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#cinema muto
italiasparita · 1 month
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Francesca Bertini e Amleto Novelli in La Piovra (Edoardo Bencivenga, 1919)
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bestdata19 · 2 years
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Il primo Kolossal Italiano: Cabiria
Il primo Kolossal Italiano: Cabiria #Cabiria #Dannunzio #GiovanniPastrone #Cinema
“One of the films that started it all”… Con queste parole il regista Martin Scorsese, a distanza di quasi un secolo dalla prima proiezione, definisce uno dei film più importanti della storia del cinema. Non si tratta di un film americano, bensì di uno italiano, Cabiria, considerato il più grande kolossal e il più famoso film italiano del cinema muto.  Spesso associato al nome di Gabriele…
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cinemaitalianodb · 1 month
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Chi era Jean Fall, il primo attore di colore del cinema italiano?
Fig. 1 – Jean Fall Sfogliano la rivista “La vita cinematografica, n.23 del dicembre 1913, mi imbatto in una pubblicità che attira la mia curiosità. Sono riportate le immagini di tutti gli attori della Centauro films che saranno presenti nelle pellicole in uscita per la stagione 1914. Tra queste una attira più delle altre la mia curiosità, è quella di tale Jean Fall (vedi fig. 1), in quanto è un…
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di-biancoenero · 7 months
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Filibus è un ladro che commette furti calandosi dal suo dirigibile e celandosi dietro una maschera. Il detective Kutt-Hendy si mette sulle sue tracce e Filibus, che in realtà è la baronessa di Troixmonde, alias conte de la Brive, escogita un piano diabolico per far credere che sia il detective il misterioso ladro. Pellicola prodotta dalla Corona Film, che affida la regia a Mario Roncoroni, ex attore, che avrebbe in seguito diretto La Nave, in collaborazione con Gabriele D'Annunzio; mentre per la sceneggiatura collaborava già con la casa Giovanni Bertinetti, scrittore poliedrico torinese che lavorò, come la sua eroina, sotto diversi pseudonimi, per trattare argomenti che spaziano dalla letteratura per ragazzi alla fantascienza; dalla filosofia a manuali d'economia domestica; dalla drammaturgia in dialetto torinese ai romanzi apocrifi salgariani. Per il personaggio di Filibus, Bertinetti si ispirò a personaggi della letteratura popolare francese molto in voga in quegli anni, ovvero i ladri gentiluomini quali Arsenio Lupin, Fantomas e Rocambole. Ma anche ad una figura nota alle cronache italiane : Rosina Ferrario, la prima donna in Italia ad ottenere, nel 1913, un brevetto di pilota, che sfruttò subito con una ascensione in aerostato. L'eroina Filibus, è donna audace e intraprendente, a suo agio sia nelle vesti maschili di conte, corteggiatore della sorella del detective; sia nell'uso di marchingegni tecnologici come la mini camera, la rilevazione di impronte digitali, l'eliografo, l'areostato. La critica dell'epoca fu negativa, forse imputabile ad un maschilismo imperante nel paese, adducendo pretesti quali storia scopiazzata ed effetti speciali infantili. Il finale presuppone un seguito, ma pochi mesi dopo l'uscita del film, l'Italia entrò in guerra. La pellicola, come la maggior parte delle pellicole del cinema muto, fragili, facilmente deperibili, andò perduta; fu poi ritrovata in Olanda, nella collezione Desmet e successivamente restaurata.
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statoprecario · 8 months
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GIORNATE DEL CINEMA MUTO: AL VIA DA DOMANI LA 42a EDIZ. - APRE LA DIVINE CROISIÈRE DI DUVIVIER E IL WESTERN CON HARRY CAREY DIRETTO DA JOHN FORD
La Divine Croisière, evento speciale con cui si inaugura sabato 7 ottobre alle ore 21, al Teatro Verdi di Pordenone la 42° edizione delle Giornate del Cinema Muto è uno degli ultimi film muti di Julien Duvivier, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e attore teatrale francese di cui proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della nascita, avvenuta a Lille l’8 ottobre 1896 (morì…
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victorianrob · 11 months
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Cinema!
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diananortoncoleman · 11 months
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Il sonoro e il doppiaggio
Parte 2
Il doppiaggio:
Con l' avvento dei film dialogati ci si trovò nella situazione di dover “tradurre” i film, per raggiungere una più grande scala di spettatori e per superare le barriere linguistiche.
Il “doppiaggio” è il sostituire la voce originale di un attore o personaggio con quella di un doppiatore . In Italia il doppiaggio assunse un ruolo molto importante e, anche se limitato dal fascismo, ha una <<consolidata tradizione con un alto grido di specializzazione e presenza di professionalità>> citando wikipedia.
