Tumgik
#Moritz Ley
bauerntanz · 1 year
Text
Campus in Concert (10.)
Campus in Concert Lingen (Ems) –  Campus, Kaiserstraße Donnerstag, 25. Mai 2023  –  ab 18 Uhr Eintritt frei Am kommenden Donnerstag, 25. Mai, lädt der Campus Lingen der Hochschule Osnabrück bereits zum zehnten Mal zum Newcomer-Festival Campus in Concert ein. Organisiert wird die Veranstaltungsreihe von Studierenden und Alumni verschiedener Studiengänge. Anlässlich des zehnten Jubiläums locken die…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
i-iip · 12 days
Text
1997 | J.E.Agualusa :: Nação Crioula
🇦🇴: Bengo; Cabinda; Ingombota; Novo Redondo: Quisala; Calumbo; Quanza; Mossâmedes; Quiloango;
🇧🇷: Ambriz; Quissembo; Capibaribe, Beberibe, Pina; Rio Seriji; Cajaíba; Niteroi;
12. palhabotes; Cubata; Quimbombo; canoas de bimba; Cacussos; Quissangua; Amazónia: Alto Xingu; farinha bombó; feiijão cabulo; engalanar; brigue; semba; esparrela; entomofagia; canoras; cabalas; manipanso; maka [contenda]; vaticínio; falua;
14. corveta; mazurca; vociferar
16. senzala; escaramuças; guerreiros nagô; maometanos; lânguidos; <€ escravos Moçambique; < adaptabilidade escravos Gabão: suicidio, depressão; dança cucumbis/congadas; belbutina; quimbanda; vicariato; cercanias; Johann Moritz Rugendas;
18. Cajaíba; Newxastle-on-Tyne; opróbrio; Champ-Élysées; Rua do Ouvidor; rebita; Ópera fo Charles Gamier; Oďéon; chofre; mucamas;
19. iemanjá; quiandas;
20. Cagliostro; Quinta Saragoça; caleche;
22. nefelibata;
23.
"Entre o cavalheiro melancólico de Jourre, minha gentil madrinha, e o remoto canibal do Alto Amazonas, não existe séria divergência moral, apenas gastronómica."
24. fleumático;
25. cafrealizam; Verney Lovett Cameron_Across África; bacilo de Koch; nédios;
"Nós, Portugueses, estamos en África por esquecimento: esquecimento do nosso governo e esquecimento dos governos das grandes potências."
26. molecas; escaler; organdi; mácula; jinguba; cuamatos; buschmen; Ondurman; salsugem;
"... sob a mudez de um mármore."
27. quimbundu; tripanossomiase; cabiro; Samotrácia; hiatos; profusão; cuamato; mogno; musseques; calunga; sabiá; Lei Áurea; Balzac;
"Uma pedra debaixo de água não sabe que está a chover."
0 notes
evatremila · 2 months
Photo
Tumblr media
Lazza, una fidanzata biondissima: arrivano i primi scatti social con Greta Orsingher, la giovane top model che per un'estate ha stregato Fedez Sono apparsi per la prima volta insieme all'inizio di gennaio, quando il rapper Lazza (nella vita Jacopo Lazzarini) si è fatto ritrarre sotto una fitta nevicata a St. Moritz accanto a lei: Greta Orsingher, top model nata in America, a San D... Continua a leggere.. https://www.eva3000.com/lazza-una-fidanzata-biondissima-arrivano-i-primi-scatti-social-con-greta-orsingher-la-giovane-top-model-che-per-unestate-ha-stregato-fedez/?feed_id=4948&_unique_id=65f482dcc21a1
0 notes
notizieoggi2023 · 2 months
Video
https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/crisi-ferragni-fedez-linsolito-silenzio.html Crisi Ferragni-Fedez, l’insolito silenzio (assordante) carico di dubbi e domande Roma, 22 febbraio 2024 – Tutto è iniziato con un cane e un papillon, questo lo sanno tutti: lui aveva cantato in un suo brano con JAx, ‘Vorrei ma non posto’ del collare glitterato del cucciolo, lei aveva pubblicato sui suoi social il video di quel brano, lui aveva risposto su TikTok e via così per anni e anni, minuto per minuto, tutto - tutto: felicità e dolori, nascite di figli e malattie, moda e musica, lussi e beneficenze, trionfi e mea culpa - a favore di telefonini e telecamere, tutto in diretta bypassando ogni altro mass media, gestendo se stessi in prima persona e in questo modo lanciando nel nostro Paese un nuovo modello di comunicazione a lungo vincente, anzi di più: colossale, un impero da milioni di fan (follower).. Ma ora che Dagospia lancia la bomba della separazione, silenzio. Secondo il sito Fedez se ne sarebbe andato di casa domenica 18 febbraio dopo un anno di crisi, iniziato con la partecipazione a Sanremo 2023 di Chiara Ferragni. E sempre secondo il sito di gossip, la coppia si era ravvicinata nel momento in cui il cantante aveva affrontato la sua battaglia contro il tumore al pancreas. Quando invece è stata lei a finire nel tritacarne mediatico, Fedez le ha rinfacciato che i suoi problemi giudiziari avessero effetti negativi anche sui suoi affari. Una coppia che da sempre vive online condividendo ogni minimo dettaglio con i fan, come è possibile che non aggiorni i tanti seguaci sulla situazione sentimentale? Difficile capire cosa stia accadendo alla coppia da milioni di follower. Da un lato, infatti, sul profilo di Fedez si trovano