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#Morti 12 marzo
perfettamentechic · 3 months
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12 marzo … ricordiamo …
12 marzo … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2020: Tonie Marshall, attrice, sceneggiatrice e regista francese. Figlia dell’attore e regista americano William Marshall e dell’attrice francese Micheline Preslea.  (n. 1951) 2012: Gloria Sachs è stata una stilista americana. 2011: Nilla Pizzi, Adonilla Pizzi, cantante e attrice italiana.  (n. 1919) 1989: Luigi Tosi, attore italiano.  (n. 1915) 1966: Estelita Rodriguez, è stata un’attrice…
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"La Setta degli Elementi"
La scrittura ogamica
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Secondo i celti, ciascuna cosa aveva il suo corrispettivo negli alberi, utilizzavano infatti l’Ogham, un tipo di alfabeto che racchiudeva significati mistici e dove ogni lettera simboleggiava un tipo diverso di albero.
La scrittura ogamica ha un aspetto particolare, in quanto è formata da una lunga linea, ai cui lati, o attraverso la quale, si dispongono delle tacche che vanno da una a cinque.
Tale sistema formato da tacche poteva essere utile anche per comunicare in modo cifrato, infatti alcuni ricercatori hanno individuato una corrispondenza tra le quattro serie di cinque caratteri dell’alfabeto ogamico e le dita della mano, che sono cinque, dotate di tre falangi, quindi di quattro spazi (includendo la punta del dito) che era possibile indicare, per trasmettere un messaggio in codice.
Ogham craobh significa Scrittura arborea.
Le consonanti:
- Beith: associato alla betulla, l’albero degli inizi, il primo a mettere le foglie e perciò il primo a comparire in questo alfabeto.
Per propiziare l’anno nuovo si usava scacciare lo spirito dell’Anno Vecchio proprio con verghe di betulla.
Il suo mese lunare va dal 24 dicembre al 20 gennaio, proprio il periodo appena successivo al solstizio invernale.
- Luis: il sorbo selvatico, famoso per le sue bacche di un rosso acceso.
Per i greci questo colore era associato ai morti, e infatti il sorbo è l’albero del risveglio e del ritorno alla vita.
Il suo mese lunare va dal 21 gennaio al 17 febbraio, e circa a metà di questo lasso di tempo si trova Imbolc, la celebrazione del ritorno della luce.
- Nion: il frassino
Le verghe (bastone) dei druidi erano fatte di questo materiale, inoltre Yggdrasil, l’albero del mondo nell’immaginario norreno, era proprio un enorme frassino.
Per i greci era una pianta sacra a Poseidone, il dio dei mari, e infatti nel Galles si usa costruire i remi a partire da questo legname.
Il suo mese lunare va dal 18 febbraio al 17 marzo, periodo delle piene, in cui l’elemento acquatico raggiunge la sua massima potenza.
- Fearn: l’ontano, albero oracolare che cresce sulle rive delle isole fluviali un tempo sede di santuari dove risiedeva un oracolo.
Quando viene tagliato, il suo tronco si tinge di rosso, quasi stillasse sangue, inoltre le sue foglie sono ricoperte da una patina viscosa che le rende impermeabili, pure il suo legname resiste bene all’acqua e per questo era utilizzato per i pilastri delle palafitte.
Il suo mese lunare va dal 18 marzo, quando inizia a fiorire, al 14 aprile. In questo periodo avviene l’equinozio primaverile.
- Saille: il salice, albero sacro a Ecate, dea greca connessa all’aspetto magico della Luna.
Il suo è il quinto mese dell’anno, così come si tratta della quinta lettera che stiamo analizzando, ed il V, a Roma, era il numero sacro alla dea lunare Minerva.
Precisamente il suo mese lunare va dal 15 aprile al 12 maggio, momento molto particolare, in quanto si celebrava Beltane, la rinascita della natura, accendendo grandi fuochi e venendo trascinati in festività al termine delle quali si usava cospargersi di cenere e rugiada per propiziare il benessere e la fertilità delle donne e della terra.
- Huath: il biancospino, dai fiori candidi e dalle bacche sanguigne, al quale sono legati i concetti di purificazione e castità.
Il suo mese lunare va dal 13 maggio al 9 giugno.
- Duir: la quercia, uno degli alberi dalla simbologia più forte in assoluto.
Duir è la radice da cui molte lingue anglosassoni hanno fatto derivare la parola porta, ma anche la parola druido trova qui le proprie origini.
Essa, come dice la tradizione, chiama il fulmine, ed infatti è associata a divinità tonanti come Zeus, Giove o Thor.
Il suo mese lunare va dal 10 giugno al 7 luglio, a metà del quale avviene il solstizio d’estate e il re sacro riceve la sua investitura.
- Tinne: l’agrifoglio
Nella mitologia gallese, Sir Gawain, il Cavaliere Verde, era armato di una mazza fatta con questo legname, proprio come il celtico Cu Chulainn.
Talvolta è assimilato ai significati legati al re sacro tipici della quercia, in fondo il dio del tuono presso i Galli si chiamava Tannus, e Tinna quello etrusco.
Il suo mese lunare va dall’8 luglio al 4 agosto.
- Coll: il nocciolo, l’albero dei sapienti e dei poeti. Quest'albero dà frutti dopo nove anni, e il nove è il numero sacro alle Muse ispiratrici.
Fionn, l’eroe celtico, aveva lo scudo fatto di questo materiale.
Il suo mese lunare va dal 5 agosto al 1 settembre.
- Muin: la vite (o, nei luoghi dove questa non cresceva, il rovo)
Pianta legata al vino e alla frenesia, è appannaggio di Dioniso.
La vendemmia avviene nella stagione autunnale, infatti nel suo periodo si celebra l‘equinozio d’autunno.
Il suo mese lunare va dal 2 al 29 settembre.
-Gort: l’edera. Simbolo di rinascita e rinnovamento, forse per il fatto che cresce a spirale e sale verso l’alto.
Il suo mese lunare va dal 30 settembre al 27 ottobre, ultimi momenti buoni per il raccolto, prima del sopraggiungere dell’inverno.
-Ngetal: il giunco
Rappresentava la sovranità del faraone, visto che il suo scettro era fatto di questo materiale.
Era utilizzato per coprire le capanne e fabbricare solidi tetti ed era perciò simbolo di un lavoro concluso secondo la corretta usanza.
Il suo mese lunare va dal 28 ottobre al 24 novembre.
-Ruis: il sambuco, albero connesso alle streghe.
Il suo mese lunare va dal 25 novembre al 23 dicembre, comprendendo il solstizio d’inverno, e da qui si può comprendere la sua associazione con l’oscurità e la magia.
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Le vocali:
Esse rappresentano i giorni dei solstizi e degli equinozi.
-Ailm: l’abete, albero della nascita in molte culture e legato alla figura della divinità femminile e lunare.
Indica il primo giorno dell’anno.
-Onn: il ginestrone, dotato di fiori giallo dorati, come il sole delle prime giornate calde, rappresenta infatti il momento tanto atteso dell’equinozio di primavera.
-Ura: l’erica, dal colore rosso e rosato, che cresce in montagna è collegata al potente sole di mezza estate.
-Eadha: il pioppo bianco, canuto come la vecchiaia e come i giorni sempre più freddi dell’equinozio d’autunno.
-Idho: il tasso, albero della morte.
Con il legno di tasso si costruivano ottimi archi, che avevano lo scopo di uccidere i nemici, e con le sue bacche si ricavava una poltiglia utile per avvelenare le frecce. Alla luce di ciò, non ci stupisce il suo legame con il solstizio d’inverno, il giorno più buio e freddo dell’anno.
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petello993 · 2 years
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Mentre tutti guardano la partita Russia - Ucraina in Tv e sui giornali...
L’Africa è – o meglio, le Afriche sono – il continente più martoriato, in cui a volte è anche difficile definire i confini dei vari conflitti e isolarli gli uni dagli altri. Il 2021, poi, riporta Nigrizia, è stato un anno particolarmente tumultuoso: pochi i conflitti che si sono conclusi, molti si sono intensificati, altri rischiano di scoppiare. Ci sono almeno una ventina di principali “aree di crisi” nelle Afriche. Sempre secondo Acled sono 12 i paesi che dal 1° gennaio 2021 all’8 aprile marzo 2022 hanno superato la soglia dei mille morti per le violenze armate: Nigeria (10.584), Etiopia (8.786), Rd Congo (5.725), Somalia (3.523), Burkina Faso (2.943), Mali (2.344), Sud Sudan (2.160), Repubblica Centrafricana (1.801), Sudan (1.342), Niger (1.324), Mozambico (1.276), Camerun (1.141).
Complessivamente, nel continente ci sono state oltre 46 mila le vittime di conflitti di varia natura e decine di milioni i profughi. Inoltre un rapporto dell’Istituto per l’economia e la pace afferma che il Medioriente e il Nordafrica hanno rappresentato il 39% delle morti legate al terrorismo in tutto il mondo tra il 2007 e il 2021. E il Sahel sta diventando il nuovo epicentro del terrorismo.
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gianninoruzza · 2 months
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Massacro a Mosca: a chi giova?…l’opinione di Rita Faletti Rita Faletti – Marzo 27, 2024 – 12:49 commenti: 7 visualizzazioni: 671 © Riproduzione riservata La strage di venerdì scorso alla sala concerti della capitale moscovita, con 138 morti di cui 3 bambini e 180 feriti, alcuni molto gravi, ha profondamente scosso una nazione che non credeva di dover rivivere l’incubo del terrorismo…
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scienza-magia · 2 months
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L'ultimo processo per stregoneria in Europa
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Helen Duncan, l’ultima “strega”. Fu condannata a Londra il 31 marzo del 1944, esattamente 80 anni fa, in base al Witchcraft Act, una legge contro le persone accusate di stregoneria che risaliva al 1735 e che poco dopo venne abrogata. Il 31 marzo del 1944, esattamente 80 anni fa, a Londra una giuria dichiarò Helen Duncan colpevole in base al Witchcraft Act, una legge contro le persone accusate di stregoneria che risaliva al 1735, che non veniva applicata da più di un secolo e che poco dopo venne abrogata. Quello di Helen Duncan, che venne incarcerata per nove mesi, viene raccontato come l’ultimo processo per stregoneria che si tenne in Europa e che l’allora primo ministro britannico Winston Churchill definì «una sciocchezza obsoleta».
