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#immobilità
soft-black-velvet · 3 months
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Immobilità
Carboncino su carta
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princessofmistake · 8 days
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All’improvviso, fui sopraffatto dal silenzio della casa; serio, impassibile, lanciai un’occhiata a mio padre e ripresi a mangiare. “D’accordo, allora”. Forse il modo in cui lo dissi, o il fatto che quella decisione monumentale non riuscisse a suscitarmi emozioni, suonava sconcertante, una bandiera rossa che indicava che qualcosa dentro di me non funzionava come avrebbe dovuto. Non guardavo molti film, perché quella era Borough Park, dove si diffidava di certe malattie spirituali, ma sapevo che la versione cinematografica di quella scena avrebbe vibrato di angoscia drammatica. Eppure, non provavo nulla del genere: nessuna tristezza, nessuna afflizione per gli improvvisi cambiamenti della vita. A dire il vero, il pensiero di essere liberato dalla monotonia incessante della mia esistenza attuale mi riempiva di un’inebriante sensazione di fuga. Ero stufo di sopportare la noia implacabile, cechoviana, di stare seduto da solo nelle biblioteche, di piangere ciò che non avrei mai conosciuto: l’amore straziante, i grandi viaggi, i nostoi. Lontano dalla mia realtà attuale, sospettavo, si svolgeva una vita più alta, sostenuta non da semplici echi ma dal suono autentico della felicità. Ogni persona, sosteneva Bacone, adora gli “idoli della caverna”, quelle credenze peculiari che costituiscono il nostro carattere e, almeno nel mio caso, la nostra rovina. I miei idoli, lo capisco ora, sono questi: un disprezzo fondamentale per il grigio su grigio, un’intolleranza per ciò che Freud riconosceva come l’ordinaria infelicità della vita.
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silviadeangelis · 20 days
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T A C E
Si modifica il senso della misuranel modello che ha avvicinatoconsoni respiri d’amorein un tempo di voce breve.Spazi compliciin sospensione su stupori sempre nuovifin nel minuscolo dei pori.Nella banalità di giorni a veniresi svelano paludose assonanzementre si fa scuro del tutto fuorie l’immobilità del grigionel cavo della manofa decadere quel poco che tace….@Silvia De Angelis
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stranacreaturina88 · 2 years
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In questo periodo sto sperimentando l'immobilità forzata, mio malgrado, perché sono a casa con una gamba ingessata (frattura del malleolo peroneale); inevitabilmente mi viene da pesare a quei poveri cristi che fantasticano sull'immobilità, non riesco immaginare una condizione più simile all'inferno di questa. Rappresentazioni sull'inferno in letteratura fioccano, come è giusto che sia data la naturale propensione di tutti i bravi scrittori a guardare in fondo all'abisso, ma sarebbe interessante prima o poi vedere concretizzato in un romanzo contemporaneo questa semplicissima definizione che mi ritrovo a dare adesso: "l'inferno è l'immobilità" (dell'anima e del corpo)
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luluemarlene · 2 months
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Ci vediamo domani?
Affitto un Airbnb e ti aspetto sdraiata sul letto con la testa che pende oltre il bordo
Indosserò la maschera così non potrò guardarti e anche la bocca di silicone, che mi costringerà a tenerla aperta in quella immobilità così innaturale
Entrerai e non saprò nemmeno se sarai solo, se sarai davvero tu.
Sentirò la cerniera abbassarsi, il fruscio dei vestiti e piano piano la pressione del tuo cazzo contro le labbra finte
Mi piscerai in bocca dopo ever bevuto tanta acqua per tutta la mattina, saprà solo di te.. È il nostro modo di portarci rispetto.
Berrò, il resto colerà via e a quel punto, cingendomi la gola con le mani, affonderai il cazzo nella profondità del mio essere
Avanti e indietro, godendo della mia resistenza al soffocamento
Mi sborrerai in gola, a tratti con forza, senza remore
Resisterò fino a svenire se è questo che vorrai
Andrai via e non avrò mai la certezza che fossi tu, che tu non abbia mandato quel tuo amico... Quello là che ti ha confessato di non aver mai scopato un culo!
Povero. Forse ti aveva confessato di non aver neanche mai scopato una gola.