solo stories di ‘lavoro’. L’ultimo post è del 28 gennaio con lui che porta il cane Paloma a casa Donatella Versace. E a proposito di animali a quattro zampe, anche per l’ultimo saluto a Matilda (la canina di Chiara diventata poi parte integrante della famiglia) c’è stato ‘funerale’ social. Adesso, invece, nessun accenno alla rottura. Vero, però, che sul profilo di lui, l’ultima foto insieme è un selfie abbracciati allo specchio, mezzi nudi, che risale al 10 dicembre 2023. Preistoria per chi vive perennemente connesso. “Noi” e un cuore rosso la didascalia del ricordo della vacanza a Sant Moritz di cui non c’è traccia sul profilo di lei. Lo stesso giorno, altre foto e una dida che recita “A beautiful Saturday night”. Da allora nessuna foto con il marito (ma tante con i figlioletti) per l’imprenditrice digitale che negli ultimi tempi ha rallentato l’attività social per via dei ‘problemi’ con la beneficenza. Possibile che anche a casa Ferragnez sia arrivato il detto ‘i panni sporchi si lavano in famiglia’?. Forse anche se appare molto strano rispetto alla strategia di comunicazione adottata da Chiara e Federico negli ultimi anni. Fino a oggi i due hanno reso partecipe il loro pubblico (e non solo) di tutto (lavoro, privato, contenziosi), prima tramite i social e poi con la serie tv: dalle litigate alle sedute dallo psicologo, dalle crisi (di lei) di non essere all’altezza ai gravi problemi di salute di lui. Tutto è passato attraverso ‘copertine patinate’ (foto, post, dirette tv e social) come un grande romanzo a puntate. In diretta la proposta di matrimonio all’Arena di Verona, in diretta le nozze da favola a Noto il primo settembre 2018, in diretta le nascite dei figli. E, ancora, l’operazione al pancreas, l’uso di diversi psicofarmaci, la depressione di Fedez: anche i momenti molto privati condivisi con i fan. E allora questo silenzio è assordante e pure carico di dubbi e domande. Se è vero che la fine di un matrimonio è sempre un momento doloroso, anche nel caso di due genitori giovani e belli, e quindi merita di essere vissuto in privato, qualche sospetto su un possibile capitolo tre della serie Ferragnez non è proprio fuori luogo
1 note · View note
mistermixmania · 5 months
Text
0 notes
whileiamdying · 6 months
Text
Marina Abramović in mostra a Londra: «Sono stufa del sistema. Gli artisti dovrebbero avere libertà di espressione»
Tumblr media
Prima donna a esporre nelle gallerie principali della Royal Academy of Arts, Marina Abramović corre veloce tra film, un marchio di benessere spirituale e due libri in uscita. Eppure, quando cucina, dimentica il timer
DI AMEL MUKHTAR 27 ottobre 2023
Marina Abramović e la sua mostra a Londra, una delle più esaustive
All’improvviso, a metà del flusso di pensieri, Marina Abramović ha un sussulto e balza in piedi. Per un attimo, pensiamo che l’impavida artista concettuale stia avendo una rivelazione. «Il pollo!», esclama. Mentre lei corre in cucina, lo schermo mostra le pareti bianche della sua casa a nord di New York, con le grandi finestre affacciate sul verde. Poi, Abramović riappare. «Completamente bruciato», annuncia avvilita. «Avevo programmato di mangiare pollo e insalata. Mi resta solo l’insalata».
Tumblr media
Spirits of Maritime Crossing, 2023 (still from video)Image courtesy Bangkok Art Biennale Foundation
Non solo installazioni: 7 Deaths of Maria Callas all’English National Opera
A sua parziale giustificazione, va detto che Abramović ha molte cose a cui pensare in questo momento. Alla fine di settembre ha inaugurato la sua storica retrospettiva nelle Main Galleries della Royal Academy of Arts di Londra – è la prima donna a tenervi una mostra personale nei 255 anni di storia dell’istituzione – mentre a novembre porterà all’English National Opera lo spettacolo 7 Deaths of Maria Callas. Il cortometraggio The Spirits of Maritime Crossing, scritto e realizzato da Apinan Poshyananda con lei come protagonista, è stato presentato al St. Moritz Art Film Festival. Ci sono poi le performance che, sempre a Londra, sta curando per il Southbank Centre insieme a 12 studenti del suo Marina Abramović Institute e, ancora, i due libri che ha pubblicato (Marina Abramovic: A Visual Biography e Marina Abramovic: Nomadic Journey and Spirit of Places). Senza dimenticare i suoi prodotti di benessere spirituale, chiamati Longevity Method, il cui lancio è imminente. Come fa la 76enne artista serba a gestire tutto questo? La risposta è preceduta da una risata gutturale: «Non ho un marito rompiscatole che mi aspetta a casa», spiega. «Non ho nemmeno dei figli. Ho solo il lavoro. Ho iniziato a fare arte a 12 anni, e da allora ho lavorato e basta».
