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#scusate mi faceva ridere
omarfor-orchestra · 25 days
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Ei
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Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale; nè sa quando una simile orma di piè mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà.
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tiffaluvr · 4 months
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try not to change your profile picture challenge
level: impossible 😞😞😞😞
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gnaga37 · 1 year
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non sono nuda rega è una Foto di io nuda che è diverso
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nienteedispeciale · 2 years
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54, 68, 99, ciao ama🦈🌻💕
54. Che regalo vorresti in questo momento? È materiale o sentimentale?
tbh non lo so, vale avere nonno qua di nuovo?❤️‍🩹
68. Sai come si baciano gli eschimesi? Scusate mi faceva troppo ridere ahahah
sii ed è tipo bellissimoo🥹
99. Qualcosa che ti rilassa.
i grattini sulla testa, giuro mi rilassano tantissimo, ma anche il rumore della pioggia
ciao amaa/vecchiaa🖤🍒
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muzikekasapesh · 5 months
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- ehem, hmm sii, oke allora, ehem, siamo..
                                          - siamo qua riuniti..
- Volevo fare un brindisi!
                                           - si infatti,
è un onore avervi qui, sono lieto ed entusiasta di brindare a tutti
- a tutti quelli che tra gli anni sono rimasti a fianco, che non hanno lasciato nemmeno una parte del corpo senza fango, quando io ero fino al collo, quelli che ti davano un tetto quando pioveva merda, e quelli che quando volevi farti di dicevano no zio non va bene,
                                                                                                      poiché non ci dimentichiamo
                         che c'è ne sono di vari casi umani,
che tra qui avvolte neanche                            sapevo che cazzo stavo                                   faccendo, ndo cazzo ero,
                         e soprattutto perché?
Comunque,
- un brindisi anche a quei altri che hanno dimostrato fegato a sopportare me, le mie abitudini, vizi, paranoie,
pensieri strani; che del tipo mi stupivano anche me parecchie volte;
                                              percorsi ed eventi
           del tipo speriamo che ritorniamo vivi                   stavolta, e non chiedete il perché,
- un brindisi,
                      per non tralasciare neanche loro che sono sempre stati lì, ad amare,
un coglione bastardo, che comunque le faceva ridere, anche se, tante volte non era lì per loro,
                  vi amo tutti quanti.
                          .................
- ah si, dimenticavo,
                                   desidero fare un biss,
- un brindisi anche a loro che hanno scazzato durante gli anni e che poi giustamente si sono levati dai coglioni,
                    - perche dai cazzo sono onesto,
                      meno rotti in culo infami e coltelli alla schiena,
                      meglio è per la mente e                       lo stato d'animo,
                      credetemi.
- quindi a voi teste di minchia, e spero che abbiate una vita buona si, perché alla fine tutti meritano di vivere bene, felici e in salute.
              - anche a voi ex fiamme precedenti,
                abbiamo passato momenti belli, si,
                posso confermare, ma come
                sappiamo, un po di pepe e sale,
                non mancava mai,
                ma tutto sommato, direi che è stato,
                quel che è stato, è ne sono grato,
                grato delle vostre presenze nei anni,
                anche per voi di due settimane,
                tre mesi, quattro giorni, una notte,
                ed altre che nemmeno me ne ricordo,
                scusate fiorì, però non mi ricordo,
                ma comunque pongo rispetto e gratitudine,
                e direi di sì, vi auguro tutto il bene,
               
- quindi un brindisi anche alle zoccole che abbiamo incontrato ed incrociato durante i giorni dei nostri anni, le ore passate a scrivere solo per un po di topa, che alla fine non era chi sa che, ma comunque l'orgoglio non ti lasciava non sbirciare, quindi,
vi ringrazio zoccole per le scopate, le risate, le lezioni, le scene dramatiche, le lacrime, le gelosia, le notti piene di calore, amore, gioia, droga, after dopo after, pasticcha dopo pillola, e pillola dopo robe varie, che in fine eri con lei o quelle e ti svegliavi nel domani mezzo riconglionito,
                                    che vita di classe rega,
quindi brindiamo,
                               auguro a tutti il meglio possibile, in fine abbiamo una vita, saluti!
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justmythings-stuff · 2 years
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Posso dire una cosa divertentissima 😂
Benedetta e l’ex di Lucia hanno sui piedi una faccina che ride entrambi😂 scusate mi faceva ridere.
Ah, 😅
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lesolitecose · 3 years
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✨Perché sono sempre così divertente?✨
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mirettismo · 2 years
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l'aldobaglioficazione di b0nucci
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omarfor-orchestra · 1 year
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Amo però la crema la pellicola le cose questo si fa un tatuaggio e dopo 10 ore sta già facendo jogging come se niente fosse va bene
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mynameis-gloria · 4 years
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i-am-a-polpetta · 3 years
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Scusate raga mi faceva molto ridere, vado seriamente notte vivibi un bacino <3
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Hello bics! Domanda .. ho visto un video su YouTube mi pare dove si vedeva Tae che per ben due volte non è riuscito a cantare la sua strofa di the truth untold.. . E poi gli altri membri forse per sdrammatizzare in particolare jin e di conseguenza jk e Jimin facevano finta di piangere facendo scattare l’ilarità generale ..ma alcuni social hanno ironizzato dicendo che alla fine tutte queste doti vocali a parte forse jk non le hanno e che sotto si sentiva la voce registrata ( quando ha smesso di cantare perché non c’è la faceva ) voi sapete qualcosa a riguardo nel caso specifico ? Se per caso Tae che tutto mi sembra fuorché non dotato vocalmente in quella circostanza aveva problemi di salute ? Scusate ma questo mi ha molto colpito è offeso 😡mi pari si tratti speak yourself in shizouka.
ciao! non ci sembra si sia mai saputo perché tae quei due giorni a shizuoka non avesse cantato qualche parola di "the truth untold", ma non ci pare stesse male. in ogni caso, sicuramente niente di grave, altrimenti gli altri non si sarebbero messi a ridere 😂 detto ciò, please non date conto a ciò che la gente dice sui social, soprattutto se si divertono a dire cose come "x non sa cantare, y è più bravo", non meritano un minimo di attenzione. brutta bestia la gelosia 🥴
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silvie76 · 3 years
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Wind of Hope
Va bene provo a pubblicare questa mia follia su Falcon and Winter Soldier, per ora inizio da questa, l’altro, che è su Sam e Bucky, vedremo, questo è su Ayo e Bucky.
