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#neolitico
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Chieti
LA CIVITELLA
Situata nella parte più alta della città, sul colle di Teate.
Civitella significa fortezza perché su questo colle venne costruita per esigenze di difesa una grande fortezza con castello e caserma. Oggi sono rimaste soltanto le mura e una torretta.
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Solo in tempi recenti si è scoperto, a seguito dei lavori per lo stadio del Chieti calcio lì situato, un vero e proprio museo a cielo aperto che viaggia tra epoche differenti come strati di rocce che raccontano diverse ere. Anni e anni prima lì non venivano applauditi calciatori ma squadre di gladiatori infatti la Civitella sorge là dove si trovava una struttura dell'epoca imperiale romana l’anfiteatro della città e prima ancora una necropoli dell'età italica e ancora prima un insediamento risalente all'età del bronzo.
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I TRE TEMPLI
Sono stati scoperti 3 templi e parte dei relativi frontoni e meteope decorati in terracotta da svastiche, cornucopie e foglie. In particolare è stato rinvenuto il Campidoglio di Teate adornato da statue di divinità e muse e le ante fisse raffiguranti Demetra persiana (Diana) e Ercole a riposo, per la cui realizzazione sono stati usati degli stampi in posizioni differenti.
Ercole è il semidio della forza usata però con saggezza, mentre Demetra persiana è la dea della natura e delle fiere, incarna la potenza femminile pertanto è la dea delle donne caste cioè delle donne indipendenti che non soggiaciono alle richieste, all'arroganza e alla violenza del maschio. Demetra inoltre aveva un albero sacro il noce, quindi la sua raffigurazione per i cristiani era un simbolo demoniaco considerandola una strega.
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NEOLITICO
In quest'era l'uomo da cacciatore diventa agricoltore e inizia a lavorare e decorare la terracotta per contenere e conservare le provviste.
Ritrovamento della Grotta dei Piccioni dimora degli uomini primitivi, poi divenuto santuario.
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L'OFFERENTE DI RAPINO
Statuetta raffigurante una donna che porta in offerta un piattino su cui figurano delle spighe.
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CAPPELLA DI UN LIBERTO E I GIOCHI DEI GLADIATORI
Lusius Storax era un liberto diventato poi seviro, sulla sua cappella funebre ha fatto rappresentare in maniera realistica l'organizzazione dei giochi dei gladiatori, dalle trombe che suonano ai gladiatori che combattono in squadre.
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yaellaharpe-blog · 1 month
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EL HOMBRE DE PORSMOSE
(Español / English)
Cráneo y esternón del hombre de Porsmose con las puntas de flecha aún clavadas. Su datación aproximada se sitúa entre 3500-3400 a. C., durante el Neolítico: Cultura de los vasos de embudo. Su hallazgo se produjo en 1946 en la isla de Selandia. Se trata de un individuo masculino de entre 35 y 40 años. Las flechas se dispararon a quemarropa, desde una posición alta, en una emboscada o una ejecución. Foto: Museo Nacional Danés.
PORSMOSE MAN' SKULL
Porsmose man’s skull and sternum with arrowheads still stuck. Its approximate dating is between 3500-3400 B.C., during the Neolithic: Culture of funnel vessels. It was found in 1946 on the island of Zealand. It is a male between 35 and 40 years old. The arrows were fired at close range, from a high position, in an ambush or execution.
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activatupensamiento · 5 months
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Los 10 momentos mas importantes de la historia parte 2.
Mira este video de como el periodo neolitico influyó en la historia de la humanidad.
