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#paolo maria deanesi gallery
gabrielesalvaterra · 1 year
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Michele Parisi / Bogdan Vladuta
le voci della pittura sono le voci del silenzio
curated by Gabriele Salvaterra
December 3rd 2022 - February 25th 2023
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
Compared to the images recreated as past fragments from history, the power of words seems incredibly more powerful in the ability to reenact events and facts that are definitely finished. The figurative representation, apparently so captivating in putting ourselves in the middle of the scene, seems to be able only to replicate enigmas and mysteries that we can’t completely understand. Indeed, Merleau-Ponty says that “a text by Heraclitus shed light on our comprehension like no sculpture in fragments can ever do, because in the text the meaning is placed differently, it is concentrated in another way, and because nothing achieve the ductility of words”.
In the exhibition space of Paolo Maria Deanesi Gallery, Michele Parisi and Bogdan Vladuta mix their “archaeological painting”, their “landscapes of ruins”, so tied to something that passed by and came to an end. Somehow, this meeting between two discourses around painting – autonomous but available for a mutual dialogue – seems an attempt to check in the visual practice the affirmation by Merleau-Ponty, quoted before. The pictorial picture can really tell us something weighty about history or its voices are just voices of silence only able to repeat as in a circle the magic and the melancholy of something that we have lost forever?
The wanted outdatedness of the contemporary discourses of the two artists probably conceals the will to play with this weakness of pictorial (and sculptural) art to give voice to a muteness and give shape to a suspension that leads directly to the mystery of time.
The double-show of Bogdan Vladuta and Michele Parisi entitled the voices of painting are voices of silence, curated by Gabriele Salvaterra, is the first event of the series Dialogues, a new format by Paolo Maria Deanesi Gallery that aims for show together different researches of contemporary artists.
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pikasus-artenews · 3 years
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ROBERT GSCHWANTNER “Collapsig Mountains” L’artista austriaco Robert Gschwantner prende spunto dall’azione dell’uomo sulla natura per sottolineare le conseguenze sui paesaggi, in particolare acquatici artificiali, come laghi, canali e altro.
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domenicosolimeno · 3 years
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Trento, Milano e Torino, unite dal paesaggio: il racconto della mostra LNDSCP
Trento, Milano e Torino, unite dal paesaggio: il racconto della mostra LNDSCP
Aperta da inizio febbraio, la mostra collettiva “LNDSCP / New means for landscape”, curata da Gabriele Salvaterra, è un progetto itinerante che, partito dalla Paolo Maria Deanesi Gallery di Trento, si è spostato all’Area35 Art Gallery di Milano – dove attualmente è in esposizione – per poi concludere il suo viaggio alla CRAG Gallery di Torino. Il comune denominatore dell’esposizione è il…
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amnesiacarts · 12 years
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Mapping 06/ Universi liquidi. Selezione di Devis Venturelli
Mapping 06 Universi liquidi Cecilia, Centro per la Creatività di Tito (Pz) venerdì 11 maggio > giovedi 17 maggio
Selezione di Devis Venturelli (Artista)
Artisti: Dacia Manto, Planiziaria, video doppia proiezione 2009, 15' 00’’ Stefano Scheda, Fuoridentro mobile, 2007 - video da installazione loop Rapadura - Juliana Gotilla & Izabel Rainer Harbach, fluid network, 2010, 1’11’
Tracce di entità biologiche in sistemi ambientali incontaminati sono i panorami specchianti d’acque di Dacia Manto in Planiziaria. L’attenzione quasi scientifica per le forme di vita di un’oasi naturalistica diviene dimensione lirico-poetica dello spazio ambientale. La costruzione simmetrica del video evoca a tratti le forme di Rorschach come se l’artista volesse indagare capillarmente attraverso lo strumento proiettivo la dimensione psicologica della personalità-ambiente. Di giocosa ironia sono invece imbevute le fresche e ludiche sequenze di Fluid network del Colletivo Rapadura, Su di un clinico light box sono disposte forme continentali terrestri; al ritmo incalzante di connessioni internet una successione di gocce collegano i territori verso una nuova Pangea, metafora della nuova dimensione globale che ha segnato le evoluzioni socio-culturali degli ultimi anni. Infine, Fuoridentro mobile di Stefano Scheda ci conduce ad una dimensione più strettamente simbolica. L’immagine fissa di una carrozzina rispecchia dall’interno il mare in cui è immersa alludendo ad una riflessione sulla dimensione originaria della vita. Devis Venturelli
Biografie
DEVIS VENTURELLI Nato a Faenza (RA) nel 1974. Vive e lavora a Milano. FORMAZIONE / EDUCATION 2000 - Ecole d'Architecture et du Paysage, Bordeaux (France); 2002 Laurea in Architectura / Degree in architecture, Università di Ferrara; 2006 Residenza presso / Residence at ZKM, Karlshrue (Germany)
MOSTRE PERSONALI (selezione) 2011 - Estasi urbane, l'Ozio Amsterdam (The Netherlands; Devis Venturelli, Monografia in Videoartyearbook 2011, Chiostro di Santa Cristina, Bologna. 2010 - Video of the month #55: Devis Venturelli, Ursula Blickle Videolounge Kunsthalle Vienna (Austria); La casa dell'ospite, Obalne galerije Piran. 2009 - Casa dell'ospite, installazione site specific / Arte Fiera Off - Galleria Lipanjepuntin Trieste, con / with Stefano Scheda.2008 - La casa dell'ospite, installazione site specific Bassano del Grappa. 2007 - Variazioni sul sacro, Fondazione Culturale San Fedele, Milano.
