Tumgik
#mutamenti
lubweird · 7 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
7 notes · View notes
copihueart · 3 months
Text
Pensieri di Primavera
BELLEZZA
Trovare le parole per descrivere la bellezza del mare d’inverno, la bellezza delle gambe delle donne nel loro guizzo festoso, il planare maestoso dell’aquila tra le vette, gli stormi luccicanti al sole nei loro vortici impazziti che disegnano traiettorie nei cieli, i colori lenti dell’autunno nel mischiare le foglie nei mulinelli dei venti, la neve quasi lucida di bianco nel suo modo di avvisare che stende la sua musica sulla terra. Gli occhi dispettosi della volpe che si aggira guardinga, il disunirsi del vento che trasporta con parsimonia le nuvole abbozzando figure misteriose nei cieli, le balene e i delfini che accarezzano le onde nella loro abissale leggerezza,
le braccia tese del salice che scende sulla morbidezza di certe bugie e la maculata betulla che ripete il suo disincanto.
La bellezza della luna con il suo naso freddo che si specchia nel lago e sciorina la sua veste d’argento, quel silenzio baciato del tramonto che occupa il nostro sorriso portandosi dietro ogni piccola nostalgia.
Quella bellezza che ti scalda e si stringe forte al tuo cuore, che vola con l’angolo d’una farfalla, nell’inclinazione sapiente dell’ape sul fiore, che brucia la terra nella fucina del sole, che si mimetizza nel viso di un bimbo che piange, che si ritrova e riconosce nell’abbraccio del seno di una madre che allatta. Che crea l’affetto tra le persone, nell’idea geniale dei ricordi del tempo trascorso insieme, come una nebbia rosa che si diffonde e mette a nudo le cose per quello che realmente sono; una stilla, un colore, un profumo, il salto delle acque e lo scorrere dei fiumi, il fischio di un treno in lontananza, quelle labbra carminio baciate di fretta nell’atrio di una stazione.
La bellezza sta nel mattino, nel respiro, nella corsa, nel silenzio sottile e profondo, negli occhi che continuano a turbarti, nella voce che s’insinua dolcemente, nella pelle che s’inclina al tempo, nel dolce tepore di una sera d’estate che ti avvolge con la sua gratitudine, in quell’abbraccio con le sue gemme che copre e protegge, nella pioggia che occupa lo spazio e ci offre ristoro, nelle spiagge che corrono veloci con le loro scie di sabbia e nel fuoco dei camini nel crepitare incauto della legna che si consegna e brucia.
Siamo noi la bellezza, gli occhi che s’incontrano e le anime perse che saltellano nel vuoto, senza più l’ingombro della memoria, siamo gli atti di amore, il benestare della ragione e la pazza follia, siamo l’unico desiderio e la speciale meraviglia, il tempo donato e il dissenso e il consenso, il pensiero sapiente e la luce, il tempo reale che suona la sua tastiera, il bello nella sfera del sole, l’abbaiare dei cani e l’ombra lontana d’un pettirosso che poggia sul ramo. Siamo quella ridicola tristezza che è piena d’incanto, quel gesto sfrontato e gonfio di boria che assomiglia ad un brandello di bufera.
Poi il mondo resta fuori, nei suoi colori incerti, nel profumo del caffè e la bellezza irrompe con la sua parte infantile, nel suo eterno gioco proibito e parla a bassa voce col vento, porta con sé i campi con le distese di lavanda, i fiori dell’arancio con la loro spezie, il nettare del corpo di una donna con la sua calligrafia e si diffonde con una memoria tutta sua nel tiepido acquazzone di una lacrima o nel festoso abbaglio di un sorriso e urla per avvertirci della sua presenza piacevole e la sua immagine scava l’orizzonte, in fuga come l’onda tra i frammenti di noi che lasciano le parole in pezzi lungo le strade, nella malizia del vischio inchiodato alle porte.
Così si crea una felicità così piena nella meravigliosa illusione che la bellezza sia anche bontà, una scia di zucchero, l’aroma del pane appena sfornato, nella casualità del volo e della brezza del cielo, nei raduni di stelle che non si può smettere di contare, nel dolore travolgente e nella forza dell’amicizia, perché la bellezza è vasta e contiene moltitudini e vive nelle cose tranquille, nei covoni di fieno, nei nitriti dei cavalli in corsa, nelle lanterne accese, nelle vele che accarezzano i venti sapienti, nella scia lasciata dalle navi e dagli aerei, nel sapore della cioccolata, nella misura delle gonne, nel colore del rossetto, nella frescura dei tessuti, nella larghezza dei sorrisi, nell’impellenza dei desideri, nello stupore dei sogni. Si rianima nella caduta e nella paura, nelle zone d’ombra dove non la sente nessuno, nelle mani che gesticolano, nei versi di un poeta, nella melanconia e nella tragedia. Potremo ritrovarla nel cielo notturno, nell’assenza di uno specchio, nelle innumerevoli imperfezioni e nei continui mutamenti, nella gentilezza rivolta agli altri, in una profezia che si, nel saldare avvera, nell’intenzione di chiudere un vuoto, nel saldare un vecchio conto solo con l’aria, perché la bellezza è ovunque, come un filone d’oro che scorre, basta saperla trovare.