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storiearcheostorie · 11 days
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Arabia Saudita, dalla "grande grotta" di Umm Jirsan riemergono le tracce della vita dei pastori di 8mila anni fa
Studi / Arabia Saudita, dalla "grande grotta" di Umm Jirsan riemergono le tracce della vita dei pastori di 8mila anni fa
Redazione Tracce di insediamenti di pastori risalente al periodo neolitico, e frequentato per migliaia di anni fino all’età del Rame e del Bronzo, riemergono dalla grotta di Umm Jirsan, nell’Arabia Saudita nord-occidentale. Ad annunciarlo è la Commissione per il Patrimonio Saudita, responsabile della documentazione e della conservazione del patrimonio materiale e immateriale dell’Arabia Saudita…
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adribosch-fan · 23 days
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Los tatuajes de Ötzi pudieron haberse realizado con una técnica parecida a la actual
  Recreación de cómo pudo haber sido el aspecto de Ötzi, el hombre del hielo. South Tyrol Museum of Archaeology/Ochsenreiter Un estudio ha revelado que los tatuajes descubiertos en el cuerpo de Ötzi, el Hombre del Hielo, se podrían haber realizado con técnicas mucho más parecidas a las actuales en lugar de haciendo cortes en la piel, tal como se había creído hasta ahora. Los investigadores…
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cleliaaconti · 5 months
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Figure umane in piedi. VIII-VII millennio a.C.
Figure antropomorfe create da calcare sbriciolato su uno scheletro di rami.
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arqweltonsantos · 1 year
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Lithopunturade acesso Pavilhão Bienal n.15/17 #lithopunturabienal ESTAMOS FAZENDO UMA SERIE DE FOTOS DAS 17 LITHOPUNTURAS DO PARQUE IBIRAPUERA. Lithopuntura n.15/17 com 2.9 Ton. implantação em 02 fevereiro 2020 às 9h56 próximo entrada rampa de bienal. ( no momento da exposição "Faz escuro mas eu canto" Equilibrando o metabolismo do ecossistema e dos seres humanos, para contemplar as exposições também se faz com relaxamento da terra que vibra... Entra na temática das obras em sua verdadeira mensagem vibração... A lithopuntura "acupuntura na terra com rocha natural relaxa o espaço bienal, #geobiology #geomancia #geopatologia #geopuntura #fengshui #frequency #acupunturadaterra #neolitico #faunabrasileira #flora #neuroarquitetura #urbanismo #parqueibirapuera #raios #aterra #xamã #megalithic #neurodesigner #energiaescalar #aterramento #geomancerpemaculture #radionica #bienal (em Pavilhão Bienal De São Paulo) https://www.instagram.com/p/CoM6eFXOCSp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lucianopodes · 2 years
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Great Wall of China Shuidonggou é um belo parque nacional localizado na província de Ningxia, noroeste da China. O Sítio de Shuidonggou é o sítio paleolítico mais antigo da China e é chamado de “Berço da Arqueologia Pré-Histórica na China”. Shuidonggou foi descoberto pela primeira vez por um paleontólogo belga chamado Kent enquanto fazia trabalho missionário na China em 1920. Ele encontrou um fóssil de um rinoceronte e uma ferramenta de pedra em um penhasco das agora ruínas de Shuidonggou quando estava descansando em um ponto de paragem local chamado “Zhang San Xiao Dian.” Kent compartilhou sua descoberta com dois paleontólogos franceses Teilhard de Chardin e E. Licent mais tarde. Os dois paleontólogos decidiram vir para Shuidonggou e conduziram uma escavação formal no verão de 1923. Abundantes evidências de ossos de animais e ferramentas de pedra pesando mais de 300 kg foram desenterradas desta escavação. Desde então, houve um total de 6 grandes escavações realizadas em Shuidonggou, e este sítio é reconhecido como um dos sítios pré-históricos mais importantes da China. Mais de 50.000 artefatos, incluindo ferramentas de pedra, fauna, contas de casca de ovo de avestruz e lareiras foram descobertos em doze partes do local. Toda a área turística de Shuidonggou em Ningxia é relativamente a seção mais bem preservada das ruínas da Grande Muralha. Disse o Ming Grande Muralha a oeste na parede do dragão do Rio Amarelo levando a dois intercâmbio dragão, território Yanchi no leste é relativamente preservado a seção mais completa das ruínas da grande muralha, de pé sobre a Grande Muralha. @prof.lucianodornelles #greatwallofchina #arqueologia #neolitico https://www.instagram.com/p/CiRNzAUMK-o/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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PRIMI MONANCI INGLESI ERIGONO MONASTERO NEI PRESSI DI UN SITO TARDO NEOLITICO, CROWLAND, INGHILTERRA
PRIMI MONANCI INGLESI ERIGONO MONASTERO NEI PRESSI DI UN SITO TARDO NEOLITICO, CROWLAND, INGHILTERRA Il villaggio di Crowland, Lincolnshire, in Inghilterra, oggi è dominato dalle rovine della sua abbazia medievale. Tuttavia, la tradizione locale vuole che la zona fosse sede di un eremo anglosassone intitolato a a San Guthlac Eremita, morto nell'anno 714 e famoso per la sua vita...
