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#arti minori
giuseppebalducci · 2 months
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Alvar González-Palacios
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stilouniverse · 11 months
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L’Arte dei Beccai e la bistecca alla fiorentina
L’Arte dei Beccai faceva parte delle cosiddette Arti Minori, distinte da quelle dette Maggiori, e con un peso diverso nei confronti del governo della repubblica. Anche se inserita in quelle Minori l’arte, che riuniva alla corporazione gli addetti al commercio delle carni insieme ai pesciaiuoli e ai gestori di locande e osterie, aveva comunque un grosso potere dimostrato dalle varie botteghe e…
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storiearcheostorie · 1 year
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ARCHEOMOSTRE / Al MAO di Torino "Lustro e lusso dalla Spagna islamica"
#ARCHEOMOSTRE / Al #MAO di #Torino "Lustro e lusso dalla #Spagna islamica" Un viaggio di grande suggestione attraverso le straordinarie testimonianze della raffinatezza e del gusto che permeava il #Mediterraneo tra il X e il XVI secolo #MAOTorino
Spagna / Spain (Valencia, Manises) Metà XV sec. / Half of 15th c. Maiolica decorata a lustro dorato / Maiolica decorated with gold luster H. 7 cm D. 46 cm Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, Torino Un nuovo progetto dedicato all’arte islamica e agli esiti che, nei secoli, questa ha prodotto in Europa e nel bacino mediterraneo, un’esposizione puntuale che intende volgere un primo sguardo…
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megabif · 3 months
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Marc Camille Chaimowicz
L’opera di Marc Camille Chaimowicz si distingue a prescindere dalla pratica artistica: da oltre cinquant’anni, questo artista coniuga la scultura, la performance, l’installazione, l’architettura, la pittura, il video, la fotografia e il design con le arti della moda, del tessuto e dell’arredamento. A partire dagli anni ’70, si dedica all’allestimento del suo appartamento londinese per farne un’opera in situ. Rivendica allora il privato come spazio di costruzione del sé, rispetto a un ambiente percepito come alienante. Simile a un’oasi sognata, questa dimensione fittizia viene di volta in volta rivelata nelle sue mostre, condivisa con lo spettatore. Paraventi, mobili da toeletta, vasi e console dai toni pastello, il cui repertorio formale evoca frutti, fiori e parti del corpo, rimandano a un tabù sociale, mentre le arti applicate e gli interni domestici sono considerati minori o femminili.
Offuscando i confini tra arte e design, sollevando questioni legate all’identità e al genere, Marc Camille Chaimowicz trasforma l’intimità in uno spazio politico.
Nato dopo la Seconda guerra mondiale da padre polacco e madre francese, Marc Camille Chaimowicz si trasferisce da bambino nel Regno Unito. Studia a Ealing, Camberwell e alla Slade School of Art di Londra. In una nuova epoca artistica che si preoccupa di avvicinare l’arte alla vita spesso mediante le performance, l’esistenza di Marc Camille Chaimowicz si trasforma in una specie di grande laboratorio. L’artista vive infatti negli spazi espositivi, arreda le hall degli alberghi, decorandole con i propri oggetti, in cui serve il tè agli ospiti con tanto di sottofondo musicale. Abbandona la performance allorché questa viene identificata come pratica ufficiale dell’arte, troppo poco sovversiva. Allora, tra il 1975 e il 1979, allestisce il proprio appartamento in Approach Road. Carta da parati, tende e video di sé in azione: tutto è immaginato, disegnato, progettato su misura per trasformare questi interni in un luogo propizio alle fantasticherie. A partire dagli anni ’80, oggetti e mobili prendono posto nei musei all’interno di scenografie quasi teatrali. Da allora, le centinaia di mostre su questo artista internazionale organizzate a Londra, New York e Basilea ‒ solo per citarne alcune ‒ propongono una successione di interni. 
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La sua storia è quella che rivela con meno facilità e spiega, forse, perché lavora nelle rifrazioni. È nato nella Parigi del dopoguerra, da padre polacco e madre francese. Non hanno mai parlato della guerra. “Non ne parliamo. Non l'abbiamo mai fatto", dice, come se i suoi genitori fossero vivi e tutte le regole familiari fossero ancora in vigore. Suo padre, che aveva una laurea in matematica, ottenne un lavoro all'Institut Curie di Parigi e in seguito fu coinvolto nella prima elettronica. Quando Chaimowicz, che ha due sorelle più giovani, aveva circa 8 anni, la famiglia si trasferì nel Regno Unito. "Vedi, i miei genitori erano molto ingenui", spiega con il suo sorriso astulo. “Avevo sentito che il sistema educativo inglese era molto buono. Non avevano sentito parlare del sistema di classe”.
