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#canta che ti passa
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Carnevale di Ndirucce - Città Sant'Angelo 🎭🎊
Tema: Canta che ti passa! 🎼🎧🎶
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sofysta · 1 year
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la-scigghiu · 2 months
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Nella luce di questo lussureggiante giorno di primavera, canta, poeta, di chi passa oltre e non si ferma, di chi ride correndo via, senza guardare indietro… Non sedere in silenzio, a recitare la litania delle tue lacrime e dei tuoi sorrisi passati, non fermarti a raccattare i petali dispersi nell’ultima notte, non andare in cerca delle cose che ti sfuggono, per conoscere significati oscuri, entra nel giardino della tua vita, nel sentiero fiorito dei tuoi giorni dove la musica può nascere dalla loro profondità.
.🦋.
❖ R. Tagore
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dinonfissatoaffetto · 6 months
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Era il momento di sognare in piccolo, una cosa alla volta. Perchè tanti piccoli sogni formano un sogno grande. Un po’ come il vestito da Arlecchino cucito insieme a sua madre da bambina: una magia di cento pezzi di stoffa colorata uno attaccato all'altro. Ricordava ogni particolare di quel giorno, un carnevale di vent'anni prima: lei e la mamma da sole nella vecchia casa, un caldo quasi estivo, innaturale a febbraio, e il tavolo tappezzato di colori. La macchina da cucire, il suono di mitraglietta che faceva, strizzare l'occhio per infilare l'ago, la felicità di riuscirci ogni volta al primo tentativo. Non aveva mai cucito prima, e la mamma le insegnò con gioia. Si punse, giocando col ditale troppo grande e l'ago. Mostrò alla mamma la pallina di sangue che s'ingrossava lenta sul suo dito e lei la succhiò via, poi glielo fece mettere sotto il rubinetto. Ricordava perfino la musica che c'era in sottofondo: la mamma cantava sempre allora. Canta che ti passa, le diceva.
- Stefano Tofani, Fiori a rovescio, Nutrimenti
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seoul-italybts · 6 months
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : Se Guardassimo nel Cuore di Jimin, Questo È Ciò che Troveremmo | 30.11.23⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
Se Guardassimo nel Cuore di Jimin, Questo È Ciò che Troveremmo
__ Recensione del "Jimin's Production Diary  __
__ di RANDY SUH | 30. 11. 2023
Twitter  |  Orig. KOR 
Se dovessi descrivere Jimin in una parola, userei “accattivante”. Ha un aspetto ammaliante ed è un ballerino fantastico, ma ciò che apprezzo di più di lui è il modo in cui canta. La sua voce è diabolicamente seducente. La sua impronta canora è unica, delicata come il tratto raffinato di una penna ad inchiostro, eppure risoluta, e trovo ci sia una tumultuosa bellezza in tutto ciò— il tipo di carisma che non passa inosservato. Qualsiasi sia il brano che sta cantando, la sua voce vi dona quella che potremmo descrivere solamente come luce. Che si tratti di un leggero luccichio come di stella nel firmamento o di un lampo improvviso. Alla canzone “Angel Pt. 1”, colonna sonora dell'ultimo film della saga Fast & Furious, Jimin riesce a portare come una scossa improvvisa, anche se il suo a parte pentatonico non fa che ripetere la stessa melodia più e più volte. Ma quello è il potere della sua voce.
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I 10 anni di carriera di Jimin sono costellati da una serie di momenti mozzafiato ed iconici: la coreografia “333” al minuto 3:33 del video musicale di “FIRE”; i delizioso triplo attacco all'inizio di “Blood Sweat & Tears” rappresentato dai suoi passi di danza, la sua voce e la sua espressione facciale; le sue movenze, pari allo sfarfallio delicato di petali di ciliegio, in “Spring Day”; l'espressività della sua struggente performance in “Black Swan”; le varie esibizioni preparate per cerimonie di premiazione e spettacoli di fine anno come la cover di “Perfect Man” e la sua danza con i ventagli. Nel mondo idol, Jimin è un vero e proprio maestro ed è considerato uno degli artisti pop più grandi di questa generazione. Il modo in cui sa illuminare il palco, come per magia, è talmente impressionante che se effettivamente nel mondo idol esiste un ideale artistico cui aspirare, Jimin sicuramente lo ha già raggiunto.
Ma per arrivare a questo livello di perfezionismo, è evidente Jimin abbia dovuto fare i conti sia con le sue insicurezze che con l'impazienza. Se guardiamo ai vecchi filmati di retroscena delle sue esibizioni soliste e dei grandi eventi di fine anno, Jimin appare spesso angosciato - prima, durante e dopo la performance. E questo nonostante quelle fossero proprio le esibizioni che hanno suscitato maggiore entusiasmo. In un recente episodio di SUCHWITA con ospite TAEMIN (in cui Jimin fa un'apparizione a sorpresa), SUGA ha detto che quando Jimin sta per salire sul palco, gli altri membri dei BTS sono soliti “guardare e pregare [per lui]! Del tipo, ‘Ti prego, Jimin, cerca di non agitarti’.” Nonostante le performance di Jimin siano già assolutamente magnifiche, l'artista si pone standard sempre più vicini alla perfezione, caricandosi di tantissima pressione. È per questo che, a suo dire, sulle prove e le esercitazioni pratiche non transige, devono essere più che abbondanti. Ma questo suo perfezionismo sicuramente è un'arma a doppio taglio: è ciò che gli permette di allestire esibizioni mozzafiato, sì, ma è anche causa di una terribile ansia che non fa che consumarlo.
Con l'inizio del Secondo Capitolo dei BTS, Jimin ha rilasciato l'EP FACE, il suo primo album solista. Viste le traccie soliste scritte e pubblicate precedentemente nei progetti di gruppo, ciò che mi aspettavo dal suo EP erano brani similmente belli e coinvolgenti. Ma FACE è stata una vera e propria sorpresa, al di là di ogni aspettativa. Le canzoni non sono state commissionate individualmente a diversi autori, ma composte da un gruppo compatto di tre produttori – nell'arco di 10 mesi – in quello che è stato un processo creativo piuttosto intimo ed affiatato. Il risultato è stato un disco che, come suggerisce il titolo, offre uno sguardo al volto più naturale e vulnerabile di Jimin. Questo suggerisce anche che l'artista ha finalmente trovato le forze per fronteggiare le proprie insicurezze, la trepidazione e le difficoltà che possono sorgere nelle relazioni interpersonali, dalle quali, fino a quel momento, si era lasciato sopraffare.