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curiositasmundi · 1 year
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Circa dieci anni fa qualcuno si è inventato un modo nuovo di potare gli alberi. L’idea era semplice se paragonata ai metodi tradizionali: si trattava di tagliare i rami  sotto la biforcazione. Dal momento che però, a lavoro finito, ciò che restava era qualcosa di simile a un attaccapanni, l’inventore del nuovo sistema ha creduto di dover conservare su ogni ramo potato un singolo rametto, con tanto di foglie, poche dita sotto il taglio. Continuava comunque ad avere l’aria di un attaccapanni; l’albero era irrimediabilmente perduto.         Quell’anno, e negli anni successivi, molti alberi potati, nei giardini privati e pubblici, non hanno superato la primavera. Avevano troppe poche foglie. Ovviamente. Un fatto evidente a chiunque che si è ripetuto per centinaia e migliaia di alberi, non solo per un anno, ma fino a oggi, tra le proteste dei soliti ambientalisti e nello stupore di gente che la mattina usciva di casa con la macchina sporca di guano d’uccello (sono troppi, bisogna sfoltire) e poi rientrava a pranzo credendo di aver sbagliato via. Nel giro di una stagione, gli alberi potati troppo venivano sostituiti con giovani alberelli muniti di cartellino. Il cartellino era vuoto, e non indicava né la specie né l’impresa che lo aveva piantato.      Quello che mi ha colpito in questa faccenda è che tutto è avvenuto come se ‘altri’ ne fossero responsabili. Non importa che in quei giorni un titolo di giornale recitasse: COMINCIATI I RICORSI PER LE POTATURE. Non ho letto l’articolo, e forse si trattava di una metafora sui tagli alle pensioni. Il punto è che qualcuno ha fatto, e tutti hanno lasciato fare. Ma sono certo che nessuno con un filo di buonsenso se la sia bevuta. Avevano potato a quel modo anche pini e abeti. Era la prima volta che vedevo potare pini e abeti. E il risultato è a dirpoco surreale. Nessuno che abbia un filo di intelligenza lo farebbe, nessuno che abbia un filo di intelligenza lo farebbe fare ai  suoi alberi. Eppure...      Per anni ho considerato quelle immagini di alberi potati come il mio limite a comprendere certe cose. Era come trovarsi di fronte a una sfinge. Potevi stare ore a cercare la risposta giusta ma perdevi il tuo tempo, e l’albero era sempre là mentre tu non avevi uno straccio di idea per alleviare quell’impressione di non-senso. Non bastava pensare che fosse tutta una strategia delle imprese del verde. Un po’ come chi fa le lampadine che si bruciano dopo un certo tempo (sennò chi le compra più?): i vivaisti fanno crepare con potature vertiginose un certo numero di alberi e poi li rimpiazzano, perché un albero dura troppo, così ci si inventa la sua manutenzione, la sua morte, la sua resurrezione.      No. Non basta pensare a cose del genere, perché se anche fosse (e non è improbabile), il vero mistero siamo noi, che ci muoviamo solo se ci toccano il nostro, e molto spesso non ci muoviamo neanche così. Noi, da un lato abituati a delegare tutto, dal potere al potare, e dall’altro semplicemente pigri, lasciamo che idiozie palesi si consumino sotto il nostro naso, con un talento speciale per l’indignazione da poltrona e giornale.      