Buona lettura.
Ah possibili spoiler sui prossimi episodi...
Memoriale dei morti di Sokovia.
Il Barone Zemo era chinato a  guardare il mausoleo e nemmeno si accorse della presenza silenziosa alle sue spalle che lo stava fissando da diverso tempo.
Il giovane uomo, vestito con un giubbotto in pelle e dei semplici jeans scuri, lo fissava senza riuscire a capire cosa provasse.
Rabbia? Odio? Risentimento?
Non ne era sicuro.
Qualche anno prima quell’uomo lo aveva fatto ripiombare nell’incubo del controllo mentale.
Era terribile essere chiuso in un involucro che non rispondeva ai suoi comandi perché qualcuno gli aveva manomesso il cervello.
Aveva temuto che sarebbe stato così per sempre.
Poi si era affidato al Wakanda, alla loro tecnologia, sapienza e saggezza ed era rinato.
Per tutta la vita non avrebbe mai dimenticato quella notte in cui Ayo aveva pronunciato il vecchio codice del soldato d’inverno e lui non si era attivato, scoppiando in un pianto liberatorio.
Era ora di sdebitarsi.
Come una pantera, anche se era un lupo bianco, rubò la pistola a Zemo che, sentendo quel fruscio si girò di scatto con le mani alzate.
“Bucky…”
“Non chiamarmi così!” fece in tono glaciale.
“James… cosa ci fai qui?”
Il giovane Barnes fece un sospiro puntandogli la pistola alla fronte.
“Lo so cosa ti aspetti da me. Come vi aspettate tutti. Vuoi che ti uccida vero, Zemo?”
“Beh ecco non saprei… ci terrei a rimanere vivo. Tuttavia ammetto che la cosa sarebbe divertente.”
Bucky fece un altro lungo sospiro, poi con la stessa calma svuotò il caricatore per terra, prese le manette che teneva in tasca e iniziò a legargli i polsi.
“Sai Zemo tu non mi conosci. Credi di farlo perché tempo fa hai usato un maledetto codice per farmi diventare il soldato d’inverno. Tuttavia… tuttavia ora so che Steve aveva ragione. Io non sono il soldato d’inverno. Non lo sono mai stato.” disse a voce molto bassa facendolo girare, dopo averlo ammanettato, per guardarlo bene negli occhi con una calma impressionante.
Il barone deglutì a vuoto, poi fissò i proiettili per terra per un lungo istante e infine guardò gli occhi azzurro cielo di Bucky calmi come non mai.
“Sì, hai ragione.Ora lo so. Come so di essermi sbagliato su un’altra cosa.”
“Sentiamo.”
“Steve Rogers non era un’eccezione. Nonostante tutto quello che ti hanno fatto il siero non ti ha cambiato. Me ne accorgo ora, guardandoti negli occhi. Hai vinto James.”
Bucky sorrise tristemente e lo portò via in silenzio, verso una via laterale della città, che conduceva al luogo dove, diversi giorni prima aveva incontrato una cara amica, che temeva di aver offeso.
“So che sei qui. Ho mantenuto la promessa. Ho un regalo per te.”
Zemo divenne bianco come un lenzuolo.
“Non puoi darmi a loro.”
Bucky sorrise ancora:
“E perché no?”
“Pensavo mi volessi perdonare.”
“Ti ho già perdonato, mio malgrado ma non posso lasciarti andare. Devi pagare i tuoi crimini. Non tanto per me quanto per l’orrore compiuto contro il generoso popolo del Wakanda, che mi ha ridato la vita e credo che sia giusto che io li ripaghi.”
Ayo spuntò da un’altra via laterale, comparendo come dal nulla, sorridendo e andandogli incontro commossa.
“James io…”
“Non dire nulla…”
“Mi spiace per l’altro giorno. So che non avevi scelta.”
“Credimi avrei tanto voluto lasciarvi fare.”
La donna annuì, prendendo in consegna Zemo.
“Accusi gli altri di sentirsi superiore e tu? Tu che hai attivato un codice per usare un uomo, come tuo schiavo, cercando di farlo accusare di un crimine che tu hai commesso, cosa sei? Anche tu ti credi Dio, signor Barone.”
Zemo chinò la testa, senza saper cosa dire.
“Ci vediamo Ayo.” disse Bucky allontanandosi.
Zemo provò a chiamarlo:
“Sì, James hai vinto.” fece quasi felice.
Bucky raggiunse Sam che si stava occupando di caricare le ultime cose dei profughi.
“Andiamo allora?”
“Sì, amico. Il nostro lavoro qui è finito. E’ ora che manteniamo una promessa.”
Il giovane Barnes annuì guardando sereno i bambini.
Ventiquattro ore più tardi stavano salendo sulla barca di Sarah e Sam, insieme a diversi rifugiati.
“Ciao, io sono Sarah.”
“Ciao, io son Bucky! Scusa se ti stiamo invadendo.”
Sarah sorrise osservando i piccoli:
“E’ una bella invasione questa.”
Il giovane Barnes annuì prendendo in braccio alcuni bambini che gli sorridevano.
“Come fai a tenerci tutti in braccio?”
“E’ un segreto” disse lui divertito mentre Sam rideva, tenendo stretto lo scudo di Steve.
“Quell’uomo diceva che eravate cattivi ma non è vero. Siete due angeli.”
Sam e Bucky arrossirono mentre stavolta fu Sarah a scoppiare a ridere:
“In effetti se vogliono sì.”
Il giovane Wilson si avvicinò all’amico.
“Sei proprio sicuro di volerlo fare?”
“Assolutamente.”
“Non ti mancheranno gli Stati Uniti?”
James fece un sospiro.
“Verrò spesso a trovarvi, non lascerò gli Avengers. E non solo per Steve. E’ solo che…”
Sam gli mise una mano sulla spalla.
“Non devi dire nulla. Capisco. E’ una donna fortunata.”
Bucky divenne viola dall’imbarazzo.
“Cosa intendi?”
“Se… se… se”
“Non so di cosa stai parlando.”