Chaimowicz, che non parlava inglese, arrivò nel dopoguerra quando il sistema educativo britannico a due livelli lasciò gli alunni meno accademici al freddo. Armato, a 16 anni, con pochissime qualifiche, andò all'Ealing Art College, poi alla bohémien Camberwell School of Art, e fece una laurea post-laurea in pittura alla famosa Slade School of Fine Art. Quando arrivò, aveva bruciato tutti i suoi dipinti. Rispettava teorici e artisti concettuali come Victor Burgin e Gustav Metzger, ma non riusciva a identificarsi con nessuno di loro. Simpatico per le correnti emergenti nel femminismo, ha trovato quel mondo dell'arte intellettuale molto maschile. "La mia mente era attratta dall'ideologia di sinistra", ricorda. "Ma la pratica di sinistra ha prodotto un'arte che non potevo godere. Mancava di piacere, colore e sensualità. Tutte le cose che contano per me”. A Slade, la premessa classica che devi soffrire per la tua arte era pervasiva, ma Chaimowicz non ne aveva niente. “Le persone che stavo guardando non sembravano aver sofferto fino a quel punto. Fragonard sembrava divertirsi. Ho pensato: voglio essere come Fragonard!” Dopo la laurea, Chaimowicz è stato premiato con uno spazio studio a East London da Acme, un programma senza scopo di lucro che collabora con le scuole d'arte di Londra per concedere agli artisti in erba un posto sovvenzionato per creare, e si è offerto volontario in uno studio di design di tessuti a Lione. Man mano che il suo interesse per le arti applicate si evolveva, è emerso anche il suo senso del lavoro come evoluzione della sua vita. Bonnard e Vuillard erano una luce guida. “È stato un periodo molto ricco in termini di pratica. Penserei: voglio un po' di carta da parati, ma non c'è niente che mi piaccia e non posso davvero permettermelo comunque. Forse potrei fare la mia carta da parati”, dice. “Stavo dando la priorità al mio stile di vita, nella misura in cui c'erano lamentele su di me alla sede centrale. Altri artisti stavano camminando lungo la strada vedendomi al piano terra del mio studio con tende floreali, bevendo il tè con gli amici e socializzando, e dicevano: 'Questo ragazzo non sta lavorando! È fraudolento, sta sprecando spazio prezioso!' ” Da quella stessa trasgressione, Chaimowicz ha costruito una carriera.
(via Close Watch | Frieze) + Via + Via
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sounds-right · 28 days
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Il 25 aprile apertura straordinaria e visita guidata gratuita per la mostra "Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani
Dopo l’interesse e il successo del pubblico per le precedenti visite guidate della mostra “Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli”, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile si replica. Ci sarà la possibilità di vedere, a partire dalle ore 11:15, l’esposizione inaugurata lo scorso 26 marzo a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con una guida d’eccezione e senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso.
L’allestimento, con 82 foto tra ritratti, paesaggi, nature morte, di cui 32 vintage, è in collaborazione con l’Archivio Eredi Giuseppe Cavalli e con il contributo di Alessia Venditti, dottoranda di ricerca UNIUD (Università degli Studi di Udine), curatrice del progetto di riordino dell’Archivio Cavalli.
L’esposizione fotografica dedicata alle opere di Cavalli, nato 120 anni fa nella città di Lucera,sarà accoltadalle sale del piano nobiliaredel Centro Culturale Polifunzionale della Città di Trani fino al 31 maggio 2024. Il progetto di Palazzo Beltrani, eccezion fatta per le esposizioni tenutesi nella natia Lucera, è la prima esposizione che omaggia Giuseppe Cavalli in Puglia dopo 41 anni.
Giuseppe Cavalli è un artista prestigioso e acuto critico di punta del dopoguerra italiano, caposcuola dell’high-key (espressione adoperata in fotografia come sinonimo di toni alti per indicare il carattere delle foto che presentano per lo più tonalità molto chiare, prossime al bianco, fonte Treccani) e promotore culturale con altri protagonisti del suo tempo. Attraverso le pagine della rivista Ferrania ha contribuito a elevare questa arte, anche con il volume “8 fotografi italiani di oggi” e la promozione del movimento La Bussola accanto ai valenti colleghi Finazzi e Leiss, Lerder e Veronesi. Con una raccolta di oltre ottanta opere, l’esposizione vuole ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza artistica tra produzione fotografica e critica arguta.
