Prendi due paghi tre - Video 21 from Enrico Mattioli on Vimeo.
Le tragiche avventure del commesso Leopoldo Canapone – Una satira sul consumismo – Ordina a [email protected] -
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Leggi la recensione di Francesca de Carolis su L’altra riva
Satira o metafora?
Alla lettera, copio e incollo da google il significato di entrambi:
Satira
1 — Genere di composizione poetica a carattere moralistico o comico, che mette in risalto, con espressioni che vanno dall’ironia pacata e discorsiva fino allo scherno e all’invettiva sferzante, costumi o atteggiamenti comuni alla generalità degli uomini, o tipici di una categoria o di un solo individuo: le s. di Orazio; la storia della s. latina; la s. del Parini; s. acerba, amara, mordace.
2 — Critica più o meno mordace (dal sarcasmo alla caricatura) verso aspetti o personaggi tipici della vita contemporanea.
Metafora
1 — Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo).
2 — Traslato.
In linea di massima, direi che i due termini potrebbero declinare l’uno nell’altro. “Prendi due” risalta sia l’ambiente di lavoro — in questo caso i Supermercati BellaGente — ma presenta anche delle parti oniriche, come le vie, le strade e i quartieri della metropoli che assomigliano alla cartina di un centro commerciale o di un supermercato.
Quindi, se mi è concesso, sorridendo conierei il termine metatira.
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Una persona che finisce il suo turno, è stanca e ha bisogno di staccare la spina. Leggere un libro sull’attività che ha appena lasciato può essere fastidioso.
Le circostanze hanno portato quel lavoratore lontano dalla sua reale natura. I ritmi della sua vita sono scanditi dagli orari di lavoro. Vive la sensazione che la sua esistenza non gli appartenga. Trascorre più tempo con i colleghi che con gli amici o i familiari. Si sente imprigionato in una competizione costante. È alle dipendenze di un’azienda per la quale la sua identità dovrebbe essere uniforme a un modello programmato e che risponde a precise caratteristiche di asservimento.
Che cosa sognava quel lavoratore? Aveva delle speranze, delle aspirazioni perdute per ragioni di sopravvivenza? Crede di non avere più diritto alla felicità? A cercare, la felicità…
No, non è vero. Tutti meritano la felicità, o almeno, hanno ragione di provare a cercarla ancora. Siamo portati a pensare che ciò che svolgiamo ogni giorno, non sia degno d’essere raccontato. Ogni aspetto della nostra vita, invece, merita una parola letteraria. E solidarietà, moti che offrano una dimensione diversa da quella che pensiamo e, in qualche modo, la impreziosiscano. Perché esistere, resistere, è un atto eroico e va suggellato.
In un sistema dove il consumismo tesse la sua rete, questa storia racconta le dinamiche della persona nella società mercato. L’uomo moderno vive per consumare in fretta per tornare ad acquistare e consumare con la medesima urgenza.
Ecco perché leggere questo libro. Se aiuterà qualcuno a considerare se stesso sotto un’altra ottica, il mio testo avrà avuto un senso.
25 febbraio — Ore 17.30
Presentazione di Prendi due paghi tre
Spazio Sferocromia, via Ippolito Pindemonte 30b — Roma
Dopo Caro cliente, Leopoldo Canapone torna protagonista di una mia storia. Sono passati gli anni, il mercato occupazionale è cambiato, i diritti si sono ristretti così come gli orizzonti dei dipendenti.
Se c’è un comune denominatore tra le grandi metropoli, è che le periferie si allargano e diventano a misura del consumatore. È cambiato il concetto stesso di movimento, anche il turismo si lega allo shopping.
Le metropoli cambiano i connotati per mano di un chirurgo che con l’estetica ha poco a che fare. Tutto è funzionale al consumo.
La città descritta non ha una collocazione geografica, potrebbe essere ovunque. La toponomastica cittadina è sostituita da quella del supermercato: vie, strade e quartieri lasciano il posto a corsie, corridoi, reparti. Ci si trascina per mantenere in vita un sistema che ormai è agli sgoccioli.
Prendi due paghi tre è un libro in cui l’esasperazione è il tratto fondamentale. Le donne che ricoprono ruoli gestionali, sono demansionate da strategie che non lasciano loro spazio decisionale. La strada è già segnata e chi sbaglia passo viene perseguito e umiliato a prescindere dal ruolo.
Il resto del personale vive l’esistenza scandita da programmazioni che cambiano di giorno in giorno, di ora in ora, votato a una missione che ha lo scopo di allargare sempre di più l’orario di vendita per coprire le esigenze di una clientela sotto congiuntura e che vede il suo potere di acquisto svanire, dissolversi nella crisi dell’Era del Centro Commerciale. È una forma nuova di autarchia: bisogna aiutare il sistema con i pochi mezzi a disposizione, nessuno può esimersi. Il cliente è una gallina spennata a cui è rimasta solo la pelle: è a quella che si attacca l’apparato con ogni mezzo di manipolazione.
Al di sopra del carrozzone, c’è un’entità asessuata che si chiama Gruppo o Marchio o Immagine, e chi tenta di infrangere questo cardine non ha possibilità di sopravvivenza.
25 febbraio — Ore 17.30
Presentazione di Prendi due paghi tre
Spazio Sferocromia, via Ippolito Pindemonte 30b — Roma
PRENDI DUE PAGHI TRE – Le tragiche avventure del commesso Leopoldo Canapone from Enrico Mattioli on Vimeo.
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