Il Jimin’s Production Diary è un documentario - rilasciato su Weverse – che parla nel dettaglio del processo creativo seguito dall'artista. Come per l'album, il titolo di questo documentario è più che diretto ed esplicativo. Questo progetto, che rappresenta il presupposto creativo per la carriera solista di Jimin, ci mostra dunque chiaramente che lui non è solo un ideale artistico per giovani aspiranti idol o un interprete dal fascino diabolico, ma anche un essere umano: Jimin si è formato nei BTS, d'altronde, ha studiato musica, sì, ma anche come interagire con le/i fan, proprio alla maniera dei BTS, insomma.
Con il rilascio di FACE, Jimin è diventato il 3° membro dei BTS a contribuire al Secondo Capitolo del gruppo, nonché il 1° della vocal line. La rap line dei BTS è formata da RM, SUGA e j-hope, mentre la vocal line comprende Jin, Jimin, V e JungKook. Nonostante la suddivisione in questi due gruppi non sia poi così categorica, l'idea originaria per il gruppo vedeva i rapper concentrarsi sull'hip-hop ed i vocalist mirare ad un'immagine più simile a quella degli idol dei primi anni 2000. In un esperimento senza precedenti – almeno per il 2013 – unire questi due lati, la musica idol e quella hip hop, ha già portato ad una prima, elettrizzante reazione chimica.
Nei primi anni di gruppo, il compito di scrivere musica era per lo più responsabilità della rap line. Ancor prima del Secondo Capitolo, ognuno dei rapper aveva, dunque, già rilasciato minimo una mixtape e preso parte alla produzione album per i BTS. Dal canto suo, la vocal line ha dato il proprio apporto sia attraverso la stesura di alcuni testi di gruppo che il rilascio di tracce individuali. Ancor prima dell'evolversi del loro Secondo Capitolo, dunque, i membri dei BTS avevano già in programma di produrre e pubblicare delle mixtape soliste. E questa nuova fase delle loro carriere sembra aver presentato loro un bivio: pubblicare un progetto individuale di propria produzione, come una mixtape, o fare altrettanto ma con un po' di aiuto dall'esterno. Nel Commentary filmato per il suo documentario, Jimin ha confidato che l'idea che sta dietro all'album era mostrare tutto il suo potenziale in quanto idol.
Tuttavia, alla fine Jimin ha optato per scrivere musica che lo rappresentasse nel suo insieme [*e non solo come idol]. È sul finire del 2018 che ha pubblicato la sua prima traccia solista in acustico, “Promise”. Durante un V LIVE, successivo al rilascio, Jimin ha confidato che lavorare a quel brano lo ha aiutato a liberarsi di alcune emozioni che si teneva dentro da tanto. E FACE, in un certo senso, segue lo stesso principio, diventandone una sorta di sequel.
Ora che tutti i membri dei BTS hanno rilasciato i propri progetti solisti, possiamo constatare che Jimin è stato il primo e solo dei ragazzi della vocal line a pubblicare un album disvelativo insieme ad un gruppo ristretto di produttori.
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Credevo il processo creativo dietro ad un lavoro simile fosse stato fonte di considerevole stress e che l'avesse messo sotto pressione, ma il Jimin che ho visto nel suo Production Diary non mi sembra poi così turbato. Ovvio, questo tipo di progetto ha le sue difficoltà – e sono evidenti nel documentario – ma è altrettanto ovvio quanto Jimin sia felice e si sia divertito. Nel Jimin's Production Diary, vediamo l'artista impegnarsi seriamente sul lavoro insieme ad un gruppetto selezionato di persone di fiducia, invece che il mordi e fuggi di incontri con tante persone diverse, tipico di questo genere di progetti. Uno dei temi portanti dell'album di Jimin è la delusione che accompagna talvolta le relazioni interpersonali. Al contempo, però, l'artista sembra realizzare che è proprio grazie alle relazioni col prossimo che ha trovato la forza di andare avanti. Lo vediamo, infatti, tutto contento ballare insieme ai produttori sui beat cui stanno lavorando, ed esclamare pieno di entusiasmo quanto si sta divertendo. La parte migliore è proprio seguire man mano il membro dei BTS nella sua scoperta del piacere musicale. Nonostante la maggior parte del tempo lo si vede in luoghi mondani—come il suo salotto, l'appartamento del produttore Pdogg (che praticamente è diventato anche un po' casa di Jimin), lo studio presso la Hybe o la sala registrazioni—emotivamente parlando, Jimin sembra attraversare l'intera gamma emozionale umana, dimostrando d'essere più che un semplice cantante.
Il documentario ci offre anche uno sguardo su chi sono le altre persone che hanno aiutato a fare di FACE una realtà. I produttori della BIGHIT MUSIC, Pdogg e GHSTLOOP, ed EVAN compaiono praticamente in ogni scena, ed il modo in cui i quattro sono sempre seduti insieme a discutere e scambiarsi idee, procedendo poi a trasporle subito in note e testi, ricorda un po' il fare musica di una band. Dopo aver praticamente vissuto insieme per 10 mesi, Jimin ha addirittura rinominato il gruppetto come la Smeraldo Garden Marching Band, durante il gioco a quiz relativo al documentario. La BIGHIT MUSIC non è nuova a questo tipo di produzione completamente in proprio, specialmente in momenti cruciali—come nel caso di “FAKE LOVE”, ad esempio, il singolo principale dell'album dei BTS, LOVE YOURSELF: Tear (2018). È proprio questo il motivo per cui la musica dei BTS solitamente viene percepita come più ermetica ed introspettiva rispetto all'approccio usato tipicamente per il K-pop – i cui riconoscimenti presentano lunghe liste in cui compaiono tuttə coloro che hanno partecipato alla stesura dei brani ed un ampio catalogo di personale reclutato appositamente per il progetto. Il che è ancor più interessante e significativo, se consideriamo che l'album di Jimin è arrivato primo su diverse classifiche, inclusa la Billboard Hot 100.
Nel documentario, appaiono anche gli altri membri dei BTS. RM, ad esempio, entra in gioco quando il gruppo si trova in difficoltà con la prima parte del testo della title track, dà loro qualche saggio consiglio e poi esce di scena. RM aiuta Jimin a mettere ordine nelle sue emozioni, una volta trasposte su carta: “La cosa più importante è l'intenzione che sta dietro la canzone” dice, spiegando poi che un artista, innanzi tutto, deve essere ben consapevole e sicuro di ciò che vuole trasmettere; “Credo ci sia bisogno di una traccia, una storia” aggiunge, reiterando l'importanza fondamentale della narrazione; “Prova a buttare giù una bozza”, consiglia. JungKook, poi, compare in “Letter” - traccia dedicata alle/i fan – prestando, come sempre, un'incredibile performance nel ritornello. Un altro dei membri a comparire nel documentario è j-hope, il primo ad aver pubblicato musica individuale nel Secondo Capitolo dei BTS, con il suo album Jack In The Box. J-hope mostra il suo supporto, dando dei buoni consigli a Jimin nel momento in cui quest'ultimo sembra più incerto rispetto all'imbarcarsi per la prima volta in questa monumentale avventura solista: “Provaci. Fai questo tentativo, così poi vedrai” come si fa e su cosa concentrarsi per la prossima volta. Inoltre, nel video Commentary scopriamo anche che “Set Me Free Pt.2” si intitola così perché inizialmente SUGA avrebbe dovuto partecipare come rapper, e quindi il nome era un riferimento a “Interlude: Set me free”, una delle tracce della sua mixtape, D2.