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Helen Duncan (Wikipedia) L’evento che portò alla condanna di Duncan avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, nel novembre del 1941, quando la donna era già una medium molto popolare. Sopra a una farmacia alla periferia di Portsmouth, porto e base navale sulla costa meridionale dell’Inghilterra, una coppia invitò Duncan a tenere una seduta spiritica. Gli ospiti, dopo aver pagato la somma di 12 scellini, vennero fatti accomodare in una piccola stanza illuminata solo da qualche lampadina rossa che la coppia, appassionata di spiritismo, aveva scelto di chiamare “The Master Temple”. Helen Duncan si sedette di fronte al pubblico, accanto a una tenda scura, e diede inizio alla sua performance. Mentre un grammofono suonava, sembrò entrare in uno stato di trance e dopo pochi istanti una massa di ectoplasma biancastro e viscoso uscì dalla sua bocca rendendo in qualche modo visibile quello che disse essere lo spirito di un marinaio che aveva evocato e che annunciò ai presenti una terribile notizia: la nave da guerra HMS Barham della Royal Navy britannica era stata affondata. L’informazione era vera, ma non era ancora stata resa pubblica: il 25 novembre del 1941 alle 16:25, mentre navigava per coprire un attacco contro un convoglio italiano, la HMS Barham venne infatti colpita da tre siluri lanciati da un sottomarino tedesco e affondò rapidamente perdendo circa due terzi del suo equipaggio, più di 860 marinai.
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L’affondamento della HMS Barham (Wikipedia) L’Ammiragliato, allora responsabile del comando della Royal Navy, apprese che l’Alto Comando Tedesco non sapeva nulla dell’affondamento e presentandosi l’opportunità di ingannare i tedeschi e di proteggere il morale degli inglesi censurò tutte le notizie riguardanti l’affondamento. Dopo un ritardo di parecchie settimane decise infine di informare i parenti prossimi dei morti chiedendo però di non divulgare la notizia per non farla arrivare al nemico. Dopo la seduta di Duncan, la Royal Navy si allarmò sospettando che quella donna potesse essere una spia o comunque un pericolo per la sicurezza. A quel tempo Helen Duncan aveva 44 anni. Soprannominata fin da piccola “Hellish Nell” (Nell, diminutivo di Hellen, l’infernale), era nata con il nome di Victoria Helen MacFarlane a Callander, in Scozia, il 25 novembre del 1897. Era una bambina piuttosto strana, irrequieta che si diceva avesse la “seconda vista”, cioè la capacità di avere visioni sul futuro e percezioni extrasensoriali poiché sosteneva di avvertire le persone di alcuni pericoli che in seguito si sarebbero verificati. Dopo aver lasciato la scuola e lavorato in un ospedale, nel 1916 sposò Henry Duncan, un ebanista e veterano di guerra che sosteneva i presunti talenti paranormali della moglie. «Era uno spiritista, membro di un movimento che era cresciuto a partire dalla metà del XIX secolo», racconta Malcolm Gaskill, autore di Hellish Nell: Last of Britain’s Witches: «Fu lui a spiegarle che, senza che se ne rendesse conto, stava comunicando con gli spiriti». I due ebbero dodici figli di cui solo sei sopravvissero all’infanzia. Nel 1926 Helen Duncan cominciò a praticare con regolarità delle sedute spiritiche in cui affermava di essere in grado di fare da mediatrice tra il mondo dei morti e quello dei vivi: evocava gli spiriti delle persone defunte che si “materializzavano” e si rendevano visibili al pubblico pagante attraverso l’ectoplasma che usciva dalla sua bocca. Gli incontri si svolgevano sempre in stanze molto buie, Duncan sedeva sempre vicino a una tenda molto scura e si sentivano altre voci oltre la sua. A poco a poco la sua popolarità crebbe. Negli anni Trenta la London Spiritualist Alliance, fondata a fine Ottocento, cominciò a occuparsi di lei sospettando che producesse gli ectoplasmi ingerendo vari materiali e poi rigurgitandoli. Duncan fu dunque osservata, spogliata, perquisita e fotografata per quasi due anni.
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Helen Duncan, nel 1928 durante una seduta, fotografata da Harvey Metcalfe (Wikipedia) Nelle indagini venne coinvolto anche il ricercatore Harry Price che pagò Duncan per assistere a una serie di sedute durante le quali riuscì a ottenere e ad analizzare un campione del suo ectoplasma: si scoprì che era fatto di garza e albume d’uovo mescolati tra loro. Altre analisi su altri campioni rivelarono che la sostanza era a volte composta di strati di carta igienica, altre ancora di mussola o garza imbevute in fluidi resinosi. Prima di una seduta Duncan venne anche convinta dalla London Spiritualist Alliance a ingoiare una compressa che avrebbe colorato il materiale eventualmente rigurgitato e, in quell’occasione, non apparve alcun ectoplasma. Duncan venne smascherata anche una seconda volta il 6 gennaio del 1933, quando a Edimburgo una persona presente alla seduta tentò di afferrare lo spirito di una bambina: si trattava di una sottoveste bianca. Le luci vennero accese, fu chiamata la polizia e Duncan fu multata di dieci sterline. Nonostante questo la donna proseguì con la propria attività facendo leva, in tempo di guerra, sul dolore delle persone, sulla loro vulnerabilità e sul fatto che le informazioni dal fronte fossero poche e incerte. Le sedute spiritiche divennero in quel momento una forma di intrattenimento molto popolare. Mogli, padri e madri volevano sapere se i loro cari fossero ancora vivi o volevano sapere quando sarebbe avvenuto il prossimo bombardamento aereo. Dopo la seduta durante la quale Duncan rivelò che la HMS Barham era affondata la Royal Navy iniziò a interessarsi alle sue attività, ma fu solo nel 1944, durante i preparativi per lo sbarco in Normandia, che tale interesse si concretizzò. Il 14 gennaio del 1944 Helen Duncan organizzò una seduta alla quale, a sua insaputa, erano presenti due ufficiali della Marina. La medium evocò lo spirito della sorella di uno di loro, che però era ancora viva. I due stettero al gioco e il 19 gennaio, durante un’altra seduta, Duncan venne arrestata in base al Vagrancy Act del 1824 che puniva il vagabondaggio. Così la sua pena si sarebbe limitata a una multa, mentre i giudici volevano per lei una condanna esemplare temendo che la donna potesse continuare a rivelare informazioni riservate, qualunque fosse la sua fonte.