ESPOSIZIONI COLLETTIVE (selezione) 2012-Supertemporal, Kulturhuset Stockholm; 16/9 Widescreen, Spazio Armani Torino, in collaboration with Allegretti Artecontemporanea. 2011- Digital Life², Ex GIL, Roma; Invideo, Spazio Oberdan, Milano; Round the clock, Venezia, Spazio Thetis Arsenale Nuovissimo; Su nero nero, Castello di Rivara, Torino; Cinema take away, Rovereto; International Short Film Festival 2ANNAS, Riga (Latvia); Videoholica international video festival, Varna (Bulgaria); Big Screen Project?, New York; Il coreografo elettronico, Pan, Napoli; Loop festival, Medialounge, Barcellona (Spain), Videoartyearbook,Fondazione Sandretto Rerebaudengo, Torino; Fashion LA, Ace Gallery, Los Angeles; The night event, Angel Orensaz Foundation, New York; Regards sur l'art video, Institue francaise de Serbie, Belgrade; Premio Arte Laguna, Nappe dell'arsenale Venezia; 2010 - Video.it, Fondazione Merz Torino; Videoart year book, Chiostro di Santa Cristina, Bologna; Premio Agenore Fabbri, Stadtgalerie Kiel (Germany); Let's go outside, Superstudio più, Milano; Scherzo, ironia satira, doppio significato, Kunstverein, Augsburg (Germany); A remote viewing: Loop Barcellona (2003-2009), Centre d'art Santa Monica Barcellona (Spain); Kunstart , Bolzano galleria Defaveri arte; Mecal film festival, Barcellona (Spain). 2009 - Playlist, Galleria Neon campobase, Bologna; WRO Expanded City, 13th Media Art Biennale, National Museum, Wroclaw (Poland); Cannes AVIFF festival, Cannes (France); Souvenirs from heart, Cologne Art Fair (Germany); Videoformes, Clermont-Ferrand (France). 2008 - Magic moving image, Melina Cultural Centre, Atene. 2007 - VD Videodance Festival, Atene (Greece); Storung festival, Barcellona (Spain); Videoformes, Clermont-Ferrand (France); Athens videoart festival, Atene (Greece). 2006 Figures of Motion, Künstlerhaus, Plüschow, (Germany); Directors Lounge, Karl Marx Allee, Berlin (D). PREMI / PRIZE 2011 - Premio Romaeuropawebfactory, Fondazione Romaeuropa (Primo Premio / First Prize); Premio ArteCa, Premio Arte Rugabella (Primo Premio / First Prize). 2010 - Premio Farm Video.it, Artegiovane Fondazione Merz Torino (Primo Premio / First Prize). 2009 - Pagine bianche d'autore. Menzione Lombardia. 2008 Premio Aletti Art Verona, Banca Aletti (Primo Premio / First Prize). 2007 Premio arti visive Sanfedele, Milano (Primo Premio / First Prize). 2006 Premio Videoarte, Festival Visionaria, Siena (Primo Premio / First Prize). 2004 - Circuito Off, International short film festival, Venezia. Menzione speciale.
