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#Giovanni Battista di Pian
rbolick · 1 year
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Celebrating the 250th Anniversary of Steingruber's "Architectural Alphabet"
Celebrating the 250th Anniversary of Steingruber’s “Architectural Alphabet”
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claudiotrezzani · 8 months
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Man Ray le teste le faceva anche in bronzo.
Eggià, artista poliedrico era.
Quella fotografica, epperò, gode di doppia ghermizione.
Doppia ghermizione?
Sì, perché i capelli della maschera africana paiono ulteriori dita.
Eccomunque, il viso pare pronto per la ghigliottina.
Anche quello di Marcel Mellema sembra in attesa della decapitazione.
Patibolare non certo per crudità di fattezze della modella, bensì per esiziale pena in odor di comminazione.
Marcell introduce una finezza.
Pian d'appoggio e sfondo tutt'un divengono, e ciò apporta icastica pregnanza.
Pure Bronzbogar mostra un ovale.
Non è una faccia, epperò.
E' un uovo.
Un uovo pronto per la cottura.
Sorta d'autodecollazione, poiché la vittima stessa regge il piatto che ospiterà il suo capo.
Quasi come la decapitazione di San Giovanni Battista.
E' un celebre dipinto attribuito ad uno dei Piazza.
E' nella mia stessa città, dentro il Tempio dedicato all'Incoronata che s'erge a Lodi.
Piatto, vassoio, modi del riporre e del traslare.
Ecco, traslare.
E' cioè che fa la fotografia, traslare.
Far viaggiare la mente senza discostarsi da primigenia letteralità.
Senza discostarsi, ma schiudendo novelli orizzonti.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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lamilanomagazine · 2 years
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Montecassino (MC), domenica prossima il 28° giro delle abbazie organizzato del Caem/Scarfiotti
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Montecassino (MC), domenica prossima il 28° giro delle abbazie organizzato del Caem/Scarfiotti. Domenica 6 novembre il CAEM/Lodovico Scarfiotti organizzerà l’ultimo evento itinerante della stagione 2022. Lo staff del club, con il vicepresidente Carlo Lazzarini responsabile dell’evento, propone la 28^ edizione del Giro delle Abbazie, evento turistico-culturale con punto di arrivo fissato al Santuario Beato Ugolino di Fiastra. Gli equipaggi partecipanti si troveranno presso la nuova sede del club in località Valle Cascia di Montecassiano, dove dalle ore 9:00 alle 9:45 si espleteranno le operazioni preliminari. Alle ore 10:00 i partecipanti con le loro auto d’epoca si muoveranno poi in direzione Passo di Treia, Tolentino e sulla vecchia provinciale Belforte del Chienti, San Ginesio, Pian di Pieca fino a raggiungere Fiastra. L’arrivo al Santuario è previsto alle ore 11:30, ed i radunisti potranno partecipare alla celebrazione eucaristica ed effettuare una visita guidata. Il complesso ha avuto origine nel XII secolo, quando fu edificato in stile romanico e dedicato inizialmente a San Giovanni Battista. Alla fine del XIV secolo vi fu sepolto Ugolino Magalotti, rappresentante di un ramo cadetto dei feudatari di Fiastra, che seguì la vocazione francescana e dopo aver venduto tutte le sue proprietà si ritirò sul Monte Fiegni come eremita. La struttura riprese vita e diventò luogo di pellegrinaggio e di culto per gli abitanti della vicina piccola località di Fiegni, una delle numerose frazioni di Fiastra. L’interessante interno a due navate ospita affreschi del XVI-XVII secolo, mentre l’urna del Beato Ugolino è dislocata alla base della torre campanaria. Il Santuario sorge su un promontorio da dove si scorge un bellissimo panorama. Al termine della sosta con il pranzo presso l’Agriturismo Terre della Sibilla, con un menu tipico marchigiano ed i saluti dello staff organizzatore, si concluderà la manifestazione. Questa 28^ edizione delle “Abbazie” sarà un altro episodio della continua ricerca dei paesaggi, della cultura e delle tradizioni marchigiane unita a percorsi slow con le auto d’epoca che permettono di assaporare le bellezze del territorio. Il Giro delle Abbazie è supportato da Tecnostampa, Rotopress, Pigini Group, GM Meccanica, Ca.Bi. Gomme, Autofficina F.lli Zacconi, Water M e Agriturismo Terre della Sibilla.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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galleryofunknowns · 5 years
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Piero della Francesca (b.1416-d.1492), 'Portrait of a Boy, possibly Guidobaldo da Montefeltro (b.1472-d.1508)', tempera on panel, c.1483, Italian, currently in the collection of the Museo Nacional Thyssen Bornemisza, Madrid, Spain.
According to James Dennistoun, this small portrait on panel was in the collection of Giuseppe Crosti, an artist in Città di Castello who seems to have acquired it in Urbino. Dennistoun, author of Memoirs of the Dukes of Urbino, published in 1851, bought the panel from Crosti in 1838 and had it restored in the studio of Giovanni di Colombo in Rome. The panel was subsequently in several more collections including that of Thomas George, Lord Breadalbane Morgan, that of Baillie-Hamilton, and in the London collection of Leopold Hirsch. In 1934 it was acquired for the Thyssen-Bornemisza collection. Both the identity of the sitter and the attribution have been debated since Crowe and Cavalcaselle drew the panel’s attention to a wider group of experts in 1870. In Dennistoun’s day the panel had an inscription on a parapet whose authenticity was widely questioned. It stated that the image was a portrait of Raphael aged six, painted by his father Giovanni Santi. When the painting was restored in 1963 it was determined that this inscription was later and it was removed. The painting was, however, published as a work by Giovanni Santi by Raimond van Marle when it was in the Hirsch collection and by Melozzo da Forlì in two catalogues of the Thyssen-Bornemisza collection following its acquisition. Berenson suggested that it was by Evangelista da Pian di Meleto, a pupil of Santi, then later attributed it to Santi. In 1964 Hendy considered it to be by Piero della Francesca, an attribution that various other authors accepted. With regard to the sitter, the only hypothesis to date is that of Brinton, published by Hendy and in the catalogues of the Thyssen collection, but with reservations. Brinton based his identification on the similarity between this painting and the medal of Guidobaldo by Francesco di Giorgio of 1483. Guidobaldo di Montefeltro, who was born in 1472 and died in 1508, was the son of Battista Sforza and Federigo da Montefeltro, Dukes of Urbino, whose portraits by Piero della Francesca are in the Uffizi in Florence. Heir to the dukedom, Guidobaldo is depicted as a child in his mother’s arms in The Communion of the Apostles by Justus de Ghent in the Galleria Nazionale delle Marche and holding the ducal sceptre, next to his father, in paintings attributed to Pedro Berruguete in Urbino. The Musée du Louvre has a portrait of Sigismondo Malatesta by Piero dated 1450 which repeats the composition of this panel: the sitter is in strict profile with pale flesh tones modelled to convey a great sense of volume. The handling of the light as it falls on the bust against the black background contributes to this effect. This simple image, in which the sitter is depicted without any accessories, may according to Hendy be a portrait made for Guidobaldo’s father who was absent during these years campaigning against Lorenzo de’Medici. - Mar Borobia (x)
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paoloferrario · 3 years
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Nesso, capo di Pieve, distinto d’antichissima arcipretura. Per una valle, che il divide spumeggia un fiumicello, e puossi ivi goder nel caldo uno zefiro perenne ..., In Giovanni Battista GIOVIO, Como e il Lario (1795), Valentina edizioni, 1999, pag, 156-157
Nesso, capo di Pieve, distinto d’antichissima arcipretura. Per una valle, che il divide spumeggia un fiumicello, e puossi ivi goder nel caldo uno zefiro perenne …, In Giovanni Battista GIOVIO, Como e il Lario (1795), Valentina edizioni, 1999, pag, 156-157
Nesso, capo di Pieve, distinto d’antichissima arcipretura. Per una valle, che il divide spumeggia un fiumicello, e puossi ivi goder nel caldo uno zefiro perenne. Mette Nesso per dirupate vie alle terre di Veleso e Zelbio, le quali ad onta delle alte rupi pur raccolgono grani, e vassi pure al famoso Pian del Tivano. Su quelle montagne venne di recente introdotta una buona manifattura di coltri di…
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edicoladelcarmine · 4 years
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CHIESA DI SANTA MARIA DI MASSA, DETTA MADONNA DEL VALLATO
In questo percorso non possiamo tralasciare di citare la Chiesetta dedicata a Santa Maria di Massa, popolarmente nota come la Madonna del Vallato, in località "La Fonte", in Via Pian Volpello. La gran parte delle informazioni sono state ricavate dal libro "Castelleone di Suasa 2 Vita Castellana" (pagg. 114, 115, 116, 117) a cura di Alberto Polverari. Ai piedi della strada che da castello, lungo il Borgo, conduceva verso San Lorenzo in Campo, sin dal '500 era attestata una Chiesa che oggi si ricorda come quella "del Vallato".   All'inizio non fu altro che una Edicola votiva dedicata alla Beata Vergine, molto semplice, era posta sull'unica strada che gli abitanti di Castelleone percorrevano, sia per attraversare il fiume Cesano, sia per recarsi al molino (che si trovava nell'attuale proprietà Vivaio Conti). Vista la grande devozione da parte dei Castelleonesi per una immagine della SS. Vergine, il Vescovo di Senigallia, Mons. Lorenzo Campeggi, concesse il permesso di costruire l'attuale chiesetta al Parroco Giovanni Battista Santini (di Roccacontrada, ora Arcevia, Bolla di Roma, Ottobre 1629), il 14 gennaio 1637... Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Vallato.html Per aggiungere informazioni: [email protected]
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eccomisignore · 5 years
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Lectio Divina:
3ª Domenica d’Avvento (A)
Lectio
Domenica, 15 Dicembre, 2019
La testimonianza di Gesù su Giovanni Battista
Matteo 11,2-11
1. Invochiamo lo Spirito santo
Spirito di Dio,
che agli inizi della creazione
ti libravi sugli abissi dell'universo
e trasformavi in sorriso di bellezza
il grande sbadiglio delle cose,
scendi ancora sulla terra
e donale il brivido dei cominciamenti.