Solo in questi giorni, senza nessun evento eccezionale, mi sono fatto una ragione della potatura degli alberi. Il punto è che è esattamente il genere di cose che fa l’uomo. Più intelligente degli altri mammiferi superiori, ha battuto i suoi antagonisti biologici quando era ancora un australopiteco. Tutto andava ancora bene alla fine del Paleolitico, ma con il Neolitico ha imparato a immagazzinare cibo e da allora non ha mai smesso di crescere di numero. La potatura è allora un sistema drastico per eliminare e fare spazio a una nuova produzione: sono in troppi, gli facciamo fare la guerra, li aiutiamo a ricostruire, con i guadagni della guerra e della ricostruzione mandiamo in scuole eccellenti i nostri figli. E le sfumature sono molte: le risorse sono limitate? Immagazziniamole. Una petroliera naufraga e inquina la costa della Bretagna? Multiamo la multinazionale. Dobbiamo tagliarci le unghie? Amputiamo la mano all’altezza del gomito. La mano non ricresce? Montiamo un laboratorio per la ricerca in protesi umane. Basterebbe solo un po’ meno di tutto e qualche attenzione in più. Ma il taglio è una cosa rapida, e dopo si vedrà
Da: Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica - di Matteo Meschiari. (©  2017 Armillaria)
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non avevo una crisi di pianto dai tempi del neolitico e non è stato bello, avrei evitato volentieri
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"La Setta degli Elementi"
Triskele
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Uno dei più antichi simboli celtici è la Triskele (detto anche Triskel o Triscele), i cui primi esemplari sono datati intorno al 3000 a.C. e che rappresenta l’unità ma anche la trinità.
Il 3 era un numero importante nella cultura celtica, infatti t.utto secondo i celti era la sfaccettatura di una triade.
Possiamo trovare questo simbolo inciso sulle pietre di Newgrange, uno dei luoghi di culto più antichi d’Irlanda, che risale al periodo Neolitico, nel 3200 a.C.
Il motivo decorativo della Triskele è nato prima dei celti e venne poi assorbito nella loro tradizione.
Appare nella Grecia antica ed è anche il simbolo della Sicilia, che un tempo era chiamata Trinacria a causa della sua forma triangolare.
La Triskele raffigura una spirale che si snoda in 3 raggi e che ruota nel cerchio dell’eternità ed è simbolo del moto perpetuo e dell’evoluzione della vita e quindi anche la determinazione a migliorarsi e a superare le avversità incontrate nella vita.
La spirale è anche simbolo della ricerca dell’uomo di elevarsi verso la divinità.
Significato dei 3 raggi:
Karantez – l’amore/la creatività,
Skiant – la conoscenza/la saggezza,
Nerz – la forza/la volontà.
Come tatuaggio è un simbolo molto diffuso ed utilizzato per avere un aiuto in una competizione e rappresenta allo stesso tempo anche protezione e progresso.
Il Triskele veniva spesso inciso su accessori ornamentali.
Il significato di questo simbolo varia anche in base alla direzione dei raggi: destrorso o sinistrorso
Triskele destrorso
Se i raggi della spirale ruotano verso destra il Triskele rappresenta il turbinare delle energie dall'interno verso l'esterno ed il movimento infinito della vita come unico modo per realizzare un cambiamento.
Il messaggio che trasmette all'anima di chi decide di utilizzarlo è che probabilmente ha accumulato abbastanza energia ed è arrivato il momento di lasciarla uscire per poter continuare la propria crescita.
Triskele sinistrorso
Se i raggi della spirale ruotano verso sinistra il Triskele rappresenta un ritorno all'unità, un invito all'interioritá per risvegliare la parte divina dentro di noi.
Il messaggio che trasmette all'anima di chi decide di utilizzarlo è che d'ora in poi deve pensare di più a sé stesso tornando al proprio spazio vitale poiché può aiutare il prossimo solo nel momento in cui egli stesso starà bene, infatti questo simbolo lo scelgono coloro che si sono concessi troppo agli altri intraprendendo anche strade che non rispecchiano la propria volontà ma per il solo far felici altre persone.
