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#sentenza consiglio
simonecarmignani · 2 years
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PER I CONCORSI PUBBLICI VALGONO LE REGOLE IN VIGORE ALLA PUBBLICAZIONE DEL BANDO SALVO CHE LA RETROATTIVITA' SIA ESPRESSAMENTE PREVISTA - CONSIGLIO DI STATO SENTENZA N. 4441/2022
PER I CONCORSI PUBBLICI VALGONO LE REGOLE IN VIGORE ALLA PUBBLICAZIONE DEL BANDO SALVO CHE LA RETROATTIVITA’ SIA ESPRESSAMENTE PREVISTA – CONSIGLIO DI STATO SENTENZA N. 4441/2022
Link al documento: https://www.giustizia-amministrativa.it/web/guest/dcsnprr?p_p_id=GaSearch_INSTANCE_2NDgCF3zWBwk&p_p_state=normal&p_p_mode=view&_GaSearch_INSTANCE_2NDgCF3zWBwk_javax.portlet.action=searchProvvedimenti&p_auth=2LP71UGh&p_p_lifecycle=0
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generalevannacci · 5 months
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Carlo Cunegato
IL BESTIARIO DI FRATELLI D’ITALIA: CLASSE DIRIGENTE O INDECENTE?
Il bestiario di Fratelli d’Italia sta riempendo le istituzioni di strani, vivaci e bizzarri animaletti.
Il deputato Emanuele Pozzolo, mosso da un entusiasmo giovanile, alla festa dell’ultimo dell’anno, gaio ed energico sfodera la sua arma. Spara ad un trentunenne e di fronte alla richiesta delle forze dell’ordine di consegnare i vestiti per la perizia il virile Pozzolo esibisce l’immunità parlamentare. E’ la destra della legge e ordine, solo però quando riguarda gli altri. Ribelle.
Il deputato Calogero Pisano sui social definiva Hitler “un grande statista”. Estroso.
Elena Donazzan, assessora veneta al Lavoro e alle Dispari opportunità ha definito una persona transessuale “un demonio”. Ha ricordato dei nazisti il 25 Aprile. Ha cantato Faccetta nera alla Radio. Del 25 Aprile dice: “L’antifascismo ha prodotto il terrorismo rosso. Non è un valore”. Inclusiva. Costituzionalista.
Il deputato Fabio Rampelli propone di telefonare in Africa per chiedere agli africani di non partire. Realista. Memore della battaglia mussoliniana contro gli anglicismi, della traduzione di Louis Armostrong in Luigi Braccioforte e di Benny Goodman in Beniamino Buonuomo propone di multare con decine di migliaia di euro chi usa termini inglesi. Moderno. Cosmopolita.
Francesco Lollobrigida, ministro e cognato. E’ convinto che i poveri mangino meglio dei ricchi. Ferma i treni quando ha fretta, come fossero di sua proprietà. L'Italia c'est moi. Sociologo e trenologo.
Gianbruno, ex compagno del Capo. Così fedele a “sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana” che propone ad una collega di farlo a tre in cambio di una possibilità di carriera. In fatto di famiglia tradizionale a destra non si capisce più niente, visto che Gianbruno è l’ex compagno di quella che Libero ha definito “L’uomo dell’anno”. Fluido.
Poi c’è il consigliere regionale veneto Joe Formaggio. Inarrivabile. Si fa ritrarre con una mitraglia in mano, deve essere amico di Pozzolo. Cow boys. “La maggioranza dei veneti deve avere la pelle bianca”. Multiculturale. “ A casa mia meglio i topi che i rom”. Antirazzista. In consiglio regionale ogni tanto abbraccia eccessivamente le colleghe basite. Femminista.
Classe dirigente o indecente? Ai posteri l’ardua sentenza.
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noneun · 3 months
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E intanto, a Pordenone, il comune decide di iniziare a uccidere i fastidiosi e sanissimi 47 tigli che intralciavano un progetto del PNRR. Solo 7 giorni prima dell'udienza per il ricorso contro l'abbattimento fatto al Consiglio di Stato, fregandosene dell'eventuale sentenza sfavorevole. Una amministrazione che, con un ricorso pendente (e costosissimo), decide di prendere in giro i cittadini, secondo me dovrebbe essere dichiarato decaduto. Non importa se poi dovesse essere in qualche modo punito per aver abusato del proprio potere. Si tratta di un organo amministrativo che si sta sostituendo ad un organo giurisdizionale. Non un bell'esempio di rispetto della Costituzione da parte del sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, fratello del ministro Luca Ciriani, di Fratelli d'Italia. E non un bell'esempio di come vengano usati i soldi del PNRR.
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3nding · 11 months
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La signora “Gloria”, paziente oncologica veneta di 78 anni, è morta ieri mattina, il 23 luglio, nella sua casa: è la seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l’aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani, e la prima persona ad aver ottenuto la consegna del farmaco da parte dell'azienda sanitaria regionale.
"Gloria" ha potuto auto somministrarsi il farmaco letale attraverso la strumentazione fornita dal sistema sanitario, sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby e, il 16 giugno 2022, Federico Carboni, "Mario", il primo italiano che aveva potuto accedere a questa tecnica nelle Marche.
“In questo momento il nostro pensiero va alla famiglia di “Gloria”, al marito, vicino a lei fino all’ultimo istante - hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria Nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni - Anche se “Gloria” ha dovuto attendere alcuni mesi, ha scelto di procedere in Italia per avere accanto la sua amata famiglia e sentirsi libera nel suo Paese. Ringraziamo il dottor Mario Riccio, che ha seguito la vicenda fin dall'inizio e che dopo l'impossibilità da parte dell'azienda sanitaria di fornire anche assistenza medica ha aiutato “Gloria” in questa fase finale, nel rispetto della sentenza 242/19 della Corte costituzionale. Le è stata risparmiata una fine che non avrebbe voluto, grazie alle regole stabilite dalla Consulta e grazie alla correttezza e all’umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia."
