benjamin, the Last Tasmanian Tiger Ever Seen Alive
https://sciencespies.com/news/new-footage-of-benjamin-the-last-tasmanian-tiger-ever-seen-alive/
'New' Footage of Benjamin, the Last Tasmanian Tiger Ever Seen Alive
The world has just over three minutes of black-and-white footage with which to remember the extinct thylacine, better known as the “Tasmanian tiger.” Now, another 21 seconds have emerged after collecting dust for 85 years, according to a statement from Simon Smith of the National Film and Sound Archive of Australia.
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The footage, taken at the Beaumaris Zoo in Hobart, Tasmania in 1935, shows a male thylacine named Benjamin pacing as zookeepers rattle the chain link walls of his enclosure, perhaps hoping to inspire some activity for the camera. At the time he was filmed, Benjamin was the last thylacine alive in captivity.
The thylacine (Thylacinus cynocephalus) was a striped, dog-like marsupial carnivore that was once found on mainland Australia and Papua New Guinea, according to the National Museum of Australia (NMoA). They hunted mainly at night, stood just shy of two feet tall at the shoulder, measured nearly six feet from nose to tail and weighed around 60 pounds, according to the Tasmania Parks and Wildlife Service.
Roughly 2,000 years ago, the pouched predator disappeared from Papua New Guinea and Australia, perhaps due to competition from the dingo. At the time of European settlement, there were around 5,000 thylacines surviving across the Bass Strait in Tasmania, writes the NMoA.
When sheep were introduced to Tasmania in 1824, the European settlers developed a bitter rivalry with the striped marsupial, which they blamed for lost livestock. By 1830, cash bounties encouraged people to hunt and kill the animals, despite evidence that feral dogs and mismanagement were primarily responsible for the lost sheep, according to the NMoA.
Hunting, extensive habitat destruction and invasive diseases, such as mange, exacted a heavy toll on the surviving population, which was considered rare by 1910, according to the Tasmania Parks and Wildlife Service.
Benjamin, the thylacine that appears in the newly discovered video, was captured in the wild in 1933 before being delivered to the Beaumaris Zoo, reported Natsumi Penberthy for Australian Geographic in 2016.
In the same year the video was taken, the zoo entered a transitional period when it’s proprietor Arthur Reid, who can be seen rattling the thylacine’s cage in the footage, died and the zoo changed ownership, reported James Dunlevie for the Australian Broadcasting Company (ABC) in 2018.
Whether owing to the new zoo’s new owners or random negligence, one freezing night in 1936 Benjamin was locked out of his shelter by a closed door, forcing him to bed down on his enclosure’s concrete slab in the cold. ABC quotes the local paper the Mercury as having said at the time that the thylacine had been in “splendid health and condition, but, unfortunately, contracted a chill during the recent spell of cold weather.”
On September 7, 1936, Benjamin was found dead in his enclosure, just two months after the species was offered government protection.
The zoo posted ads offering to pay trappers for a new thylacine specimen to no avail. In 1937, the zoo shuttered due to falling attendance, reported ABC, and the public began to realize that the species had likely been wiped from the face of the Earth.
The NMoA quotes a February 10, 1937 article in the Examiner of Launceston that asks: “Has anybody seen a Tasmanian tiger lately?” The quotation goes on to say that the government will circulate questionnaires to identify any sightings of the animals, but that the species is feared to be extinct. “Mr A.W. Burbury said there was no reliable evidence that the Tasmanian tiger was now in existence.”
No confirmed thylacine sightings have been recorded since Benjamin’s unceremonious demise, despite intensive searches and hefty rewards offered for convincing evidence. The species was declared officially extinct in 1982, but the Australian government has revised this timeline to mark the thylacine as having gone extinct in 1936 when Benjamin died, reports Elizabeth Claire Alberts for Mongabay.