DACIA MANTO Nata a Milano nel 1973, vive e lavora a Bologna.
Da alcuni anni porta avanti attraverso video, installazioni e disegni una personale ricerca e mappatura dello spazio e del paesaggio, che ha interessato in particolare territori fluviali e palustri, periferie marginali e semiselvatiche. Osservatori strutturali e poetici sulla natura, i suoi lavori costruiscono immagini ed architetture aperte, mutevoli, precarie, che divengono testimoni dell'inafferrabilità dell'ambiente, della difficoltà di restituire la realta' della visione. MOSTRE - selezione personali 2011 - Wood seer, Paolo Maria Deanesi, Rovereto; Dacia Manto, Macc, Museo d'Arte Contemporanea di Calasetta. 2010 - Bower, Magazzino 1 B, Prato; Metcalfa, Mars, Milan Artists Run Space, Milano; Omphalina, PWC, Milano. 2009 - Dacia Manto, Mar, Museo d'Arte della città, Ravenna; Walden. Azione-installazione. Per Ammutinamenti-Cantieri Danza, Almagià, Ravenna. 2008 -Jardin Planetaire, Klerkx, Milano. 2007 - Olympia, Galerie Di Maggio, Berlino. 2006 Dacia Manto, GCAC, Galleria comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone; Vuoti d'aria, Laboratorio dell'Imperfetto, Cesena. Collettive: 2012 When (italian) responsibilities become forms, Oltre dimore, Bologna. 2011 - Doxa, UPP, Venezia; A history out of context, The promenade gallery, Valona, Albania; Stanze 101-102: Flavio Favelli, Dacia Manto, Maurizio Mercuri. Farnespazio, Bologna; Percorsi ritrovati nell'arte italiana, Mart, Rovereto; Ossessione verde, Feltre; Pure Water Vision, Premio Acea, Roma. 2010 - Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando? Maga, Gallarate; Private Garden, Pav, Parco D'Arte Vivente, Torino; Posizioni attuali dell'arte italiana, Stadtgalerie, Kiel (D). 2009 - Fragile, Metropole, Museo D'arte Contemporanea, Saint Etienne (F); Green Platforms, Centro Cultura Contemporanea La Strozzina, Fondazione Palazzo Strozzi; New italian Epic, Brown Project Space, Milano. 2008 - Mediations, Voyage sentimental. XIII Biennale, Poznan (PL); Dinamiche dello spazio in Italia, GCAC, Galleria comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone; Drawings in action, Disegni animati dall'Italia, Luigi Pecci, Prato. 2007 - Wundergarten, Orto Botanico, Palermo; What remains, Lambretto Art Space, Milano; Open air.
STEFANO SCHEDA Nato a Faenza nel 1957. Attualmente Vive a Bologna dove insegna “strategia dell’invenzione” all’Accademia di Belle Arti . Tra le mostre personali più importanti:Studio Vali Design London, Biennale Venezia 2005/evento fuori biennale, Annina Nosei Gallery,New York , Pari Nadimi Gallery Toronto, Ugo Ferranti Roma, Galleria il Milione Milano Gas Art Gallery Torino, la videoinstallazione" Meteo 2004,The Reality Show of Hallucination, al prestigioso ZKM, Center for Art and Media ". Le sue opere sono state esoste tra l’ altro a: Cact Bellinzona, Villa Croce Genova, Ursula Blickle Fondaton Kraichtal - Untero wisheim, GAM Bologna, Villa delle Rose Bologna, Fondazione Waf , Kunsthalle, Goppingen, MART Rovereto, Kunsthalle Museum Squartier Wien, The Leslie -Lohman Fondation New York, Kunsth Merano, Museo kendamy Brescia., Kunstsammlungen chemnitz, Mucsarnok kunsthalle Budapest Rupertinum Saltzburg, Finalista alPemio Celeste 2011 e Premio Pure water Vision. Acea Eco Art contest 2010 Fondazione Waf Premio Agenore Fabbri. collabora con diverse gallerie, principalmente dal1995 con la galleria Lipanjepuntin di Trieste con cui oltre a realizzare diverse mostre personali , e stato inserito in importanti collettive e ha partecipato a prestigiose fiere (Paris Photo,Arco’,Art cologne ,Mi Art ,Artissima ,Art Verona e Artefiera) e recentemente, dal 2009 con la Galleria DeFaveri Arte Contemporanea. .Diverse le partecipazioni a mostre anche internazionali con testi critici e curatoriali fra cui Peter Weiermair, Peter Weibel, Jonathan Turner,Emmanuel Cooper,Laura Cherubini, Claudio Marra, Luigi Meneghelli, Roberto Daolio ,Tiziana Conti, Ludovico Pratesi,Mario Csasanova,Lia De Venere, EugeniViola, ,Valerio Deho’, Angela Madesani, Cristiano Seganfreddo,Sabrina Zannier, Daniele Capra, Gigliola Foschi ed altri.
