Tumgik
#prepararsi mentalmente
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La verità è che sono già pronta alla delusione che mi porterà questa cosa.
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scienza-magia · 2 years
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Vi saranno altri lokdown causa pandemia coronavirus
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Sanità allo stremo, rischio serio. La pandemia non è finita. Si ripetono gli appelli da parte della comunità scientifica e delle principali autorità sanitarie internazionali a non abbassare la guardia e gli inviti a prepararsi adeguatamente alle sfide della stagione fredda, quando si concentreranno gli attacchi di tutti i germi a trasmissione respiratoria. Questi appelli pare, però, che non sortiscano effetti particolari né nelle opinioni pubbliche né nei governi. Entrambi sembrano intenzionati a far finta che la pandemia sia finita. È un’illusione pericolosa per due motivi, il primo legato direttamente al Covid-19, il secondo alla sostenibilità dell’intero Servizio sanitario nazionale. Per quanto attiene il primo motivo, non ci stiamo preparando adeguatamente alla stagione autunnale, la campagna vaccinale per proteggere la parte più fragile della popolazione langue: soltanto una pallida minoranza degli ultraottantenni e ancora meno di ultrasessantenni è coperta da una seconda dose di richiamo e gli effetti negativi si osservano sin d’ora con un elevato numero di morti. Gli interventi per dotare gli ambienti chiusi di un’adeguata ventilazione meccanica sono in ritardo, soprattutto nelle scuole. Ma il secondo motivo è forse ancora più preoccupante perché più strutturale. La maggior parte delle persone (compresi molti operatori nel Ssn) sono così stanchi che stanno volontariamente rimuovendo mentalmente il problema, ma ora è invece il momento di affrontare il fatto che il tentativo del Paese di "convivere con il Covid" è la goccia che sta spezzando la schiena al Ssn. Nel 2020 e nel 2021 il Ssn ha affrontato picchi di pandemia interrompendo o rallentando gran parte del lavoro di routine. Il 2022 doveva essere l’anno della ripresa a pieno regime, in cui avremmo ricominciato tutto il lavoro nel modo migliore, quando le liste di attesa per le cure elettive, per la diagnosi ed il trattamento del cancro e nella salute mentale avrebbero iniziato a ridursi e il carico di lavoro sulle cure primarie avrebbe iniziato alleggerirsi. Uno dei presupposti alla base di questa speranza era che il Covid non sarebbe stato altro che un residuale elemento irritante per la maggior parte dell’anno, con forse un’ondata invernale a dicembre. Ora è luglio, e senza contare la prima ondata di Omicron che ha raggiunto il picco a gennaio, l’Europa ha sperimentato già altre due ondate epidemiche. È probabile che l’attuale ondata di ricoveri ospedalieri causata dalle varianti BA.4 e BA.5 raggiunga il picco nei prossimi giorni, ma altre varianti saranno presto pronte per la diffusione globale. Il legame tra infezioni e ricoveri ospedalieri non si è chiaramente spezzato, anche se si considerano solo coloro che vengono curati "principalmente" per la malattia. Ciò che però nascondono i dati sui ricoveri ospedalieri è una marea crescente di persone con Long Covid. In Italia non abbiamo dati aggiornati, ma nel Regno Unito sono già due milioni, il che rappresenterà un grave onere per il Servizio sanitario e per la produttività dell’intera nazione, per una generazione. E ci sono molti altri effetti molto meno riconosciuti ma ancora profondamente inquietanti dell’infezione da Sars-CoV2. Per quanto riguarda i decessi, gli ultimi dati indicano più di 30.000 decessi "Covid" nei primi sette mesi del 2022. Anche i decessi in eccesso per tutte le altre cause continuano a superare le medie di cinque anni prima della pandemia. La pressione costante creata dalle ripetute ondate di Covid è già il motivo principale per cui il Ssn non è affatto vicino al raggiungimento dei livelli di attività necessari per iniziare a recuperare le prestazioni. Speravamo che il Ssn potesse funzionare meglio rispetto a prima della pandemia; invece l’attività elettiva è ancora molto inferiore al 2019. E la prospettiva per l’autunno è che la combinazione di ripartenza della curva epidemica, carenza e stanchezza del personale e frammentazione decisionale producano una tempesta perfetta. Il cuore del problema è il mancato riconoscimento che la pandemia è tutt’altro che finita e che è necessario un ritorno ad alcune delle misure adottate negli ultimi due anni. I consigli di salute pubblica per fare la quarta dose, indossare mascherine nei luoghi affollati, garantire una buona ventilazione degli ambienti indoor e eseguire regolarmente i test devono essere comunicati in modo molto più efficace e ampio. Altre misure potrebbero includere il lavoro da casa quando possibile e restrizioni su alcuni tipi e dimensioni di assembramento. Soprattutto, anche nella campagna elettorale che è già in corso, bisogna smettere di illudere il pubblico ed essere onesti sulla minaccia che la pandemia rappresenta ancora per tutti. Essere onesti con la popolazione avrà due risultati positivi, incoraggerà le persone a modificare il comportamento e, speriamo, susciterà una riflessione urgente a ogni livello e in ogni schieramento politico su come il Ssn sia in una situazione drammatica e che gli 'eroi' della prima ora pandemica sono sempre più stanchi e demotivati. Read the full article
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apileofprofiles · 3 years
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Per fare una cosa semplice come comprare un pezzo di pane si fa mille seghe mentali e deve prepararsi mentalmente cosa dire, come fa ad assomigliarmi così tanto?
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mynameis-gloria · 4 years
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Qualcuno da lassù mi ama.
Oggi arrivo in aeroporto, tutto fila liscio fino a dopo i controlli, arrivando in anticipo il gate per l'imbarco non è ancora sugli schermi. Dopo 10 minuti compare la scritta A60
Percorro con calma praticamente l'intero aeroporto, la gente è già seduta, lo schermo è acceso e io mi accomodo su queste sedie rosse e rigide. Manca mezz'ora abbondantemente prima dell'apertura, controllo un attimo Il telefono e mi osservo intorno, fa anche caldo.
Alle 10 meno un quarto il personale arriva e la gente inizia a prepararsi per mettersi in coda. In quel momento penso 'per una volta tutto con tranquillità'.
Fila priority, stranamente sono la seconda, tiro fuori il biglietto dalla foderina e....
Non trovo la carta d'identità. 'Perché non sto mai zitta' mi maledico in quello stesso istante.
Riprovo a guardare, controllo nella tasca della giacca ma nulla, nizio ad agitarmi, il tizio sta aprendo gli sportelli per imbarcare, mi guardo attorno, la gente in coda dietro e di fianco a me. Guardo tra i piedi delle persone sperando sia caduta per terra un attimo prima. Sento gli occhi dei passeggeri
Chiedo a una ragazza se può sorvegliarmi un attimo la valigia e ripercorro la fila tornando alla sedia in cui mi ero messa. Nulla
Aumenta l'agitazione e anche il caldo
Ritorno dalla ragazza, continuo a toccarmi pantaloni, giacca ecc.
Chiedo al signore di Berlino insieme alla moglie se per caso mentre eravamo seduti han visto cadermi qualcosa. Mi risponde di no e mi chiede cosa non trovo, e dopo averglielo detto si dispiace con me e scambiandosi diverse occhiate si guardano intorno anche loro, li ringrazio; ringrazio anche la ragazza e le dico di prendere pure il mio posto perché tanto senza carta, adios volo. Prendo le mie cose e parlo subito con il Tizio allo sportello "Eh se non la trova non può partire senza documento" - grazie al cazzo!- gli chiedo se gentilmente posso lasciare qui la valigia perché ovviamente l'unica cosa da fare è ripercorrere l'aeroporto "ehh non potrei, se la lascia li non riesco a guardarla" - fanculo, doppio fanculo - dico un grazie scocciato prendo le mie cose, l'agitazione sta invadendo il mio corpo, il Tizio molto gentile inizia ad imbarcare; sono le 10.00, chiamo la mia coinquilina e dico che forse perdo l'aereo, ho smarrito la carta e non so se la troverò. Mi dice di non andare in panico e di ripercorrere il tragitto. Rispondo che non farò in tempo, chiude alle 10.15; ci salutiamo per non perdere ulteriore tempo
Ho solo 15 minuti per trovarla, in un intero aeroporto in mezzo a migliaia di persone, da sola e con bagagli alla mano. Quante probabilità ho! - Gloria respira!- Inizio a pensare già al peggio (cosa che non dovrei fare ma non posso non pensare al fatto che non avrei i soldi per un altro biglietto e al fatto che quelli non aspettano me). Ripercorro osservando per terra, non oso immaginare lo sguardo preoccupato sul mio volto, apro zaino e portafoglio e mi tolgo la giacca nuovamente, niente. Arrivo di nuovo all'ingresso nella zona ristorazione e un ragazzo mi ferma "ciao"- io "scusa non ho tempo, ho perso la carta d'identità " lui sorride -ma cosa sorride- "hai trovato me però " -oddio, ma gli pare il momento di flirtare- "no davvero sono nella merda, ho il volo tra pochissimo" io disperata, lui "va bene dai" sorride ancora "vai li al punto online (o qualcosa del genere) premi il tasto verde che chiama, ti rispondono subito e spieghi cosa ti è successo" lo ringrazio e schiaccio il pulsante verde in questa macchinetta poco chiara e sullo schermo compare una tizia con l'auricolare, la voce rimbomba nelle vicinanze, le parole escono in fretta e, dopo l'esclamazione "oddio" e una faccia che dice "lei è spacciata" spiega di rivolgermi alla polizia e far la denuncia. -signore dimmi che è uno scherzo- le chiedo dove sia la polizia, mi da indicazioni come se conoscessi l'intero aeroporto e il panico e tutto il resto di sicuro non aiutano. Non ho capito granché se non che devo prendere l'ascensore e dirigermi al piano 1. Mi dirigo in fretta e furia nel primo ascensore che trovo e nel mentre chiamo mia mamma (Giusto per avvisarla nel caso debba recuperarmi) e mentre parlo con lei vado ancora più in agitazione perché non so davvero come farò a trovarla, ripassando mentalmente tutti i passaggi e appunto fino ai controlli ce l'avevo, gli ho passati, e le dico che ora devo fare la denuncia e prima ancora raggiungere la polizia e insomma tutte queste cose e finisce che a fine chiamata scoppio a piangere (Credo per il nervoso) lì da sola, nell'ascensore (che sembra ci stia mettendo una vita a raggiungere il primo piano). Le porte si spalancano ed esco con le lacrime che mi rigano le guance, non mi era mai capitato di farmi vedere in pubblico, ma non mi importa nemmeno più della gente e se ci fa caso. Devo trovare sta polizia. Il piano mi sembra esattamente uguale all'altro e dell'ufficio nemmeno l'ombra. Chiedo a una signora di uno sportello dal nome "centro informazioni", e mi dice che devo tornare indietro e ripercorrere la strada appena fatta. Corro, ogni cosa è accelerata, sto letteralmente correndo sul tempo. Non contro
In alto la scritta "polizia" -dio grazie- un signore mi dice che devo bussare. Busso due volte, nulla; mi dice di aspettare un attimo, nel mentre compone un numero. 2 minuti dopo arriva alle mie spalle un uomo alto e robusto che mi domanda che succede. Dico che ho smarrito la carta d'identità e il volo parte tra poco, anzi forse hanno già anche imbarcato i passeggeri. Mi chiede nome e cognome e poi dalla sua bocca escono queste parole: "vieni, ce l'ho io il tuo documento". Attimi di silenzio -what???- lo seguo, mentre sto ancora elaborando e mi dice che devo dirigermi in fondo ai controlli (perché dopo tutta la strada fatta alla fine sono ritornata all'ingresso al "controllo valigie") e di andare nell'ufficio affianco all'altra porta con scritto polizia. Mi dirigo da sola, sempre correndo ed entro dicendo "avete la mia carta d'identità..." e la donna vicino al collega con cui ho parlato "ah ecco, fr1114 giusto? direzione....? stavo per avvisare il personale del volo" me la consegna ed esclama "vada, corra". Non capisco quindi se alla fine ha avvisato o meno (ma dopo questo mio dubbio viene risolto, andiamo con ordine) so solo che devo correre il triplo per raggiungere di nuovo il gate A60, sperando non sia già chiuso e il volo già in partenza. Risparmio tutta la parte in cui corro per l'ennesima volta in cui i miei piedi sbattono al suolo e, fan rumore a ogni passo fatto con valigia zaino e giacca, in cui le mie labbra sono secche e le forze sento che mi stanno abbandonando. (E ringrazio che non sono del tutto fuori allenamento ahaha) ma nessuno si aspettava di fare la campestre proprio oggi!