0 notes
maurosempre · 30 days
Text
Tumblr media
Farò della parola tumulto e del tumulto schiuma d’onda. Saranno segrete lacrime liberate. E ne faremo destino.
Tu che hai trasformato ogni mio “dovevo” in splendidi “Puoi”.
Non c’è sfiorare senza mutare. E nel mutare sorridere. Questo è accettarsi. E sorridere al destino.
E anche se spigoloso ami il mio essere talvolta scoglio perchè è lì che il tuo tumulto d’onda ama infrangersi.
Forse solo chi sorride fa suo il proprio destino.
Tu che di me ami anche i mutamenti. Sorridi nel mio morire e rinascere in mille forme: sei sostanza, sei respiro dei miei mari lunari.
L’inquietudine derivante dal tedio. Ecco cosa uccide il desiderio. Spegnendolo.
Non temiamo il destino. Non ci tireremo indietro. Prima di essere schiuma saremo indomabili onde.
(Cesare Pavese - Schiuma d'Onda da Dialogo N°7 con Leucò)
6 notes · View notes
stefandreus · 2 years
Text
Stranezze indicibili
Avverto l'aria che muta,
non in senso fisico;
l'aria muta come se una pellicola vibrante
ci avvolgesse tutti, e le nostre coscienze
vengano turbate da forze elastiche
che ci spingono più a est o più a ovest...
ma noi restiamo lì
e la nostra testardaggine non ci premia
1 note · View note
ma-pi-ma · 1 month
Text
Tumblr media
A nascere son buoni tutti!
Persino io sono nato!
Ma poi bisogna divenire! Divenire! Crescere, aumentare, svilupparsi ingrossare (senza gonfiare)
accettare i mutamenti
(ma non le mutazioni)
maturare (senza avvizzire)
evolvere (e valutare)
progredire (senza rimbambire)
durare (senza vegetare)
invecchiare (senza troppo ringiovanire)
e morire senza protestare, per finire...
Un programma enorme, una vigilanza continua...
Perché a ogni età l'età si ribella contro l'età, sai!
E se fosse solo questione di età... ma c'è anche il contesto!
Daniel Pennac, Signor Malaussène, 1995
31 notes · View notes
falcemartello · 10 months
Text
Tumblr media
Dall’eco-ansia all’eco-razzismo
Di Marcello Veneziani
L’angoscia si esprime oggi in due modi: ego-ansia ed eco-ansia. Siamo angosciati per l’io e per il pianeta; di tutto quel che sta nel mezzo – persone, famiglie, società, nazioni, popoli, culture, religioni, civiltà, umanità – ci interessa sempre meno.
L’eco-ansia è la patologia dei nostri giorni, una specie di infiammazione ecologica. I malati più acuti sono i ragazzi, poi vengono i media e tutti gli altri; ma ne patiscono anche alcuni ministri. La nuova linea di discriminazione tra i buoni e i cattivi, gli insider e gli outsider, è quella: se ti affibbiano il marchio di negazionista ambientale sei fritto, come il pianeta; hai perso ogni rispetto, non puoi coprire alcun ruolo, devi solo nasconderti.
Ma cos’è l’eco-ansia? E’ un fenomeno non solo italiano ma occidentale, trae suggestioni dal movimento di Greta Thunberg, però non nasce dal nulla: alcune emergenze ambientali e climatiche toccano reali alterazioni dell’eco-sistema. Quanto però queste dipendano dai comportamenti umani è da verificare: alcune di più (per es. la plastica nei mari), altre assai meno (i mutamenti nell’ecosistema). E poco dipendono da singoli stati e singoli paesi, di modeste dimensioni, come il nostro. L’eco-ansia è divenuto improvvisamente ossessivo, monomaniacale, con un giacobinismo ideologico e un fanatismo patologico.