«Quel che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte: sia bella o no. Dire: basta coi nudi; niente più natura morta e così via è, come ognun comprende, un errore estetico di evidenza palmare. Non si vuol con questo disconoscere l’utilità nel campo pratico del documento fotografico e com’esso sia vitale per la cronaca e il ricordo dei tempi. Ma il documento non è arte, e se lo è, lo è indipendentemente dalla sua natura di documento […]. Valga la serietà dei nostri intenti a cattivarci simpatia e stima di quanti credono, come noi, alle splendide possibilità della fotografia nel largo campo dell’arte. Ove, se per la sua relativamente giovine età muove ancora i primi passi, è pur certo che troverà col tempo, per l’amore di chi la coltiva credendo in essa, quella universale dignità di considerazione a cui ha diritto». Fonte: G. Cavalli, M. Finazzi. F. Leiss, F. Vender. L. Veronesi, Manifesto de La Bussola in “Ferrania” 1947, p. 5. 1
I posti per la visita guidata (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto) nella giornata di giovedì 25 aprile sono limitati, è consigliata la prenotazione (tel: 0883 500044, info).
Con il ticket di ingresso alla mostra sarà possibile visitare anche le collezioni custodite a Palazzo Beltrani e la Pinacoteca “Ivo Scaringi“.
Orari di visita: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, ultimo ingresso alle ore 17:00. Giorno di chiusura: lunedì. Apertura straordinaria per il 25 aprile con orario continuato, dalle ore 10:00 alle 18:00 (ultimo accesso ore 17.00). Biglietto d’ingresso: 6,00 euro ticket intero, 4,00 euro ticket ridotto (per minori, studenti, docenti, soci FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e over 65).
L’intera programmazione 2024 gode dei patrocini della Città di Trani – assessorato alle Culture; Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio; PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia; TPP Teatro Pubblico Pugliese; Associazione delle Arti ETS; Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Info Palazzo delle Arti Beltrani, via Beltrani 51 Trani: tel: 0883 500044, info
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tarditardi · 28 days
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Il 25 aprile apertura straordinaria e visita guidata gratuita per la mostra "Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani
Dopo l’interesse e il successo del pubblico per le precedenti visite guidate della mostra “Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli”, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile si replica. Ci sarà la possibilità di vedere, a partire dalle ore 11:15, l’esposizione inaugurata lo scorso 26 marzo a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con una guida d’eccezione e senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso.
L’allestimento, con 82 foto tra ritratti, paesaggi, nature morte, di cui 32 vintage, è in collaborazione con l’Archivio Eredi Giuseppe Cavalli e con il contributo di Alessia Venditti, dottoranda di ricerca UNIUD (Università degli Studi di Udine), curatrice del progetto di riordino dell’Archivio Cavalli.
L’esposizione fotografica dedicata alle opere di Cavalli, nato 120 anni fa nella città di Lucera,sarà accoltadalle sale del piano nobiliaredel Centro Culturale Polifunzionale della Città di Trani fino al 31 maggio 2024. Il progetto di Palazzo Beltrani, eccezion fatta per le esposizioni tenutesi nella natia Lucera, è la prima esposizione che omaggia Giuseppe Cavalli in Puglia dopo 41 anni.
Giuseppe Cavalli è un artista prestigioso e acuto critico di punta del dopoguerra italiano, caposcuola dell’high-key (espressione adoperata in fotografia come sinonimo di toni alti per indicare il carattere delle foto che presentano per lo più tonalità molto chiare, prossime al bianco, fonte Treccani) e promotore culturale con altri protagonisti del suo tempo. Attraverso le pagine della rivista Ferrania ha contribuito a elevare questa arte, anche con il volume “8 fotografi italiani di oggi” e la promozione del movimento La Bussola accanto ai valenti colleghi Finazzi e Leiss, Lerder e Veronesi. Con una raccolta di oltre ottanta opere, l’esposizione vuole ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza artistica tra produzione fotografica e critica arguta.
«Quel che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte: sia bella o no. Dire: basta coi nudi; niente più natura morta e così via è, come ognun comprende, un errore estetico di evidenza palmare. Non si vuol con questo disconoscere l’utilità nel campo pratico del documento fotografico e com’esso sia vitale per la cronaca e il ricordo dei tempi. Ma il documento non è arte, e se lo è, lo è indipendentemente dalla sua natura di documento […]. Valga la serietà dei nostri intenti a cattivarci simpatia e stima di quanti credono, come noi, alle splendide possibilità della fotografia nel largo campo dell’arte. Ove, se per la sua relativamente giovine età muove ancora i primi passi, è pur certo che troverà col tempo, per l’amore di chi la coltiva credendo in essa, quella universale dignità di considerazione a cui ha diritto». Fonte: G. Cavalli, M. Finazzi. F. Leiss, F. Vender. L. Veronesi, Manifesto de La Bussola in “Ferrania” 1947, p. 5. 1
I posti per la visita guidata (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto) nella giornata di giovedì 25 aprile sono limitati, è consigliata la prenotazione (tel: 0883 500044, info).