Tumblr media
Un frame del video The Current, 2017Courtesy of the Marina Abramović Archives
New York - Londra, via mare
Non si ferma nemmeno quando rischia la vita. «Qualche mese fa, ho subito una brutta operazione al ginocchio», racconta. «Mi ha causato un’embolia». Il medico le aveva proibito di volare per almeno sette mesi, una limitazione inaccettabile per lei: «Sono una persona che prende un aereo ogni tre giorni!». Così, ha trovato una soluzione alternativa per raggiungere Londra: è arrivata da New York a bordo della nave Queen Mary, un viaggio di sette giorni. «È stato fantastico», ricorda con entusiasmo. «Nessuna restrizione riguardo ai bagagli e un opuscolo di 20 pagine sulle attività disponibili a bordo: giochi di ruolo in stile Agatha Christie, stand-up comedy... Tutte cose nuove per me».
Tumblr media
Four Crosses: The Evil (positive), 2019.Courtesy of the Marina Abramović Archives
La retrospettiva: 50 anni di carriera
La retrospettiva londinese include opere fondamentali realizzate nei suoi oltre 50 anni di carriera, tra cui video, sculture, fotografie, ma anche riproposizioni delle sue performance artistiche da parte di giovani creativi, oltre a un nuovo lavoro. Ma non tutto è come vorrebbe: «C’è un’installazione che si intitola Luminosity in cui l’artista deve sedersi nuda su un sellino di bicicletta fissato a una parete, una performance molto difficile. Ai miei tempi, ero in grado di resistere per sei ore. Adesso, il tempo massimo consentito è di trenta minuti, così i performer devono fare i turni». E aggiunge con un sospiro nostalgico: «Ah, gli artisti performativi degli anni 70! Nessuna delle loro opere sarebbe possibile oggi. Sono davvero stufa del sistema. Gli artisti dovrebbero avere libertà di espressione, ma ce l’hanno tolta». Ricorda che, per preparare la sua celebre mostra del 2010 The Artist Is Present, aveva dovuto allenarsi «come un astronauta» per un anno intero. «Voleva dire non mangiare né bere durante il giorno, ma solo la notte, perché non potevo muovermi nel corso della performance», spiega. «Ho dovuto cambiare completamente il mio metabolismo».
Tumblr media
The Hero, 2001Courtesy of the Marina Abramović Archives. © Marina Abramović
Gli eredi della Abramović e il superamento dei limiti
Tuttavia, al Marina Abramović Institute, c’è una nuova generazione che sta imparando i suoi metodi di superamento dei limiti, ripetendo all’infinito le medesime azioni: aprire e chiudere una porta il più lentamente possibile nell’arco di tre ore o contare chicchi di riso per sei... «Quando lo fai più e più volte, a un certo punto la porta non è più una porta: è come se la tua mente si aprisse e l’universo ti si rivelasse. È un’esperienza che ti trasforma completamente». Il suo approccio integra varie pratiche apprese dalle comunità con cui è entrata in contatto nel corso dei suoi viaggi, dai monaci tibetani agli aborigeni dell’Australia, fino agli sciamani del Brasile. «È necessario aprire la mente perché il tuo lavoro dia dei frutti».
Tumblr media
Nude with Skeleton, 2005.Courtesy of the Marina Abramović Archives. © Marina Abramović
«Non ho nessuna intenzione di andarmene»
Di questi “frutti”, al momento, è tappezzata tutta Londra. «È una pressione enorme», confessa. «Per due secoli e mezzo nessuna donna ha tenuto una personale negli spazi espositivi principali della Royal Academy of Arts. Sì, Tracey Emin ha esposto alla RA, ma in una location più piccola, e credo sia stata un’ingiustizia, perché questa grande artista britannica avrebbe meritato maggiore visibilità». L’indignazione evapora in un attimo, lasciando il posto al suo vivace senso dell’umorismo: «Beh, è anche vero che sono più vecchia di lei», ammette. «Forse vogliono dedicarmi una mostra prima che io muoia. Ecco perché è toccato a me». In tal caso, si tratterebbe di una premura ingiustificata: «Non ho nessuna intenzione di andarmene», precisa. «Almeno fino a quando non avrò 103 o 104 anni».
Tumblr media
Balkan Baroque, June 1997Courtesy of the Marina Abramović Archives. © Marina Abramovi
Oltre a Marina Abramović e la sua mostra a Londra leggi anche
Saint Moritz Art Festival dove Marina incontra un monaco
Pittura Italiana Oggi: una mostra alla Triennale con 100 e più artisti da conoscere
Mark Bradford, la sua ultima mostra è una potente riflessione sul potere
Elena Bellantoni è l'artista che ha creato l'installazione per l'ultima sfilata Dior, tra pop e politica
1 note · View note
alexesteve · 10 months
Video
vimeo
Allianz - Behind you for what‘s ahead from Moritz Matlik on Vimeo.
