Tumgik
#spero siate soddisfatti
orsopetomane · 2 years
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Siccome non ho intenzione di scriverlo su facebook, lo metto qui.
PORCODDÌO!!!
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len-scrive · 4 years
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Non scrivo più qui da tempo, ormai uso questo posto per pubblicizzare e riproporre miei vecchi lavori o come base per avvertire di ogni nuovo capitolo di una mia storia.
Solo che ho notato un bel po’ di lettori in più e ci tenevo a salutarvi. Perché vi vedo, apprezzo la vostra presenza e, per quanto possibile, vorrei comunicare con voi.
Periodo curioso quello in cui stiamo vivendo, da una parte forse potremmo prenderla con filosofia e definirci i primi ad affrontare qualcosa del genere dopo tanto e tanto tempo. Molto su cui riflettere.
Dall’altra parte ne avremmo fatto anche a meno.
Spero siate tutti al sicuro, che riusciate in tutto questo a trovare ancora il vostro senso dell’umorismo e la vostra positività. Perché c’è bisogno soprattutto di quello.
Un po’ di pazienza e tanta forza d’animo e ne usciremo.
Nel ricordarvi che bisogna STARE A CASA (pensate solo a chi vorrebbe stare a casa e non può, perché lavora per noi) vi invito anche a trovare il vostro posticino tranquillo dove staccare i pensieri e stare sereni.
Quello che dovete sapere prima o poi lo venite a sapere, non serve angosciarsi con più notizie di quelle necessarie.
State a casa e leggete, scrivete, giocate coi vostri cuccioli, guardate film e serie tv, disegnate, dipingete, ballate, cantate e suonate, trovate l’artista che è in voi.
Non è vero che la preoccupazione toglie la voglia di vivere; si può essere preoccupati, perché ci sta, e vivere al massimo ogni giorno.
Vi auguro che questo sia il vostro caso.
Dal canto mio io provo a tenermi compagnia e tenervi compagnia nel mio piccolo.
Non scrivo molto in questi giorni, preferisco parlare in modo un po’ più diretto, perciò gioco e faccio video, più che altro.
Quindi ogni tanto mentre Sam percorre distanze chilometriche in Death Stranding mi scappano tirate di un quarto d’ora su questo o quel concetto. Death Stranding si presta a tante considerazioni che spaziano dalla psicanalisi alla filosofia. Sono riusciti anche a parlare di asessualità e le cose che sto imparando sono infinite.
Chiaro che mentre parlo sbaglio strada, faccio cadere Sam nei burroni e vengo attaccato da dieci nemici diversi di ogni specie. Mancano solo i dinosauri.
MA BB è adorabile e il mio scopo adesso è vedere come finirà questa storia; voglio vederli felici, lui e Sam, e se ciò non accadrà sarà la rivoluzione.
O ci scriverò su una fanfiction, poi decido. XD
È un gioco che vi consiglio di giocare, se solo avete una mezza idea di farlo, o altrimenti venite a farvi un giro a trovare me, il mio povero Sam e BB, ad avere brevi incontri con Cliff (Mads <3) a tirare porconi a Die e alle sue missioni del cavolo (che tanto dobbiamo fare noi mettendo a rischio il nostro sedere) e saltuariamente ad assistere a storie più o  meno interessanti con conseguente reazione della sottoscritta.
Dico le parolacce, vi avverto subito.
O anche si trattasse di gameplay vecchi, come Resident Evil 2 Remake e tutti i problemi di Leon (questo è il sottotitolo), problemi che gli creo io che non possiedo né mira, né senso dell’orientamento, o Resident Evil 6 con la campagna dei promessi sposi Chris e Piers, io ci sono comunque, siamo in pochi e ci si tiene compagnia come si può.
Len – l’angolo di giochi e ciance
Ma, per favore, trovate il vostro posto sereno e trascorrete il tempo a casa facendovi del bene e facendone così anche agli altri. Si può stare a casa ed essere soddisfatti della propria giornata in tutto e per tutto.
Vi saluto e vi abbraccio virtualmente (come farebbe Sam) e vi auguro ogni bene possibile.
A presto.
Len
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joekirby · 4 years
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Buon Natale a tutti voi amici che seguite la pagina di Joe Kirby Crackle.
Spero che siate soddisfatti e satolli dei bagordi natalizi.
Ecco a voi una delle ultime Commission realizzate, sempre per il mio amico Enrico.
Questo Mazinga Z infinity stile.
35 x 50, pennarelli, fudepen, tecnograph e penna Biro.
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ciochenondico · 5 years
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Ho perso
Esatto ho perso
Ho perso la fiducia in me stessa
La fiducia nella mia famiglia
La fiducia negli amici
Ho perso la voglia di amare
Ho perso esatto
Mi volevate distrutta?
Bene eccovi serviti
Mi avete annientata
Ora spero siate soddisfatti
Beh so perfettamente chi lo è
Ma sappi che se sono distrutta
Non è grazie a te
Ma grazie a tutto il resto
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svartjugend · 6 years
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La luna rossa era uno squarcio aperto sull’inferno.
Come se non fossi abbastanza nauseato dall’ennesima estate che aveva scelto di lasciarmi fuori dalla festa dell’esistenza, abbandonato sulla statale del disprezzo come un cane vecchio e abbruttito da anni di incurie, dovetti accettare anche un’altra notte di eclissi.
Anche quest’anno infatti studio aperto aveva annunciato l’eclissi più lunga del secolo e di telegiornale in telegiornale rimbalzavano ovunque, a mo’ di mantra, servizi che descrivevano cosa sarebbe stato e come avrebbe funzionato lo spettacolino: eclissi, eclissi, un povero cristo si dà fuoco, eclissi, continua nel mondo la caccia al nero, eclissi, crocifissi nelle scuole, eclissi, pubblicità di occhialini per l’eclissi, interviste sull’eclissi a gente in vacanza, eclissi, dati personali venduti ad Amazon e alla Russia (meglio che alla Spagna, eh) e Facebook che apre una app di incontri poco dopo Cambridge Analitica, ma la buona notizia è che con questa app puoi trovare sicuramente qualcuno da limonare mentre guardi l’eclissi così che potrai alimentare con ricordi del genere la tua autostima quando sarai vecchio e inizierai a pensare alla morte. Questo era il palinsesto.
