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#materni
un-intruso-nel-mondo · 8 months
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Stavo cercando di fare un resoconto di questo mese passato in Calabria e nel cercare di scegliere un momento o più passati in serenità, la mia mente, nonostante io la sforzi di dire "i tardi pomeriggio passati seduto sulla riva del mare a pensare e ammirare l'orizzonte da solo durante il relax post corsetta", non ce la fa. Si fissa solo sul pensiero dei nonni sopratutto ho quel ricordo nel vedere loro mangiare pesce con gusto, gioia e bontà. Son quei momenti che vorrei rivivere nel vederli sereni e allegri, nello stare assieme. Ho sempre questa paura di perderli, perchè già è dura vederli una volta l'anno, in più quando ci sono gli anni, i malanni e gli affanni (come dice sempre nonno) è tutto più difficile. Ieri come ultima cosa al nonno ho detto non farmi brutti scherzi, miraccomando! perchè il suo peggioramento di salute dopo l'essere stato ricoverato in terapia intensiva l'anno scorso, si nota e preoccupa.
Ah e un'altro ricordo felice è quello di avergli cucinato la carbonara tanto richiesta perchè a me piace di più come la fai tu rispetto a come la fa nonna (tra l'altro per intenderci io e lui ci facciamo sempre il segno del pollice in su per dire che va tutto bene e si sta gradendo). E' stato forte riuscire a cucinare parzialmente nella cucina da nonna perchè quello è il suo regno e nessuno ci deve entrare ahaha e ridere nel vederla uscire ed entrare venti secondi dopo (perchè di più non sapeva trattenersi) era buffissimo.
I miei adorati nonni...che a volte mi domando se percepisco l'amore grande che nutro per loro❤️
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lukefirewalkerwlw · 2 years
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❤️ #nonnimaterni #festa dei #nonni #materni #nonno #marco #nonna #grazia #2ottobre #festadei nonni (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CjNu5slBk8E/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Louisiana Senator Bill Cassidy: Our Maternal Death Rates Are Only Bad If You Count Black Women
"As conservatives across the country wage war on reproductive rights, demanding by law that women be forced to carry any pregnancy to term, regardless of the circumstances, they frequently (slash always) like to forget that they do absolutely nothing to support these people during said pregnancies or after. Mississippi, for example, where abortion will immediately become illegal if Roe v. Wade is overturned, has the highest rate of child poverty in the country and recently rejected a bid to extend postpartum Medicaid coverage. And in Louisiana, which has a similar trigger law that will go into effect upon Roe being reversed, maternal mortality rates are among the worst in the nation. But according to GOP senator Bill Cassidy, the rate at which women die during pregnancy or shortly after is not as bad as it seems—if you subtract the deaths of Black women, which apparently don’t count.
In an interview with Politico, the following words came out of Cassidy’s mouth: “About a third of our population is African American; African Americans have a higher incidence of maternal mortality. So, if you correct our population for race, we’re not as much of an outlier as it’d otherwise appear. Now, I say that not to minimize the issue but to focus the issue as to where it would be. For whatever reason, people of color have a higher incidence of maternal mortality.”
There’s a lot to unpack here. Let’s start with the idea that Cassidy—who wants to defund Planned Parenthood is all, Yes, on its face, our maternal mortality rates are abysmal, but if you only count white women, they’re not that bad! Then there’s the phrase “for whatever reason.” In fact, there is one very big reason in particular— perhaps you can take a guess? “It’s no mystery why maternal mortality rates are so high among Black women,” Michelle Williams, the dean of Harvard’s School of Public Health said in response. “They are high because of the devastating impacts of structural racism and individual bias.” As Politico notes, Black mothers are three times more likely to die from a pregnancy-related cause than white mothers in the U.S., which has the worst mortality rate among developed nations and where “17 mothers die for every 100,000 pregnancies in the country.” In Louisiana, Black mothers are four times as likely to die than white mothers.
Asked what how Roe v. Wade being overturned would affect maternal mortality rates, Cassidy dismissed the question. “If we’re using abortion to limit maternal deaths, that’s kind of an odd way to approach the problem,” he said. That, of course, is total bullshit. As NBC News reported earlier this month, “Research suggests the bans and restrictions would have manifold effects on maternal health. For one, if more pregnant people can’t get the abortions they seek, they’d shoulder the risk of the U.S.’s relatively high—and rising—rate of death from pregnancy-related causes, which is particularly elevated among people of color.” As Dr. Amy Addante, an ob-gyn in Illinois, bluntly put it: “There are going to be women that will die from pregnancy because of this decision, period.”