COLETIVO RAPADURA Il Coletivo Rapadura costituito da Izabel Rainer Harbach e Juliana Gotilla nasce nel 2010 a Milano ed oggi ha sede a San Paolo in Brasile.
IZABEL RAINER HARBACH http://cargocollective.com/belrainer 30 anni, è laureata in Communicazion Sociale, a San Paolo, Brasile. Ha fatto un Master di New Media Art Design alla Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Italia 2010-2011. Lavora come "graphic, motion e interactive designer". È interessata in sviluppare progetti di arte collegati con design.
JULIANA GOTILLA www.juliana.gotilla.com 29 anni, è laureata in architettura alla FAUUSP, a San Paolo, Brasile. Fa un Master "Espace Public: architecture, design, pratiques" a Saint Étienne, France 2011-2012. Lavora come "graphic designer" e ha un progetto personale con il riuso dei oggeti della routine. È interessata in svilupare progetti di arte e design sullo spazio pubblico.
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gabrielesalvaterra · 9 months
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James Scott Brooks / Rolando Tessadri Dialogues #2 Beyond Abstraction curated by Gabriele Salvaterra Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery June 16th – September 29th 2023
Cosa si trova oltre l’astrazione? Si torna nuovamente alla figurazione oppure si raggiunge un vuoto di purificazione dove le cose sono assolute ma anche indistinte? Se la parola astrarre deriva dalla doppia radice “trarre” e “via da”, spingersi al di là delle soglie possibili di questa modalità formale – affermatasi in Occidente nel secolo scorso ma esistente dagli albori dell’umanità – potrebbe significare scarnificare gli oggetti tangibili alla seconda potenza, abbandonare doppiamente i legami con i dati visibili della realtà. Per questo va chiarito il senso del titolo sotto cui si incontrano le ricerche recenti di James Scott Brooks e di Rolando Tessadri, per comprendere quale sia la portata per ciascuno dei due artisti nel lanciarsi oltre i confini dell’astrazione e trovare eventuali contatti all’interno di questo confronto dialogico. James Scott Brooks (Exeter, 1974) è un astrattista paradossale, le sue forme geometriche sono quanto di più lontano possa esistere da un annullamento del discorso e del collegamento referenziale, elementi tradizionalmente banditi da ogni linguaggio astraente. Esse, al contrario, rimandano costantemente a parole, nomi di persone, luoghi, spazi e paesi, distanze, viaggi, tragitti, itinerari, dati climatici e forme musicali, costruendo un idioma aniconico (=che non ammette immagini) che, per assurdo, pullula proprio di immagini, benché mentali. Alla base della costruzione formale esiste sempre un codice o una matrice di partenza, senza la quale può essere anche complesso decodificare l’itinerario concettuale che ha portato alla realizzazione dell’opera. In questa maniera, l’artista aggira completamente le scelte compositive per installarsi in between, nel mezzo di processi di traslazione che, grazie a geometria e matematica, conducono dalla parola alla figura non-oggettiva. Anche Rolando Tessadri (Mezzolombardo, 1968) imposta le sue composizioni in maniera complessa, ponendosi, allo stesso tempo, dentro e fuori la tradizione storica dell’astrazione. Da una parte i suoi quadri reclamano grande attenzione e autonomia, sono completamente auto-referenziali e chiusi in se stessi, dall’altra, operano come dispositivi architettonici che si installano nello spazio, sottolineandone strutture e andamenti, mostrando insomma tutto quanto è esterno da sé. Anche l’impiego costante e riconoscibile di una griglia pittorica fatta di linee che si incrociano perpendicolarmente deve essere letta in maniera stratificata, come immagine che non rappresenta nulla, pur sembrando una fotografia molto realistica dell’intreccio tessile della tela che funge da supporto. Oltre a queste caratteristiche la volontà di Tessadri di lavorare sempre sui limiti del quadro, andando a sperimentare quel sottile confine tra presenza e sparizione della pittura, tra asserzione e vibrazione quasi intangibile, fa sì che la sua posizione sia ambigua rispetto alle tradizionali categorie dell’astrazione. Ma questo è vero per entrambi gli artisti. Sia Brooks che Tessadri hanno cercato di tenersi sempre al di fuori dei codici dell’astrazione concepiti in modo limitante, hanno preferito utilizzarne le modalità per fare crescere liberamente un discorso personale. In questo senso sono partiti dai margini di un linguaggio per potersi spingere al di là dello stesso, equilibrando discorsi spesso considerati freddi con il calore e la colloquialità dell’ironia, della sensibilità, della concettualità, della referenzialità e – perché no? – della piacevolezza.