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yaellaharpe-blog · 1 month
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Batalla en Sefar en Tassili n'Ajjer,Argelia.
Battle at Sefar in Tassili n'Ajjer, Algeria.
(Español / English)
"El relato detallado de la escena de la batalla en Sefar en Tassili n'Ajjer, en el sur de Argelia, es una de las representaciones más vívidas y dinámicas del conflicto en el arte rupestre prehistórico del Sahara. Muestra personas en dos bandos opuestos, con arcos y flechas, y data del año 5000 a.C.
Tassili n'Ajjer es una vasta meseta en el sureste de Argelia, parte del desierto del Sahara, famosa por su arte rupestre prehistórico y su importancia arqueológica. Esta zona, que abarca más de 72.000 kilómetros cuadrados, es conocida por sus formaciones de arenisca, arcos y desfiladeros. El sitio contiene miles de piezas de arte rupestre repartidas en 15.000 sitios.
El arte rupestre encontrado en Tassili n'Ajjer se remonta al Neolítico, hace unos 12.000 años. Este arte ofrece una vívida ventana al pasado, que representa la vida y el entorno de los pueblos prehistóricos que habitaron la zona. Las pinturas y grabados rupestres muestran una amplia gama de temas, incluidos animales que alguna vez vagaron por el verde Sahara, como cocodrilos, elefantes, jirafas y ganado. También hay representaciones de actividades humanas como la caza o el baile.
Tassili n'Ajjer está designado como Patrimonio de la Humanidad por la UNESCO".
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As old as 5000 BC, a cave art battle scene from Sefar, Tassili N'Ajjer, Algeria.
The detailed account of the battle scene at Sefar in Tassili n'Ajjer, southern Algeria, presents one of the most vivid and dynamic depictions of conflict in prehistoric rock art from the Sahara. It shows people on two opposing sides, with bows and arrows.
Tassili n'Ajjer is a vast plateau in the southeast of Algeria, part of the Sahara Desert, renowned for its prehistoric rock art and archaeological significance. This area, covering more than 72,000 square kilometers, is known for its sandstone formations, arches, and gorges. The site contains thousands of rock art pieces spread over 15,000 sites.
The cave art found in Tassili n'Ajjer dates back to the Neolithic period, around 12,000 years ago. This art provides a vivid window into the past, depicting the life and environment of the prehistoric peoples who inhabited the area. The rock paintings and carvings showcase a wide range of subjects, including animals that once roamed the green Sahara, such as crocodiles, elephants, giraffes, and cattle. There are also depictions of human activities such as hunting or dancing.
Tassili n'Ajjer is designated as a UNESCO World Heritage Site.
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Sanzuwu/Yatagarasu (parte 1)
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Mi piace questo sottile paragone tra gli umani/youkai e il corvo/coniglio e quindi Sole/Luna,Yang e Yin (ricordate che il Maten Kyo e il Seiten Kyo sono le Scritture che dominano lo Yin e Yang rispettivamente, tanto che lo stesso Maten Kyo aveva un lignaggio demoniaco prima dell’Anomalia) ma la cosa che ha attratto la mia curiosità è l’ultimo disegno raffigurante lo Yatagarasu o più precisamente il Sanzuwu (三足烏). Sappiamo come nella Minekura molti concetti, storie, miti ecc. spesso siano fusi e con-fusi come in questo caso e dunque vi è la necessità di scindere i vari pezzi pertanto dividerò in due parti (si spera XD) questa analisi.