Questo mondo che invecchia,
sfioralo con l'ala della tua gloria.
Restituiscici al gaudio dei primordi.
Riversati senza misura su tutte le nostre afflizioni.
Librati ancora sul nostro vecchio mondo in pericolo.
E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino
e nel giardino fiorirà l'albero della giustizia
e frutto della giustizia sarà la pace.
Spirito di Dio, che presso le rive del Giordano
sei sceso in pienezza sul capo di Gesù
e l'hai proclamato Messia,
dilaga su questa porzione del tuo Corpo mistico
raccolta davanti a te.
Adornala di una veste di grazia.
Consacrala con l'unzione
e invitala a portare il lieto annunzio ai poveri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri
e a promulgare l'anno di misericordia del Signore.
Liberaci dalla paura di non farcela più.
Dai nostri occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
Dal nostro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
Dalle nostre mani grondi la benedizione del Padre
su tutto ciò che accarezziamo.
Fa' risplendere di gioia i nostri corpi.
Rivestici di abiti nuziali.
E cingici con cinture di luce.
Perché, per noi e per tutti, lo Sposo non tarderà.
T. Bello
2. Il contesto liturgico
* Il tempo liturgico d’Avvento, in questa sua prima parte, è tutto orientato a far concentrare il nostro sguardo su “Colui che viene”: viene nella nostra umana carne con il Natale, viene sul trono di giudice nell’ultimo giorno.
* L’ultimo giorno, il giorno del ritorno del Cristo glorioso, è un evento che l’amorosa fede nel Signore c’insegna a desiderare e invocare: maranathà - ci spinge a gridare lo Spirito, nell’attesa della tua venuta - diciamo ogni giorno adorando le specie eucaristiche, venga il tuo regno - supplichiamo nel cuore della Sposa Chiesa dando voce al Cristo che prega il Padre in ogni ora-cardine della nostra giornata.
Il tempo sconosciuto che ci separa da questa seconda venuta del Messia è spazio di operosa creatività, per “preparare le vie” e preparare il nostro cuore e i nostri occhi a saper cogliere il momento in cui la parusia si avvererà, ma anche per “abbreviare” il tempo dell’attesa adoperandosi perché si realizzino al più presto le condizioni propizie al ritorno del Signore: “i ciechi vedono, gli storpi camminano…”.
* Tutta la liturgia di questa domenica è un caloroso e pressante invito alla gioia: l’attesa del Messia sta per concludersi! L’orazione iniziale recita così: “Guarda, o Padre, il tuo popolo che attende con fede il Natale del Signore, e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza”. A pochi giorni da questa domenica, infatti, inizieranno i giorni della diretta preparazione al Natale di Gesù che è la prima realizzazione del regno di Dio atteso.
* La prima lettura (Is 35,1-6.8.10) ha un inizio sorprendente, dato che il capitolo precedente termina con un giudizio severo del Signore, e subito imposta il tono di questa domenica. La schiavitù del popolo è terminata, si prepara un nuovo esodo e, come fece al tempo dell’Egitto, Jhwh verrà a salvare il suo popolo. L’opera di redenzione del Signore previene la miseria dell’uomo con la sua grazia e si rivolge all’umanità in tutte le sue difficoltà e malattie, rappresentate dal richiamo a ciechi, sordi, zoppi: le stesse categorie citate da Gesù nel vangelo odierno. Per questo è possibile obbedire al comando di rallegrarsi e può salire a Dio una richiesta di perdono piena di speranza (cfr Sal 50,10; Os 6,1) e compiere il nuovo esodo, riattraversare il deserto della nostra lontananza volontaria da Dio e ritornare a casa nostra, alla sorgente d’acqua che non finisce.
* La seconda lettura (Gc 5,7-10) esorta a comprendere correttamente il ritardo della parusia che l’opinione comune dei Cristiani della prima epoca riteneva, invece, vicinissima. Anche loro devono adottare un atteggiamento di pazienza, ma senza cessare di essere attivi e attenti per essere pronti a cogliere al volo il momento del ritorno del Signore glorioso. In pratica, quest’invito è richiamo a imitare la pazienza di Dio che sola ci conduce alla conversione (cfr Rm 2, 4). Nella sua magnanimità Dio crea in noi lo spazio per una vita nuova e perdonandoci ci rende capaci di aprirci al prossimo, lontano e vicino.
3. Il testo evangelico
Matteo 11, 2-11
In quel tempo, 2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?". 4 Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, 6 e beato colui che non si scandalizza di me".
7 Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! 9 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. 10 Egli è colui, del quale sta scritto: "Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te". 11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui".
4. Fermiamoci a rileggere il testo evangelico
- Sussurriamo con calma le parole del vangelo, facendole passare pian piano dalla lingua alla mente, dalla mente al cuore.
Gustiamo con calma alcune di queste parole…
- Siamo attorno a Gesù e ascoltiamo quello che gli chiedono i discepoli di Giovanni: è un interrogativo serio, di quelli che possono cambiare la storia.
- La risposta di Gesù ha un tono posato, ma ci ferisce il cuore come una freccia: è chiaro, il Messia atteso è Lui!
Il cuore salta di gioiosa emozione!
Poi, un po’ alla vota, emergono le domande.
- E il famoso Giovanni che battezzava al Giordano immergendoci nel grande fiume della purificazione e della conversione? Eppure lui, con tutta la sua parola travolgente, con la sua vita esemplare che ci ha messi in crisi… è “solo” un profeta.
- Gesù di Nazaret, invece, è ben di più. Dunque, possiamo sperare che presto il Regno di Jhwh si realizzerà in mezzo a noi: pace, giustizia, solidarietà, fine delle malattie, niente più dolore e morte…
Eccolo: è qui, in mezzo a noi!