“Alla fine la luna è stata catturata delle fiamme, sembra un enorme occhio rosso piantato nel cielo nero e terso che quest’estate poco afosa ci ha offerto fino ad oggi. L’ombra che pian piano l’ha coperta sembrava comandata da forze oscure, signori lo ammetto era quasi inquietante ma come possiamo pensare che una simile meraviglia possa entrarci qualcosa con il male che c’è nel mondo? Spero di riuscire a comunicare quello che sto provando e le immagini che vedo a voi che non siete altrettanto fortunati e che magari state lavorando al chiuso anche alle 22 di questa nottata unica...” Il tono della parlata e il suo stile all’inizio mi avevano sinceramente incuriosito, costretto com’ero da mesi a leggere testi di lavoro con la loro sintassi rigida e spigolosa, ma poi ruotai in senso antiorario la manopola del volume della vecchia radio panasonic che avevo preso da camera dei miei e la ridussi al silenzio. “Forze oscure, si, e chi cazzo le comanderebbe in questo mondo di ritardati?” pensavo tra me e me mentre mangiavo una fetta di fesa di tacchino decisamente poco invitante e qualche foglia di insalata che probabilmente, al netto del sapore amaro lasciatomi in bocca e del tempo che aveva trascorso in fondo al frigo, non era più commestibile e che per di più era bagnata di un’acqua opaca nella quale spero si annidassero colture di batteri potenzialmente letali per l’umanità intera.
In caso interessasse a qualcuno, non è che me ne stessi chiuso in casa a mangiare come una donna in crisi di mezza età per convincermi che avrei potuto fare una vita sana, non ci credevo e nemmeno avevo di queste pretese, semplicemente avevo deciso di seguire gli insegnamenti della grande letteratura e dei suoi personaggi più ignorati e maltrattati: ignorare tutto e (soprattutto) tutti, perché di speranza veramente non c’è ne è mai stata e non ce ne sarà più [e non provate a convincermi che Dostoevskij veramente credesse negli spiragli di luce che decideva di inserire in alcune sue opere, perché ormai si è capito che lo ha fatto solo per evitare i rimorsi di coscienza che sarebbero spuntati come fiori in primavera dopo la trafila di suicidi che avrebbe potuto causare la sua letteratura. Che poi in Russia comunque non è che se la passino troppo meglio visto che il quarto sport nazionale dopo “ammazza la spia estera”, a quanto ne sappiamo, è morire di overdose.].
Quando mi guardavo intorno o diventavo compassionevole oppure mi incattivivo, perché ad essere onesti la mia disillusione nel poter apportare un qualche contributo a questa merda di commedia umana non era ancora totalmente cancellata, ma la strada verso cui ci avviavamo era sostanzialmente quella, quella del nascondersi dietro a carte, pratiche, autorità e altri contenitori vuoti come la realizzazione e la famiglia, perché tutto il resto ci aveva deluso e basta. Non riuscivo, ad esempio, ad essere pienamente d’accordo con chi sosteneva che l’uomo fosse un’animale ipocrita ed egoista, in primo luogo perché per essere ipocriti bisognerebbe comunque avere dei principi e degli ideali da tradire (che già non sarebbe poco, sia averli sia avere le palle di tradirli con la consapevolezza di andare incontro ad una piccola-grande gogna sociale), in secondo luogo perché l’egoismo è razionale, lucido e calcolato, o al più si rivela azzardato se la persona ha determinate inclinazioni, qui invece ognuno fa quello che cazzo gli pare nell’illusione di fare meglio per sé; per di più pochi hanno l’onestà di ammetter di aver fatto una cazzata, ma preferiscono rifuggire questa vergogna e anzi quasi se ne vantano, soddisfatti di aver dato ascolto alla loro parte emotiva, soddisfatti di aver espresso i propri sentimenti (che, ricordiamocelo, vanno espressi per forza, non vanno mai trattenuti, tipo un bisogno corporale, a prescindere dall’impatto che potrebbero avere sugli altri e su di noi stessi!).
Parlavo con quelle poche persone che ancora mi suscitavano un po’ di pietà, che mi inducevano al contatto umano e partecipavo alle loro conquiste e ai loro drammi, sapendo sempre dove saremmo andati a parare ma senza riuscire mai a smettere di stupirmi.
La ragazza che insiste con una storia che è destinata a morire e a farle del male  nonostante non abbia motivi per credere che questa volta ne uscirà incolume, l’amico che non riesce a stare da solo e come una tossico non riesce a stare senza qualcuno vicino, legandosi morbosamente alla prima disgraziata che vuole solo farsi due risate, l’amica che è consapevole del fatto che siano avventure di una notte e che più andranno avanti e più difficile sarà accettare che un vero legame non c’è (a meno che non si voglia chiamare legame un rapporto di convenienza, dove una scopata serve solo a distrarsi, a rilassare i nervi), un conoscente che litiga con la moglie e si sfoga andando a puttane, un altro amico che si è licenziato dal sesto lavoro in un mese perché non accetta che a un certo punto l’adolescenza è finita, che avviandoti verso i 30 iniziano a sopprimerti, ogni giorno una goccia di veleno, anestetizzante, di modo che non ti renda nemmeno conto dei momenti che bruci e che perdi, dei dolori che causi e dei torti che subisci.  
Tutti questi pensieri mi turbinavano attorno, con le loro immagini e le loro storie a seguirli in coda, decisi di aprire una birra presa al discount per rallentarli e disperderli un po’, sapevo che il tappo della bottiglia saltando in aria avrebbe fatto un rumore sordo che mi rilassava, feci forza con il manico di un coltello e il tappo schizzò in alto, tesi le orecchie attendendo quel botto rassicurante ma il suono venne coperto da un fastidioso brusio proveniente da fuori la finestra. Mi affaccio quanto basta per osservare quanto succede senza farmi vedere e scopro di essere stato catapultato in un girone dantesco: tutti i terrazzini in cemento dei palazzi del quartiere sono illuminati dalle stesse luci installate negli anni ‘80 e tutti brulicano di donne, uomini e bambini che ridono e chiacchierano con i vicini, sentendosi costretti a dimostrare che abbiano rapporti di civiltà con i loro dirimpettai, “Probabilmente degli assassini o degli stupratori”, “Il figlio è un tossico, mi mette  paura...” direbbero a cena, al riparo da orecchie indiscrete , ma fa nulla, in pubblico è un’altra storia. Il mio cervello collega i pezzi del puzzle e realizza di non essere all’inferno “ah, già… l’eclissi” penso mentre scelgo di manifestare nel modo più discreto possibile il mio disprezzo: non solo non accendo la luce del terrazzo che resta l’unica spenta e sembra un livido su un lembo di pelle bianca, ma spengo anche la luce della stanza: è un pungo nell’occhio da fuori, proprio come volevo, per di più la luce sanguigna della luna viene attirata dal marmo che compone il pavimento e si lascia riflettere per la sala, diffondendo una soffusa aura rossiccia che alimenta la mia passione in questo momento infinito.
