Tumgik
#Sabato Santo
blacklotus-bloog · 1 month
Text
Tumblr media
Silenzio, attesa, memoria. Non altro. Rallentiamo. Fermiamoci. Spegniamo altri pensieri.
Buongiorno...
.
.
.
BL
8 notes · View notes
Text
Il Sabato Santo nelle meditazioni dell'allora card. Ratzinger
Nel 1998 per i tipi di Jack Book l’allora card. Joseph Ratzinger pubblicava Il sabato della storia, meditazioni e riflessioni sul Sabato Santo. Ne pubblichiamo alcuni estratti. Continue reading Il Sabato Santo nelle meditazioni dell’allora card. Ratzinger
Tumblr media
View On WordPress
3 notes · View notes
incamminoblog · 1 month
Text
Parrocchia Santa Maria della Pietra OMELIA SABATO SANTO
OMELIA SABATO SANTO – ANNO B 2024 Quando muore qualcuno, soprattutto se è giovane, a volte penso ad una domanda che spesso ripetiamo: ”Il peggio è di chi rimane o di chi se ne va?”Facevo questa riflessione.Il peggio è di chi rimane se ha vissuto tutta la sua speranza in quella persona.Come già vi facevo questa riflessione nella festa della Madonna della Pietra dell’anno scorso, alla Messa del…
Tumblr media
View On WordPress
4 notes · View notes
apropositodime · 1 month
Text
Sabato Santo
Che perzione qui. Sembra quasi tutto bellissimamente vero. 😁
Ma anche nella realtà vivete così?
Chiedo per mia mia zia Concetta. 🧓🏼
4 notes · View notes
radiosciampli-blog · 1 month
Text
Tumblr media
Vi lascio con questa foto splendida alla quale ognuno di noi potrà dare un suo significato. Io ho il mio. A bientot
2 notes · View notes
grafo2000 · 1 year
Text
LA CROCE CHE MIO FIGLIO PORTA È PESANTE PERCHÉ RACCOGLIE SU DI SÉ I PECCATI DI TUTTA L'UMANITÀ.
MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA | Luz De Maria, Sabato Santo 8 Aprile 2023
MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA | Luz De Maria, Sabato Santo 8 Aprile 2023 ‎Amati figli: Eccoci giunti a questo giorno in cui il Mio Cuore di Madre ha ricorda le profezie dell’anziano Simeone.(CFR. LC. 2, 33-35) Mio Figlio, il Mio piccolo e grande Re giace nel sepolcro e scende agli inferi per poi resuscitare. Una grande prova che ho sostenuto con amore e con fede, nel Mio “Fiat…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
frenk-93 · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
PASSIO DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI, SIT SEMPER IN CORDIBUS NOSTRI.
4 notes · View notes
pietroalviti · 1 month
Text
Ceccano, sabato santo, l'ora della Madre e la Veglia Pasquale, gli orari
L’ora della Madre caratterizza il pomeriggio del Sabato santo, giorno dedicato al silenzio e all’attesa. A Santa Maria l’orario di inizio è previsto alle 15, con la Coroncina della Divina Misericordia, mentre alle 15,30 ci sarà la Celebrazione mariana per il Sabato santo. Alle 15, la celebrazione inizierà anche a San Nicola. La Veglia Pasquale ci sarà alle 22 a Santa Maria, e alle 23,30 a S.…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Buon sabato santo a tutti 🐣
.
.
.
2 notes · View notes
padrebaldo · 1 year
Link
🇮🇹#FIREPODCAST N.73 Ascoltate il nostro VideoPodcast ed è ancora #120giorniincenacolo con P. Baldo Alagna @padrebaldo.dj : Leggiamo 1PIETRO 4,6: Cristo annuncia la Buona notizia anche agli inferi !🔥
0 notes
personal-reporter · 1 month
Text
La Messa di Pasqua, il ritorno di Gesù dal sepolcro
Il cuore delle festività della Settimana Santa… La Veglia Pasquale è la messa solenne dove  si celebra la risurrezione di Gesù e che comincia dopo il tramonto del Sabato Santo, prima dell’alba della domenica di Pasqua. Continue reading La Messa di Pasqua, il ritorno di Gesù dal sepolcro
Tumblr media
View On WordPress
5 notes · View notes
arreton · 5 months
Text
Buongiorno pt 1:
Mamma mia quanto bestemmierei questa mattina. Prenderei il calendario e bestemmierei dal primo all'ultimo santo.