- Com’è possibile che sia vero tutto ciò?
Basta guardarsi attorno: le guerre imperversano, più crudeli che mai! Le malattie sono cambiate, ma continuano a seminare dolore, paura, mutilazioni, morte. È vero che tanti cercano di aiutare il prossimo, ma ce ne sono altrettanti che cercano solo il proprio interesse economico o il potere.
Gli storpi non camminano, i ciechi restano tali, la resurrezione dei morti è solo una speranza lontana e la morte non ci è stata ancora mai risparmiata!
Dov’è il Regno di Dio con i suoi doni?
Calmati… respira piano… rileggi la Parola: beato colui che non si scandalizza di me!
- Il Regno è venuto, ma non è ancora totalizzante! Non cessare di nutrire la speranza e di coltivare la gioia: Eccolo: il Messia è qui, in mezzo a noi!
- Lascia che le domande, i dubbi, i desideri e le speranze corrano liberamente attorno alla Parola di Gesù. Lascia che si confrontino e scontrino con essa.
Un po’ alla volta emergerà una risposta, anche se parziale: non nelle argomentazioni, ma guardando bene in faccia “Colui che viene” e che ti sta parlando ora.
Non stancarti di ripetere sottovoce la sua Parola e di custodirla nel cuore, al di sopra e al di dentro di tutti i dubbi e i problemi della tua giornata.
5. Guardiamo più da vicino il testo di Matteo
= Il nostro brano è collocato all’inizio di una nuova sezione del vangelo (11, 2–12, 50): è una serie di racconti circa l’attività di Gesù che fa seguito al discorso sull’apostolato. Non vengono narrati molti miracoli, ma l’evangelista pone l’accento sulla polemica fra Gesù e i suoi avversari, in un crescendo che continuerà per tutto il resto del vangelo.
Il testo è, con tutta probabilità, il riflesso dei primi dibattiti teologici fra i Cristiani e i discepoli di Giovanni, centrato sulla natura della missione di Gesù.
= Giovanni, che era in carcere…: Da molto, ormai, Matteo non parlava del Battezzatore (l’ultimo accenno è in 4, 12) e ora ci dice che egli è in prigione, ma riferirà solo più avanti le circostanze della sua carcerazione (14, 3-12).
* Il carcere di Giovanni, come per tutti, è luogo di segregazione, una specie di “mondo a parte” che lo rende quasi estraneo a ciò che costituisce la vita normale e deforma la percezione delle notizie che riceve dall’esterno. Non ci stupisca, anche per questo motivo, la domanda del Battezzatore che, pure, era stato il primo a riconoscere in Gesù “il più potente” (3, 11) e il giudice escatologico che “ha in mano il ventilabro” (3, 12), inchinandosi a Lui con umiltà e trepidazione (cfr 3, 11).
= Avendo sentito parlare delle opere del Cristo…: l’espressione “opere del Cristo”, usata per richiamare quanto Gesù andava facendo, anticipa la risposta che egli darà alla domanda di Giovanni.
* Giovanni Battista, stando in carcere, ascolta le notizie su Gesù: anche noi ogni giorno, stando nelle nostre "prigioni" di solitudini o di lontananza da Dio o di dolore, ascoltiamo “qualcosa” che viene da molte fonti e ci sentiamo frastornati.
Spesso è difficile distinguere la buona notizia del vangelo in mezzo a tante cose del nostro quotidiano!
Eppure, le opere dell’uomo Gesù sono “le opere del Cristo”, anche se noi non sempre ce ne accorgiamo, proprio come avviene a Giovanni.
= Sei tu che devi venire o dobbiamo attenderne un altro? Giovanni, quando battezzava intere folle nel Giordano, aveva descritto un Messia forte e severo nel punire i peccati degli uomini: “Colui che viene dopo di me è più potente di me, ed io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula in un fuoco inestinguibile” (Mt 3, 11-12). In quella severità che sferzava in vista della conversione e, perciò, della salvezza, Giovanni aveva letto il sigillo della misericordia di Jhwh. Ora, sottoposto alla prova del carcere, reso fragile per il senso di fallimento e di impotenza, vittima dell’ingiustizia e della prepotenza contro cui aveva sempre lottato, gli sembra che il male stia trionfando e ne è sconcertato. Immerso irrimediabilmente in questa nebbia, non riesce più a vedere con chiarezza la potenza di Dio in azione nelle opere di Gesù.
* È lecito ipotizzare: Gesù si stava rivelando gradualmente come il Messia, ma lo faceva rompendo i canoni dell’ideale ebraico e delle consuete interpretazioni delle sacre Scritture: non stava “facendo giustizia”, non stava separando i buoni dai cattivi come il vaglio separa il grano buono dalla pula; predicava con energia la conversione ma perdonava i peccatori; si mostrava “mite e umile di cuore” (Mt 11, 29), aperto e disponibile verso tutti, alieno da ogni forma plateale di contestazione al sistema. È possibile pensare, perciò, che Giovanni sia entrato in crisi perché Gesù non corrispondeva al Messia che egli attendeva e che aveva sempre predicato; quindi, manda una delegazione da Gesù per porre alcuni quesiti e riportarne una parola che faccia un po’ di luce in questo mistero di contraddizioni: “Chi sei tu, Gesù? Che cosa dici di te stesso? Come possiamo credere in te, se, di fronte alla prepotenza e all’ingiustizia, ti manifesti come il Messia paziente, misericordioso, non violento?”
Chi di noi non ha mai cercato di farsi un’idea più precisa di Colui nel quale crede e del suo modo di agire, quando la vita lo ha fatto scontrare con tante contraddizioni e ingiustizie, anche nella Chiesa? Chi di noi non ha mai fatto fatica a vedere e interpretare correttamente i segni della presenza attiva del Signore dentro la propria storia? È difficile accogliere un Dio “diverso” dai nostri schemi e perciò non possiamo accusare il Battista, perché anche noi siamo soggetti alla tentazione di volere un Dio che abbia i nostri sentimenti, gusti e che sia magari anche un po’ vendicativo nel fare “giustizia”. Vorremmo spesso un Dio fatto a nostra immagine e somiglianza, ma “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie…” (Is 55, 8).
= Gesù rispose: Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: Gesù non risponde in modo rapido e diretto, ma mostra con chiarezza come i fatti che provengono dalla sua azione stiano cambiando la storia e realizzando le profezia antiche sul Messia. Nessuna risposta “pronto uso”, quindi, ma i discepoli devono tornare da Giovanni e riferirgli quello che loro stessi hanno udito e visto, perché le guarigioni, le risurrezioni e le liberazioni sono i segni ormai inequivocabili della messianicità di Gesù di Nazaret.
Dobbiamo imparare ogni giorno annunciare la buona novella a partire da quello che noi stessi sentiamo e vediamo. La testimonianza fraterna è indispensabile per comunicare il vangelo.
* Il Cristo si sottopone umilmente all'interrogatorio e risponde indicando ai discepoli di Giovanni un vero e proprio metodo di comprensione e di annuncio: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete". Il quarto evangelista richiama lo stesso metodo aprendo la sua prima lettera: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (1Gv 1, 1-3). Questo è il metodo missionario adottato dalla Chiesa primitiva: il metodo imparato dall’incarnazione del Verbo.
L'annuncio vero ed efficace passa attraverso la comunicazione semplice e modesta dell'esperienza personale: le parole senza rumore di una vita tessuta di fede.
= I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i poveri sono evangelizzati: In queste parole, somma di diverse citazioni di Isaia (28, 18-19; 35, 5-6; 42, 18; 61, 1) sta il cuore della risposta di Gesù e di tutto il nostro brano. Il Signore presenta la propria opera non come giudizio e dominio, ma come benedizione divina per i bisognosi del Popolo.
