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#La canzone di Achille recensione
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La canzone di Achille di Madeline Miller
Buon pomeriggio a tutti,ben ritornati sul nostro blog, e per chi lo visita adesso per la prima volta, benvenuti!Questa sera volevo parlarvi di un romanzo che mi ha colpito molto e che era da tempo che volevo leggere.Il libro di cui parleremo questa sera è La canzone di Achille di Madeline Miller.Bando alle ciance andiamo a scoprire di più e soprattutto quello che le trame non dicono 😉 Titolo del…
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libromania · 2 years
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Ciao a tutti! Come ve la passate? Oggi, in una delle tante giornate afose dell’ estate ritorno su libromania per parlarvi dell’unico, solo ed inimitabile “La canzone di Achillee” -urli di gioia, applausi…!!!!-. In effetti questa recensione mi sta particolarmente a cuore, poiche’ “La canzone di Achille” e’ uno dei miei libri preferiti. Giuro che mi ha fatta innamorare (di Achillle in primis), ma in generale dell’atmosfera mitologica del racconto. Mi ha insegnato a guardare alla guerra di Troia (la noiosa gueerra di Troia studiata da tutti noi a scuola), in modo diverso, con interesse e trasporto. Vogliamo parlare poi della della coppia Achille+Patroclo?! La coppia che scoppia, letteralmente. Leggendo “La canzone di Achille” mi sono sentita a casa, pur essendo ambientato in un’epoca ben distante dalla mia: mi ha fatto riflettere, mi ha fatto sognare, mi ha fatto amare e mi ha fatto soffrire…Un carico di emozioni non indifferente, considerando che stiamo parlando sempre di inchiostro su carta…Ma sappiamo tutti che i libri sono molto di piu’, o meglio, lo possono diventare potenzialmente, se scritti dalla mano e dalla testa giusta. Che dire? Madelin Miller ha scritto un capolavoro, portandoci anche a comprendere come i Greci fossero in realta’ dotati di menti e pensieri ben piu’ aperti dei nostri laddove si discorreva di omosessualita’. Per l’appunto ho adorato che nel libro non si narrasse della classica storia d’amore, bensi’ di una relazione gay, incrementando dunque anche una maggiore sensibilizzazione sul tema della comunita’ LGBTQ+. Tanta stima verso l’autrice e verso il libro. Madeline Miller, scrivimi la vita ti prego! Anche in questo caso se doveste aver voglia di ascoltare la descrizione della trama e del contenuto in maniera piu’ approfondita di “La canzone di Achille” non esitate a chiedere. Ciauzzzzz alla prossima!
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P.s. Come sempre ribadisco di scrivermi nei commenti laddove voleste sentirmi parlare di un particolare libro, soddisfero’ le vostre richieste il prima possibile. Sono ben accetti anche vostri consigi o pareri, ma come sempre solo e soltanto uno e’ il filtro: che si tratti sempre di libri, i nostri amati e stupendi libri.
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ciurmastortateatro · 9 months
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La canzone di Achille
La recensione del debutto spettacolo
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verawintersautrice · 2 years
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Sí sicuramente lo avete già letto tutti. Io l'ho tenuto sul comodino per un anno prima di decidermi a leggerlo, perciò ora vi lascio la mia mini #recensione Parto con le note positive: mi piace moltissimo lo stile dell'autrice, elegante, pulito, non eccessivamente ricercato ma nemmeno banale, e soprattutto delicato ed evocativo. Che è la cosa per me più importante. Le immagino mi si formavano nitide nella mente, catapultandomi in un mondo lontano e affascinante. E questo dal mio punto di vista è il vero punto di forza del romanzo. Per il resto cosa vi posso dire? Per gusto personale preferisco le storie corali, perciò avere il solo punto di vista di #Patroclo l'ho trovato poco stimolante, soprattutto dopo la sua morte. Capisco la necessità narrativa di tenerlo lí fino alla fine per chiudere con una mezza redenzione anche l'arco narrativo di Teti... Però. Però. È anche altrettanto vero che la canzone di Achille deve essere cantata da una voce che non è la sua. Però... Però. La mancanza di un altro punto di vista a mio avviso si sente parecchio. Con Achille non sono riuscita ad empatizzare nemmeno mezzo secondo, e nemmeno alla fine, quando si raggiunge la tragedia. Patroclo... Patroclo parla alla pancia di coloro che si sentono un peso inutile in un mondo troppo grande che può fare a meno di loro, ma anche lui dopo