Arrivo, non so come ma arrivo, e ritrovo il Tizio gentile addetto all'imbarco, il mio amicone, oltre a noi due nessuno. Penso di essere arrivata troppo tardi e poi: "ah ti avevo già cancellato dalla lista dei passeggeri" -avevo detto che era gentile- (e qui si toglie anche il dubbio di cui parlavo sopra, ovvero che quella collega dell'ufficio non ha avvisato proprio nessuno, se no non sarei stata cancellata dal volo! ) si volta e vedo in lontananza una signora già oltre la porta a vetri, lui la ferma: "aspetta aspetta c'è anche lei". La raggiungo sempre correndo e lei: "calma calma, tanto sono io che guido, finché non arrivo non si parte e di conseguenza nemmeno il volo" -una con un pò di umanità- penso, la ringrazio e poi mi accompagna sulla navetta. Sento le guance rosse e accaldate, il respiro torna pian piano regolare, bevo un sorso d'acqua e non vedo l'ora di salire per mettermi seduta. Posso dire poi che il resto del volo è andato bene, e aggiungo fortunatamente. Ma insomma la mattinata non è iniziata nel migliore dei modi. Proprio no!
Ma dicono che bisogna prenderla con filosofia, e quindi guardo i lati positivi di questa assurda e indimenticabile esperienza, ovvero che potevo rischiare di non ritrovarla (quindi forse lassù qualcuno mi odia ma non cosi tanto), ho fatto anche attività fisica (per compensare i 10 anni persi per lo spavento e la vicenda) e ora so come trovare la polizia in un aeroporto ( che spero non servi mai più)...Ok facciamo che dimentichiamo e basta, forse è meglio!!!
_mynameis-gloria
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Capitolo 357 - Ritorno Trionfale All'Alba - Analisi Era scritto da qualche giorno ma per problemi di tempo posto quello che ho preparato già da scan inglesi. Al solito gli impegni. Trovate il capitolo in italiano, già uscito su mangadex, gli altri due siti che di solito inseriamo non li ho ancora controllati, per vedere se l'altro gruppo ha tradotto per leggere le due versioni. Spero che quanto ho preparato sia interessante -Beppo Il capitolo riparte con Griffith che osserva l'ormai defunto e sconfitto Re dei troll e giganti (o alcuni lo chiamano il boss), dopo un ultimo affondo. Rimane ad osservare gli apostoli intorno a lui e interessante è la frase "Spianando la via per poter avanzare...". Gli apostoli portano a compimento lo sterminio dei nemici e Griffith telepaticametne parla con Sonia, chiedendole di far vedere tramite le sue capacità a tutti quanti quel che è accade visto dai suoi occhi sul campo di battaglia. Tutti quindi si accargono che il loro generale ha posto fine velocemente alla questione, lasciando i pesci piccoli, ma nonostante questo la battaglia è già terminata. Griffith quindi torna sul cavallo e, dopo la pulizia, resta solo il mare di sangue a fare da panorama. Griffith richiama a sè gli spiriti dei caduti e questo lascia stupiti, nonostante non sia la prima volta, tutti i presenti, compreso Mule. Viene riproposto il concetto che le anime di coloro che muoio per Griffith possono salutare un'ultima volta le persone care e questo pone centinaia di punti a favore del Falco, come innegiano tutti. NOn solo, Mule conferma il fatto che Griffith sta ripulendo zone intorno al suo regno da esseri oscuri ma cè ancora molto da estirpare e questo comunque indica che sono tutti felici anche di questo. Pulizia, protezione e garanzia per gli umano di tornare a vivere senza rischi. Sonia termina il suo lavoro, ben accolta da griffith (tra l'altro la faccia del falco accanto a Sonia ha fatto storcere il naso a molti per come è presentato, ben diverso dall'inizio di Falconia) e si presenta un nuovo elemento che pare chiave. Una pietra che risolverà molti loro problemi. A vedere la tavola dopo, si notano elemetni simili allo Stoneange. Grunbleld esegue l'ordine di griffith, riportare le rovine a come erano originariamente e questo porta i presenti ad ammirare l'apostolo non timorosi come all'inizio ma anzi, sopresi e felici delle capacità. Unire il fatto delle anime che possono salutare prima di andar via e apostoli che fanno queste cose non ha reso felici i fan che leggevano sapendo la verità dell'eclisse, però noi possiamo dire che abbiamo un dubbio. Ma ne parliamo dopo... Adesso per gli umani, gli apostoli sono i nuovi fidati compagni che rischiano la vita per loro e al loro fianco. I vecchi falchi cosa avrebbero da dire al tal proposito? Certo, direte voi, nessuno sa nulla ma anche questa parte la completiamo dopo su SOnia... Una volta terminata la sistemazione delle pietre, Griffith annuncia che andrà bene per l'utilizzo che ne buole fare, ordina di prepararsi ad andare, includendo gli apostoli in forma umana. Interessante è il commento di Sonia dopo, dove afferma che in forma completa di apostolo potrebbe restare bloccati se avanzano così... Incerti, i falchi però eseguono e Sonia pone gli ultimi avvisi, finchè non avviene qualcosa. Mule e Laban si accorgono che qualcosa sta accadendo, stanno volando ocn tutti i cavalli. Griffith e Sonia davanti e le formazioni dei gruppi dietro in file ordinate. Sonia presenta quindi quello che molti chiamavo level up di Griffith (ma sicuro solo per lui?) dove afferma che quello che stanno usando è un modo di viaggiare, stanno attraversando i rami dell'albero del mondo. In pratica quello che sembra riuscire a fare il bambino della luna. Velocemente quindi giungono a Falconia, con stupore di tutti, che non credono di aver percorso quella distanza in così oco tempo. Ecco che per tutti il Falco ha compiuto un miracolo, portandolo ad essere considerato ancora maggiormente. Il falco ha creato una nuova leggenda, loro ne sono testimoni e compiranno imprese a suo nome. SOlo da Mule e Laban notiamo come , anche dagli occhi quando parlano di lui, ammirazione e fiducia sono al massimo e Sonia afferma che il sol fatto di servirlo, significa vivere una leggenda mai vista. Mule afferma che ora, con a disposizione le vie dell'albero, in un istante potranno fare grandi cose ma Sonia lo calma. Solo lei stessa e Griffith possono orientarsi tra i rami. Solo chi ha speciali qualità come loro possono usufruirne, perchè ci si può perdere nel peggiore dei modi. Griffith fa parecchi completi a SOnia avvicinandosi, affermando che grazie alle qualità della Sacerdotessa Sonia non ci saranno problemi e lei felice di tutto, conferma l'idea di molti che per lui è pronta a tutto. Il capitolo termina con i falchi che tornano tronfi fi orgoglio per la vittoria mentre il sole si innalza all'alba. COnsiderazioni: Innanzitutto sembra che la parte riguardante le imprese di griffith come salvatore e Falco di Luce siano terminate e che l'ultima tavola preannunci il matrimonio e l'incoronazione. Si presume, ovvio, ma sembra il modo migliore per presentare l'ultimo elemento che consacra Griffith come semi divinità per le sue abilità e capacità, Re e imperatore supermo ammirato e considerato da tutti. L'idea della fine di questo capitolo è che, come per la guerra dei cento anni, una parata di vittoria come a Wyandam sia il preludio di una investitura gloriosa per lui. E sappiamo come Miura reinserisca elementi già presenti in altre saghe per inserire nuovi elementi. La scena dove gli apostoli combattono e poi eseguono gli ordini di Griffith e sembrano 'amici' degli umani. Questa parte sta dividendo il fandom. Nel senso che per alcuni è solo una facciata perchè di certo, si pensa, devono mangiare e saziare la loro fame di umani... e che griffith e Falconia nascondano ben peggio che molti intorno a lui non vedono. Una sorta di Shilat che scopre la parte oscura del'imperatore, ricordate? Poi... Non è che Griffith sta usando gli apostoli e le loro capacità portando una sorta di "bene" che cerca di requilibrare il malefatto di tutti loro prima della sua rinascita? Ma da lui? COlui che ha devastato i falchi corpo e spirito per il suo sogno, facendoli morire nel modo peggiore con anime a lui sacrificate e tutto? E apostoli che ora servono e proteggono gli umani? Certo, molti di loro hanno ancora una parte umana, o meglio quello che con Sonia è stato intravisto, ma cosa porterà davvero per questi apostoli, servire Griffith così fedelmente e cancellando, mettiamola così, la loro natura prima? Mi chiedo dove siano ora i limiti di Griffith. Ce ne sono? Rickert li aveva mostrati senza saperlo per altri e per Grif stesso? Tutto quanto visto finora e sopratutto in questo capitolo è la chiave del fatto che stiamo vedendo come sta costruendo attivamente un regno fortemente (e sempre di più) leale nei suoi confronti. Per il resto del mondo Guts sarà il cattivo perchè vuole affrontare il Falco e forse i lvecchio concetto della Chiesa, Il falco delle tenebre, tornerà contro Guts. Falco nero e falco bianco. Il popolo di Falconia vede Griffith come un dio e un eroe. Li ha salvati e ha unito il mondo. Non sanno, pensano molti fan, che in realtà è un dio demone e quando muoiono vanno all'inferno. Stanno sul lato di Griffiths perché non sanno la verità, si può dire come i falchi originali che rispetto a Guts e Casca, vedevano solo quello che Grif voleva far vedere. Sonia è lì, portavoce delle parole del falco e spronatrice delle masse, la gente di falconia ceh crede che quel posto sia il paradiso illuminato da un nuovo Dio. Sono completamente devoti a Griffith, ma vedranno mai la verità? Griffith sembra che stia riportando a splendore le rovine di 1000 anni passati, ridisegnando l'intero Midland nel regno di Falconia. A questo punto è lecito chiederci se sta preparando l'umanità per una fine ancora più devastante come sacrifici per il suo sogno da portare in eterno (tipo tutti apostoli come si pensa da un pò). Ha ri-eretto le rovine, le ha trasformate in Falconia, costruito e popolato il suo regno con tutti gli umani sopravvissuti e senza dubbio sacrificherà ogni singolo abitante per ancora più potere o sudditi eterni. Ha la sua lealtà, ammirazione e abbastanza apostoli per mantenere il regno ed evitare problemi tipo Rickert. A questo punto Guts, Rickert e chiunque altro potranno fare qualcosa? Elfhelm sarà la prossima tappaa attraverso i portali? Potrebbe essere un buon modo per far uscire anche la banda dall'isola. Forse Sonia condurrà alcuni falchi lì per Grif o da sola e apprenderà la verità, e potenzialmente porterà il gruppo di nuovo sulla terraferma. Un portale per Elfhelm cè? Guts attraverserà i portali, magari con la guida di Schierke? Anche se li fa impensierire, gli abitanti di Skelling non sembrano davvero troppo preoccupati di Grif, e questo pone due domande. 1. Ci sarano come si ipotizza level up anche per Guts da Danaan? L'idea che , tra gli altri anche noi, Guts abbia già ricevuto aiuto o cure particolari da affievolire gli effetti dell'armatura, riportandolo a come era per la saga dei bambini perduti, è vero? 2. Verrà inserita l'idea dei rami e dei portali per far viaggiare Guts più velocemente? Uno dei problemi indicati da Sonia è che possono entrare tutto il gruppo o solo Guts, con una guida, ma potrebbero finire per andare su strade completamente diverse da quelle di Grif e allungare il brodo. Questo non vuol dire che sarà un giro tipo quello visto in questi anni, perché Sonia ha la capacità di rilevare mentalmente entità viventi da una certa distanza, quindi potrebbero... incontrarsi?!?... ma sono teorie! E poi volete mettere il cavalluccio marino volante... che spettacolo! Ciò però apre anche la possibilità a Griffith di lanciare un attacco militare praticamente da qualsiasi luogo in cui possano costruire quei "stargate" e questo pone altre domande. Anche se Griffith pianifica chiaramente di bonificare più terre per il suo regno, sappiamo che non sarà mai abbastanza veloce se Rickert o Guts stanno pianificando una sorta di insurrezione. E bisogna vedere quanti nemici di griffith ci sono ancora. E poi, Guts può teletrasportarsi a falconia senza che Griffith se ne accorga? Sonia lo noterebbe? Per quanto riguarda le porte cè da dire una cosa. Questi sono santuari per creature astrali, luoghi positivi. Probabilmente non dissimili dal santuario della Dea delle Acque di Enoch, prima che costruissero un tempio della Santa Sede sopra di esso. E sì, il fatto che Griffith fa uso di questi è piuttosto agghiacciante visto che positivo non è, ma questo è permesso perchè fa parte della Mano di Dio, o cè dell'altro? In particolare cè da sommare dei punti, la proiezione di Sonia al Jotunn che già è una qualità spirituale e il portale di Stonehenge, che porta a una incognita che sta girando. Perchè mai griffith avrebbe bisogno di Sonia, essendo quel che è...? Secondo molti fan prima, accedere all'albero o fare come il bambino della luna implicava il beherit come chiave o l'essere qualcosa di spirituale per accedervi, ma questo episodio mostra che ci sono più metodi per accedere ai rami, anche con corpi fisici, quindi ce ne sono altri oppure maghi, streghe e elfi come Danaan possono utilizzarli? E sarebbe al di là delle capacità di Schierke oppure lei è in grado, per fare da guida tipo Sonia? Quindi, Griffith e il suo esercito possono coprire rapidamente lunghe distanze usando questo metodo. E' probabilmente che i circoli di pietre esistenti in questo mondo di berserk, sono tutti attivabili. Essere in grado di usare queste strutture dove vuoi sarebbe estremamente utile sopratutto quando il mondo è pieno di apostoli e membri della Mano che fanno come vogliono e tu, come Guts, vorresti trovarli tutti. Ma possono esserne creati di nuovi? Le vecchie reliquie sono state costruite dagli umani per rendere omaggio e connettersi alla dimensione metafisica del mondo astrale e alle forze della natura che racchiude. Ora che questa dimensione è stata accorpata nel reale, sembra improbabile che il tipo di potere spirituale necessario per santificare questi monumenti sia presente in qualsiasi comunità umana allo stesso modo... o si? I Falchi sembrano tornare a Falconia attraverso i rami dell'albero, non diversamente dal bambino