È significativo che i brani profetici citati non contengano i riferimenti alla lebbra e alla morte, che invece l’evangelista riferisce dalla bocca di Gesù. Questo sottolinea la novità che Gesù porta nella sua maniera di realizzare le profezie sul Messia atteso da Israele.
Le opere di Gesù sono grandi, ma Lui è uno dei “piccoli” di cui parla con predilezione, è un “povero di Jhwh” che già vede la croce alla fine del suo cammino di uomo. Questo è insopportabile per chi spera in un Messia trionfante. Beato chi ode e vede con un cuore pieno di fede.
* Indirettamente, Gesù invita lo stesso Giovanni a udire e vedere ciò che egli sta insegnando e operando. Così l’ultimo dei profeti potrebbe ricordare e ora riconoscere che quanto Gesù dice e fa corrisponde alle grandi profezie messianiche, di cui è ricco il Primo Testamento.
È il meccanismo della “memoria religiosa”, senza la quale la fede non si accende mai e, soprattutto, non può sopravvivere ai colpi degli scandali che la vita le mette dinanzi: le opere di Dio del passato sono il segno della sua fedeltà alle promesse e il pegno delle sue opere del futuro.
Impegnarsi a ricordare ogni giorno le “grandi cose” che Dio ha fatto per noi e in noi (cfr Lc 1, 49) non significa cadere nella sterile reiterazione, ma portare il seme della grazia attiva di Dio man mano fin nel più profondo di se stessi, affinché possa germogliare e dare frutto. Anche l’Eucaristia è ricordo: è “memoriale della Pasqua del Signore”, ricordo vivo e attuale della salvezza donata a ciascuno di noi.
= Beato è chi non sarà scandalizzato di me: “Scandalo” è un vocabolo greco: la “pietra d’inciampo” preparata per colpire di sorpresa una persona. Nonostante il significato che noi attribuiamo di solito a questa parola, nella Bibbia “scandalo” può essere qualcosa di negativo come qualcosa di positivo.
Gesù è uno che “scandalizza” i suoi concittadini per le sue origini poco “in” e poco adatte al Messia glorioso; scandalizza i farisei con le sue parole sferzanti, scandalizza i discepoli del Battista con il suo operato fuori degli schemi previsti e scandalizza i suoi discepoli con la propria morte infamante…
Lo stesso Gesù, però, non elogia chi scandalizza i piccoli o coloro che sono occasione di scandalo (cfr Mt 5, 29) alla fede o alla morale, inducendo gli altri a percorrere strade sbagliate.
Il tipo di scandalo del quale abbiamo bisogno è quello che scaturisce dal vivere radicalmente il vangelo, quello che ci scuote dalle nostre abitudini di vita e dai nostri schemi mentali.
A nostra volta, siamo chiamati tutti a “scandalizzare” il mondo con lo scandalo del vangelo dimostrando con la vita di non assoggettarsi a usi e costumi lontani dalla fede cristiana, di rifiutare compromessi che provocherebbero ingiustizie, di preoccuparsi dei poveri e degli ultimi.
= Cosa siete andati a vedere nel deserto?: Nonostante la debolezza dimostrata dalla domanda posta da Giovanni, Gesù descrive con entusiasmo il suo precursore come un profeta che alla parola ardente unisce i segni vivi e incontestabili del suo rapporto privilegiato con qual Dio in nome del quale parla al Popolo. Anzi, con questa serie incalzante di sei domande retoriche e tre proposizioni positive, Gesù afferma che Giovanni è più di un profeta: è colui di cui parlano le Scritture antiche dei padri, il messaggero che prepara la via al Signore (Mt 3, 3) secondo quanto avevano detto i profeti antichi (Ml 3,1; Es 23, 20). Tuttavia il Signore non si attarda a spiegare i motivi della sua affermazione: forse sono fin troppo evidenti agli uditori.
= Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista: Giovanni non è solo un eminente profeta e il precursore del Messia (perché è ormai evidente che Gesù si ritiene tale), ma è grande anche come uomo, più di tutti i suoi contemporanei e degli uomini delle epoche precedenti. È una lode di tipo strettamente personale, quella che Gesù indirizza al prigioniero di Erode e non solo un’iperbole. Con queste parole, Gesù anticipa l’accostamento fra Giovanni battista ed Elia, che sarà esplicito nel vers. 14: “se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire”.
* L’espressione “tra i nati di donna” ha un tipico sapore semita, ma contiene anche un’allusione al mistero dell’origine di Gesù: anche Lui è “nato da donna”, ma solo per quanto riguarda la propria carne, perché la sua genesi umano-divina è molto al di là della semplice umanità.
La nostra nascita di “figli di Dio” per mezzo della fede è anch’essa avvolta dal mistero: “non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1, 13). Noi siamo “nati da donna” ma non siamo destinati alla terra, bensì al Regno dei cieli e lì verremo valutati secondo la fede e le opere di essa, frutto dell’accoglienza della grazia battesimale.
= Tuttavia il più piccolo …: questa parte della frase (forse una glossa primitiva) sembra limitare l’entusiastica presentazione del Battista. Per quanto grande fra gli uomini, Giovanni è piccolo nel Regno, perché lì tutto è misurato secondo criteri ben diversi da quelli della terra: il metro dei tempi nuovi che stanno venendo e sono iniziati con la venuta umana del Figlio di Dio. Chi appartiene a questa generazione del tutto nuova, è maggiore di chiunque sia vissuto nell’epoca precedente, anche di Giovanni il Battezzatore.
* Il contrasto tra "grande" e "piccolo" è creato appositamente per chiarire a tutti i credenti che per essere grandi bisogna diventare sempre più piccoli. Nella sua "grandezza" umana Giovanni viene indicato da Gesù come il più piccolo nel Regno e anche per Giovanni, quindi, si pone l’esigenza evangelica di “farsi piccolo” nelle mani di Dio. È la stessa esigenza che si pone ogni giorno per ciascuno di noi, tentati di assimilarci ai “grandi” e ai “potenti”, almeno nel desiderio!
6. Preghiamo la Parola ringraziando il Signore
Ancora una volta, è la stessa liturgia che, nel salmo responsoriale di oggi, ci offre la preghiera che innalziamo al Dio della nostra gioia, datore di ogni salvezza. Dal Salmo 145:
Il Signore è fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge lo straniero.
Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
7. Dalla Parola alla contemplazione
Signore Gesù
che “stai per venire”,
non tardare ancora
e ascolta il grido dei poveri
che guardano a te per avere
salvezza, giustizia e gioia.
Donaci occhi limpidi e cuore puro
per saper discernere
la tua presenza attiva e feconda
anche negli avvenimenti
del nostro “oggi”
che ci appare così grigio
e privo di raggi di speranza!
Vieni, Signore Gesù!
"Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!».
E chi ascolta ripeta: «Vieni!».
Chi ha sete venga;
chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita.
Colui che attesta queste cose dice:
«Sì, verrò presto!».
Amen.
Vieni, Signore Gesù” (Ap 22, 17. 20).
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pleaseanotherbook · 5 years
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Books on the road #4: Sotto la Mole
Ah, ricordo un tramonto a Torino, nei primi mesi di quella mia nuova vita, sul Lungo Po … l’aria era di una trasparenza meravigliosa; tutte le cose in ombra parevano smaltate in quella limpidezza
Luigi Pirandello
Novembre mi lascia sempre con un cumulo di malinconia addosso che non mi so spiegare. Sarà che le giornate sono così brevi da essere fagocitate dal buio alle cinque del pomeriggio, sarà questa pioggia incessante, il freddo pungente, la nebbiolina che ammanta la città, ma la voglia di essere produttiva mi finisce sotto i piedi. Alzarmi la mattina, mettere un piede dietro l’altro per andare in ufficio sono fatiche da Ercole che affronto con uno scazzo non indifferente. Sono meteoropatica e risento un sacco della mancanza di sole, e pure del lavoro monotono e alienante. In questo autunno però sto imparando a riscoprire la città che ormai da anni mi fa da casa e che ho imparato ad amare con una forza che non mi sarei mai immaginata. Grazie alla guida indiscussa di Amaranth del blog La Bella e il Cavaliere e alla straordinaria avventura che abbiamo intrapreso con le “Merendine in viaggio” stiamo imparando a riscoprire nuovi angoli e impressionanti scorci di Torino. E allora ho pensato bene di rendere il capoluogo sabaudo protagonista di una nuova puntata di “Books on the road”.