Ma la sua motivazione originaria, la salvaguardia della natura in pericolo, è sacrosanta. Ed è più coerente con una visione del mondo conservatrice e tradizionale, in cui è un bene primario la difesa, il rispetto e l’amore per la natura, a partire dalla natura umana. Il legame profondo tra l’uomo e la terra, le sue radici, il suo habitat, i suoi luoghi originari e identitari sorgono non a caso in una concezione della tradizione, nei suoi legami spirituali e biologici, naturali e culturali. A lungo questa visione della natura ha trovato come suoi avversari il capitalismo e il comunismo, il mercato globale e la pianificazione statale socialista, figli entrambi della rivoluzione industriale, e legati entrambi a una visione utilitarista, produttivista e antinaturale. Alla fine degli anni ottanta, in Processo all’Occidente, analizzai questo scontro tra la difesa della natura e i suoi nemici ideologici, sovietici e mercantilisti.
Poi con gli anni è avvenuto qualcosa: da una parte l’insensibilità verso i temi della natura in pericolo da parte di una “turbo-destra” liberista e ipermercatista, dall’altra la sostituzione di madre natura con la maternità surrogata dell’ambiente, termine più asettico che può valere per qualunque habitat, anche una fabbrica. Da lì nasce il ménage à trois fra eco-ansia, progressismo radical e capitalismo “eco-sostenibile”.
Il risultato che ne è derivato è questo ambientalismo allarmato, antinatura, ideologico e funzionale al nuovo capitalismo globale e allo sfruttamento del business ambientale. Al massimalismo ideologico e al suo profitto politico si unisce così l’eco-speculazione. La strategia pubblicitaria delle grandi aziende alimentari non vanta più le qualità dei prodotti ma il fatto che siano eco-sostenibili; vantano la loro buona coscienza ecologica oltre alla buona coscienza ideologica (gli spot con dosi obbligate di mondo verde, ma anche nero, gay e arcobaleno). Il pregio principale del prodotto è che non nuoce all’ambiente ed è ideologicamente conforme; non conta la qualità del cibo ma i rifiuti e gli effetti ideologici derivati. All’industria del food eco-sostenibile si è aggiunta la cosmesi e la moda eco-sostenibile; grandi marchi vendono vestiari, scarpe, creme eco-sostenibili. L’eco-sostenibile leggerezza dell’essere… Ma il core business dell’eco-ansia è nei farmaci, nella sanità e nelle cure psicanalitiche. Viene monetizzata l’ansia. Per non parlare della riconversione verde dell’industria e delle case, dei trasporti e dell’energia. Un business enorme sullo spavento diffuso e sulle nuove norme obbligate da adottare.
Sulla nuova pandemia chiamata eco-anxiety e sul suo target giovanile, ho scritto nel recente libro Scontenti. L’eco-ansia investe la salute mentale; vi si accompagna un disturbo psichico chiamato solastalgia, generato dal cambiamento eco-climatico. I sintomi e gli effetti dell’eco-ansia sono: attacchi di panico, traumi, depressione, disturbi da stress, abuso di sostanze, aggressività, ridotte capacità di autonomia e controllo, senso d’impotenza, fatalismo e paura, spinta al suicidio. E un grande senso di colpa ambientale. Il popolo degli eco-ansiosi reputa il futuro “spaventoso”.
Gli eco-ansiosi sono considerati malati virtuosi, i loro disturbi sono ritenuti lodevoli perché denotano sensibilità green. I colpevoli invece sono quegli adulti che hanno così malridotto il pianeta e non patiscono eco-ansia. L’umanità viene nuovamente divisa in buoni e cattivi, e dopo i no-vax, i no-war, ecco i no-eco: da una parte le vittime gli eco-ansiosi, dall’altra i negazionisti, gli eco-mostri, che minimizzano il problema da loro creato.
La follia ulteriore di questa drammaturgia ambientale è che non produce effetti concreti sull’ambiente: una volta esaltata la minoranza benemerita degli eco-attivisti e vituperata la minoranza maledetta degli eco-negazionisti, non viene fuori alcun risultato pratico in tema di degrado ambientale. Si è solo usata un’ennesima discriminazione ideologica per sostenere un nuovo, manicheo eco-razzismo da cui trarre profitto politico. Allo stesso tempo l’eco-ansia dirotta il mondo dalla realtà: l’incubo è il clima, concentriamoci sul riscaldamento globale, il resto è irrilevante o meno urgente. Non pensate più all’economia e alla politica, alla società reale e all’economia, alla famiglia e alle ingiustizie, alla disumanizzazione e alla fine della civiltà; è in ballo il pianeta da salvare. Tra l’io e il pianeta c’è di mezzo il vuoto; di quello spazio se ne occupa la governance globale. Voi pensate al clima, agli animali e ai ghiacciai, e al vostro io angosciato. Il mondo si va disumanizzando, ma il tema su cui concentrarsi è il clima. L’importante è salvare il pianeta; e se l’umanità è di ostacolo, salviamo il pianeta anche a prezzo dell’umanità.