Client: Allianz Production Comp.: BWGTBLD GmbH Producer: Leo Leis Production Assistant: Fallon Stang Production Manager: Leo - Cool Runnings Director: Alex Göke Dop: Moritz Matlik 1AC: Franz Deutschmann 2AC: Long Vo Thanh Gaffer: Luke Sullivan Electrician: Gregor Cunningham Key Grip: Felix Schüler DIT/VTR: Sebastian Schaal Art Director: Grace Nicholas Hair & MakeUp: Jenny Arlt Editor: Michael Weicker / S EC Sound Design : Moritz Staub / Staub Audio Colorist: Ruth Wardell / Okay Studio
1 note · View note
musikblog · 10 months
Photo
Tumblr media
Moritz Ley - Rosarot - Neue Single Moritz Ley aus Hamburg hat diese Woche seine neue Single “Rosarot” veröffentlicht. Sie stammt von seiner neuen EP, die im November diesen Jahres erscheinen soll. View this post on Instagram A post shared by moritz ley (@moritzley) Die Erinnerung ist fast verblasst, das Gefühl sitzt aber noch tief. Auf seiner neuen Single “Rosarot” singt Moritz […] https://www.musikblog.de/2023/07/moritz-ley-rosarot-neue-single/ #MoritzLey #BedroomPop #DeutschPop #IndiePop #MusikBlogNewcomer #SingerSongwriter
0 notes
rockinnews · 1 year
Photo
Tumblr media
Elena Ley estrena el single “One more time”
Elena Ley, cantante, compositora y guitarrista de procedencia ítalo-alemana, publica el sencillo “One More Time” acompañada por el guitarrista Carlos Saura. Este single es el cuarto tema que escribe y publica bajo el lema “Impressions”. El primer single de la serie titulado “On The Beach” y publicado en noviembre del año pasado, llegó a ocho mil streamings en Spotify en apenas siete días.
“One More Time” es una canción dedicada a la tristeza y a la soledad. El estribillo relata lo que siente una persona en estas circunstancias, y el resto del corte incluye frases de un acompañante que consuela y apoya de manera constructiva; mostrando la salida del túnel.
“One More Time” está compuesta por Elena Ley, con arreglos de Carlos Saura, fue producida y masterizada por Max Mojo Moritz, bajista y productor de la banda Ely & The Good Boys, proyecto en paralelo de ambos artistas. Ésta y otras canciones están inspiradas por la profesión de Elena, la psicología; parte de su música gravita en la emoción, la melancolía y la sanación. Elena Ley se inspira en grandes nombres como Eva Cassidy y Cyndi Lauper, en sus actuaciones con repertorio acústico. 
youtube
1 note · View note
carmenvicinanza · 1 year
Text
Tamara de Lempicka
https://www.unadonnalgiorno.it/tamara-de-lempicka/
Tumblr media
Tamara de Lempicka è la pittrice icona degli sfavillanti e sfrenati lussi di Parigi negli anni Venti del Novecento.
In pieno stile Art Déco ha riportato sulla tela personaggi della sua quotidianità adornati da abiti all’ultima moda e gioielli dispendiosi.
La particolarità delle sue opere risiede nell’unione di elementi moderni con uno stile che richiama la ieraticità e plasticità delle statue antiche. Le sue figure possenti sono realizzate con linee pulite e nette, i colori vivaci ma applicati con pennellate piatte e compatte, che esaltano le volumetrie.
Verso gli anni Quaranta, in concomitanza con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Tamara de Lempicka cambiò temi e stili della sua pittura virando verso tematiche di tipo religioso e umanitario, spesso non incontrando il favore della critica, che tuttavia la riscoprì poi negli anni Settanta.
Tamara de Lempicka nacque col nome di Maria Gurwik-Górska a Varsavia il 16 maggio 1898, da madre polacca e padre ebreo russo che abbandonò la famiglia quando lei era ancora una bambina. Una figura molto importante nella sua crescita fu la nonna Clementine, che la influenzò culturalmente spingendola a dipingere sin da giovanissima e le fece frequentare scuole prestigiose. Dopo la morte della nonna, nel 1907, si trasferì a San Pietroburgo dove, nel 1916, sposò un giovane avvocato Tadeusz Lempicki, da cui prese il cognome con cui è conosciuta.
A causa dei tumulti legati alla Rivoluzione Russa, nel 1918, la coppia si trasferì a Parigi dove lei incominciò a lavorare come disegnatrice di cappelli mentre frequentava i corsi di pittura dell’Académie de la Grande Chaumiere e dell’Académie Ranson. Ha esposto pubblicamente per la prima volta nel 1922 al Salon d’Automne.
Diventata, in breve tempo, un punto di riferimento della vita artistica e mondana parigina, iniziò a costruirsi l’immagine di donna dedita agli sfrenati divertimenti. Si lasciò andare pubblicamente a storie passionali anche con altre donne che ritrasse in alcune sue opere. Andò a studiare le opere della classicità in Italia nel 1925, dove ebbe modo di allestire una mostra personale a Milano e dove conobbe Gabriele d’Annunzio, a cui fece un ritratto, e Filippo Tommaso Marinetti, che contribuì a farla conoscere al grande pubblico.
Separata dal primo marito, si risposò di nuovo nel 1933 con il barone Raoul Kuffner de Diószegh. Dopo numerosi viaggi per l’Europa, all’inizio della seconda guerra mondiale si stabilì con la famiglia a Beverly Hills in California. Questa nuova vita oltreoceano coincise tuttavia con una sua crisi esistenziale che la portò a impegnarsi in attività umanitarie e di solidarietà.
Negli Stati Uniti ha esposto in diverse gallerie tra New York, Los Angeles e San Francisco. Nel 1957, dopo un periodo di inattività, espose a Roma, alla Galleria Sagittarius ma venne accolta freddamente dalla critica.