Intanto il Veneto è la prima Regione d’Italia ad aver raggiunto, e poi depositato, la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul suicidio assistito in Consiglio regionale. Sono infatti oltre 7.000 i cittadini veneti che hanno sottoscritto il testo di “Liberi Subito”, la proposta di legge regionale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. - Ass. Luca Coscioni
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anchesetuttinoino · 9 days
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"Vota quella stronza della Meloni", il meme ironico che circola nelle chat. L'effetto Giorgia non si ferma - Secolo d'Italia (secoloditalia.it)
’effetto Meloni prosegue senza sosta. Il dopo-Caivano registra un ennesimo “colpo di scena” di questa campagna elettorale. Un’ ennesima conferma di quanto quella frase -“Presidente De Luca, sono quella stro*** della Meloni. Come sta?”- abbia bucato i social e fatto parlare e straparlare molti opinionisti. Tanto che oggi -il giorno dopo quell’incontro che tanto sta facendo rodere il fegato dei mestrini raical-chic col ditino alzato-  viene anche rilanciata. C’è un meme spiritoso e ironico che circola in rete e nelle chat dei parlamentari: “Vota quella stronza della Meloni” è la scritta che campeggia su un finto  manifesto elettorale per le Europee: con il simbolo FdI  barrato e il volto della premier. Sta facendo il giro del web.
L’effetto Meloni non si ferma: dopo il video arriva il meme virale
Dopo il boom sui social dell’incontro fatidico tra Meloni e il governatore De Luca arriva, dunque, questo meme a rilanciare la “mossa” della premier che ha sconvolto i salotti buoni dei talk show. Dimostrando che il suo comportamento ha colto nel segno. E soprattutto, fatto impazzire una sinistra politica e intellettuale che in modo ridicolo censura l’ atteggiamento “poco istituzionale” della premier. Dovevate osservare i vari Severgnini, Fittipaldi, Lella Costa, Floris, Piccolotti dare lezioni di bon ton istituzionale. Nessuno che lo avesse fatto con tanto accanimento quando ad offendere la premier per primo era stato proprio De Luca. Tanto livore dei dem e dei salotti radical-chic non lo abbiamo proprio notato all’epoca.
Il dopo-Caivano: la doppia vittoria di Meloni
Dunque, vince ancora Giorgia. Non a caso l’ istant sentiment realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor nell’immediatezza dell’incontro Meloni- DeLuca fu già una sentenza. Nella maggioranza dei commenti a favore di Meloni – ben il 56%- sottolineavano coraggio, franchezza, presenza di spirito del presidente del Consiglio. Spirito e franchezza che manca del tutto a sinistra, che chissà quando si riprenderà da questo doppio successo della premier: avere fatto rinascere il Parco Verde di Caivano, teatro fin’ora di stupri, spaccio e criminalità; ed essere entrata contemporaneamnte negli incubi più tetri di una sinistra triste. Sempre più ostaggio della propria incapacità di ancorarsi a un sentimento popolare. Anche ora che il meme ironico “Vota quella stronza della Meloni” sta furoreggiando, le dosi di Maalox dovranno essere raddoppiate.
Un’ altra mossa comunicatica che fa impazzire la sinistra salottiera
Qualche esempio. L’editorialista del Corriere, Beppe Severnini ad Otto e mezzo ha affermato che “Meloni dovrebbe imparare il decoro verbale”. Fittipaldi urla un “Mi vergogno” a Tagadà. Lella Costa, attrice e sceneggiatrice, femminista, dal salotti di “Di martedì” afferma che la frase di Meloni a De Luca “è una forma di bullismo”. Alla faccia della solidarietà femminile… Ed Elisabetta Picoclotti di Avs ha tuonato: “Il prossimo passo che farà il presidente del Consiglio qual è? La lotta nel fango?” Zittita da un imperturbabile Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia: “Ciò che ha detto Meloni è un grande esempio di comunicazione. Finalmente De Luca impietrito”. Insomma, ancora una volta la sinistra non capisce che la sfida ha avuto un solo vincitore: il premier. Anche oggi assisteremo a varie lezioni di galateo istituzionale a puntate? Un ultimo appunto merita il ridicolo furore di Giuseppe Conte, ospite di Floris. Anche l’ex premier in pochette ha stigmatizzato le parole della premier. A tacitarlo Francesco Storace: “Ma come? Sei il leader del partito del vaffa e ti scandalizzi?”…
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vintagebiker43 · 8 months
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Avviso agli studenti di diritto costituzionale
Chiunque tra voi avesse pubblicato post del tipo: “A fatto bene Giorgia a protestare contro la sentenza della Giudice di Catania1!!1!” è pregato di recuperare la lettera h all’ufficio oggetti smarriti, smettere di abusare del vino, della lingua italiana e della pazienza altrui, abbandonare la Facoltà di Giurisprudenza ed iscriversi a Scienze e Tecniche Applicate dei Giochi da Bar nel XX Secolo.
L’art. 104 della Costituzione stabilisce che la Magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Il/La Presidente del Consiglio dovrebbe astenersi dal commentare le sentenze, visto che la separazione dei poteri rappresenta un principio cardine della democrazia italiana.
Come dovreste aver imparato bene, sin dalla prima ora del primo semestre del primo anno di corso.
Buono studio a tutti e tanti auguri con l’esame di Fenomenologia e Prassi del Flipper I - Fondamentale obbligatorio del primo anno (9 CFU).