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Me: *holding yellow guy* this is my son
Red Guy: he's in his 30s your barely grown-
Me: shhhh my son
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sewgeekmama · 5 months
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Why I Wanted to Know My Baby's Gender Early
A good friend of mine is pregnant and is keeping the gender a surprise until the end. She said she did the same with her son and really enjoyed it. I was on the opposite end of the spectrum and found out my baby’s gender at just ten weeks with the Materni-T21 test. I couldn’t wait one second longer than I had to! I Couldn’t Wait to Know My Baby’s Gender I’ve never understood waiting. The moment…
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pinkxtrauma · 8 months
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If your muse is under 21 and troubled, Ki is now their fun auntie whether they like it or not.
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onoranzetriolo · 1 year
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è mancato Domenico Briganti
è mancato Domenico Briganti
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klimt7 · 1 month
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C'è la vita che viviamo, e poi ai lati ci sono spazi immensi, nei quali non mettiamo mai piede.
Perché?
Perché ci costringiamo a rinchiuderci nello spazio angusto e breve delle nostre abitudini mentali e della nostra pigrizia intellettiva?
Perché non preferiamo fare un passo da parte, rompere il sentiero battuto, cambiare direzione e prospettiva? Perché non vogliamo mai lasciare il gregge?
Io lo faccio fin da bambino, allenato e spronato dai nonni materni che ho avuto.
Uscire sotto la luna, nel giardino-cortile dei nonni. È così che ho sfidato fantasmi e incubi notturni. Quelli stessi che si affollavano nei miei sogni inquieti. E così ho iniziato a farlo nonostante la paura del buio, per sfidare il mio stesso panico, il disorientamento che ti da l'oscurità, il cuore in gola per i rumori sospetti al di lá della siepe.
E crescendo mi sono ritrovato sul terreno dei margini, dei bordi, con l'intenzione di sfidare i limiti, con pensieri insoliti e ribelli.
Il mio approccio alla poesia ha sempre avuto questa qualità rischiosa. Il rischio di non essere compresi.
Perchè dentro di me, abitava il desiderio di un’esperienza diretta, personale, tattile, quotidiana e travolgente.
Perché mi importava cosa arrivava e di come si sentiva la mia pelle. Di persona.
Era il desiderio di scoprire terre incolte, angoli sparsi, limiti e contorni, come se stessi accarezzando il mondo e, attraverso questo atto, ricrearlo daccapo!
Mi ha sempre attanagliato la curiosità, il bisogno di stare attento e di sperimentare in prima persona, evitando nozioni teoriche e astratte. Mi sono concesso il privilegio di scoprire l'universo come lo guardassi per la prima volta.
Occhi innocenti e mente da esploratore!
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occhietti · 10 months
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Si andava al mare e si restava
tre settimane, forse un mese.
Si passava la giornata a desiderare di fare il bagno, a supplicare gli adulti, a negare di aver mangiato; ci si buttava in mezzo alle onde monitorati dallo sguardo di sbieco di qualche genitore sulla riva; si calciava la marea con gli stinchi, fino a fare male. E quando si beveva l’acqua salata, per il dispetto di qualche altro bambino, il desiderio di vendetta durava non più di qualche secondo e comunque da lì alla seconda onda spumosa. I piedi bruciavano dal lettino alla riva e si correva verso la battigia con le urla e i richiami che si sperdevano alle spalle e si dissolvevano fra gli stabilimenti.
Il lettino era una conquista da adulti, i bambini potevano solo sedersi a terra, sopra a un telo che si riempiva di sabbia. Lo scrollavano le madri lamentose, con i granelli che volavano via con il vento e che andavano guidati, lontano dagli occhi, dalle borse appese agli ombrelloni, dagli altri. I ghiaccioli si scioglievano a toccarli con le labbra e sgocciolavano sulle dita dei piedi, diventando colla colorata da lavare a riva. Si scavavano buche per trovare l’acqua e a volte si trovavano conchiglie dure, da farsi male, spezzarsi le unghie. Non si smetteva di cercare, si continuava con l’altra mano.