della luna, l'ultima volta che l'abbiamo visto e questo apre ancora un altro interrogativo. Berserk è una marea di interrogativi :D Potrebbe essere un altro indizio pensato da molti, che Griffith e il bambino siano la stessa cosa? Può essere che no sia il figlio di Casca ma una parte di Grif? Ma ne parliamo in un post apposito. Secondo Puck nel volume 7 collection, queste strutture simili a Stonehenge servivano come santuari agli Elfi e Guts li usava per rifugiarsi dagli spettri e dagli incubi per poter riposare prima di riprendere. Una specie di porto sicuro come la miniera di Godor ma a cielo aperto. Griffith è una mano divina, appropriarsene per i suoi scopi è ... pericoloso o qualcosa di positivo come detto sopra?. Noi come altri presumiamo che ci sia importanza per queste pietre, una sorta di "struttura" e installazione spiriturale come una forma di trasporto che sta cambiando le cose sul piano fisico. Ma può uno come Grif usarle senza problemi o è solo per Sonia e cosa è rispetto a Grif che lui può usufruirene? E quindi è felice di averla con sè per questo? perchè molte cose per la sua natura oscura non può fare? I viaggi veloci e Gut. Cosa potrebbe quindi accadere se li usa lui? Hanabufuku o Danaan e il CAvaliere sono a conoscenza di questi passaggi? Secondo noi ni, nel senso che lui ha la sua spada particolare che fa qualcosa di diciamo simile, se prima dell'albero fosse stato possibile probabilmente come per Danaan quando ne parla, lui lo avrebbe detto al suo lottatore. Se non era possibile intendiamo. Elfhelm ha alcune di queste pietre? Una cosa importante di questi portali o porte dovremmo dirla, visto che noi abbiamo letto l'opera e ne siamo fan. Questo concetto della 'porta delle vie', una serie di passaggi in un livello distante da quello reale, con veri e propri portali, pericolosi, dove è possibile perdersi senza una guida noi l'abbiamo vista in una opera fanstasy più belle che conosciamo. Il concetto infatti secondo noi è una via di mezzo dalla serie Wheel of Time di Robert Jordan, un riferimento a Yggdrasil nella mitologia norrena, è l'albero cosmico, l'albero del mondo. E allo Stargate del famoso film anni '90. Il viaggio di questo corridoio tipo Stonehenge è stato davvero bello, cè da dirlo. Quando il sentiero si snoda prima di arrivare ai rami dell'albero a spirale del mondo, sembrava come per i volumi 2 e 3, un omaggio nuovamente a Escher. Griffith sta usando Sonia per rintracciare le creature astrali navigando attraverso l'albero a spirale del mondo? E, in tal caso, quali sono le possibilità di trovare Skellig così?. Ad ogni modo questo capitolo pone le basi per tantissime cose, tantissimi accadimenti e ci conferma che Griffith ha le maree della causalità e le gira come vuole. Non so, molti hanno avuto l'impressione che forse Grif non stia seguendo la casualità ma stia cercando di rigirarla diciamo contro Idea. E questo riporta al fatto che forse Grif sta agendo contro di lui e contro la Mano ma ne avevamo parlato in un altro post ma potremmo anche riprenderlo. Guts e Griffith comunque, sfidano la causalità, ma non significa che uno dei due quindi sia intoccabile. Griffith sembra più simpatico ... E' vero. Griffith tratta i suoi attuali seguaci come se trattasse la Banda del falco nei tempi antichi. È carino e mostra loro rispetto, e riceve in cambio la loro adorazione. Sicuramente sembra molto meno "inumano" di prima, guidato dagli obiettivi e solo quelli, ed è più vicino a come era durante l'età dell'oro. Potrebbe essere che stia ritornando a essere presentato come il carismatico Falco positivo anche per i fan e che potrebbe finire per sopravvivere e diventare un personaggio neutrale alla fine della storia? Finendo per confermare che il suo fandom meritava si supportarlo? C'è un cambiamento molto deliberato nella personalità di Griffith in questo capitolo. È sottile, ma si comporta in modo più umano, come il suo vecchio sé. Non è involontario. Mi chiedo se il fatto di essere in un corpo umano per così tanto tempo stia iniziando a influenzarlo, riportando lentamente la sua umanità contro il suo controllo, forse non se ne accorge ancora. Inoltre cè da dire che il bambino della luna, se è davvero il fetus, o il feto solo non abbiano influenzato Grif dopo aver visto i genitori e come sono. Forse non se ne accorgerà fino a quando non rivedrà Guts e Casca di nuovo, e si rende conto che la sua vulnerabilità è tornata. Questo potrebbe essere un suggerimento alla sua eventuale rovina. E' interessante invece il fatto che Sonia fosse usata per trasmettere visivamente la morte delboss dei giganti sul campo di battaglia... ma a tutti, anche i giganti potevano vedere la proiezione? Se è così, è un'azione molto demoralizzante per i giganti, soprattutto perché sono stati tutti uccisi in seguito in malo modo. Ebbene sì, credo che il vero scopo di mandare quell'immagine del Re morto è stato quello di demoralizzare le sue truppe e terminarle. Senza dubbio ha contribuito a ridurre le perdite sul lato di Falconia. Per la fine.... Comunque, la chiusura di questo capitolo significa che o andremo a vedere che cosa è successo a Rickert o torneremo a Elfheim, altrimenti una parata trionfale per il falco e matrimonio annesso. Ciò giustifica davvero la citazione del "nulla è cambiato" di Griffith a Gutse dell'arco del falco millenario. Il capitolo rispecchia il griffith dell'età d'oro e il suo rapporto con la banda del falco prima. Vergognoso, ma è Grif. Ora che si ha accesso al viaggio veloce attraverso i rami dell'Albero del Mondo, potrebbe significare che la fine è più vicina di quanto pensassimo, se decidessero di portare la battaglia su Elfhelm?. Il nemico potrebbe letteralmente cadere dal cielo per Grif o Guts, per una gita in barca da parte di Guts finendo tra le braccia di grif, oppure il falco fa la sua apparizione tipo i sogni di Casca contro Skellig. Il discorso riguardantee le apparenze di cui parlavamo sopra per Guts e Griffith ma qui per gli apostoli. La gente era spaventata da queste figure mostruose e secondo Laban lo sono ancora, ma Sonia ha s ottolineato che, nonostante sembrano malvagi, stano combattendo contro il nemico con e per gli umani e che avrebbero dovuto seguire Griffith nonostante avesse questi demoni di guerra. Vedere Grunbeld lavorare come un amichevole gigante buono potrebbe essere solo un temporanei specchietto per le allodole... il giusto tempo di cuocere tutti gli umani a puntino ed ecco che la parte di grif reale arriva. Laddove altre persone vedevano i demoni, Sonia vedeva alleati come lei, schierarsi con Griffith è una forza per il bene dice. Non è chiaro se Sonia è completamente infatuata di Griffith e dice questo per lui, o semplicemente perchè è lei, accetta di avere demoni e simili perchè non ci vede neinte di male. O Perché sa cosa è veramente Griffith e quindi li accomuna? Non penso che questo fondamentalmente cambi le possibilità per la progressione della storia. Forse è un dato di fatto che non avremmo visto un lungo viaggio di ritorno in nave come si teneva e altri venti anni ad attendere. Si presumevano viaggi via mare, oppure avrebbero approfittato dellaspada beherit del Cavaliere in una delle sue apparizioni per tornare istantaneamente.O Danann conquelche sue magia. Viaggiare usando l'albero è una terza possibilità, e sebbene sia stato effettivamente introdotto da poco con il bambino della luna, crea un maggior impatto per cosa significa per tutti i giocatori in campo nel manga. Una struttura simile a Stonehenge per questo tipo di viaggio etereo porta anche un'altra questione. Guts sta sempre di più avvicinandosi alla magia e spiritualità per divenire qualcosa di oltre l'umano come Griffith? Già essendo nel baratro lo è, ma sarebbe questo il level up?. Questo episodio si impegna per mostrare l'estensione della strategia di Griffith e cosa potrebbe comportare. Abbiamo sempre saputo che ha in programma di governare letteralmente il mondo, un impero. Questo tipo di strategia meticolosa è anche molto simile al Griffith che abbiamo sempre conosciuto ma, come molti lo accusano, è riuscito solo tramite dei trucchi vergognosi che superano il griffith precedente in tutti i sensi in senso negativo. Conquistare il mondo, le persone, le storie... è quello che è bravo a fare, quello che ha sempre desiderato, quale è stato il suo ruolo da sempre. Mi ha sorpreso la rapidità di Griffith, ha già spazzato via la maggior parte delle creature astrali nell'est del suo territorio, altri prima e sicuramente dopo... Cosa ne pensano gli apostoli di questo? Le missioni contro i Kushan sono una cosa, ma combattere la popolazione di creature mitiche e spirituali è un'altra, e se si imbattessero in una creatura al livello del Dio del Mare o di Kundalini... ? Certo, con Ganishka è stato diciamo facile per Griffith, ma è vero che lui sta decimando creature lo stesso, no fratelli degli apostoli ma chi lo dice se non ragiona come prima e per lui son come i falchi originalI, da sterminare apostoli contro apostoli? Eppure, questa è una strategia magistrale, inondando il mondo di mostri e sterminandoli, usando al contempo apostoli sanguinari spacciandoli per amici, gli permette di annettere moralmente il mondo intero venerandolo come qualcuno di luce. Mi chiedo anche se ci siano delle realtà che alterano le conseguenze a quello che sta facendo... i piani astrali a livello esistenziale saranno influenzati dall'avere spazzato via interi mondi o no?, Una sovrabbondanza degli spiriti maligni e dell'energia negativa, cosa sta portando in questo nuovo mondo no nacnora visto? In ogni caso questa sarebbe un'opportunità interessante per espandersi in altri paesi, magari vedere luoghi del passato di Guts, Casca e Grif (la famiglia di Casca e le sue origini, molto dibattuto) e Guts e Grif non possono non incontrarsi e, se si pensa che stia giungendo la fine, la battaglia o meno finale.
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ilcielodipuglia · 5 years
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Il mio amante (Wendy Cope n. a Erith, Regno Unito il 21/7/1945) E ora parlerò del mio amante, che rimarrà senza nome. Perché a 49 anni sa fare il rumore di cinque diversi tipi di camion che cambiano le marce in salita. Perché a volte lo fa sulle scale del posto dove lavora. Perché poi si vergogna quando gli altri lo sentono. Perché sa anche imitare almeno tre tipi diversi di treni. Perché questi includono: la metropolitana di Londra, il treno a vapore e il trenino elettrico delle Ferrovie Meridionali. Perché tifa per il Tottenham Hotspur con gioiosa e immutabile devozione. Perché odia l'Arsenal, i cui tifosi sono rozzi e incivili. Perché spiega che gli Spurs sono magici, mentre l'Arsenal è noioso e sta sempre in difesa. Perché io non ne sapevo niente fino a sei mesi fa, e non mi curavo di saperlo. Perché ora tutto questo mi affascina. Perché lui si esibisce per gradi, dieci. Perché, primo, si presenta come una persona gentile, seria e mentalmente libera. Perché, secondo, affronta molti pranzi, discutendo a tavola della vita e dell'amore senza mai nominare il calcio. Perché, terzo, sta attento a non rivelare quanto detesti avere la peggio in una discussione. Perché, quarto, parla delle donne del suo passato, riconoscendo che in parte è stata colpa sua. Perché, quinto, è talmente ragionevole che tendi a dubitarne. Perché, sesto, si autoinvita per un drink una sera. Perché, settimo, in due vi scolate due bottiglie di vino. Perché, ottavo, si ferma per la notte. Perché, nono, non vedi l'ora di rivederlo. Perché, decimo, non si fa vivo per giorni. Perché avendo raggiunto lo scopo ritorna ai suoi interessi. Perché non salterà nemmeno un'ora del corso serale o una sola prova di coro a causa di una donna. Perché è quasi sempre fuori casa. Perché non riesci nemmeno a trovarlo al telefono. Perché è il tipo d'uomo che da generazioni fa impazzire le donne. Perché, è triste ammetterlo, questo pensiero non basta a farti rinsavire. Perché è affascinante. Perché è buono con gli animali e coi bambini. Perché la sua voce è rassicurante e sexy allo stesso tempo. Perché guida una vecchissima Vauxhall Astra station wagon. Perché va a 130 sull'autostrada. Perché quando lo supplico di rallentare dice: "Non intendo andare più piano di così". Perché è convinto di conoscere le strade meglio di chiunque altro sulla terra. Perché non insiste per avere consigli dai suoi passeggeri. Perché se mai dovesse perdersi sarebbe un bell'inferno. Perché qualche volta mi fa dormire dalla parte sbagliata del mio letto. Perché non puoi dargli ordini. Perché ha questa dote, che gli sta bene mangiare i bastoncini di pesce surgelati o il cibo cinese già pronto o prepararsi la cena da solo. Perché sa come cucino ed è realista. Perché mi prepara tazze di cacao densissimo con le bollicine. Perché beve e fuma almeno quanto me. Perché è ossessionato dal sesso. Perché non direbbe mai che è sopravvalutato. Perché è cresciuto prima della società permissiva e si ricorda della sua adolescenza. Perché non insiste nel ripetere che è sano e naturale, né mi chiede cosa vorrei che facesse. Perché ha alcune idee tutte sue. Perché non è mai stato capace di dormire a lungo e la notte parla con me fino a tardi. Perché ci logoriamo a vicenda con la nostra insonnia. Perché mi fa sentire come una lampadina che non può spegnersi da sola. Perché ispira una poesia dopo l'altra. Perché è pulito e ordinato ma non si preoccupa troppo del suo aspetto. Perché permette al barbiere di tagliargli i capelli troppo corti e per due settimane va in giro che sembra un carcerato. Perché quando metto una collana e gli chiedo se mi sta bene risponde: "Sì, se No vuol dire provarne altre tre". Perché è rimasto scioccato quando i compagni di squadra più giovani hanno cominciato a usare il talco negli spogliatoi. Perché la sua mascolinità vecchio stile è per me fonte di continuo divertimento. Perché la cosa lo rende perplesso.