“Certo. Certo.”
Bucky scoppiò a ridere. Era bello che Sam lo capisse così bene. Era come se Steve fosse lì con loro e gli sorridesse felice.
Tornò verso il timone e diede il cambio a Sarah, che si mise a ridere e scherzare con Sam.
Il viaggio sarebbe stato molto lungo ma nessuno di loro aveva fretta per il momento.
L’oceano stava prendendo le sfumature del tramonto, passando dall’azzurro al blu notte e al viola, mettendogli addosso una pace interiore che solo in un posto aveva sentito prima di allora.
Si lasciò guidare dal vento e dall’istinto, deciso a cancellare quel periodo orrendo della sua vita.
Era tornato in sé, ora lo sapeva.
Arrivarono in Wakanda 10 giorni più tardi mentre un’alba multi colore invadeva il panorama, rendendolo ancora più bello.
Sarah fu la prima a scendere insieme ad alcuni bambini, poi Sam e Bucky con altri mentre le Dora Milaje lo attendevano con altri dignitari del Wakanda.
“Scusate l’invasione” fu Sarah stavolta a dirlo.
“E’ una bella invasione” disse Shuri prendendo in braccio uno dei piccoli mentre il resto dei wakandiani presenti accoglievano gli altri rifugiati.
Bucky, dopo aver baciato sulla fronte tutti i bambini, abbracciò Sam:
“Grazie per tutto.”
“No, grazie a te. Avevi ragione. Non dovevo cederlo.”
“Io ho sempre ragione.”
Il giovane Wilson scoppiò a ridere imitato subito dalla sorella che abbracciò di slancio Bucky.
“Accidenti a Ayo che…”
“E basta con questa storia magari nemmeno mi vuole.”
“Tu sei fuori di testa. Non vedi che ti sta aspettando?” disse Sam indicando con il viso la giovane donna, in attesa, vicino ad una capanna.
Bucky li abbracciò di nuovo stretti e poi piano piano raggiunse la capanna, dove sei anni prima aveva ritrovato se stesso.
Ayo vi entrò insieme a lui.
“Mi spiace sul serio se ti sei sentita tradita” esordì lui.
La donna gli mise due dita sulle labbra.
“Ho esagerato. Forse anche perché…”
“Perché?” domandò lui incredulo.
“Perché ho temuto che non ti importasse nulla di me.” rispose lei con aria quasi timida.
“Una dora milaje che vuole un ex schiavo…”
“Oh smettila James! Non dirlo mai più!”
“Ma è ciò che sono stato!”
Ayo gli accarezzò il viso con gli occhi velati di lacrime.
“Sono stata così contenta di averti liberato, James.”
Bucky la fissava ammaliato dalla sua bellezza così regale, senza riuscire a fare nulla così fu lei che catturò le labbra dell’uomo con dolcezza e passione.
Lo voleva da così tanto tempo.
“Per quello che mi riguarda tu sei un re. Un re bellissimo e forte che ha vinto la sua guerra più grande.”
Gli occhi blu dell’uomo si riempirono di lacrime mentre la baciava piano sulle labbra, assaporandone il gusto.
“Sei sicura di poter sopportare questo vecchietto?”
“E che vecchietto!” fece lei dandogli un pizzicotto sul sedere. “Su datti una mossa, che so che hai gli arretrati!”
Il giovane Barnes le baciò piano piano il collo fino ad arrivare alla maglia, sfilandogliela lentamente nel frattempo la guerriera gli levava la maglietta, accarezzandogli con passione il torace e la schiena.
“Ti voglio da così tanto, James. E temevo che non mi avresti mai voluto.” mormorò la donna continuando a baciarlo sulle labbra.
Le loro lingue si intrecciarono, travolte dal desiderio mentre i due giovani finivano di spogliarsi e sdraiarsi sul letto, dove la fiera guerriera si mise a cavalcioni sopra di lui.
L’uomo la guardò.
Era una regina. Deliziosa, elegante, forte, fragile.
Quella pelle dolce e nera lo faceva diventare matto.
Con la punta delle dita gli sfiorò i piccoli seni, facendola gemere.
James sorrise entrando dentro di lei, cercando di essere il più delicato possibile.
Poi con le mani la fece sdraiare sopra di sé, iniziando a danzare con lei.
La donna gli baciò il collo e le labbra poi il torace, in piena estasi.
Stavano vibrando insieme, come un unico strumento, come un’arpa che suona una dolce melodia di amore.
La loro passione era travolgente, come se non potessero riuscire a staccarsi, come se volessero unire insieme le loro anime nello stesso momento in cui univano i loro corpi.
Persa negli occhi blu di James, Ayo si sentiva volare sopra l’oceano mentre il ragazzo, inebriato dallo sguardo scuro di lei, si sentiva in pace e nel contempo vivo come in mezzo ad una brughiera in piena primavera.
Era a casa finalmente.
Aveva davvero vinto.
“James… grazie di avermi scelto come casa.” mormorò lei quando finirono di fare l’amore mentre poggiava la testa sul torace liscio e morbido dell’uomo.
“Non poteva essere altrimenti. Mi hai fatto ritornare chi ero. Mi hai liberato. Non mi hai mai trattato da schiavo né mi hai compatito.” disse Bucky baciandole la testa nuda.
“Avresti tanto bisogno di piangere ancora, lo so.” fece la donna dandogli un piccolo tenero bacio sul capezzolo sinistro.
“Sì, è vero ma ora ho voglia di sorridere. Ed è merito tuo.” mormorò il giovane Barnes. “Ti amo mia dolce indomita guerriera.”
La donna gli sorrise, baciandolo di nuovo sul petto, dolcemente, facendogli venire la pelle d’oca. “Ti amo anche io, mio coraggioso lupo bianco. Sarò sempre la tua casa e il tuo rifugio.”