Cialtroni
Prof. Guido Saraceni
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arcobalengo · 9 months
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La storia del Comitato Terapie Precoci meriterebbe di essere raccontata in uno di quei grandi film alla Steven Spielberg, dove persone comuni vengono scosse da una consapevolezza improvvisa e qualcosa le spinge a trasformare le loro esistenze, fino a quel momento perfettamente normali, in vite rivoluzionarie. (Altro che il film sull'inventore della bomba atomica). Comincia con i bollettini dei morti, le lugubri conferenze stampa che blindano le persone in casa, le immagini di Bergamo, i camion militari che trasportano le bare di gente morta per una malattia gravissima e sconosciuta. Fin da subito, però, alcuni medici si accorgono dell'assurdità di affrontare una patologia che viene definita mortale con l'attesa, in fondo lo sanno anche i bambini che ogni malattia prima si cura e meglio è. Allora visitano come hanno sempre fatto, provano con dei farmaci di uso comune, ignorano il clima di terrore. Nelle loro teste risuonano i principi a cui hanno prestato giuramento il giorno in cui sono diventati medici. Un avvocato, noto per delle cause calcistiche di rilievo nazionale, si propone di organizzarli, li raccoglie insieme, elabora un meccanismo per smistare le richieste attraverso un gruppo Facebook. Intanto viene formalizzato un protocollo, lo discutono con luminari di tutto il mondo, lo sottopongono a degli studi. L'influenza è più pesante di quelle stagionali, ma la cura funziona, i medici e i volontari ricevono continue conferme di guarigione, anche da persone di 80, 90 anni. Da decine diventano centinaia, da centinia migliaia. Salvare vite fa scorrere l'adrenalina, medici e volontari lavorano di notte, rinunciano al proprio tempo libero. Ma in televisione continua il bollettino dei morti e gli annunci delle istutuzioni, che dovrebbero evitare il panico, sembrano sempre più una strategia di manipolazione psicologica per generare allarme: "rinunciamo all'autunno per salvare il Natale, rinunciamo al Natale per salvare la Pasqua..." I medici vogliono spiegare al ministro che il modo di curare esiste, ma il ministro si rifiuta di incontrarli. Allora il noto avvocato passa alle manifere forti: ricorre al TAR per abolire il protocollo Tachipirina e vigile attesa, il TAR gli dà ragione, ma il consiglio di Stato impugna la sentenza. Ormai è chiaro che quel protocollo non è solo un errore. E' qualcosa di indicibile, che fa paura solo pensare. Per smuovere le istituzioni vengono organizzate due manifestazioni: una a Roma e una Milano. Le piazze si riempiono, partecipano decine di migliaia di persone. Dalle piazze sale spontaneo un grido rivolto al governo: "criminali". I media ignorano, oppure minimizzano. Un sito di fact checking, diretto da un noto giornalista televisivo, arriva a dire che si tratta della "solita manifestazione". Eppure mai, nella storia repubblicana, si era vista una piazza con migliaia di medici che, invece di aumenti di stupendio o diritti sindacali, chiedono di poter curare le persone efficacemente. Il ministero continua ad ignorare le richieste di confronto, anche quando una terza manifestazione viene organizzata proprio davanti al suo portone. Quando inizia la vaccinazione è impossibile allontanare il sospetto che negare le cure serviva proprio a giustificare la violenta campagna di inoculazioni. Ma questo non si può dire perché si rischia di essere etichettati come complottisti.
Purtroppo l'unica cosa che manca a questa storia è un lieto fine. Le dichiarazioni del presidente di AIFA, che a Porta a Porta lo scorso maggio ha candidamente ammesso che "non serviva certo tachipirina e vigile attesa bensì gli antinfiammatori", lascia un sapore ancora più amaro, molto lontano dal bisogno di giustizia che prova chi ha vissuto questa storia.
Sono stato onorato di aver partecipato alla loro festa, dopo mesi e anni di battaglie e di fatica. Non mi aspetto certo che qualche produttore rinunci alla sua commedia della rimpatriata tra cinquantenni per fare un film su di loro, ma per tutti noi, spero che abbiano il loro lieto fine.
Adalberto Gianuario.
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crossroad1960 · 8 months
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Esiste in Italia il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, il CNEL, previsto nientemeno che dalla Costituzione all’art. 99. In passato questo ente è arrivato a costare fino a 20 milioni all’anno, ora calati a 6 milioni per effetto di un robusto ridimensionamento operato dal 2014. L’ente ha circa 60 dipendenti e 7 dirigenti, e in oltre 50 anni ha prodotto 1380 documenti tra pareti, osservazioni, rapporti, relazioni, ed è salito recentemente agli onori delle cronache perché chiamato dal governo Meloni ad esprimersi sul salario minimo. I 64 consiglieri esperti e rappresentanti delle categorie produttive, nonché associazioni di promozione sociale e di volontariato, sostengono che il problema è sicuramente complesso e ancora ampiamente dibattuto, ma che in presenza di un “robusto e qualificato sistema di contrattazioni collettive non si richiedono ulteriori verifiche o adempimenti”. Quindi, secondo uno degli enti più inutili e parassitari della storia pur ricca di enti inutili del nostro paese, se ci sono lavoratori che percepiscono salari iniqui devono avviare una “robusta e qualificata contrattazione collettiva”. Facile, no? Soprattutto per quelli che hanno il posto sicuro garantito a vita e con stipendi ben superiori alla media, soprattutto in rapporto alla produttività. Spero che la battaglia per il salario minimo prosegua senza tener conto di questa pagliacciata filogovernativa, sulla base anche di quanto saggiamente stabilito dalla recente sentenza della corte di cassazione in materia di dignità della retribuzione, questa si prevista dalla costituzione.
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simonecarmignani · 10 days
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Sì all'approvazione congiunta di DUP e bilancio di previsione - Consiglio di Stato sentenza n. 4426/2024
Link al documento: https://www.giustizia-amministrativa.it/web/guest/dcsnprr?p_p_id=GaSearch_INSTANCE_2NDgCF3zWBwk&p_p_lifecycle=0&p_p_state=normal&p_p_mode=view&_GaSearch_INSTANCE_2NDgCF3zWBwk_javax.portlet.action=searchProvvedimenti&p_auth=ZjQrhuHz
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rideretremando · 7 months
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LETTERA APERTA A ELLY SCHLEIN
per adesioni scrivere a [email protected]
Cara Elly Schlein,
siamo femministe di varie età e con diverse storie politiche e abbiamo visto con piacere la tua elezione alla segreteria del Partito Democratico, per la valenza storica di questo fatto e perché tu sei una donna giovane che ha in mente di cambiare; la tua proposta ha intercettato speranze di scelte migliori per la collettività e ne ha suscitate, ti auguriamo di saperle custodire e non sciuparle.
Ti scriviamo a proposito del dibattito in corso sui bambini nati da surrogazione di maternità per comunicarti le nostre preoccupazioni, su cui desideriamo avviare un confronto con te.
1. Ci sono persone che programmano di aggirare la legge italiana che vieta la surrogazione di maternità commissionandola all’estero, confidando che al ritorno potranno invocare il superiore interesse del/la minore e ottenere la regolarizzazione.
Queste persone pretendono la trascrizione automatica in Italia dei certificati di nascita formati all’estero e rifiutano come discriminazione la procedura dell’adozione in casi speciali da parte del partner del genitore. E questo nonostante l’adozione in casi speciali a seguito della sentenza n. 79 del 2022 della Corte costituzionale garantisca ormai all’adottata o all’adottato lo stato di figlia/o dell’adottante, realizzando il pieno inserimento nel suo ambiente familiare (cioè i legami di parentela dell’adottante si estendono all’adottata/o, i genitori ne diventano legalmente nonni, fratelli e sorelle ne diventano zii e zie e così via).
I partiti di sinistra sono il riferimento della lotta alle discriminazioni e hanno raccolto il tema, ma senza adeguata considerazione di tutte le implicazioni, secondo noi.