un po' risulta melenso e stucchevole. Il loro amore mi ha intrigata all'inizio con le incertezze, la scoperta e la paura, ma alla fine non mi ha lasciato grandi impronte addosso. Non ho sentito quell'esplosione che invece mi aspettavo. In definitiva questa è una lettura scorrevole nel complesso, ma non raggiunge dei picchi emotivi che destino profondo interesse. Ovviamente si è risvegliato il mio amore per il re di Itaca nonostante le scarse apparizioni, ma questa è un'altra storia🤣 Detto ciò il mio voto è un 7. Una rivisitazione buona, uno stile che come ho detto trovo molto bello sia nel lessico che nella forma, per un romanzo che però non avrei voglia di rileggere. #lacanzonediachille #madelinemiller (presso Sparta, Greece) https://www.instagram.com/p/CgxHTuCM0mI/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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muatyland · 2 years
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Recensione "La canzone di Achille" di Madeline Miller
Recensione “La canzone di Achille” di Madeline Miller
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in…
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stilouniverse · 2 years
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Madeline Miller "La canzone di Achille" presentazione
Madeline Miller “La canzone di Achille” presentazione
traduzione di Matteo Curtoni e Maura Parolini  Scritto nel 2011, nel 2012 ottiene il prestigioso Orange Prize, viene pubblicato in Italia nel 2013, e da allora è stato un successo di vendite e ancora oggi occupa i primi posti nelle classifiche dei libri più venduti. L’autrice, bostoniana, docente con una preparazione classica, rivisita varie pagine dell’opera di Omero in modo del tutto inedito…
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gabevond · 6 years
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Pensieri e parole: "La canzone di Achille" di Madeline Miller.
Pensieri e parole: “La canzone di Achille” di Madeline Miller.
Lo so, lo so, avevo detto che non avrei postato solo recensioni, ma questo libro, signori. Questo libro merita una grande attenzione da parte di chiunque.
Titolo: La canzone di Achille Autore: Madeline Miller Pagine: 371 Editore: Sonzogno Voto: 5 Iniziato il: 16/09/2018 Finito il: 24/09/2018 Trama:
Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani,…
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giovithunder · 4 years
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Recensione de "La canzone di Achille" di Madeline Miller
Recensione de “La canzone di Achille” di Madeline Miller
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Buongiorno e buon weekend, amici lettori!
Oggi torno sulle pagine del blog con una recensione librosa. Il libro che ho appena finito di leggere si intitola “La canzone di Achille”, scritto da Madeline Miller.
Si tratta di un’opera molto particolare. Una rielaborazione in chiave sentimentale del materiale epico. Al centro del libro, infatti, troviamo la storia d’amore fra Achille e Patroclo negli…
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spettriedemoni · 3 years
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Mega riassuntone Eurovision 2021
Ovvero la recensione di cui nessuno sentiva il bisogno
A mente fredda ho buttato queste poche righe.
L'edizione 2021 dell'Eurovision Song Contest (da ora per brevità chiamato Eurovision oppure ESC) si è tenuta a Rotterdam in 3 serate concludendosi sabato scorso con la grande finale che ha visto 26 Paesi partecipanti. La prima cosa che mi ha colpito è stata la precisa e ottima organizzazione, efficiente in tutto a partire dai palchi smontati e riallestiti per i vari concorrenti in 45 secondi per finire ai 4 presentatori, 3 donne e un uomo (a proposito di gender gap), capaci di dare il via alle singole serate pronunciando in sincrono la frase di avvio dell'evento. Se penso che l'unica volta che a Sanremo hanno messo 4 presentatori erano i figli di altri cantanti e personaggi famosi e si incartavano al punto da ritrovarsi a leggere la cartellina sottosopra.
Tra l'altro alle 22:30 erano arrivati all'esibizione di metà cantanti in gara, da noi a quell'ora Fiorello non ancora aveva finito di scendere dalle scale vestito da Achille Lauro... O da Regina Elisabetta, non ricordo.
Ho apprezzato i cantanti che hanno cantato nella loro lingua madre e meno chi ha cantato in inglese pur avendo 3 lingue come il Belgio o una lingua bellissima come il Portogallo. Quest'ultimo però ha portato una lagna invereconda, per cui ha meritato i pochi punti da parte del pubblico.