Origini
Prima di parlare di esso però voglio agganciarmi al mito cinese implicito nell'ultima frase di Ukoku, come si può notare si vede un corvo (o cornacchia più probabilmente considerato l'areale di distribuzione del Corvus macrorhynchos colonorum nell'area del sito neolitico della cultura Yangshao e del Corvus macrorhynchos tibetosinensis se consideriamo la sovrapposizione geografica col C.m.colonorum della dinastia Shang), dalle parvenze più della fenice Fenghuang che di un corvide, inscritto nel disco solare poiché nel mito cinese e in quello giapponese derivato dal primo il corvo/la cornacchia è legato al Sole. In Cina le prime testimonianze del corvo solare (lo chiamo così perché come viene di solito chiamata “corvo/cornacchia a tre zampe” non mi convince molto e ve lo spiegherò più avanti) risalgono già nel 5000 a.C. dove viene rappresentato come uccello totemico e pare che il luogo d’origine di questa figura è Shandong provincia costiera situata lungo la regione più orientale della Cina. 
Già nelle ceramiche neolitiche risalenti dal 5000 al 3000 a.C. troviamo la rappresentazione del corvo solare,detto anche Sanzuwu, nelle culture Yangshao e Longshan. Altre scoperte archeologiche nel villaggio Quanhu-chun (città di Liuzi-zhen, provincia di Shaanxi) rivelano la presenza di ceramiche su cui è rappresentato l’uccello totemico sulle cui ali spicca il Sole. Interessante notare come nella cultura Yangshao oltre al corvo solare gli è affiancato nella rappresentazione un rospo su una Luna crescente.
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Notare il corvo a sinistra e il rospo sulla Luna a destra rappresentati in questo dipinto trovato nel sito archeologico di Mawangdui. L'immagine è lo stendardo del corteo funebre dipinto su seta della dinastia Han occidentale trovato nella tomba Mawangdui Han di Xin Zhui, nota anche come Signora Dai (morta nel 168 a.C.), raffigurante il rospo lunare (in alto a sinistra) e il corvo solare (in alto a destra). Qua vedete lo stendardo nella sua interezza, notare come ancora sia presente quell'antica traccia tripartita del mondo (cieli, mondo umano e mondo di sotto o aldilà di sciamanica memoria).
Questa rappresentazione già antica di 7000 anni,continuò per altri 3000 anni fino a che l’uccello divenne un corvo (o cornacchia) dorato e la rana in un rospo,ritratto di un credo secondo cui il corvo è l’anima del Sole mentre il rospo l’anima della Luna.
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Sanzuwu, dal sito: https://baike.baidu.com/item/%E9%87%91%E4%B9%8C/1513627?fromtitle=%E4%B8%89%E8%B6%B3%E9%B8%9F&fromid=5475459
È molto probabile che il motivo del corvo solare e il mito dei dieci corvi (che spiegherò anch'esso più avanti) si siano originati col popolo Shang il cui mito proliferò dal sud fino alla provincia Fujian,da notare tra l’altro che il loro mito della creazione asserisce che essi siano nati dall'uovo dell’uccello nero.
Nel libro di Sara Allen, Shape of the Turtle: myth, art and cosmos in early China, si dice:
“There appears to be an association between the ten-sun tradition and southern China. It might be argued that this was not a Shang tradition retained in the south during the Zhou, but one which originated in the state of Chu – a number of Shang sites in the Chu region and the connection between Shang and Chu culture has been confirmed by archaeological excavation. The most extensive finds were from Tianhu in Luoshan County, just south of the Huai River in southern Henan Province well connected to the south.  The Zhou ruler claimed this title “wang” or king exclusively for the son of heaven tianzi  history, in the Shang Dynasty, the rulers of many states used this title and were recognized by the Shang ruler who was also called king (wang).”
Col passare del tempo il mito dei dieci corvi solari si trasformò in quello dell’unico corvo solare e questo avvenne quando la dinastia Zhou conquistò e dominò sulla dinastia Shang nel 1045 a.C. da dieci corvi si passò ad uno solo tant'è che lo stesso Mencio cita Confucio dire “Il Cielo non ha due soli,i popoli non hanno due re…” comunque a livello popolare la credenza e il mito dei dieci soli rimase. A livello folkloristico si diceva che i dieci Soli fossero appollaiati sui rami del gelso (genere Morus) chiamato Fusang, situato ad Est ai piedi della Valle del Sole e che quindi questo albero fungesse da luogo d’origine dei dieci Soli.