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Immagine dal libro del 1945 The trial of Mrs. Duncan Durante il processo venne dunque invocato il Witchcraft Act che negava l’esistenza dei poteri sovrannaturali prima attribuiti alle streghe e puniva con il carcere chi millantava di possederli traendone profitto. Dopo sette giorni di processo, durante i quali vennero ascoltate in aula decine di testimonianze che i giornali seguirono con grande interesse, Duncan venne giudicata colpevole e incarcerata per nove mesi. Del caso si interessò anche il primo ministro Winston Churchill lamentandosi dell’uso improprio delle risorse del tribunale per seguire una vicenda farsesca basata sul Witchcraft Act e su un capo di imputazione obsoleto. Al suo rilascio, nel 1945, Duncan promise di smettere con le sedute spiritiche, ma non lo fece. Fu arrestata una seconda volta nel 1956 e morì nella sua casa di Edimburgo poco tempo dopo. Il processo a Duncan contribuì all’abrogazione, nel 1951, del Witchcraft Act. Read the full article
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Gaza, media: "Almeno 17 morti in raid su persone in attesa di aiuti" | Israele, accoltellamento alla fermata del bus: ucciso attentatore
31 marzo 2024 00:11 TEMPO REALE I negoziati tra Tel Aviv e Hamas riprendono oggi a Il Cairo 31 mar 15:19 Raid israeliano contro la tendopoli all’ospedale Deir Al-Balah, due morti 31 mar 14:13 Medioriente, Hamas: 32.782 morti a Gaza da inizio guerra 31 mar 13:07 Israele, Pasqua di guerra 31 mar 12:10 Papa Francesco: scambio prigionieri Mosca-Kiev, rilascio ostaggi Gaza  31…
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alessandro54-plus · 2 months
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Pullman Flixbus si ribalta in autostrada: almeno 5 morti e 20 feriti. «A9 chiusa tutto il giorno per i soccorsi»
articolo: https://www.corriereadriatico.it/attualita/flixbus_morti_germania_oggi_27_3_2024-8021336.html Mercoledì 27 marzo 2024 Pullman Flixbus si ribalta in autostrada: almeno 5 morti e 12 feriti gravi. «I soccorsi dureranno fino a sera, A9 chiusa tutto il giorno» Il mezzo della compagnia low cost è uscito di strada per ragioni ancora sconosciute. Poi il dramma: il veicolo si è ribaltato…
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lamilanomagazine · 3 months
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Milano è memoria. Domani la posa di tredici pietre di inciampo per ricordare anche gli operai e le operaie morti nei lager per essersi ribellati al fascismo e ai tedeschi nel 1944
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Milano è memoria. Domani la posa di tredici pietre di inciampo per ricordare anche gli operai e le operaie morti nei lager per essersi ribellati al fascismo e ai tedeschi nel 1944. Milano, domani, giovedì 7 marzo, in occasione del 70esimo anniversario degli scioperi che nel 1944 a Torino e Milano costarono la vita ad operai ed operaie, il Comune di Milano, nell'ambito del progetto Milano è Memoria, e il Comitato Pietre di Inciampo poseranno tredici nuove pietre. Insieme ai nomi di donne e uomini ebrei sarà ricordato anche chi manifestò contro il regime nazifascista che aveva convertito le fabbriche alla produzione di armi necessarie alla guerra impoverendo e affamando la popolazione già stremata da anni di conflitto. La cerimonia avrà inizio alle ore 8.30 in via in via Renato Fucini 5, con la posa della pietra in memoria di Margarethe Weissenstein De Francesco e proseguirà per tutta la mattinata. Vi parteciperanno i membri del Comitato, i familiari e la Presidente del Consiglio Comunale, Elena Buscemi. L'evento di domani rientra e chiude il palinsesto di iniziative dedicate al Giorno della Memoria iniziato lo scorso 25 gennaio con la posa delle prime dodici pietre del 2024. Con quelle di domani si arriverà a 26 in 23 luoghi della città. Dalla prima pietra di inciampo, posta nel 2017 in memoria di Alberto Segre, padre della senatrice a vita, in corso Magenta 55, sono 197 le persone ricordate in città, in 158 vie diverse (23 nuove quest'anno). Un mosaico della memoria che ogni anno aggiunge nuove presenze dove queste persone vissero fino al momento dell'arresto, della deportazione e della morte. Ecco chi sarà ricordato, dove e a che ora: 1. Weissenstein De Francesco Margarethe - via Renato Fucini, 5 alle ore 8.30; 2. Morandi Anacleto - via Eugenio Carpi, 3 alle ore 8.55; 3. Foà Bianca - via Pompeo Cambiasi, 3 alle ore 9.15; 4. Cajelli Giuseppe - via Bernardino de' Conti, 6 alle ore 9.50; 5. Giuliani Mario - via Giovanni Terruggia, 6 alle ore 10.15; 6. Valagussa Angelo - viale Affori, 20 alle ore 10.40; 7. Bosè Egidio - via Cesare Brivio, 7 alle ore 11.05; 8. Agresti Elio - via Amilcare Bonomi (angolo Davanzati), 2 alle ore 11.25; 9. Arabo Eugenio - via privata Leonardo Bruni, 13 alle ore 11.45; 10. Merlini Giuseppe - via Don Giovanni Verità, 7 alle ore 12.05; 11-12. Dana Sara e Behar Lea - via Giovanni Battista Casella, 41 alle ore 12.30; 13. Thomas Carlotta - via Emanuele Odazio, 6 alle ore 13.20.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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viendiletto · 4 months
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27 gennaio, una data da non dimenticare per Fiume
Il 27 gennaio 2024 ricorre il centesimo anniversario di un avvenimento negletto dal secondo dopoguerra ad oggi, ma che all’epoca suscitò entusiasmo e manifestazioni di giubilo in tutta Italia. Veniva infatti firmato quel giorno il cosiddetto “Patto di Roma” con cui il Regno d’Italia e il Regno dei Serbi-Croati-Sloveni (che divenne poi la futura Jugoslavia) si spartivano di comune accordo il territorio del minuscolo “Libero Stato di Fiume”.
Creato a seguito del trattato di Rapallo del 12 novembre 1920 fu una creatura nata morta. Fiume, fino al 1918 Corpus separatum della corona di Santo Stefano (l’odierna Ungheria) era città prettamente italiana che si affacciava sulle rive del golfo del Quarnaro, circondata però da un entroterra a predominanza slava. Il trattato di Londra del 26 aprile 1915 con cui il regno d’Italia s’impegnava ad entrare in guerra contro le potenze centrali gli garantiva cospicui compensi territoriali ma improvvidamente il ministro degli esteri italiano Sidney Sonnino non aveva reputato di richiedere tra essi anche la città liburnica. Il 30 Ottobre 1918 il consiglio comunale in carica di Fiume, denominatosi “Consiglio Nazionale Italiano” proclamava all’unanimità (compresi i consiglieri eletti nelle liste del locale partito autonomista di Riccardo Zanella) l’unione della città alla madrepatria italiana.
La città nel novembre 1918 fu raggiunta dalle truppe del regio esercito ma contemporaneamente la Francia, che mirava ad usare la città come base navale, vi insediò un contingente di truppe coloniali annamite. Il presidente americano Woodrow Wilson si palesò subito fermamente contrario a concedere Fiume all’Italia per motivi di ritorno elettorale (puntava molto per essere rieletto sul voto degli immigrati slavi negli USA ) e anche per un certo arrogante manicheismo, decisamente ingenuo e fuori luogo nel contesto della conferenza di pace di Versailles, dove aveva visto e permesso a Francia ed Inghilterra di tutto e di più. Ben presto scoppiarono disordini tra i cittadini fiumani, spalleggiati dai Granatieri di Sardegna, e le truppe francesi: nel luglio 1919 scontri provocati dai soldati francesi portarono all’uccisione di alcuni soldati dell’esercito transalpino. I granatieri furono allontanati dalla città e sostituiti con altre truppe meno “solidali” con i fiumani.
Il 12 settembre 1919 Gabriele d’Annunzio, il poeta soldato, alla guida di un reggimento dei granatieri ed altre truppe raccolse il grido di dolore dell’infelice città e vi si insediò tenendo alta la fiaccola dell’italianità fiumana fino al “Natale di sangue” 1920 quando fu scacciato dal regio esercito in ottemperanza appunto al trattato di Rapallo. Insediatosi nel 1921 il governo zanelliano il nuovo staterello fu subito e continuamente scosso da feroci scontri tra i cittadini che volevano l’annessione all’Italia ed i sostenitori di Zanella. Nel 1922, dopo ulteriori feroci scontri con morti e feriti, Zanella abbandonava la città rifugiandosi nella vicina Sussak, sotto l’ala protettrice di Belgrado.
Vennero alfine intavolate trattative che portarono alla divisione del territorio conteso: la città a maggioranza italiana passava al Regno d’Italia, cui era unita da una stretto corridoio che andava da Volosca a Borgomarina, nei sobborghi occidentali della città; l’entroterra con il Delta (posto tra l’Eneo e la Fiumara, ad est della città, ove erano posti i magazzini maggiori del porto e il binario della ferrovia che univa Fiume all’entroterra mitteleuropeo) e porto Bàross (per gli italiani porto Nazario Sauro, foraneo al porto principale di Fiume) passavano al regno serbo-croato-sloveno.
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Il 16 marzo 1924 l’annessione veniva sancita dalla visita in città del Re Vittorio Emanuele III di Savoia: veniva così coronato, purtroppo solo temporaneamente ed in modo incompleto, il sogno dei cittadini della “città olocausta”, come la definì d’Annunzio.
Franco Pizzini Sezione di Venezia dell’Associazione Nazionale Alpini Capogruppo alpini di Fiume d’Italia 
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e-o-t-w · 9 months
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Eyes on the world #160
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Ultimi bagni, ultime giornate di sole, ultimi scampoli d’estate prima di abbracciare l’autunno.
Questa settimana sul piatto argomenti tra i più vari, partendo – come di consueto – dalla guerra in Ucraina. Si fa poi un salto in casa nostra per le due principali notizie della settimana, per proseguire in Messico, al British Museum, in Marocco e infine con uno sguardo al mondo tech.
È arrivato il momento di cominciare 👇
🇺🇦 CORRUZIONE IN UCRAINA, I ROTTAMI TROVATI IN ROMANIA, LE ELEZIONI IN RUSSIA: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Ripartiamo dalla guerra in #Ucraina e dal recente mini-rimpasto di governo che ha visto al centro proprio l’esecutivo del presidente ucraino #Zelensky. Il ministro della Difesa Oleksii Reznikov è stato sostituito la scorsa settimana, anche se la decisione era nell’aria da mesi. Sembra che al suo posto possa essere nominato Rustem Umerov, a capo del Fondo statale ucraino per il momento. Le motivazioni dietro l’allontanamento di Reznikov sono da rintracciare nei recenti casi di corruzione che hanno coinvolto diverse amministrazioni pubbliche ucraine e – soprattutto – l’utilizzo dei nuovi fondi arrivati a causa della guerra (si parla per lo più di forniture di cibo e vestiario per i soldati pagate molto più del previsto). Tornando sul campo, non si sono fermati gli attacchi da ambo le parti. Mercoledì la #Russia, ad esempio, ha colpito con dei missili la città di Kostiantynivka, causando almeno 17 morti e oltre 30 feriti. Intanto il Regno Unito, tramite la propria ministra dell’Interno Suella Braverman, ha depositato in parlamento una proposta di legge affinché il gruppo di mercenari #Wagner venga considerato un’organizzazione terroristica. Qualora il testo passasse, sostenere in ogni forma l’organizzazione sarebbe illegale, con multe fino a 5.000 sterline e 14 anni di carcere. Un provvedimento simile era stato già preso da Ucraina, Estonia, Lituania e Francia. Novità dagli Stati Uniti inoltre, che hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari e umanitari del valore di circa 1 miliardo di dollari, tra i quali troviamo le famose munizioni a uranio impoverito, già inviate dal Regno Unito a marzo. Verranno utilizzate principalmente per distruggere carri armati avversari, dotando gli M1 Abrams inviati proprio dagli #USA. Curioso l’episodio che in settimana ha riguardato la #Romania, il cui ministro della Difesa Angel Tilvar ha reso noto che dei rottami (probabilmente appartenenti a un drone russo) sono stati trovati in un’area vicina al confine ucraino. La scoperta ha causato qualche preoccupazione, essendo la Romania oltretutto un paese #NATO, ma è molto difficile che tale episodio possa portare a un allargamento del conflitto a nuovi paesi. In ultima analisi, da segnalare l’inizio delle votazioni per eleggere i consigli locali e regionali di 21 regioni della Russia più le 4 ucraine annesse illegalmente (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia). Com’è facile immaginare, non si tratta di elezioni svolte democraticamente, con i candidati non favorevoli al presidente russo Putin e alla guerra in Ucraina sistematicamente esclusi dalla corsa.