La Germania ha portato una canzone che ho trovato divertente... Come sigla di un programma per ragazzi. Se ci fate caso, nel punto dove cambia di ritmo sembra lo stacchetto musicale di Art Attack, ma mancava Muciaccia che ha più carisma del cantante tedesco.
Zero punti da tutte e due le giurie per il cantante britannico direi che ha pagato la brexit. Pure l'outfit però ha giocato un ruolo fondamentale nel pessimo punteggio.
L'Olanda ha portato una canzone secondo me interessante con contaminazioni gospel però pure loro hanno preso zero punti da parte del pubblico e non so: secondo me sono stati ingiusti. Allo svedese poverino gli è toccato esibirsi dopo i Maneskin: che poteva fare? Israele ha preso comunque 20 punti dal pubblico e mi domando se non sia stata penalizzata dalla situazione che stanno vivendo in patria dove stanno opprimendo i palestinesi.
Breve parentesi sui collegamenti con i vari Paesi per sapere i voti delle giurie di qualità: a parte il solito islandese che con quel tormentone "Jaja ding dong" fa sempre ridere, il bimbo dalla Grecia: perché? E poi la tizia dalla Polonia: ti vuoi vestire da zebra e ok, ma i guanti? Perché? I guanti in tinta con il resto del vestito... Un grosso WTF!
I finlandesi di Blind Channel sono davvero stupendi. Un po' troppo Linkin Park, forse, ma fighi nel loro rock. Menzione speciale per l'Ucraina, la mia preferita con una canzone che ti entra nel cervello, grande messa in scena e la cantante che ha una presenza scenica da paura solo stando ferma. Praticamente Trinity di Matrix
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Quello a fianco non è Neo... Però potrebbe esserlo. Altra menzione speciale per la cipriota che ha portato una hit per l'estate (El Diablo) che poi è un Bad Romance (di Lady Gaga) che non ce l'ha fatta. Le Hurricane della Serbia invece hanno portato pure loro una hit estiva ma mi sembra più difficile da eseguire da un punto di vista tecnico: brave e brave anche per aver cantato il lingua madre. Comunque mi sono simpatiche anche per aver imparato subito la canzone dei Maneskin in perfetto italiano, tra l'altro, e per come la mora delle tre (che sembrano le sorelle Kardashian dei Balcani) ha provato a proporsi con Damiano dei Maneskin. A giudicare poi da come sono andate a salutarlo dopo la vittoria, gli avrebbero volentieri fatto da groupie. E pure molto altro, ho idea.
Gli islandesi sono simpatici ma la loro canzone poteva stare tranquillamente nella colonna sonora del film "La Febbre del Sabato Sera". Anche basta, dai.
Infine il cantante svizzero: bravo, ma la canzone mi ha scartavetrato i cosiddetti.
La Francese invece mi ha detto tanto Edith Piaf. Brava, per carità, ma la canzone non so se la metterei fra le top 3. Bella voce, comunque.
I Maneskin invece si sono letteralmente divorati il palco. Già durante l'esibizione in finale hanno avuto una bella risposta da parte del pubblico live e sono stati credo gli unici a interagire e a chiedere un po' di tifo al pubblico in sala.
Il pubblico da casa, con quei 318 punti, li ha amati, evidentemente come di evince da questo grafico
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In pratica i connazionali di Rutte sono quelli che ci hanno attribuito il punteggio più basso (2 soli punti) mentre non c'è un solo Paese che non ci abbia votato. L'Ucraina ci ha dato poi il massimo (12 punti) sia tra i giurati che al televoto, da questa estate tutti in vacanza in Ucraina. O in Serbia, Georgia o Slovenia.
Stima ulteriore per Damiano che in conferenza stampa si è presentato così
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Da oggi l'Italia ha cambiato aspetto anche vista dal satellite
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La polemica della sniffata pare sia partita dalla stampa svedese ed è poi rimbalzata ovunque fino alla Francia che contro di noi rosicano sempre tanto quando perdono, si sa. Spiace che Paris Match abbia ripreso una simile bufala ma i test anti droga di Damiano dimostrano che lui è pulito e dunque per dirla alla francese: "Attaccateve ar cazzo" (da pronunciare con la erre moscia e l'accento sulla o di "cazzò"). Insomma è ancora il 2006
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Ethan poi ha avuto la reazione più bella al momento della premiazione: praticamente mi aspettavo da un momento all'altro uscisse James Brown vestito da prete che gli urlasse: «Hai visto la Luce!» come nel film. Probabilmente aveva visto lei
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tra l'altro a Che Tempo che Fa la Oriettona Nazionale ha definito i vari cantanti partecipanti vecchi per le canzoni proposte. E se Orietta ti dice così, due domande me le farei, fossi in loro.