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la-paritalienne · 5 years
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26, 36, 45 💜
26. Favorite childhood tv show? — oooohhh i ricordi sono così tanti e così intrinsecamente legati alla mia infanzia (ergo non so il titolo originale) che ti rispondo in italiano (scusate fanzi). prima di tutto ci sono i cartoni, quelli giapponesi che un po’ mi vergognavo di guardare – pensavo che i miei li avrebbero trovati diseducativi, indubbiamente perché i miei hanno detto a più riprese in mia presenza che i cartoni giapponesi sono diseducativi?? ma anche perché nelle sigle c’era sempre la scena con un bacio e io mi imbarazzavo davanti ai miei ehm ehm – comunqueeee stiamo parlando di sailor moon, rossana, temi d’amore tra i banchi di scuola, IL MISTERO DELLA PIETRA AZZURRA, doremi (che registravo tutti i giorni in cui non potessi vederlo), i pokemon... poi l’avvento di sky, allora forse tele+, amavo i cartoni di cartoon network tipo le superchicche e il laboratorio di dexter, leggermente dopo siamo passati a disney channel quindi ovviamente lizzie mcguire, però se ci penso bene un preferito spicca su tutti ed è raven! mi faceva proprio stare bene, senza pensieri, ridere e sognare... era semplicemente iconico, alcune battute sono ancora ricorrenti con mio fratello (“niente babysitter? niente pantaloni”). tuttora vedo il sequel, raven’s home. tra l’altro credo rientri più nella definizione di tv show rispetto ai cartoni, quindi avrei potuto andare diretta, ma spero tu possa apprezzare l’excursus dei cartoni e dei disagi giovanili che hanno segnato la mia infanzia 
36. Favorite super-villain? — oddiooooo questa è difficile... il mio primo istinto è “devo pensare tipo a una figa pazzesca che sia una cattiva”, però se leggo preferita mi viene subito in mente yzma delle follie dell’imperatore, che non è né una figa pazzesca né una super cattiva in realtà... cioè forse sì dai... sennò crudelia de mon?? vada per loro dai.
45. Do you believe in magic? — domanda difficile, ma a pelle dico sì, nella magia del quotidiano diciamo. nel senso, credo in qualcosa di superiore, credo che l’uomo (soprattutto: la donna) sia incline al proiettarsi al di là del concreto, perché è parte di noi. c’è un po’ di magia ovunque: nei ‘riti’ che possono esistere per sentirsi connessi a questo qualcosa, nell’idea karma, nelle superstizioni popolari... credo nel destino, credo nelle donne che amano sentirsi streghe e credo che se manifestare per i propri obiettivi, accendere una candela, ricaricarsi di energie alla luce della luna, esprimere un desiderio mentre raddrizzi una collana ti fanno sentire meglio, ti fanno sentire un po’ più trascendente che immanente, questa possa essere chiamata magia✨
grazie mille per le domande♡ 
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gloriabourne · 5 years
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The one with Ermal’s concert in Rome (and Fabrizio is there)
(pensavate fossi sparita? e invece no, sono ancora qui a tormentarvi con le mie fanfiction. 
Questa è solo la prima versione del concerto di Ermal a Roma. Ne arriverà un’altra breve!)
    Fabrizio non aveva idea di come fosse possibile sentirsi così felice solo vedendo una persona cantare.
Si chiese per un attimo se anche i suoi fan provassero lo stesso quando assistevano ai suoi concerti, o se fosse qualcosa che provava solo lui in quel momento e solo perché la persona che stava guardando era Ermal.
Era così bello vederlo cantare su quel palco, di fronte a tutte quelle persone che tenevano accese le torce dei cellulari sulle note di Le luci di Roma.
Fabrizio sorrise, mentre notò Ermal voltarsi per un secondo verso di lui.
Gli occhi gli diventarono lucidi improvvisamente, pensando a quanto si sentisse fortunato per avere al suo fianco una persona come Ermal.
Lo amava più di quanto credesse fosse possibile amare qualcuno, lo amava così tanto da sentire il cuore scoppiare.
Continuò a osservarlo per tutta la durata del concerto, nascosto dietro le quinte, fino a quando Ermal finì di cantare e lo raggiunse.
"Sei stato qui tutto il tempo?" chiese Ermal mentre Fabrizio gli passava una bottiglietta d'acqua e un asciugamano.
Fabrizio annuì. "Dove avrei dovuto andare, scusa?"
"Ma che ne so, non ti sei annoiato? Sai che potevi venire a cantare con me, mi avrebbe fatto piacere" disse Ermal.
"Era la tua serata. Non spettava a me cantare."
"Antonello l'ha fatto" disse Ermal, come se fosse una giustificazione sufficiente.
Fabrizio si mise a ridere. "Sì, va beh ma Antonello è Antonello. Lui può fare quello che vuole."
Ermal non rispose, consapevole che tanto Fabrizio avrebbe trovato comunque il modo di avere ragione in quella piccola discussione.
Apprezzava il suo gesto, il suo non volergli rubare la scena, ma non poteva negare che gli mancava cantare la loro canzone insieme a lui.
"Comunque mi ha fatto piacere che tu abbia deciso di accompagnarmi" disse Ermal, mentre entrava nel camerino seguito da Fabrizio.
Fabrizio sorrise. "Avevo detto che non avrei cantato, mica che sarei rimasto a casa a fissare il soffitto mentre tu stavi qua a divertirti. Era ovvio che sarei venuto."
Ermal si mise a ridere, poi abbandonò l'asciugamano e la bottiglia d'acqua sul tavolo e si avvicinò a Fabrizio. Gli strinse i fianchi, insinuandosi sotto il giubbotto di pelle e sollevando leggermente il bordo della maglietta che indossava, e nascose il viso nell'incavo del suo collo.
"Mi stai dicendo che non sei il tipo di uomo che aspetta il suo fidanzato a casa? E io che speravo che prima o poi, rientrando a casa tua dopo un concerto, ti avrei trovato ad aspettarmi. Magari a letto, possibilmente svestito" disse Ermal, lasciando poi un bacio sul collo del compagno.
"Ermal, stai giocando col fuoco" lo avvertì Fabrizio.
Ermal sbuffò e si staccò da lui contrariato, ma consapevole che Fabrizio aveva ragione e che non potevano di certo lasciarsi andare dentro quel camerino.
"D'accordo. Riprendiamo il discorso più tardi."
  Quando uscirono dal teatro, ormai erano quasi le due.
Marco salì al posto di guida della macchina che avevano noleggiato, mentre Roberto - che da chitarrista di Fabrizio, ormai si era guadagnato il titolo di amico fidato di Ermal - si sedeva nel posto del passeggero ed Ermal e Fabrizio prendevano posto sui sedili posteriori.