Ciò che traspare chiaramente – e a più riprese – dal documentario è la tenacia di Jimin. Anche quando lo vediamo passare tutta la notte a contorcersi disperato nel tentativo di buttar giù dei buoni testi per il suo primo album, Jimin rifiuta di darsi per vinto. Proprio come prova e riprova le coreografie fino allo sfinimento, quando si tratta di scrivere canzoni, tiene duro fino alla fine. Ma la differenza principale rispetto al ballo, è che con i suoi testi non c'è dubbio Jimin si sia trovato faccia a faccia con le proprie emozioni e che abbia dovuto affrontarle. Nel Commentary, Jimin dice di essersi sentito un po' come un ragazzino “che tiene con costanza un diario personale” e tramite questo progetto ha potuto “mostrarne qualche pagina, una parte di me”. È un commento fatto con leggerezza, ma la sfida che ha dovuto affrontare con se stesso è evidente nel modo in cui dice “con costanza.”
È cosa risaputa che ognuno dei membri dei BTS adora esibirsi. Ed il motivo principale per il brivido e l'entusiasmo che provano sul palco è la presenza delle/gli ARMY. Quando scrivono musica, è in previsione del momento in cui potranno ritrovare il loro pubblico o arrivare ai cuori degli/lle ascoltatori—in altre parole, potremmo dire che si tratta di un esercizio di resistenza in previsione della futura gratificazione. A quanto sappiamo, quando il mondo ha dovuto chiudere i battenti a causa della soffocante pandemia da COVID-19, Jimin ha attraversato il periodo più difficile di tutta la sua carriera. Ma, ancora una volta, se l'è tenuto per sé – di propria volontà ed iniziativa – e questo, in un modo o nell'altro, gli ha poi permesso di creare FACE. Non è facile guardarsi dentro ed affrontare chi si è veramente. Non c'è dubbio, quindi, che dover andare a ripescare momenti emotivamente difficili per riviverne le sensazioni e poterne cantare sia doloroso. E sebbene non sia obbligatorio riversare tutta la propria anima nella musica, è proprio ciò che Jimin ha scelto di fare, e di farlo con estrema onestà—proprio come ha fatto RM con la sua mixtape omonima e SUGA con Agust D, quando i BTS erano relativamente ancora alle prime armi. Era qualcosa di cui sentivano il bisogno.
Ora che ho visto il Jimin’s Production Diary, trovo che il Jimin che ha rilasciato FACE sia molto diverso dall'uomo che era prima. Le insicurezze e la trepidazione non sono svanite, ma ora che ha avuto modo di sperimentare il senso di libertà che deriva dall'affrontare il proprio bagaglio emozionale, sono piuttosto sicurə che, quando sarà il momento di fare i conti con nuove sfide, non crollerà più come in passato. Non vedo l'ora di scoprire quale sarà la sua prossima mossa, adesso che è più orientato alla crescita personale che mai e si è creato delle basi solide da cui ripartire. Da grande fan della sua voce quale sono, la prospettiva [dei suoi futuri lavori] mi entusiasma molto, perché so che farà grandi cose con la sua voce magica. È con estrema sicurezza che mi sento di dire che l'unica persona al mondo che sa cantare come Jimin è Jimin stesso. Ho come l'impressione questo sia stato solo un assaggio dell'uomo che vedremo in futuro, del Jimin che sicuramente lavorerà con costanza incrollabile al suo prossimo progetto, forte di ciò che ha imparato nell'aprirsi e svelarsi al mondo grazie all'instancabile processo di analisi introspettiva che ha dovuto affrontare nello scrivere e promuovere quest'album.
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La scena del documentario che più mi è rimasta impressa è quella in cui, una volta finito di lavorare all'album, commenta: “Grazie a quest'opportunità, ho capito più chiaramente cosa dovrei e posso fare. E ora posso dire con sicurezza che ci sono tante più cose che vorrei provare.” Sebbene Jimin abbia già fatto tanto e sopportato ancor più, ha ancora sempre gli stessi occhi luccicanti da sognatore.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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e poi le cose vanno per come devono andare...
diritti e doveri
piaceri
sì ma in genere fanno ingrassare
bisogna essere morigerati
se sono morigerati allora si tratta di
piacerini
piaceretti
già le vedo le labbra strette
tutte le rughette
il viso dell'antipatia
e chi vuol essere lieto sia
ma senza strafare
allora è meglio essere ben educati:
piacere, Maria Carmela,
il piacere è tutto mio
il piacere della vita
biglietto intero accanto al finestrino
il resto andrà
come deve andare
o forse non andrà
starà fermo da qualche parte
attendendo istruzioni
seguendo le indicazioni del senso comune
senso di marcia a destra
niente inversioni a U
con il rosso si sta fermi
oppure si tira il dado
e vedi di quante caselle avanzi
ah! le carte degli imprevisti
e lì deve andare di culo
non è maleducazione
è quel regalo inatteso
la liberazione di un peso
una fortuna desiderata
un messaggio dell'amata
ma può essere una malasorte
una disgrazia, a volte
una tassa da pagare
un tributo da versare
a chi è indisponente
a chi non merita niente
ma il gioco, quello è
non c'è trucco e non c'è inganno
come il tempo che passa anno dopo anno
e inizia un altro giro
la cosa stupida è
che nessuno ti chiede se vuoi giocare
c'è un segnaposto con il tuo nome
e non sai da dove cominciare
nessuno ha il tempo di spiegare
e prima che ti metti a domandare
qualcuno ti dice: tocca a te
ti ritrovi con i dadi in mano
ci soffi sopra con convinzione
e mentre rotolano sei già alla stazione
nessuno scende e inizia un altro giro
qualcuno sorride
qualcuno batte le mani
e vai avanti guardando la meta
e rotolano quelli, dalle facce numerate
come i giorni con le date
ci incitiamo, ci invidiamo,
talvolta non ascoltiamo
quella voglia di barare
anche se si vorrebbe sorpassare
scansare quella pedina
tirare ancora per correggere il tiro di prima
si potrebbe fare di tutto per arrivare
si bara
si bara alla bell'e meglio
senza battere ciglia
senza pudore
facendo gli indifferenti
come chi fa le puzzette in ascensore
e fa finta di niente
perché tutti e nessuno
alla fine sono la stessa cosa
e inizia un altro giro di mano
come gli auguri a Natale
gli auguri d'ufficio
spolverati e corretti
sorrisi professionali
da umani professionisti
una coppia di sei
doppia fortuna
ripasso dal via e ci guadagno
"sei innamorato. stai fermo un giro"
e gli altri girano e sembra tempo sprecato
"guardi il tramonto. vai in prigione"
e se non paghi stai a guardare
e quelli girano senza voltarsi
tutti accaniti verso la meta
"compro una chiave. fatemi uscire"
i dadi rotolano indifferenti
non hanno amici e neanche parenti
"regalo due alberghi, vi faccio le strade
ma per favore non mi mollate"
giocano
giocano i giocatori
quelli improvvisati
quelli intenditori
i saggi e i bevitori
chi calcola i raggi
chi disegna soli
chi certifica menzogne
chi canta preghiere
chi cerca la formula in un bicchiere
ciascuno ha un proprio rito
peccato che arrivati al traguardo
il gioco... è finito
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m.c.m.