Il motivo per cui si ricorre al doppiaggio è l' evidente intenzione di voler far capire a tutti quello che viene detto nel film. Se consideriamo una volta quando pochi parlavano più di una lingua, difficilmente il film potevaessere guardato e compreso da chiunque. Al giorno d'oggi invero, con il conformismo e la società di massa, tutti (o quasi) parlano l' inglese- lingua mondiale. C'è però da considerare che con il doppiaggio, oltre che a iniziali problemi tecnici, si priva l' attore che interpreta un ruolo, di trasmettere le sensazioni volute, alterando così il “prodotto finale”. Molti infatti dibattono su questo argomento, e cioè se il doppiaggio sia giusto o no: ai posteri l' ardua sentenza.
Il doppiaggio è però usato anche nello stesso paese di produzione: basti pensare a quanti attori ed attrici italiani siano stati doppiato a causa della loro scarsa bravura o il loro accento troppo dialettale. Il problema sorge quando ci sono modi di dire intraducibili, oppure appaiono personaggi che parlano diverse lingue. Nel 1933 fu così ideato di girare lo stesso film più volte nelle diverse lingue: alcune volte venivano sostituiti i personaggi di contorno, oppure se rimanevano gli stessi, si facevano doppiare da voci fuori campo, muovendo solo la bocca. Ma gli attori protagonisti dovevano rimanere sempre quelli ed erano quindi costretti a recitare in tutte le lingue che il regista aveva deciso, leggendo sugli appositi gobbi (i cartelli dietro le cineprese) in cui era riportata la pronuncia fonetica delle parole e non la loro trascrizione esatta.
Può capitare però che nel film i siano alcune battute nella stessa lingua usata nel doppiaggio, e che il dialoghista ( colui che traduce ed adatta il copione) debba per forza mantenere la differenza di lingua. Di solito si decide di sostituire l' italiano con una lingua simile, quasi sempre lo spagnolo (in rari casi il francese). È possibile salvare il senso della scena, ma al prezzo di alterare le intenzioni dell' autore.
Soprattutto nei film più vecchi (parlo prima degli anni 70) accade che certi personaggi (doppiati) dicano delle frasi al quanto improbabili. Come ad esempio uno straniero che va in un paese e chiede se lì parlino l' inglese: a noi, con una traduzione in italiano, viene da chiederci “perché mai questo che parla italiano chiede- in italiano- se qualcuno parla l' inglese?” Questi sono uno dei tanti problemi che avvolgono il magico mondo del doppiaggio. In questo caso comunque si preferisce far dire al personaggio una frase più generica adattabile dunque a tutte le lingue: <<parli la mia lingua?>> .
In conclusione vi lascio con la celebre battuta del film “Pulp Fiction” in cui Samuel L.Jackson (doppiato da Luca Ward) chiede alla sua futura vittima << “Cosa” è un paese che non ho mai sentito nominare...lì parlano la mia lingua?>>. In lingua originale il passaggio recita così: << “What” ain't no country I know! Do they speak English in “What”?>>.
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marcogiovenale · 1 year
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"metropolis", di fritz lang: nuova sonorizzazione, milano 11 maggio 2023, ravenna 16 giugno
Produzione Edison Studio 2023  nuova colonna sonora elettroacustica per il film METROPOLIS   (1927) di Fritz Lang versione restaurata del 2010, durata 148 minuti creata ed eseguita dal vivo da Edison Studio compositori – esecutori Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri con il contributo vocale di Anna Clementi e di Martin Figura, Eric Moser, Marco Noia,…
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eaktionsshaytan · 1 year
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Friedrich Wilhelm Murnau
Faust (1926)
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davidhudson · 8 months
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It’s on.
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italiasparita · 3 months
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Francesca Bertini e Amleto Novelli in La Piovra (Edoardo Bencivenga, 1919)
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silentlondon · 6 months
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The Silent London Poll of 2023: vote for your winners now
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di-biancoenero · 1 year
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Ambrosio’s cinematographer Giovanni Vitrotti shooting one of his early documentaries on the Piedmont Alps : “Da Courmayeur al Dente del Gigante”, “Escursione nella catena del Monte Bianco” e “Sulle dentate e scintillanti vette”. 1910
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statoprecario · 8 months
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LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO: PREAPERTURA IL 6/10 CON LA COMMEDIA AMERICANA POKER FACES ACCOMPAGNATA DALLA ZERORCHESTRA CON LA MUSICA DI JURI DAL DAN
PREAPERTURA DELLA 42a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO CON LA COMMEDIA AMERICANA POKER FACES ACCOMPAGNATADALLA ZERORCHESTRA CON LA MUSICA DI JURI DAL DAN Venerdì 6 ottobre, ore 21, Teatro Zancanaro di Sacile Come ormai da tradizione, la preapertura delle Giornate del Cinema Muto si svolge a Sacile nel segno di un’antica amicizia che risale agli anni tra il 1999 e il 2006 quando la…
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deadpanwalking · 6 months
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Introduction by Anthony L'Abbate, Preservation Manager, Moving Image Department and Caroline Yeager, Associate Curator, Moving Image Department
The announcement that Orson Welles’s missing (and unfinished) film Too Much Johnson had been found and preserved, sent a pleasant shock wave through cinema circles in 2013. Discovered with a group of other film materials in a warehouse in Pordenone, Italy, in 2003, Too Much Johnson survived by a quirk of fate. Mario Catto, an enthusiastic cinephile who often collaborated with Le Giornate del Cinema Muto (a film festival devoted solely to screening silent films), was told by a family friend about a crate full of potentially dangerous old film that had been abandoned years before in his shipping warehouse. Catto suggested that his friend donate it to Cinemazero, a highly regarded film society in Pordenone. Cinemazero accepted the films and began the laborious and years-long task of examining and identifying the mixture of 35mm and 16mm film elements on both safety and nitrate based film stocks. The films turned out to be the works of Orson Welles.