Con il ticket di ingresso alla mostra sarà possibile visitare anche le collezioni custodite a Palazzo Beltrani e la Pinacoteca “Ivo Scaringi“.
Orari di visita: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, ultimo ingresso alle ore 17:00. Giorno di chiusura: lunedì. Apertura straordinaria per il 25 aprile con orario continuato, dalle ore 10:00 alle 18:00 (ultimo accesso ore 17.00). Biglietto d’ingresso: 6,00 euro ticket intero, 4,00 euro ticket ridotto (per minori, studenti, docenti, soci FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e over 65).
L’intera programmazione 2024 gode dei patrocini della Città di Trani – assessorato alle Culture; Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio; PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia; TPP Teatro Pubblico Pugliese; Associazione delle Arti ETS; Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Info Palazzo delle Arti Beltrani, via Beltrani 51 Trani: tel: 0883 500044, info
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lamilanomagazine · 2 months
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Livorno. Denunciati due 16enni ritenuti responsabili di lesioni a danno di altrettanti minori nonchè porto abusivo di una mazza da baseball
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Livorno. Denunciati due 16enni ritenuti responsabili di lesioni a danno di altrettanti minori nonchè porto abusivo di una mazza da baseball. Nell’ambito delle attività di intensificazione orientate ad incrementare il controllo del territorio cittadino per prevenire e reprimere la criminalità diffusa, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Livorno la scorsa domenica sono intervenuti nella zona di Porta a Terra presso un centro commerciale, a seguito di segnalazione della Centrale Operativa che aveva ricevuto una richiesta di aiuto da parte di alcuni giovanissimi per una presunta aggressione a loro danno. Giunti sul posto, i militari hanno identificato quattro ragazzi, due 15enni, che hanno riferito di essere stati aggrediti e colpiti, e due 16enni, facenti parte verosimilmente di un gruppetto più ampio di sette. Uno di questi ultimi due, livornese di origini dominicane, recava in mano una mazza da baseball in alluminio della lunghezza di 72 cm del cui possesso in quella circostanza non era in grado di fornire una giustificazione valida e che veniva prontamente sequestrata dai militari. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, operata corso indagini anche mediante l’escussione delle parti l’acquisizione di querela dalle vittime nonché l’analisi delle utenze cellulari utilizzate dagli aggressori, la mazza da baseball trovata in mano al 16enne sarebbe stata di proprietà del coetaneo, anch’egli livornese di origine ungherese, che l’avrebbe portata da casa, salvo poi essere utilizzata dall’altro per colpire i due ragazzi più piccoli. Il tutto avrebbe avuto origine da una lite scaturita per futili motivi tra gruppi di ragazzini. Le vittime, oltre allo spavento, hanno riportato solo lesioni lievi, giudicate guaribili in 5 giorni per “trauma policontusivo” agli arti. A carico degli altri due 16enni, invece, i Carabinieri hanno presentato informativa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze. All’aggressore, infatti, è stato contestato il reato di lesioni personali, oltre a quello di porto abusivo d’arma, mentre al proprietario della mazza da baseball solo quest’ultimo reato. Detta attività rientra nel più ampio spettro della strategia di contrasto dell’Arma di Livorno tesa ad implementare la sua attenzione anche verso le vicende riconducibili alla criminalità minorile nel prioritario interesse e tutela della collettività.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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jacopocioni · 4 months
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Il Censimento del Ponte Vecchio di Cosimo I
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Oggi il Ponte Vecchio è storicamente considerato sede di negozi di gioielleria, ma come sappiamo non è sempre stato cosi. Un tempo le botteghe presenti sul ponte erano eterogenee e contavano più categorie commerciali. Intorno al 1550 Cosimo I fece eseguire un censimento, per vedere quante e quali botteghe erano presenti sul ponte. Dal censimento venne registrato che a quel tempo sul ponte vi erano svariate attività, queste seguenti le maggiori registrate: - 3 beccai, come sappiamo i beccai appartenevano ad una delle 14 Arti Minori. Trattavano l’acquisto, la macellazione e la vendita di carni bovine, ovine, suine. Vi erano iscritti anche i portatori di carne (i facchini), mercanti di bestiame, gli osti e i tavernai, pollaioli e pescivendoli. - 3 pizzicagnoli, facevano parte delle Arti Minori. Vi erano iscritti gli addetti alla conduzione dei frantoi, i venditori di olio nelle botteghe, gli ambulanti che vendevano olio e generi alimentari, i caciaioli e i pizzicagnoli. - 5 calzolai, facevano parte delle Arti Minori, vi erano iscritti i calzolai, i pianellai, i ciabattini e gli zoccolai. - 2 legnaioli, facevano parte