Dopo la morte del secondo marito, nel 1962 si trasferì in Texas per poi tornare a Parigi dove venne rivalutata e tornò alla ribalta.
Nel 1978 si trasferì in Messico, a Cuernavaca. dove è morta il 18 marzo 1980.
I dipinti di Tamara de Lempicka sono profondamente connessi con il suo stile di vita, restituendo un’immagine sfavillante degli anni Venti a Parigi. In particolare, furono molto celebri i suoi ritratti in pieno stile Art Déco di varie personalità dell’aristocrazia e dell’alta borghesia parigina, tra uomini in abiti eleganti e donne ricoperte di gioielli e adornate con cappelli, guanti e voluttuosi foulard. Non mancano gli status symbol più in voga all’epoca, come automobili, mete lussuose come Saint Moritz e lo skyline di New York. Il lusso e lo sfarzo venivano spesso accompagnati anche dalla sensualità e dal fascino, fino a virare verso l’erotismo. Protagoniste erano spesso donne dall’aria malinconica e irraggiungibile, altezzose e in atteggiamenti provocanti. Nelle sue opere ricorrono infatti più o meno gli stessi colori.
Imponenti figure ieratiche occupano quasi tutto lo spazio della tela e sono poste davanti a fondali neutri, sui toni del grigio, così da risaltare ulteriormente. Proprio come le statue antiche, si trovano spesso dei drappeggi, che a volte sono riprodotti in senso letterale, a volte invece vengono richiamati dalle balze dei vestiti o dalle pieghe dei foulard, modernizzandoli al massimo.
Il suo Autoritratto, del 1929, vera e propria icona dell’epoca, venne utilizzato in diverse occasioni a rappresentare il simbolo dell’indipendenza e dell’emancipazione femminile, nonché del mito della velocità tipico di quegli anni. Si è ritratta, infatti, a bordo di un’automobile Bugatti decappottabile, vestita di tutto punto con guanti e foulard che riparano collo e testa dal vento. Il suo sguardo è fiero e in contrasto con la morbidezza dei lineamenti del volto e con le linee geometriche date dal movimento del foulard con il vento. Nei suoi lavori emergono influenze a lei contemporanee, come il Futurismo e il Cubismo, suo maestro è stato il pittore post-cubista costruttivista e sintetico André Lhote.
Tamara De Lempicka sulle sue tele ha rappresentato il suo quotidiano nelle diverse fasi della sua esistenza, l’erotismo e l’amore saffico, così come le suore nella sua fase più mistica. Ha anche ritratto il suo psichiatra nelle vesti di Sant’Antonio.
Le sue opere sono presenti in alcuni importanti musei europei ma la maggior parte appartiene a collezioni private.
In Italia non compaiono in nessuna collezione pubblica, pertanto si possono ammirare esclusivamente in occasione di mostre a lei dedicate.
1 note · View note
Text
Children's Book Publisher Carlsen Kowtows To China
Children’s Book Publisher Carlsen Kowtows To China
https://dai.ly/x7zsbw2 A Chinese newspaper („Chinesische Handelszeitung“) with a focus on news around German-speaking countries has found mission and purpose in being offended by a children’s book. It contained the “racist” statement that the Covid-19 virus came out of China. The outrage errupted in protest letters that denounced the “disinformation” and demanded an apology. The Chinese…
View On WordPress
0 notes
daniela--anna · 2 years
Text
🎨Moritz Daniel Oppenheim - Marriage Portrait of Charlotte de Rothschil (detail)
🎨Secondo dipinto
di Andrea Appiani: Vincenzo Monti, 1809, Pinacoteca di Brera, Milano.
Poesia:
"Pensieri d’amore"
di Vincenzo Monti
"Ahi sconsigliato! ahi forsennato! e dove,
dove son tratto dal furor di questo
tremendo affetto? In lei sepolto, in lei
sola è sepolto il mio pensier. Quest’occhi
altro non veggon che sua dolce immago;
altro nel core risonar non sento
che l’amato suo nome, e tutto apparmi,
se lei ne traggi, l’universo estinto."
Vincenzo Monti (Alfonsine, 19 febbraio 1754 – Milano, 13 ottobre 1828) è stato un poeta, scrittore, traduttore, drammaturgo e accademico italiano.
Viene comunemente ritenuto l'esponente per eccellenza del Neoclassicismo italiano, sebbene la sua produzione abbia conosciuto stili mutevoli e sia stata vicina alla sensibilità romantica.
Principalmente ricordato per la notissima traduzione dell'Iliade, fu al servizio sia della corte papale che di quella napoleonica, ed infine fu vicino agli austriaci dopo il Congresso di Vienna.
Fu per questo definito da Francesco de Sanctis "segretario dell'opinione dominante" e ricevette critiche (ad esempio da Foscolo, inizialmente suo amico, e Leopardi), sebbene dai più considerato tecnicamente un abile verseggiatore e traduttore, lodato anche da autori come Stendhal, Alfieri, Tommaseo, Carducci e Parini.
instagram
Tumblr media
2 notes · View notes
casswrr · 3 years
Photo
Tumblr media Tumblr media
THE PARADOX as CASSIUS WARRINGTON
18 anos. Registrado como sangue puro, porém é nascido-trouxa. Homossexual, homoromantic. Sua habilidade é Furtividade e Rastreamento.