Le regole erano chiare e sicure: tre ore lontano dai pasti ogni bagno, al primo richiamo risalire, al calcio balilla non frullare, non allontanarsi mai. Solo l'ultima non rispettavo e mi chiamavano al microfono con il mio nome o, se proprio non tornavo, con il colore del mio costume. Era bello parlare con gli adulti sdraiati che facevano finta di comprare le conchiglie che si andava a vendere, tutte, anche quelle più brutte o spaccate. Accadeva il miracolo semplice dello scambio, il segreto incontrovertibile nell’atto: io che davo e qualcuno che prendeva e ridava indietro, senza condizione. Io ho qualcosa da darti e tu lo prendi. Ho un’acqua e tu una sete.
Il tempo non c’era, non esistevano i giorni che consumano, esisteva la luce per andare in spiaggia, la penombra per rientrare e il buio per girare sui marciapiedi gremiti, con l’odore delle creme degli altri e i salvagenti appesi nei negozi illuminati al neon.
A un certo punto, si preparavano le valigie si lavavano bene le posate della casa e si andava via, dopo avere riconsegnato le chiavi a un’agenzia con la vetrina spoglia. Il viaggio del rientro era lungo, fatto di nausea, di aria che usciva tiepida dai bocchettoni della macchina stipata. Il cane boccheggiava con la lingua fuori a tratti e mia nonna teneva stretta la maniglia alla sua destra, in alto, come se dovesse cadere da un momento all’altro.
Era il segno che l’estate stava finendo, i compiti delle vacanze erano stati fatti per metà, ci sarebbero stati altri pomeriggi, nella penombra del soggiorno, a casa dei nonni materni, con mia nonna a riposare nella stanza accanto o a farsi fare la tinta dall’amica Vera, con l’odore forte di ammoniaca in cucina.
La vita era davanti e si poteva aspettare, senza morirsi addosso, trattenere il respiro fino al primo temporale a segnare una nuova stagione, la seconda delle uniche due. Si poteva aspettare l’inverno come non fosse una fine, un ridursi, un passare.
Era il tempo fisso dell’infanzia, con i volti eterni, per sempre fermi sulla battigia a tenere il telo ad asciugare. Si poteva credere ricominciasse tutto da capo, nel suo cerchio, in eterno identico. Attendere ritornasse il presente caldo, il presente vacanziero, ma attenderlo d'inverno... come fosse un futuro.
- Beatrice Zerbini
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danthropologie · 23 days
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https://www.tumblr.com/danthropologie/747080251348320256/one-of-the-mechanics-leaving-a-kiss-on-daniels?source=share
thats the tiny car kissing mechanic AKA marco materni, he did the same before every race to pierre's car too 🙏
when did he join the team? and by that i'm asking was he there and did he do that when pierre won monza or only in his flop era? cause if it was only the flop era.......sir we need to talk.
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immersa-neiricordi · 7 months
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I parenti materni : 🥰💞🥳✨😇☀️
I parenti paterni : 🤮💩🐍🐽🧿😈
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umi-no-onnanoko · 3 months
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Voglio sapere la 21 ❤️
🐚.Racconta un tuo ricordo felice?
Ricordo quando avevo appena iniziato il liceo e i miei nonni materni abitavano in città che con i miei e mio fratello andammo la domenica a pranzo da loro e mentre mia nonna preparava io studiavo latino con mio nonno che mi aiutava a ripetere oer l'interrogazione del giorno dopo, poi ricordo il sapore del dolce alla fragola, la passeggiata in città in chat con loro, mamma e mio fratello per poi rincasare e mangiare la macedonia di frutta. Ricordo le risate, il calore ed il profumo alle rose di nonna, la liquirizia data da nonno ed il sole estivo.
Grazie della domanda.
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masquenoire · 15 days
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“I used to take care of stray cats and dogs when I was a child, I built my first PC when I was 14, and I visited Rome when I was 12 years old.” @question-marked (Detective AU)
Send me two truths and a lie about your muse, and I’ll guess which is which!
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Roman almost smiled, leaning forwards over the table with growing interest as he saw Edward standing first in line with his series of questions. Hard to believe that not so very long ago, the two of them had been at each other's throats. Quite literally in some cases, united only in their hatred for Batman but now things were more cordial between them, and Roman was left thinking about what he remembered about the other man.