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susieporta · 9 months
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Ma che ci fai così, in silenzio, per tante ore?
"Aspetto di essere chiamato", rispose il nonno.
Ma chiamato da chi? e chiamato a fare cosa?
"No, non chiamato a fare qualcosa, ma chiamato per essere salvato.
Io aspetto di sperimentare la mia chiamata, la mia elezione. Voglio realizzare nel mio corpo quella chiamata che mi salva, mi guarisce, e ci rende nuovi, nella beatitudine."
Ma, nonno, ormai hai oltre 70 anni, e non hai ancora ricevuta questa benedetta chiamata?
"No, al contrario, io la ricevo tutti i giorni, e diverse volte al giorno, questa chiamata, ed è solo per essa, e dentro la sua dolcezza, che riesco a vivere. E' solo questo affidamento sempre più totale alla benevolenza di chi mi chiama che mi ha consentito di sposarmi con tua nonna, di avere tua madre e i suoi fratelli, e di operare nella storia giorno dopo giorno, con impegno, anche dentro tante prove".
Ma allora tu pensi che tutto accada per chiamate successive, siamo esseri appellati, quasi teleguidati dall'alto, ed in tal senso eletti?
"No, bimba mia, noi scegliamo eccome, scegliamo di ascoltare la voce che ci è più propria, e che ci chiama costantemente, scegliamo di obbedire a ciò, a chi veramente siamo. Tutto il resto, tutto ciò che pretendiamo di fare arbitrariamente, in base ai fuggevoli gusti delle nostre piccole personalità, è tempo perso, nel migliore dei casi.
Insomma l'elezione va ricevuta, è un dono, come il tuo futuro marito sarà per te un dono, e i tuoi amici e i tuoi figli, saranno un dono, molto concreto e molto preciso, come ogni dono d'altronde, saranno proprio quelli lì, quelli per i quali sei stata scelta, eletta, quelli che sono stati scelti, ed eletti proprio per te.
Nessun arbitrio, perciò, ma anche nessuna coercizione, e nessun caso: ma chiamate, vocazioni, elezioni, benedizioni, eterne, e risposte libere, sponde all'Eco dell'amore che ci salva.
Sai, oggi la Chiesa cattolica festeggia l'Assunzione in cielo di Maria, la Madre di Gesù. Ecco, Maria è l'esempio più preciso di ciò che ti sto dicendo: Maria infatti si lascia chiamare, si lascia scegliere, accetta di essere Eletta, ci crede, e solo così può dare alla luce il Figlio che la salva. Maria, procreando nella fede, risana tutto il proprio essere, che appunto oggi va nella Sfera dell'Assoluto integralmente: spirito, anima, e corpo.
Oggi bimba mia ti insegneranno proprio il contrario, ti diranno che devi fare ciò che ti passa per la testa, ti diranno, forse persino in qualche chiesa, che è ciò che scegli tu la verità, e non l'essere scelta, chiamata, amata da sempre.
Ma facendo così al massimo potrai diventare un po' Queer, che in fondo significa bizzarra, ma non certo una Queen, e cioè Regina degli angeli, e Madre dei profeti.
Non accontentarti, figlia mia, non ascoltare tutte queste brutte voci, così stonate, stattene a lungo in ascolto, cerca la pace, e impara ad ascoltare la voce dolcissima che ti chiama, la senti? anche ora canta il tuo nome, e mentre canta tesse nel tuo cuore il tuo grande destino: la tua figura di donna salvata.
Marco Guzzi
L'immagine è un particolare mariano
dell'Altare di Isenheim di Matthias Grünewald
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bangtanitalianchannel · 11 months
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[ARTICOLO ] Jung Kook dei BTS lancia ufficialmente con “Seven” la sua carriera da solista con un po’ d’aiuto da parte di Latto
L’uscita di questa canzone segue il rilascio sulle piattaforme di streaming musicale di “My You” e “Still With You” dopo una loro prima pubblicazione su YouTube e SoundCloud.
“Jung Kook dei BTS è giunto all’alba del suo debutto da solista con il rilascio del singolo ‘Seven’. Già in passato aveva pubblicato alcune sue canzoni come ‘My You’ e ‘Still With You’, ma questo singolo è tanto una conferma quanto una reintroduzione per un Jung Kook che si sta imbarcando in un nuovo viaggio artistico. 
Il cantante ha reclutato la rapper Latto per il suo singolo estivo, del quale aveva dato qualche anticipazione qualche giorno prima della sua uscita con una clip che mostrava una cena romantica andata male. A interpretare la sua ragazza nel video ufficiale è l’attrice Han So-hee. ‘Every hour, every minute, every second/You know night after night/I’ll be fucking you right/Seven days a week’, Jung Kook canta nella versione esplicita della sua canzone.
Per la parte di Latto, nel video la telecamera passa a mostrare un funerale in cui la rapper di Atlanta si esibisce davanti alla bara di Jung Kook e a una So-hee in imbarazzo ed esasperata. Il video finisce poi su note più dolci con la coppia che, naturalmente, si incammina nella pioggia mano nella mano. 
In un comunicato della Big Hit ‘Seven’ è stata descritta come il punto di inizio ufficiale della carriera da solista di Jung Kook. “ ‘Seven’ è un’energetica canzone estiva che vi permetterà di godere appieno di tutto il fascino di Jung Kook’, si legge nel comunicato pubblicato su Weverse che così continua: ‘Dal momento che Jung Kook si accinge a impegnarsi nelle sue attività da solista, vi chiediamo di estendere la vostra trepidazione e il vostro supporto non solo a questo singolo digitale, ma anche a tutto ciò che seguirà’.