55 notes · View notes
abr · 8 months
Text
Le parole sono importanti (cit.)
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori "assoluti" di per se le parole come gli atti non hanno.
Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). I cultori delle NEOLINGUE vorrebbero invece imporre significati artificiali cangianti, "più corretti", "adatti ai tempi che cambiano", al fine di influenzare i comportamenti mediante mutamenti del senso (tipo cartelli stradali).
Noi andiamo a cercare radici e significati autentici.
GLEBA: in latino è la zolla di terra, per traslazione é il campo, il fondo da coltivare. La SERVITU' DELLA GLEBA già in epoca tardo romana ("colonato" regolamentato da Diocleziano) e nel Medioevo era una figura giuridica diffusa che legava l'abitante del contado a una determinata area, a un terreno che NON possedeva.
Era una figura formalmente libera ma con obblighi da schiavo: indissolubilmente connesso alla zolla di cui era servo, al punto da esser venduto, con famiglia, assieme ad essa.
Il proprietario poteva multare il colono che uscisse dalla sua "gleba" senza permesso e anche stabilire in quali modi potesse utilizzare i compensi per i suoi servigi extra (la paga base era in natura).
SERVO DELLA GLEBA NELLA NEOLINGUA DIVIENE: "LA CITTA' IN 15 MINUTI".
Non avrete nulla - nemmeno figli - e sarete felici.
47 notes · View notes
curiositasmundi · 18 days
Text
Gli oltre sette mesi di massacri nella Striscia di Gaza hanno il volto di un intero territorio cancellato, di più di 35mila persone uccise di cui oltre un terzo minorenni, di quasi 80mila feriti e di oltre un milione e mezzo di sfollati. Il volto di un genocidio consumato sotto gli occhi di tutti e che nessuno, tra chi ne avrebbe l’autorità, può o vuole interrompere. Anche se l’operazione israeliana sta generando ripercussioni profondissime su tutto il Medio Oriente.
Vista attraverso gli occhi dei paesi dell’area  l’immagine si allarga e rende un quadro intricatissimo dalle mille sfaccettature. Dal rafforzamento delle formazioni che rappresentano il cosiddetto «Asse della Resistenza» al rischio di un’implosione di paesi come Libano ed Egitto, dalla destabilizzazione delle rotte commerciali in uno dei principali snodi marittimi mondiali ai mutamenti politici in seno a quella che viene definita la «Mezzaluna sciita». Il 7 ottobre del 2023 non ha cambiato soltanto il volto di Gaza o della Palestina, ma dell’intera regione.
[...]
È evidente che, escluso l’elefante nella stanza rappresentato dall’Iran, Libano, Siria, Yemen ed Egitto sono i paesi su cui la crisi in atto ha maggiori ripercussioni e al contempo quelli che hanno un impatto maggiore sulle dinamiche mediorientali. Tuttavia, non sono i soli. Soprattutto non è scontato che le cose rimarranno così. La volatilità degli avvenimenti a cui stiamo assistendo, infatti, è estrema: prova ne sia la morte pochi giorni fa del presidente della Repubblica iraniana Ebrahim Raisi e del ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian, che porterà l’Iran al voto di qui a poche settimane.
Ciò a cui stiamo assistendo è l’apertura (o meglio, la conferma sul campo) di una nuova fase per il Medio Oriente. Una fase che arriva dopo il tentativo di «normalizazione» a suon di guerre made in Usa di inizio secolo, dopo l’epoca delle primavere arabe, dopo quella della «pax israeliana» attraverso l’ombrello militare di Abramo. Una fase che certifica la morte di ogni prospettiva per così dire concertativa, basata cioè sulle relazioni e sul diritto internazionale. Una fase che al momento vede l’ascesa del cosiddetto «Asse della resistenza» sciita come unica forza in grado di portare una visione un minimo più larga dell’interesse singolo di ciascuno Stato, nell’incapacità dell’Unione europea di smarcarsi da una politica atlantica che da decenni allontana inesorabilmente le tre sponde del Mediterraneo.
7 notes · View notes
limoniacolazione · 1 month
Text
Nina corre nel bosco, sparisce nell'erba dei campi, riesce a stare su due zampe, sa giocare al riporto, dorme fino alle quattro. È docile e bella. Vanina è piccina, ma sa stare al mondo e sa quello che vuole e quello che no.
La guardo con occhi di madre e studio nei libri il significato di questo amore profondo che mi trascina come ciottolo nel fiume irruento.
La scruto, poi penso "sarò mica meno strega adesso che al posto d'un gatto nero ho un cane bianco?", ma subito mi rassicuro pensando che i cani tutti sono fini conoscitori dei mutamenti del campo magnetico terrestre e cacano sempre sull'asse nord-sud, non scegliendo volutamente mai quello est-ovest. Che razza di magia è mai questa?