2. Chi nasce da surrogazione di maternità è privato delle cure materne e non viene allattato ma subito consegnato ai committenti perché si vuole spezzare l’attaccamento che già sussiste con la puerpera, a prescindere dal legame genetico. Questo è un danno. Crescendo gli sarà negato di conoscere la sua origine materna, deliberatamente scomposta tra produttrice di ovulo ignota e gestante, che non sarà sufficiente vedere talvolta su skype. Questo è un altro danno.
Si tratta di danni programmati, non di vicende sfortunate.
3. La donna che si presta alla surrogazione di maternità mette a rischio la sua salute fisica e mentale, perché deve condurre la gravidanza di un feto a lei estraneo geneticamente, con manovre impattanti e intrusive per sostituire la sua fisiologia a vantaggio della gravidanza per altri; e deve operare una scissione tra sé e sé per non sentire come proprio ciò che accade al suo corpo, cioè deve approdare a uno stato psicologico che nelle gravidanze comuni è patologico.
4. La donna che cede i suoi ovociti si sottopone a stimolazione ovarica per una iperproduzione di gameti, metodica che comporta rischi per la sua salute.
5. All’argomento secondo cui ogni persona adulta ha facoltà di scegliere i rischi da correre per arrivare a un suo obiettivo, opponiamo che l’obiettivo da raggiungere non è di colei che rischia ma dei committenti, e che lei ha solo bisogno di denaro.
6. Non concordiamo con la visione meccanica della donna, dal corpo disgregato in pezzi e separato dalla personalità. Non concordiamo neppure con lo spacchettamento della ratio delle norme: nel dibattito attuale molti ripetono che non è in discussione la legittimità della surrogazione di maternità ma solo la doppia filiazione a tutela dei nati. Ma si tratta di nati da surrogazione! Si dice anche che non è in discussione il diritto alla genitorialità. Ma ciò che si chiede è di trascrivere la genitorialità intenzionale come se fosse quella naturale! In gioco secondo noi ci sono proprio la legittimità della surrogazione di maternità e il diritto alla genitorialità, entrambi contestabili invece.
La Convenzione di Oviedo del Consiglio di Europa all’articolo 21 dispone il «Divieto del profitto - Il corpo umano e le sue parti non debbono essere, in quanto tali, fonte di profitto».
La Corte di Cassazione nella sentenza 38162/2022 pubblicata il 30/12/2022 dichiara che «nella gestazione per altri non ci sono soltanto i desideri di genitorialità, le aspirazioni e i progetti della coppia committente. Ci sono persone concrete. Ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali. Ci sono bambini esposti a una pratica che determina incertezze sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società».
Ancora prima del rinvio ai codici, è il senso umano dell’inviolabilità delle persone a ribellarsi contro la riduzione delle donne a materie prime e della prole a ordinativo. L’inviolabilità della donna e l’inviolabilità del/la neonata/o è l’inviolabilità di tutti, senza la quale non c’è differenza tra persone e cose.
Per questo ti scriviamo. Nella surrogazione di maternità la donna si consegna alla committenza e non può decidere neppure se interrompere la gravidanza o quali farmaci assumere. La surrogazione di maternità si fonda su premesse (il contratto e la riduzione della donna a contenitore di materiale biologico altrui) che, se accettate collettivamente, mettono a rischio la possibilità per ogni donna di decidere liberamente su questioni riproduttive e rappresentano la base filosofica per ogni recriminazione degli uomini sui figli in senso proprietario. Siamo femministe, quindi non ammettiamo un contratto che implica la rinuncia di una donna al controllo sul proprio corpo. Inoltre, usando le parole di Stefano Rodotà, aborriamo che i ricchi comprino la vita dei poveri, come ci aspettiamo che lo aborrisca chiunque si collochi politicamente a sinistra.
Chiediamo a te che guidi il principale partito dell’opposizione di prendere una posizione netta contro la surrogazione di maternità e non consentire che si faccia propaganda tramite i bambini a favore dell’uso coloniale e classista della fisiologia degli esseri umani. Non lasciare questo tema alla destra, che lo distorce per piegarlo a un progetto di riaffermazione della famiglia tradizionale istituzionalizzata e obbligatoria, e non lasciare che la sinistra diventi complice di nuove forme di sfruttamento dell’umano. Ti chiediamo anche di proporre sistemi che disincentivino il ricorso alla surrogazione di maternità all’estero.
I bambini e le bambine nate da surrogazione di maternità hanno adeguata protezione dall’adozione in casi speciali. L’infanzia abbandonata, d’altro canto, dovrebbe trovare accoglienza presso aspiranti genitori singoli o in coppie anche dello stesso sesso e auspichiamo una riforma in questo senso.
Per ultimo ti diciamo che alle femministe come noi, dissidenti dal pensiero unico, è difficile esprimersi in contesti pubblici, perché ci sono vessazioni organizzate, campagne di diffamazione, convenzioni ad escludere dalla discussione. Come ha detto Rosa Luxemburg, «la libertà è sempre la libertà di chi pensa diversamente». Hai parlato tante volte delle idee plurali che devono animare l’alternativa. Ti chiediamo un segnale contro la censura, un incontro a più voci su questi temi sarebbe una svolta promettente.
12 aprile 2023
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gregor-samsung · 2 years
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“ Come presidente del consiglio, nell'autunno '63, quasi piangendo, [Giovanni Leone] assicurò alle famiglie delle duemila e piú vittime della catastrofe del Vajont che al piú presto giustizia sarebbe stata fatta e i colpevoli assicurati alla giustizia. Solo che pochi mesi dopo, diventato semplice deputato, al tribunale dell'Aquila egli accettò di far parte del collegio di difesa dei dirigenti della Sade, la società responsabile del disastro. Dopo il suicidio di un ingegnere geologo, otto erano i rinviati a giudizio. Risultato: cinque assolti e tre condannati al minimo della pena. È noto a tutti che il disastro si poteva evitare, che da anni i comuni che poi verranno travolti lamentavano smottamenti e slittamenti temendo il peggio, è noto che senatori e onorevoli democristiani avevano precise responsabilità (quanti avevano approvato il progetto del bacino costruito sotto il controllo diretto dei Lavori pubblici e senza ordinare la piú stretta vigilanza sui lavori della Sade, quelli che non avvertirono di eventuali pericoli la popolazione). Cosí la sentenza si commenta da sé: evidentemente l'eloquente, e lautamente retribuita, memoria scritta che mandò allora Leone ebbe il suo peso sui giudici e sul tribunale. Eccola: "Gli imputati sono persone ineccepibili sotto ogni aspetto e la loro colpa sta nel non aver avuto nell'ora suprema l'appercezione e la riflessione, il lampo illuminante dell'imminente pericolo." (Come se fossero stati tutti là a sorvegliare e si fossero distratti un momento.) Quindi non sono responsabili di questo "tragico errore" (errore di chi? di quella loro fatale distrazione?). E poi: "Ciò che ha ucciso non è la frana, cioè la prevedibile cedevolezza dell'area scelta e non tenuta sufficientemente sotto controllo, ma soltanto l'inondazione per cui l'evento non può essere addebitato all'agente, cioè alla Sade-Enel." (E chi ha la colpa dell'inondazione, se non chi non ha tenuto sotto controllo quell'area cedevole?) Le stesse argomentazioni che si leggevano il giorno dopo la tragedia sui giornali conservatori, difensori delle società idroelettriche. "Calamità naturale" era il ritornello d'allora, quando invece la calamità era prevista da anni, denunciata dai sindaci e dai giornalisti locali, temuta anche da qualcuno, tra i meno cinici, dei funzionari dei Lavori pubblici. “
Camilla Cederna, Giovanni Leone. La carriera di un presidente, Milano, Feltrinelli, 1978; pp. 130-31.