Jung Kook stesso si è a lungo preparato per questo momento, assorbendo le lezioni imparate osservando tanto gli altri artisti quanto i suoi compagni, membri dei BTS, e usandole per affinare le sue stesse abilità. 
‘Le persone dicono che io eccello, che so fare tutto. Certo, effettivamente eccello in alcune cose, ma non penso che questo mi permetta necessariamente di adagiarmi sugli allori dei miei talenti e doni’, aveva detto Jung Kook a Rolling Stone nel 2021. ‘Puoi migliorare in qualcosa soltanto facendo molta pratica, soltanto quando ci provi davvero, quando ti ci immergi totalmente’, aveva commentato all’epoca. ‘Quindi a dirla tutta non mi vedo proprio come uno capace a fare tutto naturalmente, voglio solo continuare a provare e a lavorare sodo. E certo, sento la pressione, ma questa pressione è anche ciò che mi trascina, che mi fa lavorare duramente e mi fa fare ciò che devo nel migliore dei modi’.
I membri dei BTS hanno corso parecchio negli ultimi mesi continuando a esplorare le loro possibilità al di fuori della band. Recentemente Suga ha unito le forze con Halsey per una versione rinnovata della surreale ‘Lilith’ tratta dal suo album e usata come colonna sonora per la serie di videogiochi ‘Diablo’. Poco prima di questo, il rapper e produttore aveva rilasciato il suo album da solista ‘D-Day’ e il documentario ‘Road to D-Day’. L’album da solista di Jimin, ‘FACE’, è stato rilasciato invece lo scorso marzo e prima ancora, a dicembre 2022, anche RM aveva pubblicato il suo ‘Indigo’. Il singolo da solista di Jin ‘The Astronaut’, in collaborazione con i Coldplay, è uscito a ottobre 2022, mentre V ha contribuito alla colonna sonora del k-drama ‘Our Beloved Summer’ con la canzone ‘Christmas Tree’. Quanto a J-Hope, il suo album da solista ‘Jack in the Box’ era già uscito un anno fa”.
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©jimindipityR) | ©RollingStone
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Canta che ti passa
Già fatto nel pomeriggio, mi sono demoralizzata ancor di più perché non mi viene come vorrei
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kirigaya3 · 2 years
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Rincorrere il "tu mi basti, non vorrò mai altro" e poi apprendere che tutto ciò era dolce menzogna, nulla di più.
Pensare che una persona rimanga per sempre nella tua vita ho imparato essere il pensiero più futile che l'uomo possa concepire. È l'inganno del cuore che prevarica la mente. Conosci una persona, le parli giorno e notte, le parli di tutto come mai con nessuno prima d'ora, siete diversi, eppure così uguali. Il cuore ti inganna, proprio nel momento in cui capisci che pur avendo la tua individualità non puoi più fare a meno di quella persona. Aspetti un suo messaggio, ogni volta che il telefono vibra ti palpita il cuore credendo sia lei, non vedi l'ora di vederla, di abbracciarla. Amico mio, in quel momento sei totalmente fregato. Quella persona è diventata parte di te, capisci di non poter stare senza.
Il cuore però è cieco e rende altrettanto cieca la mente. Come Omero tesse poemi nel petto e da bravo aedo li canta alla mente inebriandola. Tutto ciò che vedi di quella persona è l'amore che proietti e che pensi venga ricambiato. La guardi, la scruti, scruti i suoi occhi color oceano, è come un viaggio sulle montagne russe. Beh e il cuore che fa? Eh che fa? Fa la sua magia, non sono più i tuoi occhi a scrutare il mondo ma quelli del tuo caro amico pompasangue. Lei è lì ferma che dorme beata con la sua bellissima bavetta semitiepida che cade sul cuscino, e tu le sei accanto, in silenzio cerchi di catturare ogni minimo particolare. Pensi "wow, questa persona qui che dorme come un ghiro in coma, sarà lei, sarà la mia ultima ragazza. Perchè dovrei volere altro quando quest'essere spiaggiato è il mio posto nel mondo, il mio posto sicuro?". "Che mi importa del matrimonio, che mi importa dei figli, ho lei, e tutto ciò mi basta".
Eh ancora vi chiederete, cosa diventa il sesso quando ci si mette in mezzo il nostro caro amico pieno di arterie? Eh eh. Diventa un qualcosa di spettacolare (anche le volte in cui fa cagare), impregnato di tutta una complicità che non avresti mai pensato potesse esistere. Siete lì nudi presi dalla foga e per un motivo o per un altro scoppiate a ridere, vi baciate e pensi "wow, lei è bellissima, amo tutto ciò che siamo, l'uno che diventiamo quando facciamo l'amore, amo le sue imperfezioni, sono quelle che la rendono bellissima ai miei occhi".
Ma ahimè il cuore inganna. Il caro vecchio amico pompasangue sceglie sempre ciò che alla fine lo distruggerà, è inevitabile, almeno per il mio, cercare di inseguire qualcosa di irraggiungibile, riuscendoci, per poi farsi aprire la cassa toracica e vedere quel gran deficiente essere strappato via per l'ennesima volta.
Purtroppo l'amore non è cosa che può avere una solo direzione. Così ti rendi conto che tutto ciò che è stato e che sarebbe potuto essere erano solo una tua fantasia, che la persona che amavi aveva smesso di lottare per te e credere in te, di amarti magari, si era arresa molto prima che che l'amichevole bersaglio di cupido di venisse sgretolato.
E così finiscono le storie di gente che si era promessa di non sparire mai dalla vita dell'altro. Il tempo passa, l'amore marcisce in odio, nessuno farà mai un primo passo verso l'altro forse perchè l'amore è finito, forse perchè non era vero amore, o semplicemente per paura del futuro, e va bene così. L'amore finisce, le persone si separano, e per quanto tu voglia crederlo non esiste mai un per sempre. Le persone sono egoiste, faranno sempre ciò che le farà stare bene, magari anche solo nel breve periodo, e non puoi pretendere che tengano conto dei tuoi sentimenti.
Ma se c'è una cosa che ho imparato, purtroppo non sulla mia pelle, è che se l'amore è vero, l'amore è sincero, vince, vince sempre. Si discute, si litiga, si fanno discorsi pesanti, e tutti quei nodi che sembravano inscindibili si sciolgono come se fossero budino sotto il sole catanese. Il segreto dell'amore, quello vero suppongo, è che le cose non sono sempre facili, possono esserci periodi piuttosto duri, ma se due persone si amano, si cercano, si desiderano, parleranno, discuteranno, e risolveranno pur di non perdersi, non perdersi mai.