"You mentioned once about having a nonna and nonno... you're like me, having roots in another country but ended up stuck in this crapheap of a city for some ungodly reason. I think you did visit Rome with your nonni materni back when you were 12." He wasn't 100% certain, but he was fairly certain of it. Edward spoke highly of his grandparents and chances are he did get taken to the capital of Italy when he was a boy, back when things were simpler and more innocent. "You've always been a softy even when you were running around Gotham getting up to no good... so I think you fed strays when you could as a kid. You didn't have a mean streak as wide as Penguin's ass, never did even before Arkham got it's grips into you. So I think the lie is... that you built your first PC when you were 14." Not because Roman thought Eddie was a dumbass. Hell, he was probably a bright kid given the kind of man he turned out to be, but he always said his dad was a piece of shit and there was no way the old man would fork out the cash for something as pricey as a PC unless Eddie's grandparents paid for it, which seemed unlikely given what he remembered about them passing before their grandson was old enough to move out of his deadbeat of a dad's apartment.
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Crying in bed I got this memory when I was in 2nd grade I wanted this slime monster toy thing with eyes it was from the 99 cent store and I begged my mom for us to go get it so we did she drove her boyfriends car and she didn’t have a license and we got it and then on the way back she got pulled over and the car got towed and then when we got back home she fought with her boyfriend so hard and I remember he left after and I came into the living room crying and sat next to her and she asked me why are you crying stop crying ok that’s it bye
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vecchiodimerda · 1 year
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La
realtà è che non avendo cantieri da guardare al buio, ecco che posso addossare la colpa della pioggia di ricordi a @2delia che invece non c'entra molto, a parte l'aver scritto la parola Ferrara. Che poi non è Ferrara.
È Al Miar (Migliaro), Miarin (Migliarino), la Massa (Massafiscaglia), Codgor (Codigoro) e Ustlá (Ostellato). Terre avare, sudate d'estate, gelate e nebbiose d'inverno. E la vecchia casa dei nonni devastata dall'umidità, eppure luogo magico, aia compresa.
A fianco della casa c'era il Pular (Pollaio) e attaccato al Pular la Bugadara (Lavanderia). Dietro ma non troppo distante, l'Aldamara (Letamaio) e più distante ancora, la Stalla.
E i campi e i fossi, galline e mucche e la gabbia del granturco, l'erba e il cielo e l'afa e il sole estivo che non scaldava tanto come quello di oggi che se non c'è l'aria condizionata si muore.
Dentro la casa un campionario umano, nonno Gaetano e nonna Aurelia e sei tra figli e figlie. In ordine di nascita: Giovanna detta Giovannina, Jolanda detta Bina, Stefano detto Bibi, Bruno detto Bruno, mia madre Jole e la più giovane ma forte zia Fernanda.
O forse Bruno è arrivato dopo mia madre ma di poco. Non ricordo più un cazzo e non posso telefonare a mamma che a quest'ora già dorme. Evito di riportare qui la discendenza diretta ma si tratta di diciassette cugini in totale, compreso me, VdM©®™.
I nonni materni erano mezzadri, coltivavano una terra non di loro proprietà, abitavano una casa che non era la loro e provenivano dalla Romagna da cui erano dovuti scappare.
Zia Giovanna, emula di nonna Aurelia, sposò un matto scatenato e si trasferì a Cmacc (Comacchio), poco distante dai Trepponti e sfornò sei tra figlie e figli.
Zia Bina con mia madre scappò più lontano, dieci chilometri a est di Bologna ed ebbe tre figli. Gli altri restarono in zona e furono meno fortunati rispetto a quelli che se ne andarono.
Zio Bibi ebbe un maschio e due femmine e ognuna delle due femmine ha visto morire un figlio/a a quattordici e a trentacinque anni. Di Bibi mi resta il ricordo del suo viso pietrificato sul lettino nella camera mortuaria del Sant'Anna.
Zio Bruno perse la moglie quasi subito dopo il matrimonio per leucemia, si risposò ed ebbe una vita familiare un po' travagliata ma tutto sommato gli andò bene finché non si ammalò e morì, dopo aver lavorato a smaltire l'amianto dalle carrozze ferroviarie.