12 notes · View notes
occhietti · 11 months
Text
A nascere sono buoni tutti...
Persino io sono nato!
Ma poi bisogna divenire. Divenire.
Crescere, aumentare, svilupparsi,
ingrossare (senza gonfiare)
accettare mutamenti (ma non mutazioni),
maturare (senza avvizzire),
evolvere (e valutare),
progredire (senza rimbambire),
durare (senza vegetare),
invecchiare (senza troppo ringiovanire)
e morire senza protestare.
- Daniel Pennac
34 notes · View notes
missviolet1847 · 1 month
Text
Il mondo cambiato dai ragazzi | il manifesto
25 aprile 2024
Il mondo cambiato dai ragazzi
Il corteo a Milano - Ansa
DENTRO IL CORTEO. No, non farò la cronaca della manifestazione, di cui peraltro non so neppure chi siano stati gli oratori ufficiali, perché a piazza del Duomo, pur essendo stata presente per sei […]
Pubblicato 14 ore fa
Edizione del 26 aprile 2024
Luciana Castellina, MILANO
No, non farò la cronaca della manifestazione, di cui peraltro non so neppure chi siano stati gli oratori ufficiali, perché a piazza del Duomo, pur essendo stata presente per sei ore nel corteo, non ci sono neppure arrivata, tanta era la folla che aveva riempito mezza città. Della redazione del giornale a Milano ce ne erano tantissimi, tutti dietro lo striscione del manifesto, fieri di aver dato alla consueta celebrazione milanese del 25 aprile, come fu 30 anni fa, uno slancio particolare. Scrivere spetta a loro.
Certo raccontare mi sarebbe piaciuto, perché a un evento così non capita sempre di partecipare. È stata infatti una manifestazione non solo enorme, ma partecipata nella sua stragrande maggioranza da una generazione nuovissima, mai vista prima: dai 15 anni (tanti studenti medi) ai 25, proprio giovanissimi.
È davvero un fatto politico nuovo: in particolare sulla guerra, ma non solo, i ventenni tornano ad affacciarsi sulla scena. Credo sia perché avvertono che siamo ad un mutamento epocale del mondo e sono spinti a mobilitarsi. A modo loro, naturalmente. Sono allegri, lungo il percorso a migliaia hanno ballato al ritmo della formidabile musica installata sull’enorme carro dell’Arci e offerta dal suo famoso circolo La Magnolia.
Chi sono? Per chi votano? O meglio, vanno a votare? Non lo so, i più non erano nemmeno aggregati attorno a bandiere che esibiscono l’appartenenza, sciolti. A guardarli mi viene ancora più da ridere di quanta ormai me ne viene il lunedì sera quando La7 comunica i dati del settimanale sondaggio: Fratelli d’Italia +0,07, PD -0,02, 5S o Calenda cifre di analoga rilevanza. E poi nella settimana successiva tutti i politologi impegnati a spiegare i profondi mutamenti della società italiana a partire da quegli zeri, senza nessuno che ci informi davvero su cosa pensa il 60% di giovani che pure nella politica si impegna.
Scrivo, comunque, perché a questa giovane forza politica emergente, vorrei raccomandare due cose:
1) state attenti oltre che al fascismo ufficiale, anche all’antifascismo sbandierato da chi se ne serve come copertura per proprie assai simili magagne. Non faccio nomi, ma consiglio di fare attenzione.
2) credo sia utile ricordare sempre che la guerra partigiana italiana è stata assai diversa da quella di molti altri paesi occupati dai nazisti.
La più parte di loro, a cominciare dalla Francia e dalle monarchie nordiche, hanno combattuto con le spalle coperte dalla legittimità dei governi che erano stati sconfitti e in nome dei quali la Resistenza del paese combatteva. In Italia i nostri ragazzi sono andati in montagna senza sapere cosa davvero fosse la democrazia e l’antifascismo, e senza nessuno che coprisse loro le spalle. Un azzardo incalcolabile. Ecco, oggi ce ne vuole altrettanto per fare quanto è indispensabile: cambiare il mondo. È difficile, lo so. Ma stasera sono così ottimista che penso ce la potranno fare.
( senza se e senza ma... con gli studenti che hanno manifestato)
# manifestazione 25 aprile 2024 Milano
#Giovani studenti
# Luciana Castellina
15 notes · View notes
ophelia-northwood · 2 months
Text
Ophelia&Helyas
chapter i
"il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna"
Era una notte buia quella che investiva Londra. La vita però non si era ancora, completamente, rintanata tra le mura domestiche, qualcuno si ostinava a bighellonare in qualche pub tra le note rimbombanti delle casse stereo ed i boccali di birra che tintinnavano tra loro come avevano già fatto la prima volta.