(Non sarei mai voluto sparire, eri tutto ciò che contava per me, e non nel senso "centro della mia vita", eri solo il mio posto sicuro, la mia migliore amica. Non sto sparendo, mi stai cacciando, ho cercato in tutti i modi di rimanerti accanto, ho cercato di dimostrare ciò che sono ma tutto ciò di cui ti importava al momento era essere libera, fare più esperienze che potevi, sessuali e non, e tutto questo non mi comprendeva. Ho capito di non essere mai stato la tua felicità ma solo un trampolino. E sono tremendamente arrabbiato per ciò che mi hai fatto e per come l'hai fatto, dubito che riuscirai mai a rendertene conto, a renderti conto di cosa tu abbia sbagliato ma è ok, nessuno dei due vuole più l'altro nella propria vita, nessuno dei due farà un passo verso l'altro, è così che tutto finisce, com'era cominciato dopo il primo messaggio su ig, io in perenne rincorsa e tu eterea. Ma le mie gambe sono stanche e il cuore anche.)
Tutto questo papiro per dire? Non saprei, traetene voi le conclusioni.
- Unica pagina di diario di cose non dette mai a voce, che forse avrei dovuto dire, e che mai nessuno leggerà.
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lasincera · 2 years
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Guarda "Marlene Kuntz - Vita su Marte (official music video)" su YouTube
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Chi ce la farà e chi non ce la farà...
Canta che ti passa, nel caso poi si vedrà!
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theangelicrose · 2 years
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Canta che ti passa😂😂😂
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innamoratadellenuvole · 2 months
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Oggi sto applicando il metodo "canta che ti passa" praticamente...
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Luoghi d’anima
Le case, quando ci abiti, sono carnali. Muri, pavimenti, mobili, oggetti, fiori, letti d'amore e di sonno, polvere e lifting per le grandi occasioni. Sono odori, profumi, vapori, sapori, colori, calori, rumori, suoni, luci e tenebre. Sono abitudini scontate. Ti accorgi che hanno anche un'anima quando non ci respiri più, quando, nel tempo, la smemoratezza di averle vissute diventa consapevolezza di averle perse per sempre. È allora che le ripercorri. Perché una casa dentro ci vuole, come insieme di luoghi in cui si sono snodate sensazioni e tappe personali e collettive. Luoghi d'anima. La casa dei miei luoghi d'anima ha un'unica stanza da dopoguerra, col fornellino elettrico dietro un paravento, odore di latte traboccato, strati di coperte contro il freddo, un umile desco come nel libro di lettura, occhi sgranati sulle latte scintillanti dei giocattoli di Natale. E un cortiletto piantato a rose, con i petali imbocco una striminzita capretta. La bellezza radiosa di mia madre impreziosisce ogni cosa. La casa dei miei luoghi d'anima è un appartamento da primi anni della ricostruzione, piccolo perché la ripresa non è ancora boom, ma con una stanza tutta per noi, me e mia sorella, con i mobili in tek e i tessuti variopinti che sanno di modernità e di futuro, seppure da meritare col peso di cambiali mensili. Ecco il giardino di margherite, ireos, rose, muri d'edera, l'albero di nespole e l'enorme fico dove mi rifugio a leggere, il cancello sulla strada da cui sbircio quel ragazzo che passa, chissà come sarà baciarlo alla maniera che ho visto al cinema! Ho sulla pelle il caldo di quelle estati infinite, a fantasticare sul mondo oltre le sbarre, e su quello più grande oltre il mare aperto, randagia on the road come il libro americano, mentre il giradischi canta in una lingua che non conosco eppure capisco, perché linguaggio del mio tempo. La casa dei miei luoghi d'anima è il grande appartamento moderno del benessere raggiunto, luminoso di spazi e di confort. Da cui voglio fuggire, e fuggirò, perché fuori c'è il '68, che promette un mondo capovolto e disprezza gli agi borghesi, proprio ora che con sudore si sono diffusi. La casa dei miei luoghi d'anima è il buco bohémien di Milano dove aspetto la rivoluzione, la prima casa di Torino dopo che la rivoluzione c'è stata, seppure diversa da come la immaginavo: culla, lettini, giochi ovunque, due bambini che si aprono al mondo col mio stesso sguardo curioso e avido. Il ritorno al privato dopo la fine dell'utopia. La casa dei miei luoghi d'anima, l'ultima, è quella di mia madre, appannata dagli anni, appesantita dall'accumulo, rattristata dalla vecchiaia, come tutto il paese. Ma con lo stesso letto di ragazza dove ritrovarmi figlia ad ogni rientro. Illusione d'eternità. Ora che Lei non c'è più e che l'appartamento è passato di mano, mi aggiro spaesata tra le case che abito. Dovrò imparare a riconoscerne l'anima finché ancora ci respiro, a raccoglierne i ricordi prima della memoria. Foto di Flavio Ferraro per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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onceuponalaika · 10 months
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seoul-italybts · 4 months
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Articolo : Una Rivisitazione di “Spring Day” | 08.02.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
Una Rivisitazione di “Spring Day”
__ Sono passati 7 anni dal rilascio di “Spring Day” __
__ di MYEONGSEOK KANG | 08. 02. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
“Spring Day” non avrà mai fine. I BTS concludono la canzone con le parole, “ti/vi prego, resta/te” e questo è il loro modo di dirci che sicuramente ci rincontreremo, se solo sapremo “aspettare ancora un po'.” Ma non appena espirano l'ultima sillaba, i tanti suoni di sottofondo, fino a quel momento sospesi nell'orizzonte melodico della traccia, svaniscono. Così come l'orizzonte al passaggio dal giorno alla notte, “Spring Day” si chiude su una nota amara e desolata nelle voci dei ragazzi. E l'ironia è che il vuoto e la solitudine lasciati da un brano che, fondamentalmente, parla di un ricongiungimento imminente possono essere mitigati solo riascoltando la canzone. L'oscurità e la tristezza iniziano a dissiparsi solo quando facciamo ripartire “Spring Day”, con i suoi calmi accordi e le melodie alle tastiere. Eppure sappiamo che ci aspetta di nuovo un finale nell'oscurità più totale. Se quello è davvero il finale, se il vuoto è il luogo oscuro in cui vengono inghiottite le loro voci, come può il tempo riprendere a scorrere? Il video musicale di “Spring Day” si apre con V inginocchiato nella neve, intento ad ascoltare il suono di un treno, ancora distante, ma che si sta avvicinando. Non c'è alcuna promessa o garanzia che V potrà raggiungere quel “là” dove si trova il “voi/tu” destinatari/o della canzone, anche dovesse salire su quel treno. Ma il convoglio può comunque trasportarlo altrove, lontano dalla stazione innevata in cui aspettava tutto solo. Dunque, mentre riascoltare la canzone ci consente di rimettere in moto il tempo congelato, il suo video musicale dà invece vita e movimento alla dimensione spaziale. Fondamentalmente, “Spring Day” è una canzone riguardo ad una persona bloccata in un punto nello spazio/tempo, materialmente impossibilitata a raggiungere quel “tu/voi” di cui canta. Ma è anche e soprattutto un commovente viaggio emotivo riguardo le difficoltà affrontate per riuscire a superare quel momento di immobilità.