Zia Fernanda che era la più giovane ma probabilmente la più forte e terribilmente buona con noi nipoti, è stata la prima ad andarsene in un letto all'ospedale del Delta e l'utimo ricordo che ho è un suo respiro mentre cercava di sussurrarmi qualcosa.
Da vero VecchioDiMerda©®™ ho cercato di seppellire i ricordi sotto una cortina di indifferenza ma ogni tanto eccoli scappare e riaffiorare, invadendo la memoria mai abbastanza scarsa.
I ricordi poi sono stronzi e non si presentano belli in ordine. Alcuni sbucano a casaccio, tipo la filastrocca che piaceva declamare allo Zio Bibi su San Nicolò che prima morì e poi si ammalò.
Ah già, resta la cosa su mia mamma che si lasciò irretire da un muratore che nei fine settimana partiva dalla zona est di Bologna per andare al Miar col Benelli cinquanta centimetri cubici.
E che ebbe due figli. Di cui uno più piccolo che però picchiava più del grande e uno che probabilmente nacque già VdM. Ma questa è un'altra storia che sicuramente non vedete l'ora di leggere.
Branco di Zuvnaster.
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ambrenoir · 1 year
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L'esperimento "Universo 25" è uno degli esperimenti più terrificanti nella storia della scienza, che, attraverso il comportamento di una colonia di topi, è un tentativo da parte degli scienziati di spiegare le società umane.
L'idea di "Universo 25" è venuta dallo scienziato americano John Calhoun, che ha creato un "mondo ideale" in cui centinaia di topi avrebbero vissuto e riprodotto.
Più specificamente, Calhoun costruì il cosiddetto "Paradiso dei topi", uno spazio appositamente progettato in cui i roditori avevano abbondanza di cibo e acqua, oltre a un ampio spazio vitale.
All'inizio, ha collocato quattro coppie di topi che in breve tempo hanno iniziato a riprodursi, con conseguente rapida crescita della loro popolazione.
Tuttavia, dopo 315 giorni la loro riproduzione ha iniziato a diminuire in modo significativo. Quando il numero di roditori raggiunse 600, si formò una gerarchia tra loro e poi apparvero i cosiddetti "disgraziati". I roditori più grandi iniziarono ad attaccare il gruppo, con il risultato che molti maschi iniziarono a "collassare" psicologicamente.
Di conseguenza, le femmine non si proteggevano e a loro volta diventavano aggressive nei confronti dei loro piccoli.
Col passare del tempo, le femmine hanno mostrato comportamenti sempre più aggressivi, elementi di isolamento e mancanza di umore riproduttivo. C'è stato un basso tasso di natalità e, allo stesso tempo, un aumento della mortalità nei roditori più giovani.
Poi apparve una nuova classe di roditori maschi, i cosiddetti "bellissimi topi". Si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine o di "combattere" per il loro spazio. Tutto ciò di cui si preoccupavano era il cibo e il sonno. Ad un certo punto, "bei maschi" e "femmine isolate" costituivano la maggioranza della popolazione.
Secondo Calhoun, la fase della morte consisteva in due fasi: la "prima morte" e la "seconda morte". Il primo era caratterizzato dalla perdita di scopo nella vita al di là della semplice esistenza – nessun desiderio di accoppiarsi, crescere giovani o stabilire un ruolo all'interno della società.
Col passare del tempo, la mortalità giovanile ha raggiunto il 100% e la riproduzione ha raggiunto lo zero. Tra i topi in via di estinzione, è stata osservata l'omosessualità e, allo stesso tempo, il cannibalismo è aumentato, nonostante il fatto che ci fosse cibo in abbondanza.
Due anni dopo l'inizio dell'esperimento, nacque l'ultimo bambino della colonia. Nel 1973, aveva ucciso l'ultimo topo nell'Universo 25. John Calhoun ha ripetuto lo stesso esperimento altre 25 volte, e ogni volta il risultato è stato lo stesso.
Il lavoro scientifico di Calhoun è stato utilizzato come modello per interpretare il collasso sociale e la sua ricerca funge da punto focale per lo studio della sociologia urbana.
Attualmente stiamo assistendo a parallelismi diretti nella società di oggi... uomini deboli e femminilizzati con poche o nessuna abilità e nessun istinto di protezione, e femmine eccessivamente agitate e aggressive senza istinti materni.
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