Sei così generoso, Oreste mio?
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haiku--di--aliantis · 3 months
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Siamo solo tu e io. L'ultima donna e l'ultimo uomo sulla Terra. Non resta altro che amarci. Ti presenti a me abbigliata come la più scaltra delle prostitute. Hai tolto la gonna, ti sei appena seduta. La tua fica ora è completamente esposta alla mia vista e ti stai già toccando. Forse quello di prostituirti è veramente il tuo sogno segreto. Me l'hai detto in modo ironico. Beh: io so che dirlo scherzando-scherzando è il solo modo con cui poter far uscire fuori la verità senza subire riprovazione o sdegno.
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Ma adesso egoisticamente non posso che gioirne. Anche perché qui nella mia minuscola mansarda, scopiamo in assoluto segreto. Tu sei una "sorella" in incognito. E fai i salti mortali per venire qui da me senza l'abito monacale che tieni nel borsone, assieme a quelle scarpe nere ridicole e al rosario. Fosti accolta nella Ruota degli Esposti dalle suore del convento dove poi t'hanno cresciuta, educata ai sacri valori e infine fatto prendere i voti. Nessuna gelosia, sebbene io sinceramente pensi di amarti. Non esiste amore più testardo e forte di quello impossibile.
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So che in camerata di notte fai sesso regolarmente con le novizie, tutte ragazze "da recuperare": ex prostitute strappate alla strada. O con delle ragazze madri giovanissime che devono trovare la loro strada, pertanto facilissime prede sessuali. Non sei mia, non vorresti esserlo e comunque nessuno può arrogarsi il diritto di possedere un altro essere umano. La tua e la mia sono scelte che si rinnovano ogni giorno. Io voglio te. Tu vuoi il mio cazzo, fondamentalmente. Ti desidero. Tu comunque mi vuoi. Null'altro conta, quando siamo qui. Guardi il mio uccello con occhi illuminati e bocca golosa.
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Passi la lingua sulle tue labbra e non vedi l'ora di ingoiare la mia più recente produzione di seme. Io non resisto, mi inginocchio e ti lecco la fregna umida di passione. Gemi, me la sbatti in faccia letteralmente. Con forza. Sei affamata di sesso, quello più sporco possibile. D'un tratto ti giri: in cinque secondi netti mi apri il tuo culo davanti al naso che manco un cambio gomme in formula uno! E io riprendo a lavorarti di bocca e di lingua. Il tuo buco del culo spesso si schiude da solo davanti ai miei occhi.
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Se li ho chiusi, mentre te lo lecco, percepisco questo fenomeno meraviglioso con la lingua, perché improvvisamente essa affonda nel buco. Quanto sei puttana! Ti amo. Ecco: intanto proprio ora sei venuta e gemi. Nuovamente vuoi cambiare. Mentre il mio viso è completamente bagnato del tuo liquore. Mi spingi sul letto e mi fai stendere di schiena. Penso tu voglia scoparmi, ma invece stasera insisti e mi scopi nuovamente la bocca. Sono dominato da te e dal tuo corpo. Ti muovi sapientemente e passi la tua passera dal pelo al perineo sulla mia bocca.
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Poi ti siedi e mi intimi di succhiartela. Io me la metto tutta in bocca e ti faccio letteralmente un pompino. Tu vieni ancora! Finalmente, rilassata e con un bellissimo sorriso, ti sdrai su di me, mi piazzi un seno in bocca e mi ordini di succhiarteli a lungo alternativamente. Obbedisco, mentre sento che ti infili il mio cazzo durissimo nella fregna calda e scivolosa. Sono felice. Il tuo bacino si muove freneticamente. Vieni: e a sentire le parolacce orribili che dici al mio indirizzo, a mia volta sborro.
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Dopo una tua risata di gola e un attimo di immobilità di coppia, sfilo il mio cazzo e tu da dominatrice diventi una brava geisha. Quindi provvedi a slinguarmi, a pulirmi il cazzo con la bocca e a ingoiare tutta la sborra che puoi trovare in giro sul mio inguine. Sei esperta, con quella cazzo di lingua. Me lo fai drizzare nuovamente e perciò tutta contenta mi fai un fantastico pompino di commiato, con ennesima mia sborrata. Intanto con le mani raccogli anche il seme che ti cola dalla passera.