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Non sentire tra sveglie..fare tardi e prepararsi mentalmente alla cazziata del maitre
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gloriabourne · 6 years
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The one with the wedding and the confession
(o in altre parole: quando il matrimonio di Sabina e il Wind Summer Festival ad appena due giorni di distanza ti rendono very emotional.)
   "Il fumo uccide."
Ermal si voltò verso sua sorella e sorrise.
Era bella, la sua Sabina. Lo era sempre, ma con quell'abito bianco e lo sguardo felice lo era un po' di più.
Aspirò un'ultima boccata di fumo e poi gettò il mozzicone.
"C'è di peggio."
"Così dicono" disse Sabina sedendosi accanto a lui sulla panchina nel giardino del ristorante. Poi aggiunse: "Ma forse ti sbagli."
"Che vuoi dire?"
"Quando dici che amare è peggio che bere o fumare, magari ti sbagli."
"Sì. Magari."
"Dai, Ermal, mi hai vista? Ti sembra che amare mi faccia male?" chiese Sabina sorridendo.
Ermal la osservò per un attimo.
No, amare non le faceva male. Anzi, la rendeva ancora più bella.
C'era stato un periodo in cui anche per lui amare era qualcosa di bello, qualcosa che lo faceva stare bene. Ma ora, amare era solo qualcosa che lo faceva dubitare di sé stesso, di ciò che era sempre stato e che ora non era più sicuro di essere.
Amare aveva sempre avuto il profumo di una donna. Per trentasette anni era stato così. Poi era arrivato Fabrizio e Ermal aveva iniziato a pensare che se ciò che provava per lui era amore, allora non aveva mai amato prima di quel momento.
Con Fabrizio era tutto più forte, più profondo, più felice e allo stesso tempo più doloroso. Più tutto.
"Tu sei l'eccezione che conferma la regola, Sabina."
Sabina oscillò leggermente verso destra, dando una spallata al fratello e dicendo: "Non dire cazzate."
Rimasero un po' in silenzio, seduti l'una accanto all'altro.
Lo facevano spesso da bambini, sedersi in giardino e non fare assolutamente nulla se non restare insieme.
"Grazie per avermi accompagnata all'altare" disse Sabina dopo un po'.
Ermal le circondò le spalle con un braccio. "Non devi ringraziarmi."
"C'è ancora un favore che dovrei chiederti."
"Cioè?"
Sabina abbassò lo sguardo, indecisa se parlare o no.
"Ehi, che succede?" chiese Ermal cercando di guardarla negli occhi.
Sabina gli sorrise, facendogli capire che non c'era niente di cui preoccuparsi, poi disse: "Da quando siamo andati via da Fier, mi sono convinta che non avrei mai avuto il ballo padre-figlia al mio matrimonio. E mi andava bene così, non avrei mai ballato con una persona che mi ha fatto soffrire per tutta l'infanzia. Ma tu per me sei stato molto più di un fratello maggiore, quindi vorrei rispettare la tradizione e fare il ballo padre-figlia insieme a te."
"Sei sicura?" chiese Ermal con gli occhi lucidi.
Sabina annuì.
Non aveva mai considerato quella tradizione una cosa essenziale per lei. Anche quando abitava ancora in Albania, era arrivata a odiare così tanto suo padre che non avrebbe mai accettato di ballare con lui per nessun motivo al mondo.
Con gli anni però Ermal aveva preso il posto di suo padre. La faceva ridere quando era triste, la sgridava quando combinava qualche guaio, le disinfettava le ginocchia sbucciate quando cadeva dalla bicicletta, ma soprattutto la amava come solo un padre avrebbe potuto fare.
Ermal la abbracciò. "Mi piacerebbe davvero tanto ballare con te."
   Erano passati due giorni dal matrimonio di Sabina e Ermal continuava a pensare a quanto l'avesse vista felice. Non riusciva a togliersi dalla testa il suo sorriso, il suo sguardo... Ed era tutto causato dall'amore.
Lui era mai stato così felice quando stava con Silvia? O con qualsiasi altra persona?
Era così felice da quando conosceva Fabrizio?
A primo impatto, avrebbe risposto che la felicità che provava con Fabrizio non l'aveva mai provata con nessun altro. Che i sorrisi che faceva a Fabrizio non li aveva mai fatti a nessun altro. Che il suo cuore si riempiva di gioia ogni volta che erano insieme e che sanguinava ogni volta che erano distanti, ma che poi bastava un suo messaggio per fargli tornare il sorriso.
Ma amare Fabrizio non era solo gioia. Era anche insicurezza, perché Ermal non sapeva mai fino a che punto spingersi con lui, non sapeva mai se poteva abbracciarlo senza fargli capire che provava qualcosa di più di un'amicizia. Era anche ansia, perché prima di ogni loro incontro Ermal sentiva lo stomaco chiudersi e voleva fermare il tempo e farlo scorrere più veloce allo stesso tempo. E poi era anche paura, perché Ermal era terrorizzato dall'idea che se solo si fosse fatto sfuggire un minimo indizio su ciò che provava per Fabrizio, lo avrebbe perso.
Quindi, nonostante le parole di Sabina, continuava a essere convinto che amare fosse più pericoloso di bere o fumare.
Quando arrivò davanti al suo camerino, Fabrizio lo stava già aspettando.
Ermal trattenne il respiro vedendolo appoggiato al muro, con la sigaretta tra le labbra e gli occhiali da sole appoggiati al naso.
Ogni volta che lo vedeva, era come la prima. Si sentiva sopraffatto dalla sua bellezza e non c'era proprio niente che potesse fare per impedire al suo cuore di battere così velocemente. Era sicuro che stesse battendo così forte che prima o poi anche Fabrizio se ne sarebbe accorto.
"Finalmente sei arrivato!" esclamò Fabrizio vedendo Ermal camminare verso di lui.
Ermal sorrise cercando di darsi un contegno mentre si avvicinava a Fabrizio e gli dava una leggera pacca sulla spalla.
"Hai già provato?" chiese mentre entrava nel camerino.
Fabrizio annuì mentre lo seguiva. "In realtà ho detto a tutti che non era il caso di provare, che tanto il soundcheck non lo faccio mai, ma non m'hanno ascoltato."
"E hanno fatto bene! Le prove sono importanti."
"Se va beh. Allora, com'è andato il matrimonio?" chiese Fabrizio curioso.
Gli occhi di Ermal si illuminarono come quelli di un bambino la mattina di Natale, mentre raccontava a Fabrizio tutto ciò che era successo. Gli disse quanto si era emozionato ad accompagnare la sua pallina bionda all'altare, gli raccontò del bellissimo discorso che aveva fatto Rinald e di quanto si era emozionata sua madre.
Fabrizio lo ascoltò rapito, interrompendolo di tanto in tanto per fare qualche domanda, fino a quando una ragazza dello staff chiamò Ermal per le prove.
"Finiamo di parlare dopo?" chiese Ermal mentre usciva dal camerino.
"Certo, Cespuglietto."
   Quel dopo però non arrivò così presto come Ermal aveva sperato.
Dopo le prove, era stato spedito da una parte all'altra - sì, proprio spedito, peggio di un pacco postale - per interviste e foto varie e in poco tempo era arrivato il momento di prepararsi.
Dietro le quinte, lui e Fabrizio erano riusciti a passare qualche minuto insieme ma per poter passare un po' di tempo a chiacchierare tranquilli come quel pomeriggio, avevano dovuto aspettare la fine della serata.
Avevano concordato insieme, quando si erano sentiti qualche giorno prima, che Fabrizio avrebbe dormito a casa di Ermal. Giocava a favore di entrambi.
Per Fabrizio senz'altro era più comodo dormire a casa di Ermal piuttosto che tornare a Roma in piena notte o dormire in albergo.
Per Ermal poteva essere un'occasione di sentirsi di nuovo a casa in quell'appartamento milanese che aveva iniziato ad odiare. Perché, ne era certo, con Fabrizio avrebbe potuto sentirsi a casa ovunque, anche in un posto che odiava.
Arrivarono a casa di Ermal dopo un breve viaggio passato in quasi assoluto silenzio, entrambi troppo stanchi per parlare ma ancora abbastanza svegli da apprezzare la compagnia dell'altro.
"Ma chi è questa Angela?" chiese Fabrizio, lasciandosi cadere poco delicatamente sul divano mentre scorreva velocemente alcune foto sulla home di Instagram.
"Chi?" chiese Ermal sedendosi accanto a lui.
"Angela, una che ti ha taggato in un sacco di foto."
"Ah, sì. È la migliore amica di mia sorella."
Fabrizio rimase in silenzio mentre continuava a guardare il profilo della donna in questione, poi dopo un po' disse: "È carina."
Ermal trattenne il respiro e sentì lo stomaco chiudersi, come succedeva ogni volta che sentiva Fabrizio fare apprezzamenti su qualcuno.
"Sì. Carina" rispose semplicemente.
"Era la testimone, giusto?"
Ermal annuì.
"E anche tu eri il testimone."
Ermal si voltò verso Fabrizio. "Sì, e quindi?"
"E quindi avrete passato sicuramente un sacco di tempo insieme."
Ermal continuò a fissarlo senza capire dove volesse arrivare.
"Te la sei fatta?" chiese Fabrizio sorridendo maliziosamente. Nei suoi occhi però Ermal non poté fare a meno di notare qualcosa di strano, qualcosa che stonava con il sorriso che gli aveva appena rivolto.
Per un attimo pensò che fosse gelosia, ma si diede mentalmente del cretino praticamente subito. Non era possibile che Fabrizio fosse geloso di lui.
"No, Bizio. Ti pare?!"
"Che c'è? L'hai detto anche tu che è carina!"
"Sì, beh... Non è il mio tipo" rispose Ermal passandosi una mano tra i capelli e sbuffando. No, decisamente Angela - per quanto carina e simpatica - non era il suo tipo.
"Giusto. Il tuo tipo ideale è alta, bionda, con gli occhi azzurri..." iniziò a elencare Fabrizio, alludendo a Silvia.
"Tanto per cominciare, il mio tipo ideale non è una donna" lo interruppe Ermal, senza rendersi conto effettivamente di cosa fosse appena uscito dalla sua bocca.
Quando se ne accorse, ormai era troppo tardi. Fabrizio lo fissava con gli occhi spalancati e un'espressione a metà tra il perplesso e il curioso.
"Come, scusa?"
"Niente, Fabrì. Niente" rispose Ermal alzandosi dal divano e percorrendo il corridoio fino alla sua stanza. Forse, se si fosse chiuso lì dentro, Fabrizio non avrebbe fatto altre domande e il discorso sarebbe finito accantonato in un angolo.
Per un attimo provò a vedere la situazione dall'esterno e si odiò, perché quello non era lui. Lui non aveva paura di dire la verità, di dire ciò che pensava. Lui se n'era sempre fregato delle conseguenze. E invece ora non faceva altro che scappare da ciò che pensava, da ciò che provava, da ciò che avrebbe disperatamente voluto dire ma che ancora non era riuscito a tirare fuori.
Fabrizio non lo seguì e non fece altre domande, consapevole che se Ermal avesse voluto parlargli di qualcosa lo avrebbe fatto da solo, senza che fosse lui a forzarlo.
Certo, avrebbe voluto che Ermal si fidasse di lui al punto da parlargli di qualcosa del genere, qualcosa che sembrava aver tenuto nascosto anche a sé stesso. Ma non poteva obbligarlo e gli avrebbe lasciato i suoi spazi.