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In BEYOND THE STORY : Il Racconto di 10 Anni di BTS – biografia ufficiale della band - SUGA ci parla del motivo per cui ha buttato giù il testo di questa canzone: “Provavo risentimento nei confronti di un/'amicə. Mi mancava un sacco ma non avevo modo di incontrarlə.” Ecco perché nel brano canta, “Sì, ce l'ho con te / Sei sparitə ma non passa giorno in cui io non mi ricordi di te / Ad esser sincero, mi manchi / Ma ho deciso che ti lascerò andare / Fa meno male che odiarti.” Non può più stare con l'amicə – con cui ha speso tanto del suo tempo, in passato –, ma la vita prosegue. E la canzone ritrae proprio questa svolta nella vita di una persona che, poco alla volta, inizia a lasciarsi alle spalle ciò che fino a quel momento non ha fatto che tenere prigioniero il suo cuore, come nella morsa gelida dell'inverno, per proseguire con la propria esistenza. Però, ovviamente, sarebbe impossibile dimenticare completamente il passato, né ci sembra giusto. Gli accordi iniziali e le tastiere sono il punto forte dell'apertura di “Spring Day.” Questi due suoni hanno il ruolo chiave di creare l'atmosfera poetica e melodica della canzone. Ma non appena vengono introdotte le voci dei ragazzi, queste melodie passano in secondo piano e altri suoni finiscono per coprirle. Più si prosegue nella traccia, più sostenuti diventano questi suoni. La melodia accelera fino a diventare un beat costante, andando ad amalgamarsi allo sfondo sonoro che complementa le parti canore dei BTS. Il verso “Il cuore sfreccia attraverso il tempo / Come uno Snowpiercer solitario” ben riassume quella che è la presentazione di “Spring Day”. Il treno menzionato – protagonista della graphic novel e film omonimi – continua ad accelerare senza sosta sul suo tracciato in un freddo glaciale che sembra infinito. Allo stesso modo, il cuore sfreccia solitario attraverso il tempo, continuando a rivangare l'oggetto nonché il momento della perdita subita. Quanta tristezza, rabbia e risentimento deve aver sopportato SUGA, prima di poter finalmente dire “Ti lascerò andare / Fa meno male che odiarti”? Sicuramente deve aver attraversato anche il circolo vizioso del rimpianto seguito dalla ragione e da nuovo rimpianto. SUGA riesce però a sublimare queste emozioni attraverso un linguaggio altamente raffinato. La sua voce esprime serenamente il testo, lasciandosi alle spalle tutto quell'insieme di emozioni sempre più complesse, diametralmente rispecchiate nella multi-forme gamma di suoni che troviamo in “Spring Day.” La sua melodia cattura chi ascolta senza mai concretamente lasciare che le emozioni divaghino liberamente. Quando la voce principale canta il climax “Mi manchi, mi manchi / Quanto ancora dovrò aspettare / Quante altre notti insonni attraversare” il resto segue cantato in una voce bassa e tranquilla. “Spring Day” è incarnazione del silenzioso e dolorosissimo percorso che una persona deve imboccare per trovare pace ed una chiusura alle proprie emozioni—quel complesso male di vivere che non sempre è facile esprimere fino in fondo. Per questo motivo, “Spring Day” e rappresentazione concreta del processo tramite il quale è possibile sublimare la sofferenza in arte, oltre ad essere un resoconto di come l'esistenza umana può diventare arte di per sé. Quando una persona riesce a parlare con tale e tanta calma delle proprie sofferenze, però, non significa necessariamente che sia riuscita ad interiorizzarle e ad accettarle. Semplicemente, questa persona sta facendo il possibile per lasciarsi alle spalle quel reame dell'immobilità a favore di uno in cui il tempo scorre di nuovo – e di farlo senza ferire il prossimo.
Mentre la colonna sonora si chiude con “ti/vi prego, resta/te”, il video si conclude con una nuova ripetizione del ritornello, che ricorda un po' un coro esultante. Il ritornello, che precedentemente aveva ceduto la scena ad altri suoni rimanendone sullo sfondo, riprende dunque il controllo della canzone, ora accompagnato da una chitarra carica di passione. Nel videoclip, i BTS sono fermi di fronte ad un grosso albero. Il treno su cui viaggiavano ormai è lontano e Jimin tiene in mano un paio di scarpe. Nell'ultima scena, vediamo quelle scarpe appese all'albero. La pianta non ha foglie né fiori, ma le sue radici sono saldamente vincolate al suolo. I ragazzi sono scesi da quel treno, che sembrava non doversi fermare mai, e si ergono saldi alla ritrovata terraferma. Non tutti hanno la fortuna di trovare un nuovo approdo da poter chiamare casa. La perdita è un'esperienza tanto più dolorosa perché tende a ripetersi ancora ed ancora nel corso della ripetitiva normalità delle nostre vite. Quindi, mentre il brano “Spring Day” introduce la problematica della perdita e di come la si può fronteggiare e superare, il video musicale ci mostra cosa potremmo trovare alla fine di quel tunnel d'oscurità, ci mostra la luce ed una speranza, ci propone una buona ragione per scendere dal letto al mattino e continuare a vivere. Come nel videoclip, la destinazione verso cui siamo diretti magari non è sempre tangibile, ma possiamo comunque continuare a coltivare quell'albero nei nostri cuori, poco alla volta, giorno dopo giorno. Non ha ancora foglie, ma la nostra esistenza tornerà a germogliare, le radici saldamente immerse nel terreno fertile dei nostri cuori. Certo, un cuore spezzato non può tornare ad essere esattamente quello di prima, ma le piante possono germogliare anche in quel terreno apparentemente secco e pieno di crepe. Finché, nonostante le costanti occhiate lanciate verso il passato, un giorno ci renderemo conto che abbiamo già compiuto un sacco di strada, molta più di quanta avremmo mai potuto immaginare.