Per capire come mai il corvo/cornacchia è una figura importante devo fare un’introduzione alla religione Shang impermeata di elementi sciamanici, ritualistici e religiosi vari, quindi scusatemi se vi rompo le balle con queste digressioni ma sono utili per meglio capire queste cose (cara Minekura quanto mi fai “dannare” per separare i vari pezzi che sapientemente hai fuso e con-fuso XD, non è vero lo adoro!).
Religione Shang
La religione del popolo Shang è molto vasta e complessa in quanto unisce elementi vari quali cerimonie, teologia, dogmi, rituali, divinazioni, elementi sciamanici ecc. La prima cosa da tenere in mente è l’importanza e il ruolo rilevante che il culto degli Antenati, con relativi sacrifici, aveva nel popolo Shang. La genealogia regale conteneva 35 Antenati storici, che includeva sia i regnanti pre-dinastici che dinastici con le relative consorti. Ad essi sono associati i miaohao ossia i “nomi-templi” a cui sono dati offerte e rituali vari. Oltre a questi troviamo figure storiche che hanno svolto il ruolo di importanti ministri quali Huang Yin, Yi Yin, Xian Wu e Xue Wu e insieme a loro ci sono figure mitologiche i cosiddetti gaozu ossia gli “Alti Antenati” e sono Nao, Er e Wang Hai.
Non è semplice poter schematizzare la religione Shang, tuttavia è possibile farsi un’idea tramite la seguente suddivisione:
Dio (o Dei) supremo: Di
Dei cosmici: Fang, Dongmu, Ximu
Forze naturali: Sole, Luna, Stelle, Fulmine, Pioggia
Spiriti naturali: Tu, Yue, He
Antenati mitici: Nao, Ji, Wang Hai, Wang Heng
Antenati pre-dinastici: Shang Jia,Bao Yi, Bao Bing, Bao Ding, Shi Ren, Shi Gui
Antenati dinastici: Da Yi, Da Ding, Da Jia, Bu Bing poi basta perché non ne ricordo più, sono un bel po'
Consorti degli Antenati dinastici: Bi Jia, Bi Yi ricordo solo queste due
Ministri reali: Huang Yin, Yi Yin, Xian Wu, Xue Wu, Jin Wu, Mie
Come detto i rituali svolgevano un ruolo dominante, ma anche come, quando farli e quali tipi (tutto questo era inciso sulle ossa da oracolo) ad esempio i sacrifici prevedevano molti tipi di cose e i più comuni erano: cibo, vino, buoi, maiali, pecore e cani (curioso poi che fosse praticata anche la castrazione di questi animali, soprattutto dei maiali). Oltre a questi si aggiungevano animali selvatici catturati durante le spedizioni venatorie e i sacrifici umani (guerrieri catturati e il metodo usato per il sacrificio era la decapitazione). Lo ammetto che sono della forte idea che lo Sciamanesimo abbia svolto un ruolo fondamentale in tutto questo in quanto era necessario il contatto tra i vari mondi (Inferiore, di Mezzo e Superiore) e per farlo erano necessari riti e offerte varie ma bisognava anche effettuarli nel modo corretto come la tradizione sciamanica esige, che poi sia divenuta una religione pre-burocratica non lo escludo anzi come tutte le cose c’è sempre evoluzione.
I sacrifici di vino e animali avevano proprio lo scopo di influenzare le forze cosmiche al fine di ottenere vantaggi, il che è più che naturale e logico. Le divinazioni avevano poi come scopo ultimo quelle di poter far diventare il regnante deceduto un Antenato per poi accedere al Dio supremo Di il quale controlla tutte le forze cosmiche e naturali, quindi si arrivava a negoziare ed eventualmente a controllare tali spiriti, Antenati e forze. Ai gaozu erano sacrificati ad esempio i buoi (gli animali grandi erano da preferirsi a quelli piccoli), specie se bianchi perché rari ma anche altri animali di colore bianco e in certi frammenti ossei su cui erano incise le divinazioni anche “uomini bianchi”,ma il carattere cinese bai per alcuni è da intendersi come “cento”.