   Erano quasi le 4 del mattino quando Fabrizio, dopo essersi girato per l'ennesima volta tra le lenzuola, si arrese alla consapevolezza che non sarebbe riuscito a prendere sonno.
Si alzò e uscì dalla camera degli ospiti strisciando i piedi. Era stanco, terribilmente stanco, e non riuscire a dormire lo rendeva nervoso.
La verità era che avrebbe voluto parlare con Ermal. Di qualsiasi cosa, anche di cose stupide come il tempo o quanto fosse difficile montare un mobile dell’Ikea. Gli sarebbe bastato semplicemente chiacchierare con lui cinque minuti e avere la certezza che stesse bene, perché quando si era ritirato in camera sua qualche ora prima sembrava tutto fuorché sereno.
Arrivato in cucina si riempì un bicchiere d'acqua e rimase a sorseggiarlo appoggiato al frigo, buttando di tanto in tanto un'occhiata verso la camera di Ermal, quasi sperando di vederlo uscire da lì da un momento all'altro.
Per un attimo valutò l'idea di andare a bussare alla sua porta, ma scacciò via il pensiero scuotendo la testa e ripercorrendo il corridoio per tornare alla camera degli ospiti.
Aveva già una mano sulla maniglia quando Ermal uscì dalla sua stanza.
"Ehi" sussurrò Fabrizio
Ermal si bloccò a pochi passi da lui. "Ciao."
Il corridoio era completamente buio eppure Fabrizio riusciva a scorgere la sorpresa sul volto di Ermal.
"Non riesci a dormire nemmeno tu?"
Ermal scosse la testa. "No. Troppi pensieri."
"Vuoi parlarne?"
Ermal rimase in silenzio per un attimo, valutando l'offerta. Poteva davvero essere una cosa negativa dire tutto a Fabrizio? Lo conosceva bene, anche meglio di quanto conoscesse sé stesso, e sapeva che anche se gli avesse confessato i suoi sentimenti non sarebbe cambiato niente tra loro. Fabrizio non si sarebbe allontanato da lui, non era proprio il tipo.
"Se non ti va non importa eh" aggiunse Fabrizio, preoccupato dal silenzio del collega.
"No, mi va. Anzi, credo di avere aspettato anche troppo."
"Che succede?" chiese Fabrizio appoggiandosi con la schiena alla porta. Avrebbe potuto dire a Ermal di entrare in camera, o proporgli di sedersi sul divano del soggiorno, o dirgli di continuare il discorso davanti a un caffè, ma aveva paura che se si fosse mosso da lì il momento sarebbe passato e Ermal si sarebbe di nuovo chiuso in sé stesso.
E poi, qualunque fosse il problema di Ermal, era ovvio che si sentiva schiacciato da un peso e a volte è più facile sbarazzarsi dei pesi se lo si fa al buio, lontano da occhi che ti guardano come se volessero leggerti l'anima.
"Credo di essermi innamorato, Fabrì. E questo sentimento mi sta logorando, mi sta uccidendo. Me lo sono tenuto dentro perché pensavo che parlarne sarebbe stato peggio, che avrei rischiato di allontanare da me l'unica persona di cui mi importa davvero, ma non ce la faccio più ad andare avanti così. Un attimo mi sento l'uomo più felice del mondo e poi, appena mi rendo conto che quella persona mi è accanto ma non come vorrei, mi sembra che quella felicità mi venga strappata dal petto e io sono davvero stanco di sentirmi strappare via le cose."
Fabrizio rimase in silenzio, incapace di trovare le parole giuste da dire dopo quella confessione. Poi sentì Ermal avvicinarsi un po' di più.
Una folata di vento colpì la tenda del soggiorno attraverso la finestra aperta, spostandola e lasciando entrare un po' di luce. Fabrizio si perse per un attimo a guardare il volto di Ermal, riuscendo finalmente a vederlo grazie al bagliore dei lampioni che arrivava dall'esterno.
Sembrava preoccupato, quasi spaventato, ma c'era una determinazione nei suoi occhi che aveva visto poche altre volte.
"Bizio, ti conosco da un po' ormai e so che qualsiasi cosa io dica o faccia, tu non andrai via. Sei un vero amico e i veri amici non se ne vanno, di questo sono certo. Quindi tanto vale che te lo dica, no?"
Fabrizio trattenne il respiro, iniziando finalmente a capire in che modo sarebbe finito il discorso di Ermal. Eppure, nonostante ormai fosse ovvio cosa stesse cercando di dirgli, l'ansia gli stava lacerando lo stomaco.
Se da una parte era felice perché aveva sempre visto Ermal come qualcosa più di un amico, dall'altra era spaventato dall'idea di avere frainteso tutto.
Una parte di sé continuava a dirgli che aveva capito bene, che non c'era motivo di essere preoccupato perché i fatti parlavano da soli. Un'altra parte, invece, gli diceva di non crearsi aspettative e speranze perché se le cose fossero andate male avrebbe sofferto più di quanto potesse immaginare.
"Bizio, io..."
Ermal avrebbe voluto dirgli che era innamorato di lui, che andare al matrimonio di sua sorella lo aveva reso più consapevole dei suoi sentimenti e che non gli importava se lui non provava le stesse cose perché l'unica cosa che voleva era continuare a stargli accanto, anche solo come amico.
Ma nessuna di queste parole uscì dalla sua bocca perché Fabrizio l'aveva spinto contro la parete e lo aveva baciato.
Era stata una decisione impulsiva. Aveva semplicemente scollegato il cervello e aveva ragionato con il cuore: voleva baciare Ermal, voleva farlo da mesi in realtà.
Le labbra di Fabrizio si muovevano lente su quelle di Ermal, mentre la sua lingua scivolava nella sua bocca.
Ermal pensò che nessun altro bacio prima di quello l'aveva fatto sentire così, con le gambe che sembravano cedere da un momento all'altro e lo stomaco che si attorcigliava su sé stesso. Nessun altro bacio gli aveva fatto provare quelle cose che si leggono solo nei libri.
E quello fu il momento in cui Ermal capì che sua sorella aveva ragione e che, per una volta, era lui quello che aveva sbagliato.
Amare non era affatto peggio di bere o fumare.
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maxciliegie · 2 years
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Il mio amante
E ora parlerò del mio amante, che rimarrà senza nome. Perché a 49 anni sa fare il rumore di cinque diversi tipi di camion che cambiano le marce in salita. Perché a volte lo fa sulle scale del posto dove lavora. Perché poi si vergogna quando gli altri lo sentono. Perché sa anche imitare almeno tre tipi diversi di treni. Perché questi includono: la metropolitana di Londra, il treno a vapore e il trenino elettrico delle Ferrovie Meridionali. Perché tifa per l’Internazionale con gioiosa e immutabile devozione. Perché odia il Milan, i cui tifosi sono rozzi e incivili. Perché spiega che i Nerazzurri sono magici, mentre il Milan è noioso e sta sempre in difesa. Perché io non ne sapevo niente fino a sei mesi fa, e non mi curavo di saperlo. Perché ora tutto questo mi affascina. Perché lui si esibisce per gradi, dieci. Perché, primo, si presenta come una persona gentile, seria e mentalmente libera. Perché, secondo, affronta molti pranzi, discutendo a tavola della vita e dell'amore senza mai nominare il calcio. Perché, terzo, sta attento a non rivelare quanto detesti avere la peggio in una discussione. Perché, quarto, parla delle donne del suo passato, riconoscendo che in parte è stata colpa sua. Perché, quinto, è talmente ragionevole che tendi a dubitarne. Perché, sesto, si autoinvita per un drink una sera. Perché, settimo, in due vi scolate due bottiglie di vino. Perché, ottavo, si ferma per la notte. Perché, nono, non vedi l'ora di rivederlo. Perché, decimo, non si fa vivo per giorni. Perché avendo raggiunto lo scopo ritorna ai suoi interessi. Perché non salterà nemmeno un'ora del corso serale o una sola prova di coro a causa di una donna. Perché è quasi sempre fuori casa. Perché non riesci nemmeno a trovarlo al telefono. Perché è il tipo d'uomo che da generazioni fa impazzire le donne. Perché, è triste ammetterlo, questo pensiero non basta a farti rinsavire. Perché è affascinante. Perché è buono con gli animali e coi bambini. Perché la sua voce è rassicurante e sexy allo stesso tempo. Perché guida una vecchissima Vauxhall Astra station wagon. Perché va a 130 sull'autostrada. Perché quando lo supplico di rallentare dice: “Non intendo andare più piano”. Perché è convinto di conoscere le strade meglio di chiunque altro sulla terra. Perché non insiste per avere consigli dai suoi passeggeri. Perché se mai dovesse perdersi sarebbe un bell'inferno. Perché qualche volta mi fa dormire dalla parte sbagliata del mio letto. Perché non puoi dargli ordini. Perché ha questa dote, che gli sta bene mangiare i bastoncini di pesce surgelati o il cibo cinese già pronto o prepararsi la cena da solo. Perché sa come cucino ed è realista. Perché mi prepara tazze di cacao densissimo con le bollicine. Perché beve e fuma almeno quanto me. Perché è ossessionato dal sesso. Perché non direbbe mai che è sopravvalutato. Perché è cresciuto prima della società permissiva e si ricorda della sua adolescenza. Perché non insiste nel ripetere che è sano e naturale, né mi chiede cosa vorrei che facesse. Perché ha alcune idee tutte sue. Perché non è mai stato capace di dormire a lungo e la notte parla con me fino a tardi. Perché ci logoriamo a vicenda con la nostra insonnia. Perché mi fa sentire come una lampadina che non può spegnersi da sola. Perché ispira una poesia dopo l'altra. Perché è pulito e ordinato ma non si preoccupa troppo del suo aspetto. Perché permette al barbiere di tagliargli i capelli troppo corti e per due settimane va in giro che sembra un carcerato. Perché quando metto una collana e gli chiedo se mi sta bene risponde: “Sì, se No vuol dire provarne altre tre”. Perché è rimasto scioccato quando i compagni di squadra più giovani hanno cominciato a usare il talco negli spogliatoi. Perché la sua mascolinità vecchio stile è per me fonte di continuo divertimento. Perché la cosa lo rende perplesso.
Wendy Cope
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verità poco popolari da ricordare
A volte può essere facile travisare il vero scopo della comunità studyblr (motivare a fare il massimo possibile per ognuno - quindi variabilissimo - e ad inseguire i propri obbiettivi) perciò è bene ricordare:
Non hai bisogno di avere tutte le volte il massimo dei voti. Che sia il 10 a scuola o il 30 in uni. Va bene mantenere alta la media, va bene puntare al massimo, ma a volte in alcune materie è sufficiente passare e basta. Non pretendere da te stesso più di quanto tu non possa fare perchè ogni materia è diversa e in base alle tue capacità e impostazioni precedenti, il tuo cervello la assimila in un dato modo. Non ti serve distruggerti per ottenere qualche punto in più solo perchè sei abituato ad avere sempre il massimo dei voti. 
La tua salute, fisica e mentale, è sicuramente più importante dei tuoi voti.
Non a tutti piace studiare. Alcuni studyblr esistono solo per motivare se stessi e/o gli altri, non perchè amano lo studio. Non sono sempre tutti perfetti. .
Non ti serve la cancelleria di lusso. Materiali economici possono andar bene tanto quanto quelli costosi che si vedono spesso negli studyblr (internazionali soprattutto) 
Non serve che tu chieda a natale/compleanno la cancelleria bella come si vede fare a molti in questa comunità, è importante che tu chieda quello che vuoi davvero a prescindere da cosa sia, come gratificazione.
Stare svegli tutta la notte e dormire solo 4 ore per studiare non è una buona strategie e non è salutare.
Bere troppi caffè in un giorno non fa bene nè allo stomaco nè al cuore, e in molti casi aumenta l’ansia.
Essere produttivi può significare molte cose, diverse per ciascuno. Per alcuni può essere studiare otto ore al giorno, per altri magari due ore, per altri ancora può esserlo anche solo riordinare la scrivania o organizzare un piano di studio.  
Non tutti i giorni sono uguali. Un giorno può essere molto produttivo e magari quasi piacevole, un altro giorno magari per niente. Siamo umani, non robot, è concesso avere qualche giorno inutile nella vita. 
Onestamente, essere produttivi per 100 giorni filati può essere più dannoso che d’aiuto in molti casi. Prenditi il tuo tempo per tirare il fiato, ogni tanto.
Il tuo bullet journal non deve essere per forza artistico o perfetto. Esistono anche quelli minimalisti e son belli lo stesso. Ma soprattutto deve essere funzionale a chi lo usa: quindi va bene tutto.
Non devi necessariamente avere una bella calligrafia per essere uno studyblr degno o uno studente eccezionale.
Non devi per forza ricopiare tutti i tuoi appunti. L’importante è che tu sappia apprendere da essi, poi il come è secondario. 
Solo perchè altri trovano un corso o una materia semplice, non significa che debba esserlo anche per te. Tutti hanno le proprie forze e debolezze. 