"Sono esausto" mormorò Ermal accasciandosi sul sedile e chiudendo gli occhi.
"Eh, caro mio, non hai più l'età" lo prese in giro Fabrizio.
Roberto si voltò verso di loro e, rivolto a Fabrizio, disse: "Ma senti chi parla!"
"Oh, ma tu da che parte stai?" disse Fabrizio, facendo ridere tutti.
Un attimo dopo, Ermal appoggiò la testa sulla spalla di Fabrizio e sospirò. "Domani mattina devo anche andare a Radio2."
"Lo so. Ho già impostato la sveglia, tu non devi preoccuparti di nulla. Devi solo andartene a dormire" rispose Fabrizio, circondandogli le spalle con un braccio e facendolo sistemare meglio contro di sé.
Ermal sollevò il volto verso di lui e, anche se con gli occhi quasi chiusi e un'espressione assonnata, fece un sorriso malizioso e disse: "A dormire? Subito?"
"Avevi altri programmi?" chiese Fabrizio ricambiando il sorriso.
"Qualcuno" rispose Ermal. Poi si sporse verso di lui e lo baciò.
Fabrizio sorrise sulle sue labbra, mentre sentiva la mano di Ermal scorrergli maliziosamente sulla coscia.
Lo strinse di più a sé, posandogli una mano sulla nuca per tenerlo più vicino, e affondò la lingua nella sua bocca facendolo gemere.
"Ehm, scusate, potete almeno aspettare di arrivare a casa? Grazie" li interruppe Marco, gettando un'occhiata nello specchietto retrovisore e facendo ridere Roberto.
Ermal e Fabrizio si allontanarono ridendo. Avevano passato da parecchio la fase dell'adolescenza, eppure da quando stavano insieme non riuscivano a fare a meno di comportarsi come ragazzini, non riuscendo a stare lontani l'uno dall'altro.
Sentivano la necessità di stare vicini, di sentire il calore dell'altro, di toccare la pelle dell'altro, di respirarsi a vicenda, di viversi.
  Arrivati a casa di Fabrizio, salutarono Roberto e Marco - dopo che quest'ultimo aveva ripetuto almeno cinque a volte a Ermal di non fare tardi la mattina seguente - ed entrarono in casa velocemente.
Ermal non diede a Fabrizio nemmeno il tempo di sfilarsi il giubbotto, che aveva già ripreso a baciarlo spingendolo contro la porta chiusa.
"Ma tu non eri stanco?" chiese Fabrizio mentre Ermal spostava le labbra sul suo collo, baciando la porzione di pelle in cui risaltava il suo nuovo tatuaggio.
"Un po'. Ma mi sei mancato così tanto" rispose Ermal stringendosi a lui.
"Ci siamo visti due settimane fa" disse Fabrizio divertito.
In effetti, avevano passato periodi molto più lunghi lontani l'uno dall'altro.
Però l'ultima volta che si erano visti era stata a Sanremo, in una città piena di ricordi e che per loro significava tutto, quindi Fabrizio un po' capiva come mai Ermal avesse sentito così tanto la sua mancanza in quei giorni. In fondo, per lui era stato lo stesso.
"Lo so. Cazzo, forse dovrei prendere casa a Roma. Sta diventando una tortura starti lontano" mormorò Ermal, allontanandosi da Fabrizio giusto il tempo di sfilarsi il cappotto e di permettere al compagno di togliersi il giubbotto di pelle.
"Oppure potresti semplicemente stare qui. Metà dei tuoi vestiti già sta nel mio armadio" gli fece notare Fabrizio, avvicinandosi di nuovo a lui e iniziando sbottonargli la camicia.
Ogni bottone sfilato dalla propria asola corrispondeva a un bacio che Fabrizio lasciava sulla sua pelle, fino a ritrovarsi inginocchiato davanti a lui a lasciare un ultimo bacio nel punto in cui la camicia si infilava oltre il bordo dei pantaloni.
Si rialzò in piedi baciandogli di nuovo il petto, facendo a ritroso lo stesso percorso che le sue labbra avevano fatto poco prima, e quando fu di nuovo alla sua stessa altezza disse: "Che me ne faccio dei tuoi vestiti nell'armadio, se poi tanto tu non ci sei?"
Ermal sorrise. "Da quello che ho visto, alcuni dei miei vestiti te li sei messi. Ricordo in particolare un maglione verde, oppure quel giubbotto marrone che avevo a Lisbona. Ah, ti sei messo pure i miei pantaloni di pelle!"
"Vero, ma solo perché sentivo troppo la tua mancanza" rispose Fabrizio.
"Ora sono qui" disse Ermal prendendogli il viso tra le mani e baciandolo.
Si spostarono fino alla camera da letto senza smettere di baciarsi, rischiando più volte di inciamparsi nei vestiti che si stavano sfilando velocemente e che stavano abbandonando sul pavimento.
"Sai qual è la cosa più bella di quando ti fermi da me?" disse Fabrizio a un certo punto, mentre si sfilava anche i boxer e li lasciava a terra, dove giacevano quelli di Ermal tolti un secondo prima.
Ermal si sedette sul letto, trascinando Fabrizio su di sé e facendolo sedere a cavalcioni.
"Il sesso?" chiese, stringendogli le cosce e baciandogli il collo.
"Anche, ma non era quello a cui stavo pensando."
"Cosa, allora?"
"La mattina dopo."
Ermal si allontanò leggermente e lo guardò con la fronte aggrottata, così Fabrizio aggiunse: "Quando mi sveglio e tu sei vicino a me."
Ermal sorrise. Aveva gli occhi leggermente lucidi e le guance arrossate, sentiva la testa girare come se fosse ubriaco ma in realtà era solo colpito da ciò che Fabrizio aveva appena detto.
Non che fosse la prima volta che diceva una romanticheria del genere, ma Ermal rimaneva sempre colpito come se fosse una novità.
"Ho rovinato l'atmosfera?" chiese Fabrizio, vedendo la reazione di Ermal.
Ermal scosse la testa e si morse il labbro inferiore, cercando di nascondere un sorrisetto malizioso.
"No? Sicuro?" chiese Fabrizio incerto.