“Books on the road” muove i passi dalla rappresentazione citazionistica di città che ho visitato e che amo particolarmente in un tratteggiare di paesaggi tramite foto e brani tratti da libri che ho letto o che vorrei leggere e che sento rappresentare appieno le meraviglie che si nascondono nei luoghi che ho scelto.
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Panorama di Torino dal Monte dei Cappuccini
Torino mi sembrava una grande fortezza dalle mura ferrigne, pareti di un grigio gelato che il sole di primavera non riusciva a scaldare.
Elena Ferrante
Torino è stata la prima capitale del Regno d’Italia ma la sua è una storia più che millenaria, che inizia ancora prima dei Romani, pare infatti che il primo insediamento risalga al terzo secolo a.C. per opera dei Taurini una etnia di origine ligure fortemente influenzata dai Celti. Già nel primo secolo a.C. venne trasformata in una colonia romana da Augusto da cui prese il nome Iulia Augusta Taurinorum. Dominata dai barbari Ostrogoti e Longobardi e finì per essere una marca carolingia, dominata dai Franchi di Carlo Magno. Dal 1720 fu capitale del Regno di Sardegna capitanata dai Savoia, che favorirono la formazione del Regno d’Italia.
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Affaccio su Piazza Castello da Via Palazzo di Città
Torino è una città che invita al rigore, alla linearità, allo stile. Invita alla logica, e attraverso la logica apre alla follia.
Italo Calvino
Torino ha quel fascino risorgimentale, di città Mittle europea, con il clamore dei suoi palazzi ottocenteschi, i portici sotto cui rifugiarsi quando piove, il Po che emerge con i suoi odori caratteristici ad un passo. Ha conservato la pianta romana, così diversa dalla tipica pianta a cipolla dei borghi medievali che popolano le mie adorate colline. Torino è viva come lo può essere una città cosmopolita che cerca di adattarsi al momento storico che vive, con una folla di giovani, turisti e gente venuta all’avventura.
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Piazza Vittorio
Non si è nemmeno in una zona all'ultima moda - posto che Torino, con la sua allure regale e riservata, ne abbia di zone "all'ultima moda".
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome – Alice Basso
La parte più antica della città si muove intorno a Piazza Castello, nei cui pressi sorge ancora la Porta Palatina, con i resti delle mura romane. La porta Decumana è stata poi inglobata in Palazzo Madama, mentre dietro Palazzo reale è possibile visitare i resti del Teatro Romano. Si è sviluppata tantissimo durante l’età medievale e pur avendo in buona percentuale attraversato l’età barocca e il neo-classicismo è sicuramente l’Ottocento il periodo di massimo splendore. Molti degli edifici più simbolici di Torino infatti vengono costruiti in questo periodo: il Museo Egizio, la Cattedrale di San Giovanni Battista che custodisce la Sacra Sindone, Palazzo Carignano che è stato progettato da Guarini ed è stato la sede della Camera dei deputati del Parlamento italiano e l'imponente Palazzo Madama.
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Affaccio su Piazza Castello da Palazzo Madama
La nebbia si addice a Torino. Tutto assume un'aria da tardo Ottocento, da libro Cuore, e la Mole fora la cappa perlaceo come il dente di un narvalo. Il Po' diventa lo Stige e la luce dei lampioni si fa lattiginosa come in quei film su Jack lo Squartatore.
Adoro Torino quando c'è la nebbia.
Scrivere è un mestiere pericoloso – Alice Basso
Un capitolo a parte se lo merita sicuramente la Mole Antonelliana, la custode insostituibile di questa città, forse uno dei suoi simboli più famosi. Il nome “Mole” deriva dal fatto che originariamente con i suoi 167,5m era la struttura in muratura più alta del mondo (dal 1889 fino al 1908) mentre l’”Antonelliana” si riferisce all’architetto che l’ha progettata Alessandro Antonelli. Originariamente era stata concepita per diventare un nuovo tempio israelitico, ad oggi al suo interno si trova il Museo Nazionale del Cinema. E non si può approdare a Torino e non andare a renderle omaggio.
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Mole Antonelliana
La nostra città, del resto, è malinconica per sua natura. Nelle mattine d’inverno, ha un suo particolare odore di stazione e di fuliggine, diffuso in tutte le strade e in tutti i viali … Se c’è un po’ di sole … la città può anche sembrare, per un attimo, ridente e ospitale: ma è un’impressione sfuggevole.
Natalia Ginzburg
Torino può vantare anche la presenza di un nucleo di edifici in stile Liberty che svettano nel primo tratto di Corso Francia, in un quartiere residenziale chiamato Cit Turin (che sta per piccola Torino). Grazie infatti all'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna, un importante evento espositivo tenutosi nel 1902 nel Parco del Valentino sponsorizzato da Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni, Torino venne nominata capitale del Liberty. Vi segnalo Palazzo della Vittoria, e Casa Fenoglio-Lafleur, ma perdersi per le strade di Torino è sempre un’esperienza unica.
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Piazza Carlina
Altre città regalavano al primo venuto splendori e incantamenti, esaltanti proiezioni verso il passato o l'avvenire, febbrili pulsazioni, squisiti stimoli e diversivi; altre ancora offrivano riparo, consolazione, convivialità immediate. Ma per chi, come lui, preferiva vivere senza montarsi la testa, Torino, doveva riconoscerlo, era tagliata e squadrata su misura. A nessuno, qui, era consentito farsi illusioni: ci si ritrovava sempre, secondo la feroce immagine dei nativi, 'al pian dii babi', nient'altro, in fondo, pretendeva da te la città, che poi, una volta fatta la burbera tara del creato, stabilito il peso netto tuo e dell'universo, ti spalancava, se volevi profittarne, i suoi infiniti, deliranti spacchi prospettici.
La donna della domenica – Carlo Fruttero & Franco Lucentini
Torino è una città meravigliosa, che mi ha conquistato fin dal primo momento in cui ho iniziato a camminare per le sue strade perpendicolari, i suoi viali lunghissimi, il nucleo centrale che si irradia verso l’esterno e le stazioni e si propaga fino al Lingotto e oltre, con quella pianura così diversa dalle mie amate colline. Dal grattacielo dove lavoro, si uno dei pochi che ci sono, accanto alla stazione di Porta Susa, sembra quasi di toccare quelle Alpi che cingono da est il capoluogo piemontese. C’è tanta aria frizzante, quel freddo che ti penetra dentro, quell’atmosfera da città europea che tanto si discosta dalla fissità dei Borghi medievali di provincia a cui sono abituata.
Torino respira un multiculturalismo che si nutre anche di cibo, non solo il gianduiotto e la bagna cauda, ma la carne, quella Fassona che sembra fiorire ad ogni ristorante, i plin, gli agnolotti, il gelato e il bonet (che se vi piacciono i dolci liquorosi è un must have).
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Quadrilatero, scorcio della Cattedrale di San Giovanni Battista
Città della fantasticheria, per la sua aristocratica compiutezza composta di elementi nuovi e antichi; città della regola, per l’assenza assoluta di stonature nel materiale e nello spirituale; città della passione, per la sua benevola propizietà agli ozi; città dell’ironia, per il suo buon gusto nella vita; città esemplare, per la sua pacatezza ricca di tumulto. Città vergine in arte, come quella che ha già visto altri fare l’amore e, di suo, non ha tollerato sinora che carezze, ma è pronta ormai se trova l’uomo, a fare il passo. Città infine, dove sono nato spiritualmente, arrivando di fuori: mia amante e non madre né sorella. E molti altri sono con lei in questo rapporto. Non le può mancare una civiltà, ed io faccio parte di una schiera. Le condizioni ci sono tutte.