delle Arti Minori. Vi erano iscritti i fabbricanti di cofani, forzieri, cassapanche, stipetti, barili, banchi, tini, bigonce, telai, rastrelli e anche i riparatori, pittori e venditori di mobili. - 2 biadaioli, facevano parte delle Arti Minori iscritti in quella dei Fornai. - 1 bicchieraio, rientrava nelle Arti Maggiori come Compagnia dei Vetrai, ed erano accolti nell'Arte Maggiore dei Medici e degli Speziali. - 1 merciaio, erano parte delle Arti Maggiori e rientravano in quella dei Medici e degli Speziali. I Merciai vendevano una svariata ed eterogenea quantità di mercanzia che andava dai cappelli ai guanti, lame, scarpe, oggetti in argento battuto, funi, stoppa e via dicendo, erano l'antitesi dei grandi magazzini Duilio 48. - 1 rivendugnolo, che suppongo essere un cenciaiolo, - e una decina di venditori di generi diversi tra cui un osteria che presentava come insegna un drago. Come sappiamo una 40ina di anni dopo,  il 25 settembre 1593, il Gran Duca Ferdinando I emanò un bando che ordinava lo sgombero di tutta questa "massa" di botteghe che rendevano indecoroso il ponte Vecchio. Il Vasari aveva realizzato il famoso corridoio e il ponte era o meglio, doveva diventare, un luogo consono al passaggio di gentiluomini e stranieri illustri. D'altronde poco prima, fino al 1566/7 in piazza del Pesce, oggi Lungarno degli Archibugieri, vi era il mercato del pesce che già aveva subito la sorte dello spostamento in piazza del Mercato Vecchio. Il bando assegnava le botteghe del Ponte Vecchio solo ed esclusivamente ad oreficerie, gioiellieri ed argentieri, e cosi è ancora oggi.
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Jacopo Cioni Read the full article
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Arriva il concordato preventivo biennale, adesione entro il prossimo luglio
AGI – Al fine di razionalizzare gli obblighi dichiarativi e di favorire l’adempimento spontaneo, i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni residenti nel territorio dello Stato, possono accedere a un “concordato preventivo biennale”. È quanto si legge in una bozza del decreto legislativo che approda sul…
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cinquecolonnemagazine · 10 months
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Margot, il nuovo singolo del cantautore Simone Costa
La nuova puntata di Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine vede come protagonista il cantante Simone Costa. Con lui parleremo della sua musica e del suo ultimo brano dal titolo "Margot" che è ora disponibile all'ascolto su tutte le varie piattaforme digitali ma anche in rotazione radiofonica. Il brano E’ il secondo singolo del progetto musicale Simone Costa e giunge a distanza di due anni dal precedente singolo “Julien”, che ha totalizzato oltre 12.000 ascolti nei vari digital store, anticipando il nuovo album previsto per l’autunno 2023. Margot è la storia di una donna che a seguito delle violenze subite in tenera età, non riesce più a distinguere il bene dal male. https://www.youtube.com/watch?v=UcGCD1wiZa8 Il testo del brano Il testo, cantato su un tessuto sonoro fatto di musica rock e new wave, in perfetto stile alternative rock, tocca temi molto sentiti e importanti come “la violenza sulle donne e la violenza sui minori“ e racconta le problematiche psicologiche che da essi ne derivano, fino a sfociare in vere e proprie patologie cliniche. Ascolta il nostro podcast L'ospite di oggi Simone Costa Simone Costa, classe ‘87, cantautore/compositore è autore di testi e musiche che vedono come protagonisti personaggi con storie viscerali, fatte di umanità mutevole, violenza, dolore, rimpianti ma anche di amore e speranza in un futuro quasi sempre incerto. Dopo un periodo dedicato alle arti visive, ad Ottobre 2019 torna sulle scene musicali, vincendo il social contest #MK302010, lanciato dalla band Marlene Kuntz, nel quale veniva richiesto ai fans di re-interpretare una canzone del gruppo. Poco dopo partecipa ad importanti festival come “Sanremo Rock” e “A Voice For Europe” arrivando in entrambi in finale. In aprile 2021 pubblica il suo singolo d’esordio “JULIEN”, presentandolo in numerosi live acustici in Campania. Read the full article
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personal-reporter · 11 months
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Custodi di arte e fede: Complesso di Santa Chiara a Napoli