Ma la vita scorreva in tutta naturalezza, ignorando, forse deliberatamente, il respiro del male che pure strisciava nel medesimo buio.
Era un mondo, quello lì, diviso in maniera netta. Da una parte si ergeva il bene e dall'altra si annidava il male, le uniche zone grigie erano costituite dagli esseri umani che chiudevano gli occhi e si rifiutavano di vedere, intenti nella perenne oscillazione senza giungere ad una tregua.
Ophelia Northwood faceva parte di quella porzione di universo nascosto che combatteva l'oscurità giorno per giorno, scongiurando la morte e le atrocità che i demoni perpetravano sulla Terra.
Attendeva con le mani nelle tasche di un elegante cappotto azzurro pastello, i lunghi capelli biondi scendevano morbidamente sulle spalle in ordine impeccabile. Era lì da appena qualche minuto, le era stato spedito l'ordine per una nuova spedizione sebbene, in un certo senso, non si sentisse così entusiasta di prendervi parte.
La muoveva un motivo del tutto personale che aveva tentato di sopire con una puntualità assoluta. Quella missione avrebbe dovuto svolgerla insieme ad Helyas Baskerville e non ci sarebbe stato proprio nulla di strano, se solo non fosse stato che, quell'uomo sarebbe un giorno diventato il suo sposo.
Helyas e Ophelia si erano scambiati a stento qualche parola, non avevano mai avuto molto da condividere se non lo stupore per la notizia del loro fidanzamento ufficiale saltata fuori senza preavviso. Da lì in poi le occasioni per frequentarsi e scoprire reciprocamente qualcosa dell'altro si erano fatte via via più complesse da gestire ed era regnato sovrano un tacito silenzio come se, evitarsi avrebbe lenito ad Ophelia l'imbarazzo di trovarsi l'uno di fronte all'altro e forse chissà rendere sempre più intangibile quel futuro prossimo di cui né l'uno né l'altra aveva avuto facoltà di esprimere un'opinione.
Funzionava così nella società dei cacciatori, era essenziale proteggere i marchi e preservarli dai mutamenti del tempo affinché quella guerra perenne avesse ancora una chance di essere vinta. Persino uno sospeso nella zona grigia come quello che si portava lei addosso.
Ophelia mosse qualche passo solo quando riconobbe la figura di Helyas poco lontano. Si trovò, solo in quell'istante, a domandarsi se anche lui avesse vissuto con lo stesso disagio scoprire che sarebbe stato costretto in missione proprio con lei o se invece non gli fosse interessato affatto. E tra l'una e l'altra possibilità, Ophelia si scoprì a non saper decidere quale fosse la peggiore.
Ad ogni modo lo raggiunse e con la solita spontaneità, Ophelia si trovò a schiudere un sorriso leggero.
«Buonasera Helyas!»
 «Andiamo?»
Tumblr media
@ash-t0-ash
7 notes · View notes
fashionbooksmilano · 1 month
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
L'uniforme borghese
collana Idee di Moda n° 2 a cura di Grazietta Butazzi e Alessandra Mottola Molfino
DeAgostini, Novara 1991, 184 pagine, 13,5x21,5cm, ISBN 97 888 402 92298
euro 18,00
email if you want to buy [email protected]
…Tutti quei signori si rassomigliavano, le basette abbondanti sfuggivano dai grandi colletti duri, ch’erano sostenuti dalle cravatte bianche con l’orlo di trina ben spiegato. Tutti i panciotti erano di velluto col risvolto a scialle; tutti gli orologi portavano in capo a un lungo nastro qualche sigillo ovale di corniola; e ognuno teneva appoggiate le mani sulle cosce, abbassando con cura la forca dei calzoni, ch’erano di panno lustro e brillavano più del cuoio delle grasse scarpe…(G. Flaubert, La Signora Bovary, 1857).
La moda come sintesi di una mentalità, come rappresentazione di un comportamento è questo il filo conduttore dei dodici volumi della collana Idee della Moda che si propone un’approfondita analisi del fenomeno moda attraverso i mutamenti psicologici, sociologici, estetici. Saggi redatti da storici della moda e del costume individuano di volta in volta i motivi, i temi, i soggetti, i percorsi essenziali che segnano e permettono di leggere l’evoluzione dei ruoli, femminile e maschile, attraverso quelle trasformazioni. Un corredo iconografico selezionato e un pertinente commento didascalico guidano a una ricostruzione per immagini dei temi proposti.