Buongiorno pt 2:
Un bel cappuccino gigante me lo sono fatta, ho fatto pure l'ordine, oggi è sabato quindi domani non si lavora, direi che questa giornata può iniziare bene.
8 notes · View notes
occhietti · 1 year
Text
Il sabato santo
è il giorno del silenzio di Dio.
In questo giorno l'amore,
quell'amore silenzioso,
diventa attesa
verso la Risurrezione.
- Papa Francesco
25 notes · View notes
incamminoblog · 1 month
Text
#PANEQUOTIDIANO,"SOTTO LA CROCE"P. JACQUES PHILIPPE (CORDES SUR CIEL, FRANCIA)
P. Jacques PHILIPPE (Cordes sur Ciel, Francia) Oggi non meditiamo un vangelo in particolare, dal momento che è un giorno senza liturgia. Ma, con Maria, l’unica che è rimasta ferma nella fede e nella speranza, dopo la tragica morte del suo Figlio, ci prepariamo, nel silenzio e nella preghiera, per celebrare la festa della nostra liberazione in Cristo, che è il compimento del Vangelo. La…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
libero-de-mente · 1 month
Text
Oggi è sabato, non un sabato qualunque come cantava Sergio Caputo. Questo sabato è quello che sta tra il venerdì Santo e la domenica di Pasqua. Scendendo le scale condominiali incontro il bimbo, quello che abita sotto "Il Signore che sta su"*. Cioè me. Lo incontro come sempre, vista la tenera età, con la madre. - Pecchè sei qui te? - mi chiede appena mi vede - Ehm, dove dovrei essere scusami? - Ma tu sei molto - "Molto"? - Si molto in cloce, ieri all'olatolio ho visto la "Via Cucis", Gessù è molto in cloce - Aaaah, si certo. Ma poi sono risorto, non te lo hanno detto? - Si ma lunedì oggi è sabato - Si hai ragione, ma sai questa notte ci sarà il passaggio all'ora legale. Così ho anticipato! Metti che il lunedì, avendo perso un'ora di sonno, tutti siano mezzi addormentati (leggasi rincoglioniti). E se non mi riconoscessero? Di sicuro io ci rimmarrei male.
Capisco che non ha compreso bene questo passaggio, quello dell'ora legale, dimenticandomi che il bimbo vive ancora quel periodo di vita in cui, degli orari, non gliene frega assolutamente nulla.
Il bimbo mi guarda con un punto interrogativo stampato in fronte, io guardo sua madre cercando un punto esclamativo sulla sua fronte. Lei tenendosi una mano sulla bocca, per non scoppiare a ridere, guarda suo figlio come se avesse l'emoji del cuore su tutto il volto.
- Cosa hai visto durante la Via Crucis? - gli chiedo per interrompere il momento di stallo - Che ti hanno dato tante botte, ma tante - facendo il segno con la manina di un pugno che colpisce Lo guardo con tenerezza, quando di botto mi dice - Ma tu folse non sei Gessù, tu sei Babbo Natale.
La madre non regge, come una diga che collassa esplode. Sono fragorose le risate. Saluto e finisco di scendere le scale. Conscio che la mia peluria sta sbiancando e che no, ma proprio no, non comprerò nessuna colomba pasquale. Meglio investire il tempo in una sana camminata. Per perdere qualche chilo.
Dalla Passione di Cristo a Cristo che pressione ci è voluto davvero poco. La prova costume questo anno solo con l'intelligenza artificiale.
* vedere post precedenti
2 notes · View notes
valentina-lauricella · 10 months
Text
Leopardi a Bologna
«Il mezzo più efficace di ottener fama è quello di far credere al mondo di esser già famoso» (Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri, Bologna, 21 novembre 1825)
Duecentoventicinque anni fa nasceva a Recanati uno dei più grandi poeti della letteratura italiana: Giacomo Leopardi. A lui dobbiamo liriche intense e penetranti quali “L’infinito”, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” e “Il sabato del villaggio” e riflessioni filosofiche estremamente attuali come quelle che troviamo nelle “Operette morali” e nello “Zibaldone di pensieri”.