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Uno dei monumenti più noti ed amati di Napoli… La costruzione del Complesso di Santa Chiara ebbe inizio nel 1310, per volontà del re Roberto d’Angiò e della sua seconda moglie Sancia di Maiorca, sotto la direzione di Gagliardo Primario prima, e Lionardo di Vito poi. Nel 1340 la chiesa fu aperta al culto, con due conventi contigui ma separati,  uno femminile, destinato ad accogliere le clarisse, e l’altro maschile, per i frati minori francescani. La chiesa si presenta oggi nelle sue forme gotiche provenzali, con una facciata a larga cuspide, nella quale è incastonato l’antico rosone traforato, con il pronao dagli archi a sesto acuto, dove al centro campeggia la tomba di Roberto d’Angiò realizzata dai fratelli Bertini, mentre le due tombe sul lato destro, destinate ad accogliere le spoglie di Carlo di Calabria e Maria di Valois, si devono al grande maestro Tino di Camaino. Nel 1742 la chiesa subì delle modifiche per opera di Domenico Antonio Vaccaro, che diede al complesso un aspetto barocco. Il 4 agosto del 1943 la chiesa venne del tutto distrutta da un bombardamento aereo, ma fu ricostruita e restaurata sotto la direzione di Mario Zampino. Alle spalle dell’altare maggiore è situato il Coro delle clarisse, ambiente dal quale le monache partecipavano alle funzioni religiose, composto da tre navate, due delle quali coperte da volte a crociera. Il Chiostro Maiolicato del monastero ha subito nel corso dei secoli varie trasformazioni, ma la struttura trecentesca,  è rimasta invariata, mentre il giardino è stato completamente modificato. Le decorazioni delle maioliche si devono agli artigiani Donato e Giuseppe Massa, che hanno armonizzato la policromia del Chiostro con gli elementi architettonici e naturali circostanti. Al termine di due dei bracci del Chiostro si nota l’ingresso al Museo dell’Opera. Suddiviso in quattro sale, il museo restituisce una parte di storia napoletana, dall’antichità al XX secolo, e conserva alcuni tesori del monastero scampati al bombardamento del 1943. L’itinerario prosegue nell’Area Archeologica, con resti di uno stabilimento termale romano scoperto nel dopoguerra, che apparteneva a una villa patrizia, oggi la testimonianza più completa a noi pervenuta delle antiche thermae di Neapolis, di struttura simile a quelle di Pompei e di Ercolano. L’edificio era composto da due livelli, uno ipogeico, l’altro costituito dagli ambienti termali veri e propri, dove sono visibili il frigidarium, la cisterna, lo spogliatoio, il laconicum e la natatio. All’uscita del Chiostro, si accede alla sala dove è conservato un presepe con pastori del Settecento e dell’Ottocento, con personaggi e scene della vita quotidiana dell’epoca, riprodotti con minuziosa cura, fino nell’utilizzo della stoffa di uso comune. Inoltre, nel rispetto della tradizione napoletana, la scena si allarga, fino a raffigurare uno spaccato tipico di quella Napoli, dove i personaggi sacri sono invece rappresentati secondo i canoni della tradizione figurativa cristiana. La natività posta al centro della scena non è in una stalla, bensì in un monumento romano diroccato, che simboleggia la nascita della nuova era cristiana sulle macerie del paganesimo, ma è anche riflesso del grande interesse suscitato dalla scoperta di Ercolano, avvenuta agli inizi del XVIII secolo. La scenografia è realizzata in cartapesta, sughero e legno, mentre i pastori hanno il corpo in ferro filato e stoppa, con arti e volti in terracotta. Read the full article
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storiearcheostorie · 1 year
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ANTEPRIME / Sete impalpabili, preziosi filati e morbidi velluti: a Torino torna esposta la straordinaria collezione di tessuti antichi. Con alcuni rari pezzi medievali e rinascimentali
#ANTEPRIME #MOSTRE Sete impalpabili, preziosi filati e morbidi velluti: a #Torino torna esposta la straordinaria collezione di #tessuti antichi. Con alcuni rari pezzi medievali e rinascimentali Dettagli e foto su Storie & Archeostorie @palazzomadamato
Frammento di tessuto copto. Egitto, Antinoe, VI-VIII secolo. Filo di lana lavorato ad arazzo. Dono Emile Etienne Guimet, 1902. Torino, Palazzo Madama Dal 21 dicembre 2022 più di 50 opere della collezione di tessuti e moda di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, che comprende circa 4.000 manufatti ed è tra le più importanti in Italia, tornano a essere esposte nella sala a esse dedicata al…
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annalisalanci · 1 year
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L'Enciclopedia. Aius Loctius, Prospectus
L'Enciclopedia
Aius Loctius, Prospectus
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Aius Loctius
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Prospectus
Prospectus
Il piano o programma editoriale dell'Enciclopedia tracciato da Diderot apparve verso la fine del 1750, dopo il primo Discours di Rousseau. E' un documento prezioso, perché illumina le "fonti" dell'Enciclopedia e i tentativi abortivi pecedenti, sia, perché lascia cogliere sul vivo e in concreto l'opera creativa di Diderot, sia perché pone in rilievo: la prosecuzione del programma baconiano di fondere in un sol corpo, scienze, arti, tecniche. Per valutare l'eco e l'incidenza polemica di questo testo sono preziose, a mò di contrasto, le requisitorie, pubblicate dal padre Berthier, gesuita, direttore del <<Journal de Trèvoux>> (gennaio-marzo 1751). <<La causa del loro accanimento era il rifiuto che gli si era opposto, quando avevamo chiesto che fosse loro affidata a parte teologica del Dizionario>>. Illuminante è l'accostamento con pagine della voce Enciclopedia, dove Diderot fa un primo bilancio del lavoro compiuto tra il 1750 e il 1755.