Mi stendo sul pavimento e mi lascio torturare da un bombardamento di frasi di circostanza, di falsi complimenti e, come colpo di grazia, di promesse dei genitori in risposta alle domande dei bambini: “Come è andato quell’affare di cui mi parlava? Ah, male? Mi dispiace ma sono certo che si rifarà, in fondo lei è uno del mestiere...” “Si, caro nel 2030 saremo sicuramente liberi di andare su Marte.”, “Ma certo che puoi fare l’astronauta da grande, basta impegnarsi e volerlo!”…. Ma smettetela! Siate realisti! Smettetela di promettere futuri dolci, di inculcare l’illusione che tutto è raggiungibile, che otterremo quello che ci meritiamo perché si, perché il mondo è giusto e le ambizioni sono sempre ripagate. Parlate ai vostri figli di un futuro nero, pieno di violenza, stagnazioni sociali e lotte per la supremazia (non si sa bene supremazia su cosa, ma comunque lotte), fate in modo che arrivino ai vent’anni con la fame negli occhi come i ragazzini della ex-jugoslavia, pronti a costruire delle fondamenta contro gli incubi che i nonni raccontavano loro da bambini, fate in modo che nella continua lotta per arrivare a posizioni sempre migliori i ricordi della vostra famiglia siano veramente percepiti come qualcosa di prezioso e non come un incidente di percorso nella strada per un futuro arido di quelle promesse che ci venivano fatte e per le quali esistono poche possibilità di realizzazione. Dite che si vivrà male per stimolare lo spirito di chi vorrebbe un futuro migliore, non fate come focus, vi ricordate Focus, la rivista, che faceva le copertine con i robot e le auto volanti e asseriva spavalda “Ecco come sarà nel 2018!”? Poi il 2018 è arrivato, e siamo solo morti di fame e ci litighiamo il rame con gli zingari [cit.] e dobbiamo lottare per convincere la gente a vaccinarsi; ecco Focus ha formato una generazione che si aspettava il drone per volare gratis a 18 anni, mentre i droni oggi li usano per attaccare guerriglieri nazionalisti e eserciti di terroristi islamici e i bambini con la fame negli occhi.
Prendo la moto ed esco, il motore fabbricato negli anni ‘90 copre ogni rumore, e dentro al casco riprendo a pensare che sono dieci anni che vedo le stesse storie, ormai so già come finiranno, aspetto solo di capire come arriveranno al finale, tragico o glorioso (raramente, a dire il vero) che sia. Come nelle infinite serie di remake e spin-off che l’industria cinematografica dà periodicamente in pasto a orde di fan sempre più affamati, insensibili alla qualità, ingordi e crudeli, in perfetta simbiosi con l’industria che nutre sulle loro spalle.
Penso che sono un pessimo spettatore che da dieci anni vede le stesse storie, sente gli stessi racconti e che vede le stesse eclissi, ma che dopo tutto questo tempo non sono ancora sicuro sui pensieri che dovrebbero ispirarmi e sulla funzione che dovrei avere in tutto questo.
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pinocchionline · 6 years
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I minerali sono belli da esporre in vetrina, ma sono anche utili nella vita quotidiana: essi sono in grado di immagazzinare energia (di solito li si sotterra o li si espone a una notte di luna piena) e poi rilasciarla gradualmente, aiutando l’individuo che li indossa.
I cristalli, infatti, hanno un effetto sull’aura (non quella di Goku), se posizionati vicino al nostro corpo. Possono essere utilizzati per vari scopi, come il bilancio e la cura dei chakra, ma anche per rimuovere blocchi energetici.
L’effetto energetico di un particolare minerale dipende molto dalla sua composizione chimica e dal suo colore, ma anche dalle intenzioni di chi lo sta usando.
Ametista
Facilita la meditazione
Aiuta la comunicazione
Aiuta a capire cosa non va nei momenti bui
Usata per guarire da dipendenze leggere (dal telefono, dal cibo, etc.)
Aiuta a schiarire la mente e fare ordine nei pensieri
Citrino
Stimola la creatività
Aiuta ad aprirsi ad energie positive esterne
Rafforza la volontà personale
Aiuta nelle difficoltà
Ricarica la stamina psichica
Supporta il sistema endocrino
Aumenta l’autostima
  Fluorite
Chiarisce i pensieri dalla confusione
Assiste nel pensare senza distrazioni
Porta struttura e attenzione nell’utilizzo di una determinata energia
Contro la disonestà e le azioni con doppi fini
Utile contro nausea e vertigini
Rafforza denti e ossa
Moonstone
Usato in meditazione e nella regressione a una vita precedente
Aumenta l’intuizione e in particolare la possibilità di essere chiaroveggenti in piccole cose
Infonde pazienza e porta alla scelta appropriata
Aiuta nella stabilizzazione del ciclo mestruale
Quarzo bianco
Amplifica l’energia
Apre i chakra
Espande la consapevolezza
Incoraggia a dire la verità
Stimola il sistema nervoso
Crescita di capelli e unghie
Amplifica le abilità psichiche
Labradorite
Aumenta la creatività
Rafforza l’intuizione
Ci permette di capire cosa vogliamo veramente
Utile contro il raffreddore e i reumatismi
Utile contro lo stress
Angelite
Non è un cristallo per dilettanti, quindi non usatela per rituali se siete dei novizi
Sviluppa la comunicazione
Contro gli attacchi di panico
Antidolorifica e antinfiammatoria
Aumenta la qualità del sonno
Se la mettete sotto il cuscino, potreste avere sogni premonitori
Spero che per oggi siate soddisfatti, prossimo appuntamento a venerdì per altri minerali scelti da voi lettori! Mi raccomando: leggete anche la recensione che uscirà mercoledì, altrimenti niente caramelle. Ah, ricordatevi che il 31 ci sarà luna piena.
  Gnaffo #9.1 : minerali magggici pt.1 I minerali sono belli da esporre in vetrina, ma sono anche utili nella vita quotidiana: essi sono in grado di…
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arminissocute · 4 years
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Daydream
Risuona un applauso fragoroso.
La luce di mille arcobaleni risplende nell'auditorium della Yumenosaki. La caotica marea di sette colori, dati dai glow stick che segnano i voti, mostra il punteggio massimo. Dieci punti; un punteggio perfetto. É stato il migliore, il più perfetto dei live, senza neanche un punto in meno... È una vista alla quale sono abituato, ma ciò non cambia il fatto che sia così piacevole.
È come se stessi sognando.
È uno spettacolo così irreale; il fantastico arcobaleno creato dagli spettatori con le loro stesse mani ondeggia, si muove, e si infrange senza controllo. Non mi stanco mai di guardarlo.
Ma non posso commuovermi così tutte le volte. Non posso permettermi di perdere il mio contegno, di versare lacrime, o di far tardare questo percorso che io stesso ho stabilito, per un motivo così futile. Potrò anche essere talmente sopraffatto dalle emozioni da sentirmi sul punto di piangere davvero, però ad essere commossi non devono essere gli idol, ma il pubblico. Non posso fare confusione tra le due cose in questo modo.