🇮🇹 DECRETO LEGGE SU CRIMINALITÀ MINORILE E DICHIARAZIONI SUL DISASTRO DI USTICA: LE ULTIME DALL’ITALIA
(2) È destinato a dividere il paese l’ultimo provvedimento approvato dal governo #Meloni per contrastare la criminalità minorile e illustrato in conferenza stampa dalla stessa premier giovedì. Questi i punti principali del decreto: è stata introdotta la possibilità di “ammonire” ragazzi e ragazze di almeno 12 anni in caso di rissa, percosse o minacce, anche senza denuncia, con un avviso orale che li invita – in sostanza – a mantenere una condotta in linea con la legge; l’età minima per il Daspo urbano (con il quale è possibile ordinare a una persona ritenuta pericolosa di allontanarsi da uno specifico territorio) è stato abbassato da 18 a 14 anni; sono state aumentate le sanzioni per il porto d’armi e lo spaccio di droga, che – anche se di lieve entità – potrà portare all’arresto immediato se trovati in flagranza di reato; chi riceve un avviso orale potrà anche vedersi vietare l’utilizzo di cellulari e smartphone per un periodo limitato di tempo (norma tra le più discusse viste le oggettive difficoltà di applicabilità); i genitori di ragazzi e ragazze che hanno ricevuto un avviso orale potranno ricevere una sanzione da 200 a 1.000 euro, a meno che non dimostrino di non aver potuto impedire la cattiva condotta, mentre per coloro che non permetteranno il rispetto dell’obbligo scolastico (attualmente fino ai 16 anni) potrebbe anche scattare il carcere fino a 2 anni; il processo a carico di un minorenne potrà essere chiuso in anticipo da un giudice qualora l’imputato acceda a un percorso di reinserimento e svolga lavori socialmente utili. Non è entrata in decreto la riduzione dell’età minima per l’imputabilità (da 14 a 12 anni). Il testo ha comunque portato a diverse discussioni tra magistrati ed esperti, convinti che si debba intervenire maggiormente sul contesto educativo, piuttosto che con l’inasprimento delle pene.
In settimana hanno fatto discutere anche le dichiarazioni, un po’ (tanto) a sorpresa, dell’ex presidente del Consiglio Giuliano #Amato. Il premier ha rilasciato un’intervista a Repubblica nel quale fa emergere la propria versione dei fatti sul disastro di #Ustica, quando l’aereo DC-9 della compagnia Itavia precipitò in mare proprio vicino all’isola siciliana nel 1980. Nell’incidente morirono 81 persone e non fu mai fatta chiarezza su cosa provocò la caduta del velivolo, né si arrivò a una chiara dinamica di quanto accaduto. Amato ha fatto sapere che la ricostruzione più affidabile, secondo lui, ha come protagonista l’aeronautica francese, che abbatté l’aereo servendosi di un caccia confondendo l’obiettivo con un altro, nel quale si pensava stesse viaggiando il leader libico di allora Muammar #Gheddafi. In sostanza il DC-9 si sarebbe trovato in mezzo a una battaglia aerea tra Libia e NATO, ma ciò non venne mai confermato (la scusa di un’esercitazione aerea avrebbe consentito di far passare l’attentato come un semplice incidente). Nel corso dei decenni ci sono stati processi, indagini, testimonianze, ma anche depistaggi e reticenze che non consentirono mai di giungere a una sentenza, o anche quantomeno a una ricostruzione effettiva di quanto accaduto. Amato ha fatto sapere anche che nel 1986, quando era sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ricevette dall’allora premier Craxi il compito di occuparsi della vicenda. Il volo di Itavia sarebbe stato quindi abbattuto per errore con Gheddafi sarebbe stato avvisato (sembra dallo stesso Craxi) dell’agguato, evitando quindi di salire a bordo. L’ex premier ha anche dichiarato di non avere le prove concrete che ciò da lui detto sia vero, ma dal canto loro le istituzioni francesi e italiane hanno fatto sapere di essere a totale disposizione per lavorare insieme ed eventualmente fare nuova luce sul fatto. Quella di matrice francese resta comunque la versione più credibile tra tutte, soprattutto in virtù del ritrovamento sulle montagne della Calabria – un mese dopo il disastro di Ustica – di un aereo da combattimento libico abbattuto. È infatti pressoché fuori discussione che nel #Mediterraneo centrale siano avvenuti scontri aerei di varia natura, ma di chiarimenti ufficiali e definitivi – ancora – neanche l’ombra.
🇲🇽 MESSICO: LA CORTE SUPREMA DEPENALIZZA L’ABORTO IN TUTTO LO STATO. VITTORIA DELLA “MAREA VERDE”
(3) Voliamo in #Messico dove, a due anni dall’unanimità per depenalizzare l’#aborto nello stato di Coahuila, la Corte suprema ha preso la storica decisione di estendere tale provvedimento all’intero paese. Bisogna tornare al settembre del 2021 per ritrovare l’illegalità pressoché totale dell’aborto in ogni stato messicano, punibile persino con 30 anni di carcere in certi casi. Da allora era cominciato un processo lungo e tortuoso per depenalizzarlo in più territori possibili, fino alla decisione della Corte. Il reato di aborto è stato rimosso dal codice penale federale e sia il servizio sanitario pubblico federale che ogni istituzione sanitaria equivalente dovrà offrire l’aborto in sicurezza a chiunque ne faccia richiesta. Si tratta di una sentenza cruciale anche per tutti quegli stati degli #USA che attualmente lo limitano, aprendo le porte all’interruzione di gravidanza semplicemente recandosi in uno stato messicano. In America Latina invece l’aborto era già stato legalizzato in Argentina, Colombia, Uruguay e – in alcuni casi – anche in Ecuador. Il risultato ottenuto è frutto del duro lavoro di un movimento di attiviste e gruppi femministi riuniti nella cosiddetta “marea verde” (per via del colore dei fazzoletti usati come simbolo della lotta).
🖼 BRITISH MUSEUM NELLA BUFERA: OLTRE 2000 OGGETTI RUBATI E RIVENDUTI SU EBAY DA UN EX DIPENDENTE
(4) Siete mai stati/e al #BritishMuseum a #Londra? Potrebbe non essere più lo stesso a breve. Il motivo è presto detto: uno scandalo sta mettendo a rischio la sua credibilità e popolarità a livello internazionale. Il curatore della collezione di antichità greche e romane, Peter #Higgs, avrebbe rubato qualcosa come 2.000 oggetti archeologici dai depositi del museo, per poi rivenderli su #eBay a prezzi parecchio più bassi del loro – inestimabile – valore. Parliamo di pietre preziose, oggetti risalenti tra il 1.500 a.C e l’800, ma anche gioielli d’oro. Il tutto nell’arco di 20 anni. Circa 2 settimane fa, il direttore del museo Hartwig Fischer si era dimesso improvvisamente e solo pochi giorni fa è stato comunicato che alcuni oggetti (senza specificare il numero) erano stati rubati e/o danneggiati. Tuttavia si è poi scoperto che i vertici del museo fossero a conoscenza della problematica già dal 2021 e che Higgs sia stato allontanato dal museo solo nel luglio di quest’anno. Fu il commerciante danese Ittai Gradel il primo ad accorgersi di questa anomalia, dopo aver acquistato da eBay quelli che avevano tutta l’aria di essere oggetti provenienti dalle collezioni del British. Ognuno di questi era stato venduto dalla stessa persona, tale Paul Higgins, il cui conto PayPal era però intestato proprio a Peter Higgs. Avvisati della possibile problematica, sia il vicedirettore del museo Jonathan Williams (anche lui dimessosi in questi giorni) che lo stesso Fischer avevano risposto di non aver individuato alcuna anomalia. Al momento sono in corso diverse indagini, compresa una da parte della polizia metropolitana di Londra, ma nessuno è stato ancora arrestato. Da tempo diversi musei – prevalentemente – inglesi e francesi sono al centro di discussioni e polemiche riguardo la possibilità di restituire quanto sottratto a popolazioni straniere in periodo coloniale e non solo, basti pensare ai pezzi di Partenone staccati dal tempio di Atene.
🇲🇦 UN DEVASTANTE TERREMOTO COLPISCE IL MAROCCO: ALMENO 600 I MORTI E OLTRE 300 I FERITI
(5) Un gravissimo #terremoto ha scosso il #Marocco la notte scorsa. Finora, in base a quanto fatto emergere dalle autorità, si parla di oltre 600 morti e più di 300 feriti. La scossa principale ha avuto una magnitudo di 6,8 gradi, con l’epicentro situato intorno ai 70 km di distanza da Marrakech. Qui sono crollati diversi edifici storici e persino il minareto della moschea nella piazza Jamaa el-Fna. Danni registrati anche in numerose località montuose, dove far arrivare i soccorsi è molto più complicato. Si tratta di uno dei disastri più gravi nella storia del paese, non paragonabile tuttavia a quanto accadde nel febbraio 1960, quando un terremoto di 5,7 gradi arrivò a causare la morte di più di 12 mila persone.
