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mianonnadellozen · 3 years
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calabriawebtvcom · 5 years
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GOLETTA VERDE IN CALABRIA, PUNTI INQUINATI IN OGNI PROVINCIA
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GOLETTA VERDE IN CALABRIA, PUNTI INQUINATI IN OGNI PROVINCIA
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“In Calabria, in ogni provincia monitorata, c’è almeno un punto fortemente inquinato”. E’ il dato che emerge dal monitoraggio di “Goletta Verde”, la campagna di Legambiente sullo stato di salute delle coste e delle acque, che oggi ha fatto tappa a Schiavonea (Cosenza).
Nel dettaglio dei 24 campionamenti effettuati da “Goletta Verde”, sono risultati “fortemente inquinati” tre punti in provincia di Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, due punti in provincia di Cosenza, e un punto in provincia di Catanzaro, mentre è risultato “inquinato” un punto in provincia di Reggio Calabria.
La situazione migliore si è riscontrata in provincia di Catanzaro, con uno solo dei tre punti monitorati risultato “fortemente inquinato”, quello a Lamezia Terme-Gizzeria, in località Marinella-Gizzeria Lido, alla foce del torrente Spilinga, mentre gli altri due punti, a Montepaone Lido-Soverato, alla spiaggia presso il fosso Beltrame, e a Nocera Terinese, alla foce del fiume Savuto, sono risultati entro i limiti.
In provincia di Cosenza “Goletta Verde” ha monitorato sei punti e di questi due sono risultati “fortemente inquinati”, a Rossano, in località Marina di Rossano, alla foce del torrente Colognati, e ad Acquappesa-Guardia Piemontese alla Foce presso V Colombo: entro i limiti, invece, i campionamenti effettuati a Villapiana, in località Villapiana Lido, sulla spiaggia fronte canale del pescatore, a Cassano Jonio, Laghi di Sibari, alla foce del fiume Crati, a Corigliano Calabro, Marina di Schiavonea, sulla spiaggia fronte torrente Coriglianeto, e a Tortora, in località Tortora Marina, alla foce del Fiume Noce.
Nella provincia di Crotone, tutti i tre punti campionati da “Goletta Verde” hanno dato un risultato di “fortemente inquinato”: a Crotone, alla foce del torrente Passovecchio, e alla foce del fiume Esaro, e a Isola di Capo Rizzuto, in località Le Castella, alla foce del canale presso la spiaggia a destra del castello.
Sono stati cinque, invece, i punti campionati in provincia di Vibo Valentia, di questi sono risultati “fortemente inquinati” Ricadi Turiano, alla foce del torrente Ruffa, Briatico, in località Piana di Vada, alla foce del torrente Murria, e Vibo Valentia, in località Vibona, alla foce del Fosso Sant’Anna: entro i limiti, invece, i prelievi effettuati a Joppolo, frazione Coccorino Porticello, alla spiaggia presso il torrente Mandricelle, e a Pizzo, in località Calamaio, sulla spiaggia di fronte alla foce del fiume Angitola.
Infine, sono sette i punti monitorati in provincia di Reggio Calabria: tre hanno dato un giudizio di “fortemente inquinato”, vale a dire a Brancaleone Marina, in località Sabbie Bianche, alla foce del fiume Pantano Grande, a Reggio di Calabria, al Lido comunale di Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta; e a San Ferdinando, alla foce del fiume Mesima.
“Inquinato”, invece, il prelievo a Bagnara Calabra, alla foce del Torrente. Gli altri tre punti sono risultati entro i limiti di legge: a Marina di Gioiosa Ionica, spiaggia lungomare via Cristoforo Colombo, a Melito di Porto Salvo, in località Annà di Melito, spiaggia libera, a Gioia Tauro, alla foce del Petrace.
Dal report di “Goletta Verde” inoltre è emerso che “permangono ancora le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria per ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata.
Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi”: in nessuno dei ventiquattro punti monitorati in Calabria i tecnici di “Goletta Verde” hanno segnalato la presenza di questo cartello, mentre solo in un caso, in uno dei punti non campionati dalle autorità competenti, era presente il cartello di divieto di balneazione come previsto dalla legge.