+resumo //// +wanted connections
O casal Warrington eram um ponto fora da curva das famílias a que pertenciam antes da união do matrimônio. Puristas declarados, conheceram-se no início da primeira guerra bruxa. Leais a Tom Riddle, foram sortudos, conseguindo escapar das garras do Ministério da Magia, passando despercebidos e assim não precisando negar a relação com o bruxo das Trevas. Passaram a ser vistos então como membros fiéis tanto quanto àqueles que acabaram em Azkaban, mas ainda assim eram nomes não importantes, tanto é que pouco se tinha registro deles no primeiro apoio. O casamento apesar de ser uma união feliz, parecia faltar algo. E esse algo era uma criança. Acácia tinha um desejo imenso de ter um filho e Moritz gostaria de ser capaz de realizar esse desejo da esposa. As inúmeras tentativas foram frustrantes, dolorosas para o casal que, cada vez que viam a chance de terem um filho ir para o ralo, se tornavam cada vez mais distantes um do outro.
A gravidez inesperada de Acácia, porém, os fez voltar a ter a cumplicidade e o amor floresceu mais uma vez. Acácia estava grávida e nem sequer tinha sido com ajuda de poções que os medibruxos recomendaram! Uma felicidade tremenda tomou conta dos dois bruxos nos meses seguintes, apesar da mulher de tornar cada vez mais fraca com a gravidez de alto risco, chegando ao ponto de precisar permanecer na cama por semanas para evitar esforços quando estava perto do fim de sua gestação. O parto complicado ocorreu em uma noite comum, nada de especial, embora para aqueles dois deveria ser o dia mais feliz da vida de ambos. Deveria, sim, porque ao vir ao mundo, o bebê simplesmente não chorou. A criança não respirava. Todo o esforço, todo o sofrimento de meses para manter a gravidez, foi em vão. Acácia deu a luz a um natimorto e isso a devastou pois, segundo os medibruxos que cuidaram de seu parto, isso devia ao fato de todas as tentativas anteriores terem sido feitas a base de poções experimentais que desestabilizaram seu útero e posteriormente trouxeram complicações para aquele pequeno serzinho.
Por meses, Acácia não saiu da cama.
Cansado de ver a esposa se afundar em uma depressão tão severa, Moritz resolveu agir. Saiu de casa às pressas de madrugada e, ao amanhecer, retornou com um pequeno bebezinho nos braços. O bruxo sequestrou o bebê de um hospital dos trouxas, nem sequer pensando que aquela criança em seus braços era algo que ele e a esposa tanto desprezavam. Para não perder a mulher que amava, estava disposto a criar uma criança de sangue ruim e sabia que a esposa também não se importaria, eles poderiam futuramente fugir para longe da sociedade bruxa antes que todos percebessem que o garoto não era um bruxo também.
O pequeno pacotinho enrolado em uma manta verde tinha olhinhos tão clarinhos quanto a cor do tecido que lhe esquentava. Foi aquele olhar curioso do bebê que arrancou o primeiro sorriso de Acácia desde o parto doloroso. A mulher não procurou de início saber de onde a criança surgiu, apenas o acolheu em seus braços e o amamentou, alisando a bochechinha rechonchuda do neném. A partir daí, Cassius Merritt Warrington seria criado como o filho que o casal esperou por meses. O riso do pequeno enchia a casa, aprendendo os costumes e absorvendo as informações que seus pais lhe davam. Para a surpresa do casal, a criança demonstrou não ser um trouxa quando estava irritado demais com febre aos cinco anos. A febre era intensa e o casal temeu perder o filho, porém, tudo o que aconteceu foi que a cama da criança tremeu por alguns minutos enquanto seus pais observavam atônitos o menininho chorando assustado e cansado da doença. Bem, aparentemente eles haviam dado sorte. A criança era um bruxo, porém também significavam que estavam cuidando de um sangue-ruim. Ficaria mais difícil esconder a linhagem do menino, se eles prosseguissem com o apoio a Voldemort.
Não havia dúvidas: precisavam trabalhar e se esforçar para esconder todo e qualquer registro que ligasse o menino aos trouxas, seria um escândalo tremendo. Sendo assim, passaram finalmente a ensiná-lo sobre a suposta pureza que a família ostentava e dizia honrar por ter no sangue. Cassius foi ensinado a odiar trouxas e nascidos-trouxas, suas origens foram ocultas e ao vê-lo entrando na Sonserina, seus pais não podiam deixar de ficar orgulhosos da pequena serpente que criavam. Mas ora, se os olhinhos curiosos foi o que fez Acácia se apaixonar pelo pequeno bebezinho que segurou há anos atrás, não seria algo que ele perderia com o tempo. Sua curiosidade seria sua própria ruína. Cassius não deixava de notar as diferenças físicas entre ele e seus pais e intrigado por isso, começou a buscar informações sobre o seu passado.