💻 LA COMMISSIONE EUROPEA HA INDIVIDUATO LE SEI GATEKEEPER NEL MONDO DIGITAL
(6) Chiudiamo con una notizia proveniente dal mondo #tech. Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato interno e i servizi, mercoledì ha reso noto che la Commissione Europea ha individuato 6 compagnie “gatekeeper” nell’ambito del Digital Markets Act (#DMA, normativa che regola il mercato di internet). In sostanza, saranno sottoposte a regole più stringenti in tema di concorrenza. Le magnifiche 6 sono: Alphabet, Amazon, Microsoft, Apple, Meta e ByteDance. Il DMA nasce per impedire che le grandi piattaforme digitali ottengano il monopolio e agiscano da una posizione di forza rispetto ad altri competitor, impedendogli di entrare nel mercato. Queste aziende non potranno favorire i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza e dovranno consentire agli utenti di cancellare app preinstallate sui loro dispositivi (azione attualmente impossibile da eseguire). Chi non rispetterà le regole imposte dalla Commissione, potrà essere punito con multe fino al 10-20% del fatturato annuo, in base al numero di violazioni.
Alla prossima 👋
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tempi-dispari · 9 months
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Skiantos: rivoluzione punk/futurista
Contesto storico e sociale
Il 1975 è un anno di guerra civile latente. Molti scontri fisici tra estrema sinistra e neofascisti, in cui il numero di neofascisti uccisi superava quello dei morti di sinistra: un altro segno dell’evoluzione di una linea armata e organizzata nell’area su cui dominavano le Brigate rosse.
Fu l’anno in cui Pierpaolo Pasolini morì ucciso barbaramente a Ostia dal Rana che gli passò su e giù con la macchina sfigurandone il cadavere nel fango della più tenebrosa periferia romana. È anche l’anno in cui i Khmer Rossi del dittatore comunista Pol Pot prendono il potere in Cambogia e scatenano un genocidio che fa concorrenza per mostruosità a quelli di Hitler e di Stalin, ma anche l’anno in cui i Pink Floyd raggiungono l’apice del successo e in cui la Soka Gakkai internazionale, la versione giapponese del buddismo organizzato, viene fondata ufficialmente. È ancora l’anno in cui seguita a trascinarsi l’eterno processo per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 in cui adesso sono imputati sia estremisti di destra che di sinistra.
In Inghilterra accadono grandi cose: Charlie Chaplin viene insignito col titolo di baronetto dalla regina Elisabetta. Margaret Thatcher viene eletta leader del partito conservatore inglese e dunque candidata a diventare Prime Minister quando i tories vinceranno le elezioni. A marzo si apre il quattordicesimo congresso del partito comunista che Enrico Berlinguer vince largamente con la sua idea del Compromesso Storico contro l’ala filosovietica di Armando Cossutta.
La guerra del Libano metteva in crisi un paese occupato dall’Olp di Yasser Arafat che vagava nel Medio Oriente senza trovare pace né patria. Partiva la prima attività di uno sconosciuto ragazzo intraprendente di nome Bill Gates che aveva impiantato una azienda informatica in un garage da cui sarebbe uscita Microsoft e il personal computer.
In Spagna muore il dittatore Francisco Franco che aveva tenuto il potere per trentasei anni dopo essersi ribellato alla Repubblica spagnola e aver vinto quella guerra con l’aiuto di Hitler e Mussolini, mentre la parte opposta aveva ricevuto armi e istruttori dell’Unione sovietica. La guerra di Spagna aveva lasciato una grande piaga aperta che seguitava a produrre dolore e nostalgie ancora durante gli anni Sessanta e Settanta.
La Spagna voltava pagina senza avere risolto i suoi problemi ideologici.
La sua azione in quella guerra aveva prodotto un conflitto sempre più violento fra comunisti e sinistra non comunista, le cui conseguenze si riverberavano ancora nella politica italiana del dopoguerra, provocando la crescita di quell’anticomunismo di sinistra che fu una componente genetica dei socialisti italiani, fra loro spaccati tra frontisti e autonomisti, come gli anni di Craxi mostreranno subito dopo quel 1975.
Nasce il Fondo per l’Ambiente Italiano: Storia, arte e natura da salvare e restituire ai cittadini italiani, rinverdendo in questi ultimi la consapevolezza e l’orgoglio di avere a pochi passi da casa un patrimonio inestimabile da preservare per le future generazioni. Un merito che da decenni viene riconosciuto agli attivisti del Fondo per l’Ambiente Italiano, il cui atto di nascita venne sottoscritto il 28 aprile del 1975, a Milano.
Finisce la guerra in Vietnam: «Questa è un sporca guerra crudele ma spero che voi a casa riusciate a capire perché la combattiamo». Furono le ultime parole indirizzate da un soldato americano alla sua famiglia, prima di morire in battaglia nel 1969. Sei anni dopo terminava uno dei conflitti più sanguinosi del Novecento, che avrebbe lasciato sul terreno i corpi straziati di milioni di innocenti e di giovani soldati mandati a morire senza un perché.
Inaugurata Gardaland: Catturato dalle meraviglie di Disneyland, l’imprenditore Livio Furini decide di trasporre quell’esperienza nel suo Paese, dando vita a Gardaland, il primo parco di divertimenti stabile in Italia. Un investimento da 200 milioni di lire che coinvolge altri soci e che dopo l’acquisto di terreni in località Ronchi (nel comune di Castelnuovo del Garda, in Veneto), vede iniziare i lavori nel febbraio del 1975.
Nasce il videogioco domestico: I giochi elettronici entrano nel quotidiano di milioni di ragazzi con la prima versione domestica di un videogioco. Si tratta di Pong, simulatore di ping-pong sviluppato da Atari, già noto ai giovanissimi frequentatori di sale giochi nella versione coin-op (lanciata nel 1972).
Esce “A Night at the Opera” dei Queen: Con A Night at the Opera i Queen sfornano il loro quarto album, che consacra la band britannica nel panorama del rock mondiale.
Prodotto da Roy Thomas Baker e finito di registrare a luglio del 1975, il disco era stato inizialmente concepito come parte di un doppio album, che avrebbe dovuto contenere anche il successivo “A Day at the Races” (uscito a distanza di un anno); questo perché entrambi i titoli richiamano due omonimi film dei fratelli Marx, alla cui geniale comicità Freddie Mercury e company volevano rendere omaggio.
In questo contesto muovono i primi passi gli Skiantos!
Va subito chiarito che gli Skiantos hanno avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto (Bologna) al momento giusto (il 1977), visto che il cosiddetto “Movimento del ’77”, partito da un’occupazione dell’Università di Roma per protestare contro il progetto di riforma del ministro dell’Istruzione, si era diffuso velocemente in tutt’Italia attecchendo rapidamente soprattutto nel capoluogo emiliano.
Il gruppo nasce in forma embrionale nel 1975 a Bologna, quando un gruppo di ragazzi del DAMS si ritrova per suonare nella cantina del futuro cantante Roberto Antoni, poi conosciuto come Freak Antoni. Nel 1976 Freak Antoni faceva parte anche di un gruppo chiamato Demenza Precoce. Il progetto Skiantos prese maggiore concretezza nel 1977 con Inascoltable, inciso in «una notte di improvvisazione per una decina di persone innamorate della musica» (Freak Antoni), molte delle quali non si conoscevano fra loro.
Alle registrazioni, che furono pubblicate su musicassetta da Oderso Rubini della Harpo’s Bazaar (in seguito Italian Records), parteciparono 5 cantanti, 6 musicisti. I concerti del gruppo, soprattutto agli inizi, sono caratterizzati da performance provocatorie con riferimenti all’avanguardia futurista e dadaista, che includono il lancio di ortaggi sul pubblico da parte dei musicisti.
Oltre a sfidare la politica e il modello tradizionale di musica (gli Skiantos hanno sempre dichiarato con orgoglio di non saper suonare), la band propone anche concerti assurdi, dove i membri del gruppo si presentano talvolta vestiti con impermeabili e scolapasta in testa, altre volte in abiti eleganti che verranno poi sporcati dal lancio di oggetti e sostanze varie dalla platea.
In questo senso, le esibizioni degli Skiantos sono una sfida al pubblico e un ribaltamento del rapporto star-pubblico, che viene spesso insultato e provocato, con tanto di lancio di ortaggi verso gli spettatori (poi prontamente rilanciati dagli stessi sul palco).
1978-1982: dalla Cramps Records allo scioglimento Nel 1978 gli Skiantos realizzano per la Cramps Records di Gianni Sassi il loro secondo LP dal titolo MONO tono, a detta del leader Freak Antoni un disco punk, con cui si affermano grazie anche all’anticonformismo di rottura sociale tipico del Movimento del ’77, di cui il gruppo stesso diventa ben presto uno dei portavoce.
Il disco fu preceduto dal singolo Karabigniere Blues/Io sono un autonomo, sempre pubblicato dalla Cramps Records. Il disco inizia con un dialogo accelerato in gergo giovanile dell’epoca. Ma tutti i brani sono straordinari, con il puro nonsense che raggiunge livelli stellari (“Io me la meno/ ogni notte mi dimeno/ domani prendo il treno/ e vado fino a San Remo”), anche se i testi toccano il vertice assoluto nel brano-manifesto “Largo all’avanguardia” (“Siete un pubblico di merda/ applaudite per inerzia” .
“Compran tutti i cantautori/ come fanno i rematori/ quando voglion fare i cori/ che profumano di fiori/ Me mi piace scoreggiare/ non mi devo vergognare”). Con questo brano si comprende con certezza che gli Skiantos adottano programmaticamente la scelta di usare termini “bassi”, allo scopo di porsi come dicotomica alternativa anti-colta all’imperante cultura alta, sfruttando la loro più grande trovata: la demenzialità.
Il 2 aprile 1979 partecipano al Bologna Rock, un festival che si svolse nel palasport locale e che vedeva sul palco i migliori gruppi dell’allora scena punk rock e new wave cittadina. Fra questi vi erano i Windopen, Luti Chroma, Gaznevada, Bieki, Naphta, Confusional Quartet, Andy J. Forest, Frigos e Cheaters.