La musica di sottofondo non è ottimale per tutti. Va benissimo anche ascoltare l’heavy metal se rilassa o favorisce la concentrazione, l’ambient è solo una convenzione.
Alzarsi presto la mattina non sempre incrementa la produttività. Devi trovare un orario che si adatti al tuo modo di reagire e alla tua capacità di concentrarti, c’è chi studia bene solo il pomeriggio o la sera e c’è chi funziona solo se si alza presto. 
I tuoi sfondi non devono essere bianchi per forza.. 
Tutti procrastinano ogni tanto, chi più chi meno. Anche i proprietari degli studyblr più belli. 
Vivi le tue pause, non minimizzarle a 5 minuti. Lascia che durino il tempo che ti serve per ristabilirti e ricominciare.
Non stare a ripassare mentalmente mentre fai altro, allena la tua mente a concentrarsi quando studi e a rilassarsi in altri momenti così da non sovraccaricarla.  
Non devi per forza ripassare sui mezzi mentre vai a lezione, ci sono altri modi per rendere quel tempo produttivo, anche solo prepararsi mentalmente alla giornata da affrontare.
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monicadeola · 3 years
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Zooming, ossia comunicare con Zoom o con altre piattaforme, ha cambiato le nostre vite e quelle dei ragazzi in quest’ultimo anno. Si fa zooming quando si vuole comunicare cogli amici e coi familiari, quando viene fatta la didattica a distanza, quando si fanno incontri di lavoro, quando si fa la psicoterapia, quando si fanno conferenze di ogni genere. Ore e ore davanti allo schermo, focalizzati sul viso degli interlocutori e con un occhio sulla propria immagine in cui ci si rispecchia.
E che effetti psicologici ha lo zooming? Dopo ore e ore davanti allo schermo ci si sente spesso stanchi, svuotati, quasi alienati dentro lo schermo che ha divorato le energie mentali e fisiche. Si tratta di impressioni molto diffuse, ma che sono state studiate nel Laboratorio di Interazione Umana Virtuale presso la Stanford University. Le prime conclusioni sulle conseguenze psicologiche dellozooming sono state pubblicate dal direttore del laboratorio, Jeremy Bailenson sulla rivista scientifica Technology Mind and Behavior.
Contatti visivi troppo ravvicinati e prolungati con un’altra persona, soprattutto con la sua faccia, creano un contesto relazionale artificioso, ben diverso dagli scambi a cui si è abituati, nei quali ci si guarda in faccia solo per breve tempo e poi si sposta l’attenzione. Essere sempre al centro dello scenario è stressante, come succede a volte in quei sogni nei quali ci si trova su un palcoscenico sotto gli occhi degli spettatori con l’ansia di non essere all’altezza.
Anche la vicinanza eccessiva rischia di violare un codice relazionale di sicurezza personale, non ci si può avvicinare troppo al viso di un’altra persona se non in situazioni di intimità o di litigio. E questa vicinanza innaturale rischia di provocare una forte attivazione cerebrale che si prolunga nel tempo. Per evitare questo effetto, Bailenson della Stanford University consiglia di non attivare l’immagine completa sullo schermo.
Durante le chat è presente anche l’immagine personale in cui ci si rispecchia continuamente, anche questa una condizione artificiosa perché quando parliamo cogli altri non abbiamo uno specchio che ci rimanda la nostra immagine. Questo rispecchiamento crea tensione obbligando ad avere un’oscillazione continua fra l’immagine degli altri e la propria con uno stato di vigilanza su quello che si fa.
Anche la posizione che si assume durante la videochat non va trascurata. Infatti quando si parla con un’altra persona ci si muove, si gesticola, a volte ci si alza, quasi per facilitare il pensiero e l’espressione verbale ma anche per connotare ulteriormente quello che si vuole dire. Davanti allo schermo il lessico comunicativo diviene necessariamente più rigido, meno ricco di sfumature e di modulazioni. È proprio il comportamento extraverbale ad essere più negativamente condizionato dalle videochat, tenendo presente che questa comunicazione ci accompagna dall’alba dei tempi, anche prima della comparsa del linguaggio. Infatti quando due persone si incontrano nella vita reale si guardano reciprocamente in viso e negli occhi per cogliere l’atteggiamento dell’altro e per prepararsi all’incontro. Anche la posizione del corpo, i gesti, la dinamica dei movimenti sono indizi che aiutano a farsi un’idea dell’altra persona. Davanti allo schermo lo scambio relazionale si impoverisce e diventa difficile cogliere i segni extraverbali che aiutano a orientarsi nel contesto sociale.
È stato inevitabile che in quest’ultimo anno, soprattutto nei periodi di lockdown, si ricorresse alle videochat che ci hanno aiutato a sentire in modo meno acuto l’isolamento e la solitudine, ma allo stesso tempo hanno creato un contesto innaturale di scambi sociali, nei quali il lessico relazionale si è impoverito creando nuove abitudini che rischiano di perdurare e di perpetuarsi. È vero che l’uomo è per sua natura opportunista e si adatta anche a situazioni estreme, ma i costi possono essere troppo elevati soprattutto per le nuove generazioni che stanno acquisendo i codici relazionali e sociali. Non a caso i ragazzi quando ritornano a scuola cominciano a rivivere non solo mentalmente, ma anche col corpo che ridiventa attivo e pienamente partecipe alla vita sociale. Si ritorna a vivere in una dimensione tridimensionale con una profondità mentale e corporea a differenza della bidimensionalità degli strumenti tecnologici che appiattiscono le relazioni sociali.
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geminicolecollins · 4 years
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James & Rosalie _ Lake _ 21/07/2020
   𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « Ciao James! Come va? » ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « Avrei bisogno di parlarti. Dove e quando ci possiamo vedere? » James Cole Collins * Quando vibrò il telefono e vide quel nome, l’anima del Collins si congelò. Era Rosalie, Rosalie Campbell, ovviamente. Bastardo come non mai, seppur si sentiva lacerare il cuore dal di dentro, James visualizzò e non rispose per un paio d’ore. Alla fine cedette. * Whatsapp message to: Rosalie 💔 > Ciao. > Ci conosciamo? Non ho il tuo numero. [sent] *Stronzo, un vero stronzo. * Rosalie Campbell .‍‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌ Era davvero possibile che avesse eliminato il suo numero? Il cuore di Rosalie batteva all'impazzata, le sudavano le mani e per poco non le mancò il respiro. ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌  ‍ ‍ ‌  ‍‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌     𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « Sono Rosalie... » James Cole Collins * Sorrise quasi come quando era appena adolescente e aveva imparato a fare a botte. Era una sensazione quasi soddisfacente seppur lacerante. * Whatsapp message to: Rosalie 💔 > Ah, tu. Dimmi. Rosalie Campbell .‍‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌ Quanto odio in quelle poche ma incisive parole... Rosalie si sentiva — giustamente — umiliata ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌  ‍ ‍ ‌  ‍‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌     𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « So di meritare tutto il tuo disprezzo, ma desidero parlarti... se vuoi »
James Cole Collins * Alla lettura del messaggio il ragazzo finì per sussurrare un “bene” * Whatsapp message to: Rosalie 💔 « Pft. Ho percepito, vabbè. Si, penso di essere pronto alle tue stronzate » [delete] « Ok. Vediamo cosa inventi. » Rosalie Campbell .‍‌ ‍ ‌  ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌  ‍‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌     𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « James, puoi per favore evitare di fare così? Non aiuti per niente. Mi sento già abbastanza una merda, non ho bisogno che me lo ricordi costantemente » ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « Ti ho detto che voglio semplicemente parlare. HO SBAGLIATO e voglio chiederti scusa. Non pretendo che tu mi perdoni o che dimentichi tutto, hai tutte le ragioni del mondo per non farlo e ti capirei. Ma permettimi almeno di provare a rimediare, in qualche modo » ‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌ Non era sicura di volergli mandare quel primo messaggio, ma alla fine lo fece lo stesso. Per quanto fosse nel torto, pretendeva comunque di essere rispettata e non ulteriormente mortificata. Era già abbastanza difficile per lei ammetterlo e chiedere ammenda. James Cole Collins Whatsapp message to: Rosalie 💔 « Io non aiuto te. Tu non aiuti me. 1 a 1, palla al centro. Sai bene che la merda non la senti soltanto tu.» « ok. Dove e quando per ascoltare questo sermone allora?» [sent] * Quella spontaneità che non aveva quasi mai visto in Rosalie lo trafisse, ma non faceva nulla, non gli faceva male, anzi. Sospirò e chiuse gli occhi, passando una mano sugli occhi. * Rosalie Campbell .‍‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌ Aveva accettato di vederla! Forse c'era una speranza, piccola piccola, ma c'era. Sarebbe stato doloroso, molto più di quanto già non le facesse male leggere quelle parole. ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌  ‍ ‍ ‌  ‍‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌     𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « Anche adesso. Dove ti fa più comodo. » James Cole Collins Whatsapp message to: Rosalie 💔 > Lago.… 
.‍‌ ‍  Rosalie Campbell ‌ ‍ ‌  ‌ ‍ ‌ Il luogo del loro primo bacio. Che sia il segno di un nuovo inizio? Il barlume di speranza stava pian piano diventando scintilla. ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌  ‍ ‍ ‌  ‍‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌     𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ « Sarò lì tra 10 minuti. »
James Cole Collins Whatsapp message to: Rosalie 💔 > Va bene. …
Rosalie Campbell .  ‍ ‍ ‌  ‍‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌     𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝒂𝒑𝒑 𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂𝒈𝒆 to JC ❤️ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌                ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌  ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ [ seen ✔️✔️ ] James Cole Collins * Quei dieci minuti passarono così lentamente che parvero anni, secoli. L’umore di James si scuriva pian piano creando intorno a sé così tanta negatività da sentirla perfino egli stesso. Da umano le reazioni sarebbero state diverse, da umano non sarebbe nemmeno accaduto tutto quello che era per l’appunto successo, ma da Dooddrear tutto era più amplificato, tutto faceva più dannatamente schifo. Prima di lasciare la roulotte ed avviarsi per il lago, si guardò un attimo allo specchio, sussurrò qualcosa di nettamente incomprensibile mentre indossava il suo cappellino grigio che non abbandonava mai e, alla fine, con il magone in cuore, si avviò. La moto sfrecciava quasi come facevano i suoi pensieri. Rivedere Rosalie non sarebbe stato facile, ascoltarla e fingere di non provare niente non sarebbe stato facile, niente lo era. Ora come ora, era arrivato al luogo d’incontro. Gli occhi cangianti guardarono più punti finché non la riconobbe. Era lì, proprio davanti il lago, proprio dove si erano scambiati il primo bacio. Deglutì, era proprio pronto a fare il bastardo? * « Sei puntuale come sempre. » * Una nota d’appunto, ma la voce era fredda, seppur un lieve tremore avrebbe potuto essere percepito, ma James lo mascherò con un movimento: una mano nella tasca dei jeans neri. * Rosalie Campbell   Già tremava. Le sudavano le mani e aveva lo stomaco completamente bloccato. Uscì di casa correndo, entrò in macchina e raggiunse il lago in pochissimo tempo. James non era ancora arrivato e forse era meglio così. Almeno aveva modo di raccogliere tutto il coraggio di cui aveva bisogno. Cercò di riportare alla mente il giorno in cui proprio lì i due si erano scambiati il loro primo bacio. La felicità e l'emozione di quel giorno le trasmisero pace e speranza.  Dopo pochi minuti, James la raggiunse. Lei era voltata di spalle e non lo vide arrivare, ma sentì il rombo della sua moto e iniziò a prepararsi mentalmente alla lunga discussione che avrebbero avuto. Si girò a guardarlo. Indossava la canotta bianca e il cappellino che lei tanto amava. Il cuore le sussultò nel petto, proprio come quando lui l'aveva presa tra le sue braccia la prima volta. Tutti i bei momenti che avevano vissuto insieme le tornarono improvvisamente alla memoria e un timido sorriso osò spuntare sulle labbra della fata.  « Non potevo assolutamente tardare » disse guardandolo negli occhi, così scuri e penetranti e che le avevano sempre trasmesso una grande sicurezza. « Anzi, a dire la verità, avrei potuto evitare di aspettare così tanto per parlarti… quindi, non direi che io sia stata così puntuale, almeno su questo… » continuò dopo qualche attimo. Il tono un po' ironico che aveva usato non era per sminuire il problema quanto per evitare che si andasse dal primo momento nel vivo della questione. James Cole Collins * Se c’era una cosa che poteva tremare, quello era sicuramente il cuore di James, seppur gli occhi rimanevano stabili, aperti, immobili eppur curiosi nei confronti di quella bionda che egli aveva amato caldamente, ma di cui ora come ora non sapeva cosa pensare. Aver scelto quel posto per incontrarla era stato del tutto errato, probabilmente, perché, invece di mettere in difficoltà la giovane, aveva posto in difficoltà egli stesso. Era lì, proprio in quel punto, che tutto sembrava essere incominciato e lì, nello stesso punto, o sarebbe ricominciato o sarebbe finito per sempre. O tutto o niente, proprio come i giochi soliti dei Wolves, ma questa era un’altra storia. La negatività che caratterizzava non solo l’anima del Dooddrear faceva letteralmente schifo, invadeva i metri intorno a sé e avvelenava non solo sé, ma anche chi gli stava intorno in un certo qual senso. Incontrare Rosalie in modo serio era troppo forse, troppo per davvero. I suoi passi continuarono fino ad arrestarsi quando non si trovò vicino a lei. I biondi capelli, quegli occhi espressivi e misericordiosi... ah, Rosalie, perché sei tu Rosalie? Perché la vita ha donato a questo tale barbaro e immondo una preziosità così e non lo comprende ancora, facendo di te soltanto un muro post-orgoglio? * « No, non potevi. » * La voce di James risulta grave, pronta quasi a ferire. Quello era proprio un ammonimento, uno di quelli pronti a dire qualcosa di vero e a non essere ribattuto. * « Non sono ancora morto. Se lo fossi stato mi avresti dovuto cercare da fantasma e avresti dovuto inventarti qualcosa per farti ricordare. Sarebbe stato forse quel che meritavi, ma sono vivo. Seppur non umano, vivo, ti guardo e parlo.... E ricordo. » * Continuò rispondendo a quel suo tono ironico con uno più serio, lo stesso tono che avrebbe usato un giornalista. * Rosalie Campbell  Il momento di piangersi addosso e di rimproverarsi per le proprie azioni era finito. Non aveva senso mostrarsi debole e puntare sulla pietà per far leva sul giovane Collins. Non si sarebbe raddolcito così facilmente. Se voleva far – di nuovo – breccia nel cuore e nella mente di James doveva puntare sulla ragione. Non c'era spazio per i sentimenti in quell'incontro, soprattutto perché non avrebbero fatto altro che far emergere ulteriori emozioni negative come rabbia e rancore. No, Rosalie era risoluta. Non si aspettava una vittoria, tantomeno facile, ma avrebbe lottato con dignità per riuscire nel suo intento: fargli capire il suo enorme dispiacere e chiedergli scusa.  Una volta, forse, il primo istinto della fata sarebbe stato quello di accarezzargli il viso dolcemente facendogli sentire tutto l'affetto e la stima che provava per lui. Adesso, se da una parte lui non gliel'avrebbe sicuramente permesso, allontanando la sua mano, dall'altra non avrebbe fatto alcuno effetto. James sarebbe rimasto freddo e immobile.  « È giusto così. Anch'io voglio ricordare » disse in modo deciso. I tanti pensieri e le tante parole che aveva nella testa scalpitavano per uscire, così Rosalie decise di lasciare loro via libera, per una volta. « Voglio ricordare la sofferenza che ti ho fatto provare, la delusione che ho letto nei tuoi occhi, la sfiducia che ne è seguita. Non voglio dimenticare. Ma non per il motivo che tu potresti pensare. Voglio ricordare quello che è successo per non ripeterlo più » e si fermò perché la voce le si stava strozzando in gola. Dopo qualche secondo riprese, cercando il contatto visivo con il dood: « Non voglio passarci sopra e far finta che non sia successo nulla perché sappiamo benissimo entrambi che non è così ». Poi in tono più dolce, disse: « Non pretendo nemmeno che tu mi perdoni su due piedi. Volevo... solo... chiederti scusa ». Decise di non proseguire oltre perché sentiva che il suo controllo sulle emozioni stava svanendo e aveva paura di far ricadere il discorso sulla compassione. Aspettò di vedere come sarebbe proseguita la conversazione prima di aggiungere altre cose.