02/05/24
6 notes · View notes
nineteeneighty4 · 6 months
Text
Questo gelo lo capisco. È quasi inverno e deve fare freddo . Il vento vuole farsi sentire, soffia forte. Piega gli alberi, porta via le foglie, prende le nuvole per mano e le invita a danzare davanti al sole. Ci lascia inermi per strada, impreparati ad ogni folata con la voglia di raggomitolarci sotto le coperte, o di sorseggiare il christmas tea tra un capitolo e l'altro di un libro. La gente, invece, dimentica la bellezza. Vorrebbe che fosse sempre estate per andare al mare e vivere in spiaggia. Per uscire e fare baldoria. Proprio non ce la fa a starsene zitta, ad osservare i mutamenti, senza recare disturbo.
10 notes · View notes
Text
Tumblr media
PERCEZIONI - di Gianpiero Menniti
MUTAMENTI
È la notte a suggerire le forme.
13 notes · View notes
scienza-magia · 1 month
Text
La caccia alle streghe
Tumblr media
Non c’è nessun dubbio che la caccia alle streghe fu una immane tragedia che causò la morte di un altissimo numero di donne a causa del fanatismo religioso di quel periodo storico. Nel 1484 Papa Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes conferì a due predicatori domenicani Sprenger e Kramer il compito di perseguitare e colpire le persone accusate di stregoneria. Iniziò così la caccia alle streghe. Secondo i due predicatori domenicani tedeschi autori del “Malleus Malleficarum” ovvero “Il martello delle streghe” la maledizione delle streghe consisteva oltre che nelle loro conoscenze del mondo invisibile e sovrannaturale nei rapporti sessuali che esse instauravano con il diavolo e con i demoni. In quel periodo storico esisteva la convinzione che le streghe fossero una minaccia per la collettività. La sessualità e le arti magiche delle quali le streghe erano considerate esperte conoscitrici erano per gli inquisitori gli elementi sovvertitori della società che determinarono. In questo articolo cercheremo di comprendere quali furono le cause che determinarono la crudele e folle caccia alle streghe. Prima di intraprendere tale compito ed elencare tali cause riteniamo opportuno precisare che la maggior parte delle donne mandate sul rogo come streghe erano innocenti. Del resto quando si scatenano le psicosi collettive la maggior parte delle persone che in tutte le società , la paura del diavolo ne fanno le spese sono assolutamente innocenti. Detto ciò elencheremo le cause della caccia alle streghe: la misoginia la paura delle streghe la paura del diavolo la ricerca di un capro espiatorio individuale collettivo i mutamenti del sistema giudiziario e il fanatismo religioso degli inquisitori. Cominceremo col prendere in considerazione la misoginia predominante nel periodo storico in cui avvenne la caccia alle streghe. Gli autori del Malleus Malleficarum mettono in evidenza che secondo l’Antico Testamento fu la prima donna Eva a causare la caduta nel peccato del genere umano. I due autori del Malleus mettono i mostra una misoginia senza limiti come dimostrano le parole da essi scritte in tale libro: “Se non ci fossero le malvagità delle donne anche senza parlare di stregoneria il mondo rimarrebbe spoglio di innumerevoli pericoli”. Ma Spengler e Kramer non erano gli unici a cadere nella misoginia in quel periodo storico, infatti dobbiamo mettere in evidenza che da parte dei teologi di quel periodo storico pensavano che la donna in quanto discendente di Eva era “Ianua peccatorum” ovvero porta di tutti i peccati. Il dio che emerge dalle pagine del Malleus è un dio intollerante fino all’inverosimile verso qualsiasi forma di deviazione dell’ordine vigente. Purtroppo dobbiamo dire che la quasi totalità dei teologi di quel periodo storico erano caratterizzati da un odio verso il mondo femminile elevato alla ennesima potenza. Tali teologi ed inquisitori esprimevano molto spesso giudizi molto negativi intorno alle donne per il semplice fatto che Eva aveva ceduto alle tentazioni del diavolo nel Paradiso Terrestre. Sempre nel Malleus Malleficarum troviamo altre parole molto offensive e misogine nei riguardi delle donne . ” Le donne già per il loro corpo sono preferite per la prostituzione diabolica.” Da quanto abbiamo detto finora appare evidente che il concetto di donna che era presente nella mente della maggior parte dei teologi e degli inquisitori era intriso di odio e di disprezzo nei riguardi delle donne considerate una facile preda delle tentazioni del diavolo. Certamente tale misoginia annebbiava la mente della maggior parte se non di quasi tutti gli inquisitori che non avevano di conseguenza l’obiettività per giudicare in maniera realistica le donne accusate di stregoneria. Un'altra causa importante della caccia alle streghe può senza dubbio esser la fortissima paura delle streghe che esisteva in quel periodo. Tale paura non riguardava solo