Reported sightings of the ‘Tassie tiger’ continue to come in, and many hold out hope that some wily holdouts remain in the bush, but Nick Mooney, a thylacine expert, tells Mongabay that the species is probably gone for good. “If they are there, I hope we never find them because we are even greedier now,” he adds.
Mooney tells Mongabay the new footage makes him feel “sad and embarrassed,” but that “it does give a bit more information on turning and pace in movement, which is both interesting and potentially useful for interpreting sighting reports and bits of video people claim might be thylacine.”
The reel comes from an unheralded travel film called Tasmania the Wonderland, which the NFSA says was probably made by filmmaker Sidney Cook. Tasmania the Wonderland was rediscovered by Branden Holmes, Gareth Linnard and Mike Williams of the Tasmanian Tiger Archives, who provided it to the NFSA.
Previously, the oldest thylacine footage was from 1933. The NFSA says it is optimistic that additional footage might still emerge since the animals were kept in other zoos around the world.
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tmnotizie · 4 years
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SAN BENEDETTO – Il palazzetto dello sport “Bernardo Speca” di San Benedetto ospiterà lunedì 23 dicembre dalle ore 19.30 un grande evento di calcio a cinque con “Futsal for Christmas 2019 – IV Memorial Benedetto Voltattorni”. Sarà l’occasione per ripercorrere la storia della Tecno – Riviera delle Palme iniziata 23 anni fa grazie a un’idea di “quattro pazzi amanti del calcio a 5”, alcuni dei quali avevano avuto esperienza tra la serie B e la serie A con la maglia della Gama.
Al torneo, che avrà finalità sociali in quanto il ricavato verrà devoluto in beneficenza, parteciperanno i giocatori che hanno militato nelle varie formazioni della società sambenedettese nel corso degli anni, con la chicca rappresentata dalla presenza di una formazione femminile di calcio a cinque che schiererà Chiara Poli, Adelaide Lelli, Elenora De Angelis, Federica Mazzocchi, Greta Langiotti, Beatrice Angelini, Giorgia Casciaroli e Serena Malatesta.
Le varie formazioni della Tecno vedranno in campo Paolo Canducci,  Andrea Fanesi, Daniele Piccinini, Martin Piccinini, Andrea Mazza, Claudio Bellavia, Piernicola Palestini, Arcangelo Grossi, Leonardo Grossi, Antonio Palumbo, Gianluca Ruggeri, Fabio Olivieri, Maurizio Palladini, Italo Giuliani, Andrea Vignoli, Diego Talamonti, Luca Tirabassi, Mattia Marconi, Alessio Pennacchietti, Roberto Marchionni, Pasquale Cocco, Luigi Candellori, Riccardo Aureli, Andrea Attrice, Francesco Palestini, Gian Marco Tassi, Marco Ciotti, Massimo De Carolis, Matteo Mariani, Mirko Pierantozzi, Niccolò Rosati, Stefano Pallotta, Roberto Consorti, Germano Pompili, Salvatore Ioeri, Salvatore Mascitti, Fabio Sciamanna, Sergio Bonolis, Fabio Mastrangelo, Salvatore Palmisio, Marco Traini, Simone Traini, Giovanni Venditti, Vittorio D’Antonio, Guglielmo Novelli, Vittorio Fioretti, Marco Trovarelli, Francesco Libbi, Antonio Di Battista, Mario Palanca, Roberto Brecciarola e la formazione attuale che milita nel campionato di serie C2.
Ha collaborato per l’organizzazione l’Associazione Culturale Stampa Rossoblù che da molti anni opera nel nostro territorio con iniziative a scopo benefico che hanno coinvolto anche alcune scuole di San Benedetto e del suo hinterland, oltre a numerose amministrazioni comunali. Con questo torneo si vuole dare un piccolo contributo alle persone meno fortunate, nella speranza di un cambiamento.
La manifestazione è stata resa possibile anche grazie ai partner Tecno srl, Omara Group e Mc Donald’s.  
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