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archivio-disattivato · 6 months
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Stato di emergenza
Il 21 maggio 2008 l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, su richiesta dell’ex Ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha firmato la “Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia”
Il 30 maggio 2008 l’ex Presidente del Consiglio ha firmato tre ordinanze, “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi”, per Lombardia, Lazio e Campania - a cui nel 2009 si aggiungeranno Piemonte e Veneto. I provvedimenti nei confronti delle persone sinte e rom presenti nelle cinque regioni facevano esplicito riferimento a catastrofi naturali (come ad esempio un terremoto), dando pieni poteri ai Prefetti. Una delle misure speciali adottate fu il censimento su base etnica, con raccolta delle impronte digitali di tutte le persone, minori compresi, abitanti in luoghi riconosciuti come “campi nomadi”. Sono state censite anche famiglie abitanti in aree di loro proprietà.
Con la sentenza 6352 dell' 1 luglio 2009 il TAR ha annullato “l’art. 1, co. 2, lett. c), delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 maggio 2008, laddove consentono di procedere sic et simpliciter all’identificazione delle persone, anche minori di età, attraverso rilievi segnaletici”.
Il 26 marzo 2013 la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima la cosiddetta “emergenza nomadi”.
Ad oggi non si ha notizia della distruzione dei dati raccolti dalle Prefetture.
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automatismascrive · 2 years
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Su tumblr, per tumblr, con tumblr: what happens next
Vi ricordate i webcomic? No, non parlo di cose tipo Stand Still Stay Silent o Kill Six Billion Demons, fumetti pubblicati online che hanno come scopo ultimo quello di essere stampati in una bella edizione con copertina rigida e tavole immacolate. Pensavo più a roba tipo questa. O questa. O in generale tutte quelle serie nate dalla penna di un solo autore che partiva dal presupposto di non saper disegnare, spesso pure di non saper sceneggiare e in casi più gravi manco di saper fare lo spelling di parole oltre le tre sillabe; sì, c’era naturalmente un mucchio di robaccia di questo genere in giro per l’internet, ma il fascino di poter prendere carta e penna (o pennino e tavoletta grafica, ma siamo lì) e poter creare un prodotto finito da poter postare sul web che veniva letto e commentato da un mucchio di persone è qualcosa che è sempre più difficile da ricreare al giorno d’oggi – e in mezzo a questa pila gigante di spazzatura non mancavano i piccoli tesori che riuscivano a raccontare una storia che nei medium più tradizionali non avrebbe trovato spazio. Non che oggi i webcomic di questo tipo siano spariti per mancanza di mezzi o di piattaforme, sia chiaro, ma quando chi compete per l’attenzione del tuo pubblico è un illustratore con una laurea in arti figurative che ha pure fatto qualche corso di sceneggiatura è quasi impossibile costruirsi un pubblico che vada oltre lo stile incerto e l’iniziale mancanza di coerenza e continuità invece di scegliere qualcosa di più accattivante.
Il mondo dei webcomic così come si intendeva dieci-quindici anni fa è stato largamente sorpassato: ogni tanto però spunta fuori un’eccezione. Eccezione che, per essersi fatta largo in questo mercato ipercompetitivo e frenetico, deve avere qualche qualità che non la faccia istantaneamente ricondurre alla satura categoria dei three dudes talking about videogames (storico antenato dei three dudes with a podcast che oggi piagano la rete): è proprio il caso di what happens next, disegnato e sceneggiato da Max Graves, che si prefigge di narrare una storia che parte da un episodio di cronaca nera che cambia per sempre le vite dei protagonisti, per esplorare in che modo filtrare questi avvenimenti attraverso la rete può peggiorarli, distorcerli, o creare nuovi mostri che sarebbero stati impossibili da immaginare prima dell’avvento dei social. E già vi sento, come una sola voce, pensare: che due maroni. Che due gargantueschi, flaccidi maroni. Fermi, prometto che questo webcomic merita almeno il tempo che spenderete a leggere questo consiglio; anzi, per rientrare nelle vostre grazie, lancio l’amo: è un webcomic su tumblr. Proprio così, una parte significativa delle interazioni tra i personaggi avverranno tramite una versione di tumblr molto simile a quella attuale – l’autore ha specificato l’ambientazione è un mondo parallelo molto simile al nostro  – con interfacce ricreate minuziosamente e dinamiche così vicine a quelle reali da essere chiaramente state oggetto di uno studio accurato. A questo punto potrei avervi perso definitivamente, ma per chi di voi si è sentito intrigato alla menzione del tumblero, ecco di che cosa parla il consiglio di oggi.