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I BTS hanno rilasciato “Spring Day” il 13 febbraio 2017, subito dopo l'uscita degli album The Most Beautiful Moment in Life (HYYH) e WINGS, i quali sono considerati la prima grande svolta nella loro carriera. La loro popolarità è cresciuta moltissimo nel 2015 con i due album della serie HYYH, ed i ragazzi hanno poi vinto il premio Artista dell'Anno ai MAMA 2016 con WINGS. Poco dopo il rilascio di YOU NEVER WALK ALONE, in cui è inclusa “Spring Day”, i BTS hanno iniziato a cambiare la traiettoria della musica pop a livello globale. Ed è proprio in questo frangente - quando sono stati investiti di ogni onore possibile ed il loro incredibile futuro ha iniziato a prendere forma – che hanno deciso di gettarsi un'occhiata alle spalle, a tutte le persone lasciate nel loro passato, irraggiungibili. Alcune di queste persone hanno trovato il successo, al pari dei BTS, ma altre non sono più tra noi. “I ciliegi sono in fiore. Anche quest'inverno sta finendo. Mi manchi. Mi manchi.” La fine dell'inverno rappresenta anche il lasciarsi alle spalle i ricordi del passato. Così come il dolore provato da SUGA al ricordo dell'amicə, il verso “Mi manchi” esprime il profondo senso di mancanza nei confronti di qualcuno di ormai irraggiungibile—quelle due parole sono specchio di quanto desideriamo riappropriarci di quei momenti, anche ciò dovesse significare tornare indietro nel tempo. Eppure la realtà non ci lascia altra scelta che guardare avanti e correre. Quando i BTS hanno debuttato, erano ben lungi dall'essere famosi – principalmente perché erano un gruppo idol rappresentato da una piccola etichetta discografica semi-sconosciuta. Prima di guadagnare fama, sono sempre stati sottovalutati ingiustamente e anche dopo, altrettanto ingiustamente criticati. L'unico modo per difendersi era raccogliere quanto più amore possibile, continuare a salire e dimostrare il loro valore. Durante questo processo, innumerevoli sono state le sofferenze accusate, ma hanno continuato a guardare dritto davanti a sé e sono saliti ancor più in alto. La storia del successo dei BTS, come raccontata a partire dalla serie HYYH fino all'album YOU NEVER WALK ALONE, è lo specchio di quanto affrontato da moltə giovani degli ultimi anni '90 e appartenenti alla generazione Z, nello stesso periodo. Era una competizione ed una corsa al successo che ha interessato quasi una generazione intera; alcunə sono sopravvissutə, ma altrə sono rimastə indietro—che si trattasse di idol, studenti impegnati nella preparazione per l'università o giovani alla disperata ricerca di un lavoro decente. A moltə non è neppure stata data l'opportunità di vedere la linea di partenza. HYYH cristallizza le esperienze dei giovani di quegli anni, mentre WINGS ritrae quella parte di gioventù che, dopo aver affrontato quel periodo difficile, ha potuto ritrovarsi. “Spring Day” è una preghiera in ricordo di tuttə coloro che sono scomparsə strada facendo, nonché la forma più pura di conforto che coloro che sono sopravvissutə potessero desiderare. Ancora oggi, coloro che sono arrivatə fin qui, non possono che tornare a fare i conti con le perdite subite. Ma dobbiamo resistere, continuare ad avanzare verso la fine dell'inverno, verso quello spazio e tempo in cui l'albero della nostra esistenza può germogliare, mettere foglie e fiorire di nuovo. “Spring Day” è un'ode dedicata a coloro che hanno accettato il proprio destino e sanno che, nonostante la tristezza ed il senso di nostalgia per il passato ancor sempre coltivato nel proprio cuore, dovranno continuare ad incedere verso il futuro. Riesce a catturare l'essenza stessa di come i coreani conducono le proprie vite, sempre impegnati a correre, gli occhi fissi sul trofeo, mai un attimo di respiro—esperienza, questa, che inevitabilmente non può che portare ad una perdita. E tuttavia tengono duro. Sì, forse qualche lacrima sarà versata lungo il percorso, ma non possono guardare indietro.
È da quando è uscita, 7 anni fa, che “Spring Day” non ha mai lasciato le prime posizioni della classifica giornaliera di Melon – vale a dire la piattaforma musicale più usata in Corea. Come leggiamo in BEYOND THE STORY : Il Racconto di 10 Anni di BTS, RM ha sempre desiderato creare una canzone che possa essere “amata dai coreani per molto molto tempo”, e con “Spring Day” quella speranza si è avverata. Nel corso di questi 7 anni, qualcuno avrà pianto a dirotto ascoltando questo brano a ripetizione, altrə magari l'avranno sentita per la prima volta nel momento in cui si sono decisə a guardare al futuro, pur portando il peso del passato nel cuore. Intanto, in Corea, il significato – concreto e simbolico – della primavera è cambiato, e con esso anche quello di ogni traccia che parli di questa stagione. La primavera è ora sinonimo di aspettative e sogni per un domani migliore, sebbene ancor strettamente interconnessi con i ricordi del passato e delle perdite subite. Ma si può dire che questa sia la prova che tuttə i giovani di allora – BTS compresi – sono ormai cresciutə. La perdita è un'esperienza che, bene o male, tocca tuttə quantə. Abbiamo tuttə rimpianti, certo, ma alcunə non dimenticano e piantano alberi nei loro cuori in ricordo delle persone che non possono o vogliono lasciarsi alle spalle. Nel comeback trailer ‘Boy Meets Evil’, che ha preceduto l'uscita di WINGS, j-hope ha dato prova delle sue rinomate doti di ballerino. Tra una potente mossa e l'altra, l'artista rappa “Mi manca il fiato, chiudo gli occhi su questa realtà distorta, stanotte”. Nel video musicale,
j-hope incarna le difficoltà fronteggiate dalla gioventù nel trovarsi faccia a faccia con le tentazioni umane – e tutto ciò in un periodo in cui i BTS non ricevevano che attacchi, dovevano far fronte ad impegni sempre più serrati e alla responsabilità di salire sempre più in alto. Ma quando lo vediamo in “Spring Day”, è a centro palco – insieme a Jimin – e guida una coreografia di gruppo in stile contemporaneo. I suoi movimenti sono fluidi, privi di interruzioni, esattamente come la canzone che tira dritto pur cullando rimpianti del passato nel cuore. “Spring Day” ha segnato l'inizio di una serie sempre meno sporadica di esibizioni in stile contemporaneo, per i BTS – che ritroveremo, ad es., anche in “Black Swan”. Dopo “Spring Day”, il gruppo si è sdebitato dell'amore ricevuto, attraverso la serie “LOVE YOURSELF”. Questi ragazzi, che sono dovutə crescere a dispetto delle cicatrici loro inflitte, non hanno mai smesso di contemplare e rivisitare quel periodo durante il quale amicə e coetaneə hanno vissuto perdite e le hanno dovute superare. Si sono fatti portatori di questo fardello in prima persona e hanno accolto a braccia aperte le persone incontrate lungo il percorso. Strada facendo, sono diventati adulti. Adulti di buon cuore. “Spring Day” celebra l'ascesa di questa gioventù ferita. E proprio questa canzone, che incarna i ricordi più tristi della giovinezza, è diventata l'inno universale di un'intera generazione ed epoca.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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