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Interrompi il pompino e ti lecchi le dita. Poi riprendi a succhiare, mugolando di piacere. Sei una troia golosissima di sborra. Chissà se qualche prete te lo mette nel culo. Non te l'ho mai chiesto, ma penso che saggiamente tu non voglia rovinarti la piazza. "Non chiedere - non dire" tra noi. Per ora, quanto a maschi, penso tu abbia conosciuto solo il mio cazzo. Comunque sia, sei la mia felicità segreta di maturo divorziato, Suor Merina. Grazie per essere stata tu quella che mi ha portato dalla parte sfrenata e immorale del sesso. Una monaca ventiquattrenne affamata di passione è il massimo che si possa mai desiderare, credetemi.
Aliantis
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Walk on the wild side (Lou Reed)
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belladecasa · 2 months
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Mi sento molto spenta, mi guardo la faccia ed è grigia, sono grigia io d’inverno, mi si spegne tutto, e sono come i bambini, voglio piangere, voglio sbattere i piedi, fare i capricci. Il mio io bambino non cederà mai il posto a un adulto coscienzioso, rassegnato; al massimo, a tratti, può far posto ad un vecchio sapiente. Ma io sarò sempre duale, il vecchio e il bambino sempre, con le molecole di litio nel sangue che dicono al bambino cresci! E al vecchio riposa! Ma il vecchio brontola e il bambino pesta sempre i piedi. Chi mi conosce sa che sono bambina sempre, non ci posso fare niente, ci provo, ci provo a crescere, ma sbatto ancora i piedi quando mi stufo, e sbuffo, e mi sbrodolo quando mangio. Eppure mi sento dentro una coscienza millenaria, una stanchezza delle ossa, un’esigenza fisica di immobilità. E io in te riconcilio il mio essere duale, con le tue molecole nel mio sangue non mi dici niente, non mi rimproveri, ma solamente dici al bambino guarda! Guarda come sono fatte le ciglia, hai mai visto davvero un battito di ciglia? Guarda l’iride, guarda il mare, chiudi gli occhi e senti come la luce ti si appoggia sulle palpebre.
Quando nacque Cecilia notai per prima cosa che quelle mani piccolissime erano come le mie e come quelle di mia zia. Allora capii che la morte e la primissima vita erano legate e questo bastava come senso. Questo è il senso che mi hai regalato a ogni tuo risveglio che mi hai lasciato osservare. Io volevo morire e tu mi hai detto guarda! Non ti ricordi che uno sguardo lo puoi pure ingoiare? Io sono vecchia non me lo ricordavo, mi faceva male tutto ma ora mi hai guarita
#s
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antod0 · 2 months
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Sono da venerdì ko a letto con 38.5 di febbre. Sto delirando più per la mia immobilità che per la temperatura corporea.
Una delle cose positive di queste situazioni è l'avere tempo per pensare, per riflettere.
E quando rifletti affiorano anche i ricordi, e uno di questi riguarda proprio l'avere la febbre , ma essere bambino.
Ho sempre avuto un brutto rapporto con mio padre, non sono mai stato il suo figlio preferito, non ho mai imparato a fare i lavori manuali "da uomo" (spoiler non li ho imparati a fare di proposito, come forma di ribellione). Un figlio che amava l'arte, la musica , il teatro non era forse nei suoi progetti ( non giudicatelo, ha un vissuto particolare e ha dovuto lavorare dall'età di 5 anni per sfamare sua mamma e 4 sorelle).
Eppure.....eppure....quando avevo la febbre tornava a casa e con la scusa di andare a comprare le sigarette, tornava sempre con la "bella cosa" , solitamente un dolcetto o le ziguli' (mazza quanto so vecchio ).
Era il suo gesto d'affetto, un punto di contatto che ha fatto si che non ci perdessimo in tutti questi anni, che mi hanno dato la forza di razionalizzare le cose.
Ho fatto pace prima con me stesso, di conseguenza con lui.
A volte i gesti gentili salvano.
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susieporta · 10 months
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Esporsi richiede coraggio , e anche una discreta capacità di preservare la propria integrità .