Dobbiamo riportare l'ordine, no?
Prendo un respiro incerto, e saluto il pubblico con un sorriso.
Mi sistemo alla perfezione, assicurandomi che la mia voce, amplificata dal microfono, non si mescoli ai miei respiri affannosi. Sorridendo, faccio un inchino. Gli applausi si fanno ancora più fragorosi; mi sento amato.
"Dedico questa vittoria a tutti quanti voi."
I compagni attorno a me fanno un passo indietro, salutando la folla in modo modesto. Con i nostri costumi di un bianco puro e decorazioni dorate, ad imitare degli angeli, siamo simboli di speranza, e portiamo ordine in questo caotico, corrotto luogo che era la Yumenosaki.
Noi siamo eroi, mandati dal paradiso per fermare tutto quanto, suonando le trombe per dare il segnale della fine dei tempi. Dando inizio a una rivoluzione, abbiamo ucciso quei tiranni, e ora facciamo risuonare la canzone della vittoria.
È stata una battaglia lunga e dolorosa, ma oggi ha fine. Probabilmente, sono l'unico a trovare che questo sia triste. Quei teneri cinque Oddballs, ed anche quel delizioso re, hanno tutti abbassato la testa, sconfitti da me. Io sono l'ultimo a rimanere in piedi, stringendo le mie armi scheggiate, e i miei compagni, ma tutto ciò che posso fare è stare qui.
Non mi dispiacerebbe se questa fosse la fine. Questa storia ha un lieto fine, vero? Ho fatto quello che dovevo fare. Tutto ciò che resta è un seguito tedioso e scontato, che andrà avanti per l'eternità.
Ebbene, i miei compagni sono stati strumenti eccellenti, insostituibili. Sono stati talmente obbedienti che è stato quasi noioso. Ma forse stavo solo mirando troppo alto, perché sono stati comunque delle pedine utilissime.
Anche se non c'è divertimento, finché c'è la vittoria, è tutto perfetto.
Come idol, mi sono realizzato... E per il pubblico che conosce solo una parte di noi, la nostra parte idol, questo dovrebbe essere più che sufficiente.
Se noi riusciamo a condividere i nostri infiniti sogni mentre loro rimangono seduti ai loro posti, io sono felice.
Tenete i nostri sogni, affettati, bolliti, grigliati, grondanti di salsa- come più vi piacciono. Facciamo un grande banchetto. Benvenuti al nostro ristorante.
Spero che siate tutti sazi e soddisfatti; per un cuoco, è il massimo che si possa desiderare.
Anche se non ne volete più, lasciate che vi riempiamo ancora fino a scoppiare, come in una fiaba. Ma per oggi, è tempo di chiudere.
"Grazie a tutti per essere venuti a vederci oggi."
Alla fine, abbasso profondamente la testa. Vengo sommerso di complimenti dall'intera Yumenosaki. Ingraziamoceli, solo per questo momento. Questi sono i miei veri sentimenti; grazie per avere portato un arcobaleno nella mia noiosa, soffocante vita.
Grazie per esservi fatti coinvolgere, per essere venuti a incontrarci. Grazie per essere venuti a vederci, per esservi divertiti. Dal profondo del mio cuore, mi sento felice di essere nato.
---
(....oh?)
Mentre il faretto mi illumina, scorgo una vista affascinante.
In prima fila, c'è un ragazzino che si sporge in avanti- troppo in avanti, come se volesse arrampicarsi sul palco.
Un giovane (il suo tutore, a quanto sembra) che gli stava seduto accanto, nel panico, cerca di trattenerlo stringendolo tra le braccia da dietro. Vedo spesso queste due persone; sono molto bravo a ricordare i visi. E loro sono spettatori abituali dei nostri live.
Rosso per l'eccitazione, il giovane e grazioso ragazzino dai capelli rosa grida, rumoroso come un uccellino. Anche se i suoi eleganti vestiti preconfezionati gli stanno leggermente larghi, questo lo rende ancora più adorabile.
(Himemiya... Tori, ecco.)
Lo conosco, avendolo visto un po' di volte nella nostra cerchia di alta società. Una volta lo invitai ad uno dei miei live come gesto di facciata, e sembra che ne sia stato incantato da subito; lo vedo nel pubblico davvero spesso.
Mi sento così grato. Mi ricordi me stesso quando ero più giovane.
Prima che io incontrassi il mondo degli "idol", quel tipo di morte noto anche come noia mi dilaniava nella mia interezza; la mia anima era vuota. Ma poi, quell'anima solitaria è stata tinta di mille colori dalle canzoni.
Le mie ferite guarirono. Riuscii a sentire la bellezza della vita. È per questo che sono diventato un idol.
(Verrai anche tu in questo mondo?)
Faccio un cenno a Tori-kun con la mano. È evidentemente sopraffatto dall'emozione, e vedo le lacrime brillare nei suoi occhi mentre annuisce e fa per arrampicarsi sul palco. Ma ovviamente, il suo giovane guardiano continua disperatamente a trattenerlo.
Vedo quel ragazzo abbastanza spesso, ma non siamo in confidenza, perciò non sono sicuro di quale sia il suo legame con Tori-kun. Da quando sono entrato alla Yumenosaki, mi sono mostrato in contesti sociali solo raramente. Non ho interesse nei giochetti dei dignitari. Mi annoiano talmente,  che potrei sbadigliare.
La mia vita è solo mia. E sarà breve, in ogni caso, perciò voglio usare il mio tempo solo per me stesso. Non permetterò a nessuno di lamentarsene- non a mio padre, non a mia madre, né ai miei antenati, nemmeno a Dio.
Ritornando al mio interesse, osservo il giovane tutore.
È bellissimo, come sempre. Il neo sotto al suo occhio è davvero affascinante. Ma, nonostante l'atteggiamento beneducato, più che una gemma scolpita attentamente da un artigiano, la sua bellezza sembra un diamante forgiato dalle onde di un mare impetuoso. Con i lunghi capelli legati in una coda bassa, il suo abbigliamento sembra spartano, quasi in stile rock.
Il suo aspetto appare quello di un delinquente di strada; che tipo di rapporto può avere col nobile ed elegante Himemiya, mi chiedo. Sono incuriosito, ma non è questo il momento di pensare a cose del genere.
Sono ancora sul palco, in questo sogno sfavillante.
Puntando al massimo, sono arrivato fino a qua. Per questo arcobaleno sfolgorante, avvolgente, tutti gli idol che ho sconfitto e i frammenti dei loro sogni- li ho calpestati tutti. Oggi, ho trionfato. Domani, e tutti i giorni a seguire, punterò ancora più in alto.
Verso la cima solitaria, verso la posizione di un dio che possa rivoluzionare tutto- il mio punto ultimo (fine).
"Grazie."