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Legenda
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
Inquinato = enterococchi intestinali >200 Ufc/100 ml e/o escherichia coli >500 Ufc/100ml
Fortemente inquinato = enterococchi intestinali >400 Ufc/100 ml e/o escherichia coli >1000 Ufc/100ml
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italianaradio · 5 years
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Ambiente, Goletta verde: 13 su 24 i campionamenti fuorilegge in Calabria
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Ambiente, Goletta verde: 13 su 24 i campionamenti fuorilegge in Calabria
Ambiente, Goletta verde: 13 su 24 i campionamenti fuorilegge in Calabria
In Calabria, in ciascuna provincia monitorata, c’è almeno un punto fortemente inquinato. Su ventiquattro campionamenti eseguiti lungo le coste, tredici risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, dodici sono “fortemente inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Oltre i parametri consentiti i prelievi effettuati a Rossano, in località Marina di Rossano, alla foce del torrente Colognati; ad Acquappesa/Guardia Piemontese, alla foce presso V Colombo; a Crotone, alla foce del torrente Passovecchio e del fiume Esaro; a Isola di Capo Rizzuto, in località Le Castella, alla foce del canale presso la spiaggia a destra del castello; a Lamezia Terme/Gizzeria, in località Marinella/Gizzeria Lido, alla foce del torrente Spilinga; a Ricadi, in località Turiano, alla foce del torrente Ruffa; a Briatico, in località Piana di Vada, alla foce del torrente Murria; a Vibo Valentia, in località Vibona, alla foce Fosso Sant’Anna; a Brancaleone Marina, in località Sabbie Bianche, alla foce del fiume Pantano Grande; a Reggio di Calabria, Lido Comunale di Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta; a San Ferdinando, alla foce del Fiume Mesima; e a Bagnara Calabra, alla Foce del Torrente. È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste calabresi dai tecnici di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, questa mattina in conferenza stampa, al lido “Scarafaggio” del Lungomare di Schiavonea, Mattia Lolli, portavoce della Goletta Verde, Caterina Cristofaro, della segreteria regionale di Legambiente Calabria, Domenico Pappaterra, direttore generale di Arpacal, e Antonio Nicoletti, della segreteria nazionale di Legambiente. Un viaggio realizzato anche grazie al sostegno dei partner principali CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont; dei partner sostenitori Assovetro – Endless Ocean, Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio e con il contributo di Pramerica SGR (Pramerica Sicav Social 4 Future). Media partner del tour è La Nuova Ecologia. “Premesso che il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari – dichiara Antonio Nicoletti, della segreteria nazionale di Legambiente – spiace constatare come la mancata depurazione affligga ancora in maniera drammatica il nostro Paese. È ora che l’Italia intervenga immediatamente per contrastare questa emergenza. Non va dimenticato che sono già quattro le procedure di infrazione comminate all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato pochi mesi fa. Soldi che avremmo potuto spendere per adeguare il nostro sistema depurativo attraverso progetti innovativi a tutela del mare”. “In Calabria resta l’emergenza depurativa – dichiara Caterina Cristofaro della segreteria regionale di Legambiente Calabria e responsabile campagne – di fronte alla quale poco o niente è stato fatto dalle istituzioni che spesso sono rimaste in silenzio su un tema così importante o lo hanno ignorato. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nelle agende della classe politica regionale, visto che ne sono coinvolte tutte le province. È ora che ci si faccia carico delle responsabilità di un problema che sta assumendo proporzioni sconcertanti, mettendo a repentaglio una risorsa importante per il nostro territorio quale è il turismo e l’economia che esso genera. L’obiettivo è quello di avere nel medio periodo una qualità delle acque migliore rispetto a quella che bagna la nostra terra da quasi dieci anni a questa parte, visto che permangono le criticità in molti dei punti già monitorati negli anni scorsi dai tecnici di Goletta Verde”. Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici tra il 29 giugno e il 2 luglio) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. In provincia di Cosenza sono stati monitorati sei punti e di questi due sono risultati fortemente inquinati: a Rossano, in località Marina di Rossano, alla foce del torrente Colognati, e ad Acquappesa/Guardia Piemontese alla Foce presso V Colombo. Entro i limiti, invece, i campionamenti effettuati a Villapiana, in località Villapiana Lido, sulla spiaggia fronte canale del pescatore; a Cassano Jonio, Laghi di Sibari, alla Foce del fiume Crati; a Corigliano Calabro, Marina di Schiavonea, sulla spiaggia fronte torrente Coriglianeto; e a Tortora, in località Tortora Marina, alla Foce del Fiume Noce. Nella provincia di Crotone, tutti i tre punti campionati hanno dato un risultato di fortemente inquinato: a Crotone, alla foce del torrente Passovecchio, e alla foce del fiume Esaro, e a Isola di Capo Rizzuto, in località Le Castella, alla foce del canale presso la spiaggia a destra del castello. Su tre punti monitorati in provincia di Catanzaro, soltanto uno è risultato fortemente inquinato ovvero a Lamezia Terme/Gizzeria, in località Marinella/Gizzeria Lido, alla foce del torrente Spilinga. Gli altri due punti, a Montepaone Lido/Soverato, alla spiaggia presso fosso Beltrame, e a Nocera Terinese, alla foce del fiume Savuto, sono risultati entro i limiti. Sono stati cinque i punti campionati in provincia di Vibo Valentia, di cui tre fortemente inquinati: a Ricadi Turiano, alla foce del torrente Ruffa; a Briatico, in località Piana di Vada, alla foce del torrente Murria; e a Vibo Valentia, in località Vibona, alla Foce del Fosso Sant’Anna. Entro i limiti, invece, i prelievi effettuati a Joppolo , frazione Coccorino Porticello, alla spiaggia presso il torrente Mandricelle, e a Pizzo, in località Calamaio, sulla spiaggia di fronte alla foce del fiume Angitola. Infine, sono sette i punti monitorati in provincia di Reggio Calabria: tre hanno dato un giudizio di fortemente inquinato, ovvero a Brancaleone Marina, in località Sabbie Bianche, alla foce del fiume Pantano Grande; a Reggio di Calabria, al Lido Comunale di Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta; e a San Ferdinando, alla foce del fiume Mesima. Inquinato, invece, il prelievo a Bagnara Calabra, alla Foce del Torrente. Gli altri tre punti sono risultati entro i limiti di legge: a Marina di Gioiosa Ionica, spiaggia lungomare via Cristoforo Colombo, a Melito di Porto Salvo, in località Annà di Melito, spiaggia libera, a Gioia Tauro, alla foce del Petrace. Permangono, poi, le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria per ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. In nessuno dei ventiquattro punti monitorati, i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello. Mentre solo in un caso, in uno dei punti non campionati dalle Autorità competenti, era presente il cartello di divieto di balneazione come previsto dalla legge. Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche l’improprio smaltimento degli oli esausti. Ecco perché anche quest’anno il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. Nel 2018, in Calabria, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 2.405 tonnellate di olio minerale usato. L’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Altresì, se gestito e rigenerato secondo la prassi corretta, diviene una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti; un esempio corretto di economia circolare. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo. “La nostra è una missione precisa: salvaguardare l’ambiente da un inquinante pericoloso, ottimizzandone la gestione e i costi relativi in una ottica di massimo riutilizzo” – ha spiegato il presidente del CONOU, Paolo Tomasi. “Il nostro operato in difesa dell’ambiente, del mare e dei laghi in particolare, oltre ad evitare una potenziale dispersione di un rifiuto pericoloso, lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”. Il Monitoraggio scientificoI prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