Esporsi significa rendere manifesta la propria natura autentica , accettando anche il rischio che venga offesa ,travolta, insultata.
Ma questo non deve essere un limite.
Esporsi è l'unico vero modo che abbiamo per attirare a noi anime affini , mentre chi non risuona con le nostre corde , non potrà fare altro che prendere le distanze .
Finché stiamo chiusi nel nostro bozzolo, non c'è possibilità di espansione, non c'è ricircolo energetico , ma anzi , c'è stagnazione , immobilità, paura .
Se davvero si desidera costruire relazioni nutrienti , premianti e gratificanti , la cosa migliore è mostrarci al mondo nella nostra più nuda verità, anche se imperfetta, anche se diversa, anche se facilmente criticabile.
Voler piacere a tutti è qualcosa che non può coincidere con l'autentica ricerca e scoperta di Sè , e la nostra più grande responsabilità non è cercare approvazione , ma restare fedeli a noi stessi , ai nostri valori , e liberare quel bozzolo affinché divenga farfalla.
Morena Shamballa
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filtrospazio · 1 month
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La pietra consuma tutto il suo fuoco in immobilità.
Abdelmajid Benjelloun
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animadiicristallo · 5 months
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Tutti avanzano e io mi ritrovo in una condizione di immobilità perenne.
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canesenzafissadimora · 9 months
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Non si torna mai per caso, perché per tornare devi conoscere la strada. Chi se ne va, spesso, non sa dove vuole arrivare, mentre chi torna lo sa, sa dove sta andando e perché. Si torna solo dove si sta bene, si torna da ciò che manca, si torna da chi non si riesce a dimenticare. Si torna se non si è potuti rimanere ma non si può rinunciare: come le onde, che troppo lontane dalla riva non ci sanno stare. E’ facile dire “chi ama resta”. Ma io dubito che sia sempre così, perché restare è un fermo immagine, è immobilità. Mentre la vita vera scorre, è quell’onda che scorre: a volte si deve andare. E allora a me piace chi torna. Perché tornare non solo è consapevolezza, è anche movimento: ha più vita dentro. E in fondo che importa. Che importa dove vai, se comunque poi torni qui? Che importa quanto aspetto se, ogni volta che torni, mi fai dimenticare che eri andato via? Io non voglio costringere nessuno a restare. Non voglio essere rete, non voglio trattenere… Preferisco essere riva, il luogo dove vale sempre la pena tornare. Perché non si può imbottigliare il mare, lo si può solo amare..
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#I pensieri di Nicole ღ
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klimt7 · 5 months
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Non è nulla
È solo tempo
Tempo che passa
Luci che si accendono...
Giorni che si spengono
Immobilità
che riempiono gli occhi.
Parole a fiumi.
E tu lo chiami
soltanto, "un gatto".
.
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donaruz · 8 months
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“La notte” di Cesare Pavese
Ma la notte ventosa, la limpida notte
che il ricordo sfiorava soltanto, è remota,
è un ricordo. Perduta una calma stupita fatta anch’essa di foglie e di nulla. Non resta,
di quel tempo di là dai ricordi, che un vago ricordare.
Talvolta ritorna nel giorno nell’immobile luce del giorno d’estate, quel remoto stupore.
la Per la vuota finestra
il bambino guardava la notte sui colli
freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati: vaga e limpida immobilità. Fra le foglie
che stormivano al buio, apparivano i colli dove tutte le cose del giorno, le coste
e le piante e le vigne, eran nitide e morte e la vita era un’altra, di vento, di cielo,
e di foglie e di nulla.
Talvolta ritorna
nell’immobile calma del giorno il ricordo 20 di quel vivere assorto, nella luce stupita.
Cesare Pavese 🖋
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quartafuga · 7 months
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Vedere le vite degli altri ripartire, come ogni settembre, ed io immobile qui dove questa immobilità dura da praticamente un anno non è difficile, di più
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kevincharlesward · 1 year
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“In perfect stillness lies all motion.” – Rajesh | Lecce LE, Italy.
“Nella perfetta immobilità giace ogni movimento.” – Rajesh | Lecce LE, Italia.
© Kevin Charles Ward
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