Un ultima cosa sulla storia della coca di Damiano: da gran signore il giovane frontman si è fatto un test volontario antidroga appena tornato in Italia. Test risultato negativo come ha comunicato la direzione dell'ESC e Damiano ha fatto sia una storia su Instagram che un tweet dicendo la stessa cosa
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Voilà.
L'anno prossimo toccherà all'Italia organizzare il concorso, in molti lo vorrebbero finanziato con i soliti raccolti dalle querele di Damiano a tutti quelli che lo hanno calunniato, sopratutto i francesi: altro che la Gioconda; vi chiediamo indietro pure Nizza, la Savoia è la Corsica dopo questa storia. La Gioconda la potete lasciare nella cassetta delle lettere di Damiano, cari cugini.
A parte gli scherzi non so dove la organizzeranno, la logica mi dice Milano, l'ideale mi suggerirebbe Roma che è la città dei vincitori, ovunque sia però sarà durissima farla come l'edizione Olandese. Come presentatrice però vorrei Victoria Cabello che è simpaticissima oltre che di madrelingua inglese e su questo io e @surfer-osa siamo d'accordo come siamo d'accordo che Fiorello basta: ha rotto le palle.
Farei pure esibire Manuel Agnelli e Morgan (ma senza Bugo) come guest star.
Piccola nota finale: praticamente i Maneskin hanno perso solo contro Licitra a X Factor. Ma poi, chi cazzo è Licitra?
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frogcoded · 2 years
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recensione delle canzoni di sanremo in ritardo perché mi sono stufat* di ripetere per il mio esame:
- brividi mi è piaciuta un botto - achille lauro is just not my jam, sorry - si vede che la canzone di gianni è stata scritta da jovanotti, sfortunatamente a me jovanotti non piace. the song is catchy though - lrdl non mi è dispiaciuta anche se devo dire che molte altre canzoni loro mi erano piaciute di più - noemi sicuramente meglio dell'anno scorso e mio malgrado mi è piaciuta - dargen d'amico non male ma lui così a pelle mi sta molto antipatico - rkomi non mi è dispiaciuto ma devo ammettere che il suo outfit + presenza scenica mi hanno fatto morire. potrei aver cercato "rkomi altezza" su internet mentre guardavo la sua esibizione - ana mena meh - adoro il megafonino di giusy ferreri ma le hanno lasciato il microfono troppo basso imo - ciao michele bravi mi stai sul cazzo da quando eri famoso nel 2015 - yuman abbastanza dimenticabile - massimo ranieri canzone italianaTM e ci sta
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feel-the-book · 3 years
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Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo, lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira (…) Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo.” 📚 “La canzone di Achille” è un libro dalla storia inaspettata. Ho iniziato a leggerlo senza dare reale importanza alla trama, semplicemente perché volevo immergermi in qualcosa di diverso, che avesse il sapore dei grandi miti e delle gesta dei grandi eroi. A ogni pagina, lo stile dolce, elegante e scorrevole mi è entrato nel cuore sempre di più, facendomi immergere in una storia diversa da quella che immaginavo. In questo libro, i cui protagonisti principali sono Patroclo e Achille, vediamo crescere questi due eroi sullo sfondo di Ftia e il monte Pelio, mentre le vicende di Menelao, Elena e Troia si sviluppano di pari passo, e le due storie a un certo punto si incastreranno, così come vuole il mito Ma, oltre il mito e le leggende che conosciamo, possiamo finalmente vedere lo sviluppo del rapporto tra Patroclo e Achille. Un rapporto che sorprende e che diventa sempre più intimo, e che ha la capacità di farci sentire parte integrante della storia, di questo dolce e sublime sentimento che li lega e scoppia segretamente nel loro cuore. ❓ L'avete letto? Vi è piaciuto? Sul sito trovate la recensione completa. 📚 #FTB #FeelTheBook #lacanzonediachille #feltrinellieditore #marsilioeditore #madelinemiller #mmromance #bookstagram #bookworm #bookish #reader #libridiinstagram #librisulibri #libridaleggere #librimania #librichepassione #bookaddict #lgbtitalia #authorsofinstagram #readersofig #letture #instalibro #citazioniitaliane #lettoristraordinari #lettoridiinstagram #paginesupagine #giovanilettori #citazionedelgiorno #lettura https://www.instagram.com/p/CPVIfbXHWYG/?utm_medium=tumblr
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Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. 