"No, anzi muoio dalla voglia di fare l'amore con te."
Fabrizio sorrise facendo scontrare le sue labbra con quelle di Ermal. Lo baciò a lungo, continuando a restare seduto su di lui e muovendosi di tanto in tanto, sentendo l'erezione di Ermal premere contro di lui.
Ermal gemette contro la sua bocca, mentre faceva scivolare entrambe le mani sulle natiche di Fabrizio, premendoselo addosso ancora di più.
"Dove hai messo il lubrificante?" chiese Fabrizio smettendo di baciarlo per un attimo.
Ermal si guardò un momento intorno, cercando di ricordare dove lo avesse messo, poi disse: "Cazzo, non me lo ricordo."
Poi guardò Fabrizio per un attimo, cercando di capire se valesse la pena interrompersi proprio in quel momento per cercare il maledetto lubrificante.
Fabrizio, se possibile, sembrava più impaziente di lui. Aveva gli occhi lucidi e liquidi di eccitazione, e continuava a mordersi le labbra a sangue.
No, decisamente non potevano interrompersi in quel momento.
"Fanculo il lubrificante" disse Ermal portando due dita davanti alla bocca di Fabrizio.
Fabrizio sorrise maliziosamente, prima di accogliere le dita nella sua bocca.
Le succhiò lentamente, guardando compiaciuto Ermal che non aveva distolto un attimo lo sguardo dalla sua bocca.
"Riesci a mandarmi fuori di testa anche senza fare niente" mormorò Ermal, mentre toglieva le dita dalla bocca di Fabrizio e le avvicinava alla sua apertura.
Fabrizio gemette sentendo le dita di Ermal scivolare con facilità dentro di lui e si ritrovò ben presto a muovere il bacino, andando incontro alle sue dita.
Dopo averlo preparato adeguatamente, Ermal spostò le dita sentendo Fabrizio lamentarsi sommessamente.
"Pazienza, amore" sussurrò divertito.
"No, non riesco ad avere pazienza" rispose Fabrizio inginocchiandosi tra le gambe di Ermal e prendendo in bocca la sua erezione.
Ermal gemette portando una mano tra i capelli di Fabrizio, accompagnando i suoi movimenti e cercando di non cedere alla tentazione di spingersi nella sua gola.
Gettò la testa all'indietro, mentre Fabrizio continuava a far scorrere le labbra e la lingua sulla sua pelle.
"Bizio, basta..."
"Vedi?! Nemmeno tu hai pazienza" rispose Fabrizio, mentre si sedeva nuovamente a cavalcioni su di lui.
Indirizzò l'erezione del compagno verso la sua apertura, accogliendola dentro di sé con un gemito.
Ermal gli strinse i fianchi con forza e chiuse gli occhi, abbandonando la testa contro la spalla di Fabrizio.
Stare dentro di lui era ogni volta meglio della prima. Lo faceva sentire come se non esistesse posto migliore di quello in cui era - che fosse una camera da letto, il tavolo della cucina o i sedili posteriori della sua auto aveva poca importanza -, come se non esistesse niente di meglio che stare con Fabrizio, a contatto con la sua pelle e con i suoi gemiti nelle orecchie.
Fabrizio si sollevò leggermente, per poi riabbassarsi sull'erezione del compagno facendo gemere entrambi.
Lo fece prima lentamente - quasi troppo - e poi, appena sentì Ermal mettere una mano attorno alla sua erezione e iniziare a toccarlo, si mosse con più foga.
"Cazzo, Fabrì" sussurrò Ermal, muovendo la mano su di lui sempre più velocemente.
Dopo pochi minuti, Fabrizio venne sporcando il petto di entrambi. Ermal lo seguì qualche attimo dopo.
Rimasero immobili per qualche minuto, Fabrizio ancora seduto su Ermal e quest'ultimo che lo teneva stretto a sé.
Ormai esausto, Ermal si lasciò cadere all'indietro appoggiando la schiena al materasso e Fabrizio si accasciò accanto a lui senza avere nemmeno la forza di trascinarsi fino al bagno e darsi una pulita.
"Ce la fai a prendere i fazzoletti sul comodino?" disse Fabrizio dopo qualche secondo.
"Che schifo, Fabrì. Vai a farti una doccia" rispose Ermal ma gli passò comunque i fazzoletti, probabilmente consapevole che in quel momento Fabrizio non aveva la forza - né tanto meno la voglia - di raggiungere il bagno.
Fabrizio lo ignorò e pulì grossolanamente prima sé stesso e poi Ermal. Poi si allungò verso il cestino accanto al letto e gettò i fazzoletti sporchi.
"La facciamo domani mattina la doccia, ora dormiamo" disse attirando a sé Ermal - che aveva già gli occhi chiusi - e coprendo entrambi con il piumone.
Ermal mormorò qualcosa di vagamente simile a un: "Va bene" e crollò esausto tra le braccia di Fabrizio.
Ed ecco un'altra cosa che Fabrizio amava di quando Ermal si fermava a casa sua.
Non solo vederlo la mattina appena sveglio, ma anche vederlo addormentarsi accanto a lui.
  Quel martedì mattina, Ermal si sentiva estremamente euforico nonostante in realtà avesse dormito poche ore.
Era arrivato a Radio2 con un enorme sorriso stampato in faccia, aveva chiacchierato con tutti, riso alle battute e nascosto un sorriso imbarazzato quando Andrea Perroni, entrando nello studio, gli aveva chiesto come facesse a essere così sveglio il giorno dopo un concerto.
Il fatto era che si sentiva estremamente felice e non gli importava di aver dormito pochissimo e di aver dovuto nascondere le occhiaie tenendo gli occhiali da sole anche all'interno di uno studio radiofonico.
Era arrivato in studio con largo anticipo e ora se ne stava lì, dietro a un microfono, a sorridere mentre Luca e Andrea parlavano di lui come se non fosse presente.
"In attesa di Ermal Meta, che chissà quando arriverà perché, oh diciamo la verità, quello fa la vita della rockstar..."
Ermal si mise a ridere sentendo Luca pronunciare quelle parole.
Un po' rockstar a volte ci si sentiva davvero, ma non così tanto. E anche quando si sentiva davvero un po' rockstar, faceva quasi fatica a crederci.