Il mestiere di vivere – Cesare Pavese
Mi sono innamorata di Torino, con quelle atmosfere da fin de siecle, le strade affollate, lo struscio lungo via Garibaldi della domenica pomeriggio, gli artisti di strada in piazza Castello, i negozi di lusso di via Roma e via Lagrange, quelle librerie meravigliose che ti sbucano da un angolo e le gelaterie. E anche se la mancanza di casa mia
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Superga
La Paola ora era venuta anche lei a stare a Torino. Stava in collina, in una grande casa bianca, con una terrazza circolare, che guardava sul Po. La Paola amava il Po, le strade e la collina di Torino, e i viali del Valentino, dove un tempo usava passeggiare col giovane piccolo. Ne aveva avuta sempre una grande nostalgia. Ma ora anche a lei Torino sembrava diventata più grigia, più noiosa, più triste. Tanta gente, tanti amici erano lontano, in carcere. La Paola non riconosceva le strade della sua giovinezza, quando aveva pochi vestiti, e leggeva Proust.
Lessico Familiare – Natalie Ginzburg
Libri citati:
Lessico Familiare – Natalie Ginzburg
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome – Alice Basso
Scrivere è un mestiere pericoloso – Alice Basso
La donna della domenica – Carlo Fruttero & Franco Lucentini
La giornata di uno scrutatore – Italo Calvino
Il mestiere di vivere – Cesare Pavese
E voi, siete mai stati a Torino?
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emanueletrementozzi · 5 years
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Serrami-Bedetta-Melappioni, nei campionati Tec segnano anche i portieri
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Serrami-Bedetta-Melappioni, nei campionati Tec segnano anche i portieri
Emanuele Serrani
Un, due, tre…rete. Incredibile ma vero; nei campionati Tec, ora, segnano anche i portieri. E nel giro di una settimana ne vanno a segno ben tre: due nel calcio a 5 direttamente dalla porta e uno, su rigore, nel calcio a sette.
Ad aprire le danze è stato il sempre presente Emanuele Serrani de La Boca Sette Colli che, nel match di Villa Conti contro Officina del gusto, ha visto il portiere fuori e lo ha beffato con un potente rinvio che si è spento in fondo al sacco. Qualche sera dopo, però, proprio il portiere della capolista Officina, Paolo Bedetta, contro Volontariato ha provato il tiro dalla sua area e, complice un errore del collega avversario, ha trovato la prima rete stagionale. Bedetta, per altro, nella finalissima dello scorso anno trovò la rete partecipando al trionfo dei Marignani boys. Ma, come detto, è arrivato il gol del numero uno anche nel calcio a sette. Pietro Melappioni, infatti, estremo difensore di Remax Master Class, ha realizzato un rigore contro I Sette Re di Roma nel due a uno finale a favore dei ragazzi di mister Roberto Garbuglia.
E’ lunga, dunque, la lista dei portieri goleador dei campionati Tec dalla passata stagione. Non sono passati inosservati, infatti, i centri di Francesco Crupi di Beckerbraun, Giovanni Battista Trulli di Amatori Over 40, Emanuele Trementozzi de I Sette Re di Roma, David Postacchini di Olians Plast nella finale play off contro Montegranaro, Simone De Angelis di Futsal TF, Michele Capozucca di Guardolificio Esserre. Tutti, rigorosamente, dalla propria porta o avventurandosi in mezzo.
“E’ un dato statistico interessante e curioso, afferma Francesco De Lucia – uno dei nuovi fischietti del Gruppo Arbitri Marche – Il livello dei campionati Tec si è alzato di molto e il fatto che vadano a segno anche i portieri testimonia il fatto che tutti i ruoli siano rappresentati da ottimi giocatori. Personalmente mi sono subito integrato bene nel gruppo, sto pian piano accrescendo l’esperienza e sono pronto per la fasi finali”.
Resta aggiornato sulle mie attività
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rbolick · 3 years
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Books On Books Collection - Antonio Basoli
Books On Books Collection – Antonio Basoli
Alfabeto Pittorico, ossia raccolta di pensieri pittorici composti di oggetti comincianti dalle singole lettere alfabetiche (“Pictorial Alphabet, a collection of pictorial thoughts composed of objects beginning with the individual letters of the alphabet”) (1839/1998)Antonio BasoliFacsimile edition created by Joseph Kiermeier-Debre and Fritz Franz Vogel (1998) as part of the boxed set Alphabets…
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hotelsulmare · 7 years
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Eventi di settembre a Loano, con Massimo Ranieri (martedì 5)
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VENERDÌ 1 SETTEMBRE 2017 ore 21.00, Lungomare Orto Maccagli RASSEGNA FINALMENTE VENERDÌ ASSOCIAZIONE FOLCLORISTICA MUSICALE "U GUMBU DE LOA-VERZI" CONCERTO
SABATO 2 SETTEMBRE 2017 ore 21.00, Oratorio Cappe Bianche CONCERTO CORO POLIFONICO CITTÀ DI LOANO Associazione Musicale Loanese
SABATO 2/ DOMENICA 3 SETTEMBRE 2017 ore 7.00, Piazzetta CAI GITA ESCURSIONISTICA: ROCCIAMELONE (3538 M) Pernottamento Al Rif. Tazzetti 2624 M Club Alpino Italiano Sezione di Loano
MARTEDÌ 5 SETTEMBRE 2017 ore 21.30, Giardino del Principe GRANDE FESTA DI FINE ESTATE CON MASSIMO RANIERI CONCERTO Per Info: www.giardinodelprincipe.it Prevendita: www.ticketone.it - Lollipop Dischi - Via Garibaldi 64 Loano - Tel. 019675488 - Cell. 3393265115
GIOVEDÌ  7 SETTEMBRE 2017 ore 8.30, Piazza Valerga LOANO NON SOLO MARE – ESCURSIONI GUIDATE: MONTE SEBANCO (982 M) Itinerario: Giovo Toirano • AVML • M. Sebanco • S. Nicolò (visita) • Biula • Rio S. Giovanni • Giovo. Club Alpino Italiano Sezione di Loano
GIOVEDÌ 7/ SABATO 9 SETTEMBRE 2017 Frazione Verzi SAGRA DELL'OTTO - SAGRA ENOGASTRONOMICA Associazione Verzi Group
VENERDÌ 8 SETTEMBRE 2017 ore 17.00, Frazione Verzi PROCESSIONE RELIGIOSA NATIVITÀ DI MARIA VERGINE con la partecipazione dell'Associazione Musicale S.M. Immacolata
VENERDÌ 8/DOMENICA 10 SETTEMBRE 2017 Palazzetto dello Sport “E. Garassini” – Via Matteotti TORNEO DI BASKET OVER 4O venerdì 18.00/22.30, sabato 10.00/22.00, domenica 9.00/12.30 ASD Finale Basket Club
SABATO 9 SETTEMBRE 2017 ore 17.00, Borgata Chiesa di Verzi ESCURSIONI NATURALISTICHE GUIDATE Da Verzi a San Martino scoprendo rocce multicolori in occasione della Sagra di Verzi Iscrizioni entro le 19.00 del giorno precedente al numero 3338771184 Centro Educazione Ambientale Ponente Savonese
SABATO 9/DOMENICA 24 SETTEMBRE 2017 Sala Mosaico Palazzo Doria MOSTRA PERSONALE DI PITTURA ED OGGETTI DI VITTONETTO LAURA
SABATO 9/DOMENICA 10 SETTEMBRE 2017 20° RADUNO VELICO -- UNA VELA PER LA VITA -- GENOVA SESTRI - LOANO a favore della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla - AISM
DOMENICA 10 SETTEMBRE 2017 • ore 7.00, Piazzetta CAI GITA ESCURSIONISTICA: LAC GELÉ (2588 M) Club Alpino Italiano Sezione di Loano