Vikki, assistente in uno studio di pompe funebri e proprietaria di un canale YouTube dedicato al true crime, decide di chiedere assieme alla sua amica Xandra un’intervista a Milo Holliday, ragazzo trans coinvolto anni prima in un omicidio particolarmente efferato assieme al suo migliore amico-slash-fidanzato-slash cotta pre-eggcracking (Griffin Petty – uhm, è complicato) che ha portato alla morte di due ragazze. Pur essendo rimasto diversi anni in un istituto di igiene mentale a seguito della sentenza del processo, è attualmente in libertà e vive con suo padre e con sua nonna, cercando di mantenere il più possibile l’anonimato per lasciarsi il passato alle spalle. Oh, tranne per il fatto che ha un account su tumblr con il suo vero nome a cui arrivano ogni giorno messaggi crudeli, transfobici o semplicemente scioccati all’idea che un tizio coinvolto in un evento tanto traumatico scelga di passare diverse ore al giorno a discutere su che cosa dovrebbe o non dovrebbe meritarsi per il resto della sua vita. Su tumblr è però attivo anche Gage, attuale fidanzato di Griffin e proprietario di un account pieno di contenuti grafici e disturbanti che insiste per contattare Milo per avere più informazioni sull’omicidio in cui è stato coinvolto e sul rapporto che aveva con Griffin prima del tragico evento: come è facile immaginare, questo mix letale di riflettori sulla vita di Milo e di traumi passati che bussano alla porta innescherà una spirale che lo porterà a dover ripensare radicalmente come ha vissuto fino a quel momento e in che modo dovrebbe gestire le responsabilità di ciò che ha fatto. Spoiler: nulla andrà come dovrebbe.
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La prima tavola del primo capitolo, featuring Vikki che è ovviamente la mia preferita perché è la mean goth del cast.
La prima caratteristica di what happens next che salta subito all’occhio è l’estremo realismo della componente social che costituisce uno dei motori principali della vicenda. Ogni interfaccia è resa graficamente con un notevole livello di cura e dettaglio, e il modo in cui ciascuno dei personaggi interagisce con la rete è molto vicino alla realtà – nonché chiaramente basato sulle esperienze dell’autore: non mancano i riferimenti a meme, dinamiche e nerderie di vario genere che hanno fatto la storia di tumblr e di altre sottoculture online, ma non sono mai buttati nella storia fini a loro stessi, giusto per strappare una risata al lettore o per fargli un occhiolino come a dirgli “so che tu sai che io so”. Il fatto che Milo riguardi ossessivamente le prime stagioni di My Little Pony: Friendship is Magic e che non sia in grado di impegnarsi nella visione o nella lettura di alcuna narrativa che si allontani da ciò che guarderebbe un ragazzino di seconda media, o l’interesse che Vikki prova per il true crime, o ancora quei contenuti morbosi e talmente gore da risultare ridicoli che Gage posta sul blog sono tutti riflessi del modo in cui i personaggi hanno scelto di gestire i traumi e le difficoltà che li hanno accompagnati fino a quel momento. Ulteriormente significativo è il fatto che queste dinamiche sono presentate in modo molto realistico: persino io, che ai social propriamente detti mi sono avvicinata abbastanza tardi e che sono su tumblr da meno di un anno, non ho avuto nessuna difficoltà a riconoscere quanto le interazioni online presentate nel corso delle tavole rispecchino fedelmente moltissime situazioni che si evolvono tutti i giorni nella realtà – dai comportamenti più macroscopici, come bullismo o stalking, fino alla complessità dei comportamenti di persone depresse, terminally online e incapaci di gestire le proprie responsabilità in maniera diversa da come gestivano a tredici anni le liti tra fandom.
Va sottolineato come questo realismo non si limiti a permeare le relazioni che si costruiscono online tra i personaggi, che soprattutto nella prima parte del webcomic tendono a dominare la narrazione, ma anche a quelle che vediamo offline. Se vi aspettavate una storia con buoni e cattivi, o perzone tossike e brava gente, be’, what happens next non ha nessuna intenzione di raccontarvela; persino i personaggi più sgradevoli e con cui è più difficile empatizzare, come il padre di Milo, che non esita a ridicolizzare il figlio e si rifiuta di comprendere o di accettare la sua transizione, sono protagonisti di dialoghi rivelatori e credibili che riescono a farci percepire tutta la complessità racchiusa in una storia così dolorosa come quella che Graves vuole raccontare. In questo webcomic non ci sono persone “moralmente giuste”, e uno dei focus centrali della serie è proprio sul ruolo della vittima, che può essere indubbiamente liberatorio da vestire, ma che se cucito addosso troppo stretto impedisce di diventare qualsiasi altra cosa e porta a liberarsi di qualsiasi percezione di responsabilità, rifiutando la crescita e il cambiamento necessari per diventare adulti; quasi tutti i personaggi hanno comportamenti infantili e bizzarri, spesso esasperati da spazi online incapaci di rispondere alle loro esigenze ma più che felici di intrappolarli in dinamiche adolescenziali e prive di complessità: tu sei una persona moralmente corretta (hai rispettato il mio dni), tu un mostro che farebbe meglio ad ammazzarsi appena possibile (hai postato un contenuto con una ship incestuosa).
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Sì, Milo sta guardando una puntata di MLP. Grave che io sappia qual è anche se non l’ho mai visto in vita mia.
Persino la giustapposizione tra elementi comici e grotteschi ed eventi traumatici e violenti, che in altre mani avrebbe rischiato di risultare in un pastrocchio incoerente e privo di qualsiasi carica drammatica, in questo webcomic è dosata in modo da fornire sufficiente realismo alle interazioni senza per questo scadere in sterile citazionismo o nell’illusione che citare la realtà permetta di dare spessore alla finzione. Insomma, se siete arrivati fin qui è evidente il mio entusiasmo per questo webcomic, ma proprio in virtù del suo status indie presenta qualche limite. Il più evidente è il disegno: se le interfacce sono assai realistiche e i mezzibusti dei protagonisti molto espressivi nella loro semplicità, quando il tratto è costretto a rappresentare persone in movimento, composizioni complesse o gestualità peculiari viene messa in evidenza la sua inadeguatezza; è perlopiù abbastanza chiaro nel rappresentare ciò che sta succedendo, ma difficilmente è gradevole alla vista o bello in senso tecnico. Anche la colorazione è piatta e priva di ombre e luci, stratagemma che funziona nel primo capitolo che utilizza una palette molto limitata ma molto meno in quello successivo. Non dovrebbe sorprendere, considerando che si tratta di un webcomic vecchia scuola che è evidentemente frutto di anni di lavoro da autodidatta, ma contribuirà sicuramente ad allontanare qualche potenziale lettore abituato a standard grafici molto superiori.
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Ecco, appunto. Anche se hobbit!Milo ha il suo appeal.