Cassius não era apenas um bruxo curioso, porém. Antes mesmo de entrar em Hogwarts, seus pais começaram a lhe ensinar sobre como cobrir seus próprios rastros quando estavam em missões para o Lorde das Trevas; lhe ensinaram a rastrear nascidos-trouxas ou mesmo bruxos que desafiavam ou desonravam o Mestre. Soube aproveitar cada uma das lições e ao entrar na escola de magia, buscou mais métodos para aperfeiçoar o que chamava de dom. Seus pais lhe comparavam a um felino, sempre tão furtivo e gracioso. Mas mal sabiam que ele iria usar isso para desvendar seus mistérios. Arrependia-se de procurar pois realmente encontrou. E o que encontrou, não lhe agradou. Haviam registros de gravidez de sua mãe, sim, mas o fim dela era registrado meses antes de seu nascimento. Como poderia a mulher ter dado a luz antes do que era considerado seu aniversário? Cavando mais fundo, vasculhando registros médicos descobriu sobre as tentativas fracassadas… e sobre o parto sem sucesso. Era adotado. Essa era a explicação mais lógica e a única possível.
Não estava bravo por ser adotado, sabia que eles lhe amavam como se fosse realmente do sangue deles, mas por que haviam escondido? Os confrontou e descobriu a verdade de forma crua, era um nascido-trouxa. Um sangue ruim. Enojado de si mesmo, Cassius entendeu o motivo de seus pais tentarem lhe manter longe das causas para com o Lorde das Trevas, tinham receio de que ele descobrisse a verdade também. Mas isso só aflorou seu desejo de honrar o nome da família, de provar que embora tivesse sangue-ruim, merecia as mesmas glórias que um bruxo de puro sangue. Não iria expôr o escândalo, continuaria mentindo como seus pais, continuaria vivendo a farsa que eles sustentaram por tanto tempo. Seus pais trabalhando no Departamento de Registro de nascidos-trouxas foi algo fácil para Cassius se esconder, poderiam assim burlar as leis impostas por Umbridge. A diferença é que agora queria estar por dentro da luta e se entregou de bom grado nas mãos do Mestre. Ofereceu seus serviços, sua lealdade, força e, acima de tudo, suas habilidades. Aperfeiçoou seus feitiços de escape, aprendendo a desaparatar, melhorando seus voos e aprofundando seu conhecimento sobre a magia de criar chaves de portal para os comensais que não tivessem afinidade com a apartação ou que precisassem de um modo mais furtivo e urgente de fuga.
4 notes · View notes
arautosdoimperador · 4 years
Text
Tumblr media
O IMPERADOR E A LIBERDADE DE IMPRENSA
Os dois temas prediletos de Dom Pedro ll eram: Liberdade de eleições e liberdade de imprensa. Para ele, sem ambas, não há regime democrático e constitucional.
Quanto á imprensa, o Brasil possuia apenas 31 jornais em 1828; em 1876 publicavam-se mais de 271, e em 1884 o numero de jornais e revistas iam além de 600 (uma estatistica incompleta, em que faltavam algumas provincias, acusava 533). Muitos desses jornais são redigidos em sua lingua por francêses, italianos, alemães, inglêses, Espanhóis. Haviam no Brasil jornais tão grandes como os maiores de Londres e de New-York. O Jornal do Commercio, do Rio, fundado em 1827 por francêses, depois foi comprado por um brasileiro, o conde de Villa Nova, ministro em Bruxetllas, era maior que o "Le Temps", de Paris, e publicava todos os dias 8 paginas, ás vezes 16. O Diario de Pernambuco era duas vezes maior que o "Le Temps."
Na historia do Brasil, o que causará certa admiração na França, há apenas um caso — em 1826 — de expulsão de um jornalista estrangeiro. E durante a guerra do Paraguai, um brasileiro publicava regularmente, no Rio, um jornal em que não escondia suas simpatias pelo inimigo do Brasil, o ditador do Paraguai. Publicava até mesmo caricaturas dos generais brasileiros. A liberdade da imprensa e da caricatura não tem limites no Brasil.
O Império do Brasil foi um dos países com a maior liberdade de imprensa no mundo, à sua época. No Segundo Reinado, a liberdade de imprensa no Brasil era tão grande que chegava a ser criticada por outros países, por exemplo, devido ao fato do Imperador Dom Pedro II ser duramente atacado pessoalmente por seus opositores políticos e ainda assim nunca jamais interferir na liberdade de expressão de imprensa.
A defesa intransigente da liberdade de imprensa tinha alto custo para Dom Pedro ll e a família imperial. Ele, Isabel e o conde D'eu eram vítimas constantes de ataques de jornais como A REPÚBLICA e da Revista Ilustrada de Ângelo Agostini. Satirizavam o físico do monarca, chamado-o de REI CAJU, por causa de seu queixo projetado para frente. Criticavam-lhe as viagens e ridicularizavam sua mania de sábio e os títulos que recebia.
Nos últimos três anos do reinado, período em que a diabete se agravara e lhe causava sonolência, os caricaturistas, Agostini à frente, se dedicavam em representa-lo dormindo em reuniões ministeriais.
A imprensa era livre tanto para pregar o ideal republicano quanto para falar mal do nosso Imperador. "Diplomatas europeus e outros observadores estranhavam a liberdade dos jornais brasileiros", conta o historiador José Murilo de Carvalho. "Schreiner, ministro da Áustria, afirmou que o Imperador era atacado pessoalmente na imprensa de modo que 'causaria ao autor de tais artigos, em toda a Europa, até mesmo na Inglaterra, onde se tolera uma dose bastante forte de liberdade ou um processo de alta traição'."