Gli Skiantos portarono sul palco una cucina, un tavolo, un televisore e un frigo, misero a bollire gli spaghetti e poi li mangiarono, senza suonare nulla; alle proteste del pubblico Antoni avrebbe risposto “Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda”. L’esibizione, definita una fuga dall’immagine stereotipata del gruppo rock in cui la band cominciava a sentirsi intrappolata, fu però fraintesa e disprezzata da molti dei precedenti estimatori.
Freak Antoni a tale proposito ha commentato: “La nostra provocazione aveva toccato, a seconda dei punti di vista, il fondo e l’apice nello stesso momento”.
Nel 1979 danno alle stampe l’LP Kinotto, a detta di Freak Antoni un LP new wave. Nello stesso anno partecipano al concerto Omaggio a Demetrio Stratos organizzato dalla Cramps Records.
Dalle registrazioni del concerto fu realizzato l’album 1979 Il concerto – Omaggio a Demetrio Stratos che, oltre all’inedita Ehi Bubba Loris degli Skiantos, raccoglie i brani di altri autori presenti, tra cui gli Area, Francesco Guccini, Eugenio Finardi, Roberto Ciotti, Angelo Branduardi, Antonello Venditti e Kaos Rock.
Lo stesso anno Freak Antoni si separa dagli Skiantos, che si presentano alla selezione per il Festival di Sanremo con “Fagioli”, ma vengono scartati.
Il 6 febbraio 1980 il gruppo viene invitato dalla Cramps Records al festival musicale Rock ’80. I brani del concerto vengono pubblicati nella compilation dall’omonimo titolo, in cui compaiono anche altri gruppi tra cui i Kaos Rock, gli Windopen, i Take Four Doses, gli X Rated, le Kandeggina Gang e i Dirty Actions. In seguito, Rock ’80 sarebbe stato ristampato più volte in Italia e in Germania.
Sempre nel 1980 esce una delle loro canzoni più famose, Mi piaccion le sbarbine, già brano di apertura di Kinotto, inserita come lato B del singolo Fagioli. Fu la scelta di presentare Fagioli alle selezioni del Festival di Sanremo 1980 a determinare la fuoriuscita del cantante dal gruppo, che negli anni successivi si dedicò ad altri progetti tra i quali Beppe Starnazza e i Vortici, L’incontentabile Freak Antoni e ad esprimere il suo lato più squisitamente satirico e letterario.
Dopo questa opera, all’apice del successo, arrivò nel 1980 l’LP Pesissimo! dove nel retro-copertina appariva la signora Matilde, mamma del batterista del gruppo Leo Tormento Pestoduro. Fu anche il primo e unico LP che non vide la partecipazione dello storico leader Freak Antoni.
Al suo posto debuttò Linda Linetti, la prima voce femminile degli Skiantos. Nel 1981-1982 gli Skiantos furono coinvolti in un’improbabile e curiosa pubblicità delle patatine Good Pai, con la manipolazione del brano “Eptadone”. Le critiche ricevute per l’album “Pesissimo!” porteranno poi il gruppo allo scioglimento nel 1982.
Nel 1981 Freak Antoni pubblica il box L’incontenibile Freak Antoni, composto da cinque singoli di altrettante denominazioni fasulle (I Nuovi ’68, gli Hot funkers, Astro Vitelli & i Cosmoz, i Genuine Rockers e i Recidivi).
1987-2009: rinascita e riscoperta della band Il gruppo si ricompone temporaneamente nella formazione a 3 (Freak Antoni, Dandy Bestia e Stefano Sbarbo) nel 1984 con la pubblicazione di Ti spalmo la crema, prologo della riunione definitiva che avverrà nel 1987 con l’album Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti.
Dei componenti del nucleo storico rimangono il cantante Roberto “Freak” Antoni e il chitarrista/compositore delle musiche Fabio “Dandy Bestia” Testoni a cui si aggiunge nel 1990 il bassista Marco Nanni (ex Stadio, ex Lucio Dalla) detto “Marmo”. La formazione originale, tranne il bassista Frankie Grossolani, si riunisce occasionalmente nel 1999 per registrare l’album Doppia dose.
Nel 1992 gli Skiantos pubblicano Signore dei dischi e nel 1993 Saluti da Cortina che ottengono un buon successo.
Agli Skiantos viene attribuito il merito di avere inventato il rock demenziale[1], basato su testi ironici e apparentemente banali dai quali emerge spesso una satira intelligente, graffiante e surreale. Il gruppo definisce il termine “demenziale” come «un cocktail di ironia, improvvisazione, poesia quasi surreale, cretinerie, paradossi e colpi di genio».
Nel gennaio 2008, Freak Antoni ha raccontato le origini e il percorso degli Skiantos nel programma Fahrenheit di Radio 3, nella sezione Storyville, in cinque puntate di circa mezz’ora; l’audio e le trascrizioni sono reperibili qui.
Gli Skiantos hanno avuto una certa influenza su diversi artisti dell’area bolognese, tra cui Vasco Rossi (che li vorrà come gruppo di spalla al tour del 1990), Luca Carboni e altri. A testimonianza della conquistata rispettabilità artistica, nell’album Doppia dose gli Skiantos si avvalgono della collaborazione di vari artisti di fama come Lucio Dalla, Luca Carboni, Enzo Iacchetti e Samuele Bersani. Ha collaborato alla registrazione di alcuni album anche il batterista Vincenzo Restuccia.
Nel 2004 e 2005 sono ospiti musicali fissi di Colorado Cafè, programma di cabaret trasmesso da Italia 1 e ideato da Diego Abatantuono.
Nel 2007 al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti grazie al lavoro comune di Freak Antoni e Giordano Sangiorgi, patron del Mei, gli Skiantos festeggiano i 30 anni di carriera dall’uscita del primo disco. Nello stesso anno Giordano Sangiorgi con Benedetto Zacchiroli dello staff del Sindaco del Comune di Bologna Sergio Cofferati premia Freak Antoni in Comune a Bologna per i 30 anni di carriera con un premio legato a Bologna Città Creativa della Musica Unesco.
All’inizio del 2009 esce Dio ci deve delle spiegazioni (“possibilmente convincenti” è il sottotitolo), un album che nella biografia ufficiale viene definito “ad alto tentativo d’introspezione e che si fa carico di alcune domande a carattere umano-esistenziale”. Nel dicembre del 2009 esce Phogna – The Dark Side of the Skiantos, EP con quattro brani.
2012-oggi: abbandono e morte di Freak Antoni, fatti recenti Nell’aprile del 2012 Roberto “Freak” Antoni comunica la sua volontà di lasciare il gruppo. Il cantante ha affermato di aver preso tale decisione per lo scarso spazio destinato al gruppo nell’odierna scena musicale, preferendo concentrarsi su nuovi progetti artistici, tra i quali la Freak Antoni Band e alcune collaborazioni musicali.
Il 27 giugno del 2013 sulla pagina Facebook degli Skiantos appare il messaggio «E se si ripartisse senza Freak?? Apriamo il dibattito…», che segnala che gli Skiantos rimasti stanno valutando di tornare sul palco anche senza il loro leader storico.
Freak Antoni muore nel febbraio 2014, dopo un lungo periodo di malattia.
Per ricordarlo gli Skiantos organizzano il 16 aprile, giorno del suo compleanno, un concerto a Bologna a cui partecipano gruppi e solisti sia demenziali, come Lino e i Mistoterital, Marco Carena, i Powerillusi, i Belli Fulminati nel Bosco, sia di altri generi ma a lui legati come Eugenio Finardi, Ricky Gianco, Gli Avvoltoi, Claudio Lolli, Omar Pedrini, Luca Carboni, Johnson Righeira, Maurizio Solieri, Ricky Portera e Altera.
Nel novembre 2014 gli Skiantos pubblicano il nuovo singolo “Evacuazioni”, l’ultimo inciso con Freak Antoni.
L’anno successivo il gruppo riprende l’attività live, esibendosi in varie occasioni tra cui alla rassegna “Imola in musica” il primo giugno 2016, al “Festival della Canapa” di Forlì il 17 e 18 giugno 2016 e al “Festival dell’Unità” di Ravenna il 9 settembre 2016.
Nel 2018 gli Skiantos partecipano all’album Powerillusi & Friends dei Powerillusi; nel disco interpretano il brano Il superpezzo[18]. Dal 2019 inizia una collaborazione con il cantante Nevruz.
Gli Skiantos hanno generato numerosi stuoli di imitatori: i primi sono stati i Sorella Maldestra, che pubblicarono l’lp “Cadavere” nel 1979. Più punk, più duri e più volgari, e decisamente in competizione: nel loro brano più celebre, “Io sono un fric”, un verso è decisamente esplicativo (“Degli Skiantos me ne frego/ non li vedo né li cago”). Devono qualcosa agli Skiantos anche i gruppi che parteciparono al progetto Rock 80 della Cramps, come i Windopen (“Sei in banana dura”) e le Kandeggina Gang (“Sono cattiva”).
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italianiinguerra · 1 year
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Pillole di Seconda Guerra Mondiale: 12 marzo
1940 – Si conclude la guerra d’inverno nota anche come guerra russo-finlandese, iniziata il 30 novembre 1939 con l’attacco della Finlandia da parte dell’Unione Sovietica, che ebbe come conseguenza l’espulsione di quest’ultima dalla Società delle Nazioni. Dopo un a valoroso resistenza, che causò all’Armata Rossa oltre 126 mila uomini fra morti e dispersi, si giunse ad un accordo di pace, il…
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kritere · 1 year
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Bollettino Covid oggi, i dati di contagi e morti in Italia di domenica 12 marzo regione per regione
DIRETTA TV 12 Marzo 2023 I dati dei bollettini covid di oggi, domenica 12 marzo 2023, sul numero aggiornato di contagi, morti e ricoveri nelle regioni italiane che ancora rendono disponibile il bollettino quotidiano. 0 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su ATTIVA GLI AGGIORNAMENTI Il bollettino Covid di oggi, domenica 12 marzo 2023, con i dati in aggiornamento…
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ca-la-bi-yau · 2 years
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🏳️‍⚧️Trans Day of Remembrance🏳️‍⚧️
Tw: v1olenc3, su1cid3, transphobia, gender disphoria
Il 20 novembre è il Trans Day of Remembrance, la giornata che dal 1999 ricorda le vittime trans* del bigottismo e della violenza transfobica della società. Non è e non dovrebbe essere solo una giornata di ricordo, di lutto, di veglie e di candele ma soprattutto un giorno di rabbia.