In Calabria, in ciascuna provincia monitorata, c’è almeno un punto fortemente inquinato. Su ventiquattro campionamenti eseguiti lungo le coste, tredici risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, dodici sono “fortemente inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Oltre i parametri consentiti i prelievi effettuati a Rossano, in località Marina di Rossano, alla foce del torrente Colognati; ad Acquappesa/Guardia Piemontese, alla foce presso V Colombo; a Crotone, alla foce del torrente Passovecchio e del fiume Esaro; a Isola di Capo Rizzuto, in località Le Castella, alla foce del canale presso la spiaggia a destra del castello; a Lamezia Terme/Gizzeria, in località Marinella/Gizzeria Lido, alla foce del torrente Spilinga; a Ricadi, in località Turiano, alla foce del torrente Ruffa; a Briatico, in località Piana di Vada, alla foce del torrente Murria; a Vibo Valentia, in località Vibona, alla foce Fosso Sant’Anna; a Brancaleone Marina, in località Sabbie Bianche, alla foce del fiume Pantano Grande; a Reggio di Calabria, Lido Comunale di Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta; a San Ferdinando, alla foce del Fiume Mesima; e a Bagnara Calabra, alla Foce del Torrente. È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste calabresi dai tecnici di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, questa mattina in conferenza stampa, al lido “Scarafaggio” del Lungomare di Schiavonea, Mattia Lolli, portavoce della Goletta Verde, Caterina Cristofaro, della segreteria regionale di Legambiente Calabria, Domenico Pappaterra, direttore generale di Arpacal, e Antonio Nicoletti, della segreteria nazionale di Legambiente. Un viaggio realizzato anche grazie al sostegno dei partner principali CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont; dei partner sostenitori Assovetro – Endless Ocean, Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio e con il contributo di Pramerica SGR (Pramerica Sicav Social 4 Future). Media partner del tour è La Nuova Ecologia. “Premesso che il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari – dichiara Antonio Nicoletti, della segreteria nazionale di Legambiente – spiace constatare come la mancata depurazione affligga ancora in maniera drammatica il nostro Paese. È ora che l’Italia intervenga immediatamente per contrastare questa emergenza. Non va dimenticato che sono già quattro le procedure di infrazione comminate all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato pochi mesi fa. Soldi che avremmo potuto spendere per adeguare il nostro sistema depurativo attraverso progetti innovativi a tutela del mare”. “In Calabria resta l’emergenza depurativa – dichiara Caterina Cristofaro della segreteria regionale di Legambiente Calabria e responsabile campagne – di fronte alla quale poco o niente è stato fatto dalle istituzioni che spesso sono rimaste in silenzio su un tema così importante o lo hanno ignorato. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nelle agende della classe politica regionale, visto che ne sono coinvolte tutte le province. È ora che ci si faccia carico delle responsabilità di un problema che sta assumendo proporzioni sconcertanti, mettendo a repentaglio una risorsa importante per il nostro territorio quale è il turismo e l’economia che esso genera. L’obiettivo è quello di avere nel medio periodo una qualità delle acque migliore rispetto a quella che bagna la nostra terra da quasi dieci anni a questa parte, visto che permangono le criticità in molti dei punti già monitorati negli anni scorsi dai tecnici di Goletta Verde”. Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici tra il 29 giugno e il 2 luglio) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. In provincia di Cosenza sono stati monitorati sei punti e di questi due sono risultati fortemente inquinati: a Rossano, in località Marina di Rossano, alla foce del torrente Colognati, e ad Acquappesa/Guardia Piemontese alla Foce presso V Colombo. Entro i limiti, invece, i campionamenti effettuati a Villapiana, in località Villapiana Lido, sulla spiaggia fronte canale del pescatore; a Cassano Jonio, Laghi di Sibari, alla Foce del fiume Crati; a Corigliano Calabro, Marina di Schiavonea, sulla spiaggia fronte torrente Coriglianeto; e a Tortora, in località Tortora Marina, alla Foce del Fiume Noce. Nella provincia di Crotone, tutti i tre punti campionati hanno dato un risultato di fortemente inquinato: a Crotone, alla foce del torrente Passovecchio, e alla foce del fiume Esaro, e a Isola di Capo Rizzuto, in località Le Castella, alla foce del canale presso la spiaggia a destra del castello. Su tre punti monitorati in provincia di Catanzaro, soltanto uno è