Sua Majestade até mesmo escrevia notas de seu próprio cunho em réplica às críticas sofrida, sendo sempre educado, verdadeiro, sem jamais ofender seus opositores, até elogiando os bons feitos daqueles que os tem. Mesmo diante desses ataques, D. Pedro II se colocava contra a censura.
"Imprensa se combate com imprensa", dizia.
Apesar de ser, as vezes, atacado pela imprensa, o imperador cidadão impedia que os jornais perseguidos pelo povo, especialmente pelos militares, fossem fechados e protestava sempre que alguma violência era exercida contra eles.
"O Magnânimo", como Pedro II foi cognominado, em seu império liberal prezava pelas liberdades e principalmente pela liberdade de expressão pois isso fortalecia a democracia que era o Império, prestigiava a imagem da monarquia e do Brasil no exterior, além de tornar a opinião de todos audível para que a pátria pudesse ser melhorada cada dia mais.
Com a Proclamação da República e início da República da Espada, em novembro de 1889, imediatamente a censura seria estabelecida, com diversos jornais sendo fechados e apenas os "pró-governo" sendo mantidos. Muitos jornais que, à época do Império defendiam a República foram, com o início da República, censurados e até mesmo fechados.
O jornalista republicano José Veríssimo escreveu no “Jornal do Brasil”, em 8 de dezembro de 1891: “Neste País, todos os que têm a honra de empunhar uma pena convencida e honesta, por modesta que seja, reconhecerão que jamais, durante o longo reinado, tiveram que deixá-la cair por falta de liberdade, ou sequer de iludir ou velar o seu pensamento. Todos pensávamos como queríamos, e dizíamos o que pensávamos”.
Ferreira de Araújo, redator-chefe da “Gazeta de Notícias”, afirmou: “Em nenhum país se poderia achar mais liberdades do que as existentes de fato no Brasil. Tudo é lícito dizer na imprensa, na tribuna, contra a política, contra a Magistratura, contra o Governo, contra o Imperador. Há leis contra o abuso destas liberdades, mas essas leis nunca regularmente se aplicam, e para muitos casos não há leis especiais”.
Souza Ferreira, redator-chefe do “Jornal do Comércio”, propôs: “Aqueles que nos últimos quarenta anos têm vivido na imprensa, não deixarão de pedir que se lhes reserve espaço na lápide comemorativa para que possam gravar esta verdade: Nunca a livre expansão do pensamento, a liberdade da imprensa, teve mais convencido, mais enérgico, mais constante defensor do que o Imperador do Brasil, D. Pedro II”.
Diferentemente de hoje, vigorou o anonimato no período Monarquico. No império era permitido se expressar anonimamente, não sendo necessário se identificar. Atualmente, de acordo com nossa constituição, expressar opiniões anonimamente configura-se crime.
Pode-se dizer, de acordo com o historiador José Murilo de Carvalho, que a imprensa nunca foi tão livre no Brasil como no reinado de Dom Pedro ll.
FONTES
— A vida de Dom Pedro II - Coleção Grandes Homens, por Benjamin Mossé. Publicado em 1938.
— História de Dom Pedro II - Declínio, 1880-1891, por Heitor Lyra. Publicado em 1977
— Dom Pedro ll, ser ou não ser, por José Murilo de Carvalho. Publicado em 2007.
— As Barbas do Imperador D.Pedro II, Um Monarca nos Trópicos, por Lilia Moritz Schwarcz. Publicado em 2003.
— O segundo reinado, por Heitor Moniz. Publicado em 1928.
— Revivendo o Brasil-Império, por Leopoldo Bibiano Xavier. Publicado em 1991.
4 notes · View notes
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Boulevard – On Trespassing and Culture No.1 – CLASSICS
“Boulevard – On Trespassing and Culture” is a brand new print publication and as the editors state in their explanatory introduction, the plan is to regularly publish “a discourse oriented independent publication”. What Boulevard is all about, can easily be recognized by reading the first paragraph in which a lack of (art)-criticism is pointed out, but at the same time the reference is linked to a book which is only available in German. The editors want to work on both problems:
The REPRINT chapter, the Boulevards main part, brings back important texts which have been published for example only in French, are hard to get, out of print or just didn’t got the attention which they might deserve. Thanks to the editors (two of them are also responsible for the Zugriff magazine) the first issue includes texts by Allan Schwartzmann (1985), Oliver Kuhnert (2017), Detlef Hoffmann (1985), Moritz Klein (2013), James E. Walmesley (2004), Another One (2009), Ralf Beuthan (2011) and David Ley & Roman Cybriwsky (1974) in English language.
In TALK chapter you can find recommendations (books, exhibitions, screen prints), announcements (events, conferences, book fairs, etc.) and interviews, like in this issue with curator Frank Krämer.
The thrid chapter presents showcases and series of photography by artists, curators or photographers. Tony Klickklack (on CAT22), Gen Atem / Miriam Bossard, ARIS / TOCKA, and MOSES&TAPS™ (by Edward Nightingale) are featured on the first issues CASES section.
Although Boulevard No.1 CLASSICS has the traditional newspaper format and paper, it comes in a cardboard box to help the 80 paged publication survive without any damages in your bookshelf.
Get your copy at Hitzerot.
3 notes · View notes
mistermixmania · 6 months
Text
0 notes