Nel momento in cui esalo quelle parole, il sipario inizia a calare sul palco. È tempo di dire temporaneamente addio agli spettatori e alle loro scintillanti luci arcobaleno. Solo a pensarci, provo un senso di riluttanza; voglio vedere di più.
Cerco di sollevare la testa.
Sento di colpo le vertigini. Che fastidio. Il sipario non è ancora calato del tutto; il mio ruolo non è ancora stato completato alla perfezione. Devo apparire regale e dignitoso, trionfante fino alla fine.
Miei teneri nemici, mi dispiace. Volevo almeno restare maestoso e sorridente- elegante, arrogante. È un mio dovere, dopo che ho preso e divorato i sogni di così tante altre persone. Rubando i frammenti di ogni sogno ho potuto far sbocciare il mio di sogno, anche se potrebbe essere un sogno terribile.
Lo devo agli infiniti resti di quei sogni che sono stati distrutti senza poter fiorire.
"Il pubblico sta ancora guardando"
Mentre inizio a perdere i sensi, prima che io possa collassare qui e ora, arrivano due braccia forti a supportarmi. Sarà uno dei miei compagni? Allora forse riescono anche ad essere premurosi, ogni tanto.
Sollevo lo sguardo con questo pensiero, solo per incontrare il sorriso pungente e preoccupato del mio nemico.
Ha tirato su i capelli, color argento come raggi di luna che conducono gli umani alla follia. Poche parole non possono bastare a descrivere la sua prestanza fisica e la sua bellezza; è un ragazzo fine ed affascinante, proprio come l'eroe di una fiaba. La sua altezza dovrebbe essere simile alla mia, ma io sono così debole... Da come lo vedo io, appare splendido e possente.
Gli abiti che indossa sono diversi dai miei. È stato mio avversario nel live di oggi- il DreamFes di oggi. Un nemico potente che dovevo sconfiggere ad ogni costo, non importa il modo.
Non appena i loro ruoli sono stati completati, i miei compagni sono usciti dal palco. Sono straordinari, ma formali. Non ha senso fingere un'amicizia inesistente come se fossimo in uno shonen manga da quattro soldi. Una messinscena come questa non ha il potere di cambiare la realtà; lo so bene, ma è comunque un po' triste.
Anche se si sono almeno spinti a lanciarmi uno sguardo mentre ero prossimo allo svenimento, i miei compagni si sono allontanati senza offrirmi una mano o del supporto. Li ho spinti allo stremo, dopotutto; probabilmente provano del risentimento nei miei confronti. Per poter costruire il mio impero ho sconfitto infiniti nemici, ma sono anche stato costretto a sacrificare i miei compagni.
Sono un tiranno. Sono consapevole che il trono è un luogo solitario. Ho scelto io questo cammino; non avrei potuto cambiare la Yumenosaki, altrimenti. È possibile che esistesse un altro modo, un modo più dolce di cambiare le cose, proprio come succede nelle storie che bambini e bambine ammirano e che si perdono a leggere.
Ma sono riuscito a trovare solo il cammino che mi ha condotto in un mare di sangue, immerso fino al collo.
Ed è per questo che, anche se si tratta di un nemico, vorrei del calore umano. Vorrei essere supportato dalle braccia di qualcuno. Essere abbracciato.
Con il desiderio inconscio di essere accontentato, appoggio la guancia contro il mio nemico.
Il suo nome è Hibiki Wataru. Uno dei teneri "Cinque Oddballs", ed uno sciocco, bellissimo clown. Un genio, distaccato dalla gente comune; sento con te un certo senso di affinità. Però, sono sicuro che tu mi odi a morte.
"Che vista spiacevole"
Per una persona prolissa come lui, è insolito esprimersi in modo così diretto. Ma è proprio come dici tu; in confronto a te, sono veramente patetico. Indecoroso. Del tutto privo di dignità.
Sono di salute cagionevole dalla nascita. Ho continuato a vivere, mentre mi veniva ripetuto costantemente che mi restavano solo pochi mesi. Sono dovuto andare all'ospedale dopo ogni live, trascinando il mio corpo debole... Questo mio corpo stravolto, riempito di farmaci, flebo e cibo da ospedale, sta semplicemente sopravvivendo, vestito nel modo più raffinato possibile.
Anche se possiedo ciò che tutti gli altri desiderano, abbasso la testa come uno sconfitto che ha perso tutto quanto.
Come se fossi stato sconfitto proprio dalla vita.
Mio tenero nemico, vorrei essere nato nel corpo di una persona come te. Benedetto da Dio, ricco di talento e di una bellezza naturale. Eccezionale, e amato da tutti. Vorrei appartenere a questo mondo come un'esistenza gloriosa, come il protagonista di una storia. Ero invidioso di voi, di tutti quanti voi.
Ehi, Wataru. Potrai non credermi, ma eri il mio eroe. Per questo, alla fine ti ho sconfitto. Ho visto tutti gli eroi che ammiravo distrutti ai miei piedi; superando il mio complesso di inferiorità, ho ottenuto una mia vita. Un sogno effimero e inutile, ma è la mia vita.
La mia storia.
Tremo in tutto il corpo, e tossisco. Incapace di trattenermi, tossisco sangue. Ahh, l'elegante, perfetto, bellissimo viso di Wataru è ora sporco di sangue. Mi dispiace, mi dispiace così tanto.
Mi dispiace di essere nato.
---
All'improvviso, mi risveglio.
Quanto di quello che ho visto è stato un sogno, mi chiedo? Sarebbe bello se fosse tutto quanto un sogno fatto sul mio lettino di ospedale. A essere onesti, metà della mia vita è piena di cose che sembrano troppo belle per essere vere- un mucchio di menzogne, come i fumetti per bambini che il mio amato amico d'infanzia spesso disegnava per me.
Ma non è stato un sogno. Mi ritrovo ancora in mezzo al caos, nel familiare terrazzo della Yumenosaki. Considerando la luce sinistra della luna, sembra che sia notte fonda. I miei dintorni sembrano davvero rumorosi; riesco a sentire la musica che proviene dall'auditorium, abbastanza distante.
Sembra una delle canzoni degli UNDEAD; che cosa nostalgica. Quel vampiro in pensione sarà strisciato fuori dalla sua bara- dalla sua tomba? Ho distolto gli occhi solo per un momento, eppure questa storia è già entrata in una nuova fase. Sembra che io non possa ancora essere il protagonista, di nuovo. Anche oggi questo pianeta, questo universo, la Yumenosaki- tutti quanti vanno avanti, a prescindere da me.
Sono stato lasciato indietro dagli eventi proprio sotto ai miei occhi; piego la testa con perplessità. Sarò ancora mezzo addormentato? Dopotutto, è passato un po' di tempo da quando ho camminato in questo posto l'ultima volta. So di poter avere i miei effetti personali portati avanti e indietro con la macchina, ma è troppo fastidioso. Vorrei poter camminare sulle mie gambe.