James Cole Collins 
* Riversare le proprie emozioni, sia da parte di uno che da parte dell'altra, sarebbe stato un errore in quel momento; eppure essere così freddo, cercare di controllare quelle emozioni negative che avrebbero potuto riversarsi perfino sulle piante era qualcosa di davvero complicato per il giovane dai capelli corvini il cui orgoglio lo pervadeva alla sola vista di lei. James era fatto di pure emozioni, di puro istinto, spesso intervallato dall'intuito e dall'intelligenza, ma queste due abilità non le sfruttava molto spesso, non quando si trattava di rapporti interpersonali, non quando si trattava di /lei/. Rosalie era sempre stato il suo punto debole da quando, ancora al liceo, preparava gli articoli di giornale scolastico e i suoi occhi puntavano su di lei per ogni cosa. In qualunque pensiero, ormai da anni, Rosalie era sempre stata così presente che James non si sarebbe mai aspettato che ella potesse un giorno non ricambiare, che ella potesse abbandonarlo come aveva fatto sua madre. James non aveva mai avuto una famiglia, l'unica famiglia erano stati proprio quegli amici e tra questi vi era stata anche Rosalie, anzi forse Rosalie era stata, e forse sotto sotto lo era ancora, qualcosa che andava oltre. Purtroppo, però, le aspettative di James si erano del tutto distrutte. Rosalie era uguale agli altri, era un ghiaccio come gli altri, lo aveva abbandonato perché diverso o per evitare di andare contro il Consiglio o... Qualsiasi fosse la motivazione per quello sbaglio ormai subito, James aveva deciso di raffreddarsi e di risultare ancor più problematico di sempre, doveva pur difendersi anche se era un /orribile/ dooddrear. Gli occhi cangianti del giovane vennero rapiti dalle labbra di Rosalie che si muovevano. L'attenzione fu spostata solo dopo un secondo a quelle sue parole. Nonostante il silenzio e la freddezza di James, il ragazzo poteva sentire il cuore battere forte all'interno di sé. Lasciò parlare Rosalie, non disturbò il suo momento, piuttosto preferì comprendere tutti i significati delle parole pronunciate e soffermarsi su queste. Deglutì prima di prendere la parola e dire qualcosa di serio e pensato anche lui. Il tutto fu pronunciato senza alcuna espressione facciale e senza ulteriori gesti: le mani in tasca, gli occhi nei suoi, i pensieri, quelli più reconditi, nascosti da qualche parte nel proprio cuore. * - Sembra un discorso così tanto pensato e ridotto all'osso che... Rosalie Campbell, pensi davvero che un ragazzo che aveva pensato di trovare la famiglia che non ha, la donna che avrebbe potuto amare per sempre... si fermi alle scuse? Che scuse? Essere stata immobile in una situazione dove avresti potuto almeno intervenire è una scelta. Tu hai scelto di fare questo. Stare immobili non è per chi ama.. Stare immobili è per dei semplici conoscenti. - * Ed ecco che compì un passo, uno solo, verso di lei, forse per farle sentire le sensazioni che aveva dentro in modo più intenso, forse per tenerla più vicina al suo cuore. * - Non si ama così. Chi ama non abbandona, chi ama corre, si sporca le maniche, finisce anche in carcere. Non sono mai stato amato in modo completo, ma... ma non pensavo che la profondità del tuo amore si fermasse alle regole, all'inettitudine. Sono un errore per te, sono quella persona che è diventata una belva e che ora è diventata uno scusa. Non voglio essere niente. Non voglio perdonarti, voglio am-... - * E si affogò senza terminare la frase. Forse era troppo, meglio andare per vie traverse e più fredde. * - L'amore, te lo insegno io ora e non lo ripeterò più, non ha regole...Vige una sola regola: essere la famiglia per l'altro. Ma non fa niente. Ho sbagliato io, pensavo a cose che tu non pensavi. Non accadrà più. Sei libera Rose, sei libera di fare la fata quale sei. - Rosalie Campbell .   " La donna che avrebbe potuto amare per sempre ". Quelle parole risuonarono nella sua mente come un'eco fortissima. Per sempre. Se lei non si fosse comportata da idiota, avrebbe vissuto una vita felice con lui al suo fianco. Il rimorso per i suoi errori crebbe ancora di più, al punto che si chiese se sarebbe mai scomparso.  Diversamente da come pensava il giovane Collins, la Campbell non si era preparata nessun discorso, ma non aveva senso stare a puntualizzare su questo. Non avrebbe cambiato nulla. Il centro della discussione era un altro. Sì, le scuse non bastavano, ma quale poteva essere una buona alternativa?  Il passo che fece verso di lei la fece rabbrividire. Riaverlo così vicino di nuovo dopo tanto tempo era una sensazione che non provava da talmente tanti mesi che era come se fosse completamente nuova per lei. Tuttavia, non c'era calore in quella vicinanza, se non quello dato dalla violenza dei sentimenti dei due ragazzi.  James aveva perfettamente ragione: chi ama non abbandona. Ed era proprio per questo che Rosalie aveva deciso di tornare sui suoi passi e fargli capire di essere completamente mortificata per quello che aveva fatto, che non si sarebbe mai più ripetuto, che era diversa, che lo amava!  La tentazione di accarezzargli quel gelido viso era ancora più forte. Se non riusciva a dimostrargli il suo enorme dispiacere a parole, avrebbe funzionato un minimo di contatto fisico? Un piccolo gesto? Ma aveva paura di essere respinta e si trattenne dal farlo. Al contrario, abbassò la testa e strinse forte i pugni, come faceva ogni volta che cercava di trattenere o soffocare le sue emozioni negative. Le veniva da piangere, ma quando sentì James esitare, alzò lo sguardo. I suoi occhi lucidi emanavano speranza, attesa, emozione, felicità e tristezza, tutto allo stesso tempo.  « E secondo te perché credi che io sia qui? » disse quasi con rabbia, afferrandolo per un polso, per non lasciarlo andare via. Non se lo sarebbe perdonato un'altra volta. « Perché voglio essere quello che tu vuoi che io sia. Ho messo da parte tutto l'orgoglio che avevo per chiederti perdono... perché voglio tornare a far parte della tua vita. Non mi interessa quello che sei diventato, io ti voglio per quello che sei e che sempre sarai » continuò, e il suo tono di voce pian piano si raddolcì, per poi farsi quasi tremolante. Questa volta fu lei a fare un passo verso di lui. Una lacrima le rigò il viso, ma lei non volle asciugarla. Voleva che lui la vedesse, voleva palesare davanti ai suoi occhi anche il suo di dolore, fargli vedere che non era un pezzo di ghiaccio, come lui poteva pensare. La sua stretta sulla mano di lui si allentò e Rosalie lasciò andare la presa.  « Se essere libera significa essere libera da te... non voglio esserlo » concluse fissandolo nei suoi grandi occhi chiari. James Cole Collins * “La donna che avrebbe potuto amare per sempre. “ Era così che le parole di James avevano invaso il circondato, entrando a far parte del sistema del mondo fuoriuscendo a loro volta dal sistema straordinariamente particolare che era il mondo dei propri pensieri: quei pensieri erano divenute parole, immagini e non mere illusioni. Echeggiarono in modo violento perfino alle sue stesse orecchie e fu soltanto in quell’istante che egli riuscì ad immaginare come sarebbe stato sentirle con le orecchie della bella Rosalie. Fece un attimo di pausa, prese un respiro e fu naturale per il giovane evitare per qualche secondo gli occhi di lei per poi ritornare con uno sguardo più deciso... ma deciso a far cosa? Ormai tutto quello in cui aveva sempre creduto era stato sfaldato, o almeno così crebbe fin quando le sensazioni di Rosalie sembravano poter essere percepite anche da lui: ella rabbrividì e quel brivido, che si voglia dire che fosse magia, stregoneria o amore, fu percepito anche dal giovane Collins. Aveva rabbrividito, dunque aveva scosso qualcosa in lei, dunque non era così letalmente inetta come aveva pensato? Il suo cuore perse un battito a quel pensiero mentre, ormai compiuto il passo verso di lei, il suo olfatto non riusciva che a percepire l’odore dell’altra. Quell’odore. Da umano non l’aveva mai assaporato in quel modo, ma ora in quella sua essenza diversa lo sentiva, sentiva l’odore della sua pelle e per un solo secondo avrebbe voluto cadere ai suoi piedi. Ma quel secondo fuggì via, forse per orgoglio, forse per giustizia. Ora come ora, il giovane Collins non continuò a parlare, d’altra parte la vicinanza tra loro già parlava da sé seppur vi si percepiva soltanto la violenza dei sentimenti complessi che muovevano entrambi i ragazzi. Era abissale la differenza di tensione che entrambi mostravano nei loro modi, nei loro sguardi e perfino nel ritmo dei loro respiri. James deglutì visibilmente, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto avere una carezza, a quanto gli sarebbe piaciuto avere... un (altro) primo bacio, ma la risposta di Rosalie fu estremamente simile a cosa si aspettava: non l’avrebbe toccato. Il suo sguardo si abbassò seguendo quello della ragazza e notò quei pugni chiusi, avrebbe voluto sfiorarla, ma non lo fece. Scosse, piuttosto, il capo leggermente e pensò che forse doveva allontanarsi. Fu proprio in quell’istante che gli occhi di Rosalie incontrarono nuovamente i suoi. E fu tutto così intenso che James non capì nemmeno bene cosa Rosalie stava dicendo. Ella afferrò dal polso. Egli cercò di tirarsi il polso a sé per diminuire ancora di più la distanza che vigeva tra loro. Erano fatali l’uno per l’altra, ma la fatalità di Rosalie ora gli stava riempiendo l’anima, il cuore. * « Non credo nemmeno che tu sia davvero qui. » * la voce di James sembrava ora bassa, simile ad un sussurro, come se parlasse con se stesso. Che sogno era mai quello di poter sentire il polso preso dalla morsa di lei? Si era fumato davvero qualcosa di grave. Non credeva che la conversazione sarebbe andata così, si sentiva meravigliato dal più profondo. Si sentiva strano a quelle percezioni e quella sensazione aumentò quando quel pezzo di ghiaccio di Rosalie sembrò addolcirsi, sembro sciogliersi, sembrò piangere. Il ghiaccio era divenuto pianto e l’indice di una mano di James corse per andare a raccogliere quella lacrima. * « Non piangere. Mi prenderò tutte le conseguenze del caso, ma sii almeno felice e...decisa. Devo crederti? Chi mi dici che non lo rifarai? Ho poca fiducia in questo fottutissimo mondo. » * La mano di James andò ad afferrare il polso della ragazza, quasi come se l’azione di Rosalie si riversasse ora su di lei. * « Allora diamoci del tempo. »