Secondo i dati riportati dalle associazioni nel 2022, fino ad ora, ci sono state 381 vittime di transfobia in tutto il mondo: in media, più di una persona trans* al giorno perde la vita per cause non naturali. Dal 2008 ad oggi sono morte almeno 5000 persone trans*, con un aumento dell'8% solo negli ultimi 3 anni. L'età media delle perosne trans* morte quest'anno è di 27 anni; la più giovane aveva solo 12 anni, la più anziana 59. Come ogni altro tipo di discriminazione anche quella transfobica è intrecciata a tutte le altre: il 95% di coloro che sono state uccise in tutto il mondo erano donne trans o persone trans* femminili. Il 65% erano nere o facente parte di un altro gruppo razzializzato. Nonostante questo dato sono in aumento i casi di suicidi di uomini trans o persone trans* maschili: 52 i casi dal 2015 al 2022.
Tutti questi dati sono OVVIAMENTE SOTTOSTIMATI, a causa del fatto che molto spesso queste notizie non arrivano sui giornali, uno dei modi principali con cui si è in grado di monitorare questi numeri ogni anno. Questi dati sono tragici se li si contestualizzano sul numero di persone trans* stimate nel mondo, cioè circa 1 milione, meno dell'1% della popolazione mondiale.
E l'Italia? L'Italia si piazza al primo posto in Europa per vittime di transfobia. Con il barbaro omidicio avvenuto a Roma, nel quartiere Prati, solo tre giorni fa, siamo arrivate a 11 morti nel 2022, fino a questo momento.
Non voglio parlare delle storie di vita di queste persone ma penso sia importante ricordarne i nomi, la loro età, come hanno perso questa loro vita.
Un anno fa (ma la notizia è stata condivisa solo ad ottobre 2022) ELIOS, 15 anni, si è buttato dal quarto piano di un palazzo.
MAUDIT, 29 anni, si è suicidatx il 30 marzo scorso.
CAMILLA, 43 anni, è stata ritrovata in un fiume, picchiata e fucilata.
CLOE, 58 anni, è morta suicida nel proprio camper carbonizzato, il 10 giugno. Della sua storia si è parlato molto, soprattutto perchè complice delle varie umiliazioni che ha subito, e che l'hanno portata a isolarsi per mesi e a togliersi la vita, c'era l'assessora all'istruzione leghista della regione Veneto.
SASHA, 15 anni, l'11 giugno si è lanciato dal sesto piano di casa sua.
NAOMI, 47 anni, è stata ritrovata morta in una camera d'hotel, strangolata a mani nude.
CHIARA, 19 anni, si è tolta la vita in casa un mese fa.
MORGANA, donna trans senza fissa dimora, è morta di freddo in mezzo alla strada.
Di altre due donne trans sono senza nome: una è stata investita da una macchina in tamgenziale, la seconda è precipitata da un palazzo e non è chiaro se si tratti di un suicidio o di transicidio.
3 giorni fa, il 17 novembre, è morta MARTA, 65 anni, uccisa con un'arma da taglio.
Le istituzioni italiane e i partiti politici di questo paese sono fautrici e complici della discriminazione e della follia transfobica che ha ucciso queste persone. E non parlo solo del vergognoso applauso in Parlamento per l'affossamento del discusso DDL Zan ma anche dei continui tradimenti, passi indietro e di lato, che le persone trans* e le associazioni hanno visto e subito da parte di quel blocco granitico e democristiano che il DDL Zan lo ha portato avanti. Quel blocco che ancora occupa abusivamente il nome di Sinistra, e che, non avendo più alcuna altra differenza nè motivo di conflitto con la destra post fascista che ci governa, prende come bandierina quella dei diritti civili. Troppo spesso, però, la questione dei diritti della comunità LGBTQIA+, finisce per essere inglobata totalmente in quella cis gay mentre tutto il resto della comunità, specialmente T, viene lasciato indietro, con l'identità di genere che diventa oggetto di scambio e di vergognoso compromesso politico.
Questi sono i dati che riguardano le persone uccise dalla transfobia. Non toccano però la violenza sistemica e quotidiana che le persone trans* subiscono OGNI GIORNO, in praticamente ogni ambito della loro vita: deadnaming e  misgendering, la non rappresentanza, la difficoltà di trovare un posto di lavoro o una casa in affitto, le terapie riparative, l'infinito, umiliante e costosissimo percorso giuridico e burocratico per la transizione, la discriminazione continua nel sistema sanitario nazionale, l'umiliazione di unə psichiatra cis che deve decidere per te se sei trans* o meno, il bullismo nelle scuole (dove aumentano i casi di umiliazione e violenze perpetrate da3 professor3) e nelle università, l'abbandono da parte delle famiglie, gli sfratti, i licenziamenti, gli insulti per strada, i pestaggi. E infine, la morte.
E dobbiamo continuare a parlarne perché anche quello che può sembrare meno grave e meno rilevante, ad esempio le cosiddette "stronzate dei pronomi o della ə", ha un suo impatto, molto forte, sulla salute mentale e le condizioni di vita delle persone trans*, specialmente per chi soffre anche violentemente di disforia.
Nonostante la disforia di genere sia stata declassata a incongruenza di genere, passando da disturbo mentale a disturbo della sessualità, siamo ancora lì, siamo ancora delle persone malate, disturbate, patologizzate. Dobbiamo ancora subire l'umiliazione di non poter affermare noi stess3 ma di dover aspettare e pagare affinchè unə psichiatra cis ci dica chi siamo o affinchè unə giudice cis ci dica che possiamo cambiare i nostri documenti. Dobbiamo ancora aspettare anni e anni per tutto questo, per avere accesso alla cura ormonale nonostante questi farmaci siano ormai considerati SALVAVITA.
Dobbiamo spostarci lontano da casa, cambiare regione come minimo perché in molte non esistono centri per persone trans e le associazioni sono ridotte all"osso; dobbiamo aspettare anni per una qualsiasi operazione con il SSN o dobbiamo andare in qualche altro paese, sborsando decine di migliaia di euro per provare a essere quello che siamo, perché qui in pratica non esistono cliniche specializzate. Né studi, né ricerche, né corsi di aggiornamento, né preparazione medico-sanitaria di base per aiutare le persone trans* senza infliggere altra violenza. Violenza sistemica e quotidana che spinge le persone trans* all'isolamento, a non fidarsi del personale sanitario, a non andare negli ospedali, con tutte le tragiche conseguenze.
Ci vediamo porte chiuse in faccia ogni giorno. Vediamo la violenza verbale del discorso politico, la violenza noncurante nel linguaggio giornalistico e mainstream, la non rappresentanza in ogni ambito, dal politico al mediatico.
Sentiamo, leggiamo, siamo obbligat3 a dire e a comunicare i nostri deadname in ogni ambito, a vederli scritti ovunque persino il giorno dopo il nostro suicidio, fregandosene del nostro volere e del nostro dolore. Sentiamo venire declassati i problemi sul linguaggio, sui pronomi e sul neutro, come problemi di serie B per poi sentir parlare per settimane di una fascista che si proclama donna e vuole essere chiamata IL presidente.
Ci sentiamo troppo spesso tradite da quelle persone e quella comunità che dovrebbero in primis accoglierci e difenderci. Dalla discriminazione interna nelle famiglie e nelle scuole a quella intenra alla comunità LGBTQIA+, troppo spesso spaccata sulla questione identità di genere, appiattita sulle questioni esclusivamente e squisitamente cis gay.
Le stesse persone che difendono la polizia, che credono nei concetti di decoro e rispettabilità, che credono nel capitalismo e condannano l'uso della violenza da parte delle minoranze, salvo poi tirare fuori due volte l'anno i nomi di Marsha P. Johnson, di Sylvia Rivera, dell3 rivoltos3 di Stonewall.
Ci sentiamo troppo spesso tradite da quella frangia di FART, delle cosiddette femministe radicali allineate sue posizioni dei peggior fascisti, tollerate e inserite perfettamente nella comunità e negli ambienti femministi. Persone che organizzano ronde nei bagni pubblici per controllare i genitali delle persone, soggetti che ci considerano malate, che additano le donne trans come pericolosi stupratori, gli uomini trans come donne disturbate, antifemministe e misogine, le persone non binarie come creature mitologiche da evitare, l3 sportiv3 come subdole cheaters approfittatrici. Le stesse persone che ci cacciano e ci escludono dai loro spazi in nome del femminismo, le persone che credono negli slogan del "il corpo è mio e decido io", finché ovviamente sei cis.