O forse questa è la mia fase ribelle. Me lo dimentico spesso, ma sono solo un liceale. Quella che indosso ora- è passato così tanto tempo dall'ultima volta- è l'uniforme della mia scuola. Della Yumenosaki.
Stranamente, nonostante la stagione fresca, sento caldo.
Una coperta terribilmente stravagante è sistemata sul mio grembo, mentre una sciarpa ed un cappello di lana proteggono il mio corpo dal freddo. Che cosa affettuosa. Un comportamento così protettivo è sicuramente opera di Yuzuru.
Probabilmente mi ha trovato che dormivo e, cercando di non svegliarmi, ha fatto questo per la mia salute. È un ragazzo premuroso, come sempre. Non mi sarebbe dispiaciuto se mi avesse svegliato, nonostante fossi stato così stanco da appisolarmi.
Solo per aver dormito troppo, ho rischiato di perdermi la visione tanto attesa- il cambiamento di un'epoca.
Scorgo Yuzuru poco distante. Con il piccolo, adorabile Tori seduto sulle spalle, sembra che stia cercando di riportare ordine tra le persone radunate attorno all'auditorium.
Tori strilla, rosso in faccia, ma una cosa del genere non può bastare per dissipare il caos. Yuzuru, che subisce il pieno impatto della rabbia di Tori, ha un'aria stanca mentre l'altro gli tira i capelli.
Nonostante la distanza tra di noi, in qualche modo Yuzuru intercetta il mio sguardo; mi saluta con un leggero inchino, gli occhi che si increspano in un sorriso. Salutando con la mano, muovo le labbra per dirgli "buon lavoro".
Mi sarebbe piaciuto aiutarlo, davvero. È proprio di questo che Wataru mi ha parlato durante le sue numerose visite alla mia stanza di ospedale; sembra che la Yumenosaki si trovi ora nel mezzo di una situazione interessante.
E ora, che cosa dovrei fare? La soppressione sarebbe semplice e veloce. Usando tutto il mio potere, mettendo in gioco la mia ricchezza e la mia autorità, potrei far sparire questo caos in un batter d'occhio. Ma sono appena stato dimesso dall'ospedale; sarebbe davvero una scocciatura, e le scocciature preferisco lasciarle a Keito.
Se quello che sta accadendo ora è qualcosa che lui può fermare... Allora è solo la solita agitazione che scoppia frequentemente alla Yumenosaki- niente che possa cambiare un'era. Ma se si tratta di una qualche bizzarra, stravagante situazione che neppure Keito riesce a gestire- be', allora è qualcosa di interessante davvero.
Se qualcuno sale sul palco senza preavviso proprio alla fine e si intromette in una storia già avviata, ponendovi fine in modo irrazionale- questo genere di deus ex-machina è davvero insoddisfacente. Però, io non sono maturo abbastanza per restare a guardare fingendomi uno spettatore. E ad ogni modo, Keito mi farebbe una predica mortale più tardi, se mi limitassi a guardare senza alzare un dito.
Rifletto su quello che dovrei fare, quando-
Sento un fruscio nella siepe vicina. Un gatto, forse? Mi chiedo, lanciando uno sguardo superficiale. A quanto pare, il giardino della terrazza è un posto molto piacevole in cui dormire; sia i gatti sia Ritsu-kun, un membro del club del tè come me, hanno l'abitudine di renderlo il loro giaciglio, ed è per questo che non è una sorpresa quando una creatura così adorabile appare inaspettatamente in questo modo.
È in questo giardino che la incontro per la prima volta. Sporgendo la testa, la ragazza si fa strada tra i cespugli e i suoi occhi si spalancano. Foglie, petali di fiori e fango sporcano leggermente il suo delizioso viso. Esce del tutto dalla siepe, i capelli scarmigliati, appoggiando le ginocchia a terra in modo leggermente compassionevole, e si blocca, piegando la testa da un lato.
Come un gatto randagio- una tenera creatura che non appartiene ancora a nessuno.
Ma indossa un'uniforme della Yumenosaki- un'uniforme femminile che, nel corso per idol, non dovrebbe neppure esistere. È un'uniforme che è stata creata apposta, diversa da quelle di chi frequenta il corso regolare.
Ah, ora capisco.
Al momento, c'è una sola persona che potrebbe indossare questa uniforme.
Durante il mio ricovero, ne ho sentito parlare in una storia della buonanotte di Wataru.
E così finalmente ci incontriamo. È un onore.
Dunque sei tu la famosa nuova studentessa-chan.
Vorrei presentarmi, ma lei sembra davvero di fretta. Mentre la osservo, mi saluta con un mezzo sorriso un po' incerto e poi corre verso l'auditorium.
Una ragazza snella come lei farebbe fatica a farsi strada in quella calca di persone, probabilmente è per questo che ha deciso di cercare una scorciatoia e di farsi strada tra le siepi del giardino della terrazza; è deserto, probabilmente Yuzuru ha fatto in modo di sbarrare la zona per lasciarmi dormire tranquillo.
Grazie a questo, ho avuto la fortuna di incrociare gli sguardi con lei, anche se solo per un istante.
Vorrei ringraziare Dio per questo miracolo- per questo incontro fortunato.
Ovviamente, lei non saprà nulla di me. Non è passato neppure un mese da quando ha iniziato a frequentare, e io sono stato ricoverato per così tanto tempo; non c'era nessuna occasione di incontrarsi.
Ma ho sentito molte storie riguardo all'occhio del ciclone della Yumenosaki che sta portando nuova aria- nuova vita in questa scuola isolata. Che ragazza misteriosa. Come la protagonista di una fiaba.
Anche se non è probabilmente sua intenzione, corre verso l'auditorium affollato con un'espressione da “passante A”. Stringe fra le dita un biglietto per i posti speciali. Sembra che la unit che ha incontrato e a cui si è avvicinata -la unit che ama- stia per avere un live oggi.
Sta tremando di aspettativa oltre che di ansia, ma sembra felice- ha una bella espressione realizzata. Niente male, per nulla; sono piuttosto invidioso. La giovinezza dovrebbe essere vissuta al massimo.
I fiori hanno vita breve, dopotutto.
“E ora...”
Non posso rimanere seduto qua per sempre; seguirò la nuova studentessa-chan e mi incamminerò anch'io verso l'auditorium. Stringo nelle mani il suo stesso tipo di biglietto. Dai posti speciali, potrò vedere da vicino il live di questi rivoluzionari e il miracolo che stanno creando.
Se posso, vorrei donare loro almeno un applauso.
E poi vorrei presentarmi a lei, in modo appropriato.