"...pensa che bello, con la vestaglia di seta che avrà Ermal Meta. Come ce l'avrà la vestaglia?" disse Luca, mentre dietro di lui Ermal continuava a ridere.
"Come le camicie!" rispose Andrea.
"Bella... Lui e Fabrizio Moro! C'hanno due vestaglie bellissime. Dormono insieme..."
Ermal scosse la testa mentre sulla sua faccia si dipingeva un'espressione divertita, un po' perché proprio non riusciva a non ridere immaginandosi Fabrizio con una vestaglia di seta e un po' perché il ricordo della notte precedente - del fatto che davvero lui e Fabrizio avevano dormito insieme, ma senza niente addosso - continuava a fare capolino nella sua mente.
Cercò di ignorare quel pensiero e continuò la trasmissione concentrandosi su altro, riuscendo ad arrivare alla fine senza fare troppi danni.
Quando, alla fine del programma, si avviò verso l'uscita, Luca lo seguì e disse: "Ehi, che per caso ti ha dato fastidio la battuta su te e Fabrizio?"
Ermal scosse la testa. "No, figurati. Perché me lo chiedi?"
"So che ci sono sempre gossip su di voi, non volevo esagerare" disse Luca.
Ermal sorrise riconoscente. Luca era una brava persona e non poteva non essere felice che si stesse preoccupando per lui in quel momento.
"Non ti preoccupare, Luca. Ora però scappo che ho un impegno per pranzo!" disse Ermal. Poi, notando che Luca ancora non sembrava convinto che andasse tutto bene, aggiunse: "Con Fabrizio."
Quella battuta bastò a rilassare Luca, che sorrise a sua volta e lo salutò allegramente.
In realtà, quella non era solo una battuta ed Ermal aveva davvero un impegno con Fabrizio. Ma questo nessuno lo avrebbero saputo.
Così come nessuno avrebbe mai saputo che nessuno dei due avrebbe mai indossato una vestaglia in presenza dell'altro, semplicemente perché - come qualsiasi altro indumento - sarebbe sparita fin troppo velocemente.
Quello sarebbe rimasto un segreto solo loro, solo di Ermal e di Fabrizio.
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eva-delle-corde · 5 years
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Quelli che il BDSM....
rubato sul web
Quelli che “ciao cagna”
Quelli che “ciao master”
Quelli che “ciao, sono alla prima esperienza, mi insegni tutto?” ed alla terza parola iniziano a farti obiezioni sul fatto che “il termine schiava mi sembra francamente offensivo e lesivo della dignità femminile…..”
Quelli che “sono Dom, però con la persona giusta posso anche essere switch…”
Quelli che “sono sub, però con la persona giusta posso anche essere switch….”
Quelli che “sono switch e non mi prende sul serio nessuno…”
Quelli che “buonasera Padrone, sono qui per servirVi” e quando gli rispondi “ma non sei la mia schiava, dammi pure dal tu che prima vorrei conoscerti come persona, sai com’è…” si offendono
Quelli che sono sempre collegati ma non scrivono mai.
Quelli che non sono mai collegati ma scrivono sempre.
Quelli che “ho capito che Il BDSM è la mia vita e voglio viverlo in maniera totalizzante!”, poi scopri che hanno coniuge, 2 amanti, 3 figli in età scolare, suocera inferma in casa a cui badare, yoga 3 volte alla settimana, corso di cucina cajun alla domenica mattina, triplo lavoro, possono chattare solo dalle 23,00 alle 23,10 al martedì e al giovedì ed incontrarti per una conoscenza preliminare soltanto nei giorni pari dei mesi dispari degli anni bisestili quando Mercurio è in terza casa con Giove e ti dicono “la mia vita non deve essere messa in discussione eh, questa è la base”
Quelli che “amore e BDSM sono due cose inconciliabili” e poi appena dici una parola gentile diventano così dolci che ti si cariano anche le unghie dei piedi
Quelli che “io non ho limiti” e poi alla prima cinghiata ti urlano “AHIAAAAAA! BASTA BASTA BASTA TI PREGOOOOOO!!!!”
Quelli che “io ho questi limiti che non supererò mai e poi mai” e poi alla prima cinghiata ti dicono “fammi quello che vuoi…”
Quelli che non hanno mai praticato e ti dicono “io non sono masochista”, e dopo la prima sessione della loro vita rivedono la loro posizione e con aria pensierosa ti guardano e dicono “però… non credevo….”
Quelli che “da quando c’è Internet non è più come una volta quando ci si riconosceva dalle parole in codice sulle riviste negli anni 80…ahhh, bei tempi quelli..”
Quelli che “da quando ci sono gli smartphone non è più come quando è iniziato il BDSM su Internet negli anni 90…ahhh, bei tempi quelli…”
Quelli che “sono un Maestro di Shibari” e quando gli chiedi che ne pensano del Karada ti rispondono “Non ci sono ancora stato, l’anno scorso ho fatto il Mar Rosso, sai c’era l’offerta…”
Quelli che “mi sono avvicinato alla filosofia BDSM approfondendo alcuni testi” e poi ti citano “50 sfumature …la TRILOGIA…”
Quelli che “le schiave di questo sito non mi rispondono,è pieno di fake e di maschi che si spacciano per donne, il sito fa schifo, è una truffa, mi rivolgerò all’Adiconsum, alla polizia postale, all’Onu ed anche a Putin se è il caso!!” e poi scopri che il loro messaggio di esordio è invariabilmente “ciao” + “epiteto a scelta”+ contatto skype.
Quelli che “il BDSM è una dimensione totalizzante dell’essere che si esplicita attraverso un libero incontro di corpi e spirito in uno scambio di ruoli spesso antitetico al quotidiano, eversivo nel suo svolgere una sorta di capovolgimento carnascialesco dei ruoli socialmente imposti traslati in una chiave dell’Es erotizzante che già Foucault, riprendendo De Sade, aveva individuato come via d’uscita dalla nevrosi della quotidianità”, e quando gli chiedi “è da molti anni che pratichi?” ti rispondono “In realtà non ho mai praticato XD!”