Uno dei miei libri preferiti, trovate la recensione sul blog!
https://ilcaffeletterario.altervista.org/review/la-canzone-di-achille-un-amore-eroico/
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I Massimo Volume tra Nietzsche e Morgan
Pseudo-recensione del concerto dei Massimo Volume al Teatro Manzoni del 20 febbraio 2019
Emidio sale sul palco con la voce un po’ tirata, quasi teatrale, forse perché è una prima e siamo in un teatro? In effetti, emerge quel senso di sottile disagio di quando il rock, indie o no, si mette in scena in un luogo di quiete, in cui la gente ascolta comoda ed educatamente. Non è una novita ed è un conflitto che un cantautore forse sente di meno, ma una band con sonorità graffianti come i MV lo fa stridere di più. Eppure dovrebbe essere perfetto, il teatro stimola l’ascolto delle sfumature, e qui ce ne sono, e permette di concentrarsi sui testi profondi della band, ma qualcosa stride. Quello che viene fuori è un senso di passato che resiste, con onore, coerenza e dignità, tutte cose che forse Nietzche non avrebbe apprezzato. Eppure la botta emozionale arriva proprio con “Fred”, canzone con richiami al filosofo tedesco. Un momento di verità del concerto che da solo vale il prezzo del biglietto. La tensione si scioglie lentamente, tutto impeccabile a parte forse l’amplificazione della voce e un senso di adrenalina che non raggiunge livelli molto alti. Mi viene da paragonare la posa semplice e dignitosa di questa band con l’esibizione di Morgan a Sanremo (in duo con Achille Lauro) con poca voce e l’impressione di scimmiottare un personaggio. Se pensiamo al contesto, Sanremo è un teatro al quadrato, con un pubblico sprofondato in poltrona a casa e il duetto potrebbe avere tutti i crismi dei falsi trasgressivi. Però, premesso che quella canzone a me è piaciuta, sospendiamo per un momento il punto di vista che si focalizza sulla qualità musicale dell’esecuzione e focalizziamoci su Morgan che era comunque solo un ospite. Sento forse che in questa seconda esecuzione, per molti versi patetica, c’è qualcosa che è mancato al concerto di stasera, un tradire se stessi che per quanto patetico tocca anche frequenze liberatorie.
I Massimo Volume chiudono con la bellissima “Fuoco fatuo”,
“Ma manca la foto del contatto tra le corna e la mano Leo, è questo che siamo?”          
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furiarossa · 2 years
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Bentornati alle Recensioni Spinose, germoglietti!
I vostri vasi sono ben rincalzati di terra e pacciamati per l’inverno? Avete bevuto abbastanza?
Mentre ci pensate, sappiate che sia questa rubrica che la nostra esperienza sono state arricchite di una nuova storia grazie a -jeonbiscuits-, che ci ha consigliato questo libro; grazie per la dritta, Charlotte!
Oggi parliamo de “La Canzone di Achille”, romanzo d’esordio del 2011 di Madeline Miller... (E no, tranquilli, la canzone di Achille non è bam bam twist).