Il mio nome è Tenshouin Eichi. Presidente del consiglio studentesco della Yumenosaki.
E alcuni mi chiamano “Emperor”.
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A grande richiesta, per il mio compleanno ho deciso di farmi anche io un selfie allo specchio... spero siate soddisfatti perché un'altro lo farò tra non meno di 365 giorni 😂 https://www.instagram.com/p/B5Bk7jdC-gx/?igshid=15620hv7elqnt
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latrodectusart · 7 years
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La scorsa settimana, sul collettivo Oh No, Not Again, abbiamo affrontato un tema tanto delicato quanto importante: i disturbi mentali. Anche se siamo ormai nel 2017 più che inoltrato, non tutti abbiamo la giusta considerazione di questi disturbi. Ebbene, i disturbi mentali... le malattie mentali, sono, per l'appunto, malattie. La mente può ammalarsi tanto quanto il corpo e può arrivare ad influenzare quest'ultimo. Di disturbi mentali ce ne sono tantissimi - come di malattie in generale; nella mia illustrazione ho deciso di rappresentare tre disturbi diversi appartenenti allo stesso “ceppo”, per così dire, che senza dubbio la maggior parte di voi conosce, anche solo per sentito dire: i disturbi alimentari. Dunque, vorrei dire due parole evitando lo spiegone scientifico in stile Wikipedia, preferisco parlarvi in maniera spontanea, cercando di trasmettervi ugualmente il significato di quest'illustrazione. I disturbi del comportamento alimentare (dca) sono patologie caratterizzate da un’ alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. In parole povere, il tuo rapporto con te stesso, con gli altri e, come punta dell'iceberg, con il cibo, è distorto. I più rinomati tra questi disturbi sono anoressia nervosa, bulimia nervosa ed obesità (e sono i tre presenti nella mia illustrazione, nello stesso ordine). Anoressia, bulimia ed obesità sono tre sorelle, anche se diverse tra loro esteriormente, interiormente condividono la stessa anima. Se sei obeso e la causa è nella tua mente (perché potrebbero anche esserci altre cause), il cibo è la soluzione ai tuoi problemi. Il cibo è il tuo miglior amico. Mangi per festeggiare, mangi per colmare un senso di vuoto e tristezza, mangi per noia... Mangi. Quando è una condizione mentale a scatenare questo malsano rapporto con il cibo, spesso tu ne sei semicoscente, non hai un buon rapporto con il tuo corpo e questa condizione influisce negativamente in vari aspetti della tua vita. Vorresti uscirne, ma non è facile. Non lo è mai, in nessun caso. La bulimia (Mia) è una sorta di via di mezzo. Il cibo non è il tuo miglior amico, è un tuo nemico. Ma a volte non riesci a stare senza di lui. La bulimia ti porta ad attuare pratiche restrittive come l'anoressia (non mangiare, contare le calorie, eccedere nell'attività fisica), la differenza sta nelle periodiche “abbuffate” che poi vengono compensate (o per meglio dire, PUNITE) con l'atto di vomitare. La bulimia ti corrode i denti, ti inspessisce le nocche e può portarti all'autolesionismo. Premetto che ora mi dilungherò un po'. L'anoressia (Ana) è spesso preceduta da una sua lontana cugina, la dismorfofobia, un disturbo che proietta nello specchio e nei tuoi occhi un'immagine distorta del tuo corpo. Tu non te ne accorgi, ovviamente, per te quell'immagine è reale. Ti guardi allo specchio e vedi uno o due chili in più, qualcosa che vorresti cambiare qui e lì. Decidi di metterti a dieta. Inizi a fare esercizio fisico. L'anoressia è un mostro silente. Quando ti accorgi della sua presenza spesso è troppo tardi. Perdi quei chili di troppo, sei emozionato per questo traguardo, ti senti forte, invincibile. Senti di avere il pieno CONTROLLO della tua vita. Eh sì, il controllo. Come ho detto il cibo, alla fine, è la punta dell'iceberg, ma il problema reale è nei meandri della tua mente. L'anoressia non è un estraneo, sei tu. Sei tu, è la tua reazione ad una serie di eventi o a quel qualsiasi cosa che ti ha portato proprio lì, in quel bivio, dove hai preso una scelta senza rendertene conto. Una voce riecheggia nella tua mente, ti parla sempre più forte. “Potresti perdere altri due chili” - “Ci sono ben 500kcal in quel piatto, sei sicuro di volerlo magiare?” - “Non senti quanto è piacevole la sensazione di vuoto nel tuo stomaco?” - “Sei grassa, orrenda, una cicciona, con che coraggio esci di casa la mattina?!” L'anoressia può ucciderti, se glielo permetti. Quello che mi rattrista molto della società odierna è che questi disturbi (e quelli mentali in generale) o non vengono considerati affatto come malattie o vengono idolatrati. E onestamente non so quale delle due sia peggio. Leggo su internet di così tante ragazzine che si definiscono “pro-ana”, che credono sia figo avere un disturbo alimentare.. o essere depressi.. perché magari ti rende una persona interessante o boh. No. Mi dispiace. Ho scelto di affrontare questo tema perché è un tema che mi è fin troppo vicino. Ho lottato (e ancora oggi sto lottando) contro i disturbi alimentari e vorrei dire una cosa a tutti: essere obesi, bulimici o anoressici NON È TUMBLR, NON È FIGO. Svegliatevi, sono delle malattie. Io non mi vanterei di avere il vaiolo né mi augurerei mai di averlo. E capisco anche che ci sia la disinformazione per mezzo. Voi vedete ragazze ultra magre e pensate “wow”. Essere sottopeso è lo stadio finale. Precedentemente ho detto che la prima sensazione è quella del benessere, dell'euforia per aver vinto una battaglia. Sapete cosa viene dopo? La fame, la paura, il disprezzo verso se stessi, debolezza fisica e DEPRESSIONE. Quando sarete arrivati alla fine, quando del vostro corpo non resteranno che le ossa, non solo non sarete ancora soddisfatti, ma avrete dentro di voi l'enorme voragine che generosamente vi offre la depressione. “Che senso ha avuto tutto questo?” - “Perchè alzarsi dal letto?” - “Perchè sono ancora vivo?” Ecco che cosa significa. Siamo nel 2017. Abbiamo fatto un passo avanti e dieci passi indietro. Ritornate a pensare con la vostra testa, siate curiosi, interessatevi a cose che magari non siano immagini di gattini su Facebook o la serie tv del momento. Cerchiamo di affrontare correttamente i temi importanti per vivere meglio nella nostra società, e non mi riferisco soltanto ai disturbi mentali.
Grazie a tutti quelli che mi hanno letta fino alla fine, spero di avervi lasciato qualcosa. Vi auguro un buon prosieguo di settimana. xo xo (Please, don’t repost or use my art without my permission!)
