Come le sigarette: smetto per un largo periodo di tempo, mi viene l’ansia, fumo di nuovo, lo detesto, che schifo, perché mai ho ripreso? Smetto per un…
L’amore esausto di Federico Morando: una panoramica sulla meraviglia e l’amore che nutrono e consumano l’anima.
Titolo: L’amore esaustoScritto da: Federico MorandoEdito da: Interno Libri EdizioniAnno: 2024Pagine: 72ISBN: 9791280138354
Di cosa parla L’amore esausto di Federico Morando
La nuova raccolta di Federico Morando offre una panoramica su quel sentimento che nutre e allo stesso tempo…
É da qualche mese che mi sento stanca,sia fisicamente sia mentalmente. Non so di preciso il motivo. Verso la fine di ottobre mi sono ammalata più volte,anche durante le vacanze di Natale e non mi succede quasi mai,perciò la cosa mi ha creato un po’ di preoccupazione. Ora ho iniziato un giro di visite mediche e speriamo che non sia nulla. Quando ti capita qualcosa di molto grave,come è successo a me 4 anni fa,poi stai sempre in ansia,anche per una stupidaggine. Ma la cosa che più mi preoccupa è la mia apatia,é un periodo che non provo entusiasmo per niente e niente mi appassiona. Il momento della giornata che preferisco é la sera dopo cena,quando non ho più nulla da fare e posso sdraiarmi sul divano a guardare la TV per poi andare a letto a dormire. Trascuro anche i rapporti umani:ci sono amici che non sento da tempo,ma non ho voglia di chiamarli…Non mi piace tutto questo perché non capisco il motivo e non so quanto durerà. Forse dopo aver affrontato una malattia seria ed esserne uscita,ora è come se tutta l’ansia,la preoccupazione avessero lasciato il posto ad una grande stanchezza; un po’ come chi ha combattuto in una battaglia,é sopravvissuto e alla fine di tutto è felice ma anche esausto
Mi destò un boato nell'oscurità della notte, tutto intorno era silenzio, l'esplosione era dentro di me.
"Mi assale un terrore primordiale, ho paura, come avvolto da filo spinato ogni respiro mi causa dolore, il vuoto intorno, indifeso e impaurito vorrei urlare dal profondo il mio primo vagito.
Mi sento morire, il petto è come una gabbia e le costole sono sbarre di acciaio.
Cuore rovente, impazzito, brucia da dentro, imprigionato, pronto ad esplodere come la caldera dentro al vulcano.
Mostri, spettri, avvoltoi dagli occhi di pece pronti a cibarsi del suo sangue nero di rabbia.
Poi archi di luce intorno a lui, come tempeste solari a scacciare i demoni malvagi.
Cuore annerito continua a bruciare, avvolto da uno strato di cenere ora pare dormiente, esausto si prepara alla luce dell'alba , all'oblio del nuovo giorno.
Ma la notte tornerà ancora, con le stesse paure, lo stesso dolore.
Finirà mai questo tormento per il mio cuore? Per quanto tempo ancora dovrà soffrire?
Quando uscirà dalla sua gabbia, sarà nuova vita, o sarà morte?."
- Lei quando dice che sta bene significa che sta male e quando dice che sta molto bene poi scopriamo che è il minimo accettabile per un essere umano. Con insomma mi fa un po’ preoccupare.
- Sempre insomma rimane.
- Vuole parlarne un po’?
- Non c’è niente da parlare, son sempre le solite cose.
- Se sono sempre le solite cose perché si sente così?
- Perché sono stanco. Sono esausto. E lo so che tutti sono stanchi e tutti sono esausti, e lo so che nel Sierra Leone ci sono i bambini soldato che immagino siano parecchio esausti pure loro, ma io questa settimana di più. Scusi.
- Non si scusi per essere stanco.
- Scusi.
- Sa cos’è lei?
- No, ma inizio a sospettarlo.
- Lei è un Atlante.
- Geografico?
- Mitologico. Conosce la leggenda di Atlante?
- Ho fatto il liceo artistico, conosco pochissime cose.
- Atlante era un titano che durante la guerra si era alleato con Crono, il padre di Zeus. Dopo la vittoria Zeus lo punì piazzandogli sulle spalle il peso del mondo.
- Ah sì, adesso mi ricordo, avevo una cosa DeAgostini con il disegno.
- Lei tiene sulle spalle il peso del mondo, del suo mondo, che poi è lo stesso. Non so quando o come, ma a un certo punto, qualcuno o qualcosa le ha fatto credere che quel peso fosse suo. Solo suo.
- Dice?
- Ci sono tante tribù in giro per il mondo, tribù affettive, tribù emotive, tribù nascoste, società segrete legate fra loro da vizi, paure, paranoie, traumi. E poi ci sono i figli di Atlante, come lei, piegati sotto il peso di tutto quello che si portano sulle spalle.