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gabrielesalvaterra · 3 years
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LNDSCP / New means for Landscape
Oscar Isaias Contreras Rojas, Pietro Geranzani, Christian Macketanz, Andrea Mangione, Giacomo Modolo, Giovanni Pasini
curated by Gabriele Salvaterra
with exhibition catalogue
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery (first venue)
February 6th – March 28th 2021
(installation views)
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gabrielesalvaterra · 6 years
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Christian Macketanz. Family portrait
curated by Gabriele Salvaterra
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
June 8th - September 8th 2018
(exhibition views)
Press release:
Christian Macketanz presenta per la prima volta alla Paolo Maria Deanesi Gallery un nuovo nucleo di lavori pittorici interamente dedicato alla propria famiglia. Nelle opere della serie Family portrait gli affetti dell’artista diventano i personaggi delle sue suggestive e misteriose ambientazioni dove le figure, immerse in un’atmosfera onirica, hanno pose o sono intenti in azioni eccentriche e mai chiaramente comprensibili. Un mistero che viene alimentato dallo stesso Macketanz che osserva il manifestarsi dell’immagine con la stessa curiosità del comune osservatore: “Le persone, nei miei dipinti, si impegnano davvero con grande onestà, spesso nonostante ostacoli enormi, di cui mi dispiaccio sinceramente. (…) Non dipende da me se i loro sforzi avranno successo o meno. Ciò risiede totalmente negli occhi, nelle menti e sopratutto nei cuori degli osservatori pazienti”.
Nei dipinti di Macketanz il mondo parentale è un piccolo universo che accompagna, con i suoi rapporti e i suoi traguardi, la nostra crescita di uomini e che, celebrato in questa serie, rivela i suoi misteri ed enigmi così vicini ma impenetrabili. La sua pittura come una stonatura nell’ortodossia del mondo dell’arte contemporanea è una spontanea forma di affronto e resistenza – violenta nella sua delicatezza – a tutto quel sistema di velocità e chiarezza, concettualismo e verbosità che caratterizza le forme del pensiero odierno.
Family portrait è introdotta da un testo critico di Gabriele Salvaterra e da uno statement dell’artista.
Christian Macketanz, nato a Eutin in Germania nel 1963, ha frequentato agli inizi degli anni Ottanta i corsi di Maria Lassnig alla Hochschule für angewandte Kunst di Vienna. Dopo diversi soggiorni che lo hanno portato a Roma tra il 1995 e il 2001 e a Berlino tra il 2002 e il 2010, attualmente vive e lavora a Dresda dove è Professore di Pittura alla Hochschule für Bildende Künste della città.
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Christian Macketanz presents for the first time, at Paolo Maria Deanesi Gallery, a new group of paintings completely devoted to his family. In the works of the series Family portrait the relatives of the artist become the characters of his suggestive and mysterious settings in which the poses and the actions of the actors, diving in a dreamy atmospheres, are always eccentric and never clearly comprehensible. It’s Macketanz himself who nourishes this mystery. The painter looks at the creation of the image with the same curiosity of the common public: “The people in my pictures are making such an honest effort, often in spite of enormous obstacles, that I truly feel for them. (…) It's not up to me whether their efforts are successful or not. This lies totally in the eyes, the heads and especially the hearts of the patient observers”.
In his paintings the family world is a small universe that brings, with its relations and goals, our growing of human beings and that, celebrated in this series, shows its mysteries and puzzles so close but inscrutable. His work, as a clash in the contemporary art world’s orthodoxy, is a spontaneous form of outrage and resistance (violent in its fragility) to an entire system of rapidness and clarity, conceptualism and wordiness, that are typical of today’s thought.