• ore 16.00/19.00, BAGNI MEDUSA BAGNINI A QUATTRO ZAMPE dimostrazione di salvataggio in acqua con cani
• ore 8.00/20.00 – Portici Corso Europa ANTICHITÀ E COLLEZIONISMO mercatino dell’antiquariato e collezionismo Associazione E20 Free
LUNEDÌ 11 SETTEMBRE 2017 ore 21.30, Piazza Rocca ASPETTANDO IL 12 SETTEMBRE CONCERTO ASSOCIAZIONE MUSICALE S.M. IMMACOLATA
MARTEDÌ 12 SETTEMBRE 2017 ore 20.00, Vie Cittadine FESTA S.S. NOME DI MARIA processione religiosa Confraternita Disciplinanti Bianchi di San Giovanni Battista
GIOVEDÌ 14 SETTEMBRE 2017 ore 8.30, Piazza Valerga LOANO NON SOLO MARE – ESCURSIONI GUIDATE: SANTUARIO DI REZZO (727 M) Itinerario: Cenova • S. Bernardo • C. Chiappa • Ponte Trogli • Rezzo • Santuario Club Alpino Italiano Sezione di Loano
GIOVEDÌ 14/SABATO 16 SETTEMBRE 2017 Frazione Verzi, Santa Libera SAGRA DI SANTA LIBERA Associazione Verzi Group
VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2017 • ore 14.00 e ore 15.30, Santa Libera ESCURSIONI NATURALISTICHE GUIDATE Un giretto nel bosco tra storie di alberi in occasione della Sagra di Santa Libera Iscrizioni entro le 19.00 del giorno precedente al numero 3338771184 Centro Educazione Ambientale Ponente Savonese
• ore 16.00, Frazione Verzi, Santa Libera PROCESSIONE RELIGIOSA con la partecipazione dell'associazione Musicale S.M. Immacolata
SABATO 16 SETTEMBRE 2017 ore 21.00, Oratorio delle Cappe Turchine, Piazza Italia CONCERTO DEI TURCHINI – MUSICHE DELL'ANIMA RECITAL VOCE E CHITARRA con Micol Pisanu e Francesca Riva Confraternita Cappe Turchine
SABATO 16/DOMENICA 17 SETTEMBRE 2017 • Palasport “Guzzetti” Via Foscolo, Palasport “E. Garassini” Via Matteotti e Palestra Istituto Falcone 1° TORNEO VOLLEY DEL FUTURO – NAZIONALE GIOVANILE ASD San Pio X Pallavolo
• ore 7.00, Piazzetta CAI GITA ESCURSIONISTICA: VALLE DI LOCANA Club Alpino Italiano Sezione di Loano
DOMENICA 17 SETTEMBRE 2017 Lungomare FIERA DEL 20 SETTEMBRE
LUNEDÌ 18 SETTEMBRE 2017 ore 15/19, Sala Consiliare Palazzo Doria CORSO DI DIFESA PERSONALE PER OPERATORI SANITARI Il corso proseguirà nei giorni 25 settembre e 2,9 ottobre 2017 Costo: 20 euro - Crediti: 18,4 Collegio IPASVI di Savona e A.S.D. Krav Maga Parabellum
MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE 2017 ore 9.00, Frazione Verzi INAUGURAZIONE PERCORSO NATURALISTICO
GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE 2017 • ore 16.00, Chiesa della Mercede FESTA N.S. MERCEDE processione religiosa con la partecipazione dell'Associazione Musicale S.M. Immacolata
• ore 8.30, Piazza Valerga LOANO NON SOLO MARE – ESCURSIONI GUIDATE: PIAN DEI CORSI (1028 m) Itinerario: Melogno • AVML • C. San Giacomo • Bric Praboè • Ex base Nato • Vivaio • Melogno. Club Alpino Italiano Sezione di Loano
VENERDÌ 22/DOMENICA 24 SETTEMBRE 2017 Palazzetto dello Sport Garassini e Palasport Guzzetti 8^ ED. MEMORIAL RINO RIGARDO TORNEO DI BASKET GIOVANILE 22 settembre 2017 Palazzetto Garassini e Palasport Guzzetti partite ore 16,15 e 18,00 23 settembre 2017 Palazzetto Garassini e Palasport Guzzetti partite ore 9,30 - 11,15 - 16,15 , 18,00 24 settembre 2017 Palazzetto Garassini partite ore 9,30 - 11,15 - 15,00 - 16,45 ASD BASKET E. GARASSINI
SABATO 23 SETTEMBRE 2017 ore 21.00, Oratorio delle Cappe Turchine, Piazza Italia CONCERTO DEI TURCHINI – MUSICHE DELL'ANIMA RECITAL PER DUE CLAVICEMBALI con Marco Gaggini e Gianluca Rovelli Confraternita Cappe Turchine SABATO 23/DOMENICA 24 SETTEMBRE 2017 LOANO 2 VILLAGE RADUNO CONFRATERNITE ENOGASTRONOMICHE EUROPEE
DOMENICA 24 SETTEMBRE 2017 • ore 7.00, Piazzetta CAI GITA ESCURSIONISTICA: CANYON DE LANTOSQUE - VIA FERRATA Club Alpino Italiano Sezione di Loano
• ore 10.00, partenza Da Via Aurelia 8° GRAN FONDO LOABIKERS Gran fondo ON ENERGY Gara per cicloamatori e cicloturisti arrivo previsto circa ore 13,30 via degli alpini ASD Loabikers
• ore 16.00, Piazza Italia RADUNO CONFRATERNITE ENOGASTRONOMICHE EUROPEE sfilata nelle vie cittadine
• ore 16.30, Lungomare Orto Maccagli ESCURSIONI NATURALISTICHE GUIDATE Sentiero didattico dal mare alla macchia alla sughereta itinerario storico-naturalistico Iscrizioni entro le 19.00 del giorno precedente al numero 3338771184 Centro Educazione Ambientale Ponente Savonese
MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE 2017 ore 16.00, Chiesa SS. Cosma E Damiano FESTA S.S. COSMA E DAMIANO processione religiosa con la partecipazione dell'Associazione Musicale S.M. Immacolata
GIOVEDÌ 28 SETTEMBRE 2017 ore 8.30, Piazza Valerga LOANO NON SOLO MARE – ESCURSIONI GUIDATE: PARCO DI PIANA CRIXIA (419 M) Itinerario: Fungo • Molino • Praie • Ponte Vecchio • Crete e calanchi • M. Bergone • Fungo. Escursione con guida locale. Club Alpino Italiano Sezione di Loano
VENERDÌ 29 SETTEMBRE ore 18.00, da definire ESCURSIONI NATURALISTICHE GUIDATE Bat Night: sulle prime alture di Loano con il bat-detector Nel misterioso mondo dei pipistrelli (cena al sacco) Iscrizioni entro le 19.00 del giorno precedente al numero 3338771184 Centro Educazione Ambientale Ponente Savonese
VENERDÌ 29 SETTEMBRE/DOMENICA 15 OTTOBRE 2017 Sala Mosaico, Palazzo Doria MOSTRA PERSONALE DI PITTURA DI MARIA PIA DI PROSSIMO
SABATO 30 SETTEMBRE 2017 ore 21.00, Palazzetto dello Sport “E. Garassini” INTERNATIONAL FIGHT SHOW ASD Team Polizzano Perlungher
SABATO 30 SETTEMBRE/DOMENICA 1 OTTOBRE 2017 • ore 9.00/19.00, Lungomare SAPORI DI LIGURIA rassegna enogastronomica dei prodotti tipici liguri degustazioni con l’accompagnamento musicale del gruppo folkloristico loanese “U Gunbu de Loa” in Orto Maccagli dalle ore 16.00 alle ore 18.00. Associazione Vecchia Loano
• Bagni Virginia e i Bagni Nettuno TORNEO DI BEACH VOLLEY MISTO con raccolta fondi per acquisto automedica Croce Rossa di Loano Lions Club Loano Doria
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paoloxl · 7 years