Come già feci per Romulus, inoltre, sono costretta a segnalare che il webcomic è ancora in corso: il primo capitolo – dog names – è completo ed è leggibile anche come una storia a sé stante, com’era nelle intenzioni originarie dell’autore, mentre il secondo è ancora incompleto; viene aggiornato regolarmente e fino ad ora non ha dato segni di peggioramento qualitativo: sembra che l’autore sappia quello che fa e che non si stia affidando al caso o a una prima geniale intuizione per scriverlo, dunque mi sento di consigliarlo caldamente anche con questi caveat (e poi volevo ricominciare a scrivere sul blog, okay?). Se i temi citati vi interessano e avete almeno una qualche curiosità di vedere in che modo le dinamiche dell’Internet possono essere sfruttate per scrivere una storia complessa, competente e conscia dei medium di cui vuole parlare – o se vi è piaciuto Bokura no Hentai – what happens next potrebbe rivelarsi una lettura interessante.
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conte-olaf · 1 year
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Il punto della situazione. Pasqua senza stipendi, Qf perde ancora in tribunale, Patto di Solidarietà tra Comune di Firenze e Soms, il crowdfunding vola. Tra 14 e il 17 aprile apriamo le manifestazioni di interesse per aderire alla futura cooperativa.
Una spallata dopo l'altra, rompiamo l'assedio.
1. Il liquidatore non paga. Le buste paga non arrivano. Il cattolico Borgomeo si prepara a non pagare nemmeno per Pasqua. Ci deve i turni di lavoro, le ferie, i permessi, i Tfr, i contributi ecc. ecc. Auguri San Francesco. Tacciano naturalmente i vertici della Chiesa.
2. Ieri c'è stata la seconda sentenza di opposizione a un decreto ingiuntivo da parte di Qf. Qf ha perso di nuovo: "L’obbligo retributivo datoriale è immutato anche quando il trattamento CIGO richiesto non sia stato
concesso (...) Il datore di lavoro non ha fornito alcuna prova che l’impossibilità della prestazione lavorativa non le fosse imputabile e della dedotta “inagibilità” dello stabilimento".
3. Il Consiglio Comunale di Firenze ha approvato una delibera relativa al Patto di Solidarietà con la Soms Insorgiamo. Questa delibera impegna alla "creazione di un tavolo interistituzionale" tra Comune, Città Metropolitana e Regione con i rappresentanti della Soms Insorgiamo per monitorare il piano industriale, favorire i contatti con le università e varare un piano di offerta formativa. Italia Viva e la destra hanno votato contro. Torneremo su questo fatto con un commento specifico non appena avremo un po' del nostro tempo da sottrarre agli sforzi per fare ripartire la fabbrica.
4. Il crowdfunding è fatto in stile Gkn: fino a che ce ne sarà. Siamo in "overfunding" e proseguiamo fino all'8 maggio: polverizzato l'obiettivo, cerchiamo di raddoppiarlo. Su www.insorgiamo.org tutte le info. La campagna inizia ora. Stasera ci vediamo al Viper a Firenze, apertura porte h 19.30
5. Tra il 14 e il 17 aprile sono in preparazione approfondimenti, incontri per illustrare ancora una volta il nostro piano industriale, possibilità di workers buy out. Su questa base prenderemo le manifestazioni di interesse per la futura cooperativa. In un certo senso, apriamo le posizioni per le future assunzioni.
#insorgiamo
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marcoleopa · 2 years
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Il memorabile intervento del senatore Roberto Scarpinato al Senato. Lo riportiamo integralmente. Da incorniciare
"Noi siamo le nostre scelte On.le Meloni, e lei ha scelto da tempo da che parte stare"
"Signora Presidente del Consiglio, il 22 ottobre scorso Lei e i suoi ministri avete prestato giuramento di fedeltà alla Costituzione.
Molti indici inducono a dubitare che tale giuramento sia stato sorretto da una convinta e totale condivisione dei valori della Costituzione e dell’impianto antifascista e democratico che ne costituisce l’asse portante.
Sono consapevole che nel corso della campagna elettorale, lei Signora Presidente ha testualmente dichiarato: “la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”.
Concetto che ha ribadito nelle sue dichiarazioni programmatiche.
Tuttavia lei sa bene che il fascismo non è stato solo un regime politico consegnato alla storia della prima metà del Novecento, ma è anche un’ideologia che è sopravvissuta al crollo della dittatura e all’avvento della Repubblica, assumendo le forme del neofascismo.
Un neofascismo che si è declinato anche nella costituzione di formazioni politiche variamente denominate che sin dai primi albori della Repubblica hanno chiamato a raccolta e hanno coagulato tutte le forze più reazionarie del paese per sabotare e sovvertire la Costituzione del 1948, anche con metodi violenti ed eversivi, non esitando ad allearsi in alcuni frangenti persino con la mafia.
Un neofascismo eversivo del nuovo ordine repubblicano che è stato coprotagonista della strategia della tensione attuata anche con una ininterrotta sequenza di stragi che non ha uguali nella storia di nessun altro paese europeo, e che ha vilmente falcidiato le vite di tanti cittadini innocenti, considerati carne da macello da sacrificare sull’altare dell’obiettivo politico di sabotare l’attuazione della Costituzione o peggio, di stravolgerla instaurando una repubblica presidenziale sull’onda dell’emergenza.
Ebbene non è a mio parere certamente indice di convinta adesione ai valori della Costituzione, la circostanza che Lei e la sua parte politica sino ad epoca recentissima abbiate significativamente eletto a figure di riferimento della vostra attività politica, alcuni personaggi che sono stati protagonisti del neofascismo e tra i più strenui nemici della nostra Costituzione.
Mi riferisco, ad esempio, a Pino Rauti, fondatore nel 1956 di Ordine Nuovo che non fu solo centro di cultura fascista, ma anche incubatore di idee messe poi in opera nella strategia della tensione da tanti soggetti, alcuni dei quali riconosciuti con sentenze definitive autori delle stragi neofasciste che hanno insanguinato il nostro paese, tra i quali, per citare solo alcuni esempi, mi limito a ricordare Franco Freda, Giovanni Ventura, Carlo Digilio, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tremonti, tutti gravitanti nell’area di Ordine Nuovo.
A proposito di padri nobili e di figure di riferimento, mi pare inquietante che il 14 aprile del 2022 il deputato di Fratelli di Italia Federico Mollicone abbia organizzato nella sala capitolare di questo Senato un convegno dedicato alla memoria del generale Gianadelio Maletti, capo del reparto controspionaggio del Sid negli anni ‘70, condannato con sentenza definitiva a 18 mesi di reclusione per favoreggiamento dei responsabili della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 che causò 17 morti e 88 feriti e che diede avvio al periodo stragista della strategia della tensione.