Family portrait is introduced with a critical essay by Gabriele Salvaterra and with the artist’s statement.
Christian Macketanz, born in Eutin, Germany, in 1963, frequented at the beginning of the 80s the courses of Maria Lassnig at the Hochschule für angewandte Kunst in Vienna. After various travels that led him at Rome from 1995 to 2001 and to Berlin from 2002 to 2010, now he lives and works in Dresden, where he is Professor of Painting at the Hochschule für Bildende Künste of the city.
Gabriele Salvaterra
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gabrielesalvaterra · 3 years
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Antonio De Pascale (un)Familiar Places
monographic catalogue with essays by Guido Bartorelli and Gabriele Salvaterra
Gabriele Salvaterra, Playing bowls on the edge of the abyss (scanning the horizon for a possible future?), in  Antonio De Pascale, (un)Familiar Places, Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery, 2021.
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gabrielesalvaterra · 6 years
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Jessica Bianchera for Exibart reviewing my Exhibition Tràdìto at Paolo Maria Deanesi Gallery, Trento. Artist on show: James Brooks, Manuel Fois, Gemis Luciani.
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gabrielesalvaterra · 5 years
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Arnold Mario Dall’O / Sogno infinito
curated by Gabriele Salvaterra
with exhibition catalogue
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
February 22nd – April 13th 2019
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gabrielesalvaterra · 5 years
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Michele Parisi / Catalogue with essays by Gabriele Salvaterra and Daniela Ferrari, published by Paolo maria Deanesi Gallery. March 2018
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gabrielesalvaterra · 6 years
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Tràdito/Tradìto. group show with James Brooks, Manuel Fois, Gemis Luciani
curated by Gabriele Salvaterra
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
22nd September - Dicember 8th 2018
To translate is to betray. This is a common proverb and this truth is also remembered in the similarity between the Latinism tràdito (conveyed, to transmitted) and the Italian tradìto (misrepresented, distorted). The idea o fa perfect correspondence in the transfer from a semantic field to another can’t exist, both in linguistic translation and in the passage of any message between two people. As far as one can try, there is something that always get lost and so the idea of the perfect translation is impossible. Even if this could seem a deficiency, for some artists it’s interesting to work on the waste of meaning that is developed in the passage from a medium or a language to another. For these artists the loss of information, the noise in a communication or the adding of new meanings are as important as the original content itself.
James Brooks, Manuel Fois and Gemis Luciani work on the transmission of information, using error and communication noise as a creative tool. James Brooks starts from the written language, with a particular interest for the geographical theme. The letters that compose the names of places, city squares or lakes of North Italy (as for the works exhibited) are converted and transformed, through a rigorous process of geometrical codification, in abstract shapes. Manuel Fois moves in the field of sound and noise, focusing on the errors of the audio transmission of the glitch aesthetics. The artist doesn’t work only on this background noise but also translates it in the traditional area of painting, visualizing the sound with oil and ink on canvas in a minimalist style. Gemis Luciani uses instead magazines and periodicals as communication media on which he works as a censor, hiding the verbal information contained in the pages. In his series Marginal composition he modifies the magazine with an accurate technique, folding, cutting and sticking the pages to cancel the words and to present a suggestive formal composition.
With three different approaches Brooks, Fois and Luciani deepen the wastes in the process of communication, and researches on those procedures of deception, loss or modification, present in the translation of a message in different “languages”. Their work shows that in all the passages can take place a loss but also that this loss, even if traumatic, has new potentialities of expression and meaning.
(exhibition views, James Brooks, Gemis Luciani, Manuel Fois)
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gabrielesalvaterra · 7 years
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Michele Parisi. Oblio
curated by Gabriele Salvaterra
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
4th March - 13th May 2017
(works by Michele Parisi)
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gabrielesalvaterra · 7 years
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Michele Parisi. Oblio
curated by Gabriele Salvaterra
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
4th March - 13th May 2017
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gabrielesalvaterra · 7 years
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Michele Parisi. Oblio
curated by Gabriele Salvaterra
Trento, Paolo Maria Deanesi Gallery
4th March - 13th May 2017
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gabrielesalvaterra · 5 years
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Valentina Varoli’s review of my exhibition with Arnold Mario Dall’O at Paolo Maria Deanesi Gallery, Trento, Italy
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