Aius-Loctius
E' uno di quegli articoli minori, cui Diderot affidava le proprie idee più radicali: la libertà di stampa, invocata con ipocrita cautela, e solo per libri scritti in latino. Berthier: la sua fulminea reazione, giova a far intendere sia l'audacia del direttore dell'Encyclopédie, sia l'indole dell'ambiente nel quale egli operava. E' una delle voci incriminate nella crisi del '52.
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scienza-magia · 1 year
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Reti neurali più efficienti con gli organoidi cerebrali
Computer del futuro con organoidi di cervello umano. Più veloci e con minori consumi sostituendo i chip con neuroni. Realizzare i futuri computer sostituendo i chip in silicio con organoidi di cervello umano, versioni in miniatura di cervello: una soluzione per avere computer più veloci, flessibili e con consumi di energia molto più bassi. A proporre lo sviluppo di biocomputer a base di 'organoidi intelligenti' è un gruppo di ricercatori guidati da Lena Smirnova dell'università Johns Hopkins sulla rivista Frontiers in Science.
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Organoide di cervello umano (fonte: Thomas Hartung, Johns Hopkins University) "L'idea è al momento puramente teorica ma immagina in prospettiva di arrivare a una nuova generazione di computer bio-ispirati", ha commentato all'ANSA Chiara Magliaro, ricercatrice del Centro E. Piaggio dell'Università di Pisa. Repliche in scala ridotta di organi umani e capaci di crescere nelle tre dimensioni in modo autonomo, gli organoidi in questi anni si stanno dimostrando potenti modelli per studiare gli organi umani o sviluppare nuovi farmaci, e la nuova idea proposta dai ricercatori americani apre ora nuove importanti prospettive. "Gli organoidi di cervello - ha detto Magliaro - sono copie semplificate dei cervelli umani e già alcuni studi hanno dimostrato la loro capacità di interagire in modo basilare con informazioni provenienti dall'esterno, ad esempio si è riusciti a farli giocare al computer a Pong. Perché allora non immaginare di usarli come dei veri computer?". Partendo proprio da questa domanda i ricercatori hanno cercato di immaginare le potenzialità di questi possibili biocomputer, che potrebbero essere più flessibili e veloci, dai consumi super ridotti: un cervello umano consuma ad esempio quanto una lampadina a basso consumo. "Ma ovviamente è una sfida che presenta enormi sfide", ha detto Magliaro che con Arti Ahluwalia si occupa dello studio della microanatomia degli organoidi e insieme hanno firmato sullo stesso numero della rivista un articolo di commento all'idea proposta da Smirnova. "Più vicina - ha concluso - è di sicuro la possibilità di analizzare in dettaglio tutte le connessioni neuronali negli organoidi e usare quelle preziose informazioni per sviluppare reti neurali più efficienti, per i super computer del futuro". Read the full article
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sorrisicollaterali · 2 years
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Gourmet - la paura fa novanta
Premessa: Siamo a Ottobre ed è il periodo di Halloween e i racconti dell’orrore, per questo motivo ho deciso di provare a scrivere di un genere che solitamente non mi piace proprio. Il testo non è adatto ai minori di 14 anni e soggetti troppo suscettibili. Non fa spaventare, quello è un livello troppo alto.