Il poeta marchigiano fu a Bologna per quattro volte: dal 18 luglio al 27 luglio 1825, dal 29 settembre 1825 al 3 novembre 1826, dal 26 aprile al 20 giugno 1827 e infine dal 3 al 9 maggio 1830. In omaggio alla sua permanenza più prolungata (oltre un anno tra il 1825 e il 1826), il comune di Bologna pose una lapide in via Santo Stefano 33 (dove Leopardi alloggiò a lungo) per ricordare «che in questa città dall’ammirazione universale, da care amicizie e da teneri affetti, ebbe conforto il poeta del dolore».
Tumblr media
Da Bologna, Leopardi scrisse alla famiglia e ad alcuni amici, annotando impressioni e riflessioni sulla città interessanti tanto dal punto di vista biografico quanto dal punto di vista storico, sulle quali sono stati scritti numerosi saggi e persino un volume interamente dedicato al rapporto dell’autore de “L’infinito” con la città delle Due Torri, curato dall’editore Massimiliano Boni. Il titolo del libro, “Questa benedetta Bologna” è tratto da una lettera che Leopardi scrisse il 5 giugno 1826 all’amico, oltre che medico di famiglia, Francesco Puccinotti.
I soggiorni bolognesi di Leopardi furono per lui piuttosto piacevoli. A Bologna era presente l’amico Pietro Giordani, ex segretario dell’Accademia di Belle Arti e già ospite a Recanati della famiglia Leopardi, con cui intratteneva scambi epistolari dal 1817. Grazie a lui Giacomo fece alcune conoscenze importanti e fu accolto con favore nei salotti letterari cittadini. A Bologna, Leopardi frequentava spesso il Caffè del Corso, tuttora esistente in via Santo Stefano, dove amava consumare quasi ogni giorno una colazione di cioccolata e biscotti.
Nelle sue lettere descriverà Bologna come una città «quietissima, allegrissima, ospitale», «piena di letterati nazionali, e tutti di buon cuore, e prevenuti per me molto favorevolmente». Ed al fratello Carlo dirà: «Mi sono fermato nove giorni e sono stato accolto con carezze ed onori ch’io era tanto lontano d’aspettarmi, quanto sono dal meritare.» Positivo è anche il giudizio complessivo: «Bologna è buona, credilo a me che con infinita meraviglia, ho dovuto convenire che la bontà di cuore vi si trova effettivamente, anzi vi è comunissima.» Il 31 luglio 1825 Leopardi scriveva al fratello Carlo: «in Bologna nel materiale e nel morale tutto è bello e niente è magnifico.»
Nel 1825 un decreto del cardinale e arcivescovo Carlo Oppizzoni ripristinò l’usanza delle Processioni generali, che coinvolgono ogni dieci anni, a turno, le parrocchie cittadine, secondo un regolare calendario. La prima Festa degli Addobbi, dopo il ripristino, si svolse nell’estate del 1826 nelle parrocchie di Santa Maria Maggiore in via Galliera e di San Giuliano in via Santo Stefano. Su quest’ultima festa vi è il ricordo di Giacomo Leopardi, che la descrive come «una cosa bella e degna di essere veduta, specialmente la sera, quando tutta una lunga contrada, illuminata a giorno, con lumiere di cristallo e specchi, apparata superbamente, ornata di quadri, piena di centinaia di sedie tutte occupate da persone vestite signorilmente, par trasformata in una vera sala di conversazione.»
Nel 1826 Francesco Orioli, professore di Fisica all’Università di Bologna, e Filippo Miserocchi, ingegnere comunale, curarono l’installazione di un impianto parafulmine sulla torre degli Asinelli: i condotti metallici sulla torre ispireranno alcune considerazioni di Leopardi sulle invenzioni del suo tempo, appuntate nello Zibaldone durante il suo soggiorno.