risultato fortemente inquinato ovvero a Lamezia Terme/Gizzeria, in località Marinella/Gizzeria Lido, alla foce del torrente Spilinga. Gli altri due punti, a Montepaone Lido/Soverato, alla spiaggia presso fosso Beltrame, e a Nocera Terinese, alla foce del fiume Savuto, sono risultati entro i limiti. Sono stati cinque i punti campionati in provincia di Vibo Valentia, di cui tre fortemente inquinati: a Ricadi Turiano, alla foce del torrente Ruffa; a Briatico, in località Piana di Vada, alla foce del torrente Murria; e a Vibo Valentia, in località Vibona, alla Foce del Fosso Sant’Anna. Entro i limiti, invece, i prelievi effettuati a Joppolo , frazione Coccorino Porticello, alla spiaggia presso il torrente Mandricelle, e a Pizzo, in località Calamaio, sulla spiaggia di fronte alla foce del fiume Angitola. Infine, sono sette i punti monitorati in provincia di Reggio Calabria: tre hanno dato un giudizio di fortemente inquinato, ovvero a Brancaleone Marina, in località Sabbie Bianche, alla foce del fiume Pantano Grande; a Reggio di Calabria, al Lido Comunale di Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta; e a San Ferdinando, alla foce del fiume Mesima. Inquinato, invece, il prelievo a Bagnara Calabra, alla Foce del Torrente. Gli altri tre punti sono risultati entro i limiti di legge: a Marina di Gioiosa Ionica, spiaggia lungomare via Cristoforo Colombo, a Melito di Porto Salvo, in località Annà di Melito, spiaggia libera, a Gioia Tauro, alla foce del Petrace. Permangono, poi, le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria per ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. In nessuno dei ventiquattro punti monitorati, i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello. Mentre solo in un caso, in uno dei punti non campionati dalle Autorità competenti, era presente il cartello di divieto di balneazione come previsto dalla legge. Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche l’improprio smaltimento degli oli esausti. Ecco perché anche quest’anno il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. Nel 2018, in Calabria, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 2.405 tonnellate di olio minerale usato. L’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Altresì, se gestito e rigenerato secondo la prassi corretta, diviene una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti; un esempio corretto di economia circolare. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo. “La nostra è una missione precisa: salvaguardare l’ambiente da un inquinante pericoloso, ottimizzandone la gestione e i costi relativi in una ottica di massimo riutilizzo” – ha spiegato il presidente del CONOU, Paolo Tomasi. “Il nostro operato in difesa dell’ambiente, del mare e dei laghi in particolare, oltre ad evitare una potenziale dispersione di un rifiuto pericoloso, lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”. Il Monitoraggio scientificoI prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
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mianonnadellozen · 3 years
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⍙Marisa Aino e V.S. Gaudio, gli storici collaboratori di “Topolino” e altre testate della Disney, è qui che sono costretti ad abitare, grazie alla sottrazione di tutti i loro possedimenti, afferenti ai rami di ascendenza delle cosiddette due prime famiglie di Trebisacce, e alla continua, inarrestabile, invasione e occupazione dell’agro , relativo al codice catastale del loro codice fiscale, attuata dalla popolazione migrante di Albidona e di soggetti italo albanesi.Durante il lockdown, ancora e sempre, continuano a subire violazioni di ogni sorta attuate dalle sorelle[ che sopra si sono estese a loro piacimento, violando non solo norme igienico-sanitarie e sismiche e anche relative alle fondamenta e alla disposizione di un manufatto fatto erigere, per operazione connessa allo Ior e alla “Virgo Fidelis” di Trebisacce dai quali la madre e il padre di Marisa Aino furono letteralmente esiliati nel pantano di Villapiana nei primi annisessanta, con la futura storica collaboratrice di “Topolino” addirittura dodicenne, (...)
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mianonnadellozen · 4 years
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mianonnadellozen · 4 years
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