La vita un giorno vi ha detto “reggi qui un attimo” e voi, un po' perché siete stati colti alla sprovvista, un po' perché non volevate disturbare nessuno, avete risposto “va bene” e vi siete caricati qualcosa sulle spalle. E poi l'avete rifatto e poi l'avete rifatto ancora. Sa cos’è successo dopo ad Atlante?
- Si è reso conto che pagava uno psicologo per farsi raccontare puntate di Pollon?
- Un bel giorno arriva Ercole, che è impegnato nelle dodici fatiche e ha bisogno di una mano per recuperare le mele sacre nel giardino delle Esperidi. Così chiede aiuto ad Atlante, e in cambio si offre di reggere il peso del mondo per un po’. Atlante accetta di aiutarlo, si scarica il mondo dalle spalle e per la prima volta da chissà quanto tempo raddrizza la schiena e scopre com’è la vita senza quel peso costante a piegarlo.
- E poi?
- E poi niente, torna con le mele, Ercole lo frega con un trucco idiota alla “c’hai la scarpa slacciata” e gli piazza di nuovo il globo sulle spalle per il resto dell’eternità.
- Bella. Grazie. Adesso sto molto meglio. È sicuro che debba venire in studio e non possiamo semplicemente mandarci delle mail?
- Ogni tanto nella vita succede qualcosa, spesso son cose abbastanza banali, una buona giornata, un motivo d’orgoglio, un momento felice che riusciamo a non sprecare, cose che per un attimo il peso ce lo tolgono di dosso. E noi in quell’attimo percepiamo com’è vivere con la schiena dritta. Poi però arriva Ercole.
- E chi sarebbe Ercole?
- Questa è la parte deprimente. Il più delle volte siamo noi. Ci inganniamo in tutti i modi per convincerci a rimettere quel peso sulle spalle e finiamo col cascarci sempre.
- Perché non se ne andava?
- Atlante?
- Sì. Perché non mollava tutto, non mollava il mondo?
- Perché non è facile, perché era la sua punizione, e forse come succede spesso pensava di meritarsela. Ma io ho un’altra teoria.
- Sentiamo.
- Perché, a forza di reggerlo, si era convinto che quel peso fosse una sua responsabilità, che fosse lui quel peso. Lei pensa che quel peso che la schiaccia sia una sua responsabilità?
- Certo, è il mio mondo.
- Ecco, lei è un Atlante perché non ha ancora capito una cosa fondamentale.
ho letto, purtroppo, di un’ennesimo caso di stupro di gruppo - stavolta a napoli, la mia casa nel bene o nel male - e stavolta si parla di vera e propria pedofilia (le vittime sono due bambine di 13 anni) il che è ancora più folle, lo so ultimamente parlo spesso di questo tema e so che per molti potrei essere pesante ma io sono davvero stanco, pieno, esausto, del fatto che lì fuori tutto funziona al contrario, è folle, assurdo, drammatico quello che si sta dicendo in questi giorni, la verità è che io ho paura delle persone perché questo mondo non è altro che espressione della cattiveria umana e pensare che un ragazzo di 19 anni possa violare delle bambine per me è solo l’ennesima espressione di un fallimento: ho fallito io, avete fallito voi, abbiamo fallito tutti, si è andati oltre il limite da molto tempo ormai e non c’è se o ma che tenga, non c’è “io non sono come loro” che tenga, non c’è “ma era squilibrato, era pazzo, lei l’ha provocato, era vestita da poco di buono” che possa resistere dinanzi a questo schifo
io ho 25 anni e sono uscito centinaia di volte in un gruppo di sole ragazze in cui ero l’unico maschio, nessuna di loro (mie amiche) mi ha drogato, fatto ubriacare, nessuna mi ha portato in un capannone, in una grotta, in una spiaggia o in una casa, nessuna mi ha messo la mano sul pacco contro il mio volere e non voglio che il contrario accada alla donna che amo, a una mia amica, a una mia parente o a chiunque altra ragazza che io abbia incrociato o meno
Non ne posso più, sono esausto, non sono più connesso con il mondo, la mia mente inizia a svuotarsi e non riesco più a pensare, è come se mi stessi annullando, e per di più, sto ricominciando a soffrire d’attacchi d’ansia per colpa di certe persone, e la cosa sta peggiorando di giorno in giorno. Non riesco più a stare tranquillo, mi sento sempre agitato come se stesse per succedermi qualcosa, e l’unico modo in cui riesco ad avere un po’ di sollievo e farmi del male, ma davvero tanto male. Mi piacerebbe che tutto questo finisca il prima possibile, ma so che non accadrà mai, e io non so per quanto tempo resisterò ancora…