Proprio i depistaggi delle indagini posti in essere in quella strage e in tante altre stragi da personaggi come il generale Maletti, hanno garantito sino ad oggi l’impunità di mandanti ed esecutori, segnando l’impotenza dello Stato italiano a rendere giustizia alle vittime e verità al Paese.
Ebbene il deputato Mollicone ha definito il generale Maletti come un “uomo dello Stato che ha sempre osservato l’appartenenza alla divisa”.
Dinanzi a simili affermazioni, viene da chiedersi, Presidente Meloni, quale sia l’idea di Stato della sua parte politica.
Lo Stato di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, e di tante altre figure esemplari che hanno sacrificato le loro vite per difendere la nostra Costituzione, oppure lo Stato occulto di personaggi come Maletti, traditori della Costituzione, che hanno garantito l’impunità dei mandanti eccellenti di tante stragi e dato assistenza e copertura agli esecutori neofascisti?
E mi sembrano coerenti con il suo quadro di valori di ascendenza neofascista, antinomici a quelli costituzionali, alcune significative iniziative politiche da Lei assunte nel recente passato.
Mi riferisco, ad esempio, al suo sostegno nel 2018 alla proposta di legge di abolire la legge 25 giugno 1993, n. 205 (c.d. legge Mancino) che punisce con la reclusione chi pubblicamente esalta i metodi del fascismo e le sue finalità antidemocratiche.
E ancora, a proposito della incoerenza del suo quadro di valori con quelli costituzionali, mi pare significativa la sua proposta di abrogare il reato di tortura subito dopo che tale reato fu introdotto dal legislatore il 14 luglio 2017, a seguito della sentenza di condanna del nostro paese emessa dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo per le violenze ed i pestaggi posti in essere dalle Forze di Polizia alla Scuola Diaz in occasione del G8 svoltosi nel luglio del 2001 a Genova.
La sua parte politica definì testualmente tale nuovo reato “una infamia” e lei Presidente Meloni dichiarò che il reato di tortura impediva agli agenti di fare il proprio lavoro.
Ho citato tali precedenti perché sia chiaro che non bastano né la sua presa di distanza dal Fascismo storico, né la cortese e labiale condiscendenza del neo Presidente del Senato Ignazio La Russa al discorso di apertura dei lavori del nuovo Senato della senatrice Liliana Segre, vittima della violenza fascista, per dichiarare chiusi i conti con il passato ed inaugurare una stagione di riconciliazione nazionale, che sarà possibile solo se e quando questo paese avrà piena verità per le tutte le stragi del neofascismo e quando dal vostro Pantheon politico saranno definitivamente esclusi tutti coloro che a vario titolo si resero corresponsabili di una stagione di violenza politica che costituì l’occulta prosecuzione della violenza fascista nella storia repubblicana.
Un paese che rimuove il suo passato dietro la coltre della retorica, quella retorica di stato che Leonardo Sciascia definiva il sudario dietro il quale si celano le piaghe purulente della Nazione, è un paese di democrazia incompiuta e malata, sempre esposto al pericolo di rivivere il passato rimosso.
E a questo riguardo desta viva preoccupazione la volontà da Lei ribadita di volere mettere mano alla Costituzione per instaurare una repubblica presidenziale che in un paese di democrazia fragile ed incompiuta, in un paese nel quale non esiste purtroppo un sistema di valori condivisi, potrebbe rilevarsi un abile espediente per una torsione autoritaria del nostro sistema politico, per fare rivivere il vecchio sogno fascista dell’uomo solo al comando nella moderna forma della c.d. democratura o della democrazia illiberale.
I problemi irrisolti del passato si proiettano sul futuro anche sotto altri profili che hanno una rilevanza immediata.
Può una forza politica che si appresta a governare con simili ascendenze culturali, ampiamente condivise dalle altre forze politiche della maggioranza, Lega e Forza Italia, attuare politiche che pongano fine alla crescita delle disuguaglianze e della ingiustizia sociale che affligge il nostro paese?
La risposta è negativa.
Perché questa crescita delle disuguaglianze e della ingiustizia non è frutto di un destino cinico e baro, ma il risultato di scelte politiche a lungo praticate dall’establishment di potere di questo paese che ha surrettiziamente sostituto la tavola dei valori della Costituzione con la bibbia neoliberista, i cui principi antiegualitari e antisolidaristici sono ampiamente condivisi dal grande e piccolo padronato nazionale.
Lei signora Presidente e la sua maggioranza politica non siete l’alternativa all’ establishment.
Come attesta anche la composizione della sua squadra di governo e la crescente condiscendenza dei Palazzi del potere nei confronti del suo governo, siete piuttosto il suo ultimo travestimento che nella patria del Gattopardo consente al vecchio di celarsi dietro le maschere del nuovo, creando l’illusione del cambiamento.
Voi siete stati storicamente e resterete l’espressione degli interessi del padronato.
E quanto alla sua dichiarata intenzione di mantenere una linea di fermezza contro la mafia, mi auguro che tale fermezza sia tenuta anche nei confronti della pericolosa mafia dei colletti bianchi, che va a braccetto con la corruzione, anche se mi consenta di nutrire serie perplessità al riguardo tenuto conto che il suo governo si regge sui voti di una forza politica che ha tra i suoi soci fondatori un soggetto condannato con sentenza definitiva per collusione mafiosa che mai ha rinnegato il proprio passato, e che grazie al suo rapporto privilegiato con il leader del partito, continua a mantenere tutt’oggi una autorevolezza tale da consentirgli di dettare legge nelle strategie politiche in Sicilia.
Perplessità che si accrescono tenuto conto dell’intenzione anticipata dal neo Ministro delle Giustizia di tagliare le spese per le intercettazioni, strumenti indispensabili per le indagini in tale materia, di abrogare il reato di abuso di ufficio, e di dare corso ad una serie di iniziative che hanno tutte la caratteristica di limitare i poteri di indagine della magistratura nei confronti della criminalità dei colletti bianchi.
Noi siamo le nostre scelte On.le Meloni, e lei ha scelto da tempo da che parte stare.
Certamente non dalla parte degli ultimi, non dalla parte della Costituzione e dei suoi valori di eguaglianza e di giustizia sociale, non dalla parte dei martiri della Resistenza e di coloro che per la difesa della legalità costituzionale hanno sacrificato la propria vita."
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lavoripubblici · 3 days
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🔨 Pertinenza in area vincolata: sì alla demolizione senza autorizzazione paesaggistica
❌ No a opere abusive realizzate senza titolo in aree tutelate anche se sono pertinenziali o precarie
👨‍⚖️ Interessante sentenza del Consiglio di Stato
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