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Sono tempi bui questi in cui le Ong sospendono i salvataggi, mentre l’Italia e l’Europa riescono – pian piano – a ripristinare i respingimenti in Libia. Sono tempi bui e inumani questi in cui si rispediscono centinaia di migliaia di vite verso un paese in cui alcun diritto umano è garantito. E si legittima la discriminazione, si colpevolizza l’accoglienza, si mette in discussione la libertà di movimento, si chiama responsabile la politica più irresponsabile degli ultimi decenni. Perciò, non sorprende troppo che – in tempi bui come questi – il modello Riace sia in pericolo. Dopo sedici anni di attività e quasi venti di storia, il progetto Riace viene oggi messo in discussione. E in difficoltà. E sono proprio le trovate geniali e innovative – i bonus e le borse loro – che rischiano di costare caro al paese dell’accoglienza. Se queste pratiche non verranno riconosciute e non verrà riconosciuto il sostegno finanziario relativo ad esse, di fatto si sancirà la fine e la chiusura del progetto. Il sindaco Domenico Lucano, infatti, è ancora in attesa di conoscere l’esito di due visite ispettive della Prefettura di Reggio Calabria che nonostante le richieste formali non sono mai arrivate. Un progetto raccontato in mille lingue e mille forme, citato a ogni pi+ sospinto come “modello di integrazione”, “ripresa economica” e rinascita del territorio per la Locride e per il Sud. Un modello copiato in tutta Italia, preso ad esempio in tutta Europa. Affinché venga ristabilita la priorità umana nei confronti della burocrazia e il progetto Riace abbia il futuro che merita, abbiamo scritto e sottoscritto un appello. Per chiedere al Governo Italiano e, per esso, al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Reggio Calabria di volere confermare il sostegno finanziario fornito all’esperienza di Riace, anche con riferimento alle pratiche dei bonus e delle borse lavoro, senza delle quali gran parte di quell’esperienza è destinata a disperdersi in breve tempo. Di seguito l’appello #iostoconRiace e le informazioni per aderire. Al Governo Italiano/ Ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio Calabria. L’anno 2017 non verrà ricordato solo come un anno dove il meteo ha toccato temperature massime, sarà ricordato (dalle tante persone, associazioni, cooperative ecc che hanno potuto conoscere in questi anni l’esperienza di Riace), anche come un anno di passaggio importante per la possibile continuità del progetto di accoglienza. Un progetto nato nel 2001 quando ancora non si chiamava Sprar, ma Pna (Piano Nazionale Asilo). In questi sedici anni Riace ha saputo uscire dall’isolamento storico di un territorio particolare come la Locride e imporsi sul piano nazionale e ultimamente internazionale diventando un vero punto di riferimento sull’accoglienza migranti. La formula adottata è stata semplice e geniale allo stesso tempo: trasformare in positivo quello che per altri viene vissuto come un problema. Un borgo che si stava spopolando rinato grazie alla presenza dei migranti che hanno riportato vita. Scuole e servizi mantenuti aperti, attivi, grazie ai tanti bambini presenti. Una piccola economia che riprende slancio. Per fare questo sono state utilizzate formule innovative che per sedici anni sono rientrate nelle caratteristiche del progetto e anzi, sono diventate un modello: i “bonus” e le borse lavoro. I bonus – uno strumento locale per consentire ai migranti di usufruire di un potere di acquisto (fra gli esercenti che hanno accettato questo sistema sulla fiducia), per una dignità di scelta e autonomia e supplire così gli storici ritardi dei contributi pubblici. Le borse lavoro hanno consentito di riavviare un tessuto economico e dare una risposta lavorativa a quelle famiglie di richiedenti asilo che intendevano fermarsi a Riace, costruire un futuro e un radicamento. Le botteghe artigianali del paese (ceramica, ricamo, vetro, tessitura ecce cc), sono state una risposta forte che ha permesso la coesione sociale. Due elementi fondamentali per il progetto Riace che ora (dopo sedici anni di attività) sembra messo in discussione e se il suo azzeramento verrà confermato di fatto sancirà la fine e la chiusura del progetto stesso. Progetto, vogliamo ricordarlo che è stato da stimolo per tutti i progetti nati in seguito nella Locride e in Calabria, progetto che è diventato modello e copiato in tutta Italia. Progetto che ha sempre risposto di Sì, alle telefonate di emergenza umanitaria della Prefettura, dove richiedevano posti di accoglienza – Qui e Ora – senza attendere carte, timbri, assegnazione… La Rete dei Comuni Solidali fin da subito è stata a fianco del sindaco di Riace veicolando in ogni dove e con ogni mezzo il progetto “pilota” di accoglienza. Molte le iniziative organizzate fra queste il Riaceinfestival www.riaceinfestival.it per raccontare anche sul piano della comunicazione e della cultura la trasformazione avvenuta. Innumerevoli i premi i riconoscimenti. La rivoluzione che Domenico Lucano e tutti gli operatori e i riacesi che ci hanno creduto sono riusciti a portare nel piccolo paese ha una valenza enorme non solo per tutta la Calabria ma per tutta l’Italia.  Non è solo un esperimento da far conoscere e moltiplicare ma una vera speranza in questa estate 2017 dove il lavoro delle Ong viene messo in discussione e dove “l’inumano” (come scrive Marco Revelli) rischia di diventare il nostro pane quotidiano, affinché: “L’Altro sia ridotto a Cosa, indifferente, sacrificabile, o semplicemente ignorabile. Che la vita dell’altro sia destituita di valore primario e ridotta a oggetto di calcolo”. Chiediamo dunque che venga ristabilita la priorità umana nei confronti della burocrazia Il progetto Riace merita un futuro non solo per la comunità riacese ma per tutti noi. Ci sono strane ombre che si addensano sul progetto Riace, che non è un semplice progetto SPRAR o CAS. Chiediamo che le ispezioni e le visite di monitoraggio vengano svolte in maniera obiettiva e serena per meglio comprendere il lavoro degli operatori. Il Sindaco è in attesa da diverso tempo di conoscere l’esito di due visite ispettive della Prefettura di Reggio Calabria che nonostante le richieste formali non sono mai arrivate. Chiediamo, infine, al Governo Italiano e, per esso, il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio Calabria di volere confermare il sostegno finanziario fornito all’esperienza di Riace, anche con riferimento alle pratiche dei bonus e delle borse lavoro, senza delle quali gran parte di quell’esperienza è destinata a disperdersi in breve tempo. Primi firmatari Alex Zanotelli missionario comboniano, Napoli don Luigi Ciotti – Libera e Gruppo Abele – Roma e Torino Don Carlo D’Antoni, parrocchia Bosco Minniti, Siracusa Don Rito Alvarez, parrocchia Gianchette, Ventimiglia Don Alessandro Santoro, le Piagge, Firenze Don Pino De Masi, referente Libera, Piana di Gioia Tauro Giuseppe Lavorato, già sindaco di Rosarno Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi (Rc) Ilario Ammendolia, già sindaco di Caulonia Bengasi Battista, presidente Associazione Comuni Virtuosi Giovanni Maiolo, Chiara Sasso, Renzo Sola, Enrico Tavan, Silvia Testa, coordin nazion Re.Co.Sol Emilio Sirianni, magistrato, Catanzaro Lorenzo Trucco, presidente Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione Gianfranco Schiavone, Ics – Trieste Domenico Finiguerra, Salviamo il Paesaggio, Consigliere Abbiategrasso Alfonso Di Stefano, Rete Antirazzista catanese Catania Livio Pepino, già magistrato e direttore Edizioni Gruppo Abele Tiziana Barillà, giornalista, Il Salto Per adesioni scrivere qui:[email protected] nome, cognome, professione (o appartenenza associazione), città
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