Quelli che “mi sono appena iscritta e ho 100 messaggi, alcuni mi hanno anche insultato…è uno scandalo!!!” poi nel profilo hanno un primo piano della topa senza una riga di testo
Quelli che “il BDSM è pev tutti, siamo una gvande famiglia che condivide una mevavigliosa filosofia e non facciamo distinzioni di ceto sociale, ti spieghevò meglio il concetto alla festa pvivata che ovganizzevò a fine mese nel pavco della mia villa a Covtina alla quale ti invito, sevata ponyplay..vicovda di povtave la biga..hai una biga vevo? No? Chi non ha una biga al giovno d’oggi daaaaai…se vuoi pvaticave attvezzati pevò!”
Quelli che “ciao…” “dimmi” “sono timida” “dico io?” “mmhh, no…” “e chi dice?” “mmhh, non lo so…” “facciamo testa o croce?” “ecco, mi prendi in giro perché sono timida!”
Quelli che “dai lo sappiamo che è un gioco, tra noi possiamo dircelo, siamo tutti qui per scopare e basta su, non giriamoci attorno troppo dai…” e quando gli rispondi “io non gioco e non sono qui “per scopare e basta”, per me è una ricerca vera” ti dicono “anche per me, volevo metterti alla prova….ora che so che sei serio/a possiamo procedere.”
Quelli che postano una foto presa da Internet ogni 20 minuti ignorando che esiste “Google immagini”
Quelli che “concorderete tutti con me che il BDSM è innanzitutto apertura mentale, accettazione delle diversità e tolleranza, e che i froci e le puttane che non lo capiscono devono essere espulsi dall’ambiente e bruciati vivi”
Quelli che “sono 25 anni che pratico, ho imparato a fare tutti i nodi esistenti al mondo inclusi quelli marinari ma lo ammetto: non ho mai capito come si pronuncia correttamente la parola bondage”
Quelli che “una sera ero strafatto con degli amici cioè troppo fuori volevamo andare a un rave e per sbaglio siamo finiti in un posto con tutta sta gente strana in pelle e in lattice…noo, guarda, troppo fuori, tutti pazzi, troppo ridere…cioè alla fine mi sono incuriosito e sono qui…come funziona la storia?”
Quelli che “Si, è vero, ho 20 anni ma sono straconsapevole di cos’è il BBMS eh, non giudicarmi dall’età….”
Quelli che “io sono uno che conta nella scena, ho anni e anni di feste, eventi, sessioni, pratiche, sperimentazioni, scoperte, ho brevettato tecniche di bondaggio che conosco solo io, mi costruisco le fruste da solo, ho un dungeon di 100mq attrezzatissimo in centro, conosco tutte le slave, Mistress, Master e schiavi nel raggio di 500km, giro sempre in dress code e sono fiero di quello che sono, non mi nascondo mica io, ci metto la faccia…” e poi quando gli chiedi il contatto skype ti dicono “eh, un attimo, la privacy sai…”
Quelli che “ma come funziona sto sito? Oddio non ce sto a capì nulla….” …inizi a spiegarglielo, si disconnettono di colpo e non li rivedi mai più...
Quelli che fanno un profilo, se ne vanno sbattendo la porta e facendosi bannare, rifanno un profilo, si comportano male e si rifanno bannare, rifanno un profilo e provano a comportarsi bene ma reggono per pochissimo e si rifanno bannare…
Quelli che organizzano un incontro per 3 mesi rimandando ogni volta e quando finalmente fissi un giorno certo non si presentano
Quelli che “cerco in un Master quello che mio marito non è e non potrà mai darmi, ma mi donerò solo ad un vero Master, al Padrone della mia vita” poi lo trovano, proclamano Appartenenza eterna, si fanno scoprire, incasinano un matrimonio, vanno, vengono, forse divorziano, forse abbandonano il BDSM per sempre e alla fine scoprono che il loro marito era “il loro vero Master”, poi tornano si fanno riscoprire e abbandonano il BDSM, poi il marito torna “il loro vero Master” etc.etc. (questa è autobiografica, alcuni e soprattutto alcune di voi che sanno tutta la storia la apprezzeranno particolarmente;))
Quelli che “il BDSM è anzitutto rispetto, fiducia e trasparenza” poi lei vede 3 Master e lui 4 slave ed entrambi se lo nascondono…
Quelli che “io sono un’anima nera, uno spirito inquieto, un lupo della steppa…il BDSM è il mio lato oscuro senza il quale non posso vivere”, poi con la prima persona di cui si innamorano fuori dall’ambiente ci fanno 3 bimbi e se gli parli di BDSM ti dicono “BDS cosa?”
Quelli che “ ma un sub a un Dom deve dare del tu, del lei o del Voi? E se il sub da del Voi al Dom il Dom non dovrebbe usare il plurale maiestatis? E da quando? Come si fa a capirlo? Qual è la regola?”
Quelli che “ma Gorean e BDSM che cazzo c’entrano scusate?”
Quelli che “se sei BDSM vero devi essere Gorean, oh yeah!”
Quelli che “Gorean va bene per alcune cose come le posizioni, ma la filosofia sottesa è sessista e schiavista…mi spiace, ma devono essere messi dei limiti”
Quelli che “Gorean non può essere analizzato come “una filosofia”..è un immaginario distopico dove il BDSM è la pulsione di fondo che viene sviscerata per contrapposizione, se si usano parametri etici è chiaro che il concetto è aberrante, suvvia, non c’è neanche bisogno di specificarlo…”
Quelli che “Cosa vuol dire Gorean?”
Quelli che “mio nonno non sapeva manco cos’era il BDSM ma a mia nonna gli dava certe cinghiate e la faceva stare al suo posto…quelli erano uomini, altro che quelli di oggi….”
Quelli che “mia nonna manco sapeva cosa era il BDSM ma mio nonno le dava certe cinghiate che la facevano stare al suo posto..finché un giorno lei si è stancata e gli ha fracassato un ferro da stiro in testa…quelle erano donne, altro che quelle di oggi…”
Quelli che “scusami ma cagna lo reputo comunque offensivo, siamo esseri umani e non bestie dai….” e poi chiamano la loro slave “troia”…
Quelli che hanno 2 profili e si rispondono da soli
Quelli che hanno 3 profili e si rispondono da soli a turno
Quelli che hanno 4 profili e creano una comunità nella comunità
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