P.S.: E se non potete (o non volete) leggere questa recensione   su Wattpad,  la potete trovare (con commenti e didascalie extra!)  anche  sul blog ufficiale dei Cactus di Fuoco, qui: https://fantasydiario.blogspot.com/2021/12/recensione-la-canzone-di-achille.html
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sueartsnstuff · 3 years
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✨𝓙𝓾𝓼𝓽 𝓒𝓱𝓲𝓵𝓵𝓼✨ . 🇮🇹 Ma ciao! Come state oh voi tutti?✨ Lo so che continuò a sparire a momenti alterni, ma oggi vi portò buone notizie: finalmente ci è arrivato il modem nuovo è da lunedì dovremmo cambiare finalmente gestore ed internet andrà al triplo della velocità di adesso! Incrociate le dita per noi🤞🏻 Giuro però che in questo periodo non sono stata affatto ferma, e anzi ora che ho finito il corso tornerò lavorativa il doppio! Innanzitutto comincerò a girare e registrare i video parlati SERI per YouTube che, internet e situazione mentale permettendo, comincerò a pubblicare a partire da gennaio (anche se nel frattempo caricherò comunque qualche speedpaint, giusto per mantenere il canale un po’ attivo. In ogni caso tenete d’occhio le stories perchè vi avviserò lì🌸). Poi poi poi, ho cominciato a scrivere anche qualcos’altro da come potete notare in foto👀 Ma non voglio svelare più del dovuto perchè voglio dedicare a questo lavoro tutto il tempo necessario con calma senza darmi scadenze almeno per il momento💦 Sempre guardando la foto, vi faccio vedere i miei ultimi acquisti in ambito fumettistico che dovranno aspettare un pochino per essere letti dato che vorrei prima finire La Canzone di Achille, libro che mi sta prendendo davvero più del solito! (Altro che Chiamami con il Tuo Nome *coff coff*) che non ho potuto inserire nella foto per questioni di spazio... Infine, sto giocando ad un videogioco uscito davvero poco tempo fa ed acquistato grazie ad una di quelle promozioni “paghi uno prendi due” ad un prezzo bassissimo. E anche in questo caso devo dire che mi sta piacendo, ma ne parleremo in una recensione dove confronteremo questo e l’altro titolo che ho scelto. Mi manca davvero poco per finirlo🌸 Voi cosa avete fatto nel frattempo?✨ . . . #manga #mangahaul #mangagirl #kawaii #kawaiifeed #mangastyle #videogames #nintendoswitch #nintendo #pink #pinkaesthetic #pinkfeed #otaku #otakulife #kawaiiaesthetic #gamer #gamergirl #gamerlife #otakuroom #picoftheday #instagood #bookstagram #nerd #nerdgirl #sketch #sketchbook https://www.instagram.com/p/CHx7DeVBmWm/?igshid=1pxwkrpqfylzt
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salato · 6 years
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Psicoanalisi dei miei ascolti del 2017
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Secondo Spotify, la canzone che ho ascoltato di più nel 2017 è stata “Il tuo vestito bianco” di Giorgio Poi. È fantastico che possa esistere un servizio che ti fornisce a prezzi ridicoli tutta la musica del mondo, ti possa consigliare quella che ancora non conosci, e nel mentre registra anche cosa hai ascoltato di più durante l’anno. Peccato che non è così.
Sono sicurissima di non aver ascoltato quella canzone più di due o tre volte: è carina, ma non mi fa di certo impazzire. Il calcolo di Spotify dev’essere scaturito quindi da un errore nel suo algoritmo, oppure da un errore umano. Per esempio, senza accorgermene, un giorno io potrei aver messo quella canzone in repeat e aver impostato il volume al minimo.
Non importa. Ciò che importa è che oltre al recente disagio che ho sviluppato per le classifiche di fine anno e nei confronti della musica consumata per lavoro, quest’anno ho dovuto constatare che nemmeno più Spotify mi ha aiutato a capirci qualcosa. Errori, ascolti su diversi account (quello di lavoro, quello personale, un mix dei due), ascolti condivisi con mio marito (quando vogliamo metter su qualcosa mentre cuciniamo la cena, di sicuro non facciamo differenza di account, usiamo quel che è aperto in quel momento): tutto questo ha fatto sì che anche Spotify non abbia avuto vita facile nell’aiutarmi a navigare il mare magnum della musica del 2017.
E poi è arrivato dicembre: di fronte a una serie infinita di classifiche che non avrò mai davvero voglia di leggere e recuperare, e all’ansia che questo mi ha provocato, mi sono resa conto di una serie di cose.
Primo: non ho amato i dischi più interessanti dell’anno (Lorde, Kendrick Lamar, Arca, etc). Li ho ascoltati tutti distrattamente, o da un punto di vista più professionale che personale. Non ho ascoltato con entusiasmo i grandi ritorni, o gli artisti emergenti con più hype. L’unico disco straniero uscito nel 2017 che posso dire di aver ascoltato molto e con piacere è “Earl Gray” delle Girl Ray.