Rosalie Campbell .   Rosalie ignorava il motivo di quella sua affermazione. Tentò di carpirlo in qualche modo, di indagare sul significato nascosto di quelle parole, ma invano. Aveva spesso avuto difficoltà a capire cosa si celava dietro i pensieri pronunciati da James e notò che la cosa non era cambiata dopo tutti quei mesi di lontananza, anzi, forse si era amplificata ancora di più. In ogni caso, che lui ci credesse o meno, lei lì c'era eccome, col corpo e con la mente e non aveva alcuna intenzione di andarsene.  Il tocco gentile sulla sua guancia le trasmise un calore molto intenso. Sentiva come se tutto il suo corpo si fosse avvolto attorno ad un termosifone, ogni singola parte del suo corpo divampava e probabilmente arrossì anche. Ma solo James poteva saperlo. Nonostante le avesse detto di non piangere, Rosalie non era sicura di riuscire a trattenere le lacrime ancora per molto. Un vortice di emozioni stava attraversando la sua mente e la sua anima e non era mai stata brava a nascondere a lungo ciò che veramente provava. « Se non credi alle mie parole, saranno le mie azioni a dimostrartelo » gli rispose in tono deciso e allo stesso tempo dolce.  La presa sulla sua mano e le parole del giovane dood che seguirono fecero crollare qualsiasi difesa della fata. Si abbandonò completamente a quel vortice di emozioni, trasse un lungo e rumoroso sospiro di sollievo, abbassò la testa e si appoggiò al suo petto. Tuttavia la liberazione di quell'attimo non fece sgorgare alcuna lacrima dagli occhi di Rosalie, diversamente da come si aspettava. L'unica cosa che riuscì a fare fu dire, con la voce bassa e quasi tremante: « Ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno, non ti preoccupare ». E prese a concentrarsi sulle sensazioni fisiche che stava provando in quel momento: il contatto con James, sulla sua fronte e sulla sua mano, il senso di calore che provava dentro di sé e il respiro di lui così vicino alle sue orecchie. Chiuse gli occhi per godere a pieno di quegli attimi così intensi e preziosi per lei. Non aveva più paura di essere respinta da lui. James Cole Collins * James era sempre stato enigmatico, o forse semplicemente era stato così tanto segnato dalla vita da risultare spesso e volentieri perfino incomprensibile agli occhi altrui. D'altra parte, egli stesso non li biasimava, come si faceva a comprendere un ragazzo che aveva passato l'inferno, che aveva avuto uno sceriffo come padrino e un criminale come padre? Era troppo difficile essere capito, dunque, alcune volte non lo desiderava neppure; voleva, piuttosto, essere soltanto amato. L'amore, quello puro, quello vero, quello che tutti sognano di avere da una madre, da un'amica, perfino da uno sconosciuto, James non l'aveva mai provato pienamente eppure lo sentiva crescere dentro sé, ma mai intorno a sé. Rosalie era una di quelle persone che profumava di amore e di delicatezza eppure avevano rovinato ogni cosa e chissà che cosa sarebbe accaduto. In tutto quello strano discorso, James aveva una certezza: non se ne sarebbe andato fin quando la giovane donna non gli avrebbe voltato le spalle. Il tocco di James stava contraddicendo perfino la freddezza che caratterizzava il suo essere dooddrear. Nonostante la sua natura, fortunatamente, la sua anima era comunque rimasta intatta ed umana, anzi probabilmente si era anche sfaldata ed era diventata più umana di quanto si sarebbe potuto mai immaginare. La prova del nove di quel calore umano che egli emanava nonostante la sua natura fu proprio il rossore delle gote di Rosalie che non poté non notare. Questo lo spinse a sorridere leggermente come di solito un padre faceva con una figlia in difficoltà: quel momento fu intenso, letalmente intenso, tanto intenso da sentirlo nello stomaco del giovane dooddrear. * « Allora fallo, dimostramelo. Io non ti ho mai voltato le spalle anche se ho dovuto inorgoglirmi perché mi sono sentito abbandonato. Abbandonami in te. Se ci riuscirai io ti giurerò fedeltà... » * Non ci riusciva, il nostro Collins, ad essere orgoglioso e totalmente freddo. Avrebbe voluto apparire di pietra, perché, in fondo, egli aveva ricevuto tanto male dalla fata, ma non sarebbe mai riuscito a farlo sul serio. Travolto dalle lacrime e dalle emozioni altrui e da tutto quello che stava pensando, James lasciò che Rosalie si posasse sul suo petto. Istintivamente, il ragazzo posò le proprie labbra su quei capelli d'oro lasciandole un dolce e leggero bacio. Si sentì a casa, ma quella casa era ancora tutta da costruire. * Rosalie Campbell  Mai avrebbe creduto di avere successo. Il terrore la attanagliava da troppo tempo e la speranza che riponeva nelle sue capacità in una situazione come quella era più simile a un'illusione. Aveva avuto modo di conoscere l'orgoglio e la testardaggine di James altre volte in passato, ma provò comunque una grande meraviglia nel vederlo sciogliersi e abbandonarsi un po' a quelle stesse emozioni che stava provando lei.  Chissà quanti pensieri, dubbi e preoccupazioni stavano attraversando in quel momento la mente del ragazzo, quanta incertezza nei confronti del futuro. Rosalie poteva solo immaginarlo. Al contrario, lei era fermamente convinta che da quel momento in poi sarebbe andato tutto bene. Magari all'inizio sarebbe stato difficile per lui aprirsi come una volta, a causa del dolore per la delusione che la fata gli aveva provocato.  Tuttavia, quel gentile bacio sul suo capo fu la prova evidente che era riuscita a fare breccia in quel cuore che credeva ormai indurito. Non se l'aspettava minimamente e avrebbe tanto desiderato osare abbracciarlo e stringerlo tanto forte quando delicatamente. Non fu il timore di essere respinta che la bloccò quanto piuttosto la paura di esagerare, di affrettare un processo che sicuramente avrebbe richiesto molto tempo. Non poteva irrompere attraverso l'apertura che aveva appena creato così violentemente e prontamente. Doveva dare tempo a James di costruirvi una porta, cosicché nel momento in cui lei avrebbe bussato, sarebbe stato lui stesso ad aprirle.
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Evasione Shedir Pharma - 5 consigli per aiutarti a prepararti mentalmente per la chirurgia bariatrica (on Wattpad) https://my.w.tt/ptcKiqIBS9 •Sottoporsi a un intervento chirurgico è sempre un grosso problema. Oltre ad assicurarti che il tuo corpo sia abbastanza sano per la procedura, il tuo stato emotivo è altrettanto vitale per un intervento chirurgico di successo e la perdita di peso da seguire. •Prepararsi mentalmente per la chirurgia bariatrica è fondamentale per aiutarti a raggiungere un peso più sano. Ecco cinque suggerimenti che Evasione Shedir Pharma consiglia di iniziare con:
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.             ╰ 𝐜𝐥𝐮𝐛 𝐦𝐞𝐞𝐭𝐢𝐧𝐠 !                 📚 𝖼𝗅𝗎𝖻 𝖽𝗂 𝖺𝗌𝗍𝗋𝗈𝗇𝗈𝗆𝗂𝖺               📅 𝗃𝗎𝗇𝖾 𝟣𝟩, 𝟣𝟣:𝟥𝟢 𝗉.𝗆.               🔗 #𝖽𝖺𝗇𝗀𝖾𝗋𝗈𝗎𝗌𝗁𝗉𝗋𝗉𝗀                         ・・・     L'ultima lezione del club: l'ultima volta in cui, almeno per quest'anno scolastico, decine di ragazzi appassionati d'astri (con le dovute eccezioni, sicuramente qualcuno aveva presenziato soltanto per apprendere materiale da rimorchio) si sarebbero spinti alla ricerca di Fiorenzo, il centauro che sembrava avere più nozioni sulle costellazioni in testa che peli nella parte inferiore/posteriore del corpo equino. Ew, che strane cose a cui pensare.  Ad ogni modo, questa volta Agape riesce ad arrivare in tempo, come suo solito: è una settimana decisamente più tranquilla della precedente, e lei ha avuto tutto il tempo del mondo per prepararsi mentalmente e non e, soprattutto, per non arrivare all'incontro già stanca, ché se lo vuole proprio godere.  `` Il Centauro (in latino 𝘊𝘦𝘯𝘵𝘢𝘶𝘳𝘶𝘴) è una delle ottantotto costellazioni moderne; faceva già parte dell'elenco di quarantotto costellazioni redatto da Tolomeo. Si tratta di una delle costellazioni più brillanti ed estese del cielo ed è visibile per intero dall'emisfero sud o alle basse latitudini settentrionali. `` segna, la punta della piuma che sembra quasi danzare sul quadernetto di appunti che redige regolarmente sin dal primo appuntamento. `` In tempi storici, questa costellazione era interamente osservabile anche dalle latitudini temperate medie, al punto che era perfettamente nota sia ai Greci che ai Romani; a causa della precessione degli equinozi, però, questa parte di cielo ha assunto declinazioni sempre più meridionali, tanto che oggi dalle regioni in cui era una volta visibile può essere osservata soltanto parzialmente. Il Centauro contiene alcuni oggetti da primato: il sistema stellare più vicino al Sole (α Centauri, che per altro appare anche come la terza stella più luminosa del cielo), l'ammasso globulare più luminoso della volta celeste (ω Centauri) e la galassia attiva più vicina alla nostra (Centaurus A). La parte settentrionale della costellazione contiene il gruppo di stelle più vecchio dell'associazione, che è formato da tutte le stelle azzurre visibili con facilità a occhio nudo al confine con il Lupo; la parte sudoccidentale ospita invece uno dei gruppi più giovani. Il numero delle stelle del Centauro visibili a occhio nudo in condizioni di cielo buio è davvero molto elevato, arrivando a quasi duecento. La nomenclatura delle sue stelle principali col sistema delle lettere di Bayer è una delle più complete fra tutte le costellazioni: le lettere greche si esauriscono infatti con le stelle fino alla magnitudine quattro, procedendo quindi con le lettere latine minuscole e infine con quelle maiuscole; da notare per altro che alcune lettere sono anche ripetute, come nel caso della triade C1-C2-C3 Centauri. La costellazione si estende in declinazione per trentacinque gradi, anche se è nella parte meridionale che si concentrano le stelle e i suoi oggetti più luminosi, grazie alla presenza di un tratto della Via Lattea piuttosto ricco; se è vero che la zona settentrionale risulta visibile anche dalle latitudini temperate boreali, le stelle che costituiscono le zampe del Centauro possono essere osservate solo in prossimità del Tropico del Cancro, con una visibilità che migliora procedendo verso sud. ``   È a questo punto che Fiorenzo mostra ai ragazzi ciò che è visibile della costellazione presa in esame, molto poco data la posizione particolarmente a Nord: nel frattempo parla loro della mitologia legata al nome, e lo fa con talmente tanto trasporto da riuscire sicuramente a far appassionare tutti ― che sia per questo che abbia deciso di lasciarla per ultima? Furbastro. Ad ogni modo, in sintesi, pare che il centauro rappresentato sia Chirone, il medico che curò la caviglia di Achille quando ustionata: per farlo, però, la sostituì con quella di un gigante, Damiso, che era un corridore fortissimo (da qui l'epiteto di 𝘱𝘪è 𝘷𝘦𝘭𝘰𝘤𝘦). Chirone era nato immortale, ma, quando fu colpito da una delle frecce avvelenate di Eracle, fu condannato ad un'eternità fatta di dolore incommensurabile: esausto, desiderò ardentemente la morte, che riuscì a ottenere scambiandola con la mortalità di Prometeo. Zeus volle Chirone accanto a sé nella volta celeste: fu così che nacque la costellazione, bellissima perché appunto molto cara al padre degli dei.  Terminato il momento sentimentale, la corvonero riprese a trascrivere alcuni dettagli della storia mitologica (con tanto di cuoricini attorno al cuore di Chirone), per poi appuntare gli ultimissimi dettagli tecnici circa stelle doppie, stelle variabili e sistemi planetari.  Quanto ci sarebbe stata bene una cannetta come conclusione?!
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