Prominent Welles scholar Ciro Giorgini positively identified nine nitrate reels as being Welles’s lost film Too Much Johnson. A tenth nitrate reel was decomposing and it was not actually verified as being part of the film until it was sent to a laboratory for preservation in 2013. Cinemazero recognized that the nitrate reels of Too Much Johnson needed long-term conservation, and so, nearly ten years after Catto first saw the crate, the nitrate positive work print of Too Much Johnson was consigned to their colleagues at the Cineteca del Friuli, also in Pordenone. Preserving Too Much Johnson now became the crucial issue.
Because the film was both nitrate and American, funding for full preservation would prove difficult to obtain in Italy. In January 2013, Cineteca del Friuli contacted the George Eastman Museum to discuss preserving Too Much Johnson, as well as providing permanent conservation for the 35mm nitrate master. The Eastman Museum agreed to accept the nitrate film and through an emergency grant arranged by the National Film Preservation Foundation, the nine identified reels of Too Much Johnson would be preserved. The tenth, decomposing reel, was preserved separately and joined the other reels prior to the film’s world premiere.
Produced by the Mercury Theatre, Too Much Johnson was meant to introduce each act of William Gillette’s stage play of the same name. Even in its unfinished state, the film shows all the hallmarks of Welles’s cinematic genius. Starring Joseph Cotten, Edgar Barrier, Arlene Francis and other Mercury Theatre actors, it is a lively, vibrant, funny, and exciting homage to silent film comedy and stands on its own as a cinematic gem. The new score provided by Philip C. Carli, was inspired by Paul Bowles’s score for the Mercury Theatre stage production.
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diananortoncoleman · 11 months
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Il sonoro e il doppiaggio
Parte 1
Originale o traduzione? Questo è il dilemma. Se con il cinema muto non c'erano problemi di traduzione, con il sonoro e dunque con il doppiaggio non è semplice come una torta. Appunto di questo vi sto parlando. “Come una torta” è traducibile in italiano con “come bere un bicchier d' acqua”, e fin qui niente problemi. Ma come fare con la sincronizzazione labiale? E con le differenze interlinguistiche? E con le battute e i giochi di parole? Piano piano ragazzi! C'è una risposta a tutto, ma prima dobbiamo fare un passo indietro e spiegare come arriva il sonoro...
Il sonoro:
Il sonoro cinematografico nasce agli inizi del 1900 dove alle scene si accompagnava della musica suonata dal vivo da un' orchestra o da un pianista. Il primo studio fatto sulla sincronizzazione meccanica su fatto nel 1906 e venne realizzato a Pisa: consisteva nell' incidere su un disco fonografico la musica in modo da poterla abbinare alle immagini cinematografiche., divulgandola nella sala attraverso un grammofono. Tuttavia questa tecnica si diffuse
solamente dalla metà degli anni '20 sino ai primi anni '30. La casa di produzione che intuì lì enorme fortuna che avrebbe costituito il cinema sonoro fu la Warner Bros. che nel 1925 acquisì un sistema di sincronizzazione.
Il primo film dunque prodotto fu della Warner Bros. “Don Giovanni e Lucrezia Borgia” del 1926: per la prima volta il pubblico poteva ascoltare non solo la musica (che comunque esprimeva sentimenti e situazioni) ma anche rumori (come il rumore delle spade nei duelli). Di qui a breve l' introduzione della voce degli attori sui dischi che recitavano una parte che tutti potevano sentire.
Il primo film in cui fu possibile ascoltare la voce degli attori fu “Il cantante di Jazz” proiettato nel'ottobre del 1927 (sempre dalla Warner Bro.), e nonostante i dialoghi furono pochi e brevi riscosse grande successo.
In Italia il primo film parlato fu “La canzone d' amore” ,tatto da una novella di Pirandello, del 1930.
Il primo ideatore del sonoro sincronizzato fu Giovanni Rappazzo, che purtroppo si vide rubare l'idea dagli americani, in quanto non aveva rinnovato il brevetto per problemi finanziari /sorte simile a quella di Antonio Meucci, ideatore del telefono).
L' avvento del sonoro portò in crisi gli attori del cinema muto (che però resta importante nella storia sotto ottica artistica e storica).
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