Miranda ha gli occhi fissi sulle Converse rosse, a penzoloni su di un’altalena che fa avanti e indietro. Quasi l’alba o quasi il tramonto, ha dimenticato lo scorrere del tempo…in che giorno ci troviamo oggi? Mercoledì 13! Peccato è il giorno sbagliato, uno di quelli che non portano sfortuna. Lei ha sempre amato i Venerdì, eppure si dice che chi nasce di Venerdì non può essere toccato. Un grande paradosso. In effetti la storia va al contrario, lei tocca senza essere sfiorata. Lei ti entra nelle viscere e ti corrode l’anima, la fa a pezzetti per renderla il suo pranzo. I piedi toccano il suolo con un balzo giù dall’altalena, dritti in una pozzanghera di sangue e fango; adesso anche le suole delle scarpe sono tinte di rosso, non vi è più nulla di quell’originale colore bianche. La purezza non è un gioco da ragazzi, se la mangiano i deboli e i più viscidi. Per la prima volta dopo ore i suoi occhi scrutano l’orizzonte, neri come la pece più scura. Se n’è andata anche l’anima, è corsa a rifugiarsi in un luogo più accogliente. Non si gela ma c’è freddo, che ti tocca le ossa e ti cosparge la schiena di brividi. Eppure le sue mani non la tradiscono nemmeno per un secondo, neanche il più piccolo dei tentennamenti la percorre. Se potessimo controllare più da vicino, diremmo quasi che non respira. I passi che fa avanti sono tonfi sordi, talmente leggeri da non lasciare nemmeno l’impronta sul terreno bagnato. Anche quei piccoli fiorellini che spiccavano lì qualche ora prima adesso sono inermi al suolo. Il suo sguardo ricade – assente – su di un braccio lacerato a pochi passi da lei. La carne sta già andando in putrefazione e i brandelli di pelle non sono che striscioline pronte a cedere. Del resto del corpo rimane poco e nulla: la testa è scomparsa e il torace è aperto in due, i vari arti sono disseminati in giro…un piede da una parte e una mano dall’altra. Una scarpa è appoggiata su di una panchina, intatta; a guardarla si potrebbe pensare che qualcuno l’abbia dimenticata lì per puro caso. Con un movimento calmo miranda raccoglie un contenitore, la mano esile sulla plastica blu. Ha tutto il tempo del mondo, per un momento sembra che mai nessuno dovrà spuntare per queste strade. La pelle è macchiata di sangue ormai secco, non si prende nemmeno la briga di coprirlo mentre s’incammina lungo la via che la porterà a casa. Solo il vento le fa compagnia, senza portare sollievo. Casa sua è un’abitazione anonima: tre scalini davanti una porta nera, due piani arredati in modo austero e le tende delle finestre sempre chiuse. Solo le lampadine dai toni caldi danno quel poco di luce che illumina le stanze. Mentre entra in casa – come abitudine – fa attenzione a non sbattere la porta, ma i vicini non si lamenterebbero mai. Il tavolo della cucina è al centro della stanza, abbastanza da occupare tutto lo spazio e rendere il passaggio complicato. Vi poggia su il contenitore che tiene ancora ben stretto in mano, prima di dirigersi verso il lavandino e gettare le mani sotto l’acqua corrente. Il sapone sfrega sulla pelle tirando via ogni cosa. Perfino le bolle coi riflessi arcobaleno scoppiano all’istante in quell’atmosfera tetra. Da un cassetto scorrevole tira fuori uno strofinaccio pulito, l’odore dell’ammorbidente è inebriante; si asciuga le mani e lo poggia sul tavolo, pronto per svolgere il ruolo di tovaglia. Le posate che dispone lì sopra sono d’argento, talmente lucide da potercisi specchiare. Infine, può finalmente sedersi. Sta per gustarsi il suo ultimo pasto, non è rimasto più nessuno.
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tifatait · 2 years
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Salerno e provincia, Giornate Europee del Patrimonio – info | CILENTANO.IT In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino per sabato 24 settembre ha organizzato nei musei e parchi archeologici, oltre al consueto orario, le seguenti aperture straordinarie serali: Salerno - Complesso monumentale di San Pietro a Corte 20-23; Minori - Villa Romana 19,30-22,30; Buccino | cilentano.it
Salerno e provincia, Giornate Europee del Patrimonio – info | CILENTANO.IT In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino per sabato 24 settembre ha organizzato nei musei e parchi archeologici, oltre al consueto orario, le seguenti aperture straordinarie serali: Salerno – Complesso monumentale di San Pietro a Corte 20-23; Minori – Villa Romana 19,30-22,30; Buccino | cilentano.it
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