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ivandegrandis · 5 years
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‼️Esattamente tre anni fa, la notte più bella, quella della vittoria! A #Novara con Alessandro Canelli e a #Trecate con Federico Binatti. Sono già volati via 36 mesi, è vero, ma l'entusiasmo è lo stesso di quel momento, forse anche di più!!! Io la vivo giorno per giorno veramente come una grande esperienza di vita al servizio della nostra gente! Spero davvero che siate soddisfatti per il mio impegno. Grazie a tutti per questa fantastica opportunità!!! Un grazie a @pietrocordone_photographer Cordone 📸 per questo storico scatto! 😃 (presso Novara, Italy) https://www.instagram.com/p/By8P-5eCc0v/?igshid=1fddqdbehzo67
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00:00/ 30/12/19
Quest'anno sta finendo, l'ultimo giorno. L'ultimo giorno prima di iniziare di nuovo con le classiche frasi di "quest'anno è diverso". Lo spero per voi, spero per voi che quest'anno vi porti più soddisfazione di questo 2019. Spero che questo anno siate tutti felici, soddisfatti e spero che abbiate lasciato la insicurezze dentro un cassetto chiuso a chiave e bruciato.
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thequeenpat · 6 years
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Io spero che voi siate soddisfatti ed entusiasti di tutti i vostri comportamenti ed atteggiamenti; di tutti i modi di pensare che dimostrate di avere, di tutte le vostre azioni, di tutto ciò che dimostrate di volere, di apprezzare e riflettere su ogni parola che dite; soddisfatti ed orgogliosi delle persone che siete, perché un giorno ci sarà qualcuno, qualcuno che vi ama, una di quelle persone che non vi hanno abbandonati nonostante tutto, che un giorno, molto più buio, molto lontano dal vostro primo incontro, un po’ deluso, un po’ più stanco del solito, un po’ affranto, vi renderà noto di ciò che siete, diventerà il vostro specchio, vi svelerà l’anima delle vostre azioni, darà voce al vostro atteggiamento, ed allora sentirete il peso delle vostre azioni, allora capirete tutto ciò che avete fatto, quando chi vi ha sempre amato e avete deluso, vi tratterà come lo avete trattato, e quel giorno sarà triste, molto triste, perché il dolore provocato agli altri non si vorrebbe mai provare, e perché forse finalmente vi renderete conto di quanto una persona portata al limite e all’esasperazione l’amore lo chiude a chiave in un cassetto pur di non soffrire più. Quindi se mi leggerete prima di far arrivare a questo punto chi amante ma soprattutto vi ama con tutto se stesso, vi prego di rimediare a tutti i vostri sbagli, fare un passo indietro e cambiare la strada intrapresa con chi amate, prima che la vita vi insegni a dover affrontare una strada in salita senza più la mano di chi avevate accanto.
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machiavellus-blog1 · 6 years
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Harry Potter, capitolo VI
Buonsalve seguaci del mio cuore, siete pronti ad affrontare la spiegazione del sesto capitolo del mio supercalifragilistichespiralidosissimo Principe?! Spero di si!! Per rendervi le cose un po’ più semplici ho deciso di ricollegarmi a ciò che avevo spiegato nel terzo capitolo, infatti il periodo trattato sarà lo stesso, ma più nel particolare. Sto parlando degli anni che vengono trattati nel capitolo de “L’Ordine della Fenice”, ovvero tra il 1995 e il 1996, quando, come vi avevo già spiegato, ci fu il ritorno del Signore Oscuro e l’arrivo della perfida Dolores Umbridge con la conseguente sospensione di Albus Silente.
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Nel sesto capitolo del Principe l’argomento principale è: “I principati nuovi conquistati con le proprie armi e capacità”. Infatti il principe prudente deve attenersi all’esempio degli uomini grandi, perché le vicende umane si ripetono (imitazione “storica”). Al principato si arriva o per fortuna o per virtù: in quest’ultimo caso la conquista è più stabile, come mostrano gli esempi di Mosè, Ciro, Romolo, Teseo e Gerone siracusano. E’ indispensabile però il possesso di una propria forza militare: i profeti armati vincono, quelli disarmati periscono: esempio clamoroso: Gerolamo Savonarola. Per poter farvi apprendere al meglio quest’importante capitolo, ho deciso di paragonarvelo con una delle creazioni della mia cara amica Joanne che amo di più: “L’Esercito di Silente”. 
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La nascita di questa “organizzazione” era dovuta al fatto che la Umbridge, oltre ad essere l’inquisitore supremo, era anche l’insegnate di Difesa contro le Arti Oscure, ma al posto di insegnare, per via pratica, agli studenti come difendersi, si limitava a leggere loro il libro di teoria. Per questo motivo Hermione decise di creare un’organizzazione, a capo della quale c’era Harry, in modo tale da poter insegnare ad alcuni studenti la vera Difesa contro le Arti Oscure.
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Riuscì a creare un gruppo di circa 35 persone (ovviamente nessuna di Serpeverde) che verrà poi chiamato “L’esercito di Silente”.
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Il perché a riguardo la mia decisione di paragonare proprio questo avvenimento con il sesto capitolo del principe è, in realtà, molto semplice e facile da capire: L’esercito di Silente ha dovuto affrontare diversi ostacoli poiché la Umbridge, ovviamente, voleva abolire e fermare ogni organizzazione. Per questo emanò diversi decreti didattici, un esempio è il decreto numero ventiquattro: “qualsiasi organizzazione, società, squadra, gruppo e circolo di studenti, è sciolta e l’autorizzazione alla ricostituzione può essere richiesta solo all’Inquisitore Supremo; tutte quelle che non sono state approvate vengono ritenute illegali.”
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A causa di questo Harry e tutti i suoi compagni dovettero cercare un nascondiglio per potersi esercitare senza essere scoperti: la Stanza delle Necessità, sarà il luogo dove tutto si evolverà.
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Per vedervi ancora più chiaro questo passaggio vi cito qualche riga del capitolo:” In conclusione, tutte queste persone così dotate incontreranno molte difficoltà e molti pericoli sul loro cammino, e conviene che li superino con le loro capacità politiche. Ma una volta che li hanno superati e che cominciano ad essere seguiti e obbediti, se sono riusciti a toglier di mezzo coloro che per le loro qualità li avversano, restano potenti, sicuri, onorati e soddisfatti.” Spero siate riusciti a capire al meglio questa spiegazione, se non fosse cosi non preoccupatevi poiché a breve uscirà il video dove spiegherò più nei particolari la vicenda!!
KissKiss, il vostro Niccolò
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《Spero che siate soddisfatti di voi stessi. Avete corso il rischio di essere uccisi... o peggio ancora, espulsi. E ora, se non vi dispiace, io vado a letto》
Hermione Granger, Harry Potter e la pietra filosofale
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