Nello stesso anno il pittore Luigi Lolli di Lugo vinse un concorso per un dipinto a fresco, da eseguire presso l’ingresso della Pinacoteca dal lato dell’Accademia di Belle Arti. L’amico e stampatore Pietro Brighenti, dopo molte insistenze, riuscì a convincere Leopardi a farsi fare da Lolli un ritratto, da allegare alla sua raccolta di poesie: sarà l’unico documento originale della fisionomia del poeta in vita e servirà da base per molti suoi ritratti postumi.
Il 27 marzo del 1826, lunedì di Pasqua, Giacomo Leopardi venne invitato da Vincenzo Valorani a leggere pubblicamente nella sede dell’Accademia dei Felsinei l’“Epistola al conte Carlo Pepoli”, dedicata al vice-presidente dell’Accademia e suo caro amico. Lo stesso Pepoli ricorderà l’argomento nel suo poemetto “L’Eremo” del 1828.
Nello “Zibaldone”, Leopardi si espresse anche riguardo i dialetti del Nord Italia, e in particolare sul bolognese: «Il detto altrove dell’incontrastabilmente maggior numero di suoni nelle lingue settentrionali che nelle nostre, causa, in parte della lor mala ortografia, per la scarsezza dell’alfabeto latino da loro adottato; è applicabile ai dialetti dell’Italia superiore, perciò difficilissimo ancora a bene scriversi. [Giuseppe] Mezzofanti diceva che al bolognese bisognerebbe un alfabeto di 40 o 50 o più segni.»
Il rapporto di Leopardi con Bologna comincò in realtà ancor prima delle ripetute visite del poeta. Nell’agosto del 1824 la tipografia Nobili di Bologna stampò le “Canzoni” di Leopardi. Si tratta della prima edizione collettiva dei suoi versi, realizzata anche grazie all’amico Pietro Brighenti che, oltre a trovare lo stampatore, riuscì ad evitare la censura pontificia. Questa edizione bolognese comprende dieci canzoni, composte tra il 1818 e il 1823: “All'Italia”, “Sopra il monumento di Dante”, “Ad Angelo Mai”, “Nelle nozze della sorella Paolina”, “A un vincitore nel pallone”, “Bruto Minore”, “Alla primavera o delle favole antiche”, “Ultimo canto di Saffo”, “Inno ai patriarchi o de’ principii del genere umano”, “Alla sua donna”.
Il capoluogo emiliano non risparmiò però al poeta recanatese le delusioni d’amore, che sfoceranno in alcune splendide (anche se sconsolate) riflessioni in linea con la sua concezione pessimistica della vita. L’incontro del maggio 1826 con Teresa Carniani, moglie di Francesco Malvezzi de’ Medici, donna coltissima e animatrice di uno dei più importanti salotti letterari della città, regalò a Leopardi inedite emozioni.
«Nei primi giorni che la conobbi, vissi in una specie di delirio e di febbre», confida al fratello Carlo. E ancora: «questa conoscenza forma e formerà un’epoca ben marcata della mia vita, perché mi ha disingannato del disinganno, mi ha convinto che ci sono veramente al mondo dei piaceri che io credeva impossibili, e che io sono ancor capace d’illusioni stabili, malgrado la cognizione e l’assuefazione contraria così radicata, ed ha risuscitato il mio cuore, dopo un sonno, anzi una morte completa, durata per tanti anni». Poco meno di due anni dopo le convinzioni del poeta saranno nettamente in contrasto con quelle maturate inizialmente: «Come mai ti può capire in mente che io continui d’andare da quella puttana della Malvezzi? Voglio che mi caschi il naso, se da che ho saputo le ciarle che ha fatto di me, ci sono tornato, o sono per tornarci mai».
Fonti: Nerio Zanardi, Giacomo Leopardi e la dolce vita bolognese negli anni Venti del secolo XIX, in “Strenna storica bolognese”, 51, 2001; Giacomo Leopardi, “Questa benedetta Bologna”: Impressioni e annotazioni su Bologna tratte dall’epistolario con alcuni appunti tratti dallo Zibaldone, Massimiliano Boni, Bologna, 2002.
9 notes · View notes