Secondo: ci sono stati ritorni di alcuni dei miei artisti preferiti come Jens Lekman, Shout Out Louds, Mac DeMarco, King Krule, Real Estate, Alvvays, Sodastream, Grizzly Bear, Fleet Foxes, Phoenix, The XX, Belle and Sebastian e moltissimi altri che mi sono assolutamente sfuggiti (The Shins, Toro Y Moi giusto per citarne un paio). Tutti dischi validi, che ho ascoltato un po’ di volte, ma che per qualche ragione non mi sono rimasti davvero addosso.
Terzo: ho continuato, senza alcun accenno di noia o fatica, ad ascoltare dischi e artisti che ormai mi accompagnano da cinque anni o più. Erasmo Carlos, Chico Buarque, Emahoy Tsegué-Maryam Guébrou, Gainsbourg, Dorothy Ashby e un paio d’altri. Cosa questo voglia dire, o cosa implichi esattamente (vecchiaia?) ancora non l’ho capito di preciso.
Quarto: non avrei mai pensato di scrivere queste parole, lo ammetto, ma nel 2017 ho ascoltato a ripetizione due canali YouTube. Il primo si chiama Past Perfect Vintage Music e raccoglie una serie di album bellissimi pubblicati negli anni 20’, 30’, 40’. Il secondo invece è Chillhop Music, un canale in cui si trasmettono 24h su 24h dei pezzi in stile “jazzy and Lofi Hip Hop”. Niente cantato, niente parole, molto relax e concentrazione.
Quinto: ho ascoltato davvero tantissimo rap italiano (e questo Spotify non può saperlo, perché l’ho fatto su YouTube), come mai in vita mia. Ghali, Carl Brave & Franco 126, Achille Lauro, Sfera Ebbasta, Dark Polo Gang, Rkomi, Laioung, Salmo, Gué Pequeno, etc. Bonus r’n’b: Liberato. Al netto della superficialità di testi, gesti e ragionamenti, per qualche motivo questi artisti mi hanno interessato più di ogni altra cosa quest’anno.
Sesto: gli unici dischi ai quali io mi sia davvero affezionata nel senso più classico del termine sono dischi che parlano in italiano, o scritti da artisti italiani. Mi sono piaciuti tantissimo i lavori di Colapesce, Colombre, Baustelle, Populous, Clap Clap. Settimo: ho letto un’infinità di articoli sull’industria musicale. Sullo streaming, sulle classifiche, sulla gamification, sul diritto d’autore, sul marketing, sulla blockchain. Qualsiasi cosa. Ho letto, per contro, pochissimi articoli che parlassero di musica e basta.
Alla fine di questa mappatura dei miei ascolti nel 2017, per la cui ricostruzione mi ci è voluta una settimana intera di riflessione, mi è venuto naturale provare a psicanalizzarla.
L’estrema frammentazione dei contenuti che fruisco, l’estrema confusione e difficoltà nel capire cosa può interessarmi e cosa no ha finito per frammentare e rendere confusionaria anche la mia stessa fruizione. Della musica, ma anche di tutto il resto. In poche parole, vago da un link all’altro, da un disco all’altro, da una recensione all’altra, e non riesco a fermarmi un attimo per capire cosa mi piace e cosa vorrei approfondire. Credo sia una cosa abbastanza comune e che accade a tutti da un po’ di anni, ma rendermene conto in maniera così tanto evidente mi ha gettato in un tipo speciale di angoscia che ancora non ho capito come consolare. Posso darmi un paio di attenuanti: un cambio di lavoro, un cambio di casa, un matrimonio, il compimento dei fatidici trent’anni, cose gravi che sono successe nella nostra società che mi hanno assorbito molte energie mentali (in questo momento è successo questo, e nemmeno è la cosa peggiore). Ma non so fino a che punto possa valere come spiegazione. Per il nuovo anno potrei darmi il buon proposito di trovare un modo di sfuggire a questi meccanismi (staccarsi un po’ dai social, a naso, potrebbe essere una buona idea?) ma la verità è che non ho idea di come si faccia, da dove si inizi. Ho anche provato a leggere un libro su come queste abitudini minino la nostra capacità di concentrazione ma, neanche stessi mettendo in scena una barzelletta, non sono riuscita a finirlo. Magari, nel 2018, potrei riprendere da lì.
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