In quanto persone trans*, fragili, rifiutate e marginalizzate subiamo ancora di più sulla nostra pelle tutte le contraddizioni, le violenze e le follie del sistema patriarcale, abilista e razzista, interconnesse con quelle del sistema economico capitalista in cui viviamo. Subiamo lo sfruttamento, la discriminazione e la povertà che ci relega nell'antico ruolo di sex workers, di senza dimora, di senza nome. Subiamo la cieca violenza razzista e delle politiche antimigratorie, quella maschilista di chi ci feticizza, ci stupr4 e ci uccide, di chi ci considera oggetti o trappole. Subiamo la violenza economica del non trovare un lavoro, di essere sfrattate, di non avere i soldi per per le visite mediche e psicologiche, per le operazioni, per le lotte burocratiche e giudiziarie. Tutte cose che peggiorano di continuo la nostra salute fisica e mentale, costringendoci a vivere una vita odiosa e odiata, soprattutto per chi soffre la disforia di genere, per chi si sente ingabbiat3 in un corpo che non è il suo, per chi lo rifiuta e vorrebbe scarnificarsi la pelle.
Le persone trans*, come il resto della comunità LGBTQIA+, hanno statisticamente più possibilità di sviluppare disturbi di ansia e depressione, autolesionismo, disturbi alimentari e dismorfia, disturbi della personalità, dissociazione e scarso senso di sè.
A tutto questo si deve il vergognosamente alto numero di suicidi di persone trans*, semplicemente un numero, di cui la società, la politica, le istituzioni non si prendono la piena e totale responsabilità. Per le persone lasciate sole, marginalizzate, razzializzate, ignorate, invisibilizzate, zittite, malmenate, uccise.
Una giornata di rabbia, quindi. Una giornata di rabbia per una società che ci ignora e continua a ignorarci.
Vogliamo poter vivere le nostre vite in libertà. Vogliamo poter decidere noi della nostra vita e del nostro corpo, senza l'intervento di persone cis che decidano per noi, senza il bisogno dell'assenso di famiglia e società. Vogliamo poter affrontare il nostro personale percorso di transizione, che non sia patologizzante e oprrimente. Vogliamo poter accedere liberamente alle terapie ormonali salvavita e agli interventi per chiunque ne senta la necessità, con un semplice consenso informato. E vogliamo dignità e rispetto per qualunque persona trans* e non binary che non vive la disforia e che non vuole ormoni o interventi, che ne vuole solo alcuni, che vorrebbe solo microdosi e semplicemente un aspetto più androgino, senza per questo venite escluse dalla comunità T, senza per questo non venire considerate valide. Vogliamo una legge che condanni la transfobia, che tuteli protegga le persone trans* dalla violenza quotidana.
Vogliamo un'educazione sessuale inclusiva nelle scuole libere dalle mani dei preti e del Vatic-Ano, vogliamo un'educazione sentimentale e alle differenze e quindi transfemminista che insegni alle nuove generazioni a rispettare ogni essere su questo pianeta e a rispettare ogni possibile variante dell'essere umano. Vogliamo corsi di formazione obbligatoria per insegnanti, per dipendenti pubblici, per il personale sanitario affinchè sappiano come approcciarsi alle persone trans*, perché possano cercare di comprendere, accettare ed aiutare nel miglior modo possibile, senza infliggere ancora inutile violenza psicologica a soggetti già portati alla fragilità emotiva. Vogliamo l'applicazione di un linguaggio inclusivo, di una rappresentazione inclusiva, politica prima che mediatica e comunque che sia scollegata dalle becere logiche di mercato del "politically correct", del rainbow washing di aziende e piattaforme che una volta l'anno si dipingono di arcobaleno per poi finanziare quotidianamente associazioni, partiti e governi che ci negano diritti civili e sociali.
Vogliamo un sistema sanitario nazionale che sia completamente pubblico e gratuito per tutt3, che venga incontro alle nostre esigenze e che non debba comportare alcun tipo di spesa per operazioni SALVAVITA. Vogliamo la fine delle politiche antimigratorie, razziste e assassine, non in nome di aziende predatrici e imprenditori avvoltoi che cercano manodopera a basso costo da sfruttare fino alla morte ma in nome della libera circolazione dei corpi e dell'abolizione dei confini. Vogliamo la messa al bando di ogni tipo di "terapia riparatrice", di ogni medic3, psicolog3 o psichiatr3 che a causa del proprio bigottismo o di una più che profana morale cattolica si accaniscono sulle persone trans* e della comunità causando sofferenze e violenze indicibili a livello psicologico e fisico. Vogliamo lə psicologə di base, in maniera completamente gratuita, vogliamo più psicologh3, psichiatr3, assistenti sociali nelle strutture sanitarie, nelle scuole, nelle università, sui luoghi di lavoro.
Vogliamo finanziamenti veri e sostanziali per le associazioni, per i centri antiviolenza e antidiscriminazione.
Vogliamo l'aborto libero e gratuito per tutte le persone con un utero, vogliamo la fine della violenza ostetrica, la fine dei tabú, dei costi esorbitanti e delle discriminazioni legate al mondo del parto, dell'aborto, del ciclo mestruale. Vogliamo le associazioni cosiddette "pro-vita" fuori dagli ospedali pubblici, con una legge che vada oltre la 194, che garantisca tutto questo e che abolisca l'obiezione di coscienza. Vogliamo una riforma della codice della famiglia che comprenda ogni tipo di famiglia sul criterio dell'amore e del legame, slegati dall'eteronormatività e dall'esclusività monogamica e dalla dinamica di coppia. Vogliamo lo stralcio delle unioni civili in favore di un matrimonio egualitario, vogliamo una legge e una riforma seria in tema di adozioni per porre fine tutte quelle follie giudiziarie e legali a cui sono costrette le famiglie omogenitoriali.
Vogliamo la fine di un sistema abilista e "meritocratico" che premia e incensa persone privilegiate lasciando indietro l3 ultim3. Vogliamo la fine di ogni tabù riguardante la salute mentale e il suicidio. Vogliamo delle città e un mondo che siano a misura di essere umano e non di automobile, vogliamo la fine della ghettizzazione delle persone migranti e delle persone nomadi nei "campi rom" e soprattutto un mondo accessibile per le persone disabili, dalle barriere architettoniche alle cure sanitarie passando per i servizi pubblici. Vogliamo che le persone disabili non debbano essere costrette a vivere recluse in casa con tutte le nefaste conseguenze del caso, vogliamo la fine di un mondo ancora incentrato su un modello di umano basato sul maschio bianco cis etero e abile.
Vogliamo il salario minimo, vogliamo le imprese costrette a pagare l3 lavorator3 in base alle ore lavorate, vogliamo un salario che sia legato ai costi dell'inflazione. Vogliamo un reddito di base UNIVERSALE che permetta a ogni essere umano di poter accedere ai suoi bisogni primari, con la fine dello sfruttamento e del ricatto del lavoro. Vogliamo che il cibo, la casa, i prodotti di prima necessità, le cure mediche e quanto elencato fino ad ora siano considerati a tutti gli effetti delle necessità esistenziali e che in quanto tali siano garantite dalle istituzioni statali e non esclusivo privilegio di poche, sempre più poche persone ma sempre più ricche. Vogliamo una vera politica ambientalista statale e non il greenwashing delle aziende, che non sia fatta di soli incentivi che vanno ad ingrassare i portafogli delle multinazionali. Vogliamo una politica antispecista e rispettosa dell'ambiente del pianeta in cui viviamo.
Una politica che ponga fine allo sfruttamento animale e ambientale che il modello economico capitalista ha portato avanti negli ultimi duecento anni, inquinando, uccidendo e distruggendo il pianeta in nome di una crescita infinita e incontrollata e per un consumismo sfrenato e amorale. Una politica che ARRESTI i diretti responsabili del disastro climatico che come umanità stiamo vivendo a partite dai CEO delle aziende, che riconverta le suddette aziende in fabbriche e luoghi di lavoro sostenibili, a partire dalla partecipata statale di ENI, una delle venticinque aziende più inquinanti al mondo e che da decenni continua a distruggere e a sfruttare i territori africani. Vogliamo una politica ambientalista internazionale, di pressione sugli altri paesi, di interruzione di intrecci economici miliardari che devastano il Sud del Mondo, di presa di responsabilità del fenomeno migratorio legato ai cambiamenti climatici di cui noi, come Occidente, siamo i primi responsabili.
Vogliamo la fine del sistema economico capitalista neoliberista vigente che ci opprime. Vogliamo una politica internazionale di pace che invochi al disarmo mondiale e alla fine dell'impero NATO, prima organizzazione al mondo per numero di guerre causate e finanziate, a scapito di altri paesi, burattini e amici finchè il vento gira nella direzio e giusta. Vogliamo la fine dell'Italia come polveriera del Mediterraneo, con i tristi primati di vendite di armi di ogni tipo a regimi dittatoriali e fascisti.
Vogliamo questo e molto altro.
Vogliamo una VERA prevenzione al suicidio, che non passi per i vari "bonus psicologo" e che non gravi solamente sulle spalle di quelle poche associazioni senza fondi, senza personale e incapaci loro malgrado di sopperire alle richieste di aiuto.
Una vera prevenzione al suicidio che passa per tutti gli elementi elencati fino ad ora e ancora di più, per tutto quello che mi son scordata di scrivere, per tutte le necessità esistenziali degli esseri umani.
Vogliamo un mondo diverso e l'unico modo per ottenerlo è la lotta. Una lotta che sia intersezionale e quindi TRANSFEMMINISTA, ECOLOGISTA E ANTISPECISTA, ANTIRAZZISTA, ANTICAPITALISTA.
Quindi oggi incazzatevi, oggi celebrate il TDOR ovunque siate, marciate, parlate e urlate per chi non ha più voce, per chi non è più qui per marciare con voi, per chi ancora vive chiusə nei propri armadi, per chi, come me oggi, vorrebbe così tanto uscire di casa, andare alla manifestazione, abbracciare l3 mi3 compagn3 trans* e ally ma è talmente provata mentalmente da non riuscirci.
Marciate per Elios, per Maudit, per Naomi, per Camilla, per Sasha, per Cloe, per tutte le persone senza un nome. Marciate anche per chi ha tanta rabbia ma non ha più forza, marciate anche per me.
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