Lo so che c’è molto, moltissimo da dire ma è per dare un’idea molto generale di quello che era la religione Shang, ora torniamo al nostro corvo.
Perché il corvo/cornacchia?
Il corvo (o cornacchia) è associato ai re Shang e alla dinastia Shang in generale e sappiamo come i regnanti divenissero gaozu una volta morti e come il regno dei vivi e dei morti sia altamente connesso,poiché il morto continua ad esistere come Antenato (tradizione sciamanica). Il mito Shang parla dei dieci Soli, il gruppo che governava aveva una relazione totemica con tali Soli e questo mito è intrinsecamente legato alla cultura Shang. Sappiamo anche che i corvi sono appollaiati sui rami del Fusang, albero di gelso i cui frutti sono rossi o bianchi e nelle iscrizioni oracolari ossee si dice che da esso ci siano molte bocche da cui si appollaiano i Soli, curioso poi notare come il carattere cinese che indica l’albero significhi anche “supporto” a significare come esso funga da supporto per i Soli (non è infrequente nelle mitologie la presenza di un albero che sorregga qualcosa che è vitale per il mondo). Un’altra cosa interessante, leggendo le parole di Ukoku in merito al fatto che i corvi risiedano all'interno delle macchie solari, è un passaggio del Shanhaijing un testo classico cinese che descrive vari luoghi e culture in modo mitologico. In esso si dice: “All'interno dei Soli ci sono giovani corvi; nella Luna rospi.” Anche nelle tombe della dinastia Han (ben postuma alla dinastia Shang) troviamo i Soli con i corvi inscritti e la Luna col rospo, notare poi che i corvi hanno due zampe e non tre, tuttavia in alcune tombe vedremo già tre zampe. Anche nella cultura giapponese né il Kojiki né il Nihon Shoki menzionano che lo Yatagarasu ha tre gambe, e il primo riferimento allo Yatagarasu con tre gambe è Wamyō Ruijushō (un dizionario giapponese di caratteri cinesi.), scritto a metà del periodo Heian (intorno al 930), e si pensa che a quel tempo volta Yatagarasu venne identificato con il corvo solare (a tre zampe), un uccello mitico della Cina e della Corea, e divenne a tre zampe. È possibile che la credenza nell'uccello come messaggero degli dei, originariamente esistente nella mitologia giapponese, si sia fusa con la credenza cinese nell'uccello spirituale del sole.
Per oggi mi fermo continuo la prossima volta con la seconda parte.
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storiearcheostorie · 1 month
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Studi / Archeologia, datate le canoe neolitiche della Marmotta, (lago di Bracciano): hanno tra i 7.000 e i 7.500 anni e sono le più antiche d'Europa
Studi / Archeologia, datate le canoe neolitiche della Marmotta, (lago di Bracciano): hanno tra i 7.000 e i 7.500 anni e sono le più antiche d'Europa La ricerca, guidata dal Museo delle Civiltà, dall’Università di Pisa e dal CSIC, è pubblicata su PLoS ONE
Redazione Un gruppo di ricerca guidato dal Museo delle Civiltà, dall’Università di Pisa e dal CSIC ha datato cinque canoe neolitiche trovate in un sito sommerso nel Lago di Bracciano (Roma): hanno tra i 7000 e i 7500 anni. Si tratta delle uniche e più antiche canoe neolitiche d’Europa e le loro caratteristiche rivelano una tecnologia di navigazione notevolmente avanzata. Il lavoro pubblicato…
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adribosch-fan · 1 month
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Humanos se hacen "piercing" desde el Neolítico, dice estudio
Seres humanos del Neolítico ya se preocupaban por su aspecto y alteraban su físico por razones estéticas, según el estudio de miles de objetos. El “piercing” es una práctica milenaria que sigue siendo muy popularImagen: DW Ornamentos en esqueletos hallados en un cementerio de 11.000 años de antigüedad en el sureste de Turquía demuestran que los humanos han perforado sus cuerpos en prácticas…
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