i componenti delle classi sociali che detenevano i vari tipi di potere ma anche gli individui che facevano parte del popolo. D’altra parte la paura delle streghe è riscontrabile in tutte le società che credevano all’esistenza di tali donne. Per fare degli esempi concreti riteniamo opportuno citare la Mesopotamia, l’antica Grecia Roma e la Persia tutte società queste delle quali esisteva una grandissima paura nei riguardi delle streghe. Tale paura determinò anche la formulazione di leggi molto severe che colpivano le persone che praticavano la stregoneria a tale riguardo basti pensare al codice di Hammurabi che applicava la legge del taglione a quelli che usavano la magia per danneggiare terze persone. Anche nelle XII tavole base del diritto romano esisteva una legge che colpiva le persone che danneggiavano altri utilizzando mezzi magici. Un’altra causa molto importante della caccia alle streghe fu senza dubbio la grandissima paura che gli uomini di quel periodo storico avevano del diavolo e dei vari demoni che obbedivano ai suoi ordini. Gli uomini del medio evo e quelli dell’età moderna erano convinti che il diavolo potesse interferire continuamente e pesantemente nelle vicende degli esseri umani in vari modi. Ad esempio molto temute erano le possessioni demoniache anche perché anche la Bibbia nel Nuovo Testamento citava diversi casi di possessione demoniaca. A tale riguardo ricordiamo che sia Gesù che gli Apostoli dovettero liberare degli indemoniati più di una volta dovettero liberare dal potere del diavolo. Ma la paura nei riguardi dei demoni non si limitava alle possessioni dal momento che si pensava che il diavolo con la collaborazione delle streghe potesse causare ogni altro tipo di problemi agli esseri umani. Altra causa di grandissima importanza della caccia alle streghe fu la continua ed esasperante ricerca di un capro espiatorio per spiegare gli eventi catastrofici che molto spesso colpivano l’umanità nell’era medievale e in quella moderna. Sia che si trattasse di eventi catastrofici a livello collettivo sia a livello individuale. Dobbiamo dire che purtroppo molto spesso le streghe divennero il capro espiatorio di tutti gli eventi catastrofici che si verificavano in quel periodo storico sia a livello collettivo che a livello individuale. Se prendiamo in considerazione gli eventi disastrosi che colpirono la collettività attribuiti all’opera delle streghe non possiamo fare a meno di citare le carestie le epidemie di gravissime malattie le guerre e i terremoti. Invece per quel che riguarda gli eventi catastrofici che colpivano singole famiglie o singole persone attribuiti molto spesso ai poteri delle streghe non possiamo fare a meno di citare le gravi malattie le morti improvvise la morte del bestiame la distruzione di un raccolto per avverse condizioni atmosferiche e qualsiasi altro avvenimento negativo che colpisse i singoli individui o piccole comunità quali ad esempio le famiglie. Quando accadevano questi eventi l’odio popolare si riversava sulle persone considerate streghe che o venivano consegnate alle autorità per essere processate o venivano addirittura linciati da persone inferocite ed arrabbiate. Come sanno tutti i sociologi e gli psicologi sociali quando una persona o un gruppo sociale diventano i capri espiatori di qualcuno su tali capri espiatori su riversa una incredibile e violentissima aggressività distruttiva. Un'altra causa non trascurabile della caccia alle streghe fu il mutamento del sistema giuridico in quel periodo storico mutamento veramente tragico che portò alla legalizzazione dell’uso della tortura per ottenere una confessione di colpevolezza da parte delle persone considerate streghe nonché per estorcere i nomi degli ipotetici complici. Non riteniamo opportuno citare in questa sede tutte le torture che venivano utilizzate contro le streghe ma preferiamo limitarci a citarne due molto crudeli e spietate ovvero la sedia della strega l’ordalia. Per quel che riguarda la prima in Germania molti tribunali erano soliti usare la sedia della strega cioè una sedie di ferro resa incandescente sulla quale veniva fatta sedere l’imputata. Molto usata era anche la pratica dell’ordalia tortura che consisteva nell’immersione con i polsi e le caviglie legate in una fonte d’acqua della presunta strega. Se la donna fosse stata rifiutata dall’acqua ciò avrebbe confermato la sua colpevolezza se invece fosse affondata ciò avrebbe dimostrato invece la sua innocenza. Il problema era che il più delle volte le donne che erano sottoposte a tale tortura annegavano in maniera atroce. Queste torture e molte altre ancora erano usate esclusivamente per il reato di stregoneria poiché questo era considerato il più spregevole dei crimini . Prof Giovanni Pellegrino Read the full article
3 notes · View notes